Cinema

Viva le ragazze di ogni tempo e il cinema che ne celebra il coraggio

Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, 5 film recenti dedicati alla loro forza a partire da C'è ancora domani di Paola Cortellesi. Da guardare sempre, con la speranza di trasformare il ricordo in azione concreta. Soprattutto adesso
Per la giornata contro la violenza sulle donne 5 film dedicati al loro coraggio
Vision Distribution

Per la Giornata Internazionale del 25 novembre, 5 film recenti, noti e meno noti, poetici e spesso senza retorica, da guardare sempre per celebrare il coraggio delle donne. A partire da C'è ancora domani di Paola Cortellesi

Cosa rimane del corpo di un nome, sempre che ancora un corpo ce l’abbia, quando fanno di tutto per farti dimenticare il suo peso? Che ha forma rotonda o spigolosa, che si protende in avanti come “D” o che ha angoli retti come “L”. Come la protagonista del monologo recitato insieme a Claudio Santamaria nel 2016 contro la violenza sulle donne, «Mi chiamo, non so più come mi chiamo», anche la sua Delia nello straordinario debutto alla regia di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, smarrisce lentamente le sue lettere sotto l’autoritarismo patriarcale dell’Italia degli anni Quaranta, che nel film già campione d’incassi dopo la terza settimana in sala si esprime nelle figure maschili che popolano le strade di Roma.

C’è ancora domani, che annulla il tempo per parlare di un tema di cui stiamo ancora parlando per i motivi peggiori e che mostra cosa abbia significato per le donne avere finalmente la possibilità di esprimere la propria opinione attraverso una tessera elettorale, segue un ampio (ma sfortunatamente non così tanto) catalogo di film che hanno preferito mostrare il coraggio delle varie Delie sparse nel mondo a cui forse ci siamo scordate di dire grazie anche come figlie – e figli, visto che il nostro sogno è sempre stato un sogno di uguaglianza – piuttosto che incedere nelle scene di violenza (non è un caso che Cortellesi scelga di non farci vedere mai schiaffi e calci nascondendo i fatti dietro le quinte del palcoscenico degli eventi o trasformandoli in passi di danza). Non per censura, piuttosto proprio per amore. Per furia e per orgoglio, parola ricorrente in She’s Beautiful When She’s Angry, il documentario del 2014 dedicato al movimento femminista americano, nel più recente Promising Young Woman, esordio di Emerald Fennell considerato come l’espressione agguerrita e vendicativa dell’era post Me Too e nella recentissima cinematografia di Greta Gerwig (concediamo a Barbie almeno il suo valore pedagogico).

La chiamano – o almeno gli inglesi la chiamano così – Feminist Film Theory, la critica e produzione cinematografica femminista intesa come lo spazio di indagine risultato della crescita numerica delle donne dietro la macchina da presa e della riflessione urgente sul rapporto tra rappresentazione e differenza di genere, sul sopruso del patriarcato, il consenso e l’espressione del desiderio. In Italia, sulle battaglie per il diritto al voto arrivato solo nel ’46 seguite da altre battaglie per l’eliminazione dell’adulterio come colpa giuridicamente riconosciuta e del delitto d’onore (è resistito fino al 1981), poi ancora battaglie di madri e nonne e antenate che si sono rincorse contro gli uomini che hanno provato a disunirle, nello sforzo di mantenere intatto il loro nome, nelle D, nelle L e in tutte le altre lettere. Qui, per e oltre la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, cinque film recenti che hanno provato a mantenere in vita proprio quei nomi. E le loro storie.

Per ricordare

C’è ancora domani, di Paola Cortellesi

«Non trovo affatto utile parlare di lei – né di altre donne – come di una che abbia vinto i propri demoni, o che ne sia stata vinta, sebbene le sue uniche possibilità fossero quelle del trionfo e della sconfitta (un lessico militare che era quanto di più distante da lei». Lo ha scritto Jaqueline Rose nel saggio Women in dark times, pubblicato nel 2014. Frase perfetta per descrivere la natura di Delia, figlia elettiva della Antonietta di Una giornata particolare di Ettore Scola, con cui Sophia Loren ha dato il volto indimenticabile a una donna succube dei doveri di moglie e madre in un contesto domestico dedito ai valori del fascismo. Per questo Delia, che «ha il difetto che risponde», come dice il suocero al marito di lei e che rappresenta didascalicamente l’ingiustizia perpetrata da un sistema patriarcale, nell’intenzione di Cortellesi deve essere portata nelle scuole. Per permettere al ricordo delle donne come lei di diventare, con noi, azione futura, evitando così che C’è ancora domani, al pari di Una giornata particolare, continui ancora oggi a essere la biografia di una nazione dove, da inizio 2023 a novembre, i femminicidi sono stati 106.

