I migliori momenti del Festival di Venezia 2024 secondo me. Le star che ho conosciuto, i film che ho visto. E gli Oasis

Tra Guadagnino e Almodovar scelgo Patti Smith
migliori momenti Festival di Venezia 2024
JB Lacroix

I migliori momenti del Festival di Venezia 2024 secondo me. Le star che ho conosciuto, i film che ho visto. E gli Oasis

Chi vince la mostra quest'anno, si chiedono tutti. Io la Palma d'Oro la darei all'artista Patti Smith, 77 anni, che l'altra sera, quasi in segreto, si è esibita davanti a un centinaio di spettatori sulla piattaforma del Cinema Galleggiante, posizionato davanti alla Giudecca. "Come on now, try and understand / The way I feel when I'm in your hands / Take my hand, come undercover / They can't hurt you now / Can't hurt you now, can't hurt you now / Because the night belongs to lovers", ha cantato, ricordando il suo pezzo più famoso Because the night e il grande amore della sua vita, il compagno Fred scomparso 30 fa. Poco prima, nel video Corrispondences, nato in collaborazione con il collettivo di artisti Sound Walk, aveva menzionato con voce ferma e inconfondibile, tutte le specie animali scomparse dal suo anno di nascita, il 1946 a oggi. «Non mangio più né carne e né pesce, che cosa vogliono gli adulti ancora da noi?», chiedeva all'amica una ventenne seduta dietro di me. Grazie al suo sostegno Isola Edipo e Fondation Cartier hanno reso possibile lo spettacolo e anche il trasporto su barche a remi che sembravano foglie, talmente sottili che al ritorno - un po' brilli - qualcuno ha seriamente rischiato di ribaltarsi.

Patti Smith al Festival di Venezia 2024

Andreas Rentz/Getty Images

Patti Smith sulla piattaforma del Cinema Galleggiante

Valeria _Necchio

La piattaforma del Cinema Galleggiante

Colonne sonore

Sfida sul red carpet prima, e alla consolle dopo tra la serie di Sky M, il figlio del secolo di Joe Wright e il film Iddu, L'ultimo padrino, proiettati lo stesso giorno alla Mostra del cinema. Al Des Bains per più di due ore, a sorpresa, si è esibito Tom Rowlands dei The Chemical Brothers, autore della colonna sonora della serie, che ha avuto il merito di portare - e tenere per più di due ore - in pista tutti, dal protagonista Luca Marinelli con la moglie Alissa Jung (più ballerina di lui, merito anche delle sue Birkenstock che a metà serata molte le invidiavano più che il marito) al regista Joe Wrigh, il produttore Lorenzo Mieli e lo scrittore Antonio Scurati. A due chilometri da lì, al Sabia Venice, in consolle invece è salito Lorenzo Urciullo in arte Colapesce, anche lui autore della colonna sonora della pellicola in concorso. Ad onorarlo in pista c'era tutto il cast, perfino Tony Servillo di solito restio ai festeggiamenti pubblici. Il più tiratardi è stato Elio Germano, rimasto al party quando tutti chiamavano i taxi per tornare in albergo. Compresa la sottoscritta.

Luca Marinelli e Alissa Jung al Festival di Venezia 2024

Alessandro Levati/Getty Images
Dilemma

«Chi è dei due secondo te?». I registi Damiano e Fabio D'Innocenzo, autori della raffinata serie Sky Dostoevskij, sono andati via dalla Mostra del cinema in momenti distinti, Fabio con la sua compagna, l’attrice Carlotta Gamba, mentre Damiano è rimasto un giorno in più per aspettare la sua, la poetessa Ilaria Caffio. Poco è bastato per seminare il panico tra gli addetti ai lavori che non sapevano come approcciarlo.

Gli Oasis

Cate Blanchett, Aaron-Taylor Johnson, Kaya Scodelario, Sadie Sink, Chase Stokes, Laura Chiatti, Vittoria Puccini, Alessandra Mastronardi, Richard Gere, Gianmarco Tamberi, Victoria de Angelis, erano tutti presenti all'Armani Beauty party all'Arsenale, e posso affermarlo con certezza perché li ho incontrati uno a uno nel privé a cui si accedeva con un ambito braccialetto rosso. Ma l'unico di quella sera che non dimenticherò è il produttore Martino Benvenuti di Cattleya, che mi ha confidato come grazie all'aiuto di un suo collaboratore è riuscito ad accaparrarsi quattro introvabili biglietti per il concerto degli Oasis, due per la data di Londra e due per quella di Manchester. Neppure l'arrivo a sorpresa di Richard Gere a mezzanotte e il suo cordiale «Hi» - mi trovavo sulla banchina mentre attraccava - è riuscito ad attenuare il mio sentimento d'invidia per lui.

