foto x invisibili

Anna Maria Gioria


Sicuramente con il mio modo instabile e poco armonico non sono una persona invisibile, a causa di un parto asfittico che mi ha provocato un trauma alla parte del cervello che controlla i movimenti. Desidero ardentemente poter aiutare chi si trova in una condizione simile o peggiore della mia. Ho conseguito 2 lauree: una in pedagogia (1992) e una in scienze della formazione (1998). Nel 2000 sono stata protagonista del calendario ”Angeli Nudi”, dove ho posato in fotografie in cui appaio in fotografie provocanti, per sensibilizzare l’opinione pubblica che anche una donna con disabilità può essere al pari di una star. Nel 2010 ho pubblicato il mio libro autobiografico “Una Storia che non sta in piedi”. Dal 2002 lavoro nel gruppo Rizzoli /Corriere della Sera.


Non ci  poteva essere una denominazione più appropriata di “In sella alla cultura”  per il progetto innovativo, volto alla valorizzazione del patrimonio culturale, naturalistico, rurale e produttivo della zona di  Mont Emilius, in Valle D’Aosta. I Comuni di Jovencan, Gressan e Aymavilles durante l’estate hanno organizzato cinque appuntamenti, l’ultimo si terrà il 28 settembre, per far conoscere lo stesso territorio poco noto, nonostante la vicinanza a Aosta, ma altrettanto interessante, con una storia e un patrimonio singolare e prezioso.

“In sella alla cultura”, progettualità particolarmente attenta all’inclusione delle persone con disabilità, consiste  in cinque escursioni in bicicletta, per lo più a pedalata assistita, non solo per favorire un turismo accessibile, ma anche per far raggiungere, e quindi conoscere, i luoghi più impervi anche da chi ha delle difficoltà motorie.

Proprio in nome dell’inclusione  c’è un appuntamento,  “RE-moveON” il 28 settembre (dopo quello del 18 agosto)  organizzati per tutti, con una particolare attenzione per le persone con disabilità e per gli  anziani, che desiderano provare le biciclette messe a disposizione, come  hand bike, tandem, tricicli   e side by side.

L’obbiettivo del progetto è promuovere il territorio, utilizzando  le varie soluzioni  offerte dalle tecnologie  di oggi, grazie alle quali è possibile provare, confrontarsi e scoprire un modo diverso di muoversi.

Il brand del progetto “RE – moveON”, è stato coniato da Corrado Pedelì, professionista del settore,  perché incarna molto bene la finalità: dall’inglese  significa  “andare avanti”, “ri – muoversi”, “torna a muoversi”. Infatti, il vero scopo dell’utilizzo  delle biciclette è proprio quello di dare la possibilità di andare avanti, rimuoversi alle persone con disabilità.

Un altro obbiettivo del progetto è la promozione di una società inclusiva,  dove ognuno possa godere delle attività e del benessere. Infatti, l’andare in bicicletta, molte volte, rappresenta un momento condiviso con  i famigliari, gli amici o gruppi sportivi.

Tra le  biciclette di diverso tipo  usate, particolarmente utili sono quelle a pedalata assistita in  quanto permettono anche a chi ha delle difficoltà motorie di esplorare i territori più impervi.

“RE- moveON” è una progettualità di ampio respiro che va oltre alla collaborazione dei tre comuni sopracitati, consiste nella partecipazione di molte realtà, sia pubbliche, sia private. Significativo è l’apporto del Comune di Morgex, che  ha messo a disposizione il proprio tandem a pedalata assistita, solitamente utilizzato per “Diverse bici”, progetto, promosso all’interno delle scuole, per favorire l’inclusione e l’attività sportiva di persone con disabilità.

Il progetto, presentato congiuntamente dai tre comuni sopracitati è realizzato da Bike4Heritage, con la collaborazione di C’era l’Acca Società, cooperativa sociale che si occupa di turismo accessibile. Inoltre, è stato reso possibile anche grazie al contributo economico del Consiglio Regionale della Valle  d’Aosta, CVA e l’Unitee Comunes Valdotaines  Mont Emilius3, e al sostegno dell’istituzione scolastica Isiltep,  il Comune di Morgex e la Polisportiva DisVal che ha donato le biciclette.

