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Chiara Ferragni compie gli anni: ecco come raccontava a Vogue il suo rapporto con privacy e social

In occasione della sua prima cover su Vogue Italia l'imprenditrice aveva raccontato a Michela Murgia il suo rapporto con la realtà, temi su cui è tornata anche di recente
chiara ferragni intervista

Chiara Ferragni nell'intervista rilasciata a Fabio Fazio torna su un tema che aveva già trattato con Michela Murgia

Non è un periodo facile per Chiara Ferragni, che sta affrontando una crisi di coppia con il marito Fedez e un'accusa per truffa aggravata legata ai pandori della Balocco. Eppure anche questi frangenti meno “sereni” sono l'occasione per lei di tornare su temi che le sono sempre stati famigliari: autenticità, racconto di sé, ma anche privacy e soprattutto il rapporto con i social media. Sono proprio qeusti gli argomenti che ha toccato lo scorso 3 marzo 2024 nella puntata di Che Tempo che Fa quando si è confidata a Fabio Fazio.

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Tematiche più che mai attuali per l'imprenditrice digitale. Ma, a ben vedere, privacy e autenticità fanno da sempre parte della narrazione Ferragni: qui sotto trovate l'intervista realizzata da Michela Murgia in occasione della prima cover di Chiara su Vogue Italia. Parole che assumono oggi un valore ulteriore.

Chiara Ferragni e l'intervista di Michela Murgia pubblicata su Vogue Italia, Ottobre 2021

«La grande illusione dei social media è che ci fanno credere che tutti stiano meglio di noi. Io di me mostro anche la fragilità, perché voglio rompere il mito che esistano le vite perfette. Le cose negative che mi sono successe mi sono presa il tempo di metabolizzarle, ma poi le ho raccontate». Quando Chiara Ferragni ti parla delle piattaforme social, la ascolti e prendi appunti, perché nessuno le conosce meglio. Non è solo l’influencer di moda più importante del mondo (lo dice Forbes), ma anche la narratrice di sé più seguita dagli italiani, con i quali in questi anni ha condiviso, insieme al marito Fedez, episodi di vita, ecografie prenatali, stati d’animo, infiniti outfit, sponsorizzazioni di prodotti propri o altrui, trionfi professionali, video dei figli e sempre più spesso anche posizioni su temi sociopolitici.

A dicembre partirà anche una serie dedicata alla loro vita, prodotta da Amazon. Ferragni è più ascoltata di un tg in prima serata e più letta dei principali giornali messi insieme, tanto che c’è chi, spaventato da quell’impatto, parla di abuso di posizione dominante e chiede di regolamentarla come fosse una testata. Lei ne ride. «È divertente che mi attribuiscano così tanto potere, ma se hanno ragione è bello, perché lo uso per fare una comunicazione positiva; non mi alzo la mattina per denigrare qualcuno». Non è vero il reciproco. Per anni centinaia di persone si sono impegnate a denigrare lei, la blogger che parlava di moda, l’influencer che non si capiva che mestiere facesse, l’ennesima biondina belloccia che nell’arco di sei mesi sarebbe stata dimenticata. «Non avveniva solo sui social, ma anche nel mondo della comunicazione della moda, che quando ho cominciato era un circolo chiuso molto snob. Avevo paura che avessero ragione quando mi dicevano che sarei durata una stagione, ma dopo dodici anni posso dire che si sbagliavano».

Cappotto intarsiato di compact drap a motivo geometrico e abito di chiffon con ricamo all-over di piume, Valentino. Collana in oro bianco con rubini e diamanti, Collezione Divas’ Dream Alta Gioielleria, Bulgari. Orecchini a cerchio di zirconi taglio cuore, Chiara Ferragni.

