One Day in Bangkok: cosa vedere e fare in un giorno

Mini-guida delle cose assolutamente normali, molto classiche ma decisamente non trascurabili da fare in una giornata in città. Ovvero 6 consigli per passare 24 ore lucenti, coloniali, lussuose, culturali e assolutamente perfette
Bangkok in un giorno cosa vedere e fare in un giorno

Bangkok è come un essere mitologico: affascinante ma complessa. Tanto più bella quanto piena di brutture, di smog, di un traffico così assassino che viaggiando su un tuk tuk schiacciato dalle auto in coda sembra di non poter respirare, di prostitute, di chi le cerca, di locali malandati, di expat fuggiti da ogni dove. Ma anche per tutto questo Bangkok è viva, un organismo in perenne trasformazione. E la sua atmosfera, quando noi turisti ci sbarchiamo per qualche giorno, diretti alle isole, nella jungla, al nord, di passaggio verso un luogo ancora più a est, è di quelle che ne basta un solo respiro per sentirsi un po' più esperti, un po' più viaggiatori.

Qui trovate una mini-guida per vivere Bangokok in un giorno. Per carpirla in una serie di immagini lucenti, da collezionare nell'arco di 24 ore (o se volete qualcosa in più) e poi ripartire carichi di mondo. Questa che segue è una Bangkok speciale, sospesa nel passato, e se temete di non capirne il presente sappiate che la città vera, quella della vita quotidiana, si farà sentire, entrerà a forza in qualsiasi programma possiate fare e si farà respirare a piene boccate.

1. Dormire al «The Oriental Hotel»

Ci vuole un impegno economico, ma basta anche una notte per entrare nella storia di Bangkok. Quando l'ora Mandarin Oriental Bangok aprì sul fiume Chao Phraya era il «The Oriental Hotel», la summa dell'eleganza coloniale. Nacque a fine Ottocento, come una piccola pensione sul fiume Chao Phraya, che commercianti, ufficiali, viaggiatori, personaggi di ogni genere raggiungevano navigando lungo il fiume. Ma fu il danese Hans Niels Andersen, che la rilevò e la trasformò nell'indirizzo dove era scontato fermarsi se si apparteneva ad un certo mondo. Era per ricchi, ma non solo: era per i viaggiatori. Appena arrivata sono andata subito nell'ala antica, la cosiddetta Authors' Wing, l'antico edificio del XIX secolo dove c'è ancora la biblioteca con i libri dei tanti scrittori che passarono di qui. E le loro foto.

Joseph Conrad, Graham Green, John Le Carré. Anche Somerset Maugham (che per l'esattezza, in hotel rischiò di morire di malaria, forse proprio dove ho dormito io). Sto leggendo un suo romanzo, lo lascio in camera aperto con il dorso all'insù e quando rientro lo trovo sul comodino, chiuso, con un segnalibro dell'hotel alla pagina dove ero arrivata. È una di quelle attenzioni che fanno di un hotel un cinque stelle lusso, e ti rendono subito simpatico il posto, come il fiore sul cuscino con un augurio al sonno che trovo tutte le notti, e la frutta fresca in camera.

Ma il Mandarin Oriental vale (e costa) proprio per questo, per il servizio, la hall grandiosa ed elegante, con una vetrata che guarda il giardino carico dell'aria calda di Bangkok, e anche perché è un'oasi fuori dal rumore, perché si affaccia sul fiume e dalla tua camera puoi restare a guardare ore il passaggio continuo delle barche. E capire la città così. All'interno dell'hotel ci sono alcuni dei ristoranti migliori di Bangkok. Il Le Normandie e il suo chef, Alain Roux 1 stella Michelin per la cucina francese contemporanea e per l'ambiente (ha tra i clienti la famiglia reale), ma anche la cucina cantonese del The Chine House in un set che ricostruische la Shanghai del 1930 è meravigliosa (oltre a un eccelso ristoranti di cucina Kaiseki, ristoranti thailandesi, e anche italiano). C'è la spa (perfetta) in un edificio immerso in un giardino dall'altra parte del fiume che si raggiunge con una barca privata. E poi c'è il Bamboo Bar, che è, per forza, la seconda tappa.

2. Bere un cocktail al BAMBOO BAR

Come dice Lawrence Osborne, il geniale scrittore di viaggi che da anni vive a Bangkok, è il bar più turistico e il più coloniale (e quindi chic) in città. Ma è perfetto, perché è esattamente quello che vorresti trovare, quello che una parte della tua mente si immaginava esistesse.

Non si può andare con i sandali, o con i pantaloni corti, ma si deve avere un certo stile. Solo così, in fondo, ci si sente perfettamente nella parte e si può ordinare un cocktail, preparato alla perfezione dal barman (il Thai Noon, per esempio, con vodka, ginger, lemongrass, lemon juice e un tocco di cocco) e sorseggiarlo al bancone, mangiando okra fritta e qualche nocciolina. Se avete la fortuna di capitarci la domenica sera c'è un trio jazz che suona fino a mezzanotte.

