Votare per gli animali alle Elezione Europee: i partiti e i candidati che li rappresentano di più

Le principali associazioni animaliste hanno stilato il programma «Anche gli animali votano!» da sottoporre ai vari partiti europei a tutela dei diritti animali. Ecco chi ha aderito e cosa pensano i diversi partiti sull'ambiente
Cosa vota animali
Photographer: Dragoljub Nikolovski

Votare per gli animali alle Elezioni Europee 2024 si può. Gabbie negli allevamenti. Trasporti estenuanti diretti al macello. Sperimentazione animale. Caccia della fauna selvatica. Sono solo alcuni dei temi più dibattuti del periodo che vedono come protagonisti gli animali.

Alle Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno si può decidere anche su allevamenti e politiche agricole. Questo perché gli interessi economici che girano intorno alle produzioni intensive sono molti e condizionano le scelte dei politici. Lo ha mostrato molto bene il documentario di grandissimo successo Food for profit, della giornalista Giulia Innocenzi, che rende evidente questi giochi di potere sulla pelle degli animali e a danno della nostra salute.

Anche gli animali votano! è il claim della coalizione di associazioni animaliste coordinata da Eurogroup for Animals e in Italia da LAV, Animal Law Italia, CIWF Italia ed  Essere Animali, con l’adesione di Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, ENPA, LAC, Leidaa, LNDC Animal Protection, Save the Dogs.

Ai candidati dei vari partiti e coalizioni è stato sottoposto un programma in dieci punti finalizzato ad ottenere maggiori tutele animali in Europa. Qualora venissero eletti, i neodeputati s’impegneranno a portare avanti le richieste della campagna cui hanno aderito.

Giulia Innocenzi - Food for Profit
Il documentario, di successo inaspettato racconta le condizioni degli allevamenti intensivi, il pericolo per la salute e il coinvolgimento della politica. Siamo sicuri che vogliamo continuare a nutrirci così?

I 10 punti del manifesto Vote for Animals

1. Abolizione delle gabbie negli allevamenti

2. Riforma della legislazione europea sul benessere animale. «Chiediamo il sostegno a un’ambiziosa riforma della legislazione europea sul benessere animale con alti standard e specifici avanzamenti per tutte le specie terrestri negli allevamenti, che comprenda anche la fine della triturazione dei pulcini maschi, del debeccaggio delle galline ovaiole (ndr taglio della parte iniziale del becco delle galline praticato entro i primi 10 giorni di vita per ridurre le ferite che gli uccelli possano procurarsi tra di loro) e lo stop all’uso di razze geneticamente selezionate come quelle a rapido accrescimento utilizzate per i polli “da carne”. Inclusione dei pesci e degli invertebrati d’acqua nella normativa di tutela, divieto di introduzione dell’allevamento dei polpi. Rendere obbligatorio lo stordimento pre-macellazione per tutti gli animali, superando la deroga concessa per i casi di macellazione rituale (ndr secondo alcuni precetti religiosi l’animale deve essere cosciente quando viene macellato e deve morire dissanguato). Sostegno ai rifugi-santuari degli animali salvati, passando per il pieno riconoscimento giuridico di questi luoghi, tuttora equiparati nei fatti agli allevamenti».

3. Divieto di trasporto degli animali a lunga distanza per allevamento e macellazione

4. Transizione verso un’alimentazione vegetale

5. Revisione della Politica Agricola Comune e aiuti alla riconversione delle aziende zootecniche. «Adozione di opportuni strumenti legislativi ed economici per favorire in tempi rapidi la riconversione delle aziende zootecniche verso forme più sostenibili, partendo dall’eliminazione dell’uso delle gabbie e dalla riduzione del numero degli animali allevati».

6. Metodi sostitutivi della sperimentazione animale

7. Tutela degli animali selvatici e sostegno ai Centri di recupero della fauna

8. Divieto di produzione e commercio di pellicce animali

9. Lotta al randagismo e all’abbandono di cani e gatti

10. Istituzione di un Commissario europeo per il benessere degli animali.

Vitellini in un allevamento intensivo (Foto LAV).

