Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Nel Vuoto
Nel Vuoto
Nel Vuoto
E-book240 pagine3 ore

Nel Vuoto

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

 Viste le imminenti nozze della sua migliore amica, Martina decide di traslocare in un bell'appartamento al quinto piano, per avvicinarsi all'ospedale in cui lavora come infermiera. Quando viene a sapere che prima di lei era abitato da un avvocato morto suicida, la passione per le serie televisive crime e la lettura di gialli la por

LinguaItaliano
Data di uscita4 giu 2018
ISBN9781947488250
Nel Vuoto

Correlato a Nel Vuoto

Ebook correlati

Gialli per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Nel Vuoto

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Nel Vuoto - Susanna Casubolo

    Susanna Casubolo

    Nel Vuoto

    First published by Hoffmann & Hoffmann, in 2018

    Copyright © Susanna Casubolo, 2018

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, scanning, or otherwise without written permission from the publisher. It is illegal to copy this book, post it to a website, or distribute it by any other means without permission.

    This novel is entirely a work of fiction. The names, characters and incidents portrayed in it are the work of the author's imagination. Any resemblance to actual persons, living or dead, events or localities is entirely coincidental.

    First edition

    ISBN: 978-1-947488-25-0

    Cover art by Fabrizio Catalfamo

    This book was professionally typeset on Reedsy

    Find out more at reedsy.com

    Publisher Logo

    Prologo

    Guarda verso il basso e il vuoto arriva con prepotenza fin dentro la pancia. Una leggera brezza gli carezza il viso mentre chiude gli occhi, il terrore si è impossessato di lui da quando i suoi piedi hanno toccato il cornicione, non può fare nulla, si sente inerme, non riesce a muoversi. Ci sono momenti in cui non si può riavvolgere il nastro, tornare indietro, ci sono momenti assoluti come quello, in cui le sensazioni vanno solo registrate perché non ci si può risparmiare. Riapre gli occhi, il quartiere appare deserto, la partita che viene trasmessa in quel momento sta assorbendo tutta l’attenzione, nessuno farà caso a lui. Ha paura, sì ha paura, forse è meglio ammetterlo, forse sarà più facile così affrontare il salto.

    La testa gira come se il vuoto fosse arrivato anche lì, piano accoglierà tutto il suo corpo, molecola per molecola, non lo risparmierà, fino all’impatto finale.

    Chi lo troverà e vedrà il suo corpo martoriato? Cosa resterà di lui? Non vuole pensare a questo.

    Servirà solo una spinta, dovrà solo prendere velocità, andare incontro alla fine il più rapidamente possibile, non respingere il vuoto che lo accoglierà, finirà presto, una sensazione di spaccatura gli riempie il petto, il suo cuore forse cederà prima, non reggerà, chiuderà prima la percezione, il suo cuore lo difenderà dal vuoto.

    Uno

    Nella stanza avvolta dalla luce Martina si guarda intorno, cercando di capire cosa la attiri di quel grande salotto semivuoto e bianco su cui affaccia la cucina a giorno. Si ferma davanti a una delle forme geometriche dalle quali si riesce a indovinare dove fossero posizionati i quadri di chi, prima di lei, ha abitato quell’appartamento. Il bianco più vivo che si distingue, non le restituisce l’ipotesi di un’immagine possibile. Il mediatore immobiliare continua a parlare, come in una cantilena, delle grandi virtù dell’abitazione e della zona circostante, mentre lei per combattere il tono soporifero cerca di capire come era disposto l’arredamento mancante in quel grande spazio. Passa in rassegna i mobili che possiede e pensa che dovrà fare qualche nuovo acquisto. Percepisce solo il tono interrogativo dell’interlocutore, non ha registrato il contenuto del discorso, le sale il terrore di una scolaretta colta in fallo dall’insegnate. Per reazione fa una domanda qualsiasi:

    – È andato via da molto l’inquilino precedente?

