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La pasticceria sulla spiaggia: Un biscotto disastroso (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 6)
La pasticceria sulla spiaggia: Un biscotto disastroso (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 6)
La pasticceria sulla spiaggia: Un biscotto disastroso (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 6)
E-book255 pagine6 ore

La pasticceria sulla spiaggia: Un biscotto disastroso (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 6)

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Info su questo ebook

"Molto intrigante. Raccomando fortemente questo libro per tutti gli assidui lettori che apprezzano un giallo ben scritto, con alcune svolte e una trama intelligente. Non resterete delusi. Un modo eccellente per trascorrere un freddo fine settimana!"
--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (parlando di Assassinio in villa)

LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN BISCOTTO DISASTROSO è il libro #6 di una nuova affascinante e spassosa serie di ‘cozy mystery’, firmata dalla penna dell’autrice bestseller numero #1 Fiona Grace, il cui bestseller Assassinio in villa (Un giallo intimo e leggero di Lacey Doyle) ha quasi 200 recensioni a cinque stelle. La serie inizia con UN CUPCAKE ASSASSINO (Libro #1).

Allison Sweet, 34, chef in seconda a Los Angeles, è arrivata al limite qui con le umiliazioni a opera dei clienti, le richieste esigenti del suo capo e una vita sentimentale andata a rotoli. Dopo uno scioccante incidente, si rende conto che è arrivato il momento di ricominciare da capo, seguendo il suo vecchio sogno di trasferirsi in una piccola cittadina e aprire un suo panificio.

Un cacciatore di tesori trova una preziosa moneta sulla spiaggia davanti alla panetteria di Allison al tramonto, e lei è stupefatta da quel tesoro.

Ma è ancora più stupefatta quando scopre che l’uomo è stato assassinato.

Allison, rimasta sulla scena del crimine con il suo cane al fianco e il tesoro in mano, non avrebbe potuto scegliere luogo e momento peggiore. Difficile giudicarla innocente.

E se non risolverà presto questo crimine, le cose di sicuro peggioreranno ancora di più.

Una esilarante serie di gialli intimi e leggeri, piena zeppa di svolte, sorprese, romanticismo, viaggi, cibo e un’inattesa avventura: la serie LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA ti farà ridere e girare le pagine fino a notte fonda, mentre ti innamorerai di questo nuovo tenero personaggio, capace di catturare il tuo cuore.

Altri libri della serie saranno presto disponibili!
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2022
ISBN9781094345109
La pasticceria sulla spiaggia: Un biscotto disastroso (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 6)

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    Anteprima del libro

    La pasticceria sulla spiaggia - Fiona Grace

    cover.jpg

    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA:

    UN BISCOTTO DISASTROSO

    (LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA — LIBRO SEI)

    FIONA GRACE

    Fiona Grace

    L’autrice esordiente Fiona Grace ha scritto la serie UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE, che comprende nove libri (e altri in arrivo); la serie UN GIALLO INTIMO TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA, che comprende sette libri (e altri in arrivo); la serie I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA, che comprende tre libri (e altri in arrivo); e la serie I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA, che comprende sei libri (e altri in arrivo).

    Fiona sarebbe molto felice di restare in contatto con te! Visita quindi il suo sito internet, www.fionagraceauthor.com, per ricevere e-book gratuiti, restare aggiornato sulle ultime uscite e non perdere nessuna notizia.

    img1.png

    Copyright © 2021 di Fiona Grace. Tutti i diritti sono riservati. Eccetto come consentito dal Copyright Act del 1976 degli Stati Uniti d’America, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma e mediante alcun mezzo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previo consenso dell’autrice. La licenza di questo ebook è concessa solo per uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto, né ceduto a terzi. Se si desidera condividere questo libro con un’altra persona, si prega di acquistare una copia per ciascun destinatario. Se si sta leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per uso personale, si prega di restituire la copia e acquistarne una propria. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest’autrice. Questa è un opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono utilizzati a puro scopo di intrattenimento. Qualsiasi richiamo a persone reali, viventi o meno, è puramente casuale. Copyright dell’immagine di copertina di S_Photo, usata sotto la licenza di Shutterstock.com.

