Carissimo Pinocchio. Una mostra all'Adi Design Museum Compasso D'oro ridisegna il burattino più famoso del mondo

Un'introduzione storica, le illustrazioni di Andrea Branzi (a cui la mostra è dedicata) e 62 nuovi progetti di design e grafica
Carissimo Pinocchio mostra Adi Design Museum Compasso d'Oro Pinocchio tra Parentesi di Mauro Panzeri.
Pinocchio tra Parentesi di Mauro Panzeri.

Carissimo Pinocchio, designer e grafici italiani ridisegnano il burattino più famoso del mondo. Questo il titolo della mostra all’Adi Design Museum Compasso d’Oro

Pinocchio… che paura mi faceva il Mangiafuoco, quando da bambina mi leggevano la favola. Anche la balena, certo. Però poi lì c'era il fatto che dentro quella immensa pancia cavernosa mastro Geppetto - interpretato da un magistrale Nino Manfredi, nella mia memoria della versione televisiva del 74 - si era sistemato a puntino, in attesa che qualcosa di buono accadesse, quasi a lasciar presagire l'idea di una natura non propriamente malvagia.

Foto di Denise Manzi

«Del resto, Le avventure di Pinocchio – storia di un burattino di Collodi, uno dei libri italiani più amati del mondo, è un vero e proprio compendio di simbologie e si presta a letture sovrapposte», dice Luciano Galimberti, presidente Adi - Associazione Design Industriale. «È adatto ai bambini quanto agli adulti. E racconta le difficoltà della crescita, della maturazione, dell’evoluzione verso la consapevolezza, verso la realizzazione del sé». Ecco perché a centoquarant’anni dalla sua prima pubblicazione, abbiamo deciso di organizzare all'ADI Design Museo-Compasso d’Oro la mostra Carissimo Pinocchio, designer e grafici italiani ridisegnano il burattino più famoso del mondo.

Nanocchio Luca Madonini Pepper Style by BisettiMichele Nastasi

Giulio Iacchetti, curatore della mostra, si rivolge allora proprio a lui, al protagonista.

«Carissimo Pinocchio, ti domanderai che ci azzecchi tu con una mostra nel Museo del Compasso d’Oro, che c’azzecchi tu con il design [...] Credo di poterti dire che tu c’entri eccome in questa storia che è la storia del design italiano, e ti dico il perché. Ti sei mai visto allo specchio? Tu sei la combinazione elementare ma efficacissima di poche forme geometriche: un cilindro, una sfera, il cono del cappello ed ovviamente la sporgenza appuntita e sottile del naso. La tua forza iconica è direttamente proporzionale alla tua immediata riconoscibilità formale. Sì perché tu sei un’icona simbolo dell’italianità come la moka Bialetti, la lampada Arco e la poltrona Sacco".

Pinocchio insomma è trattato qui come un'icona perché proprio a lui si sono ispirati generazioni di creativi e pensatori. E il design si racconta nella sua veste multidisciplinare capace di tessere legami con la letteratura, la cultura l'arte e la grafica

Andrea Branzi, Pinocchio

Cominciando la visita, si parte da una sezione storica, a cura di Marco Belpoliti, con copertine, disegni e illustrazioni del passato per arrivare a una selezione di disegni originali, tratti da uno degli ultimi lavori di Andrea Branzi (Pinocchio? ed. Libri Scheiwiller), architetto, designer, teorico e protagonista indiscusso delle avanguardie radicali, al quale la mostra è dedicata. Tra i maestri del design italiano, Andrea Branzi ha infatti realizzato una sua personale visione del famoso racconto di Collodi, con cento disegni che raffigurano la storia del burattino più conosciuto d’Italia.

Cuore di “Carissimo Pinocchio”, poi sono 62 nuovi progetti a opera di 31 designer e 31 grafici, realizzati ad hoc per la mostra. Dice Giulio Iacchetti, che si è occupato della curatela della mostra: «Sono espressione diversa del sentire e del fare di tanti progettisti italiani: uno sguardo allargato, caleidoscopico, sorprendente, in grado di raccontare la capacità del design italiano di realizzare immagini e oggetti senza tempo, celebrando così il mito di Geppetto, il primo designer italiano!». Tutti questi Pinocchi, concepiti grazie alla collaborazione di aziende, artigiani qualificati e in alcuni casi autoprodotti, sono ospitati in una grande giostra circolare.

Denise Manzi
Denise Manzi

La mostra, a cura di Giulio Iacchetti con progetto espositivo di Matteo Vercelloni e progetto grafico di Federica Marziale Iadevaia, sarà aperta dal 30 novembre 2023 fino al 4 febbraio 2024.

Vitrocchio di Franco Raggi, Miocugino, Officina d'ingegnoMichele Nastasi

Ecco i 31 designer che hanno lavorato alla mostra: Antonio Aricò, Alessandra Baldereschi, Luca Boscardin, Sara Bozzini, Matteo Cibic, Carlo Contin, Lorenzo Damiani, Francesco Faccin, Duilio Forte, Alessandra Fumagalli Romario, Massimo Giacon, Alessandro Guerriero, Giulio lacchetti, Luca Madonini, Ambroise Maggiar, Raffaella Mangiarotti, Giacomo Moor, Paola Navone, Lorenzo Palmeri, Franco Raggi, Matteo Ragni, Sara Ricciardi, Elena Salmistraro, Mario Scairato, Valerio Sommella, Ludovico Spataro, Studio Ossidiana, Philippe Tabet, Andrea Vecera, Joe Velluto, Martinelli Venezia.

Alberico Legnolino di Elena SalmistraroMichele Nastasi

Ecco i 31 grafici che hanno lavorato alla mostra: About Studio, Gianluca Alla, Andrea Amato, Ascionemagro, Atto - Sara Bianchi, Beatrice Bianchet, Cinzia Bongino, Edda Bracchi e Stefano Cremisini, Mauro Bubbico, Valentina Casali, Monica Casu, Pino De Nicola, Davide Di Gennaro, Lorenzo Fanton, Vitantonio Fosco, Francesco Franchi, Giulio Iacchetti, La Tigre – Luisa Milani, Leftloft, Emilio Salvatore Leo, Multiplo - Luca Fattore, Margherita Paleari, Mauro Panzeri, Mario Piazza, Antonio Romano, Giulia Saporito, Gianfranco Setzu, Leonardo Sonnoli, Studio Grand Hotel – Paolo Berra, Studio Mistaker, Omar Tonella.

A bocca aperta di Beatrice Bianchet
Francesco Franchi, Pino Occhio