Dove cercare i candidati aderenti

I candidati italiani che hanno sottoscritto il manifesto, per intero o in alcuni punti, sono ad oggi un centinaio. Puoi trovare la lista aggiornata qui cercando per circoscrizioni, partiti e punti sottoscritti.

I diritti degli animali nei programmi dei partiti (in ordine alfabetico)

Alleanza Verdi e Sinistra

L’ultimo punto del programma è dedicato all’Europa che protegge gli animali ed è articolato in diversi punti fra cui. «Eliminare gradualmente i finanziamenti all’allevamento intensivo, promuovendo la conversione dell’industria zootecnica, ridurre il numero degli animali allevati e promuovere diete più ricche di prodotti vegetali. Abolire le gabbie in allevamento e vietare il trasporto di animali non svezzati per finalità di allevamento e macellazione. Nominare un Commissario europeo per il benessere degli animali, per coordinare e supervisionare le politiche di benessere animale nell’UE. Riconoscere gli animali come esseri senzienti e spostare i finanziamenti dagli allevamenti industriali verso pratiche sostenibili che proteggano la biodiversità. Confermare lo status “estremamente protetto” per il lupo […]. Proibire la caccia e introdurre una stretta sul commercio e detenzione di animali esotici. Riconoscere i diritti degli animali domestici, passando in particolare dal concetto di “proprietà” a quello di “responsabilità” e rafforzando protezione e cura degli animali da compagnia. Adottare politiche europee per prevenire il randagismo e inasprire le pene per chi abbandona animali domestici. Proporre un’ambiziosa riforma della legislazione europea sul benessere animale Estendere a livello europeo il divieto di allevamento di animali per la pelliccia. Porre fine all’uso di animali in circhi e zoo e investire nello sviluppo di alternative etiche all’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica».

Azione con Calenda

Nel manifesto si parla di «riformare la Politica Agricola Comune con l’obiettivo di eliminare la burocrazia oneri per gli agricoltori e sostenere una produzione alimentare sostenibile nel rispetto biodiversità e benessere degli animali».

Forza Italia - Neo Moderati

La lista si propone di rivedere le proposte del Green Deal e di sostenere agricoltura e pesca. Nella nota dedicata al Diritto degli Animali si esprime l’intento d’inasprire le sanzioni per chi maltratta gli animali e si sottolineano i seguenti punti. «Migliorare le condizioni nei contesti di cattività. Implementare programmi educativi nelle scuole per insegnare il rispetto per gli animali. Lavorare per la conservazione degli habitat naturali e proteggere le specie in via di estinzione. Introduzione di regole più severe per il commercio di animali domestici e selvatici».

Fratelli d’Italia

Nel suo programma si menziona la revisione della politica agricola europea. «In Europa, ci siamo battuti e continueremo a batterci per valorizzare l’agricoltura e difendere il legame millenario tra terra, popolazione, allevamento e cibo, e per tutelare il lavoro e le eccellenze enogastronomiche italiane, patrimonio culturale e presidio dei territori. Rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori […] Rivedere la normativa sul “Ripristino della natura” per non penalizzare l’agricoltura e l’allevamento. Proseguire la battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici. Migliorare la disciplina sul benessere animale».

Lega

Sotto lo slogan Più Italia e Meno Europa il programma afferma: «Siamo decisi a cancellare gli obbiettivi irrealistici che sono stati assegnati al primo settore dalle norme del Green Deal». E ancora: «È importante continuare a difendere la possibilità di utilizzo degli strumenti di difesa in campo per combattere le patologie delle piante, così come la necessità di un quadro europeo aggiornato sulle consistenze della fauna selvatica, per inaugurare una stagione di misure di gestione più efficaci sul territorio». «Tutte le filiere agricole devono tornare ad avere piena leggitimità sgombrando il campo dalle campagne di demonizzazione».

