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Barney's Version

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Before his brain began to shrink, Barney Panofsky clung to two cherished beliefs. Life was absurd, and nobody truly understood anybody else. Even his friends tend to agree that Barney is a 'wife-abuser, an intellectual fraud, a purveyor of pap, a drunk with a penchant for violence and probably a murderer'. But when his sworn enemy threatens to publish this calumny, Barney is driven to write his own memoirs, rewinding the spool of his life, editing, selecting and plagiarising, as his memory plays tricks on him - and on the reader. Ebullient and perverse, he has seen off 3 wives - the enigmatic Clara, whom he drove to suicide in Paris in 1952; the garrulous Second Mrs Panofsky; and finally Miriam who stayed married to him for decades before running off with a sober academic. Houdini-like, Barney slides from crisis to success, from lowlife to highlife in Montreal, Paris and London, his outrageous expolits culminating in the scandal he carries around like a humpback - the murder charge that he goes on denying to the end.

288 pages, Hardcover

First published January 1, 1997

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About the author

Mordecai Richler

70 books339 followers
Working-class Jewish background based novels, which include The Apprenticeship of Duddy Kravitz (1959) and Saint Urbain's Horseman (1971), of Canadian writer Mordecai Richler.

People best know Barney's Version (1997) among works of this author, screenwriter, and essayist; people shortlisted his novel Solomon Gursky Was Here (1989) for the Man Booker Prize in 1990. He was also well known for the Jacob Two-two stories of children.

A scrap yard dealer reared this son on street in the mile end area of Montréal. He learned Yiddish and English and graduated from Baron Byng High School. Richler enrolled in Sir George Williams College (now Concordia University) to study English but dropped before completing his degree.

Years later, Leah Rosenberg, mother of Richler, published an autobiography, The Errand Runner: Memoirs of a Rabbi's Daughter (1981), which discusses birth and upbringing of Mordecai and the sometime difficult relationship.

Richler, intent on following in the footsteps of many of a previous "lost generation" of literary exiles of the 1920s from the United States, moved to Paris at age of 19 years in 1950.

Richler returned to Montréal in 1952, worked briefly at the Canadian Broadcasting Corporation, and then moved to London in 1954. He, living in London meanwhile, published seven of his ten novels as well as considerable journalism.

Worrying "about being so long away from the roots of my discontent", Richler returned to Montréal in 1972. He wrote repeatedly about the Jewish community of Montréal and especially portraying his former neighborhood in multiple novels.

In England in 1954, Richler married Catherine Boudreau, a French-Canadian divorcée nine years his senior. On the eve of their wedding, he met Florence Wood Mann, a young married woman, who smited him.

Some years later, Richler and Mann divorced and married each other. He adopted Daniel Mann, her son. The couple had five children together: Daniel, Jacob, Noah, Martha and Emma. These events inspired his novel Barney's Version.

Richler died of cancer.

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Community Reviews

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235 reviews18 followers
February 16, 2010
This book is so funny at some parts I almost fell down laughing in the subway reading it - no easy feat as it is quite crowded in there and Torontonians are disgruntled by the sound of unbridled joy in others.

He has so many extra little jokes in it, from the footnotes later added to Barney's manuscript by his perfectionist son, to the impact of Barney's fading memory, to how he feels about Toronto and Canadian culture. It is packed with Richler's intelligent and at times eviscerating sense of humour....but at the same time there were passages about love that just devastated me.

I waited forever to finish this book because I didn't want to end my relationship with the character, I knew I would miss him and I did - I cried at the end, without feeling manipulated, and I paid to have the book mailed thousands of miles because I didn't want to part with it.

It was a more emotional book than I anticipated, but bright, vicious, witty, honest - everything you would expect.
Profile Image for Orsodimondo.
2,324 reviews2,239 followers
November 20, 2012
IMPARARE A VIVERE MALGRADO NOI STESSI
Divertente, brillante, coinvolgente, ma non mi è parso il capolavoro che molti proclamano.
E' bello quello che ne dice Edoardo Nesi: Dei grandi romanzi che ho letto, sono molti quelli che ti insegnano a scrivere. Qualcuno può anche insegnarti a leggere. Ma questo è uno di quei rari libri che prova a insegnarti a vivere, o per lo meno a cercare di sopravvivere nonostante te stesso.

Per quanto mi riguarda, i grandi libri che insegnano a scrivere rimangono il vero tesoro ancora da trovare, non c'è dubbio.
Profile Image for Nood-Lesse.
362 reviews241 followers
December 22, 2017
Più di venti anni fa, rovistando in uno scatolone di libri in offerta alla METRO, ne trovai uno con una copertina fantastica. Lo lessi e lo passai entusiasta ai miei amici che a loro volta entusiasti, se lo passarono a vicenda e non me lo restituirono più. Sapete di quella massima che recita “Non si perde mai nessun libro se non quelli a cui si tiene veramente”? Io lo ricomprai e poi lo ricomprai per regalarlo, e poi lo ricomprai in ristampa, in ultimo l’ho reperito in digitale. Uno di loro, anni più tardi, riuscì a contattare l’autore; scambiai con lui alcune e-mail, in una di esse gli chiesi se avesse qualche libro da consigliare e lui rispose così:

Ti consiglio "la versione di Barney" di Richler, proprio un Marino Guzzi di 63 anni raccontato da uno che sa scrivere immensamente meglio.

