Max Sirena: "Tita e Banti, un caso da studiare. Ruggero è speciale, Luna Rossa lo aspetta"

Barcellona. Ora di pranzo. Nella base di Luna Rossa cala il silenzio. Ma non è per la fame dei velisti dopo una prima parte di giornata dedicata agli ultimi ritocchi in vista del via dell’America’s Cup. "Ci siamo presi una pausa per vedere la medal race del Nacra 17. È stato un momento importante per la vela". Max Sirena, team director e skipper di Luna Rossa, racconta così come nell’università della vela italiana hanno seguito il successo di un loro compagno d’avventura: Ruggero Tita, uno degli skipper. Sirena, che cos’ha provato? "Abbiamo gioito tutti. Ruggero, ma anche Caterina, mi hanno emozionato. È vero, non è il primo oro che vincono, ma riuscire a primeggiare all’Olimpiade è il sogno di ogni velista, di ogni sportivo". Serve lavoro, disciplina, impegno e serietà. Ruggero, ma anche Caterina, ha preso tutto questo Nacra 17 e Luna Rossa: com’è riuscito Tita a far convivere questi due appuntamenti? "Non è stato facile ma Ruggero è speciale. È un atleta, un velista in grado di fare uno switch totale quando scende dal Nacra e sale su Luna Rossa. È una qualità che lo rende speciale e che ho visto in poche persone nella mia vita". In questa secondo oro di Tita-Banti, quanto c’è dell’esperienza di Ruggero con Luna Rossa? "A ogni membro del team ricordo sempre che ti puoi preparare al meglio ma questo può non bastare. Devi arrivare mentalmente preparato perché a volte il talento non basta. Serve lavoro, disciplina, impegno e serietà. Ruggero, ma anche Caterina, ha preso tutto questo. Sono due cicli olimpici che dominano nella loro specialità: il loro è un caso da studiare". Quali sono i punti in comune tra un Nacra e una F.1 del mare come Luna Rossa? "La prima è una barca molto tecnica che richiede tanto lavoro, attenzione e cura. Un po’ come nei team di Coppa America dove la cura al dettaglio è fondamentale". È la seconda medaglia per la vela italiana… "Il doppio oro con Maggetti nel windsurf e Tita-Banti nel Nacra 17 sono l’apice di un movimento che è rinato dopo il successo di Tokyo. È stato generato tanto entusiasmo, sta crescendo un movimento giovanile importante e mi sento di dire che la vela italiana avrà un futuro ben indirizzato". Ora aspetta Tita a Barcellona per gli ultimi preparativi prima del via delle regate della Louis Vuitton Cup? "Con calma, non forziamo i tempi. Le regate iniziano tra qualche settimana (dal 22 agosto quelle preliminari, dal 29 agosto si parte con la Louis Vuitton Cup, ndr). Gli ho mandato un messaggio e gli ho scritto: 'Goditi il momento e vieni quando ti senti pronto'. È giusto che metabolizzi questo risultato perché hanno scritto la storia, due ori con un dominio del genere. Paragonabile a un solo velista". L'America's Cup è come una droga A chi si riferisce? "Ben Ainslie. Ha vinto quattro ori olimpici e a medaglia in cinque edizioni dei Giochi consecutive (oltre a una Coppa America, ndr)". Lei è scaramantico? "No, la superstizione è una scusa per fallire". Tita può essere il primo velista a fare doppietta: oro olimpico e conquista dell’America’s Cup nello stesso anno… "Noi siamo a Barcellona per vincere, lo vogliamo. Sono tre anni e mezzo che lavoriamo per questo. Certo, lo sport è crudele, uno vince gli altri no. Nel 99% si fallisce, ma la volta che ci riesci ti ripaghi di tutto". In questi giorni ha trovato il tempo per seguire le Olimpiadi? "Chi non lo troverebbe. Magari non sempre seguo gli eventi in diretta per gli impegni con il team ma appena posso recupero". Che cosa le piace vedere? "I Giochi sono l’occasione per vedere tante discipline diverse. Mi hanno colpito i traguardi raggiunti nel nuoto. Bene anche Jacobs, perché visti i tempi di tutti i protagonisti il quinto posto non è da buttare via". Cioè? "È una delle prime Olimpiadi dove vedo gli atleti liberi di dire ciò che pensano. Questo fa bene allo sport rendendolo più umano e lo esalta come veicolo di comunicazione sano. In questo modo arriviamo ai ragazzi". Tra pochi giorni toccherà a voi. Come sta andando l’avvicinamento? "Stiamo lavorando tanto e le impressioni sono positive ma è evidente che fino a quando non inizieranno le regate non ci sarà un termine di paragone. Sono comunque contento e detto da uno che non lo è mai...". Molti atleti di altre discipline sperano di entrare nel mondo Luna Rossa… "Se in futuro ci sarà l’occasione per entrare a far parte del gruppo ben venga, ma ora siamo concentrati a far parlare di noi nei prossimi mesi per i risultati che raggiungeremo". È pronto per dare la caccia al trofeo che al varo avete definito come una ossessione? "Siamo dei privilegiati. L'America's Cup è una ossessione perché diventa come una droga, non puoi farne a meno quando la vivi a un certo livello: l’importante è trasformare ossessione in energia positiva".

Max Sirena: "Tita e Banti, un caso da studiare. Ruggero è speciale, Luna Rossa lo aspetta"

Lo skipper e team director della barca italiana in America's Cup applaude al successo olimpico di un ragazzo del suo team: "Tita ha qualità che ho visto in poche persone, ha coronato il sogno di ogni velista. Il suo dominio con Caterina è paragonabile solo a quello di Ben Ainslie"

Abbonati, puoi disdire quando vuoi.