    – Circa tre mesi.

    È stizza quella che sente nella voce dell’immobiliare? Resta sospesa, in attesa di altre informazioni, ma l’uomo invece si dirige verso il balcone e, dopo aver aperto la tenda, apre la finestra e le sciorina i pregi della vista e dell’abitare a un piano attico, dove non ci sono possibili fastidi di vicini inopportuni.

    Esce anche lei sul balcone, l’aria temperata di marzo la accoglie, il sole sulla pelle è piacevole, guarda in basso e ha un moto di vertigine. Non avrebbe mai detto che il quinto piano potesse sembrare così alto. Si guarda un po’ intorno e poi rientra in casa, forse dovrà schermare la ringhiera con qualcosa, se decide di prendere quella casa, altrimenti Scheggia, il suo labrador, potrebbe risentirne, ora vive al primo piano, e anche se è abituato a stare in balcone, quell’altezza potrebbe spaventarlo.

    – Posso pensarci qualche giorno?

    – Certamente! Ha il mio contatto, consideri che dopo di lei c’è una coppia che vorrebbe vederla, ma io ho dato a lei la precedenza!

    Come mai gli immobiliaristi hanno sempre qualcuno di riserva a cui far vedere la casa? Le ha fatto l’occhiolino? Oppure era un tic? Gli suona il cellulare e lo vede animarsi, e dare indicazioni per raggiungere quell’indirizzo.

    – Le spiace se scendo a prendere un altro cliente? Se vuole restare qualche altro minuto faccia pure, poi, quando esce, può chiudere la porta dietro di sé.

    Martina vorrebbe sbrigarsi a tornare a casa, Scheggia la sta aspettando per andare al parco ma, pur di non sentire la voce monocorde dell’uomo, lo lascia andare sorridendo. Resta un minuto dietro la porta e poi la riapre per uscire. Il volto di una donna anziana, che appare nello spiraglio della porta di fronte, la fa sobbalzare.

    – Buongiorno! – Cerca di usare un tono gentile, potrebbe essere la sua futura vicina di casa. Di tutta risposta la donna chiude la porta, sbattendola, e la lascia sul pianerottolo interdetta.

    Proprio un buon inizio, pensa mentre chiude la porta dell’appartamento e si appresta a scendere i cinque piani di scale per vedere se incontra qualche altra persona meno sgarbata.

    Esce nel cortile del condominio dove affacciano tutti i portoni dei palazzi attigui. Sono costruzioni moderne, in cortina, avranno circa vent’anni. Il cortile è ben curato, grandi piante fiorite nei vasi e qualche palma a richiamo di un clima tropicale, che cerca di far dimenticare il grigio cittadino. Raggiunge il parco che costeggia i palazzi e sorride tra sé, è sicura che piacerà molto a Scheggia, c’è anche un’area dedicata ai cani dove potrà scorrazzare libero senza guinzaglio. Dal cortile sono solo pochi passi, potrà andarci anche la sera, prima di cena, per la passeggiata, senza dover prendere la macchina, come fa invece ora, e potrà anche farsi accompagnare la mattina, quando va a correre, sarà la volta buona che scioglierà un po’ di pigrizia del suo labrador.

    Vede diverse persone che passeggiano con i propri cani e comincia ad apprezzare quel quartiere. Decide di camminare un po’ intorno per conoscerlo meglio. Dal parco scende verso i negozi che sono allineati lungo i colonnati dei palazzi. Entra in un bar a prendere un succo d’arancia e si siede al tavolino esterno per osservare la vita intorno.

    Ci sono un calzolaio, un minimarket, una cartoleria, una scuola di musica, un centro estetico ed un fioraio. La zona è piuttosto fornita. Guarda pigramente verso il minimarket da cui una donna, molto appariscente, sta uscendo con dei cestini per la spesa vuoti, che sistema in ordine per i clienti successivi. Dalla vetrina vede che poi, una volta rientrata, si accomoda alla cassa e sorride, esibendo le sue grazie, al cliente di turno, mentre passa gli acquisti per fare il conto.

