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La lunga notte degli Dei
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E-book643 pagine9 ore

La lunga notte degli Dei

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Info su questo ebook

In una notte gelida della vigilia di Natale, una missione ad alto rischio è in corso al porto di Londra. Un commando delle forze speciali guidato dal colonnello Stanton, Iorwerth e Jarett, si trova al porto di Gateway a Londra per recuperare tre misteriosi container provenienti da Dubai. Ma qualcosa non va come previsto. Tra colpi di scena, scontri all'ultimo sangue, trame oscure e minacce incombenti, la posta in gioco è altissima. Riusciranno a portare a termine l'operazione prima che sia troppo tardi? Un thriller adrenalinico dal ritmo serrato, ricco di azione e intrighi, una storia che ti terrà col fiato sospeso fino all'ultima pagina.
LinguaItaliano
Data di uscita13 dic 2023
ISBN9791222714219
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    Anteprima del libro

    La lunga notte degli Dei - Cristiano Mandrioli

    CAPITOLO 1

    L’ATTESA

    Sei particolarmente silenzioso stasera, Jarett, disse rivolgendosi alla persona seduta al posto di guida.

    Jarett non si scompose e continuò indifferente a guardare verso l’orizzonte, come se il suono di quelle parole non fosse arrivato. Dopo qualche istante, si voltò verso il sedile del passeggero anteriore. Lanciò, attraverso lo specchietto retrovisore, uno sguardo fugace alla sagoma scura e imponente celata nella penombra, nella zona posteriore del veicolo. Estrasse quindi il binocolo da visione notturna dal suo alloggiamento e lo portò agli occhi.

    Mmh... interessante, detto da qualcuno che centellina le parole come se fossero oro e... sia ben chiaro, è una qualità che ho sempre apprezzato molto in lei: poche chiacchiere, solo quelle necessarie, rispose Jarett mentre scrutava con attenzione l’orizzonte.

    Quella figura rimase in silenzio, avvolta dall’oscurità. Si voltò verso il finestrino sinistro guardando fuori. La luna, magnifica e arrogante, rischiarava la superficie dell’acqua con mille riflessi cangianti che danzavano al ritmo delle tenui increspature. Si udì un lieve fruscio. Jarett tese l’orecchio, poi tornò a concentrarsi sulla visuale davanti a sé. Era il rumore di un finestrino che si abbassava. La brezza notturna entrò spavalda e gioiosa, portando con sé un profumo salmastro e la freschezza dell’acqua.

    Visto qualcosa?, chiese Jarett senza interrompere la sua esplorazione visiva.

    Non giunse alcuna risposta. La presenza discreta, seduta nel retro del veicolo, continuò a guardare fuori, assaporando l’aria fredda e odorosa, noncurante della domanda.

    Sei tu quello con il binocolo, disse all’improvviso l'ombra.

    Jarett sorrise in maniera quasi impercettibile, ma nonstante si trovasse alle sue spalle, quel guizzo sul suo volto non sfuggì alla presenza che gli faceva compagnia.

    Nell’oscurità del veicolo, si udì il rumore elettrico di qualcosa che si apriva. Seguirono alcuni istanti di silenzio, poi un suono ovattato, come di un oggetto posato delicatamente su un tavolino. La luce della luna rivelò un raffinato decanter di cristallo, con una chiusura insolita: un sughero cilindrico inserito in un’anima di cristallo, sormontato da un pomolo intagliato a forma di farfalla su canne da zucchero. Un'opera d'arte. Il sughero stridette dolcemente mentre veniva estratto dal collo del decanter e si udì il gorgoglio di un liquido che si versava. Un braccio emerse dall'ombra, brandendo un bicchiere di cristallo dal bordo spesso, decorato con motivi geometrici in rilievo simili a fasce di diamanti rettangolari e quadrati. La luce della luna si rifranse in mille colori sul bicchiere, illuminando per un istante il mento della figura e una lunga ciocca di capelli che scendeva sul petto. Inspirò profondamente, assaporando l'esplosione di profumi di quel rum ambrato: frutta secca, datteri, frutta tropicale, torta di Madeira, con note di vaniglia, chiodi di garofano e cannella. Con reverenza, gustò un sorso: una ricchezza di sapori di quercia secca, cannella, spezie, amaretto e caffè espresso.

    Immagino tu abbia esaminato i resoconti del nostro... chiamiamolo ‘sopralluogo’... al Maersk Training Facility di Dubai, disse la presenza, facendo ruotare lentamente il rum nel bicchiere per ossigenarlo.

    Ovvio, rispose Jarett con tono quasi spavaldo, leggermante irritato dalla domanda.

    Perfetto. Illuminami allora, rispose l'ombra portando il bicchiere alle labbra.

    È tutto scritto. Può leggerli quando vuole, osservò in modo pungente Jarett mentre riponeva il binocolo.

    L'ombra continuò a far ruotare delicatamente il rum, socchiudendo gli occhi e portandolo al naso per inspirarne il profumo. Non era una richiesta di cortesia, disse.

