Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il Velino
Il Velino
Il Velino
E-book185 pagine2 ore

Il Velino

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Oskar Montefusco, un attore al culmine del successo, scompare all’improvviso dalle scene, senza un motivo apparente. Dopo attente ricerche, si riesce a sapere che è tornato a casa dai suoi, in un piccolo paese della Basilicata.
Da questo avvenimento, parte l’indagine dell’inviato del settimanale “LA REPUBBLICA ITALIANA”, Marzio Sangalli, che, guarda caso, in quel paese ci è nato, anche se non vi è più tornato dall’’infanzia. Il redattore è affiancato da un aspirante giornalista Anaclerio Marsilio, un tipo simpatico, che lo aiuta nell’indagine. Una serie di equivoci segna la permanenza dei due, dando origine a situazioni esilaranti e surreali, in cui è spesso vittima l’aiutante Marsilio. Il ritorno al paese, fa rivivere al Sangalli molti ricordi della sua infanzia, e rende più concreti i racconti di sua madre, che come lui vi era nata.
Ma oltre la ricerca dell’attore, c’è da fare i conti anche col sindaco del paese, un politico di bassa lega, che, temendo di veder scoperte le sue malefatte, cerca in tutti i modi di corrompere il Sangalli, credendolo, a torto, un ispettore della Finanza. Il giornalista, verrà blandito e velatamente minacciato, ma alla fine riuscirà a beffarlo con un’abile mossa..
E Montefusco? Dopo incredibili vicissitudini, sarà costretto a rivelare le sue verità poco credibili, atteggiandosi a vittima. Ma il Sangalli non cadrà nella trappola, e lo sconfesserà. Quale sarà stata la colpa che ha tenuto segreta, anche a costo della vita?
LinguaItaliano
Data di uscita23 gen 2020
ISBN9788835362814
Il Velino

Leggi altro di Michele Leone

Correlato a Il Velino

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Il Velino

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il Velino - Michele Leone

    Michele Leone

    IL VELINO

    UUID: d0410122-3df6-11ea-84db-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    NOTE DELL’AUTORE

    IL VELINO

    L’incontro dei miei genitori

    Indagine e preparativi

    La telefonata cruciale

    Dal signor sindaco

    Riunione del consiglio comunale

    In viaggio

    L’arrivo in stazione

    L’arrivo nella piazza del paese

    La vendetta di Celestino

    L’inizio delle indagini

    La scoperta del Gabbiano

    Le manovre del sindaco Briganti

    La lettera del Sindaco

    Al ristorante da Marietta

    A casa di Enzo Conserva alias Oskar Montefusco

    Visita al sindaco

    La festa del sindaco e l’incontro con Micol

    L’incontro con Micol nella chiesa madre

    Il piano per rapire Conserva

    Ore 20 -Sala consiliare del Municipio

    Preparativi per l’agguato a Conserva

    Il sequestro Conserva alias Montefusco

    Nella grotta di Rocco

    Il racconto di Conserva alias Montefusco

    Al Circolo Cittadino

    A cena dal regista

    Il ritorno a casa

    Gli sviluppi

    L’incontro e il chiarimento

    L’ultimo giorno prima della partenza

    Don Gioacchino e il sindaco

    Natale in redazione

    Prima edizione

    Data di pubblicazione febbraio 2020

    [email protected]

    Editing www.psicologo-taranto.com

    immagine in copertina di Tamara de Lempicka Portrait du Marquis d'Afflitto, 1925

    Sinossi in quarta di copertina a cura di Angelo Diofano

    NOTE DELL’AUTORE

    Voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha!. Ho ascoltato queste parole dalla radio, e mi hanno fatto riflettere.

    Sono i versi di una canzone di un autore ed interprete carismatico, molto noto e di successo. Quello che colpisce nella composizione, è la semplicità della costruzione lessicale, che può ripetersi all’infinito, adattandosi ad ogni situazione senza alterarne il significato, né l’impatto emotivo.

    La mia è una storia libera e senza barriere, che non necessita di un senso,, ma ho provato a coglierlo lo stesso, per renderla più completa. Si mostra come un pot-pourri di ricordi, episodi e proverbi contadini, raccolti e stipati in una valigia, da cui fuoriescono, di volta in volta, senza un disegno logico che li tenga insieme. come foglie d’autunno al vento. Una storia che si regge sulla memoria di un mondo remoto e non più praticabile, che si affaccia, di prepotenza, nella vita del personaggio che ci indica il cammino, e ci accompagna lungo il tragitto.

