L'arte della gioia, la serie tv di Valeria Golino dal libro scandalo di Goliarda Sapienza è un gioiello

Dopo essere stata presentata al Festival di Cannes 2024, uscirà in due parti al cinema e poi arriverà su Sky
L'arte della gioia serie tv
?? 2023 Sky Italia

L'arte della gioia, la serie tv con cui Valeria Golino ci trasmette il proprio sguardo accorato sulle cose, sulle storie, su donne e uomini

Da quando Valeria Golino ha deciso di passare anche dietro la macchina da presa, ogni volta è stata una rivelazione. Prima con Miele (2013), l’opera prima fulminante con protagonista una Jasmine Trinca in stato di grazia, poi con l’altrettanto emozionante Euforia (2018), incentrato su fratellanza, relazioni e memorie da riaccordare. Due gioielli narrativi, a cui ora aggiungere L'arte della gioia, la serie tv di Sky Original e HT Film - tratta dall'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza - che dopo essere stata presentata in anteprima mondiale (e con grande riscontro) al Festival di Cannes 2024 uscirà nella prima parte al cinema dal 30 maggio (la seconda dal 13 giugno) distribuita da Vision Distribution) e poi su Sky.

Si tratta di un’ulteriore certificazione di quanto, la Golino regista (l’attrice la conosciamo da oltre 30 anni nella sua trasversalità e bellezza di ruoli), abbia deciso di trasmetterci il proprio sguardo accorato sulle cose, sulle storie, su donne e uomini.

Un racconto di amore e scoperta, fisica, emotiva, sessuale

Nel centenario della nascita della scrittrice, nasceva a Catania il 10 maggio 1924, L’arte della gioia arriva come una vera illuminazione, una celebrazione visiva (finalmente) di come quel racconto, finora mai portato su piccolo o grande schermo, sia oggi qualcosa di fortemente moderno e contemporaneo, nonostante l’ambientazione, ovvero il 1900. L’anno tondo, in cui a livello letterario, e ora cinematografico, (ri)nasce(va) la sua anti-eroina più curiosa, pura, avvincente, rivoluzionaria, Modesta: una giovane donna, nata da una famiglia povera, in un paese, la Sicilia, che lo è ancora di più. E la serie lo è altrettanto, vitale, drammatica, avventurosa, sfaccettata, e chiaramente al femminile.

Un racconto sul cambiamento, emancipazione e trasformazione, di amore e scoperta, fisica, emotiva, sessuale, il tutto animato da un’attrice sublime come Tecla Insolia, capace di dar spessore, forma e carattere, a quel personaggio. Ma Modesta è oltremodo uno specchio in cui potersi riflettere, capire, indagare, accettare chi è. Lo è nel modo anche di porsi contro una società (allora) oppressiva a patriarcale (c’è il suo rapporto con il padre), nel suo desiderio di superare i propri limiti, di non abbassarsi alle convenzioni, di aggirare i tabù e non piegarsi alle regole. Quando, nella storia, dopo un tragico incidente, finisce in convento, è lì che inizia ad andare oltre, diventa la protetta della Madre Superiora, Suor Eleonora (interpretata da Jasmine Trinca), ma da lì, fuori, volerà poi verso la villa della Principessa Brandiforti (una Valeria Bruni Tedeschi al solito incredibile) per quello che è un percorso intimo, culturale.

Tecla Insolia è Modesta nella serie tv “L'arte della gioia”

Paolo Ciriello

Valeria Golino: «La prima volta che ho letto il libro è stato qualcosa di emotivo, mi ha turbato»

Modesta non ha senso di colpa, non si sente vittima, anzi, tenta di raccogliere le macerie della propria esperienza, e farne un faro di sensibilità, coraggio, azzardo e provocazione. È un miracolo guardarla agire. «La prima volta che ho letto il libro è stato qualcosa di emotivo, mi ha turbato. Reagivo a tutta una serie di fatti e informazioni incredibili, fantasmagorici, persi lì, l’eros, anche a tratti morboso, la sua scabrosità», dice Valeria Golino. Mi è piaciuto, ma non lo sentivo simile a me, ne ero quasi aliena, poi invece l’ho riletto qualche anno dopo. E quando Viola Pestrieri ha preso i diritti del libro e si è rivolta a me, a noi, è stato importante. Tutti i personaggi femminili sono molto interessanti, complicati, fuori dagli archetipi, di un libro che gioca con gli stessi archetipi in continuazione, li rompe. Modesta è un unicum nella letteratura italiana, è oltre la modernità, lei è più avanti di noi, e così mi piaceva una donna così poco edificante, poter raccontare questo femminile con tutti i grandi difetti che di solito si danno agli uomini, che sono sempre antieroi, nei ricordi, e lei ce li hai. Solo che è donna e di solito non se ne parla».