Nella mia carriera di lettore sono tre i libri che una volta terminati mi hanno fatto pensare sgomento: “e ora?”
Il secondo è stato La Versione di Barney
È la storia di un uomo che prende la penna per difendersi dalle accuse di omicidio che gli sono mosse e coglie l'occasione per tracciare una specie di bilancio della sua esistenza. - Una volta Mary Mc Carty ha detto che ogni singola parola scritta da Lilian Hellmann "se" e "ma" inclusi è falsa -
Questa frase che egli usa per bollare un suo acerrimo nemico, potrebbe anche essere una chiave di lettura della sua "Versione". Mi ha rapito il suo stile, la sua ironia, ho riso di voglia nonostante si trattasse di un'ironia a tratti crudele, che non è la mia. Barney tre volte sposo, che conosce la donna della sua vita il giorno del suo secondo matrimonio, scrive nel modo che più mi piace, ovvero dando l'idea di divertirsi scrivendo.
Profile Image for Luana.
99 reviews332 followers
November 22, 2013
E così, durante un estenuante viaggio in treno, ieri ho finito questo romanzo che mi ha accompagnata per più di un mese e le cui pagine ho cercato di centellinare sino alla fine, quando ormai la finitudine delle cose terrestri mi ha costretto a farmi una ragione che anche questa lettura sia volta al termine. Mordecai Richler è un furbacchione che la vita l'ha presa in giro, si è voluto raccontare, ma senza esporsi troppo e così, nonostante varie smentite, ha inventato il personaggio di Barney Panofsky e gli ha fatto raccontare la versione, che in realtà è la versione di Mordecai. E che, sopratutto, è una versione strabiliante. Barney è ebreo, è politicamente scorretto, si è arricchito con metodi poco leciti, e poi ha dato nascita ad un canale televisivo scadente e mediocre che l'ha reso miliardario. Osteggiato dai compari di bevute, i quali appartengono tutti ai piani alti della letteratura parigina degli anni '50, inevitabilmente amici di Hemingway, e non fanno che ricordargli la sua sterilità poetica, accusato di omicidio e assolto nel processo, Barney decide di tripartirsi e raccontarsi tramite i suoi tre matrimoni. Quello con Clara, artista incompresa, ninfomane e cleptomane, destinata alla celebrità post mortem, quello con la Seconda Signora Panofsky, ricca ebrea laureata a pieni voti alla McGill e, da ultima, ma non per importanza, Miriama, adorata Miriam. Il racconto che si dipana tramite questi tre rapporti coniugali è un racconto di tranelli, inganni temporali, lavorio mentale del narratore furbetto che sa cosa mettere in luce e cosa tenere in ombra, con sprazzi di onestà, e slanci di pentimento. La passione smodata per l'hockey, per il bere, per uno stile di vita libertino, per le questioni politiche del suo amato/odiato Canada, la permanenza nella Parigi che a metà anni Cinquanta ha prodotto l'illusione che bastasse la volontà di essere artista per esserlo, la posizione satirica di critica nei confronti del mondo semita di appartenenza, fanno di Barney un personaggio vero e completo, sempre pronto a tirare un asso fuori dal manico per stupire ed intrigare i lettori. E come se tutto questo non bastasse, i due pilastri del romanzo, Miriam e l'omicidio di Boogie diventano talmente fitti di dettagli profondi da far sentire il lettore partecipe come se si stesse preoccupando degli affari di un amico. Ed è così che mi sento adesso che ho finito la lettura, mi sento di aver perso un amico, scorbutico, politicamente scorretto, ma incredibilmente umano e capace di amore. Dalla più efferata delle gioventù, sino ad un tremendo Alzheimer, in questo libro c'è tutto, dalle risate, alle lacrime, dal ripudio alla commozione. Non so, siete ovviamente liberi di non leggerlo, ma non potreste neanche immaginare quanto vi arricchireste una volta arrivati a pagina 484. Grazie, Barney.
Profile Image for Grazia.
455 reviews194 followers
August 5, 2017

Barney, mio caro Barney.

Quando ho comperato il romanzo, il libraio del caso, osservando il mio acquisto, si ferma , mi guarda e mi dice: “Questo romanzo è geniale, io ho fatto un po’ fatica a leggerlo, ho provato una prima volta, l’ho lasciato perché ancora non era giunto il suo momento, e poi l’ho ripreso e l’ho trovato bellissimo. E’ però molto rappresentativo del modo di pensare maschile, è la versione dei fatti raccontata dal protagonista, Barney per l’appunto…”

Lo guardo, e il mio sguardo deve essere stato abbastanza eloquente:
1) Non avevo chiesto consigli: ero al banco dovevo solo pagare.
2) Sono chiaramente una donna, che messaggio mi vuoi dare? Non è un romanzo per me?
Lui mi riguarda e mi dice: “No, non volevo demotivarla, questo romanzo è piaciuto tantissimo anche alle donne…”

Io sempre muta… Poi vedendolo arrancare in difficoltà: “No, guardi, non si preoccupi, sono convinta dell’acquisto, anche se sono una donna, credo di poter affrontare il punto di vista maschile!” :D

Mi sono quindi approcciata ad esso con una certa curiosità, dato per l’appunto la definizione di romanzo geniale venuta da disparati contesti, non ultimo il libraio un po’ imbranato nella vendita!

Il romanzo è il lungo monologo di Barney, che, a suo dire, si cimenta nell'impresa della stesura del romanzo, in quanto vuole raccontare, per confutare un antagonista, la sua versione dei fatti circa un episodio occorsogli in gioventù... ovvero la sua versione dei fatti sulla fine che ha fatto l'amico Boogie, della cui morte, Barney è stato formalmente accusato.

L’inizio del romanzo è sicuramente di lettura faticosa, Barney racconta le cose in maniera confusa, accavalla i fatti e non segue un ordine cronologico e tira subito in ballo amici, figli e mogli varie senza fare tante presentazioni (a fine lettura anche questa modalità espositiva troverà una precisa giustificazione).

Poi, pian piano, entri in confidenza con Barney e lui, con la sua ironia pungente, la sua sagacia, la sua intelligenza comincia a conquistarti.
E’ irriverente, bugiardo, donnaiolo, alcolizzato, fumatore… ma anche incredibilmente tenero, divertente, simpatico e arguto!

Le lettere anonime che scrive, nelle diverse fasi della sua vita a diversi interlocutori, sono dei capolavori d’ingegno.
Il rapporto con Miriam, la sua amata, adorata Miriam. Nessuna donna può passare indenne davanti ad un corteggiamento di quel tipo: il racconto del primo appuntamento mi ha lasciato con le lacrime agli occhi... dalle risate!

["... cercavo disperatamente una battuta fulminante, un aforisma letale capace di stendere Miriam e far impallidire il ricordo di Oscar Wilde. Risultato, mi sentii pronunciare le seguenti parole: "Ti piace vivere a Toronto?" "]

Esilaranti le caratterizzazioni di Clara, prima signora Panofsky completamente pazza, e della seconda signora Panofsky, talmente “pesa”, da non meritare neanche di essere citata, all'interno del romanzo, con un nome proprio.

E il finale inatteso e rivelatore, di uno stato di Barney pian pian intuito durante la lettura, ma mai esplicitato se non nel finale per l'appunto, che fornisce una chiave di lettura inaspettata e molto dolorosa al romanzo, dandogli nel contempo ulteriore spessore.
Quindi?
Ha ragione il libraio: il romanzo è geniale e anche molto bello... ma accidenti Barney, mi dispiace così tanto che non potrai mai sapere che fine ha fatto veramente Boogie... ti saresti "scompisciato" dalle risate!
Profile Image for Roberto.
627 reviews1 follower
August 7, 2017

Cerco di mettere un po’ d’ordine nella mia vita buttandola tutta all’aria

Barney Panofsky è un arzillo vecchietto di settant'anni che ha vissuto una vita intensa, con tre matrimoni alle spalle. Non è la persona più amabile del mondo; è maleducato, irascibile, sarcastico, bugiardo, donnaiolo e alcolizzato.

Uno scrittore e rivale, nella sua biografia, lo accusa dell'omicidio di un comune amico. Dell’accusa Barney è stato scagionato da un regolare processo, ma lui vuole in ogni modo dimostrarci la sua innocenza raccontandoci per filo e per segno la sua versione dei fatti. Beh, per filo e per segno è forse troppo… La sua narrazione non è affatto lineare, lo stile è frastagliato, ci sono continui flash-back, digressioni di tutti i tipi, personaggi e luoghi introdotti a profusione, vuoti di memoria che rendono la lettura all’inizio (diciamo pure fino a metà libro) un vero tormento.

Barney ripercorre tutte le tappe della sua esistenza come gli vengono, senza ordine, a causa della sua mente debilitata dal morbo di Alzheimer, come si saprà alla fine. Tante e strani i racconti, le considerazioni, le invenzioni.