Movimento 5 Stelle

Nel programma c’è un lungo capitolo articolato in diversi punti dedicato alla Tutela dei diritti degli animali che ha come introduzione: «L’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea stabilisce che bisogna tenere pienamente conto delle esigenze connesse al benessere degli animali, dal momento che sono esseri senzienti. […] l’attuale normativa europea ancora non garantisce concretamente un sistema idoneo alla protezione degli animali e al loro benessere. L’odierna legislazione risulta datata, derogatoria e vaga e non permette di applicare i minimi livelli di tutela garantiti. In diversi settori produttivi sono in uso prassi e comportamenti che sono fortemente distanti dal garantire agli animali una vita senza sofferenze e nel rispetto delle loro caratteristiche etologiche. La detenzione in gabbie che impediscono agli animali di muoversi, la pratica delle mutilazioni, dell’alimentazione forzata sono solo alcuni dei crudeli trattamenti subiti dagli animali, che provocano loro dolore e malessere».

Partito Democratico

Il manifesto elettorale dedica un capitolo Per la tutela degli animali. «Crediamo sia giunto il momento di investire sulla transizione ecologica del settore zootecnico con la rimodulazione della PAC e lavorando ad una riforma della legislazione europea sul benessere animale. […] Riteniamo necessario istituire una delega alla tutela degli animali presso il Commissario alla Salute e alla sicurezza alimentare. […] Alcune delle azioni che crediamo importante intraprendere, inoltre, riguardano il bando europeo degli allevamenti per la produzione e il commercio di pellicce animali, nonché il rafforzamento del benessere animale, anche nel trasporto a lunga distanza, col superamento di pratiche crudeli e cruente nell’allevamento intensivo. Occorre potenziare il supporto europeo alla lotta al randagismo, al bracconaggio, e all’intollerabile pratica di abbandono di animali da affezione».

Stati Uniti d’Europa

Nella lista che vede uniti, tra gli altri, Emma Bonino e Matteo Renzi si dedica un punto all’Europa sostenibile. «Attorno al cibo, all’agricoltura, alla pesca si giocano le principali sfide del nostro tempo. L’Europa ha bisogno di produrre di più, e in modo più efficiente, coniugando la sensibilità ambientale con quella economica e sociale. La nostra lista assume come parte integrante del proprio programma sulle questioni economiche le linee strategiche offerte dal Presidente Mario Draghi».

Quali sono i grandi temi del momento sul tavolo

Perché si discute tanto di allevamenti e lobby zootecniche in Europa? Lo abbiamo chiesto a Lorenza Bianchi, Responsabile area Transizione alimentare per LAV.

Quali sono i temi più caldi del momento in materia di tutela animale?

«Le politiche agricole e alimentari sono in questo momento al centro del dibattito in Europa e in Italia. E lo si è visto in diversi momenti in merito al Green Deal, ovvero il pacchetto di misure verdi (in materia lotta al cambiamento climatico, sostenibilità e tutela degli animali) che la commissione europea si era impegnata di rispettare nel 2019 e che dovevano essere decise in questo mandato. All’interno di queste misure rientravano anche le tutele degli animali, a cominciare da quelli degli allevamenti. Ma in questi 5 anni ci sono state molte discussioni e promesse purtroppo non mantenute dalle istituzioni europee sugli atti normativi. Si è solamente arrivati alla presentazione di una bozza di regolamento sul trasporto di animali vivi, molto lacunosa e insufficiente».

Cosa ha ostacolato la ratifica delle norme?

