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Giorni di guerra: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi
Giorni di guerra: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi
Giorni di guerra: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi
E-book162 pagine1 ora

Giorni di guerra: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi

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Info su questo ebook

Toni Capuozzo raccoglie in un libro tutte le sue riflessioni sul conflitto tra Ucraina e Russia. Un vero e proprio diario di guerra ― suddiviso per giorni ― fatto di appunti, pensieri pubblicati sui social, interventi televisivi. Un volume impreziosito da una lunga galleria di foto di grandi reporter italiani dal fronte: Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi, Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni. Un libro "aperto": attraverso QR Code, si potranno leggere anche le future riflessioni di Capuozzo sugli sviluppi della guerra. “Ci sono sempre colpe da distribuire - scrive Capuozzo - "nessuno è completamente innocente, se non i civili. Sono scettico sul ruolo che l’Occidente sta giocando. Siamo pronti a combattere, ma fino all’ultimo ucraino. È in gioco la democrazia, è in gioco l’Occidente, si mettono tutti l'elmetto però, poi, marcano visita al momento di andarci per davvero... in guerra".
LinguaItaliano
Data di uscita26 mag 2022
ISBN9791280132116
Giorni di guerra: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi

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    Anteprima del libro

    Giorni di guerra - Toni Capuozzo

    copertinaGiorni di guerraSigns Publishing

    © 2022 Signs Publishing Srl

    Titolo: Giorni di guerra

    Sottotitolo: Russia e Ucraina, il mondo a pezzi

    Autore: Toni Capuozzo

    Foto: Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi,

    Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni

    Disegni: Giuseppe Botte

    Copertina: Daniele Kirchmayer

    Cartine geografiche: Emanuele Mastrangelo

    Progetto grafico e realizzazione editoriale: Federico Goglio

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta, archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna forma o alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata, o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice.

    ISBN: 9791280132116

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    Toni Capuozzo

    GIORNI DI GUERRA

    figura-6
    25 gennaio 2022

    Trenta giorni alla guerra

    Non credo di essere snob o, al contrario, populista nel dire che tutto il brusio sull'elezione del presidente mi sembra stonato rispetto ad almeno due emergenze, quella pandemica e quella internazionale in Ucraina. Non mi sembra che la classe politica ci stia facendo una gran figura e la sacralità della scadenza mi pare sopraffatta da calcoli pensionistici tra i parlamentari, sfiorite passioni ideologiche tra il pubblico, editoriali bizantini e modesti gossip nel giornalismo. Veniamo da una pessima figura in Afghanistan, tuttora pagata soprattutto dalle donne afghane. Ci accodiamo alle tensioni ucraine senza porci domande: ma è davvero così essenziale, per l'Occidente, l'espansione della NATO ai bordi della Russia (sì, la stessa NATO che stava in Afghanistan)? John Kennedy stava per fare una guerra quando l'URSS si preparava a mettere i missili a Cuba. Quando accendi un confronto è sempre difficile fare un passo indietro. Prima ancora di sbandierare il valore della pace, non basterebbe pensare che, sì, la Russia campa sull'esportazione del suo gas e pagherebbe caro uno stop, ma l'Europa poggia per quasi metà del suo fabbisogno su quella fonte e ci troveremmo al freddo? Sì, la guerra è impossibile. Però le cose scivolano di mano e, allora, anche le scadenze istituzionali più sobrie fanno il rumore di un'orchestrina di Sanremo: intrattiene e distrae.

    15 febbraio 2022

    Nove giorni alla guerra

    Ieri sono stato ospite di Quarta Repubblica per parlare di Russia e Ucraina. Ho provato a dire, con semplicità, quello che penso. Che non succederà niente, e che la tensione è stata gonfiata anche dalla specie di conto alla rovescia innescato dalla CIA e reso pubblico (mi è sembrata una scena da Colosseo: quello che si sporge minacciando di buttarsi e la folla crudele che lo sfida a farlo…). Le guerre, i conflitti di potenza, non hanno sempre bisogno di spari e sangue: notizie, minuetti diplomatici, movimento dei pedoni sulla scacchiera sono come certi duelli tra cervi o altri animali nella stagione dell’amore: incruenti ma veri.

    Ho provato a dire che la pretesa della Russia di non avere i missili NATO sul pianerottolo di casa non è balzana. E che dobbiamo interrogarci sull’utilità dell’espansione della NATO, invece di legami commerciali, civili, politici. Facciamo la radiografia a ogni Paese che domanda di aderire all’Unione Europea e, invece, la NATO è a porte aperte? Abbiamo per forza bisogno di un nemico?

    Ho cercato di spiegare che tutto è molto legato all’Afghanistan. Putin, che ha visto l’impero sovietico incominciare a franare proprio lì, ha visto Biden in difficoltà ed ha pensato che fosse il turno dell’impero americano. Biden, in difficoltà anche con i suoi elettori, ha bisogno di girare pagina. Da domani, probabilmente la gara sarà a indossare la medaglia sul petto: li abbiamo costretti a tenere distante la NATO o gli abbiamo fatto spegnere i motori dell’invasione.

    Quanto alle scelte di campo, per me è ovvio vedere nella democrazia americana qualcosa che mi è più congeniale del regime russo, anche se la Russia è un Paese che mi è caro. Ma non ignoro che gli USA — e specie con presidenti democratici — hanno dato inizio a un sacco di guerre, e la Russia di Putin no, limitandosi a bruschi interventi in Siria e di seconda mano in Libia. Penso che esistano strumenti democratici di soluzione dei secessionismi (referendum di autodeterminazione, autonomie sudtirolesi e così via) che l’Europa dovrebbe favorire. E non credo che l’Europa, anche al di là del fabbisogno energetico, abbia bisogno di individuare in Mosca un nemico, o di avere per forza bisogno di un nemico, al di là del terrorismo internazionale.

    Un interlocutore, garbatamente, mi ha ricordato le ombre e le penombre del regime russo, parlando anche di un giornalista italiano ucciso. Non solo conosco le penombre russe e bielorusse, dalla Politovskaya in giù. Ma ricordo — e l’ho fatto — il nome del giornalista italiano, Antonio Russo di Radio radicale, ucciso in Georgia. Forse, in quell’ angolo di mondo dove ognuno ha i suoi torti, avrei dovuto ricordare anche Andy Rocchelli, ucciso da milizie ucraine.

    Alla fine, però, di una sola cosa sono certo. Anche se la tensione si sgonfiasse, difficilmente l’aumento dei prezzi, che dal gas ha contagiato gli articoli al consumo, farà marcia indietro, come i carri armati che risalgono su un treno.

    17 febbraio 2022

    Sette giorni alla guerra

    Come tutti ho fatto scongiuri, temendo la Terza guerra mondiale. Ma adesso è guerra delle diffidenze tra i grandi e dei dispetti tra i piccoli. Guerra, ma di propaganda. Vengono diffuse foto di ponti costruiti apposta dalla Bielorussia per facilitare l'invasione. Filorussi del Donbass e ucraini si accusano a vicenda di bombardamenti a colpi di mortaio. Kiev mostra le foto di un asilo

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