Milano Pride, con i diritti siamo in alto mare

Siamo stati alla parata milanese più famosa della comunità lgbtqia+ e abbiamo incontrato la delusione di migliaia di persone che non credono più nella politica del loro Paese
Milano Pride 2024 con i diritti siamo in alto mare
Francesco Andreoli

Forse il pregio del Pride di Milano è l’essere un grande melting pot. E chi quest’anno si aspettava solo arcobaleni è tornato a casa deluso. In strada, nel grande corteo partito sabato pomeriggio dalla Stazione Centrale, questa volta si parlava soprattutto di politica. E di delusione. Un forte senso di amaro in bocca a chi è dovuto scendere in piazza ancora una volta a riaffermare anche quello che sembrava ormai conquistato. In questo linguaggio impastato di amore, diritti civili e sociali, le richieste erano schierate. Al governo insistente che continua a proporre sussidi anti-aborto e a sottrarre le poche affermazioni che la comunità lgbtqia+ ha ottenuto negli ultimi anni, il Milano Pride chiede a gran voce che le cose cambino e critica aspramente la direzione in cui stanno andando. «Con i diritti siamo in alto mare», «Meno Gioventù Nazionale, più Gioventù omosessuale», sono solo alcuni dei cartelli che i partecipanti stringevano tra le mani.

Francesco Andreoli

«Vogliamo essere liberi di» è la richiesta di questa enorme massa di persone che ha ballato anche sotto la pioggia che intorno alle 16 ha iniziato a cadere. Ma è stato come se niente fosse. «A chi ci dice che non possiamo avere una famiglia, rispondiamo che si può essere famiglia in tanti modi. Questo è il nostro, e ci basta», ci dicono Lola e Giulia mentre il corteo arriva in Viale Della Liberazione e la pioggia ha smesso di scendere. «A chi mi dice che sembro un uomo, dico che posso esprimermi e sentirmi chi voglio, quindi anche una donna», dice Matilde, giovanissima manifestante di 19 anni.

Francesco Andreoli

Ognuno, qui, tra brillantini, bandiere e studiatissimi outfit, ha la propria voce. C’è chi la grida, chi la scrive sui propri vestiti, chi la canta dai carri che seguono la manifestazione. Tra loro anche Elodie, a bordo del carro del Botox, famosissimo locale della comunità milanese, ma non in veste di madrina. Gli organizzatori del Milano Pride quest'anno, infatti, hanno voluto concedere il ruolo di protagonista a tutte le associazioni partecipanti, senza sfruttare solo la fama dei personaggi più celebri. Mentre la cantante salutava la folla in un abito di piume bianco arrivava da lei la segretaria del PD Elly Schlein, appena scesa dal carro dei Dem.

Francesco Andreoli

A gridare, lungo il percorso della parata, centinaia di manifestanti, che hanno sentito il bisogno, ancora una volta, di raccontare in questa occasione la loro storia e il loro valore. «Viviamo ogni giorno il malessere di chi vuole essere se stesso e non può», «Ci sentiamo cittadini che non vengono rispettati, con un governo che non si occupa di noi. E quando chiediamo la libertà, non lo facciamo per retorica. È necessità».

E a chi dice loro che sono confusi e cercano una via facile per non definirsi, loro rispondono, con coraggio, che la consapevolezza di se stessi è la cosa migliore che hanno.

Francesco Andreoli
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