    LIBRI DI FIONA GRACE

    UN GIALLO CON CANI E GATTI

    UNA VILLA IN SICILIA: OMICIDIO ALL’OLIO DI OLIVA (Libro #1)

    UNA VILLA IN SICILIA: FICHI CON CADAVERE (Libro #2)

    UNA VILLA IN SICILIA: VINO E MORTE (Libro #3)

    UNA VILLA IN SICILIA: CAPPERI E CALAMITÀ (Libro #4)

    UNA VILLA IN SICILIA: GLI ARANCETI DELLA VENDETTA (Libro #5)

    UNA VILLA IN SICILIA: CANNOLI CON IL MORTO (Libro #6)

    I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA

    UN CUPCAKE ASSASSINO (Libro #1)

    UN MACARON OMICIDA (Libro #2)

    UN PASTICCINO MOLTO PERICOLOSO (Libro #3)

    UNA BRIOCHE DANESE LETALE (Libro #4)

    UNA TARTINA INSIDIOSA (Libro #5)

    UN BISCOTTO DISASTROSO (Libro #6)

    I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO DELITTUOSO (Libro #1)

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO CRIMINALE (Libro #2)

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO MORTALE (Libro #3)

    UN MISTERO AVVOLGENTE TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA

    INVECCHIATO PER UN OMICIDIO (Libro #1)

    INVECCHIATO PER LA MORTE (Libro #2)

    INVECCHIATO PER IL CAOS (Libro #3)

    MATURATO PER SEDURRE (Libro #4)

    STAGIONATO PER LA VENDETTA (Libro #5)

    INVECCHIATO PER L’ACREDINE (Libro #6)

    INVECCHIATO PER LA MALIZIA (Libro #7)

    UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE

    ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1)

    UNA MORTE E UN CANE (Libro #2)

    I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3)

    UN VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4)

    UCCISO CON UN BACIO (Libro #5)

    IL DIPINTO DELLA MORTE (Libro #6)

    MESSO A TACERE DA UN INCANTESIMO (Libro #7)

    INCASTRATO DA UN FALSO (Libro #8)

    CATASTROFE IN UN MONASTERO (Libro #9)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRE

    EPILOGO

    CAPITOLO UNO

    Ali rimase ferma e impietrita sgranando gli occhi dallo stupore mentre fissava la sagoma di suo padre, in piedi davanti alla porta aperta della pizzeria vuota. Si strofinò gli occhi, non credeva a quello che stava vedendo. Era un sogno ad occhi aperti? Un’allucinazione? O l’uomo in piedi davanti a lei, incorniciato dalla luce della luna, era davvero il padre che da tempo aveva perduto?

    Fece, cautamente, un passo verso la porta. La fresca brezza del mare le accarezzava il viso. In lontananza, i gabbiani emettevano il loro verso chiassoso, il loro coro si fondeva con il suono delle onde che si infrangevano dolcemente sulla riva. Ali sentì come l’impulso di sussurrare.

    Papà? disse, facendo un altro passo avanti, in realtà stava strascicando i piedi sul pavimento piastrellato della pizzeria e i suoi passi echeggiavano nello spazio vuoto. Sei davvero tu?

    Sono io, rispose lo sconosciuto sulla soglia. Sono papà.

    Ali aveva immaginato quel momento in tutti i modi, ma adesso che lo stava vivendo le mancavano le parole.

    Nel silenzio, Richard si muoveva goffamente da un piede all’altro e infilò le mani nelle tasche dei suoi logori pantaloni cargo. La sua pelle, un tempo pallida come quella di Ali, adesso era di un colore rossiccio, simile a quella di un anziano contadino. Il tempo e la vita da nomade non gli avevano fatto bene. La faccia era segnata dalle intemperie, la barba, grigia e ruvida sul mento copriva chiazze di pelle secca e malandata. Sembrava che fosse appena arrivato dall’outback australiano, analogia piuttosto calzante, del resto, visto che la sua residenza più recente era un parcheggio per camper nel deserto del Mojave.

    Sei venuto in auto? sbottò Ali, con un sussulto interiore. La domanda suonava del tutto inadeguata, date le circostanze. Il padre, lontano da tempo, era appena riapparso nella sua vita e lei non aveva di meglio che chiedergli come aveva viaggiato. Ma da qualche parte doveva pur iniziare la conversazione.

    Richard Sweet sembrava imbarazzato, così come Ali, e annuì con rigidità. Sì.

    Le sue sopracciglia si alzarono. Con il tuo camper?

    Lui emise una risatina imbarazzata. "No, no, non preoccuparti, ho lasciato il camper a Desert View. Sono venuto con una normalissima auto."