L’umanità, con tutta evidenza imperfetta, non ha ancora concluso il suo ciclo evolutivo. In un prossimo futuro, magari solo per comodità, i genitali dei due sessi saranno al posto oggi occupato dalla testa, e le bevute, sempre meno necessarie, le faremo sotto la cintura. Il che consentirà a giovani e meno giovani di incastrarsi a dovere senza preliminari romantici e senza quel defatigante armeggiare con cerniere lampo e bottoni. In altre parole, gli umani saranno in grado di stabilire quello che Forester chiamava “un semplice contatto” aspettando che scatti il verde al semaforo, in coda al supermercato, sulla panca di una sinagoga o di una chiesa. Tanto il brutale “fottere” quanto il più delicato “fare l’amore” lasceranno il posto alla “capocciata”, e a frasi tipo “Oggi passeggiando per Fifth Avenue ho incrociata una bona pazzesca e le ho dato una bella capocciata”.

Barney è rude, cinico, scorretto, intrattabile, beve e fuma molto. Difficile perdonargli la sua totale sordità alla richiesta di aiuto della prima moglie Clara. Ma è anche colto, è un grande lettore e riesce ad essere estremamente tenero e dolce. Come nella meravigliosa scena del suo primo appuntamento con la futura terza moglie Miriam, donna molto intelligente e con forte personalità, che gli è rimasta nel cuore.

"Quando mi ritrovavo a passeggiare in quelle stanze nel cuore della notte, con l'ennesimo bicchiere in una mano ed il miliardesimo Montecristo nell'altra, chiudevo gli occhi e ripensavo a Miriam, a come mi era apparsa il giorno delle mie nozze con la Seconda Signora Panofsky. La donna più bella che avessi mai visto. Lunghi capelli neri come l'ala di un corvo. Occhi blu da perdere la testa. Un vestito da cocktail di chiffon azzurro, e una grazia meravigliosa, meravigliosa. Dio, quella fossetta. E quelle spalle nude... Sono tre anni che Miriam se n'è andata, ma continuo a dormire da una parte del letto, e appena mi sveglio la cerco. Miriam, mia adorata Miriam."

A causa del suo carattere e della sua cialtroneria, riesce purtroppo a tradire anche la fiducia della donna che più ha amato. Che lo pianta in asso.

Barney non è perfetto, è un uomo pieno di difetti che ha sbagliato e ha perso ciò che di più prezioso aveva nella vita. Alla fine, forse, il libro è piano di malinconia ed amarezza, nonostante le moltissime scene esilaranti, per la sofferenza di Barney per quello che sarebbe potuto essere ma non �� stato.

Bellissima anche la risoluzione dell’enigma della morte dell’amico, che avviene solo nelle ultime pagine.
Profile Image for Michael.
1,094 reviews1,869 followers
November 3, 2018
This 1997 classic creates a lasting and indelible tragicomic character, Barney Panofsky, who stands with other larger-than-life figures who arise so vitally out of comparably sweeping fictional autobiographies, such as Saul Bellow’s Augie March, Richard Russo’s Sully Sullivan, and Richard Ford’s Frank Bascombe. The prose and dialogue was pitch perfect, and the tale’s satire of human foibles ranges from a vicious slicing up of fools high and low to poignant or slapstick self-deprecation. The book seems to be Barney’s apology and justification for a life of failures, including three marriages and the disappearance and presumed death of his mentor and friend, Boogie, whom many assume he has murdered for sleeping with his second wife. His status as an unreliable narrator is always in question, especially in the face of his failing memory at the late stage of his writing.

Barney is raised a secular Jew in Montreal in a blue-collar family of a police detective, which represented quite a success for a meat-cutter with a 7th grade education. Asked by associates why it is Jews end up being so smart, his answer was that: “..we’ve been kicked around for two thousand years. We’re not more smarter, we’re more alert”. His mother named him after a comics character and interfered little in his life (for her: “What we used to call the funnies were more real to her than I ever was”.) In public school, Barney is inspired by literature, but spends more time in lustful fantasies about his teacher than in scholarly achievement. He ends up pursuing a track toward the business of food exporting, but he keeps a lifelong connection with one friend who pursues a literary career, Bernard Moscovitch (aka Boogie).

He and Boogie escape Canada for a decadent sojourn in Paris in the 50s, trying to suck up as much culture as possible while pursuing women and drunken or hashish-ridden debauchery with its bohemian literary crowd. It is there he hooks up with his flaky first wife and artist, Clara, and there he first collides with his lifelong nemesis, Terry McIver. While Boogie becomes famous for his charisma and a few promising short stories, McIver is on his way to becoming a best-selling and prize-winning novelist, as well as in insufferable snob and egomaniac.

I’m determined to be fair. A reliable witness. The truth is, Terry McIver’s novels …are untainted by imagination. His novels are uniformly pedestrian, earnest, as unappetizing as health food, and, it goes without saying, devoid of humour. The characters in these novels are so wooden they could be used for kindling. It is only in his journals that fantasy comes into play.

According to McIver’s scathing and thinly disguised account of Barney in his memoirs, Barney’s neglect of Clara was the cause of her unfaithfulness (including with him) and eventual suicide. From his time of his own writing, Barney is distressed by the injustice and ironies of his fate:

Clara, who despised other women, enjoying posthumous fame as a feminist martyr. Me, stricken with limited notoriety as the chauvinist pig who betrayed her, a possible murderer to boot. The unspeakably boring novels of Terry McIver, that pathological liar, now on university courses throughout Canada.

I love Richler’s deflation of literary puffery in Barney’s portrait of McIver. We get Barney’s version as to why he ends up punching him and McIver’s version from excepts of his memoir much later. When his reading at a bookstore in Paris (invited “because James Baldwin was not available”) is disrupted by anarchistic “Letterists”, Barney claims to comes to his defense, but McIver takes his actions as a form of gloating at his travail, which he elevates to the equivalent of Mozart being booed at his first performance of ‘The Marriage of Figaro.’ I can’t resist sharing of few passages from the McIver autobiography ‘Of Time and Fevers’, which “gratefully acknowledges the assistance of mediocrity’s holy trinity: the Canada Council, the Ontario Arts Council, and the city of Toronto Arts council.”:

Within a week, he had mastered the fashionable Negro idiom, swallowing it whole. Once, memorably, he came upon me on the terrace of the Mabillon, where I was reading Evelyn Waugh’s ‘Vile Bodies’
“Is it a drag, or it it any good, man?
“I beg your pardon?”
“Would I dig it?”
…Since he sprung from the ghetto’s mean streets vulgarity comes naturally to him, but he is also inclined to both drunkenness and fisticuffs, which is surprising, considering his Jewish orogins. A denial? Possibly.
…P__’s countenance is not unpleasant. Black curly hair hard as steel wool. Shrewd tradesman’s eyes. Satyr’s mouth. Tall, shambling, and given to strutting. He still seems adrift here, out of his league, but now an acolyte of one of the quarter’s most obnoxious poseurs whom he trails after as if he were his catamite, his Ganymede …


So McIver comes off as a poseur and fake, who paints Barney as a poseur and fake, but his personal hero Boogie is painted as authentic. Yet we the reader are treated to another comic send-up, that of a sort of Burroughs figure of divine misanthropy (replete with heroin abuse) and Zen touches.