L'arte della gioia - Romanzo

Ma il progetto-serie ha anche un aspetto particolarmente speciale e vissuto, come lo condivide la stessa Golino in un ricordo. «Ho conosciuta Goliarda a 18 anni, sul set del film di Francesco Maselli, Storia d’Amore. Lei era stata la mia coach, di linguaggi, di dizione, ci fu un rapporto con lei molto affettuoso, e io me lo prendevo. Ero piccola, distratta allora, per capire chi era veramente, non avevo letto ancora i suoi libri, mi aiutò molto. Dopo l’uscita del film, la vidi una volta per caso, mi sarei dovuta interessare di più, conoscerla di più, se solo avessi saputo, col senno di poi, il suo essere una mente così originale, alla ricerca della bellezza. Ecco, mi sono persa un’occasione. Penso che la scelta di questa serie, e di darla a noi, è legato anche ad un aspetto sentimentale».

Invece di un film, L’arte della gioia diventa serie. Ma ha ancora senso questo distinguo? In questo caso no. È semplicemente una creazione, immaginata e pensata, scritta poi perfettamente anche dalla stessa Golino, insieme ad un team collaudato composto da Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo. Lo si vede nei dialoghi, precisi e puntuali, che scandiscono il ritmo e l’evoluzione di Modesta, e di quello che le accade intorno, delle esperienze che fa (e ci fa attraversare). È un passato lontano, ma che strizza inevitabilmente lo sguardo al presente.

Valeria Golino sul set de “L'arte della gioia”

Paolo Ciriello

Il cast che fa la differenza: Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca

Su Tecla Insolia abbiamo già detto, si avverte come una rivelazione, e lo dimostra lungo tutta la storia. Ma lo è stata anche ai provini. «Aveva fatto un self tape», racconta la stessa Golino. Ne abbiamo visti centinaia. Un giorno viene a fare un primo incontro, e io so benissimo che non la prenderò. La vedo entrare e dico, “ma che c’entra col mio immaginario, non la prenderò”. Fa il provino ed è incredibile, rimaniamo tutti a bocca aperta, ma io so che non la prenderò. Avevo un’altra zingarella in testa. Ad un certo punto l’ho vista altre volte, i miei casting director mi dicono, “lei sa cantare”. Ha cantato Mi sono innamorato di te, in quell’attimo, davanti al talento, si è fermato il tempo».

Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca, sono le altre co-protagoniste, in diversa misura e intensità. «Valeria è una fuoriclasse, un attrice fuori concorso, è quasi difficile da definire la sua incredibile imprevedibilità - continua la regista - Mentre scrivevamo continuavamo a pensare a lei, sembrava troppo giovane per fare quel personaggio, Valeria è una bellissima donna, ha carica sensuale, è dentro al suo corpo, dunque avevo paura che portasse qualcosa di troppo vigoroso. Quando le ho parlato della serie, lei mi ha chiesto di leggerla, e poi mi ha chiesto di fare quel ruolo. Io dissi, “no, non la puoi fare, ha tantissime caratteristiche”. La risposta fu “Voglio fare un provino”, e io ne facevo tanti. Quando è stato, non c’era nulla da dire, era già lei, stava già facendo il film. Più la tieni e le metti le redini, e più  senti i suoi muscoli, che vuole scappare. È un cavallo di razza, una potenza che si condensa ed è bellissimo dirigerla. Con Jasmine Trinca ormai siamo abituate, mi è apparsa in sogno, il ruolo sarebbe stato suo».

Valeria Bruni Tedeschi è la Principessa Brandiforti

Paolo Ciriello

Energia e il privilegio incarnato. «Valeria è magnetica», ha detto la stessa Trinca. «sono come attratta da qualcosa che è nel cinema, come lei guarda le cose. Il mio ruolo, Madre Eleonora, rinchiusa in convento perché ha peccato di amoralità, è un vero specchio di Modesta, e lei stessa lo. Questo è è un racconto acquisito nel femminile, da non guardare come non un evento di rottura, in cui il desiderio di Modesta, non solo è lecito, ma è possibile. Mi auguro che questo film possa svelare anche agli uomini una diversità, che è evidente, ma un’altra possibilità, un altro orizzonte».

Ora, in attesa che la serie esca, si pensa già al futuro, già perché il libro consta di quattro parti, e qualcosa (già) ci dice che questo primo atto, diviso in due parti, possa innescare un nuovo movimento seriale, più articolato, complesso, bello.

Jasmine Trinca è Suor Eleonora

Paolo Ciriello
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