    Sentendo nominare il Desert View, ad Ali riaffiorò il ricordo del suo viaggio. Era andata nell’area dei camper del deserto del Mojave alla ricerca di suo padre, dopo averlo rintracciato l’ultimo luogo in cui era stato visto, ma aveva appreso da un nomade scalzo, suonatore di banjo, che suo padre se n’era appena andato. Aveva chiesto a quell’uomo di dare il suo contatto al padre al suo ritorno, ma lui le rispose bruscamente che non sapeva se e quando suo padre sarebbe tornato. Ali allora aveva lasciato quell’area completamente abbattuta, aveva perso ormai la speranza di rintracciarlo.

    Allora... alla fine hai ricevuto il mio messaggio? balbettò.

    Sì. E sono venuto qui subito. Nonostante l’ora tarda. Si guardò il polso. O meglio dovrei dire, così presto. Non pensavo di trovarti sveglia...

    Avevamo una festa in corso. È andata avanti fino a tardi.

    Oh, sorrise. Qualcosa da festeggiare?

    Il mio amico sta partire. Si trasferisce in Italia per sposarsi.

    Ali strinse le labbra. Ad un tratto la festa le parve una cosa frivola e sciocca. Dopo sedici anni che non parlava con suo padre, doveva proprio scegliere quell’argomento?

    Girò allora la conversazione sul viaggio che aveva fatto nel deserto del Mojave, per cercarlo inutilmente. Non credevo davvero che avresti ricevuto il mio messaggio. Ho dovuto convincere quel tipo. La sua voce si incrinò appena nel ricordare che il suonatore di banjo sembrava più interessato a pizzicare le corde e a parlare con il suo cane che ad ascoltare la storia della sua situazione. In effetti, ripensandoci, Ali si rese conto che quel viaggio era stato un fallimento, devastante, e l’aveva lasciata con la convinzione che non avrebbe mai più ritrovato suo padre. Non ero sicura che il suonatore di banjo ti avrebbe trasmesso il messaggio.

    Richard la scrutò con i suoi occhi scuri, che lei faceva fatica a riconoscere, e ridacchiò. Quale suonatore di banjo? Si divertirà quando glielo dirò.

    Ali si arrabbiò per come stava prendendo alla leggera le cose che gli stava raccontando. Mi ha detto che non sapeva quando e se saresti tornato, disse Ali. "Mi ha detto che potevano passare anche anni."

    Stavolta è passato solo qualche giorno, disse Richard, semplicemente, aggiungendo un’alzata di spalle che irritò ulteriormente Ali.

    Lei lo guardò con gli occhi spalancati, piena di emozioni contrastanti. Suo padre non aveva compreso i sottintesi della sua affermazione e questo colpì Ali come un pugno nello stomaco. L’uomo in piedi sotto la luce della luna davanti a lei, suo padre, era a tutti gli effetti un estraneo adesso. Aveva un’energia diversa da quella che ricordava, meno sicurezza, meno forza interiore. Non sembrava nemmeno più lo stesso uomo. Le sue orecchie erano più grandi. I suoi occhi e la sua bocca si erano leggermente abbassati. Era questo il motivo per cui Teddy l’aveva consigliata di non cercarlo? Suo fratello maggiore sapeva, istintivamente, che gli anni lo avrebbero trasformato in una persona irriconoscibile, non solo in termini di aspetto, ma anche nella personalità. Aveva commesso un terribile errore seguendo quella strada?

    Devo dire, disse la voce di Richard, interrompendo le sue preoccupate elucubrazioni, che sono stupito quando ho visto che ora vivi a Willow Bay. Ti ho portato qui quando eri una bambina. Siamo saliti sulla ruota panoramica. Ti ricordi?

    Sì mi ricordo, rispose Ali.

    In effetti era proprio quel ricordo, il giro sulla ruota panoramica sul molo, che le aveva fatto prendere la decisione di trasferirsi a Willow Bay. Ma non se la sentiva di condividere con lui quel pensiero in quel momento.

    Il silenzio si fece pesante.

    Richard diede un’occhiata alla pizzeria vuota. Emilio e la sua fidanzata Maria avevano appena venduto tutto a Fat Tony, il simpatico mafioso della città, in modo che Ali potesse prendere in affitto il negozio vuoto e ampliare la sua pasticceria. Questo era il motivo per cui aveva deciso di entrare nel negozio, dopo la festa, anziché andarsene a casa a letto; voleva rimanere lì un po’ per immaginarsi il proprio futuro. Ma poi era stata interrotta da un’intrusione del passato.

    Sembri una che è appena stata colta di sorpresa, disse Richard. Stai traslocando?

