I fatti che andrò a esporre hanno diversi protagonisti, tutti importanti, e svariate sfaccettature, da considerare ognuna in funzione dell’altra e che devono necessariamente essere prese in considerazione per poter avere un quadro complessivo e non fermarsi alle informazioni edulcorate e limitate che si riescono a malapena a reperire sul web.
Questi fatti raccontano di esperti e di studiosi i quali, nonostante le ricerche e la credibilità accumulata nel mondo accademico, si ritrovano ancora oggi accantonati dalla storiografia ufficiale ed etichettati come curiosità degne di una lettura superficiale sugli scaffali delle librerie.
Inoltre, ciò che verrà esposto di seguito apre diversi interrogativi non solo su quello che ci è stato insegnato a scuola o attraverso i moderni mezzi di comunicazione ma, soprattutto, sulle motivazioni passate e presenti che hanno portato le autorità a ignorare certe scoperte che affondano le radici nel passato remoto della civiltà umana.
Devo ammettere che io stesso avevo sempre relegato certe informazioni come frutto di elucubrazioni basate su speranze autoindotte da certi pseudo ricercatori ma, in seguito, mi sono accorto che questi personaggi folkloristici avevano coperto e offuscato con la loro macchiettistica presenza ricercatori seri e preparati finendo per farli cadere nello stesso loro calderone di incredulità e vaneggiamenti che li discredita agli occhi del grande pubblico. Se c’è un mistero archeologico degno di essere indagato, i dettagli che servono a fornire almeno in parte le risposte atte a svelarlo devono poggiare su solide basi fattuali e su un minuzioso e instancabile processo di indagine e ricerca.
Chi si avventura in questo tipo di disamina deve avere il coraggio e la necessaria preparazione per eliminare ogni prova che ne screditi i progressi e accettare allo stesso modo quelle che ne ostacolino l’indirizzo preso, così da correggerne la traiettoria e dirimere ogni questione a riguardo.
Per fare ciò lo strumento migliore proviene proprio dai reperti archeologici, prove inconfutabili di un percorso umano fatto di esperienza studiavano i modi migliori per portare il progresso nelle società coeve. Ed è proprio in quest’ottica che certe scoperte non dovrebbero stupire il let-tore attento e desideroso di ampliare le proprie conoscenze. D’altronde, gli antichi vengono spesso descritti come limitati dalle tecnologie presenti all’epoca e quindi, seppure degni di rispetto, generalmente arretrati e ingenui in molti campi dello scibile umano. È questo stereotipo che nuoce alla ricerca. Infatti, è grazie a strumenti rudimentali che l’ingegno sviluppa le sue migliori capacità ed esprime le massime potenzialità relative.
