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Enigma: Il Sogno e l'Anima
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Enigma: Il Sogno e l'Anima
E-book221 pagine2 ore

Enigma: Il Sogno e l'Anima

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Info su questo ebook

Giulio Bocci, un famoso scrittore di best seller, sta conducendo alcune

ricerche per il suo nuovo libro che vedrà come protagonista un enigma

millenario. Nel corso degli eventi, tra passato e presente, le sue

ricerche dovranno fare i conti con diversi intrighi, tra cui, una setta

segreta collegata all'enigma da svelare.

Tutta la vicenda sarà

caratterizzata dal viaggio introspettivo dell'autore all'interno del suo

animo, alla costante ricerca dei propri sogni e del proprio passato.
LinguaItaliano
Data di uscita11 feb 2021
ISBN9791220318327
Enigma: Il Sogno e l'Anima

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    Anteprima del libro

    Enigma - Maurizio Falduti De Rosa

    accaduto.

    CAPITOLO 1

    Giorni nostri

    Quella mattina, come di sua consuetudine, Giulio era nel suo ufficio già di buon'ora concentrato dinanzi alla sua postazione lavorativa, era solito arrivare in anticipo rispetto ai suoi colleghi, poiché riteneva che tutto ciò che si riuscisse a fare di mattina presto era tutto tempo guadagnato per il resto della giornata. Era alle prese con il suo personal computer e fissava con attenzione il monitor. Prima di dedicarsi alla sua attività di scrittore, stava dando uno sguardo agli altalenanti mercati finanziari che da un po' di tempo a quella parte oscillavano vertiginosamente. Colpa delle speculazioni operate dalle bancheEuropee e da quelle Asiatiche. Meditava sulle perdite economiche che ne scaturivano, soprattutto quelle subite dai piccoli risparmiatori. Anche lui aveva fatto degli investimenti azionari, ma fortunatamente, le sue perdite erano state minime, almeno fino a quel momento. Sentì bussare alla porta, già immaginava chi fosse, sicuramente era lei, Lucia, la sua segretaria che occupava l'ufficio accanto al suo. Anch’ella era mattiniera ed era solita passare da lui prima di tuffarsi nel suo lavoro. Ma era anche un modo come un altro per scambiare due chiacchiere con lui prima di iniziare il lavoro e magari gustare un buon caffè in sua compagnia. Lucia non aveva mai nascosto che Giulio le piacesse, quel single incallito che non si decideva a rivolgerle le dovute attenzioni. Cosicché, lei, si era messa in testa di scardinare quel muro che li divideva, con ogni mezzo e così ogni scusa era buona per farsi notare. Bussò alla porta e Giulio pigiò sul pulsante posto sulla sua scrivania. La serratura automatica scattò immediatamente permettendole così di entrare nel suo ufficio. Lucia fece scorrere lentamente l’uscio sui cardini ed infilò la testa nello spazio tra la porta e il battente e con un bel sorriso ammiccante disse: «Buongiorno...!» E Giulio rispose: «Buongiorno cara Lucia! Vieni accomodati.» Lucia entrò e chiuse la porta dietro di sé. Giulio la osservò con curiosità. Quella mattina aveva un'aria diversa dal solito e notò che indossava una gonna nera che gli arrivava sopra il ginocchio e abbinata ad essa una camicetta di raso bianca. Quell’indumento lasciava intravedere, dallo spazio tra un'asola e l'altra, un reggiseno di pizzo, anch'esso bianco, che raccoglieva in sé un seno generoso. Un paio di scarpe con tacco 12 completavano il suo abbigliamento. Lucia aveva sui 40 anni di età era di altezza media, occhi castani con sfumature verdi e capelli neri che fluivano sulle sue spalle in libertà. Fisicamente era piacente ed armoniosa. Ora in quell'abbigliamento era veramente sexy. «Complimenti!» disse Giulio. Del resto anch’egli con i suoi tipici tratti mediterranei non era da meno, anzi, con i suoi 45 anni di età era un affascinante uomo in carriera che non passava inosservato. «Come sei elegante stamattina.» riprese l'uomo. «Davvero?»

    «Molto! Stamane mi sorprendi Lucia. Ci voleva proprio qualcosa di bello in questa catastrofe dei mercati.»