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Gli hater di Chiara, annidati nella rete

La rete, il posto dove i suoi odiatori si organizzavano con decine di profili falsi per cercare di distruggerle la reputazione, oggi è il luogo dove lei governa tutte le informazioni che la riguardano, preferendo rivelare da sola, alle sue condizioni, quello che un tempo i paparazzi dovevano rubare ai vip. «Tra la mia vita privata e la mia vita lavorativa il confine non è netto, ma non lo è neanche il concetto di privacy, che è soggettivo. Avendo sempre amato condividere, probabilmente per me i confini di tolleranza sono più ampi che per altri. Ci sono delle situazioni in cui tutti preferiremmo che la gente non ci riconoscesse, ma se le persone sono gentili a me non disturba. Una sera stavo tornando a casa dopo aver discusso con un ex fidanzato e avevo gli occhi gonfi di pianto, ma alla ragazza che mi ha fermata per chiedermi un selfie ho detto di sì. Perdere un po’ del tuo privato fa parte del gioco».

Abito bustier con maxifiocco e stivali di camoscio sopra il ginocchio, Lanvin. Orecchini pendenti con diamanti di vario taglio, Crivelli.

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«Felice di potermi difendere con un clic»

Molti personaggi pubblici vanno in analisi per gestire l’interesse di così tante persone sconosciute. Lei no. «Per me non sono sconosciuti. Alcuni di loro mi seguono dal 2008, posso dire che sono cresciuti con me, e io interagisco molto anche in privato. Non rispondo a tutti, ma le storie le guardo e spesso lascio un commento. Ci sono alcuni fan che si accorgono anche da espressioni minime su una foto quando sono presa male e io trovo molto bello che le persone riescano a capire che possono essere felici o tristi con me. Con alcuni c’è persino confidenza, so di loro cose personali e ho un bel gruppo di persone che mi fa sentire molto amata e apprezzata». È con questa orizzontalità apparente che Ferragni ha fatto invecchiare i media tradizionali, un tempo amministratori unici di un racconto pubblico in cui le persone famose la privacy potevano solo vedersela rubare o venderla in esclusiva. Il controllo sul suo racconto lei preferisce tenerlo letteralmente a portata di mano, sul cellulare. «Sono felice di vivere in un tempo in cui con un clic posso difendermi facilmente dai racconti su di me in cui non mi riconosco, o da certi attacchi. Mi fa sentire libera, e anche se sento la responsabilità di misurare le parole, poi trovo il modo di dire quel che voglio».

Broderie anglaise wool sweater, embroidered tulle skirt, D-Doll patent boots and Dior Dream necklace: all Dior. Titanium ring with tourmaline, sapphires, rubellite, rubies and diamonds, Temptation collection, Chopard.

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Non è sempre stato così, però. «Quando ero più giovane e insicura ero spaventata dal prendere posizioni. Avevo paura di generare antipatia o di perdere clienti. È stato Federico, che lo fa da sempre, a darmi forza per espormi. Mi ha fatto capire che è importante difendere le proprie idee, anche se molta gente diventa feroce quando lo fai».

Chi sarebbe Chiara Ferragni se domani Mark Zuckerberg cancellasse il suo profilo Instagram?