Cate Blanchett al Party di Armani Beauty

Daniele Venturelli/Getty Images

Richard Gere e Alejandra Silva al Party di Armani Beauty

DAVIDE GALLIZIO

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Asta con Richard

C’è a chi non basta una vita, io invece questa settimana Richard Gere l'ho incontrato due volte. Dopo i party di Armani Beauty l'ho sentito parlare con trasporto alla cena benefica di Amfar, all'Aeroporto Nicelli del Lido di Venezia, cornice della serata. Sul palco, a favore dei diritti umani è salito anche Antonio Banderas e dopo di lui Eva Longoria. In sala c'era la top model Stella Maxwell, la performer Rumer Willis, l'attrice Kate Beckinsale, e la mitica Kelly Rowland che più tardi ha fatto ballare tutti. Io ero ospite al tavolo dell’imprenditrice Carolina Neri, come anche il produttore Francesco Melzi d'Eril e l'amministratore delegato del Gruppo Colorado Film Alessandro Usai. Doveva essere con noi anche tutta la famiglia Castellitto ma pare abbia avuto un contrattempo. Il momento più entusiasmante è stata l'asta benefica che ha visto aggiudicarsi opere d'arte di Andy Warhol, Kenny Scharf, Sean Koons, Fred Allard e Niclas Castello, un viaggio in Africa e orecchini di brillanti e smeraldi di Chopard. Tutto dagli 80 mila dollari in su.

Una delle opere battute all'asta durante l'Amfar

Fuori dal set

Ho ancora negli occhi la stretta di mano e lo scambio di intesa tra Nicole Kidman e il suo partner del film Harris Dickinson, durante gli infiniti minuti di applausi in sala dopo la visione del film Babygirl. Troppo divisivo per vincere la Palma, ma mi colloco nella fascia degli entusiasti per l'opera della regista Halina Reijn. Tratta di equilibri di potere che cambiano, se sei una donna adulta e di successo. «Sei la mia Babygirl», dice nel film il ventenne alla cinquantenne. A vedere la complicità dei due in sala, forse non solo sul set.

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Palma d'Oro allo Chef

Il mio palato ancora ringrazia lo chef due stelle Michelin Emanuele Scarello, che dopo la proiezione di Babygirl ha preparato la cena per una sessantina di ospiti tra cui me, dando il via alla serata con un aperitivo a base di cicchetti veneziani rivisitati. Poi ha fatto arrivare sui tavoli spaghettini ai frutti di mare, vitello al rosa, polvere di alici e salsa d’uovo, e per finire un cremoso allo zafferano. Piatti preparati con ingredienti a chilometro zero, provenienti dall'orto di proprietà intorno al ristorante. Il ristorante è Agli Amici Dopolavoro sull'Isola delle Rose. Palma d'oro per lui.

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Ultimo drink, anzi no

Ho ancora nelle orecchie gli applausi in Sala Grande per The Quiet Son (in francese, Jouer avec le feu) delle sorelle registe Delphine e Muriel Coulin. Potrebbe vincere qualcosa, dicono i beninformati, perché è una storia familiare che non conosce confini. Ma anche gli oltre 10 minuti di applausi sono un segnale di interesse. L'attore francese Vincent Lindon interpreta un padre vedovo di due figli ventenni, Benjamin Voisin e Stefan Crepon, due attori in forte ascesa in Francia. Soprattutto Benjamin, il protagonista, che sembra avere tutte le carte per sfidare in talento il
collega Timothée Chalamet. Anche nello stile, visto che per il red carpet indossava un completo color cipria Saint Laurent e gioielli Boucheron. Ammetto di non aver resistito a una foto con lui poco prima della cena col cast al ristorante Il Valentino, per cui ringrazio Casa Marrazzo e il produttore Andrea Romeo di I Wonder, che mi hanno voluta con loro. A tavola nessuno ha rinunciato al vino e a un certo punto Vincent Lindon voleva continuare la serata all'Harry's Bar. Peccato che alle 23 Arrigo Cipriani avesse già chiuso le saracinesche e non se n'è fatto niente.