    «Lo sapevo, per questo… sono passata ad allietarti.» disse ammiccante… mordendosi il labbro.

    Lui sorrise compiacente. Poi lei mosse qualche passo fissandolo negli occhi in segno di sfida e si avvicinò a lui passando di lato alla scrivania. Giulio era seduto nella sua poltrona di pelle e quando Lucia le fu vicina iniziò ad accarezzarlo con insistenza. L’uomo sulle prime rimase sorpreso, e si chiese cosa stesse accadendo, ma poi, quelle carezze così sensuali e concilianti sciolsero le sue resistenze. «Potrebbe arrivare qualcuno!» affermò l'uomo. «Lo sai bene, prima di qualche ora non arriverà nessuno!» riprese lei sempre più insistente ed eccitata. Allorché Giulio allungò una mano sotto la gonna e piano piano risalì le sue gambe sino all'inguine e notò con sorpresa che la donna non indossava le mutandine. Lei notò la perplessità di Giulio edisse ammiccante: «Non porto mai gli slip sotto le gonne.»

    A queste parole l'uomo fece cadere ogni remora ed infilò con decisione la mano tra le sue cosce calde. Notò il sesso bagnato della donna e la sua crescente eccitazione. L'accarezzò tutto intorno sfiorando con le dita il turgido clitoride umido. La donna si contorceva dall'eccitazione e lui per darle ancora più piacere, infilò il suo dito medio nella vagina muovendolo avanti e indietro. La donna lo baciò ardentemente e osservandolo con bramosità, senza mai staccare gli occhi dal suo sguardo, si inginocchiò, slacciò la cintura, aprì la cerniera dei pantaloni di Giulio e tirò fuori il suo membro irto. Lo prese con avidità accogliendolo nella sua bocca calda e rosea. Se lo passava tra la lingua guizzante e le labbra carnose, le quali sembravano ancora più gonfie contornate dal provocante rossetto rosso fuoco.

    La sua bocca andava su e giù accompagnatadal movimento della testa e ogni tanto indugiava con la lingua sul glande rigonfio dall'eccitazione. L'uomo con la mano accompagnava il movimento della testa di lei, bramando un desiderio, quello che la donna andasse sempre più giù con la bocca fino a contenere del tutto il suo membro. Ma era troppo grande per essere contenuto, quell'idea lo eccitava ancor di più. La donna si rimise in piedi alzò la gonna all'altezza del bacino, mostrando il suo pube glabro, due grandi labbra bagnate pronte ad accogliere il sesso dell'uomo in piena erezione. Si mise a cavalcioni sopra di lui e piano piano guidò con la mano il pene duro dentro di se. Lui prese con ambo le mani i glutei sodi della donna assecondando il movimento circolare del suo bacino. Poi Giulio sbottonò la camicetta di raso bianco e scostò di lato il reggipetto di pizzo.

    Venne fuori un seno bianco, formoso, sodo, con il capezzolo ritto all'insù dall'eccitazione. Lo afferrò tra le labbra ed iniziò a succhiarlo lentamente e poi dopo un po' prese anche a mordicchiarlo con delicatezza.

    Ad ogni morsetto Lucia si eccitava sempre più ed i suoi movimenti prima circolari, poi ascendenti e discendenti, le donavano un piacere immenso, facendole aumentare il ritmo sempre di più. Giulio era come imprigionato in una morsa e non riusciva a sentire appieno la donna, complice anche la sua vagina estremamente bagnata. Allora la scostò da lui, ella lo guardò sorpresa, ma allo stesso tempo libidinosa di abbandonarsi a tutto ciò che sarebbe accaduto dopo. L'uomo così, si mise in piedi, si slacciò del tutto i pantaloni facendoli cadere giù sulle caviglie, prese la donna e la fece voltare. Dopodiché iniziò a baciarle il collo, la sua lingua andava su e giù tra l'orecchio e l’incavo della gola. L'adagiò prona sulla scrivania, ed in primo piano dinanzi a lui ammirò quel sedere tondo, voluttuoso e sodo. Era qualcosa di indescrivibile ed eccitante ed in cuor suo aveva sempre desiderato vederlo, toccarlo, possederlo ed ora era arrivato quel momento. Con la saliva sulla mano bagnò il suo membro affinché fosse più scivoloso nell'introdurlo. Poi si piegò e con la lingua inumidì anche il foro di entrata del magnifico sedere. Al passaggio di quella lingua, Lucia venne percorsa da mille brividi pregustando il momento che da lì a poco sarebbe arrivato. Giulio appoggiò il glande sulla piacevole e stretta entrata e con calma la penetrò.