I never lost touch with Boogie, who would send me cryptic little postcards from wherever he was. Marrakesh. Bangkok. Kyoto. Havana. Cape Town. Las Vegas. Bogota. Benares:
…now I kept a globe in my office so I could follow the progress of my friend the latter-day pilgrim through his own Slough of Despond. His short stories appeared in the ‘Paris Review’, ‘Zero’, and ‘Encounter.’ Inevitably, Boogie settled into a loft in the Village and became a regular at The San Remo and The Lion’s Head. Women sought him out. Among them, to the amazement of onlookers this evening, Ava Gardner. He commanded the attention—no, something approaching reverence—of the young as well as beautiful women, by his silence, broken only when he made one of his rare pronouncements. One evening, for instance, when Jack Kerouac’s name came up, he muttered, “Energy isn’t enough.”
…Boogie was also disdainful of Allen Ginsberg. Once, …a beguiling woman…made the mistake of quoting the opening lines of ‘Howl’ to him …Boogie responded, “The best minds? Names, please.”


When Hymie is still under a blackball from the Red witch hunt of the film industry by American Congress, Boogie pronounces:
When the witch-hunt is over …McCarthy may yet be appreciated as the most effective film critic ever. Never mind Agee. The senator certainly cleaned out the stables.
’The best lack all conviction while the worst / Are full of passionate intensity’. So said Mr. Yeats.


Hymie, in Barney’s version has the last laugh on that one:
I suppose you could argue that Franz Kafka didn’t require a swimming pool. Or that George Orwell never attended a script conference.

So Barney is a bit of a scoundrel for his failures in many spheres, but his loyalty to Hymie and Boogie feels loveable. And though he comes off an extreme cad for falling in love with another woman, Miriam, at his marriage ceremony with “The Second Mrs. Panofsky” (who otherwise goes unnamed), his persistence in that love through to marriage, children, and continuing on beyond their breakup due to his cheating seems ultimately heroic to me. The same is true for his efforts with surmounting his memory problems. And if his (and Richler’s) efforts at postponing his version of the drama of Boogie’s disappearance and escape from a murder charge by swirling us in rivers gets accused as self-indulgent digressions, his answer is:

Lawrence Sterne got away with it, so why not me? Readers don’t have to wait until the end of volume three before I’m even born. It doesn’t take me six pages to cross a field, as it would if this had been written by Thomas Hardy. I rein in my metaphors, unlike John Updike.

Along the way, we end up with a multifarious portrait of Montreal itself over the post-war decades from the Cold War to the near success of Quebec separation from Canada in the 90s. And always hockey on its residents minds. I understand his “The Apprenticeship of Duddy Kravitz” (1959) also makes a fine satire of Montreal culture for earlier in that interval.

If you aren’t sold yet on the brilliant gems of narrative in this novel, I feed you three more satisfying, choice digressions into Barney’s character and Don Quixote outlook on politics, tucked away here:
Profile Image for Marco Simeoni.
Author 3 books85 followers
October 10, 2022
Vita allegramente dissipata e profondamente scorretta

Come nasce questo libro?

"Tutta colpa di Terry. E’ lui il mio sassolino nella scarpa . E se proprio devo essere sincero è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata"

Ora dopo averlo letto - per non ricopiare Barney che scimmiotta McIver e la sua biografia - cercherò di non divagare.

Libro che nasce da un lungo monologo in cui Barney Panofsky, quasi settantenne, ripercorre la sua vita dissennata.
Ne viene fuori un libro gergale e colto, irresistibile, che ti tira fuori la lacrimuccia della risata e della commozione (soprattutto nella parte finale)

"Cerco di mettere un po’ d’ordine nella mia vita buttandola tutta all’aria. Sto divagando lo so…ma questa è la mia storia ed è anche l’unica che ho, quindi se non vi spiace voglio raccontarla a modo mio. E adesso vi beccate un’altra piccola digressione, una di quelle che il giovane Holden chiamava baggianate…!

Barney, che sarà un cliente fisso dei tribunali canadesi, usa l'arma del racconto come difesa dall’accusa di avere ucciso Boogie, il suo migliore amico e promettente genio della letteratura, come sostiene un altro scrittore canadese, Terry McIver, conoscente dei pazzi anni della bohème parigina, trascorsa “nell’anarchia più assoluta” con “un gruppo di sciammanati”, “un’accozzaglia di giovani scrittori arrapati senza un soldo e subissati da lettere di rifiuto”…

La nomenclatura del tempo è scandita attraverso le fedi nuziali. Barney ne ha avute tre e altre tre sono state date alle rispettive mogli.
1) Clara, la sopra-le-righe prima moglie del periodo parigino ((1950-52)), artista incompresa morta suicida (Sospetti su Barney? Signori è una calamita). Troppo ingenuo o chissà forse solo affamato d’amore, il povero Panofsky finisce col sposarla forse per ingenuità o genuinità e solo dopo, nel modo più bieco, scopre la vera anima di Clara. Da morta, grazie all'incongruenza sociale, diviene un simbolo di femminismo.
2) la seconda signora Panofsky” (1958-60),  “la virago, la bomba a orologeria” che, per quanto è considerata superficiale, non viene degnata neanche di un nome
3) Miriam (1960-), la sua adorata Miriam

Come si evincerà, la solitudine si può vivere anche in due ma Barney, a differenza di molti, crede nel valore della coppia. Coppia nel senso più ampio del termine. Questo libro parla di amore a tutto tondo. Amore per la famiglia e amore nell'amicizia.
Struggenti sono i paragrafi delle incomprensioni e i rimorsi che lo stesso Barney mostra sulla perdita di McIver. Capolavoro la durezza del dialogo tra Boogie e lo stesso Barney quando le crudeltà affiorano alle labbra.
Non ho mai pensato che Barney fosse un malvagio. Forse l'unico male che ha commesso è stato rivolto verso se stesso per aver creduto troppo negli altri. Forse Barney si è dissipato perché ha infuso amore lungo troppe vie.

P.S: Le note, poste da subito e senza spiegazioni su chi le stesse realmente scrivendo, le ho trovate perfette per incuriosire.

P.P.S: Un libro ben scritto può anche divertire.
Profile Image for piperitapitta.
1,008 reviews406 followers
November 26, 2017
Cucchiaio.