    Un giornalista legato per natura a questi luoghi, spinto a rivederli per raggiungere il suo scopo: la ricerca di un attore scomparso. Ma è il vero e unico motivo che lo ha indotto a venire? O si tratta piuttosto di un inconscio richiamo verso la terra che lo ha visto nascere, ed a cui è legato senza averne sentore, dai ricordi d’infanzia celati nella memoria? E’ forse questo il senso vero della storia?.

    IL VELINO

    di Michele Leone

    Ogni primo lunedì del mese, era ormai prassi consolidata l’incontro della redazione al completo, del settimanale La Repubblica Italiana. Nella sala riunioni era consentito fumare, e, anche chi di solito non lo faceva, ne approfittava quel giorno. Le finestre restavano sempre aperte, sia d’estate che d’inverno, per non restare intossicati.

    Ci siamo tutti? Possiamo cominciare? - chiese il direttore

    No, manca Marzio Sangalli, come al solito! - risposero i giornalisti all’unisono.

    OOO

    Dopo vari giri intorno all’isolato, Marzio Sangalli vide con la coda dell’occhio un’auto muoversi e, senza perder tempo, inserì la retromarcia della Mini Minor per entrare nello spazio liberato.

    Mentre s’avvicinava all’ingresso del palazzo, vide nuvole di fumo uscire dalle finestre del primo piano:

    Cazzo, sono in ritardo, la riunione è già iniziata - mormorò.

    Salì le scale a quattro a quattro e, quando entrò nella sala, fu accolto da un applauso generale.

    Hai battuto il record dei tuoi ritardi, eravamo sul punto di andarcene senza godere della tua presenza - disse il direttore.

    C’è poco da ridere, non è stata colpa mia! Ho perso tempo per trovare un buco per sistemare l’auto, e mi hanno trattenuto in tribunale per quella benedetta causa dell’eredità, che si trascina senza risultati - spiegai.

    Scusa, ci parli sempre di questa eredità, ma non sappiamo nulla di più, dici di avere una causa in piedi, ma non sappiamo con chi e perché - disse il direttore.

    Hai ragione, è una perdita di tempo che m’infastidisce. Le cose per me sono chiare, le capirebbe anche un bambino, ma per la legge no! Si sta giocando sulle virgole e le vocali, e sono costretto ad andare avanti e indietro da mesi, senza concludere un accidente. Le cose sono andate in questo modo, e dimmi se non ho ragione. Mia zia, buonanima, mi ha lasciato in eredità una villa in campagna. Ero il suo unico nipote e, anche se a volte mi mandava in bestia, le volevo bene. Comunque, aveva sempre detto che la villa spettava a me, anche perché mi aveva dato già le chiavi, e la usavo per i miei incontri galanti. È chiaro fin qui? Bene, mia zia aveva tra i parenti un cugino acquisito alla lontana, emigrato in America anni prima, e di cui non si era più saputo niente. All’improvviso suo figlio, di cui s’ignorava anche l’esistenza, non si sa come o perché, iniziò ad inviarle lettere e cartoline. Lei all’inizio non voleva rispondere, ma vista l’insistenza, lo invitò per essere cortese e per conoscerlo. Cosa che non avvenne mai!.

    Fin qui è tutto chiaro, ma che c’entra il tribunale? - incalzò il direttore.

    Adesso viene il bello! Mia zia aveva pochi studi alle spalle. Ai suoi tempi non si usava, le donne stavano in casa in attesa di un marito, e la poca cultura l’assorbivano da qualche libro, per chi li aveva, e dalle prediche dei missionari nei periodi di Quaresima. Scrivendo a questo, diciamo, parente, mia zia usò queste parole: ’e quando verrai, non dovrai preoccuparti per l’abitazione, perché avrai un’intera villa a disposizione, che puoi considerare come tua’. Ora questa frase, che per noi è un semplice gesto di cortesia, in America è stata considerata come ‘promessa di donazione’. Il tizio in questione, forte di quella lettera che aveva conservato, oggi accampa diritti sulla villa, e il mio avvocato mi ha consigliato di cercare un accordo, per evitare oltre la beffa, anche le spese - dissi

    Per me è una cavolata, chi è il tuo avvocato? - chiese

    Un certo Talamino, non lo conoscevo, mi è stato consigliato da un amico a cui aveva risolto un grosso problema: un incidente d’auto col morto - risposi.