    Lucia accolse il membro senza opporre alcuna resistenza assaporando quell'eccitante momento. Lo sentì penetrare un po'alla volta, fu qualcosa di sublime. Poté sentire tutta la potenza del pene, duro, grande e grosso dentro di lei. Giulio afferrò i fianchi della donna aggrappandosi ad essi in un idillio di corpi avvinghiati. Lei si girò con la testa fissandolo e cercando con voracità la sua bocca. La lingua guizzante penetrò prepotentemente nella bocca dell'uomo fino ad intrecciarsi con la sua. Negli occhi di Lucia si leggeva un piacere mai conosciuto prima, un piacere che cresceva sempre di più, soprattutto ogni volta che lui affondava il suo membro possente dentro di lei. Sentiva il desiderio di assaporarne sempre di più, lo sentiva dappertutto e così si muoveva avanti e indietro all'unisono con l'uomo, prima lentamente e poi più forte, più forte, fino a raggiungere dopo qualche minuto l'orgasmo in uno spasmo di suoni gutturali e di piacere immenso.

    Quell' orgasmo liberatorio che era divenuto insostenibile da trattenere oltre. L'uomo venne quasi in contemporanea alla donna ed esplose dentro di lei con un gemito strozzato di completa soddisfazione. Lei sentì quei flutti caldi dentro di lei che ad intermittenza invasero, non solo il suo corpo, ma anche la sua mente. I due con respiro affannoso, per un istante, si abbandonarono uno sopra l’altra e quando si sciolsero da quell'amplesso di corpi si regalarono un ultimo bacio. Si ricomposero ed in silenzio si scambiarono un ultimo sguardo complice, ricordando ciò che era successo qualche istante prima.

    Ad interrompere quella complicità furono due tocchi alla porta, Giulio aprì l'uscio personalmente e sulla soglia apparve il ragazzo del bar che, come ogni mattina, passava a prendere le ordinazioni. I due amanti si guardarono e Giulio irruppe dicendo: «Per me un caffè aromatizzato al ginseng, macchiato con latte e con una spolverata di cacao. Per te Lucia? Caffè, cornetto, altro...?»

    «Caffè, soltanto un caffè grazie! Già mi sono saziata abbastanza per stamattina» rispose sorridendo strizzando l'occhio.

    Il ragazzo andò via con le ordinazioni, mentre i due, come se nulla fosse accaduto, ripresero tranquillamente le loro attività.Giulio sentì bussare ancora una volta alla porta, ma stavolta non era un tocco, ma una sorta di campanello. Un fastidioso suono che prese a martellargli le orecchie. Quel suono era maledettamente insistente sembrava una sveglia, anzi, era proprio una sveglia, il suono della sua sveglia. Si destò così di soprassalto arruffandosi tra le lenzuola, e ancora intontito, con la mano cercò il pulsante per spegnere quel maledetto aggeggio. Dopo qualche tentativo a vuoto ci riuscì e quel fastidioso suono sordo cessò immediatamente. Tirò un sospiro di sollievo ed ancora assonnato si distese supino nel proprio letto. Ripensò alle scene di sesso che poco prima gli avevano occupato la mente intorpidita dal sonno.

    Sentì il suo membro duro tra le gambe, quella durezza quasi gli dava fastidio, del resto a quell’ora era l'unica parte già attiva del suo corpo, ed essa non voleva sentire ragioni, quasi si rifiutava a ritornare nel suo guscio a rilassarsi. Il ricordo di quelle scene erano ancora vive nella sua testa e deluso, considerò che tutto ciò, tutte quelle sensazioni che aveva vissuto, erano state solamente un sogno, un maledetto sogno.