    Finisce di sorseggiare il succo e si avvia verso la macchina, deve tornare da Scheggia che l’aspetta per la sua passeggiata pomeridiana. Dalla scuola di musica sente il suono di un flauto traverso che carezza l’aria tiepida. Decide di entrare e prendere un dépliant per le lezioni, è un modo per sentire ancora più sua l’idea di andare a vivere in quel quartiere. Guarda verso l’alto e i balconi dell’appartamento le appaiono davvero molto alti. Vede il mediatore immobiliare che è affacciato e solo. Allora non era proprio vero che una coppia avrebbe visto l’appartamento dopo di lei. Decide in quel momento che può permettersi anche di trattare per il prezzo, non le sembra ci sia la fila per prenderlo.

    ***

    Scheggia festoso continua a girare intorno e annusa tutto ciò che per lui è nuovo. Martina lo guarda con tenerezza, non avrebbe voluto strapparlo dalle sue abitudini ma la sua amica, con cui conviveva, sta per sposarsi e ora ha bisogno di tutto l’appartamento. Lei è stata costretta a trovare un’altra sistemazione. Guarda affranta tutti gli scatoloni, che l’agenzia di traslochi ha depositato nel salotto, e pensa che il lavoro di sistemazione sarà duro e lungo. Ma non resiste e preso il guinzaglio lo esibisce di fronte al suo cane che coglie l’invito al volo e si dirige festoso verso la porta di ingresso.

    Il parco è poco frequentato a quell’ora, la mattinata è appena cominciata, e sicuramente molti riescono a portare fuori il loro compagno peloso solo nel pomeriggio al rientro dal lavoro. Si siede su una panchina e lascia Scheggia senza guinzaglio a godere di un po’ di libertà. Lo osserva scorrazzare, in cerca di un legnetto da riportare indietro, e in effetti in pochi minuti lo trova e glielo porta poggiandole il muso sulle gambe.

    – Come si fa a resisterti? – Gli carezza la testa e prende il legnetto che lancia con cura, in modo da dargli un po’ di soddisfazione a cercarlo.

    – In effetti è difficile resistere quando fanno così. – La voce di un uomo la fa sobbalzare e si gira velocemente nella direzione di provenienza. È alto e muscoloso, con i capelli molto scuri e gli occhi chiari. Deve avere circa trent’anni, la guarda divertito e al suo sguardo indagatore alza un guinzaglio in senso di resa.

    – Nuova della zona o solo di passaggio? – Sembra interessato mentre le si siede accanto e continua a guardarsi intorno come in cerca di qualcosa.

    – Appena traslocato per lavoro, – ammette mentre cerca di capire cosa sta cercando, poi aggiunge per presentarsi – faccio l’infermiera nell’ospedale qui vicino.

    – Piacere! – Punta su di lei gli occhi verdi mentre si presenta – Io faccio il maestro di musica lì, – le indica con una mano la scuola di musica dove è entrata qualche giorno prima, – nei momenti di stanca porto fuori il cane del proprietario che ora, detto tra noi, è un po’ che non vedo e mi sto preoccupando.

    Mentre lo dice Scheggia ricompare da una stradina laterale insieme a un altro cane, un boxer, e torna a portarle il legnetto.

    – Meno male eccoti qui Rocky, rimettiamo il guinzaglio e torniamo alla base, che la nostra prossima lezione è tra poco. Piacere di averti conosciuta, se ti interessa la musica vieni a trovarci.

    Lo guarda allontanarsi e pensa che non si sono neanche presentati, il tipo è interessante, magari potrebbe rivedere meglio il programma delle lezioni che ha preso alla scuola.

