FENOMENO Zerocalcare

fogliando un magazine o leggendo l’editoriale di una rivista, l’ultima cosa su cui ci si sofferma o che si impara di solito è che scrivere alle volte è come avere una macchina del tempo immaginaria. Le parole su carta cristallizzano l’attimo, possono spingerti avanti o trascinarti indietro. Un esempio? Voi leggete che il 2022 è appena cominciato. Io sono bloccato nel dicembre dell’anno scorso a scrivere queste righe. Da qui potrei divinare che abbiamo finalmente sconfitto il Zerocalcare è tornato in libreria da pochi giorni (ve l’ho detto, no? Vi scrivo dal passato) con il nuovo volume (edito da Bao Publishing). Tempismo perfetto visto il clamore mediatico della serie per cui i commenti, tra un fanatismo adorante di alcuni e la critica inutile e vaga di altri, non si sono mai concentrati troppo sui suoi veri temi. Il volume è una sorta di antologia e raccoglie storie che l’autore ha pubblicato tra il 2020 e il 2021 sulle pagine de e su quelle de . Con la sua macchina del tempo ci riporta nel cuore della pandemia del 2020, raccontandoci delle rivolte avvenute nelle carceri italiane all’epoca della prima ondata. è una lucida analisi di quanto peso abbia realmente in Italia la cosiddetta «cancel culture » e di quanto quel «non si può più dire niente» abbia valore minimo nel nostro Paese. è il ritorno dell’autore alle vicissitudini del popolo curdo, tema a lui molto caro già affrontato in (sorta di diario di viaggio dell’autore tra Turchia, Siria e Iraq edito sempre da Bao nel 2015). , invece, è la storia apparsa su che, per usare le parole dell’autore, racconta  . A chiudere il volume c’è , storia inedita di oltre 90 pagine, in cui Zero ci racconta a suo modo come siamo arrivati a poter vedere sui nostri schermi la serie Netflix , la sua lunga e tutt’altro che semplice nascita e realizzazione, e il lavoro di gruppo delle tante persone coinvolte nel processo creativo. Ancora una volta l’autore ci cala nel suo mondo e ce ne fa diventare parte inconsapevole. Lo seguiamo in quello che sembra essere una sorta di viaggio dantesco negli inferi mentre passa in rassegna quei demoni che ha dovuto fronteggiare e con cui ha dovuto scendere a patti per arrivare alla parola fine di quella serie ultimamente tanto apprezzata. Ma non è quello che, in fin dei conti, facciamo un po’ tutti ogni giorno scendere a patti coi nostri demoni? «