    Ascolta, Marzio, la tua non è una causa della stessa portata di un incidente d’auto che può discutere chiunque; ti serve un avvocato con gli attributi, e io ne conosco uno che fa al caso tuo: è giovane e preparato, si chiama Francesco Zinzi. Te lo consiglio di cuore, ha salvato mia figlia da un pesante raggiro da parte di un delinquente, e ti ho detto tutto! Ti dò il suo numero e lo contatti, puoi fargli anche il mio nome: in questa città il direttore di un giornale è ancora qualcuno - disse.

    Direttore, sono passate due ore da quando ci siamo riuniti e non abbiamo ancora concluso niente per il giornale - un redattore

    Pannunzio, hai ragione, ma ti ricordo che Marzio Sangalli è il tuo capo, e devi portargli rispetto - rispose.

    Se dobbiamo badare al grado anche quando siamo in riunione, tanto vale mandarci i messaggi: il giornale poi si scrive da solo - disse Pannunzio.

    Ho capito, anche le pulci hanno la tosse, meglio finirla qui, e allora, invece di sparare cazzate datevi da fare, e tirate fuori le idee. Ricordate che i lettori sono sempre di meno, e durante l’estate lo sono anche di più: serve qualcosa di stimolante, una notizia bomba che interessi tutti, anche se poi si rivela una bufala - intimò il direttore.

    Una notizia ce l’avrei, potrebbe essere anche lo spunto per una serie di inchieste a carattere sociologico, ma non so se è il momento adatto - azzardò Cocciolo.

    E che aspetti, non essere timido e spara tranquillo, anche se sei l’ultimo arrivato - invitò il direttore.

    Ve la dico. ma non garantisco niente. La notizia è questa: in un paese della Lombardia, un extracomunitario ha violentato una intera famiglia: padre, madre e due figlie - riferì.

    E dove sta la notizia? Accade quasi ogni giorno, forse non come numero, ma come sostanza sì - fu la risposta.

    Colpisce l’età dei componenti la famiglia: il padre aveva 80 anni, la madre 75 e le figlie una 50 e l’altra 55. La notizia sta nel fatto che, dopo la violenza subita, la famiglia ha deciso di adottare il violentatore, ospitandolo in casa - spiegò Cocciolo.

    Le figlie erano sposate? - gli fu chiesto.

    No, entrambe nubili! - fu la risposta.

    E quale sarebbe secondo te la morale? - chiese il direttore.

    Che il rapporto interpersonale, abbatte la barriera di diffidenza nei confronti di chi non si conosce - spiegò il redattore.

    Quindi, secondo la tua logica, basta prenderla nel posto che non nomino, per abbattere la barriera che ci divide da chi non si conosce? Allora il problema è risolto, ma chi decide ‘chi dà a chi’? Ecco che sorge un nuovo conflitto d’interesse. Dimmi, sei forse gay? Non è un reato, su coraggio! Ti sei chiesto come si è sentito quel pover’uomo di 80 anni in quella situazione? Lasciamo perdere che è meglio - tagliò corto il direttore.

    Una gran risata accolse il commento, ed il povero Cocciolo cercò di rendersi invisibile.

    La butto lì, ma non voglio nessuna responsabilità, - disse un altro - decidete voi. Me l’ha comunicata il corrispondente dall’Australia, garantendo l’autenticità: si tratta del rapporto che si crea tra l’uomo e gli animali. Nelle fattorie australiane, specie in quelle lontane dai centri abitati, la vita si svolge a contatto con la natura, e gli animali spesso sono gli unici amici nell’infanzia. In una di queste fattorie, un bambino di circa 8 anni, aveva come compagno di giochi un canguro, da cui non si separava mai. Un giorno i genitori vollero portarlo a vedere per la prima volta l’oceano. Naturalmente il bambino volle con sé anche il compagno, che fu sistemato nella parte posteriore del furgone. Giunti sul posto, il bambino si tuffò in mare seguito dall’animale. Non ci volle molto che un’onda investì entrambi, portandoli al largo. Non sapendo nuotare il bambino s’aggrappò all’animale, e sarebbero affogati senza l’intervento di un delfino, che li spinse col muso a riva, per poi allontanarsi - raccontò.

