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Per un bacio ancora
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E-book172 pagine2 ore

Per un bacio ancora

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Info su questo ebook

La primavera si sta manifestando in tutta la sua bellezza, si disse Julie mentre camminava pensierosa nel giardino di casa.
Ma la meraviglia della natura, il suo risveglio, erano una magra consolazione ai problemi che di recente si era trovata a dover affrontare.

Romanzo rosa. Romance.

LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2019
ISBN9780463955543
Per un bacio ancora

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    Anteprima del libro

    Per un bacio ancora - Natalia Stone

    1

    La primavera si sta manifestando in tutta la sua bellezza, si disse Julie mentre camminava pensierosa nel giardino di casa.

    Ma la meraviglia della natura, il suo risveglio, erano una magra consolazione ai problemi che di recente si era trovata a dover affrontare. Soprattutto la sorella più piccola, Amy, era una peste da gestire. Kristie era un appoggio valido su cui contare, ma presto, a causa dell’università, avrebbe potuto dedicare meno tempo alle beghe di casa. Meglio tornare dentro, si disse, e vedere quelle due cosa stanno combinando.

    Julie sospirò, buttando fuori l’aria e la negatività accumulata.

    Nuovi fiori erano appena sbocciati, e la loro fragranza si mescolava al profumo delicato dell’erba umida di rugiada.

    Di certo sono di parte, ma secondo me non esiste un posto al mondo come Oakley Manor in primavera, si disse dirigendosi verso l’entrata posteriore.

    In pochissimi giorni le colline che circondavano l’abitazione si sarebbero trasformate in un incantevole tappeto variopinto dove giaggioli e peonie avrebbero anticipato l’arrivo dell’estate: la prima senza suo padre, pensò provando un insopportabile nodo alla gola.

    Il radicale cambiamento che aveva subito la sua vita negli ultimi dodici mesi aveva dell’incredibile.

    Oh, non ti crucciare disse a voce alta con una smorfia.

    Un pettirosso che beccava con aria placida fra l’erba di un’aiuola vicina sollevò leggermente il capo e le lanciò un’occhiata distratta.

    Vuoi forse dirmi che farei meglio a rimboccarmi le maniche e andare a cercare anch’io un tozzo di pane da mettere in tavola? gli chiese indugiando con lo sguardo sulle colline circostanti mentre apriva lentamente la porta della cucina.

    Seduta su uno sgabello accanto al ripiano della cucina se ne stava una bambina che mescolava con aria svogliata una ciotola di cereali. Non appena vide Julie, dette un violento spintone allo zainetto contenente i libri di scuola che andò a colpire un bicchiere pieno di spremuta d’arancia.

    Guarda cos’hai combinato! urlò un’altra ragazza seduta dall’altra parte del ripiano mentre balzava all’indietro nel vano tentativo di evitare lo spruzzo di liquido che le macchiò la camicetta marrone. Adesso dovrò cambiarmi, e purtroppo questa è l’ultima uniforme pulita che ho! Piccola peste!

    Quello era il tuo bicchiere! ribatté la bambina. Non avresti dovuto lasciarlo là in mezzo!

    Julie! gemette l’adolescente. Sono sicura che Amy la Terribile l’ha fatto apposta!

    Non è vero! si difese la piccola.

    Ho visto, Kristie ribatté Julie incrociando le braccia sul petto. Che mi dici, Amy? aggiunse rivolgendosi con aria seria alla più piccola.

    Ma quello era il suo bicchiere ribatté Amy imbronciata. Kristie me l’ha lasciato in mezzo e io l’ho urtato per sbaglio.

    Amy, non lo hai urtato per sbaglio! puntualizzò Julie con fermezza. Avrai l’onore di ripulire tutto. Prendi un panno e asciuga il pavimento, subito!

    La bambina serrò le labbra con aria offesa e scese macchinosamente dallo sgabello.

    Guarda che macello! mormorò Kristie cercando di asciugare la camicetta.

    Julie inumidì l’angolo di uno strofinaccio e cominciò a tamponare la macchia. Questo dovrebbe risolvere il problema disse con voce suadente. Ma che cos’ha Amy stamattina?

    Non vuole più andare a scuola da quando ho dato gli esami di maturità ribatté Kristie. Ha deciso che anche lei dovrebbe rimanere a casa.

    Non è giusto che lei finisca così presto mormorò Amy.

