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Amica Browning
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E-book134 pagine1 ora

Amica Browning

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Info su questo ebook

"Date una torcia a Joe Bridle, gente, dategli una torcia accesa perché possa dar fuoco a questo mucchio di stracci che è l'umanità, perché faccia un bel rogo di tutto quanto si agita sotto il cielo, Sally compresa. E, se l'acqua potesse bruciare, al diavolo anche il Mississippi, e il lago Pontchartrain, con New Orleans dalle case ardenti nell'afa di maggio e tutte le sue illusioni, i suoi inganni!". La Louisiana è una terra infernale, infestata di zanzare, venti torridi e bande criminali. Ciononostante, Joe Bridle ne ha fatto la propria patria d'elezione: ex poliziotto, rimasto senza una gamba durante una missione, ora è rimasto pure senza lavoro. È stato infatti licenziato dalla fabbrica di frigoriferi per cui faceva l'esattore (utilizzando metodi – ehm – un po' troppo convincenti, diciamo). La sua ex Sally, ora, gli chiede aiuto per rintracciare il fratellino Freddie, smarritosi nei meandri delle brutte compagnie di New Orleans. Basterà l'affetto che prova per lei, a riprendere un po' in mano la propria vita? O magari si farà convincere meglio da Susie, attraente ragazza afroamericana? Fra peripezie varie, vecchi mistici, malavitosi e sergenti di polizia, Joe Bridle sta tornando in pista, con la sua immancabile Browning, ovviamente... -
LinguaItaliano
Data di uscita3 apr 2023
ISBN9788728523155
Amica Browning

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    Anteprima del libro

    Amica Browning - Franco Enna

    Amica Browning

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1958, 2023 Franco Enna and SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788728523155

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    www.sagaegmont.com

    Saga is a subsidiary of Egmont. Egmont is Denmark’s largest media company and fully owned by the Egmont Foundation, which donates almost 13,4 million euros annually to children in difficult circumstances.

    CAPITOLO PRIMO

    Date una torcia a Joe Bridle, gente, dategli una torcia accesa perché possa dar fuoco a questo mucchio di stracci ch’è l’umanità, perché faccia un bel rogo di tutto quanto si agita sotto il cielo, Sally compresa. E, se l’acqua potesse bruciare, al diavolo anche il Mississippi, e il lago Pontchartrain, con New Orleans dalle case ardenti nell’afa di maggio e tutte le sue illusioni, i suoi inganni!

    Dategli una torcia accesa, quindi, non fatelo aspettare, perché Joe non chiede più nulla al tempo, se non di scaldarsi per un ultimo momento alla fiamma del rogo universale, di sentire le ossa dei vivi scricchiolare, di vederne i muscoli arroventati contorcersi negli spasimi della fine.

    Non dategli una Browning, però. L’ha già. È la sua amica. Da anni ne ha una, da quando fu costretto a lasciare la polizia di stato, dopo sei anni di servizio. Da allora Joe Bridle ha fatto l’esattore per la fabbrica di frigoriferi Price & Gilbert, ma tre giorni fa lo hanno messo alla porta perché era troppo brusco con i clienti morosi. Per questo da tre giorni se ne sta sdraiato sul letto, immobile, con le mani sotto la nuca e lo sguardo che va dalla fondina della pistola al soffitto, al cielo ardente della sua città.

    Sul fiume il solito inferno. Dai docks sale fino al settimo piano l’odore acido della frutta pronta per l’imbarco. Dalla superficie quasi immota del Mississippi il riverbero del sole si riflette nel soffitto della stanza in un disegno irregolare, dai contorni tremolanti, che Joe fissa per lo più senza vedere.

    Così da tre giorni, a fumare, a bere latte freddo, ad ascoltare le voci confuse degli scaricatori negri sul fiume, le sirene delle navi, il taf-taf del ferry-boat, la cantilena snervante della ragazza dell’appartamento vicino.