[Questo solo perché ieri ho iniziato a leggere un romanzo che avevo già letto e visto un film che avevo già visto; tutto nella convinzione di fare entrambe le cose per la prima volta, ovvio.]
Profile Image for Patryx.
459 reviews144 followers
April 25, 2011
La Versione di Barney mi ha seguito in due traslochi, ha vissuto un paio d’anni rinchiuso in garage in attesa della sua collocazione definitiva. Si è salvato dalla purga dei libri inutili prima dell’ultimo trasloco solo perché me lo aveva regalato una cara amica. Non avevo neanche intenzione di leggerlo e poi ho cambiato idea. Un inizio difficile ma che è diventato un grande amore !
Mi piace lo stile che non segue un rigoroso ordine cronologico ma riflette l’ordine dei pensieri così come si presentano alla coscienza del protagonista. La sensazione è di sapere tutto sin dall’inizio: tre mogli, due non amate (per usare un eufemismo) e la terza amata e perduta, un simpatico mascalzone che ci racconta la sua vita, una vicenda giudiziaria finita bene. Allora perché andare avanti? Me lo sono chiesta diverse volte nel corso della lettura: saranno 500 pagine in cui gli stessi avvenimenti saranno raccontati più e più volte? Ma alla fine del primo capitolo un vero colpo di scena! E allora diventa chiaro che le sorprese non sono finite. Le stesse vicende sono raccontate aggiungendo ogni volta dei particolari, arricchendo i fatti con lo stato d’animo dei protagonisti.
Man Mano che sono andata avanti nella lettura, ha acquisito senso il titolo: quello che leggiamo non è detto che sia la verità dei fatti (ma del resto a chi importa?) ma la realtà come Barney l’ha vissuta o come avrebbe voluta viverla! Ma la sua versione è certamente accattivante e si finisce per provare simpatia per questo uomo che a poco a poco si svela anche se bisogna aspettare sino alla fine per capire Barney, quando lui stesso cerca di andare oltre la sua versione e di comporre, come in un puzzle, la sua versione con le versioni degli altri per giungere alla verità dei fatti.
Profile Image for Sandra.
943 reviews291 followers
January 11, 2015
E' la storia della vita dissoluta di Barney Panofsky, "cinico, puttaniere, ubriacone e forse assassino", nato in Canada, ebreo della terza generazione, sposato tre volte ma innamorato solo della terza moglie, Miriam,padre di tre figli.
Una lettura emozionante, che, superato l'impatto iniziale, ti prende e ti coinvolge fino alla fine,in una spirale di emozioni, dal riso alla commozione al pianto.
Una riflessione sulla vita, l'amore, l'amicizia, la malattia, fatta con sarcasmo, ironia, malinconia.
Un bellissimo libro, e ringrazio la mia amica Anna che me l'ha regalato.
Profile Image for Simona.
937 reviews215 followers
July 5, 2020
Difficile parlare di questo libro e soprattutto del personaggio di Barney Panofsky che scrive le sue memorie per difendersi dall'accusa di omicidio.
Inizialmente ho avuto un po' di problemi a entrare nella storia, a lasciarmi rapire, ma pian piano, il puzzle ha cominciato a comporsi e ogni pezzo è andato al suo posto.
È impossibile non affezionarsi a Barney, i suoi tre matrimoni falliti, le tre donne della sua esistenza, al suo essere così dissacrante, ironico e tagliente. Un uomo, un personaggio così politicamente scorretto, maledettamente vero nel suo modo di esporsi e di essere.
"La versione di Barney" regala ai lettori un personaggio onesto. Un libro di profonda onestà, per questo, ancora più bello e reale. Una storia in cui si ride, ci si commuove, ma che ti lascia un velo di malinconia perché a Barney impari a voler bene e dispiace abbandonare un essere di tale caratura e spessore.
Profile Image for Procyon Lotor.
650 reviews104 followers
November 6, 2017
Il tempo è vita, non danaro

Un poveruomo ebreo, privo degli usuali gadget yiddish: non mittleuropeo, non professionista e nemmeno - per fortuna - newyorchese, reagisce alla piega che sta prendendo la sua vita con un lunghissimo flashback per reagire al successo della sua bestianera tale Terry McIver (il politically correct artistico), all'abbandono della terza amatissima moglie Miriam che - quantunque il romanzo sia organizzato per parti e per mogli - trafila d'ogni dove (il politically correct familiare), e per una accusa di omicidio dalla quale è assolto quasi solo presso la corte (il politically correct sociale).

Per essere poveruomo alla quarta potenza gli manca solo d'essere ignorante ma ciò non è. È colto autodidatta quindi vastamente ma slegato e destrutturato, ovviamente insofferente verso tutti i poeti laureati o quelli che hanno stuprato e prostituito la cultura adagiandosi su ogni moda prevalente, naturalmente costoro sono principalmente i suoi conoscenti coi quali divise una mezza bohème nel dopoguerra a Parigi. Il tono col quale narra quel periodo è quello che avrebbe dovuto avere Hemingway se non fosse stato un vecchio trombone purtroppo, o Miller se non fosse stato un giovane sporcaccione, per fortuna.

Lui non ha un gran pulpito da cui lanciare invettive, è un produttore televisivo, conscio di essere stercoforo e cacogeno chiamò la società Totally Unnecessary Productions, allineandone il marchio alla produzione media perseguita che lo ha reso ricco e fondamentalmente indipendente.

Si chiama Ezechiele Hirschfeldner, e un E.H. non può vivere invano. Invece no, al poveruomo l'autore appioppa un cartoonico Barney Panofsky.
Intriso di una particolare combinazione di cultura yid-canadese, ovvero vasto menefreghismo per qualsiasi aspetto cardine socioculturale e enorme attenzione ai trascurabili, quali l'hockey, i Montecristo, il Macallan e il consumo di pietanze dannose cazzeggiando nei pub, Barney dilapida la sua vita ben sapendo che il tempo che risparmi non lo incassi fra trent'anni con gli interessi.

Rileggendolo dopo un decennio dal grande successo di nicchia che ebbe in Italia, non sono certo che rimarrà fra un secolo tra i libri del canone che un adulto deve aver letto per essere considerato un uomo colto, è anche vero che a me non me ne potrebbe fregare di meno del canone, della cultura e di essere considerato, così come è vero che io a settemila anni compiuti, non sono un adulto.

Barney è feroce e salace. Barney è vivace, mordace e man mano che la maturità cede all'anzianità, pure incapace (il romanzo è contrappuntato di note delle correzioni che il figlio-editor apporta alle labili contraddittorie memorie).

Ma fa ridere come dicono? Ad alcuni sì, talvolta parecchio, alcuni pure sui mezzi pubblici. Se non ridete, lasciate perdere. Senza giudizio di valore, non è per voi. È traboccante di riferimenti yiddish, tanto che c'è un utile glossario per il lettore che non sia abituato ai termini ma evita il rischio frequentissimo nella letteratura ebraica di flagellarci le terga coi traumi del barmiztvah o triturarci gli zebedei con l'ovvio rapporto irrisolto con la Madre Ebraica (che invece liquida in poche righe come merita).

Curioso che l'unica parola yid che assomigli veramente a Barney P. (Chutzpah) sia omessa dal glossario.

Ha avuto come previsto le solite adozioni da parte di coloro che lo leggono per sentirsi allegramente dissipanti combattendo il tritacarne con il cazzeggio e la leggerezza, (gli stessi tipi umani che leggono quel Lilin per sentirsi dei duri) vivendo però aderenti à la mode del Postino di Vigevano, marito della arcinota Casalinga di Voghera.

Poco male, Barney lo sapeva già, era già in conto. Non l'avesse saputo non avrebbe fatto il produttore televisivo, quel moderno assistente sociale che tiene in casa soggetti che intaserebbero le strade rendendoci vieppiù difficile il nostro procedere agile e accorto nei centri storici.

Da Emet a Met Barney ci spedisce la memoria, la nostalgia e il rimpianto... senza quella tassa a carico del destinatario del menarcela coi rimorsi però, grazie.