    C’è una bella differenza fra una liceale e una ragazzina che fa la terza elementare ribatté Julie.

    Ma non è giusto che le sue vacanze siano più lunghe delle mie la incalzò Amy.

    Te le do io le vacanze! sbottò Kristie. Passerò tutto il tempo ad arrostire hamburger al Burger Barrii

    A proposito! la interruppe Julie. Non sei in anticipo? Pensavo che aprisse all’ora di pranzo!

    Nicholas mi ha detto che se sono libera posso fare un po’ di pulizie. Dieci ore in più, Julie! E se riesco a mettere tutti i soldi in banca, forse il prossimo autunno riuscirò ad andare al Cedar College.

    Julie non ebbe il coraggio di contraddirla, ma in cuor suo sapeva che, anche se Kristie avesse lavorato ventiquattr’ore su ventiquattro per tutta l’estate, il Cedar College era troppo costoso per le loro tasche. Lo spero anch’io, tesoro le disse abbracciandola teneramente pur provando disgusto nei confronti di se stessa perché alimentava il sogno impossibile della sorella.

    Ma Kristie avrebbe capito, si disse lasciandosi sfuggire un sospiro rassegnato. Si sarebbe presto abituata a frequentare l’università locale e avrebbe sicuramente apprezzato i vantaggi di continuare a vivere in casa e non abbandonare gli amici di sempre.

    Devo andare annunciò Kristie vuotando il bicchiere di spremuta d’un fiato e dirigendosi verso la porta.

    Se aspetti un minuto ti porto in macchina disse Julie esaminando velocemente la posta appoggiata sul bancone. Fra le buste ne vide una particolarmente pesante e di una carta costosa. Lesse velocemente l’indirizzo del mittente ed ebbe un tuffo al cuore.

    Adam Fender le aveva scritto?! Quell’uomo aveva inviato un mazzo di fiori per il funerale di suo padre tre mesi prima, e quel gesto l’aveva stupita. Dal canto suo, lei gli aveva spedito due righe per ringraziarlo, ma non si aspettava che Adam avesse interpretato la sua risposta come un velato invito a iniziare un rapporto epistolare. Se così era, pensò fra sé, gli avrebbe fatto capire che a lei non interessava affatto, perché la loro storia era morta e sepolta già da quattro anni, dal momento in cui lui se n’era andato...

    Julie infilò la lettera nella borsetta ripromettendosi di aprirla più tardi.

    Oh, no! Grazie! ribatté la sorella. Vado in bicicletta. Dopo il lavoro devo andare al club per la lezione di tennis.

    Nicholas ti dà uno stipendio e poi ti fa pagare le lezioni? chiese Julie con aria assente. Non sarebbe meglio che risparmiasse quel denaro?

    È da un pezzo che non mi fa pagare più nulla ribatté Kristie arrossendo vistosamente. Mi ha detto che sono troppo brava per smettere.

    Julie doveva ammettere che era vero. Nicholas le aveva più volte detto che sua sorella aveva la stoffa del campione. E anche al Cedar College la pensavano alla stessa maniera. Ma nonostante la borsa di studio concessa alla sorella dal dipartimento di educazione fisica, Julie non sarebbe mai riuscita a pagare le tasse e la retta.

    Le difficoltà finanziarie erano ormai diventate all’ordine del giorno e arrivare all’ultimo del mese si era trasformato in una vera e propria arte. A volte credo che dovremmo annullare l’iscrizione al club e chiedere il rimborso disse Julie soprappensiero.

    Ti supplico! esclamò Kristie. Non farlo! Devo allenarmi, e tu stessa hai detto che dato che papà ha pagato per tutto l’anno potevamo goderci quest’ultima estate prima di diventare definitivamente povere!

    Cosa vuol dire diventare poveri? chiese Amy, inginocchiata sul pavimento.

    Non lo siamo ancora si affrettò a ribattere Julie. Fintantoché vivremo a Oakley Manor aggiunse rialzandola in piedi. E adesso va’ a rimetterti a posto e butta il resto della tua colazione nel cesto della spazzatura. Poi ti porto a scuola.

    Ma lo faceva la signora Annable disse Amy con voce querula. Perché la signora Annable non viene più?

    Perché siamo diventate povere l’apostrofò Kristie. Puoi dire tutto quello che vuoi, Julie! Ma non durerà a lungo!