Nell’ultimo anno i Ferragnez hanno scosso insieme il dibattito pubblico con la loro critica alla gestione dell’emergenza Covid e della vaccinazione in Lombardia e soprattutto con il loro sostegno al ddl Zan contro l’omotransfobia, che ha scatenato violenti attacchi, soprattutto da esponenti della Lega. Un partito con meno di 6 milioni di elettori non può che avere soggezione di una donna che con le sue scelte ne influenza 25 milioni. Numeri da vertigine, ma dopo che Twitter ha cancellato in un istante l’account di Donald Trump e i suoi 90 milioni di follower, è difficile considerarli un fortino intoccabile. Chi sarebbe Chiara Ferragni se domani Mark Zuckerberg cancellasse il suo profilo Instagram? «Troverei il modo per reinventarmi, ma è difficile che mi capiti, per come mi espongo io. Trump aveva una comunicazione violenta, diceva cose terribili e pericolose. Da un lato ho gioito che venisse zittito, dall’altro ho pensato: possono toglierti tutto in un secondo. Sto valutando di aprire un canale Telegram per parlare più direttamente a un numero scelto di persone, ma per tutti gli altri è sempre più facile interagire sulle piattaforme esistenti. I fedelissimi ti seguirebbero ovunque, ma non sarebbero mai tutti». È difficile per una donna farsi perdonare un simile potere e il denaro che ne deriva. «È un problema degli uomini. A molti la ricchezza e la fama di una donna fanno paura. Con i miei fidanzati litigavo spesso per lo squilibrio di potere sul lavoro. Raramente un uomo accetta una compagna che guadagna più di lui. Un mio ex, un fotografo molto bravo, si sentiva inferiore perché ero più affermata e cercava di imporsi nel rapporto di coppia, anche su cose stupide e minime. Con Federico non è successo, non mi ha mai temuta, anzi, si è esposto in tutti i modi privati e pubblici per dire che gli piacevo, e oggi gioiamo l’uno dei successi dell’altro. È un femminista». Come lei? «Sì, credo di esserlo. Noi donne possiamo fare qualsiasi cosa, ma lo squilibrio è ancora troppo. Nessuna battaglia è stata vinta davvero, se non sulla carta, eppure voglio credere che stiamo andando verso un mondo che per i nostri figli sarà più facile. Leo gioca con qualsiasi cosa, ha il suo bambolotto che si chiama Rachele e lo porta dappertutto. Qualunque cosa voglia fare la può fare, ma so che fuori dalla mia bolla e dai social media siamo ancora lontanissimi dall’aver eliminato la discriminazione».

Michela Murgia e Chiara Ferragni insieme alla sfilata Dior Cruise 2023 a Siviglia

L’esposizione dei bambini in rete è un tema dibattuto e le critiche che arrivano sono fortissime. Che ragionamento avranno fatto per decidere che il racconto che facevano poteva includere anche i bimbi? «Leo e Vittoria sarebbero comunque persone esposte, tanto vale che li raccontiamo noi. Non so se sia il modo giusto o sbagliato, ma per ora mi pare quello più naturale per la mia generazione e per la loro. Faccio quello che faceva mia mamma quando ci filmava e fotografava, solo che invece che con i nonni, noi condividiamo con milioni di persone. Credo che il racconto della nostra vita faccia più bene che male alle persone, perché diamo l’idea di due ragazzi giovani che si sono fatti da soli e che cercano di educare i figli all’apertura. Tante persone ci scrivono per dirci: “Quando sono triste mi guardo i video di Leo e mi torna il buon umore”. Abbiamo scelto di non monetizzare la loro visibilità e non abbiamo accettato sponsorizzazioni, ma faremo altri errori, è ovvio. Finché pensi di far la cosa migliore per loro, il tuo lavoro di genitore però lo hai fatto».

“Ho la sindrome dell'impostore”

Non sembra aver paura di niente che venga dalla rete, a dispetto dell’hate speech che inquina ogni discussione. «Ho delle preoccupazioni, ma riguardano la vita intima, le mie relazioni, non quella pubblica. Quando ero incinta ho avuto paura di non essere una brava madre, di non riuscire a tenere insieme il lavoro e la famiglia, di veder divorata la mia femminilità dentro a un ruolo che è bellissimo, ma non è tutto quello che sono. Un uomo quando diventa padre non si fa tutte queste domande. Ho la sindrome dell’impostore e molte volte mi sono chiesta: ma questa occasione che mi viene data la merito davvero? Queste sono le cose che mi hanno interrogata negli anni, non quelle che dicono di me. Vedo giornali che strillano: “Chiara fa una cosa sconvolgente: fan increduli” e magari ho solo cambiato il colore dello smalto. Ogni giorno c’è un titolo sciocco, ma io sono sicura di quello che sono: una donna molto più semplice di quanto pensino». La semplicità è un traguardo che richiede moltissima complicazione per essere raggiunto. Dal sorriso sornione che regala, è evi- dente che lo sa benissimo anche lei.

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Crediti moda:

Foto di Scandebergs
Styling di Poppy Kain
Hair: Pier Paolo Lai @ Julian Watson Agency
Makeup: Georgina Graham @ MA + Group
Manicure: Simone Marino @ Green Apple
Set design: Afra Zamara
Seamstress: Ekaterina Kuznetsova
Production: Squalo

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