Colonna sonora: The Essential Stevie Ray Vaughan And Double Trouble - 2cd
Liquori: Caol Ila C.S.
Tabacchi: Toscani extravecchi. (chi preferisce il dolcino Macallan è normale fumi i dolciastri Montecristo, chi no, no)
Poltrona: Brunner ;)

Addio Mr Panofsky, non ci leggeremo più.
Profile Image for Elizabeth.
339 reviews16 followers
May 22, 2016
I read Barney's Version the novel because I loved the movie. Clearly, Richler's story is far & away better than the adaptation, but I must say that the film is true to the spirit of the book & Paul Giamatti does make an excellent Barney.

From the opening lines of the story, Richler gives us a gruff, complicated yet sympathetic Barney Panofsky. Writing that comes off so effortlessly cadenced can only be an indication of a writer at the top of his game. Richler's ear for dialogue & voice seems faultless. Whether it's Barney mangling literary references, Duddy Kravitz sarcastically pitching a banquet dinner for Crohn's disease or the Panofsky children persuading their parents to recount the story of how they fell in love, the language is distinct, moving & pure fun to enjoy.

Another writer (Flannery O'Connor, I think) once said that you must give even your most unfortunate characters depth so the reader can feel for them. In Barney's Version, one of the most despised character is the Second Ms. Panofsky. Shallow, nameless, vindictive & every inch the cliche of a JAP, Richler is still able to make her a full character by showing her attempts to make her doomed marriage work. Even Barney, who is irreverent, vitriolic & self-loathing, never completely alienates the reader. This considered regard for all of his characters pays off in unexpected ways. As much as Barney mocks feminism & its attempts to "make a space for wimyn" in dominant culture, Richler's characters are so detailed that his females almost feel like a quick study of feminist thought. (I say almost, because I don't think Richler set out with that angle in mind & also it seems a little silly to say a book about a man who loses three wives through his misbehaviors is feminist.) Even Barney's middle school teacher, who is his favorite masturbatory fantasy, is not limited to Barney's narrow view of her. He sees her in the street, old but still active, protesting with other senior citizens for accessible facilities, concerned with her own life.

To be honest, I could go on. Barney's Version is a great story about love, maturity & choice. There is a line in the movie that I didn't come across in the text that goes, "Life is made up of little things: minutes, hours, naps, errands, routine. It has to be enough." Barney's Version, the novel, proves this to be true. Life is those small moments, those "fateful objects" that redeem us or break us. The missed message begging for reconciliation, the plane that passes over where you are, a package you deliver to a stranger, the funeral you attend even though the deceased hated you. We carry the consequences forward, struggling against them, capable of great regret & precious change.
Profile Image for Three.
283 reviews68 followers
July 20, 2018
“e anche adesso, se chiudo gli occhi e riesco a ricacciare indietro le lacrime, la rivedo. Magari che allatta Saul, con gli occhi bassi, una mano a reggere quella piccola nuca così fragile, oppure mentre insegna a leggere a Mike facendolo sembrare un gioco, e tutti e due ridono felici. La vedo con Kate mentre si spruzzano nella vasca da bagno, la vedo trafficare in cucina il sabato pomeriggio, con la radio che trasmette il concerto della Metropolitan Opera. Oppure ancora addormentata nel nostro letto, o seduta a leggere in poltrona, le lunghe gambe accavallate. Ai tempi d'oro, se dovevamo uscire la sera, ci davamo appuntamento al bar del Ritz, e io aspettavo seduto a un tavolo in disparte, così da vederla entrare, elegantissima, serena, e mandarmi un bacio amoroso e un sorriso mentre tutti non avevano occhi che per lei. Miriam, mia adorata Miriam.”
La storia d'amore più gioiosa, disperata,romantica, sensuale folle e lucida che abbia mai letto.
Se esiste una donna che non vorrebbe essere Miriam, per come ha amato ed è stata amata, per come è stata soggetto e non oggetto della sua storia d'amore, se esiste una donna così io non la potrò mai capire
Profile Image for marco renzi.
275 reviews94 followers
August 28, 2017
Sarò forse banale, o esagerato, se dico che "La versione di Barney" è un capolavoro? Be', alla fine poco m'importa se è diventato una sorta di caso letterario con tanto di film (che vedrò presto) e se se ne parla ovunque. Pazienza, oh. Questo romanzo ha fin troppi punti a suo vantaggio: ha una scrittura densa e al contempo scorrevole, alle volte colta, alle volte sboccata.

"La versione.." è un libro diventente, amaro, disperato, a tratti feroce. Barney Panofsky è un personaggio che non si può definire positivo, ma che si ama sin da subito; anche se nelle prima cento pagine non si capisce bene dove voglia andare a parare. Poi, pian piano, si entra in sintonia con lui ed è difficile staccarsi dalle sue memorie, dalle sue divagazioni, dai suoi Montecristo e dai suoi Whiskey. Dalle sue donne, dai suoi amici/nemici e da tutti i casini che si porta appresso.

E poi, boh, è forse possibile non innamorarsi di Miriam? Anche se sta nelle pagine di un libro, io la amo comunque.

Oh Miriam, mia adorata Miriam...

(commento del settembre 2011...)
Profile Image for Angelo Greco.
Author 7 books4 followers
November 21, 2020
"La vita è assurda." (Cit.)

"Finché gli è rimasto un minimo di lucidità, Barney Panofsky ha mantenuto fede alle proprie convinzioni. E cioè che la vita è assurda, e che nessuno di noi, in pratica, capisce gli altri." (Cit.)
Profile Image for LW.
357 reviews82 followers
March 25, 2023
(Adorabile) Mazik!

E all'improvviso provai una specie di strana sofferenza,o meglio ,di strana gioia.
Era come se il ghiaccio che mi ricopriva il cuore si stesse spaccando; l'inizio del disgelo,una cosa così. Mi misi a parlare a macchinetta, inframmezzando-temo alla rinfusa-le disavventure della mia infanzia alle storie di Parigi.


E così andammo a sederci sulla spiaggia di Cannes,e guardammo il sole sorgere sul mare colore del vino mangiando i pomodori ,le cipolle e i fichi.Poi ci togliemmo le scarpe,ci arrotolammo i calzoni ed entrammo in acqua fino alle ginocchia.Boogie mi spruzzò, io risposi,e nel giro di pochi secondi si scatenò un tutti contro tutti.
Perché no, allora sull'acqua non galleggiavano né pezzi di merda né preservativi usati.Alla fine riparammo in un caffè sulla Croisette,dove ordinammo oeufs-au-plat,brioche e café au lait.Boogie addentò un Romeo y Julieta,lo accese, e citò non so più chi:"Après tout,c'est un monde passable".

