I Plebisciti nell'Italia del Risorgimento
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I Plebisciti nell'Italia del Risorgimento - Sebastiano Porcu
Sebastiano Porcu
I Plebisciti nell'Italia del Risorgimento
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Indice
1. Origini dei plebisciti
1.1. Principali caratteristiche dei Plebisciti
1.2. Origine del termine Plebiscito
1.3. Plebisciti territoriali e di legittimazione del potere cesaristico.
1.4. Plebisciti e suffragio universale
1.5. Le pratiche plebiscitarie in Francia
2. I Plebisciti nell’Italia del Risorgimento
2.1. I plebisciti come fenomeno di massa
2.2. Il 1848
2.2.1. Il passaggio al sistema rappresentativo
2.2.2. I liberi voti
per l’annessione al Regno Sardo
2.3. Il Biennio 1859-60
2.3.1. L’annessione della Lombardia
2.3.2. Verso le nuove annessioni
2.3.3. Le annessioni del 1860
2.3.4.Il nuovo sistema di voto
2.4. Il Plebiscito del Veneto del 1866
2.5. L’annessione di Roma e del Lazio (1870)
2.5.1. La presa di Roma
2.5.2. Il plebiscito di annessione
2.6. Le donne e i plebisciti
Bibliografia
Note
Copyright © 2015 di Sebastiano Porcu
All rights reserved. This book or any portion thereof may not be reproduced or used in any manner whatsoever without the express written permission of the publisher.
Finito di Stampare: Marzo 2015
ISBN 978-6-050-36741-6
In copertina una donna della campagna romana, in costume tradizionale, vota a favore dell'annessione. Luigi Riva: dipinto allegorico sul plebiscito del 1870.
Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:1874riva.jpg#/media/File:1874riva.jpg
1. Origini dei plebisciti
1.1. Principali caratteristiche dei Plebisciti
Studiando il fenomeno plebiscitario nella sua storia, che nel corso di tre secoli si è diffuso in tutta Europa, ricercare caratteri generali in comune a tutte le sue applicazioni appare complicato. Una delle poche considerazioni che si possono fare senza contraddirsi riguarda la sua descrizione: i plebisciti vedono una larga partecipazione di cittadini ad esprimere la volontà popolare attraverso un particolare tipo di voto che si realizza per Sì o per No[1]. La difficoltà di comprensione del fenomeno è dimostrata anche dalla quasi totale assenza di pubblicazioni. Questo scarso interesse può essere riferito probabilmente alla cattiva fama che l’istituto si è guadagnato nel XIX e ancor più nel XX secolo a causa dei suoi legami con pratiche antidemocratiche e soprattutto, in ragione della totale prevedibilità dei suoi risultati che ne ha fatto un argomento di scarso interesse storiografico perché di per sé incapace di dare risposte scientifiche[2].
Il fenomeno plebiscitario potrebbe essere visto come una manifestazione della volontà popolare finalizzata non ad eleggere rappresentanti, ma a pronunciarsi su specifici atti politici, singole norme e, a volte, complessi di norme[3]. Quindi la convalida plebiscitaria si configura come un caso particolare di consultazione popolare deliberativa, attraverso cui il popolo esprime, per tramite del voto, la sua volontà in ordine ad una determinata questione.
Va ricordato che nelle pratiche plebiscitarie viene legittimato il principio di uguaglianza politica su base individualistica, vale a dire che qualsiasi atto plebiscitario implica: che chiunque partecipi abbia uguale diritto a pronunciarsi rispetto al quesito che viene presentato; che gli elettori abbiano una comune estrazione sociale, territoriale e nazionale; che sia accettato il principio di maggioranza; che viga la regola di un voto per ogni testa [4].
1.2. Origine del termine Plebiscito
I processi di voto sono stati definiti plebisciti
a posteriori «per le solite imitazioni di Francia», dove il lemma fu mutuato dal linguaggio giuridico di Roma antica e nel 1851 Napoleone III lo reintrodusse definitivamente. Il termine plebiscito
appare già nel maggio 1805 in una lettera del ministro degli Esteri francese Talleyrand indirizzata a Christophe Saliceti, incaricato all’organizzazione del voto di annessione della Liguria alla Francia.
In Italia la parola e le sue varianti avranno a lungo un significato neutro e quasi positivo. Nei volumi Le Assemblee del Risorgimento
, pubblicati in occasione del cinquantenario dell’Unità, come già in