    Ne tieni molti di corrispondenti come questo, in Australia? Ma vogliamo darci una mossa, i lettori non possono leggere solo cazzate, sennò cambiamo mestiere. Uno sta al mare sotto l’ombrellone, vuole trascorrere un po’ di tempo a leggere e che trova? Il bambino, il delfino e il canguro, oppure la famiglia violentata che ci ha preso gusto! Perché è questo il messaggio che passa, altro che le storie sulla convivenza e sulle barriere d’abbattere. Fatemi il piacere, ci vuole una storia che appassioni ma che non sia pedante: una curiosità, un problema che interessi a molti, un rebus, un mistero. È questo che i lettori vogliono d’estate. Datevi da fare, accendete i cervelli e liberateli dalla ruggine dell’abitudine, vi siete adagiati troppo su ciò che avete, ma tutto questo può finire da un momento all’altro. Ve lo dico da amico più che da direttore: se non troviamo una strada nuova, la chiusura sarà inevitabile. Decidete che volete: il tran-tran da impiegati o fare gli esploratori? - concluse.

    Non capisco proprio, stiamo a spremerci le meningi per trovare un’idea, quando abbiamo la fonte inesauribile del nostro capo redattore Sangalli, qui presente - suggerì ironico un redattore.

    Ehi, bergamotto, poche solfe! Sono arrivato fin qui facendo quello che oggi dovresti fare tu, saputello del Santo Graal. Credi di essere arrivato, sbattendoci in faccia quella cartuccella di dottore in Scienza dell’informazione? Che poi non vale un cazzo, come ha detto saggiamente il direttore dell’’Attenti’. Quindi, arieggia di meno e proponi di più - ribatté Sangalli.

    Scusate, non ho mai preso la parola ma oggi voglio farlo, visto che siamo in un mare di insulsaggine. Avete mai sentito parlare di Oskar Montefusco? - chiese Anna la rossa

    Ad essere sincero, non so proprio chi sia - risposi.

    Capo, scusa, quanti anni hai? - ribatté la ragazza.

    " Che c’entra l’età con questo tizio, che cambia? - risposi.

    Non cambia nulla, è solo che spiega perché non lo conosci. Quelle della mia età impazziscono per lui, si farebbero persino monache pur di passarci la notte insieme - spiegò Anna.

    Non sono una ragazza e non ho la tua età. Ho quarant’anni, e nessuna che conosco si farebbe monaca per me - dissi.

    Una risata si propagò nella sala, subito zittita dal direttore: Silenzio e che diamine, non siamo all’asilo! Abbiamo assodato che nessuno di noi conosce questo Montefusco. Quindi tocca a te, che hai lanciato il nome, fornirci ragguagli sul soggetto, per valutare se fa al caso nostro - disse il direttore.

    Questo signore, Oskar con la kappa, è, o forse sarebbe meglio dire era, un attore famoso del cinema, con una sfilza di film di successo nell’arco di 10 anni, come dire uno all’anno. È il tipo d’uomo che piace alle donne, è maschio e bello, e invoglia a farsi strapazzare. La kappa nel nome, è il simbolo originale che contrappone al punto g delle donne, studiato apposta per far sbrodolare le numerose fan, italiane e straniere - spiegò Anna

    E quanti anni ha questo feticcio umano? - chiesi.

    Più o meno la tua età, ha iniziato a 20 anni con gli spot pubblicitari e poi è decollato alla grande, centrando i film che ha girato, tutti grandi successi - rispose.

    Non vedo quale sia il motivo d’interesse, è solo un attore di successo, che piace alle donne. E poi? - incalzai.

    È qui che nasce la storia: nessuno lo ha più visto o sentito, come dissolto nel nulla - rispose.

    C’è stato qualcosa, che so, una crisi, un esaurimento nervoso, una depressione a giustificarne la scomparsa? - chiesi.

    " È questo il mistero, nessuno ha saputo dare una risposta, e non ci sono scandali che lo vedrebbero coinvolto. Si dice, ma è solo una voce, che sia tornato in Lucania dai suoi, da dove era partito per fare l’attore. La storia mi sembra buona, anche se necessita di un’indagine a tutto campo, per scoprire il motivo di questa sparizione tanto improvvisa. Io ve l’ho servita,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1