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Salone del Mobile 2024: Molteni festeggia i suoi 90 anni con un party all'Hangar Bicocca

È il compleanno di una family company - alla terza generazione - che non smette di rinnovarsi. La sua storia è raccontata in un libro presentato proprio in occasione della design week e di cui abbiamo parlato con Giulia Molteni
Molteni celebra i suoi 90 anni con un party all'Hangar Bicocca
Foto courtesy Molteni

Molteni compie 90 anni. E li celebra con party esclusivo e un libro fuori dagli schemi

Non capita tutti i giorni di ballare tra i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Ed è davvero un'esperienza! Molteni, per celebrare i suoi 90 anni, ha scelto il Pirelli Hangar Bicocca di Milano, un edificio ex industriale oggi uno splendido spazio espositivo che ospita il capolavoro del maestro tedesco. E qui è andata in scena la festa tra ospiti provenienti dal mondo del design e non solo: un lungo black carpet, una cena gourmet sui tavoli imponenti disegnati da Vincent Van Duysen, direttore artistico di Molteni, una suggestiva performance di danza moderna, coordinata dal coreografo Thomas Signorelli, e per finire un vivace after party con DJ set curato da Matteo Ceccarini.

Beda Ackerman e Jeff Burton

Giulia Molteni e Vincent Van Duysen

Matteo Daltri

Matteo Ceccherini ed Eva Riccobono

Ron Gilad, Francesca Molteni, Vera Rossi

Matteo Daltri

Con Van Duysen Alex Riviere, Christian Sieber

Matteo Daltri

Blanca Mirò

Andrea Molteni, Vincent Van Duysen, Carlo e Giovanni Molteni

Matteo Daltri

«Questo è un anno speciale per noi», mi ha spiegato Giulia Molteni, chief marketing officer della società fondata dai suoi nonni, Angelo e Giuseppina, nel 1934. «Festeggiamo i 90 anni con un libro fuori dagli schemi, Molteni Mondo. An Italian Design Story, edito da Rizzoli New York: proprio per raccontare il bello dei nostri prodotti abbiamo coinvolto un direttore creativo del mondo della moda, Beda Achermann, che a sua volta ha scelto un fotografo artista californiano, Jeff Burton, e insieme hanno articolato la struttura narrativa del volume come fosse un film che, scena dopo scena, esplora i protagonisti e gli oggetti del nostro made in Italy».

Molteni Mondo. An Italian design storyFoto di Jeff Burton

A Giulia piace molto l’idea di mettere in scena la bellezza. L’ho incontrata, qualche tempo prima dell'evento nell’headquarters dell’azienda Molteni&C a Giussano che – tra uno showroom su tre piani, un museo appena rinnovato e un padiglione dedicato alla visione dei video d’azienda – di quella bellezza tipica dei pezzi design ti riempie gli occhi.

Tobia Scarpa dal libro Molteni Mondo. An Italian design storyFoto di Jeff Burton

«È un libro artistico che vuole andare al di là della nostra storia per diventare un omaggio ai grandi designer che hanno lavorato con noi, da Gio Ponti – a cui è dedicato un inserto speciale – a Tobia Scarpa, da Ron Gilad a Jacques Herzog, da Jean Nouvel a Patricia Urquiola fino a Vincent Van Duysen». Sì, perché di fatto l’azienda, dopo aver importato per prima già negli anni 50, in Brianza, la cultura tedesca della produzione in serie, negli anni 60 è stata pioniera – insieme a poche altre del distretto del mobile – anche nell’affidarsi al contributo di progettisti esterni, spesso stranieri, per il design dei suoi arredi.

Aldo Rossi, Interno Milanese con persona che osserva il Duomo, 1989Copyright Eredi A. Rossi, foto courtesy Fondazione A. Rossi

E il successo è stato innegabile fin dal primo momento. «Erano e sono il nostro sguardo sul mondo che poi qui a Giussano si trasforma in progetti concreti», continua Giulia. «Fu il nonno, tra l’altro, a voler dare ai valori del nostro made in Italy un palcoscenico internazionale: fondò prima la Selettiva di Cantù, una sorta di pre-Salone con giurati del calibro di Gio Ponti e Alvar Aalto. E poi, nel 1961, fu tra i founder del Salone del Mobile di Milano».