    Due volte il sole è passato sulla città. Tra poco sarà la terza. E Joe non ha ancora deciso nulla. Il suo sguardo va sempre dalla pistola al soffitto, talvolta al cielo piatto sulle case. Il caldo è terribile. Qualunque cosa si tocchi, non si avverte refrigerio. Persino il frigorifero è caldo. Un Price & Gilbert, sconto trentacinque per cento. Tutto pagato ormai. Joe non ha debiti. Non ha neppure crediti. No, un momento: un credito l’ha, e grosso! Con la società. Con gli uomini. Niente denaro. Niente roba del genere. Una gamba. Una bella gamba piena di muscoli, giovane, forte. Storia vecchia, però. Vecchia di quattro anni all’incirca. Lui era un poliziotto, allora, e la divisa gli donava. Le ragazze se lo disputavano, e lui era piuttosto tenero coi delinquenti. Poi, una notte, vi fu lo scontro con la gang di Ferguson, e una sventagliata di fucile mitragliatore gli spiaccicò la gamba pochi centimetri più sopra del ginocchio. Quando tornò in sé, il suo peso era calato sensibilmente. Si trovava in una camera d’ospedale e dalla finestra entrava l’aria fresca del lago. Il bisturi del chirurgo, però, oltre alla gamba, aveva asportato la sua umanità, e oggi Joe Bridle è freddo come un macigno, insensibile come il Mississippi, nemico a se stesso e ai propri simili.

    Il sole scende. Sembra stanco anche lui. Forse anche lui odia gli uomini per averne dovuto illuminare sempre le porcherie. Scende in un cielo scolorito, carico di elettricità. Tra poche ore sarà scomparso, e Joe sarà costretto ad accendere la luce per poter guardare la pistola infilata nella fondina. La sua amica. La sua sola amica. Lei potrebbe dargli la salvezza, la pace. Solo che stendesse una mano per liberarla dalla guaina di cuoio giallo. Non è la stessa arma di quando si trovava in servizio, perché allora portava una rivoltella d’ordinanza, ma è la sua più cara amica. Fedele, soprattutto. A lei Joe deve la vita. Gliel’ha salvata due volte.

    Peh! Peh!…

    Il ferry-boat passa da una sponda all’altra del Mississippi col suo carico di umanità sudata. Water Street è un vivaio di rumori assordanti. Cigolano gli argani delle gru, rombano i motori degli autocarri lungo i docks, urlano gli scaricatori negri e indio. Tra una serie di rumori e l’altra filtra la vocetta monotona di Rosy, la ragazza dell’appartamento accanto. In quel momento starà arrostendosi tutta nuda dietro il pannello divisorio di vetro smerigliato. C’è un largo squarcio nel vetro, a circa sessanta centimetri dal pavimento, e lei lo sa. Basterebbe che Joe sporgesse il capo sulla terrazza per vederla. Ma Joe non vuole. Ha troppo caldo. Joe pensa alla sua Browning.

    Lascia cadere un braccio e afferra una delle ultime bottiglie di latte. Beve, la vuota. Il liquido è caldo, quasi acido. Joe accende una sigaretta e soffia lunghe boccate verso il soffitto. Lassù, il disegno del sole traccia i contorni di un continente inquieto. Per tutto l’oro del mondo non andrebbe a letto con Rosy. S’incontrano spesso, si salutano. Lei gli sorride sempre, tutt’occhi, con la bella bocca stirata. Per tutto l’oro del mondo, no! Spogliarsi sotto i suoi occhi…

    Il suo sguardo si posa sul moncone che si affaccia come un serpente decapitato dalle mutandine. Da allora Joe non vede una donna. Joe ride. Ride e chiude gli occhi. Poi li riapre e guarda verso l’angolo dove, come al solito, ha lasciato l’arto ortopedico. È di metallo, ma leggerissimo. Pratico e maneggevole, ha detto il negoziante che gliel’ha applicato. Per quella gamba che gli deve, la società gli paga una pensione. Ogni mese Joe va in banca e ritira la somma. Con quel denaro potrebbe vivere dieci giorni.

