La porta a vetri, sontuoso limite, si apre automatica a libro indovinando il passaggio tra il dentro e il fuori dell'Amara Hotel, resort luxury progettato per avere nove piani, due sotto il livello della hall all'ingresso, e il nono con super suite con accesso all'attico e piscina personale che più che a sfioro col mare lo è col cielo, il Monte Olimpo all'orizzonte tanto per ricordare a chi ci soggiorna una certa comunanza con gli dèi.
Sovviene subito la frase che rese celebre Easton Ellis ai tempi di Glamorama, solo che qui se ne percepisce una verità uguale ma contraria: se il mondo è bello sei più bello anche tu, pare suggerire l'intera struttura, con le sue 207 camere tutte democraticamente affacciate sul mare. Certo per accedervi non si dovrà proprio essere parte di una élite ma poco ci manca se non si sposa la filosofia vacanziera dello sloveno di scuola hegeliana Slavoj Žižek, il quale preferisce un paio di settimane all'anno nel lusso sfrenato del sette stelle di Dubai a una somma di meno dispendiosi soggiorni: il luxury in fondo a piccole dosi è alla portata di molti e come esperienza può essere più istruttiva e appagante, anche spiritualmente, di certi mortificanti ritiri penitenziali alla ricerca di presunti sé, che se non trovi da solo nella tua cameretta perché mai in capo al mondo. Più belli si appare a se stessi, essendo dal bello circondati, e pure verrebbe da dire di umore migliore perché per le misteriose ragioni dei neuroni specchio forse ne risplendiamo di luce infusa. Pure chi vi lavora, all'Amara, pare circonfuso di interiore soddisfazione, e hai voglia a pensare che segua solo le istruzioni di un preciso briefing, pure nei fast food e nei supermercati ti vorrebbero sorridenti ma con evidenti scarsi risultati.
Comunque, come tutti sanno bene, al lusso ci si abitua con facilità, basta essere saliti una volta su una fuoriserie o aver fatto un volo in first class. Casomai l'impaccio si rivela nei dettagli, trovando chiuso il cancelletto di legno che separa la zona swimming pool dalla spiaggia, poco dopo l'alba, desideroso di non sprecare le ore luxury nelle braccia di Orfeo e quindi uscendo fuori dai ritmi dettati dal resort (il breakfast luculliano va in scena dalle 7,30) mi decido a scavalcare per essere subito bonariamente ripreso dal giardiniere già all'opera tra begonie, orchidee e piante grasse, stupito che invece che strusciare semplicemente la carta magnetica della camera, non sapendolo io abbia optato per la soluzione più faticosa.
L'Amara Hotel a Limassol, magica sinergia
Siamo a Cipro a ogni modo. Precisamente nella costa sud-est, ad Agia Tychon, nei pressi della città di Limassol che i più bravi direbbero in rapida espansione (più avanti ci passerò in ricognizione). Non una zona particolarmente conosciuta agli italiani, se come dalle brevi chiacchiere che faccio per mestiere all'arrivo e soprattutto alla partenza dal caotico aeroporto di Larnaca vengo edotto che la parte più frequentata - e annoto con soddisfazione - è quella più a est ancora, nei paraggi di Agia Napa, laddove - mi dicono, entusiasti dei soldi spesi bene - si trovano mare in purezza e spiagge organizzate (un plus a sentir loro) e prezzi decisamente economici se un ombrellone e una sdraio costano euro 2,50 cadauno e, dalle foto che mi mostrano, posizionati pure a distanze umane l'uno dall'altro (la gestione è comunale e per questo i prezzi calmierati). Pure affittare un'auto è decisamente a buon mercato, un centinaio di euro o poco più per una settimana, il tempo medio di soggiorno a Cipro.
Negli hotel che visito, oltre all'Amara, il familiare Mediterranean Beach con atmosfera romagnola che presto contrarrà il nome in un più incisivo MedBeach, sempre a Limassol, e l'Elysium Deluxe che pare un castello dei Templari con accenti arabeggianti più verso Pafos, i direttori mi dicono che il tempo medio di soggiorno si attesta sulle tre notti. E a giudicare dalla clientela paiono in stragrande maggioranza britannici, con classica abbronzatura a gamberone portata con disinvolta noncuranza. Il tabellone dei voli con destinazioni nelle maggiori città UK non farà che confermare questa supposizione.
All'Amara invece la clientela appare da subito internazionale, ed equamente distribuita tra coppie, famiglie e gruppi di amici immediatamente riconoscibili in quanto frequentatori assidui dell'area che dalla piscina sfuma nel mare prospiciente, tra giardini piantumati con Araucaria cilena, olivi, palme e cedri del Libano, in una mixology floreale tra l'esotico tropicale e il mediterraneo. Gatti e gattini in grande numero per la gioia delle creator di Instagram, pronti a prendere il posto degli umani quando lasciato libero sui lettini matrimoniali (indizio che qua si venga in coppia, di qualunque genere sia, e in effetti di spazi deputati all'incontro d'avventura non ce n'è molti, per chi non è pratico di app per il dating). D'altronde l'offerta qui non si limita certo al culto dell'abbronzatura, e se la spa è immensa e la TechnoGym la fa da padrona nel piano interrato dove si trova anche una piscina coperta, è facile espandere il bipolarismo oltre che tra patiti della pool e della spiaggia, anche alle antinomie tra fissati del jogging sul lungomare e runner da tapis roulant, amanti del massaggio vs sport acquatici, gourmand contro shopaholic: scuole di pensiero vacanziero contrapposte ma non così rigide da non contemplare il pensiero opposto. Il relax alla fine è la livella che tutti accomuna sotto il cappello di paglia del bon vivant.