“E’ stata una bella soddisfazione vedere la grande partecipazione all’incontro di agosto , ma soprattutto respirare l’atmosfera gioiosa che si è creata all’interno del gruppo organizzativo e tra i partecipanti – dichiara Michelle Bionaz, assessore all’istruzione e alla cultura del Comune di Jovencan – questo rappresenta l’anno zero e una sorta di bussola su cui orientare la futura programmazione. E’ mia volontà proseguire, ampliando la rete di associazioni di settore e, eventualmente, la collaborazione con altri Comuni, in modo che, In sella alla Cultura e “RE-moveON” , in particolare, diventino un appuntamento fisso che caratterizza il nostro territorio, stimolando iniziative che includano il maggior numero di persone, al di là dei loro limiti fisici, sensoriali e intellettivi, in modo che tutti possano usufruire della cultura e della bellezza che caratterizza il nostro territorio, perché si  diffonda, al contempo, un senso positivo della relazione e della comunità’”.

Toccante è la chiacchierata di “InVisibili” con Daniele Matterazzo, trentaquattrenne padovano, a pochi giorni dal suo ritorno dalla traversata in solitaria  della Groenlandia ovest, “The polar Route”; le sue parole sono intrise  di soddisfazione, orgoglio e felicità. Daniele non è un escursionista qualunque, all’età di 15 anni, in  seguito a  un grave incidente stradale, ha compromesso seriamente l’utilizzo  della spalla, dell’avambraccio e della mano sinistra, rischiandone l’amputazione. A 15 anni di distanza dal drammatico infortunio, Matterazzo è riuscito a accettare e “superare” la propria disabilità, con cui convive tutt’ora, facendo lunghi tragitti a piedi in solitaria per terre remote, durante i quali  ritrova il coraggio di mettersi in gioco e sfidare se stesso. Tra il 2020 e il 2021 ha compiuto i suoi primi importanti cammini, Santiago e la via Francigena;  si è poi dedicato a attraversate impegnative nell’Europa del Nord: Svezia, Irlanda, Lapponia e lo scorso gennaio ha percorso l’Islanda da nord a sud di cui abbiamo parlato nell’articolo in questo link //invisibili.corriere.it/2024/01/31/due-disabilita-e-limpresa-di-attraversare-lislanda-la-lezione-di-daniele-e-simone-arriva-in-parlamento/.

Si può affermare che la scelta dell’ultima meta, la Groenlandia appunto, è stata da parte di Daniele una decisione abbastanza azzardata.  È l’isola più grande del mondo, ma, allo stesso tempo, la meno popolata; un territorio decisamente primordiale, costituita da elementi naturali poco consoni all’uomo, come l’80% della superficie ricoperta da ghiaccio, solamente 56 km di strade in tutta la nazione e pochissimi centri urbani concentrati, per lo più, sulle coste. Sicuramente una traversata in un simile contesto non è facile per nessuna persona “normodotata”, immaginiamo per Daniele che ha una mobilità, e quindi un’attività, alquanto ridotta dell’arto superiore sinistro. Il nostro esploratore è riuscito a trovare degli accorgimenti e delle strategie, grazie alle quali è riuscito in completa autonomia a portare a termine la sua impresa.

Daniele, sei tornato a casa da pochi giorni, come ti senti, sensazioni, emozioni? Se dovessi fare un bilancio del tuo viaggio in Groenlandia, qual è?  

Sicuramente è stata un ulteriore avventura positiva ed arricchente da aggiungere all’elenco delle esperienze vissute, anche se devo ancora sedimentare buona parte di ciò che è stato.  Ho notato di essere ritornato con una maggiore motivazione. Riprendendo i miei allenamenti settimanali, mi sono reso conto di metterci molto più’ impegno e costanza.  Il bilancio finale dell’ esperienza la definirei neutra anche se positiva: un’ avventura molto simile a quelle precedenti che ho fatto nel Nord Europa per diversi aspetti, paesaggio, meteo,  tracciato e condizioni di cammino. In particolare, l’ ho trovata alquanto  simile alla Lapponia Svedese, dove ero stato 2 anni fa. Mi aspettavo molto di più da questa attraversata, sono sincero, ma, mi sono reso conto di essere partito con troppe aspettative…. e si sa che le aspettative non sono mai buoni compagni di avventura. Il lato sfidante è venuto un po’ a mancare; bene o male erano tutti aspetti che avevo già  vissuto. L’unico brivido e differenza esclusiva di questo percorso era sapere di essere nella terra dell’orso bianco che potenzialmente avrei potuto incontrare lungo il mio tragitto.

