Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La notte delle stelle cadenti
La notte delle stelle cadenti
La notte delle stelle cadenti
E-book80 pagine1 ora

La notte delle stelle cadenti

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"Quella mattina d’estate, dei primi giorni di Luglio, lungo una strada dell’Agro Pontino, Bruno Sponsiani, un uomo sui quarant’anni, dall’aspetto malinconico, camminava con passo incerto, mentre nella sua testa si arrovellavano mille pensieri, cercando di capire dove aveva sbagliato, per essere stato trattato in quel modo.
Era colmo di rabbia per il suo matrimonio finito male."


L'autore

Sergio Avallone è uno scrittore e autore di storie sempre intense, struggenti e colme di passione. "La notte delle stelle cadenti" è appunto una di queste.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita11 apr 2016
ISBN9788893450515
La notte delle stelle cadenti

Leggi altro di Sergio Avallone

Correlato a La notte delle stelle cadenti

Ebook correlati

Narrativa letteraria per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La notte delle stelle cadenti

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La notte delle stelle cadenti - Sergio Avallone

    Sette

    Uno

    Quella mattina d’estate, dei primi giorni di Luglio, lungo una strada dell’Agro Pontino, Bruno Sponsiani, un uomo sui quarant’anni, dall’aspetto malinconico, camminava con passo incerto, mentre nella sua testa si arrovellavano mille pensieri, cercando di capire dove aveva sbagliato, per essere stato trattato in quel modo.

    Era colmo di rabbia per il suo matrimonio finito male.

    Sua moglie Serena Togliani, di età inferiore di dieci anni rispetto al marito, molto fiera nel portamento, un tantino boriosa e a cui piaceva vestire bene e farsi notare.

    Figlia unica di una famiglia di buon rango, non disdegnava le feste, le serate danzanti e frequentare ristoranti… Non tanto le pizzerie, perché secondo lei erano locali troppo popolari, e borghesi.

    Molto spesso per i suoi divertimenti, ricorreva all’aiuto finanziario dei genitori, che approfittavano dell’occasione, per inveire contro Bruno, inculcandole nella testa, che doveva rifarsi una vita degna della donna di classe, che era e la spronavano a lasciarlo.

    Insomma, lei spalleggiata dai suoi genitori, già meditava di disfarsi del marito. Solo così avrebbe potuto vivere la vita che lei anelava. (Nel lusso). Cosa che non poteva permettersi, per il semplice fatto che lo stipendio di Bruno, non bastava per pagare l’affitto della casa; per vivere, e per pagare i suoi vizi.

    Non avevano figli. E purtroppo lei incolpava Bruno, di non essere stato capace di dargliene uno. Quando invece lei, appena si unirono in matrimonio, era stata molto chiara nello specificare che, per il momento voleva essere libera e senza legnami.

    Il povero Bruno, si sobbarcava di diverse ore di straordinario, per non far mancare niente a sua moglie che adorava, anche se per lei, era un inetto e uno svogliato, con poca voglia di lavorare.

    Paolo, un suo collega di lavoro e amico da diversi anni, spesso lo aveva messo in guardia, dicendogli delle scappatelle di sua moglie. Ma lui era sordo a quegli avvertimenti, solamente, perché non poteva fare a meno di lei.

    La sua vita matrimoniale, intanto dietro lagnanze e imprecazioni da parte di lei, Bruno abbozzava e incassava, finché una sera, ritornando dal lavoro, trovò sulla sua sedia in camera da letto, una valigia con dentro i suoi pochi indumenti e sopra di essa un biglietto con scritto.

    DAL MOMENTO CHE NON SEI IN GRADO DI FAR VIVERE TUA MOGLIE UNA VITA DIGNITOSA, VOGLIO CHE TU LASCI QUESTA CASA E NON FARCI MAI PIÙ RITORNO.

    Leggendo quelle poche, ma significative e crude parole, la sua mente iniziò a incamerare pensieri che andavano dalla rabbia, allo sconforto più nero.

    Dopo averlo letto e riletto, si convinse che purtroppo era stata presa una decisione drastica, da parte di sua moglie, sponsorizzata dai suoi genitori.

    Bruno accartocciò il misero foglio di carta, se lo cacciò in tasca, prese la valigia e dopo un ultimo sguardo al suo talamo, s’indirizzò verso la porta per uscire. Aprì il portone di alluminio e vetro, uscì lasciando che si chiudesse alle sue spalle, e con tutta la sua costernazione si avviò verso destinazione ignota, mentre dietro di se udì lo scatto del portone che si richiudeva lasciandolo fuori dai ricordi, che aveva accumulato insieme a sua moglie.

    L’unica cosa certa era che poteva vivere con il guadagno del suo lavoro, ma per il momento non aveva neanche un centesimo, per comprare una michetta di pane.

    Chiamò sua sorella Giovanna, che abitava a Sabaudia, e gli spiegò il suo dramma. Lei anche se non viveva una vita da signora, svolgeva il suo lavoro da casalinga, ma con la fronte alta.

    Gli rispose di prendere la corriera e di andare da lei.

    Al telefono Bruno, gli spiegò che lo aveva lasciato senza neanche i soldi per un panino. Dall’altra parte del telefono Giovanna con tutta la sua rabbia in corpo disse…

    «Sei stato anche troppo fortunato che ti abbia mandato via in tempo, senza lasciarti in un mare di debiti.»

    Bruno non volle accettare neanche la verità uscita dalla bocca di sua sorella, anche sapendo, che non aveva tutti i torti.

    Interruppe la telefonata, e pensò a come fare per racimolare i soldi per il viaggio.

    Pensò di andare dal suo amico Paolo con l’intenzione di chiedere a lui i soldi, per andare da sua sorella, e che sicuramente non glieli avrebbe negati.

    Paolo quando sentì suonare il cicalino del portone d’ingresso, aprì senza chiedere chi fosse e quando lo vide sulla soglia della porta, restò sbalordito, perché sapeva, che di solito lui non andava in casa di nessuno, nonostante le diverse volte che era stato invitato lui e sua moglie.

    «Bruno, che piacere vederti, sono proprio contento che almeno una volta sia venuto a casa mia. E tua moglie? Ho scusami entra e vieni a sederti sono solo in casa, mia moglie è uscita con sua madre a comprare il costumino al bambino che ci servirà quando andremo in ferie.»

    Giorgio con un po’ di vergogna iniziò col dire…

    «Mia moglie mi ha messo alla porta e mi ha lasciato senza un centesimo. Avrei bisogno di un prestito, per pagare il biglietto della corriera, per andare da mia sorella. Domani non verrò al lavoro e per favore fallo presente al capo reparto, che ho dei problemi dopodomani sarò al lavoro e ti restituirò quello che mi darai.»

    Disse tutto senza interruzioni, per paura di non sapere più riprendere il filo del discorso, per la vergogna.

    Paolo restò senza parole, ma poi riavutosi dalla notizia, disse.

    «Bruno non avertene a male, ma quella donna ti avrebbe portato sul lastrico, se non nella tomba. Ho cercato tante volte di metterti in guardia,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1