Il Culturista. Pino Pascali, l'artista prodigio che sapeva giocare

Scomparso nel 1968, a soli 32 anni, lo scultore è riuscito in poco tempo a conquistare l'arte italiana. È esposto alla Fondazione Prada di Milano, con le sue opere che hanno resistito al tempo mantenendo il suo humour
Il Culturista. Pino Pascali l'artista prodigio che sapeva giocare
Roberto Marossi

Questo articolo su Pino Pascali è pubblicato sul numero 24-25 di Vanity Fair in edicola fino al 18 giugno 2024.

Anche la storia dell’arte contemporanea ha il suo 11 settembre, meno catastrofico di quello americano ma comunque tragico.

È il 1968 quando in un incidente in moto a Roma muore a soli 32 anni Pino Pascali, scultore prodigio (Milano, Fondazione Prada, fino al 23/9). Bello, sexy, geniale e simpatico, in soli tre anni di carriera dalla prima mostra, nel 1965, alla galleria romana La Tartaruga, fino alla sua morte, conquista il mondo dell’arte italiana e ancora oggi la freschezza del suo lavoro non ha perso la sua attualità.

Anche se più vecchio di cinque anni, il suo carisma lo fa entrare di diritto nel club dei «27 anni», con Kurt Cobain, Amy Winehouse, Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Jean Michel Basquiat, artisti che giovanissimi hanno avuto un’influenza eccezionale sulla cultura del loro tempo e in quelle future.

Pascali aveva lavorato come illustratore e scenografo per le pubblicità di Carosello e aveva disegnato i costumi per i balletti delle mitiche gemelle Kessler. Dal mondo della tv si porta dietro lo spirito leggero e l’humour: i suoi animali decapitati, le armi finte, i ponti sospesi, fatti con la lana di acciaio che si usava per pulire le pentole, l’arte di Pascali ha un pregio che gli artisti di oggi non hanno più, la capacità di essere gioco, non regola o strategia.

Sulle opere di questo artista, che sembrava uscito o pronto per un film di Pasolini, non sembra essersi accumulata la polvere del tempo. Pascali se n’è andato sicuramente troppo presto. In tre anni ha fatto però tutto quello che poteva fare e al meglio.

Allegro, come dopo una pubblicità di Carosello, è andato a fare la nanna, lasciando a noi un po’ dei suoi balocchi e qualche sogno.

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