    Decide di andare a comprare qualcosa al minimarket. Assicura il guinzaglio del suo labrador a un palo fuori dal locale, gli dà una carezza per rassicurarlo e decide che comprerà anche del cibo per lui, se la vede uscire con una scatoletta imparerà ad aspettare con più pazienza le volte successive.

    Il minimarket è ben fornito, si guarda intorno interessata. Al suo interno ci sono due banconi, uno per la carne e uno per il pane, a cui si ferma a chiedere un paio di rosette. La sua amica verrà a trovarla, per aiutarla a sballare gli scatoloni, e cerca di inventarsi un paio di buone pietanze per il pranzo.

    – Bellezza che ne dice di qualche polpetta già pronta? – Il macellaio la invita a fermarsi, è un omone alto e molto robusto, incute un po’ di paura, completamente rasato, gli occhi vispi, le scocca uno sguardo famelico. Lei sorride e tira dritto, è vegetariana da qualche anno, però accoglie il suggerimento, pensa che le ha dato proprio una buona idea, e compra dei ceci per prepararle.

    Alla cassa la accoglie la signora avvenente che ha visto qualche giorno prima. Deve essere sposata, a giudicare dalla fede che porta, sembra avere una quarantina d’anni e indossa un vestito striminzito che le fascia il seno abbondante e lascia scoperte le gambe tornite.

    – Bella non prendi altro? – Si passa una mano tra i capelli platino, con un gesto seduttivo e calcolato.

    – No, la ringrazio, sono a posto.

    – Sei nuova o sei solo di passaggio? – Sembra misurarla come si potrebbe fare con un’avversaria.

    È la seconda persona che glielo chiede in poco tempo, annota mentalmente.

    – Mi sono trasferita per lavoro.

    – Bè allora sei una nuova cliente! – Le sorride come per recuperare terreno – Tieni un omaggio della casa. Torna a trovarci!

    Le porge un cioccolatino, che Martina prende ringraziando, e le passa la busta volgendo la sua attenzione al cliente successivo che sembra spogliarla con gli occhi.

    Recupera il suo cane e decide di passare dal fioraio a prendere una piantina per la sua nuova casa. All’interno trova una signora di mezz’età che le fa vedere alcune piante da interno. Decide per uno spathiphyllum e si dirige verso la cassa per pagare. Sul muro vede delle foto di un funerale appese, corone mortuarie probabilmente confezionate dal negozio.

    – È nuova della zona o è solo di passaggio? – Le chiede la signora mentre le prepara la pianta.

    È la terza persona in pochi minuti che glielo domanda, o devono essere molto attenti in quel quartiere o ci deve essere poco viavai di persone, se notano così i nuovi arrivi.

    – Mi sono trasferita per lavoro… – Parla mentre continua a guardare le foto sul muro, come rapita dall’immagine di quel triste corteo che rappresentano.

    – È il funerale di Filippo, non riesco a toglierle, sono ancora così triste per quello che è accaduto, un giovane così promettente e di buon cuore.

    – Mi spiace, è un suo familiare?

    – No, anche se lo conoscevo, abitava qui in questi palazzi, veniva a comprare fiori per una persona di cui sembrava essere innamorato.

    Che strano, pensa Martina, tenere le foto di un funerale che non è neanche di un familiare. Esce dal negozio e, per non sentirsi più chiedere se è nuova o di passaggio, decide di tornare a casa, approfitta dell’uscita di un vicino per entrare velocemente nel portone.

    Sul pianerottolo cerca di tenere buono Scheggia, che alla vista della scatoletta nella busta non sta più nella pelle, e non riesce a trovare le chiavi nella borsa, quando sente una porta aprirsi. Si gira e quasi sobbalza, alla vista del volto che appare nello spiraglio, la vicina di casa le lancia uno sguardo corrucciato, per una frazione di secondo, e poi sbatte la porta scomparendo alla sua vista.

    – Buongiorno anche a lei! – Dice, enfatizzando apposta il tono, prima di entrare finalmente nel suo appartamento.

