Sustainability

Il progetto di upcycling di IED e Sì Sposaitalia può accelerare la rivoluzione del mondo sposa

Il mondo Bridal entra nelle scuole, segno che la rivoluzione è in corso e si allarga sempre più. A Sì Sposaitalia gli studenti del Master in Fashion Design hanno trasformato 30 abiti da sposa destinati al macero in 10 nuovi outfit casual
IED progetto Sì Sposaitalia
Il vincitore del contest Attilio Pallagrosi con la sua creazione - Photo courtesy press office

IED progetto Sì Sposaitalia Collezioni: capi casual dagli abiti da sposa dismessi. IED porta l'upcycling a Sì Sposaitalia con l'obiettivo importante di formare i designer di domani. L'altro lato positivo? Avvicinare i giovani al mondo sposa, che vuol dire nuove opportunità di lavoro per loro e supporto alle aziende artigianali che che necessitano di manodopera

La rivoluzione del mondo sposa e la sua nuova modernità, che lo allontana dalla tradizione per vivere sempre di più nel presente e nel futuro, passa anche e soprattutto per la tematica della sostenibilità. E la manifestazione Sì Sposaitalia ha saputo raccontarlo nel modo migliore, ospitando un progetto di upcycling molto interessante che ha coinvolto gli studenti del Master in Fashion Design di IED, coordinato da Marina Spadafora - ambasciatrice di moda etica - , e che li ha visti occupati a realizzare dei capi casual da 30 abiti da sposa dismessi che altrimenti sarebbero andati al macero. L'iniziativa è anche un segnale che le cose nel mondo sposa stanno davvero prendendo una nuova direzione. L'obiettivo di tutto questo, infatti, da un lato è formare i designer di domani, e dall'altro ha la grande potenzialità di avvicinare i giovani al mondo sposa, che vuol dire nuove opportunità di lavoro per i ragazzi e supporto alle aziende artigianali che che necessitano di manodopera.

La creazione di Pasquale Montoro - Courtesy press office

Erano dieci gli studenti coinvolti nell'iniziativa, provenienti da tutto il mondo: Nirvana Rahmani, Silvia Marsano, Surabhi Awate, Ines Barreto, Neshat Yeganegi, Pasquale Montoro, Tamara Bregadze, Mariana Maurity, Sophie Kuhar e il vincitore del contest Attilio Pallagrosi, che si è distinto con l’unico outfit uomo formato da un pantalone cargo con capospalla e cappuccio.

«Ci sono due modi per superare il lutto: abbandonarsi o trovare un nuovo sé», spiega il giovane designer. Il look racconta di un incubo in cui la casa d'infanzia viene circondata e da cui il protagonista fugge. Un incontro, però, cambierà il destino del giovane, ormai pronto per la guerra.
La raccolta parla quindi di incubi, traumi e infanzia, scavando nella parte più profonda di noi che spesso ci spaventa.

La creazione di Sophie Kuhar - Courtesy press office

«Indirizzare il percorso creativo verso una strada sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e delle persone coinvolgendo chi, come i giovani designer, quella strada, la sta percorrendo è un obiettivo che rispecchia l’impegno con il quale Sì Sposaitalia Collezioni affronta le sfide del presente, comprese quelle della creatività», spiega Fiera Milano. «Infatti con l’upcycling cambia anche il processo produttivo che, dalla ricerca delle texture, arriva al bozzetto finale, ribaltando il tradizionale iter di creazione e di realizzazione dei capi. La necessità di un’etica nella moda è diventata sempre più pressante anche per le grandi maison che hanno scelto di realizzare capi nuovi con vecchi tessuti o di ridare nuova vita a materiali di scarto dimenticati. Una vera e propria rivoluzione culturale che si traduce in un cambiamento significativo in cui il sinonimo di riuso e circolarità è sempre più il lusso».

La creazione di Mariana Maurity - Courtesy press office

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