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Rivalità e passione: Harmony Destiny
Rivalità e passione: Harmony Destiny
Rivalità e passione: Harmony Destiny
E-book171 pagine2 ore

Rivalità e passione: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Scandali a Boston 3/4
Darby Brogan è una giovane donna architetto di successo. Judah Huntley, è uno dei più capaci e affascinanti colleghi dello studio, ed è appena tornato a Boston per realizzare un importante progetto. Già al primo incontro, la rivalità tra Darby e Judah si accende e tocca picchi altissimi, così come la reciproca attrazione. Costringerli a lavorare fianco a fianco è sbagliato per più di un motivo, ed entrambi non vedono l'ora di surclassarsi a vicenda, o di sedursi. Ma quando le loro vite vengono stravolte e unite da un'inaspettata e urgente circostanza a cui devono far fronte, niente sarà più come prima...
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2020
ISBN9788830509382
Rivalità e passione: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Rivalità e passione - Joss Wood

    successivo.

    Prologo

    Callie Brogan guardò tutto attorno alla lussuosa sala ricevimenti del Country Club Lockwood e si spostò lentamente di lato. Aveva ospitato e partecipato a molte feste in quella stanza e conosceva tutte le vie di fuga.

    Qualche passo indietro e la sua schiena si trovò contro le porte a vetri, alte dal pavimento al soffitto. Armeggiò dietro di sé e, sì, c'era una maniglia. Callie l'abbassò, avvertì la porta che si apriva e, più rapidamente che poté, si rifugiò sul piccolo balcone che correva per tutta la lunghezza del salone. Chiuse la porta dietro di sé e attese che gli occhi si adattassero all'oscurità.

    Non la infastidì il buio, né il freddo. Anzi, li accolse con piacere. Qualunque cosa era meglio della musica assordante, le risate fragorose e l'incessante chiacchiericcio. Per affrontare il nuovo anno davanti a sé, aveva bisogno di qualche minuto di quiete, solo per pensare.

    Ray, il suo amato marito, se n'era andato. Da molti anni. Ed era tempo di lasciarlo andare.

    Non poteva trattenerlo mentre aveva una relazione con l'uomo con cui era venuta lì quella sera. Non era giusto per nessuno dei due.

    Callie abbassò lo sguardo sull'anello che Ray le aveva messo al dito trent'anni prima. Lo girò e lo rigirò. Era tempo di toglierlo, di metterlo via o, almeno, spostarlo sulla mano destra. Lei non era più di Ray.

    E anche se era andata a letto con Mason – avventuroso, tatuato e sexy – non apparteneva nemmeno a lui. Aveva bisogno di una nuova vita, che fosse solo sua. Desiderava di più. Non voleva più essere la persona che era, tuttavia non sapeva ancora cosa voleva essere. Doveva reinventare se stessa.

    Ma come?

    Prima che potesse concludere la sua riflessione, un morbido cappotto le coprì le spalle e grandi mani le strinsero i fianchi.

    «Stai bene?» le domandò Mason, il respiro sul suo orecchio.

    «Bene» replicò Callie, sussultando alla propria concisa risposta.

    Era la notte di Capodanno, però. Erano a una festa, e aveva domani per pensare alla sua vita e al perché era così insoddisfatta, nonostante avesse un uomo fantastico e sensuale con cui rotolarsi tra le lenzuola. C'era la musica e, molto presto, sarebbe iniziato il conto alla rovescia. I suoi problemi potevano attendere.

    Callie gli avvolse le braccia attorno al collo, incollandosi un sorriso sul viso.

    «Entriamo, prendiamo un drink e balliamo» suggerì, fingendo un po' di allegria.

    Mason indietreggiò e scosse la testa. «Ti guardo da una decina di minuti. Ti ho visto giocare con l'anello.»

    Accigliata, Callie si guardò la mano e il grosso diamante scintillò. «E?» ribatté, confusa.

    Mason si pizzicò il naso. «Per una volta, Callie, mi piacerebbe andare da qualche parte, fare qualcosa, che non sia offuscato dai ricordi di tuo marito.» Prima che Callie potesse dirgli che non stava pensando a Ray, lui proseguì. «Sarà così per il prossimo anno, due, dieci? Te lo chiedo per sapere per quanto tempo dovrò competere per ottenere la tua attenzione.»

    Callie avvertì un bruciante shock, il divampare della collera. «Questo non è giusto.»

    «No, quello che non è giusto è che la tua mente vaghi per raggiungerlo mentre io sono qui. Quello che non è giusto è che porti il suo anello mentre io ti regalo un orgasmo con la sua foto a faccia in giù nel cassetto accanto al tuo letto. La tiri fuori quando abbiamo finito, Callie? La rimetti a posto quando me ne vado?»

    Era così. Dio. E Mason lo sapeva.

    Callie alzò le mani per protestare. Siccome si sentì imbarazzata, partì all'attacco. «Perché mi tormenti? Pensavo che questa fosse solo un'avventura. Perché sembri così possessivo e geloso?»