La scelta di affrontare l’attraversata del Groenlandia non è sicuramente alla portata di tutti e non è così scontata. Perché hai deciso di affrontare questo viaggio? Quali accorgimenti e ausili hai utilizzato?

La Groenlandia era un sogno nel cassetto, era una di quelle terre nordiche che non vedevo l’ ora di scoprire quanto prima. Mi affascinava molto la sua posizione; il fatto che per 80% fosse ricoperta da ghiacci; la sua parte cosi remota e selvaggia in un territorio incontaminato ricco di fauna artica. Possedeva fattori e caratteristiche affascinanti che speravo fossero e divenissero proprio il valore aggiunto che avrebbe differenziato questa avventura dalle precedenti. Gli accorgimenti e gli ausili utilizzati sono stati quasi nulli, nulla di nuovo,  se non aver tentato di attraversare un grande lago con una canoa utilizzando una fascia elastica per simulare la presa della mano sinistra nell’afferrare la pagaia. Tentativo finito irrimediabilmente male, visto che dopo solo una decina di metri, ho perso  il baricentro della canoa e ho  iniziato ad imbarcare acqua da un lato, bagnandomi e bagnando lo zaino. Fortunatamente, il tutto è accaduto non troppo lontano dalla costa… non oso immaginare cosa sarebbe successo se fosse capitato in centro lago….

Durante il viaggio c’è stato un momento particolarmente difficile in cui hai pensato di abbandonare tutto?

I momenti difficili sono stati diversi, ma, per fortuna, non ho mai pensato di abbandonare tutto e tornare a casa. Scelgo ed intendo sempre portare a compimento i miei progetti nel bene o nel male. Anche se avessi voluto… non è mai così semplice abbandonare fisicamente questi percorsi una volta iniziati, non avendo centri abitati nelle vicinanze e non incontrando mai vie di fuga fino all’ arrivo. Abbandonare queste tipologie di attraversate è possibile unicamente servendosi dell’ intervento di soccorritori e dell’ elicottero, intervento che posso eventualmente avvertire e richiedere per mezzo di strumentazioni satellitari e pagando grosse somme di denaro. La grande difficoltà di questa avventura è stata dettata dal terreno calpestabile che per centinaia di chilometri non presentava mai un vero e proprio fondo stabile e asciutto, ma continui acquitrini costanti riversati su muschi e vegetazione in cui si sprofondava a ogni passo con estrema facilità, con i piedi bagnati, rimasti cosi dall’ inizio alla fine del percorso.

Qual è la cosa  più bella del viaggio che ti sei portato a casa?

Maggior motivazione, determinazione e  costanza. E’ ancora presto per dirlo ma sono stati aspetti riconosciuti fin da subito e che ho messo in pratica fin dal primo giorno, una volta tornato.

Hai già in mente la prossima meta?

Certamente. Ho una lunga lista di terre e nuove avventure da voler scoprire da programmare nel tempo, in base alla preparazione e alle esperienze accumulate. Le prossime avventure immagino saranno svolte in stagioni diverse da quelle fin’ora usufruite (estate) andando cosi a ricercare volutamente nuove condizioni, situazioni e nuove difficoltà fin’ora non ancora viste.  Il tempo e la volontà  mi sapranno consigliare e indirizzare, ma non nego possano nascere nuovi intenti e sfide personali non solo legate a lunghe attraversate a piedi a partire già dal 2025. Ho già qualche idea in proposito, ma non mi sbilancio ad annunciare ancora nulla.

