Londra, quando vivere in un cassonetto non è l’opzione peggiore

La storia dell’artista britannico Harrison Marshall che, stanco degli affitti stellari di Londra si è trasferito in una skip house a Bermondsey
Londra quando vivere in un cassonetto non è lopzione peggiore

Riuscireste mai a vivere in un cassonetto per rifiuti edili, ristrutturato in modo da poter - più o meno - funzionare come abitazione? Stanco degli affitti stellari di Londra, L’artista britannico Harrison Marshall lo ha fatto: si è trasferito in una skip house alta 3,5 metri e larga 4,35 a Bermondsey, nel sud-est della città.

La mini abitazione dispone di una zona cucina con uno spazio per riporre pentole, piatti e posate, e un piccolo frigorifero. C’è una toilette portatile, ma non la doccia: Marshall si lava al lavoro o in palestra. La zona notte si trova nella parte superiore della struttura, su un soppalco sopra la cucina. Certo, bisogna accettare molti compromessi, ma l’affitto della skip house costa solo 50 sterline.

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«Quando ero bambino, costruivo tane», ha raccontato all’Independent. «Io e i miei amici trovavamo piccoli angoli, nascosti, a Brighton, dove sono cresciuto, e li trasformavamo in nascondigli segreti solo per noi. Fin da bambino, sono sempre stato ossessionato dagli spazi e dalle strutture minuscole».

Sicuramente, però, Marshall non pensava di finirci a vivere, una volta adulto. «E soprattutto non mi aspettavo che questo cassonetto, vicino alla stazione di London Bridge, si rivelasse il posto migliore in cui abbia mai vissuto in questa città. La costruzione ha una struttura in pino rivestita in scandole di cedro e un tetto costituito da plastica riciclata combinata con alluminio sulla parte superiore. Durante questa crisi immobiliare, in Inghilterra, una casa ora costa più di 10 volte lo stipendio annuale medio».

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Marshall sa che nessuno dovrebbe davvero vivere in un cassonetto. «Ma per abitare in questa zona di Londra, questa era per me l'unica opzione, il che è semplicemente folle».

Sponsorizzata dall'organizzazione benefica Antepavilion, che ha fornito il terreno, questa struttura vuole anche essere una provocazione, una sorta di esperimento sociale. Il progetto trasforma un oggetto – il cassonetto - che non dovrebbe mai essere abitato - in un’abitazione relativamente confortevole, «e probabilmente migliore di molte stanze piccole e umide, nei seminterrati, che vengono date in affitto a mille sterline al mese».