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TRA INDIA E AFRICA

Centinaia di occhi turchesi pennellati di bianco che guardano il cielo azzurro dalla superficie blu dell’oceano. Questo sembrano le Maldive viste dall’alto. Cercarle sul mappamondo o cliccando su Google Maps è impresa temeraria anche se l’arcipelago (400 x 100 miglia) si allunga dal Sud dello Sri Lanka fino a superare di poco l’Equatore. Ciò che appare è solo un’ombra, un accenno. Sono infatti minuscole queste isole, ma sono tantissime: 1192, secondo il conteggio ufficiale del governo maldiviano, anche se per la verità tenerne il conto non è cosa facile dato che la fucina che ha iniziato a generare le Maldive 60 milioni di anni fa è ancora work in progress, con isole coralline che continuamente scompaiono e altre che affiorano ricalcando le dimensioni degli antichi vulcani – ormai sommersi – sui cui profili costieri, man mano che sprofondavano, sono cresciuti i coralli formando gli atolli. Ventisei anelli per l’esattezza - ciascuno con centinaia di isole - che racchiudono all’interno una laguna di acque turchesi sempre calme dove le imbarcazioni possono entrare attraverso le pass (kandu), canali che interrompono la barriera corallina mettendo in comunicazione l’Oceano (Maa Kandu) con la laguna. L’isola-capitale è la pittoresca Male che sembra strano non sprofondi sotto il peso della fitta quantità di multipiani che vi sono stati costruiti e dei 70.000 abitanti che si muovono a colpi di clacson su auto e motorini nelle vie zeppe di negozi fermandosi per pregare nelle varie moschee al richiamo del muezzin e per fare la spesa in pittoreschi mercati. In definitiva, un’imperdibile sarabanda.

In rada attendono invece quiete le barche per partire in crociera, che rimane il modo migliore per scoprire questo paradiso sia sopra sia sotto la superfice del mare spingendosi verso gli atolli più lontani dove da poco è possibile mettere piede.

Verso Sud, in una

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