Alla fine, il programma è facile da stilare e si tenta di fare tutto, compito arduo se si pensa che la maggior parte del tempo la si passerà gambe sotto il tavolo nei favolosi ristoranti di livello, davvero per tutti i gusti: dal Locatelli al Nerea, dal Beefbar in salsa milanese al giapponese Nobu Matsuhisa.
L'unico rischio è quello di non riuscire più a lasciare la stanza, tanta è la spaziosa armonia degli arredi, e spiaggiarsi in camera, tra il letto e la sala da bagno, con solo qualche rapida puntata al terrazzino per vedere di sotto la gente che c'è. Una magica sinergia tra tecnologia, artigianalità e design - linea guida del Rockwell Group - fonde progettualità d'avanguardia, oggetti realizzati a mano, effetti speciali e accessori creati su misura in progetti interdisciplinari, volti a soddisfare occhio e spirito, in uno scambio continuo - ben esemplificato dalla porta dell'Amara Hotel - tra architettura d'interni e materiali che riflettono la bellezza di Cipro.
A Limassol, tra locali notturni, spiagge selvagge e cantine di vini
A fatica quindi ci si lascia portare fuori dall'enclave paradisiaca per farsi un'idea del mondo attorno. Limassol, dicevo, è il centro di riferimento. Quello che appena si scorge spiando dalle tende sulle finestre moresche dell'Amara, sul retro dell'hotel. Una città dal fascino decisamente mediorientale, cresciuta per accumulo orizzontale per venti chilometri sul mare con punte di grattacieli altissimi dalle forme più disparate, quasi una palestra per architetti in vena di esercizi liberi da regole urbanistiche. Così, l'Empire State Building perde le sue forme déco nella rilettura cubista e si procede con ardite composizioni a spazi e pesi contrapposti fino a intravedere dall'alto di Omodos, un villaggetto a pochi chilometri dalla costa, ridipinto per turisti da crociera in vena di escursioni a caccia dell'autentico (ma l'interno di Cipro è uno scrigno tutto da scoprire per chi ha la voglia di allontanarsi dal mare anche solo alla ricerca delle chiesette affrescate, dei merletti tradizionali o per una degustazione di vini locali: dal fresco Xinisteri al dolcissimo Commandaria), il gigantesco casinò che pare la versione premium delle Vele di Scampia in salsa Las Vegas: City of Dreams Mediterranean, il nome, a struttura piramidale, vi diranno, ma si sa che quando si sogna in grande pure la geometria si piega agli interessi del marketing, più un trapezio isoscele a voler essere puntigliosi realisti.
Quando il cielo si scolora, se mai si fosse stufi del privé dell'Amara, tra il Secret Garden e lo Sky bar sul rooftop dove pure il Margarita Spicy è più messicano che in Baja California, si può azzardare una breve escursione per una cena pieds dans l'eau al ristorante dell'acciottolata e selvatica Kourion Beach oppure un giro tra i tanti locali più diciamo friendly style della chiassosa Limassol, nella zona del mercato centrale più che sul lungomare, per una birretta Keo o Leon.
E se Cipro fosse davvero la terra dei paradossi…
Molto gettonato pare il Paradox Museum, con più di cinquanta attrazioni, per grandi e piccini come si dice ancora, dove aspettarsi l'inaspettato, un vero paradosso se si considera quanto si rimanga già sorpresi da Cipro, dove la cucina si rivela una fusion tra ricchi piattini d'ispirazione libanese e sostanza greca, ma ti può apparire magicamente uno tzaziki di pesce o un burger di manzo kobe, e le esperienze immersive insolite, le illusioni ottiche e gli scenari sorprendenti sono all'ordine del giorno sparsi come il seme di Urano che a Petra tou Romiou, a breve distanza dall'abitato di Pissouri, dalla schiuma delle onde qui generò Afrodite e allora anche una roccia può evocare Botticelli e Andy Wharol.
A Pafos, tra i mosaici del Parco archeologico, con quelle figure umane solo apparentemente goffe e caricaturali, più vicine a Goya che alla muscolare possanza michelangiolesca di Piazza Armerina, nella Casa di Dioniso, le quattro stagioni raffigurate con teste differenti ricordano con uguale forza quanto Cipro sia meta adatta per clima, bellezza e suggestioni per tutto l'anno. Quelli che hanno cuor di leone potrebbero allora nello stesso giorno sciare sulla neve dei monti Troodos e poi giù sul mare. O semplicemente pettinarsi per una foto patinata e aspettare come dèi in posa plastica a bordo piscina la fine del mondo. In eterno, dall'antica parola greca amarantos, all'Amara Hotel.