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Elodie protagonista di questo servizio di Vogue Italia (firmato Paolo Roversi) pieno di poesia

«Nella musica italiana non è molto presente la voglia di trasformarsi. La maggior parte degli artisti trova un look e lo conserva per la vita. Tutti ripetono che si deve essere riconoscibili, ma secondo me non è vero. Credo di aver preso da mia madre, che cambiava spesso pettinatura come vuole la cultura black – parrucche, extension, treccine e tagli repentini di capelli. Io ce l’ho proprio dentro, questa necessità di trasformarmi» 
elodie paolo roversi
Paolo Roversi

Elodie e Paolo Roversi: il servizio e l'intervista per Vogue Italia

Il suo passato è noto: Elodie è nata al Quartaccio, XIV municipio di Roma. Un quartiere che doveva essere un esperimento di successo di edilizia popolare e che si è subito trasformato in una Gomorra fatta di case piene di crepe e, talvolta, senza acqua calda. «Quel quartiere mi ha dato e tolto tanto», ha detto Elodie Di Patrizi (questo il suo nome completo) nel suo famoso monologo a Sanremo 2021. «Vengo da una borgata romana, dove ci sono anche persone arrabbiate e demoralizzate. Io ero una di quelle». Lo ero pure io, che ho vissuto più di dieci anni a Primavalle, il quartiere accanto al suo. Una vicina di casa, praticamente. A dividerci una discesa, un paio di fermate di autobus, dettagli che creano da subito una certa complicità fra di noi. Lo capisco quando cominciamo a parlare, e lei mi sorride. Non c’è bisogno di troppe parole, entrambe conosciamo quel dolore di sentirsi isolate dal mondo. Elodie, per non essere risucchiata da un copione già scritto, si è aggrappata ai suoi sogni. E si è aggrappata anche al suo nome di battesimo: sembra un nome d’arte, l’invenzione di qualche manager astuto, «invece me lo ha dato mio padre, rubandolo in famiglia, perché è il nome di mia zia materna. Mia sorella si chiama Fey. Per noi, papà voleva nomi pieni di personalità». Nomi che portassero da qualche parte. Ma dove?

Giacca-bodysuit con volant di tulle, Act N°1; stivaletti di pelle, Giuseppe Zanotti.

Paolo Roversi

La risposta, per Elodie, era dentro casa. Con un padre artista di strada e una madre, originaria della Guadalupa, che lavorava come cubista in discoteca, in famiglia si cantava e si ballava. Certo, c’erano anche parecchi problemi. Ma a Quartaccio chi non li aveva? In quelle vie con i nomi di scrittori famosi ogni famiglia era disfunzionale e si teneva a galla a modo suo. Ed era la musica a tenere a galla Elodie. «Mio padre ascoltava di tutto. Passava dagli Snap a Ivan Graziani e in generale amava il grande cantautorato italiano, Battisti, Pino Daniele, Dalla, mentre mia madre era patita della dance. Ho ascoltato, crescendo, due mondi completamente diversi». E questa diversità di suoni, ritmi, parole ha cominciato a mescolarsi e lavorare dentro di lei, facendole pensare che forse il futuro poteva anche essere tra quelle note. Ma era un pensiero fugace, un sogno che sembrava una mission impossible mentre si ciondolava con gli amici tra via Andersen e via Flaubert (strade del Quartaccio, ndr). Elodie si ricorda ancora quando nel 2001, a casa, guardava Sanremo in televisione: «Avevo 11 anni, e c’erano Elisa e Giorgia. Io completamente innamorata: erano troppo belle, troppo brave. Sono state dei modelli».

Giacca di fake leather, Noir Kei Ninomiya.

Paolo Roversi

Calze di lurex e slingback di vitello specchio, Prada.

Anarchica nei suoi ascolti musicali, da ragazzina si metteva le cuffie e si rintanava nei suoi universi di note, anche perché il mondo intorno a lei era maledettamente difficile. Le piacevano soprattutto le grandi interpreti, quelle che ci davano dentro con la voce, come Mina. Oggi, nel ricordare quei giorni, Elodie ha un sorriso pieno, sincero, aperto. Non si è mai data per vinta, è questa la sua vittoria. Che passa da una strategia particolare: non essere mai uguale a se stessa, stupire gli altri, ma stupire prima di tutto Elodie. I capelli, per esempio, hanno subito cambiamenti di pettinatura continui e spettacolari: dalla zazzera rosa che sfoggiava in quella scuola di vita che è stata per lei Amici, alla chioma biondissima del video di Margarita; dalle extension di Guaranà alla chioma in stile Beyoncé della performance sanremese 2021, fino ad arrivare alla Monna Lisa total black del suo ultimo singolo, Vertigine. «Nella musica italiana», mi spiega, «non è molto presente questa voglia di trasformarsi. La maggior parte degli artisti trova un look e lo conserva per la vita. Tutti ripetono che si deve essere riconoscibili, ma secondo me non è vero. Credo di aver preso da mia madre, che cambiava spesso pettinatura come vuole la cultura black – parrucche, extension, treccine e tagli repentini di capelli. Io ce l’ho proprio dentro, questa necessità di trasformarmi. Non nasce con la carriera musicale: già cinque anni prima di Amici tingevo spesso i capelli». E anche con i vestiti ama giocare, Elodie. Può esibire una scollatura cosparsa di strass come nell’edizione di Sanremo 2021, dove indossava un bellissimo Versace; oppure vestirsi con jeans e maglietta per andare a trovare i suoi ex vicini.