    Oh. No, rispose Ali, rendendosi conto del malinteso. "Non vivo qui."

    Le venne in mente che l’indirizzo che aveva dato al suonatore di banjo, l’aveva scarabocchiato di malavoglia. Anziché dare l’indirizzo di casa, aveva scritto l’indirizzo dei tre piccoli negozi sul lungomare, la sua piccola pasticceria tra le due pizzerie. Non aveva scritto il nome del negozio. Nemmeno che era un negozio, pensandoci bene. Suo padre, da nomade qual era, doveva aver pensato che vivesse nella pizzeria. Ma solo perché lui era abituato a trasformare i posti più insoliti in una casa, non significava che fosse lo stesso anche per lei!

    Non vivi qui? chiese Richard, con aria confusa.

    No. Ho un appartamento in fondo alla strada. Questo è un negozio che ho appena preso in affitto. Le venne in mente allora che suo padre non sapeva nemmeno che possedesse una pasticceria. Sto ampliando la mia pasticceria. Ho preso in affitto il locale accanto.

    Richard sembrò sorpreso. Gestisci una pasticceria?

    Lei annuì e si torse le mani esitante, provando improvvisamente un po’ di timidezza. Suo padre l’aveva sempre incoraggiata a seguire i suoi sogni e lei si chiedeva come avrebbe reagito alla notizia che l’aveva fatto davvero.

    La vuoi vedere? gli chiese.

    Mi piacerebbe molto, rispose Richard.

    Per la prima volta dalla sua improvvisa apparizione, Ali riconobbe improvvisamente il padre dei suoi ricordi. Era ancora lì, in agguato da qualche parte nel profondo dei suoi occhi scuri, come un prigioniero incapace di liberarsi.

    Sentì un mutamento nella mente, come lo sciogliersi del gelo, e gli fece cenno di uscire dalla pizzeria con un piccolo mormorio di eccitazione. Chiuse saldamente la porta dietro di sé e guidò suo padre per il breve tratto attraverso il lungomare fino alla pasticceria accanto, lanciandogli occhiate furtive mentre procedevano.

    C’è un po’ di confusione in questo momento, disse, armeggiando nervosamente, mentre cercava di infilare la chiave nella serratura. Per via della festa. C’è un sacco di torta avanzata, se hai fame.

    E questa è una torta che hai fatto con le tue belle mani? Chiese Richard.

    Sì, disse Ali.

    Allora ne assaggerò un po’.

    Ali sorrise, sopraffatta da una vertigine infantile. Era una sensazione particolare, rimasta a lungo sopita. Non riusciva nemmeno a ricordare l’ultima volta che era riuscita suscitare l’orgoglio di suo padre.

    Spinse la porta con la spalla, poi barcollò quando finalmente cedette. Si è un po’ irrigidita, spiegò.

    Richard la seguì all’interno. I suoi stivali di pelle logori sembravano fuori posto sulle pittoresche piastrelle a scacchiera color menta piperita della pasticceria. I coriandoli di paillettes della festa scintillavano su tutto il pavimento. Uno striscione vivace, appeso al muro, proclamava: Emilio e Maria...Questo è amore. Ali lo tirò giù, provando improvvisamente un certo imbarazzo.

    Richard fece un ulteriore passo all’interno e diede un’occhiata all’arredamento. Ali aveva scelto un interno un po’ frivolo per la sua pasticceria, prediligendo mensole in legno color pastello e cuscini floreali su un arredamento elegante e moderno. Le tende a scacchi appese alle finestre bloccavano la maggior parte della luce lunare, e Ali era contenta che suo padre non fosse in grado di valutare appieno la pasticceria. Non voleva che la giudicasse.

    Sei qui da molto? chiese Richard. Parlava in modo eccessivamente formale, come un agente immobiliare piuttosto che un membro della famiglia. Ali sentì vacillare quel senso di vertigine che aveva provato, quando si era resa conto di quanto suo padre si sentisse a disagio nel trovarsi nel suo negozio, e il pensiero la travolse con un’ondata di dolore.

    Alcuni mesi, gli disse. Ho potuto aprire l’attività grazie a un prestito di Teddy.

    Chiuse di scatto le labbra, rendendosi conto troppo tardi che nel menzionare il nome di suo fratello aveva toccato il punto più dolente e crudo che avrebbe potuto toccare. L’ultimo incontro faccia a faccia tra Richard e Teddy si era trasformato in un litigio di proporzioni epiche. Ali si era spesso ritrovata a pensare che, se non fosse stato per la discussione, forse Richard non si sarebbe allontanato così radicalmente da loro.