    Mason aprì la bocca per replicare, poi imprecò prima di richiuderla. La sua espressione si raggelò, e divenne imperscrutabile. «Hai ragione. Perdonami.» La sua voce era glaciale.

    Dall'interno, i festaioli iniziarono a gridare il conto alla rovescia al nuovo anno e quando la folla esplose, Mason si chinò per baciarle la guancia, rigido come un iceberg dell'Antartico.

    «Buon anno, Callie.»

    Quando Callie rientrò qualche minuto dopo, Mason se n'era andato.

    1

    Darby Brogan ascoltava distratta la presentazione senza riuscire a concentrarsi. Diversamente dagli altri architetti nella stanza che assistevano con la massima attenzione, i suoi pensieri erano distanti milioni di chilometri dal progetto di tutta una vita.

    Il design del nuovo museo d'arte di Boston era diventato, in maniera improvvisa e inaspettata, l'ultimo dei suoi pensieri.

    Accavallò le gambe, picchiettò il telefono sul ginocchio, sollecitando mentalmente l'oratore a sbrigarsi.

    Moderno, fresco, rilevante, ecocompatibile... Sì, aveva capito.

    C'era già tutto quanto negli atti di gara.

    Il cellulare le vibrò in mano. Passò il pollice sullo schermo e lesse rapidamente i messaggi postati nel gruppo a cui avevano accesso solo lei, la sua gemella Jules, e la loro più cara amica e socia DJ.

    Dove sei? Perché non sei tornata? Com'è andato il tuo appuntamento con il dottor Mackenzie?

    Darby rispose subito alle domande di DJ.

    Alla presentazione dell'offerta del museo. Dovrei tornare tra circa un'ora.

    Vide che Jules stava scrivendo e attese che il messaggio apparisse sullo schermo. Come si immaginava, non aveva niente a che vedere con il lavoro, ma con l'appuntamento da cui Darby era appena tornata.

    Raccontaci tutto!

    Darby desiderò di non avere spinto DJ a essere più aperta e disponibile. Questo le rendeva difficile mantenere segreti con la sua migliore amica e la sorella.

    Niente di buono. In pratica, mi rimane poco tempo. Se voglio un figlio, devo tentare la FIVET – la fecondazione in vitro – entro i prossimi sei mesi. Quindi è una decisione importante. E devo prenderla in fretta.

    A giudicare dalla loro risposta non immediata, capì che le altre due stavano elaborando la notizia, tentando, come lei, di dare un senso a ciò che aveva appreso.

    Darby desiderava avere dei bambini. Essere mamma era il suo più grande desiderio. Sapeva da molto tempo che avrebbe avuto dei problemi durante la gravidanza e che, nel futuro, avrebbe dovuto affrontare la propria infertilità. Tuttavia aveva creduto di avere tempo, alternative, invece... no.

    La sua condizione era passata da seria a grave, e le era stato comunicato di attendersi un'isterectomia negli anni a venire.

    E doveva ancora raggiungere i trent'anni.

    Pensavo che avrei avuto un marito, o almeno un partner, quando fosse arrivato il momento. Non avrei mai immaginato di affrontare questo – se mai lo farò – da sola.

    Non sarai mai sola!, replicò la gemella all'istante.

    Jules ha ragione, concordò DJ.

    Erano fantastiche e le adorava, tuttavia Darby fantasticava su braccia forti, un torace possente, una prospettiva maschile. Lei era considerata bellissima, forte e in gamba, ma andava a letto da sola ogni sera.

    Essere una femmina alfa era difficoltoso da fare accettare alla maggior parte degli uomini. Essere una femmina alfa con problemi di infertilità era eccessivo. La realtà era che non poteva permettersi di attendere più a lungo per trovare un uomo che condividesse il suo sogno di avere una famiglia.

    Non aveva più tempo da perdere. Se voleva un figlio, doveva farlo subito, da sola, anche se con il supporto della scienza. E un donatore di seme.

    Il nome di DJ comparve sullo schermo.

    Come possiamo aiutarti?

    Darby sorrise, felice che quelle donne fossero nella sua vita. Ignorò gli occhi che le bruciavano e raddrizzò le spalle. Erano brutte notizie, certo, però non aveva ricevuto una sentenza di morte. I suoi sogni erano in terapia intensiva, lei no.

    Mantieni la giusta prospettiva, Brogan. L'umorismo, come aveva imparato, era sempre un ottimo deterrente alla negatività, perciò rifletté un momento prima di digitare di nuovo.

    Mi aspetto che mi aiutiate a selezionare un donatore di seme.

    Ogni scusa è buona per adocchiare bei ragazzi! La risposta di Jules balenò sul display. Io ci sto.

    DJ condivise il punto di vista, aggiungendo un paio di emoticon con gli occhi a cuoricino per esprimere la sua eccitazione.