Profile Image for LaCabins.
159 reviews23 followers
October 22, 2021
Quel vecchio pazzo di Barney mi ha ingannato fino all’ultimo paragrafo.
Una gran prova autoriale, intima, sfacciata, stravagante e ambiziosa nello stile.
Una trama volgare e bugiarda fino al midollo, da leggere a piccoli brani, per gustarla fino in fondo.
Profile Image for Gabrielle.
1,083 reviews1,551 followers
September 14, 2017
Being from Montreal, I have to confess a weakness for stories that take place in my home town. To paraphrase a friend, I love Montreal the way Woody Allen loves New York, and when it’s the setting to a good story, I can appreciate it on so many different levels. I recognize the street names and the buildings described, I hear the character’s accents in my mind, I know how it smells when it’s about to snow. Mordecai Richler was a Montrealer and the city obviously held a special place in his heart, as all his books set on my wonderful island treat the city like a grand lady of a character, and her presence is felt vividly through the entire story.

This particular story is the fictional autobiography of Barney Panofsky, who is trying to clear his name from lingering suspicions of murder, by telling his version of his life. The problem is that he is, for many reasons, an unreliable narrator. His son’s posthumous footnotes and corrections pepper the book, and eventually, we come to understand why some things don’t quite add up in Barney’s fascinating and hilarious story. We go through his youth as a North American expat in Europe, his return to Montreal, his 3 tumultuous marriages (which separate the book into three parts, one for each wife), his relationships with his father, children and friends, and the murder mystery surrounding the death of his buddy Boogie.

Barney has an acerbic wit and a dark sense of humor and no one is safe from his barbs. He rants about everything, he drinks like a fish, has a strange envy of (and exasperation with) artists and a short temper. But the thing about Barney is that he wants to be a good guy. He knows he is flawed and he knows the people he loves deserve better than the way he is. But he is hardwired to be a jerk. He has the biggest heart while simultaneously being such a bastard. He is a curmudgeon, but he is also wonderfully lovable. Probably because he is so human and so loving. The strength with which Barney loves his wife and children is his ultimate redeeming quality, and I adore him for it.

The other characters are all as unique and well-crafted. The three wives are all so refreshingly different, troubled and unforgettable. You think of them in clear-cut stereotypes at the beginning: Clara the artist, the 2nd Mrs. Panofsky the controlling Jewish wife, and Miriam the perfect forgiving lady. And yet they are much more than meets the eye, their personalities changing Barney, bringing in turn the best and the worst out of him. His father is another great creation: tragic and hilarious, well-meaning and coarse. You see how the apple didn’t fall far from the tree with those two. And of course there is Boogie, the writer who sneers on everyone and everything, driven by a self-destructive and irreverent urge to try it all. The shadow of his mysterious death hangs over the whole book, and the ultimate twisted explanation made me blink, re-read the passage a few times and then laugh out loud for a solid 5 minutes. Richler pulled an amazing prank on me with the ending: what a clever, funny man.

There are definitely strong parallels between “Barney’s Version” and “Herzog” (I think they hint at it in the movie adaptation of “Barney’s Version”– which is awesome, by the way – as Miriam is seen reading Bellow on the train). They were both based on events that happened to their respective writers and the protagonists are serially married grumpy Jewish guys who need to write down what happened to them, what led them where they are now. I personally preferred Richler’s book. The structure is tighter, and while it is not always easy to follow, as Barney goes on weird tangents (that ultimately come together in the end), I have found myself wondering who was telling me the story in “Herzog”, because the narration tense switches around a lot; in “Barney’s Version”, I always knew who was telling me the story. I also have the favorable prejudice of knowing exactly why both the Francophone and Anglophone communities in Montreal drive Barney (and Richler) insane and share his annoyance with the never-ending linguistic bickering that constitutes a Montrealer’s life. Note to critics: he didn’t hate the French, he hated EVERYONE! I also get all of the local references, which gave the book another layer of charm for me (Go Habs, go!).

“Barney’s Version” made me laugh and cry – and it is one of those rare instances where the movie and the book are just as good as the other (I can’t see Barney as anyone else than Paul Giamatti now, and I believe he totally deserved the awards he got for his performance). It is easily one of my favorite books and I warmly recommend it to all, but especially to people living or visiting in my beautiful Montreal.
Profile Image for Pat.
421 reviews109 followers
December 10, 2014
"Io detesto quasi tutti quelli che conosco, ma nessuno quanto il molto disonorevole Barney Panofsky".
Ah, Barney... sotto quella corteccia spessa spessa ci sono tutte le debolezze, le tenerezze, le paure, le incertezze. E fai il cinico il sarcastico l'antipatico l'aggressivo. E nonostante tutto ci si affeziona a un tipaccio come te. Ci si infastifisce, ci si commuove, ci si arrabbia, ci si rattrista. E capisci che in fondo la vita è così.
Poi chiudi il libro e lo tieni fra le mani in silenzio.
Profile Image for Alan Teder.
2,358 reviews168 followers
June 19, 2022
Post-Quebexit Meta-shenanigans
Review of the Vintage Canada movie-tie-in edition (2010) of the Knopf Canada hardcover original (1997)

I picked up the Barney’s Version movie tie-in edition before the 2010 Toronto International Film Festival as I usually try to get in some of the related novel readings prior to their film version premieres. As it happened, I found the book’s first 10 or 20 pages so unappealing that I abandoned it and had no further interest in seeing the film either. Fast forward to February 2017 and looking over my unread shelves I decided to give it another try.

For the most part, it is still a pretty unappealing read unless you delight in unlikeable and unreliable narrators. Perhaps as I am approaching (already in?) my own curmudgeonly years I was better able to relate now and was able to push through.

The setup here is that fictional movie/tv producer Barney Panofsky (who shares some biographical elements with novelist Richler) is disparaged in a rival’s memoirs and sets out to write his own version of events. These are structured around three parts, sub-titled by his three wives’ names as: “Clara”, she-who-is-never-named “The Second Mrs. Panofsky” and “Miriam.” The additional metafiction is that one of his sons is editing the manuscript and is providing factual corrections in the footnotes, as well as an afterword (which contains a major plot-spoiler, so be forewarned if you decide to jump ahead).

Barney is unreliable as a narrator though as he uses the opportunity to vent his own grudges, express his sexual fantasies and because he is showing signs of senile dementia (which he doesn’t want to admit to). He sets himself mental challenges in the text such as trying to remember e.g. the name of the kitchen appliance with which you strain spaghetti, the names of the Seven Dwarves, etc. The “Clara” years centre around 1950’s Paris, France where Barney and his cronies were looking for their own “Lost Generation” experience 30-or-so years too late after Hemingway et al. The “Second Mrs. Panofsky” years centre more around the pursuit of wife No. 3 “Miriam” but also includes the setup for the central mystery where Barney is suspected, but never convicted, of the murder of a friend. It isn’t really until the “Miriam” years that you begin to have some empathy for Barney as he yearns for the lost love of his life as his mental powers diminish more rapidly.

I ended up enjoying Barney’s Version, but admit that the first 300 pages or so were still a bit of a chore.

Trivia and Links:
Barney's Version was adapted for the same-titled film (2010) directed by Richard J. Lewis and starring Paul Giamatti in the title role. A trailer can be viewed on YouTube here.

Barney’s Version is full of Quebeciana and Canadiana references esp. about hockey, as well as connections to Richler’s other novels. So the title characters from books such as The Apprenticeship of Duddy Kravitz and Solomon Gursky Was Here make cameo appearances.