    Getta la sigaretta in un angolo. Il pavimento è cosparso di cicche e di bottiglie vuote. Joe richiude gli occhi e vi preme sopra una mano. Il suo respiro si fa più pesante. Forse riuscirà a prender sonno.

    CAPITOLO SECONDO

    Lo squillo del campanello lo fece sobbalzare. Non era il telefono. Suonavano alla porta. Joe non avrebbe potuto dire che fosse contrariato, solo si vergognava del disordine che lo circondava, e della barba di tre giorni.

    Rimase su un gomito per alcuni secondi. Seguirono due lunghi trilli.

    « Chi è? » gridò attraverso l’uscio chiuso dell’anticamera.

    « Joe, apri. Sono io. »

    Prima ancora di chiedersi che cosa potesse volere Sally, lo colse il turbamento. I suoi pensieri dovevano averla evocata. E Sally era venuta, sempre puntuale, sempre pronta ad accontentarlo.

    Saltellò fino all’angolo, si applicò la gamba, in fretta infilò i calzoni. Prima di andare ad aprire, calzò la scarpa. La gamba di metallo aveva già la sua.

    Passando per l’anticamera, si vide riflesso nello specchio e inorridì.

    « Joe! »

    Sally lo fissava stupita, teneva una mano alta sul battente. Odorava di lavanda. Nel bianco abito di lino appariva molto più giovane, quasi una fanciulla.

    « Joe, stai male? »

    « No, entra. »

    La guidò nel tinello e nel breve percorso, poiché la precedeva, strinse i denti per costringersi a non zoppicare sotto gli occhi di lei. Si illuse di esservi riuscito. Ma perché, poi, si comportava così stupidamente? Sally sapeva. Sally era stata la prima ad andare a trovarlo in ospedale, subito dopo l’operazione. Joe aveva ripreso i sensi e si era trovato davanti quegli occhi grandi e neri, sepolti nelle folte sopracciglia, nere anch’esse. Gli stessi occhi di oggi. L’identico sguardo apprensivo.

    « Che ti succede, Sally? »

    « Debbo parlarti… Oh, Joe! »

    Non si vedevano da mesi. Lui quasi l’aveva scacciata, subito dopo l’uscita dall’ospedale, ma Sally aveva insistito, era tornata a trovarlo, si era persino lasciata schiaffeggiare. Due volte. Poi aveva chiesto l’intervento del sergente Woods, ma tutto era stato inutile. Dopo aver trovato quel posto di esattore, Joe se n’era andato in giro per la Louisiana.

    Sally non piangeva, continuava a fissarlo con le mani chiuse a pugno sulle ginocchia. Si era seduta sul bordo della seggiola impagliata e sembrava aspettarsi un segno da lui, o una minaccia.

    Freddo, distante, Joe ripeté: « Che ti succede, Sally? »

    « Si tratta di Freddie » rispose la ragazza d’un fiato. « Sono trentadue giorni oggi che è scomparso e non so che cosa pensare. Temo che si sia cacciato nei pasticci un’altra volta… Per questo non sono andata alla polizia. Il diciotto aprile, dodici giorni dopo ch’era andato via, abbiamo ricevuto una cartolina illustrata da Little Rock. Ma poi non abbiamo saputo più nulla, e io ho detto alla mamma che Freddie era andato a Little Rock per lavoro… Sai che la mamma sta male. Va avanti a furia di medicine. Se dovesse sospettare che Freddie… »

    S’interruppe per rabbrividire, e fu come se fosse passato un soffio gelido nell’aria. Joe, in piedi vicino al tavolo, la guardava dall’alto, con le spalle alla finestra. La ragazza dell’appartamento accanto gorgheggiava in sordina. La sua voce faceva pensare al richiamo di una colomba.

    « Vedi, Joe, c’è dell’altro… Pochi giorni dopo che Freddie è andato via, ho trovato tre banconote da cinquecento dollari tra le sue cose. Stavo spolverando e… Lì, mi sono cadute davanti! Capisci ora perché ho paura? Inoltre, poco prima della sua partenza, in quei giorni insomma, un certo Patsy telefonava spesso a mio

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