Molteni Mondo. An Italian design storyJeff Burton

Negli anni questa azienda ha continuato a crescere diventando un gruppo con l’acquisizione di altre realtà industriali della zona come UniFor, Dada e Citterio. Nel 2020 i due fratelli Carlo e Piero, presidente e amministratore delegato di Molteni Group il primo e presidente di UniFor il secondo, hanno vinto, non per caso, il Compasso d’Oro alla Carriera, della XXVI edizione. E nel frattempo è entrata in gioco la terza generazione.

«Mio fratello, mio cugino e io lavoriamo insieme», mi spiega Giulia che, prima di arrivare nella family company, dopo una laurea in Economia all’Università Bocconi, si è trasferita a New York dove ha lavorato per quattro anni da Loro Piana, ha girato gli Stati Uniti e ha conosciuto a fondo il modo anglosassone di fare business. «La moda è un ambito che ho sempre trovato divertente. Personalmente non sono aggiornatissima sulle nuove tendenze, ma mi piace la creatività in assoluto e quella della moda la trovo di grande ispirazione per noi». Il suo look ideale? Piuttosto classico e formale in azienda. «Amo i blazer ravvivati da camicie coloratissime», dice. Oggi Giulia ha un marito avvocato penalista e tre figli – Edoardo di 12 anni, Maria di 9 e Vittoria di 4. «Eravamo tre figli in famiglia e ho replicato il modello», dice sorridendo. «Naturalmente non è semplice trovare il giusto equilibrio tra famiglia e lavoro in un’azienda come questa, ma sono i bambini a darmi una grande energia e forse anche il senso delle cose: è più bello lavorare con l’obiettivo di trasmettere loro un’azienda prospera, pronta ad affrontare le sfide del futuro».

I pezzi preferiti da Giulia

sedia-04.tif

Tra i pezzi che Giulia preferisce in assoluto della sua azienda ne cita senza esitazione quattro e me li racconta così: «Il Carteggio di Aldo Rossi del 1987 è una sorta di secretaire d’ispirazione neoclassica, ma ipercontemporaneo, che ha fatto bella mostra di sé all’ingresso di tutte le case che ho vissuto.

La sedia Glove di Patricia Urquiola nasce con l’idea di essere calzata come un guanto – e da qui il nome; il tavolo scultura Arc di Foster & Partners che è una mini architettura, ispirata alle tensostrutture contemporanee e realizzata in un materiale super innovativo, il light concrete, una sorta di cemento alleggerito.

E, senza dubbio, la Love Chair di Gio Ponti del 1954 disegnata per Villa Planchart a Caracas, una famiglia di collezionisti venezuelani per cui progettò l’architettura e tutti gli arredi interni. Era così bella che entrò subito in produzione e, dall’anno scorso, è disponibile anche in versione outdoor».

La Love Chair di Molteni, dal libro Molteni Mondo in una foto della XI Triennale PFoto Oliver Helbig, Courtesy Gio Ponti Archives

È questo, l’outdoor, uno degli ambiti di esplorazione più interessanti degli ultimi anni per il Gruppo, che al Salone 2024 presenta pezzi nuovi e in particolare il loro primo divano componibile studiato per l’esterno da Yabu Pushelberg, uno studio di design internazionale con uffici a Toronto e a New York. Le collaborazioni con i designer  all’avanguardia nel mondo, dunque, continuano.

Collezione outdoor Molteni 2024

Filippo Zambelli

E saranno anche queste, un giorno, raccontate nel Museo dell’azienda, un padiglione di vetro trasparente nell’headquarters di Giussano, progettato da Ron Gilad e appena inaugurato nella sua nuova versione che mette appunto in scena la bellezza di questi “primi” 90 anni.

Museo Molteni

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