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La bella decapitata nel bosco
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E-book43 pagine32 minuti

La bella decapitata nel bosco

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Info su questo ebook

Promosso commissario da poco più di un anno, Matteo Calìa si trova alle prese con il suo primo caso di omicidio: nella selvaggia Sardegna dell'entroterra, viene trovato il corpo decapitato di una donna senza identità. Gli indizi sono pochi, le ipotesi ancora meno e il giovane investigatore è ossessionato da una domanda: perché l'assassino si è portato via la testa della vittima? Forse la chiave del mistero è proprio questa…

Questo racconto si trova anche nella raccolta Giallo Natale

Gianmichele Lisai

Ozierese di nascita e maddalenino di adozione, ha collaborato a varie antologie, scritto per riviste e curato, con Gianluca Morozzi, la raccolta di racconti Suicidi falliti per motivi ridicoli. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita, 101 storie sulla Sardegna che non ti hanno mai raccontato, 101 misteri della Sardegna (che non saranno mai risolti), Sardegna giallo e nera e Sardegna esoterica.
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2014
ISBN9788854176638
La bella decapitata nel bosco

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    Anteprima del libro

    La bella decapitata nel bosco - Gianmichele Lisai

    898

    © 2013 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    Racconto precedentemente pubblicato nella raccolta Giallo Natale

    Prima edizione ebook: dicembre 2014

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-7663-8

    www.newtoncompton.com

    Gianmichele Lisai

    La bella decapitata nel bosco

    Il primo caso del commissario sardo Matteo Calìa

    Newton Compton editori

    Vigilia

    Mentre percorreva corso Angioy, tornando dalla parrocchia di San Michele arcangelo dove aveva assistito all’ultima Feria d’Avvento, la vedova Salis sentì ancora il lamento del bambino. L’aveva già notato nel recarsi in chiesa e doveva essere proseguito tutto il tempo della messa.

    Ma ora il lamento si era fatto strozzato, come la preghiera di una creatura stremata dal pianto.

    Bussò alla porta del civico 89 per una decina di minuti, nessuno aprì.

    La buonanima dell’agente Salis aveva prestato servizio al commissariato di Ozieri fino alla pensione, così la donna, ricordando ancora a memoria il numero d’ufficio del marito, non ci pensò su due volte: tornò a casa e chiamò.

    Rispose l’ispettore Secci, che raccolse la preoccupazione della vedova, poi la lasciò in attesa e riferì al commissario Matteo Calìa, per sommi capi e in modo confuso. «Insomma», concluse, «la signora dice che il bambino non la smette di piangere».

    Calìa lo prese di mira, come tocca a uno scemo di guerra in tempo di pace. «Eh, e che vuole che arrestiamo la creatura?»

    «No, dice solo se possiamo andare a vedere cos’è successo».

    «Ah no, mi credevo. E cosa dev’essere successo, Secci? I bambini, piangono».

    «Ma commissario, sa, è la vedova Salis, magari giusto un’occhiata, per farle un cortesia…».

    «Ah, be’, allora». Calìa alzò le mani. «Pure la vedova del papa può essere! Dille che a Bono c’è la stazione dei carabinieri e che, se ha bisogno, quei gentiluomini saranno lieti di mettersi a sua completa disposizione».

    «Agli ordini commissario».

    «Ah, Secci, quando ti sarai assicurato che la creatura ha fatto il ruttino ed è stato ristabilito l’ordine pubblico, mi raccomando, non mi chiamare… Non mi chiamare per nessun motivo al mondo, che sono in partenza».

    Sbrigò ancora qualche pratica, diede le ultime disposizioni ai suoi uomini e lasciò il commissariato. Con la sua Alfasud bordeaux, in dieci minuti raggiunse la casetta di campagna presa in affitto nella piana di Chilivani, fuori dal borgo di trecento anime sorto nella seconda metà dell’Ottocento intorno alla nascente ferrovia locale: un buon posto per la solitudine, dove poteva ancora concedersi un paio d’ore di riposo: il suo volo era previsto nel pomeriggio.

    Doveva incontrare Nina a Roma e da lì avrebbero preso insieme l’aereo per Palermo: due settimane in assetto da guerra, ma con propositi di

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