3. Navigare sul fiume Chao Phraya

Sarà il fiume a condurre la vostra giornata ideale a Bangkok. Il Chao Phraya ha il colore del fango, e il cielo sulla città a volte ne prende i riflessi. È ancora oggi l'arteria principale, congestionata da barche di ogni tipo, tradizionali, in legno scassate, taxi, zattere, carghi.

the Tourism and travel in Bangkok by the Chao Phraya Express Boat.

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Prendete il Chao Phraya Express che ha una fermata proprio di fronte al Mandarin Oriental (ovviamente) e vi porterà nei luoghi classici e magnifici della città. Ma godetevi il viaggio: una delle componenti del nostro One Day in Bangkok è proprio il fiume, per guardarsi in giro sotto il sole caldo mentre si naviga, tra le palafitte in legno che si affacciano sulle rive, i palazzi fatiscenti, le strade, le banchine, i mercati dove si svolge una vita operosa come quella di un formicaio. Per riempirsi di colori che raccontano il caldo, l'afa, la storia, il luogo. Scendete a Tha Chang e continuate con il punto 4.

Wat phra kaew and sunset in bangkok city, Bangkok, Thailand, Asiaanekoho - stock.adobe.com

4. Il Palazzo Reale, il Buddha di Smeraldo e Wat Pho

Sono questi i luoghi monumentali di Bangkok. Non sono particolarmente antichi: il complesso del Palazzo Reale e di Wat Phra Kaew (il tempio del Buddha di Smeraldo) fu consacrato nel 1782 per celebrare la nuova capitale, Bangkok, e ne divenne il suo simbolo. È una distesa di 95 ettari coperti da cupole dorate, pagode, statue, giardini. Un colpo d'occhio sfavillante, con oltre 100 edifici. Non è necessario sapere tutto e vedere tutto, è bello aggirarsi per le pagode decorate con smalti e oro, per farsi l'occhio sull'estetica locale.

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I luoghi immancabili della visita? Il piccolo Buddha di Smeraldo vestito d'oro come se fosse un piccolo Gesù Bambino in una chiesa barocca e il grande Buddha sdraiato, nel tempio attiguo, Wat Pho: 46 metri di lunghezza e un sorriso che ci ricorda che il Nirvana esiste. Non sono luoghi dove si percepisce la devozione e il misticismo, ma sono porte per entrare in contatto con la città, la gente che prega, le guide, i venditori di bancarelle subito fuori che cuociono senza trequa spiedini di carne gocciolanti d'unto (basta non chiedersi dove siano stati tenuti prima di comparire sulla griglia).

Reclining Buddha of Wat Po. Wat Po is a Buddhist temple complex in the Phra Nakhon District, Bangkok, Thailand.Nuwan Ganganath


5. Wat Arun

Lo avete visto al di là dal fiume e già la sua cupola ha attirato la vostra attenzione, ma è solo visto da vicino che questo tempio da il meglio di sé. Per due aspetti soprattutto. Ma prima: per arrivarci scendete al molo Tha Chang e attraversate il fiume, salendo su quella che non è una barca ma una zattera a motore e che fa avanti e indietro per pochi bath.

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Wat Arun è una cupola decorata da mosaici che sembrano fatti da piccole forme di smalto. Se li guardate più attentamente capirete che non sono altri che pezzi di porcellana, piatti rotti, pezzi di tazzine e vasi sbeccati. In pratica le cineserie di un tempo, le vecchie porcellane che le navi provenienti dalla Cina usavano come zavorra, riutilizzate in forma d'arte. Arte con «materiale di recupero». Il Prang, la torre in stile khmer è alta 82 metri e ci si può salire quasi in cima. Ma solo i coraggiosi arrivano in cima perché per salire al primo e poi al secondo livello dovrete affrontare due rampe di scale che probabilmente sono le più ripide che esistano al mondo. Sembrano salire in verticale, più ardite anche di quelle di Chichen Itza e di quelle delle case olandesi. Ma è minimo sforzo richiesto per raggiungere la beatitudine. Perché il tempio è un simbolo, e l'ultimo piano è il «paradiso», si deve quindi sopportare qualche fatica per raggiungerlo. Io alla fine decido di non salire fino in cima. Temo che alla fine non riuscirei più a scendere (che in questi casi è sempre più difficile che salire) e forse sarei beata ma morta in anticipo e pure per un eccesso di presunzione.

Wat Arun Temple in Bangkok Thailand. Decor elements Wat Arun is among best known of Thailand landmarks. Temple of Dawn famous tourist destination in Bangkokumike_foto - stock.adobe.com

6. Godersi il tramonto nel parco di Wat Arun

Per chiudere la giornata perfetta, quella da quadro senza macchia c'è il tramonto glorioso su templi e fiumi. Da qui in poi, inizia la scoperta della vostra personalissima Bangkok. Io avrei continuato a cena, fidandomi dei miei colleghi e della bravura degli chef in città (Secondo la 50 Best sono questi), ma Bangkok, è un vero hub, il luogo di passaggio di tutti, di tutte le cucine, la porta dell'Oriente. Le si dedica sempre troppo poco tempo, un aereo sta sempre partendo, ma basta anche un giorno da ricordare come quello di un piccolo colpo di fulmine.

Beautiful view of Wat Arun Temple at sunset in Bangkok, Thailandtonefotografia - stock.adobe.com