    Scostò le lenzuola e si diresse in cucina per prepararsi il suo caffè, accese la macchina dell'espresso e attese la spia verde che gli desse il via alla preparazione. Nel frattempo imburrò un paio di fette biscottate, sulle quali spalmò uno spesso strato di marmellata all'albicocca, la sua preferita. Iniziò a sgranocchiare rumorosamente la sua prima colazione seduto dinanzi alla penisola della sua cucina con un occhio vigile alla macchina del caffè. La spia verde si accese, prese una capsula con miscela cento per cento Arabica e la inserì. Pose la tazzina con lo zucchero sotto il beccuccio e dopo qualche istante, insieme alla cremosità del caffè, venne fuori un aroma che invase tutta la cucina. Il suo animo si distese dai turbamenti notturni, era il suo buongiorno al mondo.

    CAPITOLO 2

    Giulio era uno scrittore affermato, i suoi romanzi erano dei best seller internazionali e durante le sue giornate, oppure quando gli capitava, era solito raccogliere le sue sensazioni e buttava giù versi e pensieri. Essi erano una sorta di esercizio per tenere allenato il suo estro e molte volte lo aiutavano a raccogliere le idee tra un romanzo e l'altro, o tra un'emozione e l'altra. Egli lo considerava oltre che un esercizio per la mente anche per l'anima. Cosicché, appena ne aveva l'opportunità, lo faceva in qualsiasi momento o in qualunque luogo si trovasse. Appuntava le sue sensazioni sullo smartphone, sui post it, su fogli volanti o qualsiasi altra cosa. Delle volte gli era capitato di scriverli addirittura sulle mani o sui vestiti non avendo null'altro a portata di mano per scriverli. In quei momenti di grazia era irrequieto e non indugiava oltre ariportarli, poiché riteneva che, quei pensieri, fossero come pesci che fluttuano nell'acqua, una volta passati era poi difficile riacciuffarli. Lui li definiva preludi, o semplicemente finestre aperte sul proprio cuore, un viaggio introspettivo all’interno della sua anima.

    Preludio

    Intento ad inseguire i miei pensieri, osservo, sulla riva buia della sera, la mia splendida amica luna.

    Come faro della mia mente, essa distende i suoi raggi pallidi sulle acque stanche.

    Timide onde luccicanti si muovono all'unisono a ritmo lento e serrato, ritemprandosi dai loro tormenti nella quiete della notte.

    É nel silenzio ristoratore delle tenebre, che sembrano liberarsi dai loro affanni quotidiani, battute di giorno, sotto il sole ardente, dall'incedere delle ciurme festanti.

    Anch'io, alla stessa stregua delle onde, ramingo, avanzo con i miei passi lungo la riva plumbea, affondando in essa la mia anima logora in cerca della sua pace.

    Serro gli occhi umidi e mi abbandono all'eterno rullare delle onde del mare.

    Con rinnovato sguardo inseguo le orme eteree lasciate sulla battigia da teneri amanti.

    Essi si perdono nelle illusioni della notte, travolti da cocenti passioni in attesa dell'alba.

    Il cielo stellato col suo chiarore, accarezza il mio cuore infranto, mentre solitario, avanzo a passi lenti nella notte.

    Mi cullo tra i ricordi sotto gli occhi ammalianti della mia compagna luna che in tempi immemori, mi scoprì stregato. Amor ca nullo amato.

    CAPITOLO 3

    Quella mattina, come del resto gli capitava quasi ogni giorno, Giulio, prima di recarsi in redazione alla sede di Napoli della sua casa editrice fiorentina, era uscito di casa dibuon’ora perla sua solita corsetta di jogging mattutina. Quell’attività lo rilassava aiutandolo a raccogliere i pensieri per le sue nuove storie romanzesche. Addirittura aveva letto su alcune riviste scientifiche che il semplice passeggiare o la corsa per diletto, era fonte d’ispirazione per il cervello. Infatti molte scoperte o spiegazione di quesiti avevano trovato la loro soluzione ispirati proprio da questa attività, dove la mente era libera di volteggiare senza meta. Le sue qualità di scrittore erano sempre messe a dura prova poiché, ad ogni nuova uscita dei suoi libri, il pubblico diventava sempre più esigente anche se i suoi romanzi spaziavano dal genere thriller, allo storico, al romantico, insomma a tutto tondo, proprio per sorprendere ogni volta i propri lettori con storie diverse.

    Stava correndo a ridosso del lungomare che attraversava in lungo e in largo la sua città ed ogni tanto il suo sguardo si perdeva oltre l'orizzonte, quella linea sottile ed immaginaria che divideva il cielo dal

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