Grande è la trepidazione di questi giorni per l’inizio della Paralimpiadi 2024 a Parigi;  da qualche anno i Giochi Paralimpici non  sono più considerati “figli di un Dio minore”. I risultati raggiunti nelle scorse edizioni, il grande impegno, le emozioni dei campioni paralimpici  hanno reso la manifestazione  autonoma, importante e festosa.  A riprova di ciò, a pochi giorni dall’inizio della nuova edizione, che si terrà il 28 agosto, è uscito il libro “Adele e Oliver – Il vento dei sogni”  di Paul Sterling ( AEDE BOOKS).
(altro…)

Essendo originaria e amante del Lago D’Orta (Piemonte), vado fiera delle iniziative promosse sul territorio a favore delle persone con disabilità, e ne scrivo sempre con una punta di orgoglio. Già un paio di anni fa nell’articolo //invisibili.corriere.it/2022/09/28/lacqua-che-abbatte-ogni-barriera/  avevo parlato di una giornata dedicata agli sport acquatici che si era svolta presso la Canottieri Lago D’Orta.
(altro…)

Rendere i servizi turistici più accessibili non è solo una questione di responsabilità sociale, ma è anche un valido motivo per far si che il turismo italiano sia più competitivo in Europa. Parte da qui l’impegno di OpenCity (https://www.opencityweb.it/), piattaforma realizzata in  Basilicata. OpenCity  è stata ideata e concretizzata da Città Essenziale, consorzio di cooperative sociali di Matera; e fa parte di un progetto di più ampio respiro, finalizzato  a dare un’offerta  turistica adeguata a tutti, anche alle persone con disabilità o con particolari esigenze. (altro…)

In prossimità del Ferragosto, ritorniamo a occuparci dell’accessibilità delle spiagge, con un ulteriore aggiornamento rispetto a quello effettuato a giugno (//www.corriere.it/spiagge-per-disabili/). L’occasione è la promozione che di quasi duecento spiagge accessibili (ottantasette pubbliche e centosette private), in Sicilia. (altro…)

È sufficiente che una spiaggia sia accessibile per far sì che le persone con disabilità possano veramente godersi la vacanza? Una risposta può arrivare dalla buona prassi “Un Bagnino per Amico”  di Cervia.  Il progetto, anche se è nato una ventina d’anni fa, resta innovativo e ha lo scopo di far godere in pieno il tempo trascorso sulla sabbia e in mare dai bagnanti con disabilità, in totale sicurezza.
(altro…)

Una grande soddisfazione, quella di un paio di mesi fa, vissuta dagli Sharks Monza  una delle più importanti realtà di hockey in carrozzina d’Italia, per aver ricevuto dal proprio Comune una targa “per gli eccellenti risultati sportivi raggiunti nel 2023”. Da tredici anni  consecutivi è nelle prime quattro squadre  d’Italia . Ma gli Sharks Monza non sono solo questo, ma molto di più. (altro…)

L’invito era più che allettante: assistere a una rappresentazione dell’”Aida” all’Arena di Verona. E’ stata un’esperienza davvero unica ed entusiasmante, perché  oltre a godermi lo spettacolo diretto da Marco Armiliato  e firmato per la regia da Stefano Poda, ritenuta la versione più avveniristica, ho potuto vivere in prima persona  “Arena Per Tutti”, considerato il progetto più inclusivo in Italia e uno dei primi  a livello europeo.  La singolare progettualità è nata dalla collaborazione tra la “Fondazione Arena di Verona” e ”Accessibility Partner Muller” per  rendere gli spettacoli il più possibile accessibili a tutte le persone, comprese quelle con disabilità, partendo dal presupposto che il canto lirico  è  Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO e pertanto  deve essere fruibile a tutti, senza alcuna discriminazione. Il vero scopo è quello di far vivere a chiunque la bellezza e il piacere più puro che offrono rappresentazioni, come “L’Aida”, ”Il Barbiere di Siviglia e “Carmen” . (altro…)

Non c’è dubbio che le emergenze degli ultimi anni, il COVID 19, le guerre e il cambiamento climatico abbiano avuto un impatto negativo sulla vita di tutti. Certamente, le persone con disabilità, e in particolare le donne disabili, hanno subito ripercussioni molto più gravi; per far fronte a questa situazione, il 1° marzo scorso, il Forum Europeo della Disabilità (EDF) ha pubblicato il “Terzo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità dell’Unione Europea”.  In nome dei diritti umani delle ragazze e delle donne disabili viene chiesta una particolare attenzione, finalizzata alla promozione della loro empowerment , leadership e protagonismo. (altro…)