Abito monogram in metallo e cristalli, Saint Laurent by Anthony Vaccarello.

Paolo Roversi

Dolce e sensuale, ma anche forte e decisa, in Elodie scorre il sangue della Guadalupa materna. C’è stata da piccola, Elodie. «Quando sono arrivata là mi hanno presentato talmente tante persone che non conoscevo, cugini, nonni, parenti... Ne ero affascinata! A Quartaccio erano solo in due a essere di colore: mia madre e una signora di nome Agnese. La mia origine l’ho vissuta sempre come un punto di forza, una bellezza. Ma va detto che c’era anche chi purtroppo approfittava della diversità per farti sentire emarginato».

Mini dress “Platinum” di lamé con strascico di tulle, Giambattista Valli Haute Couture.

Ora Elodie vive a Milano. Una città che «ti permette di fare pop», e dove sta scoprendo nuove parti di se stessa. Ma da buona romana non vuole rinunciare a certe abitudini. «Ho bisogno di ricreare sotto casa un ambiente popolare, essere ancora la ragazzetta di quartiere». Milano è anche la città in cui la parola amicizia ha assunto delle nuance tutte nuove. «L’amicizia è tutto», dice Elodie, «è l’unica relazione che, se sei attento e la curi, te la porti dietro tutta la vita. Il resto va e viene. Gli amici restano. E io ho bisogno dei miei amici, delle persone che ti ricordano chi sei. Un amico vero ti dirà sempre le cose con onestà». Anche sul lavoro a Elodie piace essere attorniata da amici. «Non riesco a lavorare se non c’è un rapporto umano», confessa. La stessa onestà che cerca negli altri, Elodie la chiede soprattutto a se stessa quando si parla di musica. «Non so se scriverò testi miei, chissà, magari fra dieci anni», ride. «Ma so che sono un’interprete». E spiega come si trasforma per interpretare ogni testo che decide di cantare. «L’interprete è una specie di attrice, perché certi sentimenti non li provi ma metti a servizio la tua voce. E questo mi piace. Può anche capitare di lanciarmi in imprese che non sono proprio mie, ma voglio imparare. Ho la possibilità di essere tante persone. Giocare».

Trench coat di paillettes, Michael Kors Collection.

Paolo Roversi

Se il suo strumento è la voce, allora anch’essa si è trasformata in questi anni di carriera, diventando più consapevole. «Ho imparato ad amarla», spiega con tenerezza, perché ci ha spesso fatto a botte, visto che piaceva più agli altri che a lei. Con l’arrivo della fama, Elodie avrebbe tranquillamente potuto sedere sugli allori. Ma dopo il successo di This Is Elodie, disco di platino e album più venduto di un’artista donna nel 2020 in Italia, ha deciso di continuare a studiare. Ha prodotto album di successo e hit commerciali, senza smettere di sperimentare e muoversi in territori nuovi. Da poco è uscito un nuovo singolo, Vertigine (prodotto da DRD, testo di Elisa Toffoli, Davide Petrella e Dario Faini/Dardust): una ballad cupa che ci trasporta nel lato oscuro e parla di solitudine e confusione, così diversa dai tanti singoli più leggeri del passato. «Questo dramma è dentro di me, ce l’ho negli occhi, nel modo in cui canto, e avevo davvero bisogno di un pezzo che lo mostrasse». Vertigine è un assaggio dell’album che verrà, un album che vanterà collaborazioni importanti come Mahmood, Dardust, Marz, Federica Abbate. La data di uscita non è stata ancora annunciata, ma di sicuro porterà ancora più in alto una Elodie che non vuole mettersi confini. Un’artista completa, capace di fare entertainment non solo attraverso le note. E al tempo stesso una donna indipendente, libera, onesta e che non ha paura di cambiare ogni volta pelle.

Cappa oversized e sottogonna, Comme Des Garcons. Cappello, Ibrahim Kamara for Comme Des Garçons.

English text at this link

Crediti moda: 
Foto di Paolo Roversi
Stylist Ramona Tabita
Hair Rudi Lewis @ Lga Management
Make-up Min Kim @ Streeters
Manicure Anais Cordevant @ Asg
Production Studio Demi

In apertura: giacca bolero di velluto con ricami di cristalli, Giorgio Armani.

Leggete l'intervista di Igiaba Scego e sfogliate il servizio di Elodie e Paolo Roversi sul numero di novembre di Vogue Italia, in edicola dal 10 novembre 2021

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