IED Avant Défilé 2024: tutti i migliori look e i premiati tra i talenti della scuola di Milano
Per due giorni gli addetti ai lavori e i passanti hanno potuto scoprire le collezioni dei talenti di IED, sede di Milano in mostra con IED Avant Défilé 2024
IED Avant Défilé 2024, andato in scena nel cuore di Milano, ha messo in scena la creatività dei talenti della scuola milanese
Palazzo Giureconsulti, a pochi passi dal Duomo di Milano, ha accolto la due giorni che svela la creatività dei migliori talenti della sede milanese di IED: come ormai tradizione, infatti, la scuola di moda ha scelto di ampliare il pubblico cui presentare gli studenti e i loro lavori, così per 48 ore gli studenti hanno raccontato le loro ispirazioni a chiunque entrasse nel palazzo. Gli ospiti e i passanti sono stati anche invitati a votare la loro collezione preferita, così sono stati annunciati alla fine dell'evento i preferiti di stampa, pubblico ed esperti del settore.
Olivia Spinelli, Head of Fashion School IED Milano, che ha curato anche la direzione artistica dell’evento, ha spiegato: «I nostri diplomandi hanno accolto una grande sfida, lanciata direttamente dal cuore di Milano: quella di aprirsi con coraggio e responsabilità a un pubblico ampio, di conoscenti e non solo, spiegando - ciascuno con il proprio linguaggio e la propria estetica - cosa significhi progettare e cosa stia dietro al pensiero che si tramuta, attraverso il Design, in azione. Come scuola orgogliosamente italiana trasmettiamo ai nostri studenti e
studentesse una metodologia che è figlia della nostra cultura, con uno sguardo sempre aperto allo scambio e alle commistioni e che va oltre il solo lavoro. Citando Ettore Sottsass - da un decalogo inedito del 1994, intitolato Design: come saranno i fiori funzionali? - ‘il Design in Italia non è una professione, è un modo di vivere’».
E, proprio esempio lapalissiano della necessità per i designer di vivere connessi con la realtà ma anche della capacità dei designer stessi di svelare lo Zeitgeist, le installazioni dedicate agli stilisti hanno svelato i grandi pensieri degli studenti relativi al mondo d'oggi: il lavoro e la famiglia, i ricirdi del passato e il desiderio di ricostruzione. Così “Azione di cura” di Alessia Ferrucci, che punta a nobilitare i gesti di addetti alle pulizie e domestici è stata esposta poco lontano da “3K” la collezione di Marco Servedio, ispirata al lavoro nei cantieri e che pone l’accento sulla sicurezza e sulla prevenzione dei rischi, vincitrice del il Premio del Fashion System, assegnato dal cavalier Mario Boselli di Luxury Jersey.
L'artigianalità e il ritorno a luoghi e tecniche antiche è il filo conduttore degli altri due premi: quello della Stampa è andato a Emma Baroni e alla collezione “Je vois encore” ispirata all’ambiente e alla cultura contadina delle valli del Trentino, mentre il Premio del Pubblico è stato vinto da Matteo Gagliano e al suo “Cicardian Rhythm”, collezione omaggio al sogno e al notturno e ancora all’artiginanalità perché il damasco e la lana di pecora grezza dei cuscini si trasformano in giacche, canottiere, gonne e copricapi.
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