Tra gli argomenti misteriosi, ve ne sono alcuni che, per una serie di motivi, vengono scarsamente trattati non solo sui media generalisti, ma anche sulle riviste specializzate. È quindi con grande entusiasmo che presentiamo ai lettori di Mistero Magazine questa intervista a Tom Bosco, giornalista, pilota ed esperto di scienza di confine.
Caro Tom, il tema della Grande Tartaria ha un fascino e una portata eccezionali e, malgrado ciò, è quasi del tutto sconosciuta al grande pubblico. Potresti illustrare la tematica ai nostri lettori?
«Lo faccio con grande piacere, premettendo che quando ne venni a conoscenza e iniziai a interessarmene, fu per me sconvolgente scoprire quella che, man mano che procedevo, risultava poten-zialmente la più grande storia mai raccontata: mai proprio nel senso letterale, anzi, di fatto cancellata dalla stragrande maggioranza dei libri e della memoria collettiva. L’aspetto più straordinario è che gli indizi di questa storia (indizi talmente solidi, almeno in alcuni casi, da considerarsi delle prove) sono tutti intorno a noi: nell’architettura, nelle mappe antiche, in certe stampe, in certe fotografie… Ma andiamo con ordine.
La prima imbeccata la ebbi nel lontano 1993, senza nemmeno sapere che si stesse parlando proprio della Grande Tartaria, quando ebbi modo di leggere un piccolo ma interessantissimo libro scritto da Michio Kushi in collaborazione con Edward Esko, pubblicato. In quest’opera si ventilava l’esistenza, in un lon-tano passato, di un mondo unificato, pacifico e armonioso, caratterizzato da un linguaggio comune e da tecnologie avanzate, basate su fonti di energia naturale virtualmente illimitate e praticamente gratuite (oltre che assolutamente pulite). Ovviamente quando ho cominciato ad approfondire la tematica in oggetto, mi è tornato in mente questo libro, tante erano le corrispondenze con la ricerca che avevo iniziato e che, come amo ripetere, si presenta come un gigantesco iceberg del quale ho appena iniziato a grattare la punta col dito mignolo…