Barney’s Version (1997) was written in the aftermath of the Quebec Separation Referendum (now they would have called it Quebexit) of October 30, 1995 which was won in a squeeker (50.58% to 49.42%) by the “Non” (i.e. “No to separation from Canada”) votes. Richler uses the opportunity to take a last swipe at “The Weasel” (Barney’s name in the text for Quebec Separatist Premier Jacques Parizeau) and Dollard Redux (Barney’s name for Canadian Federal Separatist Party leader Lucien Bouchard.)
Profile Image for Silvia Sirea.
152 reviews128 followers
August 1, 2017
Barney mi mancherà. Il viaggio nella sua vita dissoluta, non-solo-politicamente scorretta e disordinata sbalordisce e poi cattura, senza mollare un attimo la presa, fino alle ultime pagine.
La narrazione di Barney è tutto tranne che limpida e ordinata: rispecchia fedelmente la sua vita così fuori dall'ordinario e all'inizio è difficile riuscire a stargli dietro. Aneddoti, ricordi e digressioni temporali continue si susseguono senza un alcun ordine preciso.

Barney decide di dividere il racconto della sua vita in tre parti, ognuna delle quali porta come titolo il nome delle tre mogli: Clara, Seconda Signora Panofsky e Miriam. Quello che vuole fare è dare la sua versione dei fatti rispetto ad un avvenimento accaduto molti anni prima, quando il protagonista viene accusato di omicidio - poi assolto per insufficienza di prove in quanto il presunto cadavere del suo amico Boogie non viene ritrovato - ma, in realtà, scrivendo vuole cercare di dare un ordine al caos che ha da sempre caratterizzato la sua esistenza.
Miriam, la sua terza moglie, è l'unico vero amore della sua vita e, per tutto il romanzo, non fa che rimpiangere di averla persa a causa di una sua debolezza. Miriam è anche la madre dei suoi tre figli, che, in fondo, Barney ama più di se stesso.

Cinico, irriverente e divertente, La versione di Barney è un romanzo travolgente con risvolti tragicomici. La parte iniziale potrebbe risultare un po' ostica perché ci si ritrova catapultati nel bel mezzo della vita di quest'uomo e non si riesce a star dietro per filo e per segno a tutto quello di cui scrive e ad ogni personaggio che presenta, o meglio, che butta lì sulle pagine. Poi però la matassa inizia a sbrogliarsi e nel caos della vita di Barney si riesce a trovare un ordine apparente che permette di cogliere anche i riferimenti più sottili - e quanti ce ne sono!
E' un romanzo che cresce: la titubanza iniziale viene, nel corso della lettura, inevitabilmente spazzata via. Sono persino riuscita ad affezionarmi a Barney, nonostante sia una di quelle persone che eviterei volentieri di incontrare nella vita reale. E poi c'è quel finale che diventa quasi impalpabile, ma che, con la sua delicatezza, mi ha definitivamente conquistato.

"Salto di pala in frasca, lo so. Ma il fatto è che mi trovo qui alla scrivania, con poco tempo davanti, la vescica costretta agli straordinari dalla prostata in fiamme, la sciatica che non mi dà pace, e un enfisema incombente. Così, cercando di calcolare a spanne quando dovrò mettere la seconda anca di plastica, scarto un Montecristo Numero Due, mi tengo vicina una bottiglia di Macallan, e cerco di mettere un po' d'ordine nella mia vita buttandola tutta all'aria."

4.5 stelline
Profile Image for Xenja.
653 reviews72 followers
January 24, 2020
Romanzo senz'altro da leggere: intelligente, arguto, cinico.
Barney, a modo suo, è un eroe; ed è circondato per tutta la vita da una banda di maligni, ipocriti e scrocconi, non ultima l'adorata moglie che lo pianta in asso dopo trent'anni di felicissimo matrimonio per mettersi con un giovane imbecille qualunque.
Fa ridere, e tuttavia è amaro.
Profile Image for zumurruddu.
133 reviews136 followers
August 10, 2017


La partenza è un po’ in salita, in questo romanzo, per lo stile narrativo insolito: il tempo che ballonzola qua e là, i riferimenti che si incrociano e si confondono, conditi da qualche termine yiddish (tranquilli, c’è un glossario in calce), nomi di squadre e giocatori di hockey canadesi, e molto altro ancora.
Ma poi la narrazione prende ritmo e diventa difficile staccarsi dalle pagine, ci si ritrova in una storia davvero coinvolgente, esilarante (la seconda signora Panofsky mi ha fatto letteralmente rovesciare dalla sedia), commovente.
Davvero un grande personaggio Barney Panofsky. Donnaiolo, ubriacone e provocatore, ma con una capacità unica di raccontarsi senza veli, e anche senza autoindulgenza o autocompiacimento. Le sue debolezze sono quelle di tutti noi.
E la sua vitalità e il suo umorismo irriverenti, politicamente scorretti e fuori dalle convenzioni - dove brillano un’umanità e un’intelligenza rari - mi mancheranno. Spero di ricordarli a lungo, e che Barney, tra un sorso di Macallan e un tiro a uno dei suoi Montecristo, mi faccia compagnia ancora per un po’.
Profile Image for Jacopo Milani.
21 reviews9 followers
August 27, 2018
Barney è un personaggio incredibile. Di lui non si può certo dire che fosse un santo, né un ottimo marito o un padre esemplare. Eppure, leggendo il suo memoir, inevitabilmente ci affezioniamo a lui. Tramite i suoi scritti, veniamo a conoscenza della sua vita, dei suoi tre matrimoni, dei suoi figli, dei suoi amici, dei suoi nemici e di un’accusa di omicidio. Barney, infatti, sin dall’inizio vuole raccontare soprattutto questa vicenda, ma sembra esserne intimorito, perciò ricorre a infinite digressioni e aneddoti tratti dalla sua vita. Alla fine, anche grazie a queste continue deviazioni, riusciamo a comprendere ogni singolo personaggio. Nessuno di loro, infatti, rimane piatto o incompiuto.
La versione di Barney è un romanzo scorrevole, ma solo dopo qualche decina di pagine ci si abitua al ritmo del narratore. Tranquilli però: ad un certo punto, senza neanche rendervene conto, lo amerete, e amerete Barney come si ama un padre, un nonno, un amico.
Profile Image for Ottavia.
188 reviews46 followers
July 7, 2015
Mi sento un po' la pecora nera, per quanto riguarda questo libro. Sono anni che mi si dice di leggerlo, ho ricordi nettissimi di mio padre a sghignazzare la sera leggendolo, e mia sorella subito dopo. E a me invece non è piaciuto, non molto perlomeno. Non l'ho trovato così divertente e le continue digressioni, il racconto degli aneddoti, mi hanno appesantito la lettura. Non che il mio giudizio sia solo negativo, ho apprezzato Miriam, come tutti, e superato l'impatto iniziale pure Barney, ma tutto sommato è stata una lettura così così, che non mi ha lasciato molto.
Profile Image for Patrick44.
100 reviews2 followers
August 13, 2015
Awful
Boring
Trying too hard to be funny and not succeeding.
Too much name dropping.
I am 70 and still too young to appreciate his writing style.
Didn't get past page 10. Life's too short to struggle to like
a book just because it is judged by others to be very good.

Displaying 1 - 30 of 946 reviews

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