    ***

    Aspetta con ansia l’amica, è curiosa di sapere che effetto le farà la sua nuova sistemazione. L’ha incontrata alla facoltà dove ha frequentato scienze infermieristiche, sono entrate subito in sintonia anche se sono molto diverse. Stefania è una donna molto sensibile ma anche tosta allo stesso tempo, ha avuto una famiglia, che l’ha sempre supportata, e non vede l’ora di formarne una tutta sua. Martina è più autonoma, orfana di entrambi i genitori, ha vissuto con la nonna materna che ora non c’è più. Suo malgrado ha dovuto combattere fin da piccola per le difficoltà economiche. Non ha ancora incontrato l’uomo della sua vita e ogni volta che si innamora pensa che sarà quello giusto, ma finora non è stato così. Da quando si sono conosciute sono sempre state insieme, al punto da condividere un appartamento. La loro convivenza si è interrotta solo perché Stefania ha incontrato l’uomo della sua vita e sta organizzando il suo matrimonio. Martina pensa che le mancherà molto vivere con l’amica, le vuole davvero un gran bene, anche se lasciare l’appartamento le ha consentito di trovarne uno più vicino all’ospedale dove lavora.

    Quando l’amica arriva riempie l’ambiente del suo profumo e dei suoi racconti prematrimoniali. Sono due bellezze diverse: Stefania alta e con una corporatura muscolosa, la supera di buoni dieci centimetri, mentre lei è minuta e proporzionata. L’amica è bionda e con gli occhi color nocciola mentre lei potrebbe essere scambiata per una gitana, visti i capelli scurissimi e gli occhi color brace. Quando escono insieme attirano più di uno sguardo maschile. Sono passati i tempi delle loro uscite a cercare nuovi incontri, ora Stefania si sta per sposare e lei vuole solo godersi un po’ di solitudine, dopo l’ultima storia andata male.

    Pranzano sullo snack della cucina, visto che il tavolo del salone è ancora da acquistare, e poi l’amica la aiuta a dividere gli scatoloni utili nell’immediato, da quelli che possono aspettare, e decide di aiutarla a riporre quest’ultimi sul soppalco che si trova in camera da letto.

    Martina sale sulla scala e si posiziona in modo da prendere gli scatoloni che le passa l’amica, una volta messi all’interno, si arrampica per entrare nel soppalco e sistemarli. Accucciata li mette come meglio può per lasciare spazio a eventuali future scatole da riporre. Mentre, piegata in avanti per non sbattere la testa, sta per tornare verso l’uscita qualcosa attira la sua attenzione. La luce, che proviene dalla piccola lampadina, non le permette di capire subito di cosa si tratta. Poi riconosce un quaderno rigido, di quelli che usa anche lei per scrivere, è poggiato al vano d’uscita, come se fosse caduto da una scatola tirata fuori frettolosamente dal soppalco.

    Lo raccoglie ed esce alla luce del giorno, per vederlo meglio, le pagine del quaderno sono scritte fitte fitte, hanno date diverse.

    – È un diario! – Esclama stupita passando il quaderno all’amica.

    – Interessante!

    – Sarà di qualcuno che ha abitato qui prima di me. Devo trovare il modo di restituirlo.

    – Prova a leggerlo, magari all’interno c’è un indirizzo.

    – Ma le date sono di tre anni fa! Dubito di trovare qualcosa di utile. Forse dovrei chiedere all’immobiliarista…. Stefania?

    – Dimmi…

    – Ma tu ti accorgi se qualcuno di nuovo è venuto a vivere nel tuo quartiere?

    – Se è un bel manzo sì!

    – Dai non scherzare! Stamattina sono uscita e ben tre persone mi hanno chiesto se ero nuova o di passaggio.

    – Se erano maschi capisco il perché… quelli annusano una preda libera da lontano! A proposito, l’hai sentito?

    – No, per fortuna non si è fatto sentire, ormai penso di poter dire che è storia

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1