Rinnovare un contratto a 39 anni è già un gran colpo nel mondo del basket, ma se ti chiami LeBron James non solo puoi permettertelo, bensì farlo anche a cifre astronomiche.

È di questi giorni, infatti, la notizia che il giocatore ha rinnovato con i Los Angeles Lakers: 104 milioni di dollari per due anni, il massimo salariale consentito.

Giusto per capire, Michael Jordan nella sua intera carriera (esclusi gli sponsor) ne ha portati a casa 94. È vero, che passano gli anni, ma non tanto da giustificare una simile sproporzione. Insomma per il numero 23 dei gialloviola è davvero un “last dance” in NBA con i fiocchi.

I dettagli del supercontratto: ecco quanto guadagna LeBron James e come

L’ala di Ohio era free agent, ma era scontato che avrebbe proseguito la sua carriera solamente con i Los Angeles Lakers. Era solo da capire a quali cifre. Si era anche parlato della sua disponibilità a concedere uno sconto alla società per lasciare spazio nel salary cup e ingaggiare un’altra star per rinforzare la squadra, ma così non è stato.

I Lakers non hanno raggiunto gli obiettivi di mercato che si erano prefissati e a quel punto niente sconto. Una volta messo nero su bianco numeri e firma, vediamo di capire quali sono gli impegni presi dalle due parti. Il secondo anno di contratto prevede che LeBron possa uscirne a sua discrezione e tornare free agent (clausola “player option”) senza motivarne la causa, mentre è escluso che la franchigia californiana possa scambiarlo sul mercato senza il suo consenso.

Negli Stati Uniti gli atleti sono davvero di proprietà delle società e non possono rifiutare eventuali trasferimenti decisi dalle franchigie. Al momento l’unico ad avere in NBA la “no trade clause” era il giocatore dei Phoenix Suns Bradley Beal. Da oggi non più: per il più grande marcatore di tutti i tempi era impossibile non fare questa eccezione. Peraltro per LeBron non è la prima volta, visto che nel 2016 l’aveva inserita anche quando rinnovò con i Cleveland Cavaliers.

LeBron James giocherà con il figlio Bronny

Nonostante gli scarsi risultati ottenuti negli ultimi anni dai Lakers (dopo il titolo del 2020, ci sono state solo delusioni con l’esclusione al primo turno dei playoff nella stagione appena conclusa) LeBron ha scelto di affrontare la sua 22esima annata indossando ancora la maglia gialloviola e chiudere la carriera a Los Angeles.

La sua decisione però non è solo dettata da una questione economica che ha di certo il suo peso (ma cifre molto simili le avrebbe portate a casa anche altrove) bensì anche di cuore. Potrà infatti coronare un suo grande sogno, quello di giocare da professionista con il figlio Bronny. Nei giorni scorsi, infatti, la scelta numero 55 del draft della franchigia californiana è ricaduta proprio sul diciannovenne figlio di LeBron.

Neanche un anno fa Bronny ebbe un arresto cardiaco. Nessuno in quei giorni avrebbe immaginato di rivederlo in campo, invece non solo giocherà da professionista ma entrerà nella storia perché nessun padre e figlio prima d’ora hanno mai calcato insieme un parquet in NBA.

In Italia una situazione analoga si è verificata con la dinastia dei Meneghin, in questo caso però non con la stessa maglia. Il padre Dino giocava a Trieste mentre il figlio Andrea a Varese. La prima volta che si sfidarono, proprio a Varese, ci fu un applauso pre partita che durò parecchi minuti.