Andare in vacanza con le amiche è sicuramente magico, ma anche molto frustrante
È il momento più atteso del rientro, forse anche l’unico attimo davvero felice della malinconica fine di agosto, quello in cui ti ritrovi a colazione con le amiche a raccontarvi per filo e per segno come sono andate le vacanze, dove siete state, con chi, che cos’avete visto, conservando gelosamente i dettagli più succosi per la fine. Certo, una larga percentuale è dedicata agli amori estivi, a prestare attenzione a quell’amica che non sa essere concisa nemmeno quando si tratta di descrivere qualcosa che alla fine è durato solo un paio di ore. Arriva poi il racconto più delicato e più sofferto, ma a suo modo anche il più divertente, quello che confeziona le litigate e i silenzi che ci sono stati in vacanza tra amiche, che svelano la superficialità della conoscenza che avevamo delle persone con cui siamo partite, l'incompatibilità dei desideri vacanzieri (magari io desidero stare fuori tutta la sera e conoscere dei ragazzi, mentre l'altra vuole stare a casa a parlare davanti a un calice di vino) oppure semplicemente l'insofferenza di passare ventiquattr'ore in rapporto simbiotico con le stesse persone.
È durante una vacanza con un’amica che quest'estate incontro Ali, 31 anni, che lavora a Londra ed è felicissima di passare qualche giorno a Marsiglia. Starà da sola i primi due giorni a girovagare per la città, le sue due amiche la raggiungeranno più avanti. La prima è una sua collega con cui si sente particolarmente affine, mentre la seconda la conosce da poco e mi dice, appena ci incontriamo io e lei, che teme moltissimo che i loro sogni e desideri vacanzieri non combacino. «Ho paura che voglia cenare fuori e poi ritornare subito a casa», mi racconta, mentre lei, che è stata lasciata da poco dopo una frequentazione di un anno, vorrebbe solo stare fuori tutta la sera, conoscere persone nuove e divertirsi. In realtà, quando l’ha conosciuta, anche Ali aveva programmato di visitare la città con calma e finire la giornata sorseggiando un calice di vino al tramonto coccolata dalle confidenze delle amiche.
Sono due gli scenari che si presentano davanti a una ragazza che decide di andare in vacanza con le amiche: nel primo, sono le sue amiche di sempre, le conosce da una vita o da qualche vita, ed è sicura che in qualche modo gli incastri funzioneranno. Dalla vacanza le ragazze in questione si aspettano le stesse cose. Nel secondo scenario, la scelta di andare in vacanza con un'amica la coglie un po' alla sprovvista, è la diretta conseguenza di un vuoto temporale agostano, lasciato da un fidanzato che l'ha mollata e che lei cercherà a tutti i costi di riempire, oppure semplicemente un buco che si è accorta di avere sul calendario perché si è dimenticata di organizzare qualcosa per le ferie, vuoto che deciderà quindi all'ultimo di colmare in compagnia di una nuova amica dall'agenda libera.
Che cos'è un'amica se non una persona affine con cui condividere disagi, orrori e sventure della vita? E che amicizia è se questi disagi, orrori e sventure non capitano anche quando ci siamo insieme? Nessuno dei due scenari è salvo dai pericoli in cui può riversarsi una vacanza. Rebecca, 21 anni, mi racconta che ha trascorso una settimana in vacanza in Grecia con le sue quattro migliori amiche di sempre. Si conoscono dalle scuole elementari e ogni vacanza la trascorrono adorabilmente insieme. Quest'anno, però, al termine della settimana una delle amiche ha fatto una piazzata perché si sentiva esclusa dai loro discorsi, si era fidanzata nel corso dell'anno e trovava irritanti le amiche che parlavano solo dei flirt e avventure in una scena che assomigliava a quella che fece Miranda in Sex and the City alle amiche: “Perché parlate sempre e solo di uomini?”. Ritornate in città alla fine della vacanza si sono viste per confrontarsi. Era già capitato in passato, che avessero litigato in viaggio, magari per le troppe cene fuori, perché una sceglieva la stanza più bella delle altre, per la pulizia dell'appartamento, ma questa volta Rebecca e le sue amiche non sono riuscite a trovare una soluzione e per il momento hanno deciso di mettere in pausa la loro amicizia, almeno finché qualcuno non avrebbe chiesto scusa.
Partire con una sola amica, che magari non si conosce benissimo, è un detonatore di sentimenti: può essere l'esperienza che fa avvicinare due persone per sempre come anche quella che le fa allontanare tragicamente. In passato mi era capitato di partire per Barcellona con un'amica cara che aveva deciso di combinarsi dei Tinder date mentre eravamo insieme. Il Guardian, che lo scorso anno ha redatto una lista di motivi per cui gli amici possono litigare in vacanza e come risolverli, ha inserito qualche consiglio su come comportarsi con gli amici che trovano il flirt estivo. «Se condividi la stanza con un amico, è sensato che nessuno porti a casa qualcuno. Tutto il resto è da negoziare, è meglio discuterne prima delle vacanza piuttosto che durante una serata. Non puoi evitare che il tuo amico vada a letto con qualcuno, ma puoi prendere misure di precauzione». Mi ricordo di esserci rimasta male in quei momenti in cui sono stata lasciata da sola in una città che non conoscevo in favore di un appuntamento, mi sentivo esattamente come una delle due protagoniste del film di Woody Allen Vicky Cristina Barcelona che in silenzio diventa testimone del flirt spagnolo della sua migliore amica. Al termine della vacanza ne avevamo parlato e da tre anni a questa parte trascorriamo tutte le vacanze insieme. Siamo io e lei senza Tinder. Quest'anno mi è capitata una disavventura abbastanza simile con un'altra amica, che il primo giorno si è innamorata perdutamente di un ragazzo: ma come puoi metterti in mezzo ai primi giorni magici di una bellissima storia d'amore che sta nascendo solo perché quell'amica ti aveva promesso che avrebbe passato del tempo con te? Non lo fai, trovi altre cose (o persone) che occupino il tuo tempo.
Immagino che sia più facile per i ragazzi. Non devono vivere la dimensione simbiotica femminile che spesso è anche una risposta al fatto che in una città diversa ci sentiamo poco sicure. In effetti Marco, 28 anni, mi racconta che molto spesso capita che i suoi amici si diano un tempo e un luogo in cui ritrovarsi e si separano per qualche ora. È un tentativo che ha fatto quest'anno anche Caterina, 27 anni, che ha sempre una grande premura del tempo che passa da sola. «Ogni tanto dicevo alla mia amica che sarei ritornata dopo due orette e andavo a fare delle passeggiate da sola. È necessario che ci sia dell'alone time per stare bene con un'altra persona, che sia un fidanzato come un amico», mi dice a cena mentre ci raccontiamo per filo e per segno come sono andate le nostre vacanze. Se la bellezza di un viaggio sta nell'esplorare luoghi sconosciuti e completamente nuovi, allora ci deve piacere anche avventurarci nelle complessità della persona con cui decidiamo di partire. L'importante è chiarire sogni e speranze prima della partenza, tutto il resto è una deliziosa sorpresa.
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