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Per conoscere e capire

Vogliamo anche le rose, di Alina Marazzi

Nello stesso anno in cui apparve Diritto antico, il famoso volume del 1861, uno studioso di diritto romano, Johann Jakob Bachofen, arrivò alla conclusione che la struttura originaria della famiglia fosse di tipo matriarcale, differentemente da quanto ritenuto dalla maggioranza. A un certo punto, scriveva, ci sarebbe stato un periodo di grande libertà sessuale in cui gli uomini, con la loro mitica forza fisica, avrebbero sottomesso le donne. Da lì, come viene naturale pensare durante la visione del documentario di Alina Marazzi (su Mubi), la catastrofe. Immane tragedia. Al coraggio delle ragazze è dedicata questa analisi del movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta, attraverso la vita di tre giovani donne di diversa estrazione sociale. Da guardare se già avvertite una certa militanza e, soprattutto, se volete capirci di più.

Mubi

Per prenderne coscienza

Never rarely sometimes always, di Eliza Hittman

Se ambire a vivere in un mondo completamente paritario significa ambire all’utopia, mi auguro almeno di vivere in un mondo in cui ci sia piena consapevolezza delle differenze, e dove l’educazione sia organizzata sin dal principio al fine di colmarle. Mi auguro di vivere in un mondo in cui ci sia coscienza di quanto la parola “scelta” assuma diverso peso a seconda del genere che deve scegliere, come racconta il film potente e dolcissimo di Eliza Hittman, una storia di formazione con inflessioni da road movie sul viaggio di due diciassettenni per permettere a una di loro di poter abortire fuori dalla Pennsylvania. Un coming of age bellissimo, che riflette sulle difficoltà esistenti ancora oggi nell’accesso all’aborto ma che soprattutto ritrae l’amicizia femminile come il modo più potente per fare sistema (e tanto rumore).

Courtesy of Focus Features

Per sapersi liberare

Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli

Nata a Londra nel 1855, Eleanor Marx è considerata una delle prime donne ad aver unito le rivendicazioni femministe a quelle socialiste, avendo contribuito alla nascita dei sindacati ed essendosi opposta al lavoro minorile. Attivista battagliera avversa al matrimonio, fu autrice del trattato The Woman Question, che sosteneva come il patriarcato e lo sfruttamento delle donne fossero connaturati al capitalismo. Lo scrisse insieme a Edward Aveling, l’uomo saggio e meschino, altro luminare dell’epoca, di cui era innamorata, che accumulava debiti mentre lei lo manteneva e che di nascosto sposò persino un’altra donna. Quella che Susanna Nicchiarelli racconta è la storia vera di una ragazza punk fuori dal tempo, ferita dall'idealizzazione di un ideale (l'amore tra i genitori Karl e Jenny) e in grado di mostrarci quanto la società imponga ogni giorno anche ai nostri sentimenti.

01 Distribution

Per riconoscersi

Lady Bird, di Greta Gerwig

Già al momento del debutto nel 2017 come vero esordio cinematografico dopo gli esempi più indie del mumblecore, Lady Bird di Greta Gerwig è stato considerato un piccolo gioiello cult (tanto da ricevere 5 candidature agli Oscar). Se in superficie racconta la storia di una madre e della figlia ribelle adolescente a Sacramento, scendendo in profondità contiene in sé il disincanto e il senso più autentico della crescita di una ragazza, senza romanticizzare nulla ma spogliando la trama di ogni elemento stucchevole tipico dei teen movie. Un racconto crudo di formazione in cui tutti possono identificarsi, con i temi importantissimi dell'angoscia adolescenziale, dell'ambizione di essere riconosciuti come soggetti in grado di scegliere e di quanto il rapporto madri-figlie possa essere fondante. Spietatissimo e a tratti incredibilmente divertente, proprio come quel periodo.

Universal

Il bonus

Le spiagge di Agnès, Agnès Vardà

Non esiste elenco di film dedicati alla forza delle donne che non comprenda alcune registe quali Chantal Akerman, Nina Menkes e soprattutto Agnès Vardà. In particolare, Le spiagge di Agnès, un collage di ricordi che riflette sulla vita di una donna, la stessa regista, che ha dedicato la sua esistenza al potere delle immagini e al contributo che queste potevano dare sul piano sociale e politico. Da questo documentario proviene la sua frase più nota: «Ho cercato di essere una femminista gioiosa. Ma ero solo molto arrabbiata».

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