«Come in tutti gli scenari politici, così anche in Europa ci sono tante forze che si scontrano. E il terreno che riguarda le questioni agricole, allevamenti compresi, è particolarmente al centro di queste discussioni, con molta demagogia. Ci sono in gioco interessi politici, come abbiamo visto nel film Food for profit. La rappresentanza di questi gruppi a Bruxelles è molto potente e di conseguenza ha anche capacità d’influenzare le decisioni. In questo quadro, fatti come la guerra in Ucraina e le ripercussioni sull’approvvigionamento delle materie prime con aumento dei prezzi sono state prese come scuse per battute d’arresto del Green deal. Le pressioni dell’industria sono state molto forti e la tutela animale negli allevamenti è finita in fondo nonostante la raccolta firme dei cittadini europei nel 2021 per l’abolizione delle gabbie. Ci troviamo di fronte a un deficit di democrazia.

Abbiamo visto i trattori nelle strade che vedono l’Europa come il soggetto cattivo che adotta misure stringenti ostacolando le proprie attività. Ma i problemi sono altri rispetto alle politiche di greening, bensì una serie di storture come i prezzi troppo bassi imposti dalla grande distribuzione e i margini di guadagno troppo risicati per i produttori. Quindi, prima ancora della questione ambientale, ci sono delle misure strutturali che dovrebbero essere messe in atto. E in questo calderone rientrano le proteste che si canalizzano contro l’Europa: ma se facciamo attenzione in realtà riguardano anche associazioni di categoria».

Si può conciliare il «benessere» animale e l’industria zootecnica?

«Secondo noi non si può conciliare la tutela animale con questo modello produttivo zootecnico. Ci battiamo per migliori standard e tutele, ma parliamo anche di transizione verso un’alimentazione vegetale e di revisione della politica agricola comune europea verso la conversione delle aziende. Perché il primo passo è quello di avere regole più stringenti sui controlli e la tutela animale, ma ciò cui noi auspichiamo e che riteniamo possibile è una transizione alimentare verso un altro modello alimentare. All’interno del sistema, infatti, non è possibile garantire una vita di benessere a tutti gli animali coinvolti. Centinaia di milioni di animali macellati solo in Italia considerati alla stregua di prodotti e oggetti duranti la loro vita con pratiche crudeli che sono legali. Con adeguati modelli di formazione, aggiornamento e incentivi si può favorire una transizione graduale e accompagnata delle aziende. In fondo, è fisiologico che le attività cambino, come in tutte le rivoluzioni culturali e industriali, e non per questo le persone rimarranno senza lavoro. C’è anche il tema dell’agricoltura cellulare che potrebbe rappresentare il futuro delle produzioni da animali, senza però allevamenti di miliardi di animali e macellazioni. In Olanda si stanno già studiando collaborazioni tra allevatori e centri di ricerca, mentre in Italia abbiamo la legge Lollobrigida che ha vietato produzione, commercio e importazione della carne coltivata».

In che modo la tutela degli animali riguarda anche la nostra salute?

«L’Oms definisce l’antibiotico resistenza una pandemia silenziosa, che causa 35.000 morti ogni anno solo in Europa. E l’Italia ne ha il triste primato. Dagli studi scientifici si è visto come questo fenomeno sia dovuto anche all’abuso di antibiotici negli allevamenti anche come profilassi preventiva. L’altra questione è l’influenza aviaria che negli ultimi anni si è presentata ciclicamente in modo furioso negli allevamenti avicoli. Un virus letale per gli animali e molto pericoloso anche per gli uomini che porta a una mortalità del 55% circa, maggiore del Covid. Negli Stati Uniti di recente sono state contagiate delle mucche: è la prima volta che dei mammiferi vengono contagiati dall’aviaria. Anche i reflui e i liquami, proporzionati ai numeri degli animali tenuti negli stabilimenti, inquinano i terreni e la falde acquifere con grande quantità di ammoniaca rilasciata, precursore del particolato e quindi delle polveri sottili responsabili dell’inquinamento dannoso per la salute umana. Anche l’Ispra sottolinea come all’interno delle emissioni inquinanti delle produzioni agricole, circa l’80% dipenda dagli allevamenti».

Allevamento intensivo di polli (Foto di LAV).