    Comunque, disse velocemente, ansiosa di allontanarsi da qualsiasi argomento serio. Ti avevo promesso una torta. Torno subito. Siediti. Indicò il posto vicino alla vetrina, il posto preferito dalla sua migliore amica, Delaney, e dal randagio cittadino, Arruffato.

    Mentre Richard si sedeva sulla panca di legno, Ali corse via e aprì le porte a battente d’acciaio della cucina.

    Nella fresca oscurità di quella stanza, il cuore di Ali prese a battere per la trepidazione. Il fatto che suo padre fosse lì la mandava in tilt.

    Torna in te, Ali, si disse.

    Camminò sul pavimento piastrellato e aprì le porte del grande frigorifero industriale. Ne uscì una luce, insieme ad un soffio di gelo che le fece venire la pelle d’oca lungo le braccia.

    Prese la torta celebrativa a più piani dal frigo e chiuse con un calcio la porta dietro di sé, poi portò la pesante torta sul bancone di metallo e la posò delicatamente. Le sue mani tremavano mentre toglieva la pellicola trasparente e preparava un piatto con una fetta di torta per suo padre. Era la paura del suo giudizio che la innervosiva? O era qualcos’altro: il pensiero che lui scomparisse di nuovo nel nulla così come era apparso?

    Respirò profondamente per calmare i nervi, poi spinse all’indietro le doppie porte a battente ed entrò nel negozio. Si voltò, e rimase stupita nel notare un’incredibile luminosità nella pasticceria.

    Hai scoperto come accendere le luci, commentò.

    Sì. E ho trovato compagnia.

    Mentre gli occhi di Ali si adattavano alla luce, si rese conto che, seduto accanto a suo padre sulla panca vicino alla vetrina, c’era Arruffato, il randagio del lungomare. Alzò il muso e abbaiò felice alla vista di Ali.

    Oh! esclamò Ali. Quello è Arruffato. Il nostro caro randagio. Portò il piatto e lo posò sul tavolo davanti a suo padre. Arruffato, questo è mio padre.

    Il cane abbaiò di nuovo e Ali si sedette accanto a lui, felice che ora ci fosse una sorta di cuscinetto tra lei e suo padre. Arruffato aveva intuito che Ali aveva bisogno di lui.

    Bene, bene, bene, disse Richard, guardando il piatto di torta davanti a lui. Sembra molto professionale.

    Mi fa piacere, disse Ali, sorridendo orgogliosa. Ho imparato la ricetta da un vero pasticcere quando studiavo in Francia.

    Richard si fermò, la forchetta in bilico sulla torta, e i gli occhi sgranati con evidente stupore. Hai studiato in Francia?

    Ali si accigliò. Sì. Perché lo dici come se fosse una sorpresa per te? non pensava che fosse abbastanza intelligente per fare una cosa del genere? Hannah era sempre stata la più intelligente dei fratelli Sweet, e Ali si era spesso sentita messa in ombra dalla sorella maggiore.

    Richard si grattò il mento, chiaramente a disagio per la domanda. "Beh, è solo che... ad essere onesti, sembra una di quelle cose che la mamma ti obbligava a fare.

    Ali si irrigidì. Aveva ragione, ovviamente. Era stato su insistenza di sua madre Georgia che era andata all’estero per una formazione nel suo campo, proprio come era stato su insistenza di sua madre che aveva ottenuto il lavoro da Eclair, lavoro che aveva imparato a detestare. Ma non era un argomento che voleva discutere con suo padre. Non le sembrava giusto. Sua madre, con tutte le sue colpe, le era rimasta vicina, mentre lui no. Anche se aveva spinto Ali su strade sbagliate, almeno le era rimasta vicina e si era preoccupata abbastanza della sua vita da provarci. Che cosa aveva fatto Richard? Se n’era andato quando il gioco si era fatto duro!

    Ali si sentì invadere da un’ondata improvvisa di negatività. Suo padre era tornato nella sua vita da pochissimo, e già si sentiva come se stesse girando in tondo su una ruota panoramica con lui. Tutti quegli alti e bassi di emozioni cominciavano a stordirla.

    Afferrò la seconda forchetta e si servì di un enorme boccone di torta per consolarsi. Aveva un sapore anche migliore di quando l’aveva assaggiata prima alla festa, perché il tempo passato in frigo aveva reso la glassa fresca, il

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