    Darby sapeva che cercavano solo di essere gentili. Erano entrambe fidanzate e innamoratissime dei loro uomini intelligenti, di successo e decisamente sexy.

    Lei non era invidiosa...

    Be', forse un pochino.

    Tutte quante – inclusa sua madre – avevano uomini affascinanti nei loro letti. Jules era fidanzata con il suo amico d'infanzia; DJ e il suo eterno amante avevano deciso di recente di fare coppia fissa. E Callie, la madre di Darby? Aveva una storia con un uomo seducente di una decina di anni più giovane di lei.

    A Darby non sarebbe dispiaciuto divertirsi con un affascinante ragazzo. La sua vita durante l'ultimo anno era stata tutta lavoro e pochissimo divertimento. In realtà, questo riassumeva la sua totale esistenza. Non si divertiva molto, non lo aveva mai fatto.

    Dopo gli anni di successo a scuola e al college, di recente era stata eletta uno dei quaranta migliori architetti sotto la quarantina nell'ultima edizione di una nota pubblicazione di design. Era socia di quello che era stato descritto come lo studio di design di maggiore popolarità di Boston, se non di tutta la East Coast. Era attraente, ricca e in salute. A parte, il seccante sistema riproduttivo.

    Ed era single.

    Molto, molto single.

    Il panico le chiuse la gola. E se fosse stata incapace di amare qualcuno, di avere una relazione completa? Se fosse stata troppo indipendente, troppo determinata, troppo competitiva per costruire una vita con un uomo? Per quanto riguardava un tentativo di maternità da sola, poi... ce l'avrebbe fatta?

    Cambiò posizione sulla sedia. Si rifiutava di dare spazio nel suo cervello a pensieri negativi.

    Desiderava un bambino e sarebbe stata una madre single. Non c'era problema se non aveva ancora incontrato una persona speciale. Era contenta di non avere sprecato tempo prezioso con un tizio qualsiasi.

    Se doveva sistemarsi, voleva qualcuno che condividesse... tutto. Il desiderio di avere figli, una luminosa carriera, una relazione stabile e corretta.

    La pace nel mondo, debellare la carestia...

    Corrugò la fronte quando si rese conto che il presidente dell'organizzazione non stava più parlando.

    Si guardò attorno nella sala e notò che tutti i partecipanti avevano spostato l'attenzione al fondo della stanza. Girandosi, inarcò le sopracciglia scorgendo la figura solitaria appoggiata contro la parete, una caviglia incrociata sull'altra.

    Oh... wow.

    Judah Huntley era molto più attraente di persona che nelle foto che aveva visto online. Era persino più alto. Anche lei era alta, e stimò che lui fosse circa un metro e novanta.

    Sotto l'abito grigio scuro, di ovvia fattura italiana, il corpo era più massiccio, più possente e più muscoloso di quanto si aspettasse. Ampio torace, gambe lunghe, braccia robuste e un viso mascolino. Le guance e la mascella erano ombreggiate a un velo di barba, il naso pareva essere stato fratturato una o forse due volte, e i folti e ondulati capelli color caffè sembravano essere di norma pettinati con le mani.

    Sexy e aitante, era la mente più brillante dell'architettura della sua generazione.

    Darby deglutì, consapevole di avere la gola secca e che il cuore le stava martellando nel petto. Avvertì uno strano calore tra le gambe. Bentornata, libido! Dannazione, non le sarebbe dispiaciuto farsi un giro con Judah Huntley.

    Ehi, Brogan, non è da te.

    Gli uomini con cui usciva e con cui – molto di rado – andava a letto, dovevano darsi parecchio da fare per portarla a quel punto, tuttavia era sicura che al solo schioccare delle dita di Judah Huntley, si sarebbe precipitata.

    Forse tutto ciò era dovuto al suo stato d'animo, eppure eccola lì, a spasimare per un uomo dall'altra parte della sala.

    Darby non riusciva a staccare gli occhi dal viso da angelo caduto dal cielo di Huntley.

    Sii ragionevole, Brogan. Quella devastante attrazione era un'aberrazione da non prendere nemmeno in considerazione. Era intrigata da Judah Huntley solo perché era un architetto eccezionale... aveva progettato una casa ecologica in Danimarca che era una geniale opera d'arte, una rivoluzionaria stazione sciistica a Davos e le avveniristiche, nuove sedi di una delle principali società di software ad Austin. Era creativo, innovativo e combinava materiali e tecniche contrastanti, facendoli funzionare.

    Ed era anche abbastanza sexy da struggerle l'anima.

    Un paio di occhi scuri – neri? azzurri? – sotto delle folte sopracciglia incrociarono i suoi. E a Darby mancò la terra sotto i piedi.

    Un piccolo sorriso gli increspò la bocca e lei si portò una mano al cuore. Dio, il modo in cui la guardava. Come se la stesse immaginando nuda...

    Lui si raddrizzò, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e lei ricordò una sua foto mentre correva su una spiaggia di Cipro... Quell'addome muscoloso e tonico. Il

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