    È casa nostra disse Julie mordendosi un labbro. Sai benissimo quanto sia importante per noi rimanere qui. Ti ricordi quando mamma ci diceva che nessuno riuscirà mai a sconfiggerci se restiamo unite?

    Sì! esclamò Kristie chinando il capo e, dopo un attimo di esitazione, uscì dalla cucina. Un minuto più tardi Julie la vide che pedalava lungo il vialetto.

    Io non me lo ricordo mormorò Amy.

    Certo che non ricordi, tesoro ribatté la sorella abbracciandola con tenerezza. Eri troppo piccola aggiunse ripensando che sua madre era morta quando Amy aveva solo due anni. In quell’istante le parve che fosse passato un secolo da quel giorno triste, ma si rese conto che molto spesso aveva l’impressione che sua madre si trovasse ancora là, in un’altra stanza di quella enorme casa. Sua madre gliel’aveva lasciata in eredità, anziché intestarla a suo padre Royce, e quella era stata una vera fortuna. Altrimenti Sasha si sarebbe impossessata di tutto! esclamò a denti stretti rabbrividendo.

    Kristie l’aveva soprannominata la Duchessa, e non aveva avuto tutti i torti. Sasha non era molto più vecchia di Julie e per molto tempo si era divertita a recitare la parte della padrona assoluta della tenuta. Julie non riusciva a dimenticare l’espressione del suo volto, poco dopo il matrimonio con Royce, quando lei aveva suggerito al marito di cambiare l’arredamento. Non puoi le aveva ribattuto Royce con aria distratta. Perché Oakley Manor appartiene a Julie! Quella era stata la prima volta, ma non certo l’ultima, in cui la nuova signora Applegate l’aveva squadrata con odio.

    Era strano che quell’ondata di ricordi si fosse scatenata alla vista del nome di Adam Fender scritto sulla busta. Dopotutto Adam faceva parte della loro vita e del periodo in cui Sasha aveva vissuto in quella casa. Se Adam fosse rimasto, forse l’impresa di Royce Applegate non sarebbe fallita. La fortuna dei Applegate aveva iniziato il suo lento declino e ben presto, senza il becco di un quattrino e abbandonato dalla giovane seconda moglie, Royce non aveva più avuto una ragione per vivere.

    Forza, Amy! esclamò Julie cercando di ricacciare quei tristi ricordi in un angolo remoto della propria mente. Altrimenti faremo tardi!

    Amy afferrò la borsa di libri con riluttanza e si diresse verso il garage.

    Mentre si allontanava lungo il vialetto Julie lanciò un’occhiata all’enorme villa con i mattoni a vista, alle travi sporgenti del tetto, alle finestre e alle decorazioni in legno. Era davvero troppo grande, ma nel caso avesse deciso di venderla, chi l’avrebbe mai comperata?

    Era sicura che sarebbe caduta nelle mani degli stessi imprenditori avidi e privi di scrupoli che avevano trasformato il magnifico edificio di Remington Arms a un isolato di distanza in un condominio di squallidi appartamenti.

    Ripromettendosi che non avrebbe mai permesso che succedesse una cosa simile si fermò davanti al cancello di Remington Arms dove una donna le stava facendo un cenno con la mano.

    Vuoi uno strappo in centro, Laura? le chiese Julie.

    Sei un vero tesoro ringraziò la donna.

    Amy, ti sposteresti dietro per favore?

    E perché? ribatté la sorella. Sono entrata prima io aggiunse uscendo dopo un attimo di esitazione e tenendo la porta aperta a Laura che aveva le mani occupate da un recipiente pieno di vasi.

    Cos’hai intenzione di fare? le chiese Julie. Vuoi forse coltivare una serra? aggiunse svoltando verso la scuola.

    No! esclamò Laura ridendo. Pensavo di metterli sulla finestra della sala degli Amici della Biblioteca. Rallegrerà un po’ quel buco, non credi?

    E scommetto che ci metterai l’etichetta del prezzo in modo tale che se qualcuno è interessato all’acquisto... Amy, eccoci arrivati. Buona giornata! Ci vediamo oggi pomeriggio in biblioteca!

    Non è giusto si lamentò la sorella e, dopo averla baciata, si allontanò verso il cortile.

    Soffiano venti di ribellione? chiese Laura sollevando un sopracciglio.

    Oh, no. Da quando Kristie ha dato gli esami di maturità Amy sente aria di vacanza.

    Rallegrati, Julie! Fra poco sarà estate, e sono sicura che si annoierà a morte.

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