    Jarett guardò dietro attraverso lo specchietto retrovisore per alcuni istanti, senza dire nulla. Poi allungò la mano destra e premette su uno sportellino rettangolare incassato nella plancia di comando, che si aprì silenziosamente. Ne estrasse una scatola di legno color mogano con la scritta Cohiba Behike 52. Dopo averla appoggiata sulle ginocchia, la aprì, rivelando dieci sigari dal profumo intenso di miele, cacao e nocciola, con una sottile fragranza di legno. Ne prese uno, richiuse la scatola e la ripose nel cassetto. Una leggera pressione dell’indice e il casetto scomparve di nuovo nella plancia. Abbassò il finestrino fino a metà e, armeggiando con il display touch screen, attivò il sistema di aspirazione del mezzo. Dal taschino sulla gamba destra dei pantaloni estrasse uno zippo, accendendo il sigaro. Aspirò profondamente tre, quattro volte, sbuffando fumo fino a quando il sigaro non fu acceso.

    Bene... , disse Jarett, assaporando a occhi chiusi il gusto del tabacco: una fragranza di cuoio, torba e pepe con note di legno d’acacia e sentori di cacao. Allora... da dove vuole che cominci? Ci sono settimane di documentazione.

    Prima di iniziare... c’è nulla in particolare che devi dirmi?, chiese l’ombra fissando Jarett in modo penetrante.

    Jarett gli lanciò uno sguardo furtivo. No, rispose ostentando disinvoltura. Vuole forse specificare meglio?.

    L’ombra rimase in silenzio per un po’, continuando a osservare Jarett. Diciamo che c’è una questione che vorrei approfondire con te, ma per il momento può attendere, disse. Procedi pure. Parlami dell’ultima settimana.

    Jarett rimase pensieroso per un istante, lanciando uno sguardo indagatorio al suo ospite.

    In effetti, cominciò Jarett, è proprio nell’ultima settimana che c’è stata la svolta. Prima di allora, nulla. Eravamo quasi convinti di essere incappati in un vicolo cieco. Quelli con cui abbiamo a che fare sanno decisamente il fatto loro. È stato chiaro fin da subito con quella mail, si interruppe tirando un’abbondante boccata di fumo. Poi riprese. Pensavamo che fosse stato difficile entrare nel sistema operativo di quel PC portatile... ma quello... era solo l’inizio.

    Fermati, interruppe l’ombra. Ho visto che, in merito a quel portatile, hai aperto un progetto di ricerca classificato al massimo livello presso i laboratori segreti sotterranei della KVD Electronics, con personale sotto copertura e per il quale hai attivato i protocolli speciali di sicurezza e protezione.

    Jarett alzò lo sguardo allo specchietto retrovisore. Nel buio, il tizzone del suo sigaro si accese di un vivido colore brace, gettando una tenue luce sul suo volto.

    Data la singolare natura di quell’oggetto, ho ritenuto doveroso farlo, precisò Jarett. Non ho mai visto niente del genere e non credo lo si vedrà ancora per molto, molto tempo. L’elettronica non assomiglia a nulla di conosciuto e io non sono di certo l’ultimo arrivato in materia....

    La procedura di massimo livello che hai attivato mi ha incuriosito e ho letto i rapporti sulle ricerche condotte fino a oggi, osservò l’ombra. Si parla di elettronica stampata in 3D, con una matrice polimerica contenente nanotubi di grafene e un composto classificato come ‘sconosciuto’, di cui però non ho visto nessuna altra informazione. Hai forse notizie in più da darmi?.

    Ad Hebron, in Israele, c’è un team di ricercatori dedicato, rispose Jarett.

    E?, incalzò l’ombra.

    E c’è un’intera squadra di ricercatori che se ne occupa, ripeté Jarett con tono quasi infastidito. È una molecola molto complessa. In qualche mese non si può pretendere chissà che cosa. Ci vorranno anni per studiarla e per comprendere i processi alla base del suo funzionamento.

    Quindi non abbiamo risposte al momento su cosa sia, puntualizzò l'ombra.

    Non è proprio così..., precisò Jarett. Vista la singolarità del reperto, mi sono preso la briga di approntare degli strumenti di analisi speciali. Sono prototipi derivanti da miei progetti che ci hanno permesso di condurre le prime analisi in tempi molto più rapidi.

    Perché allora nei rapporti non c’è nulla a riguardo?, chiese l'ombra.

    Volevo aspettare di raffinare e collaudare la strumentazione, ed essere certo dei risultati ottenuti, rispose Jarett. Il livello di confidenza è ancora molto basso.

    Va bene. Dimmi ugualmente però, incalzò l’ombra.

    Come vuole, iniziò Jarett. L’analisi, anche se ancora piuttosto grezza, ha consentito di distinguere quelle che paiono essere due zone ben definite della molecola. La prima presenta una grande quantità di silicio, l’altra è probabilmente un composto metallorganico.

    L’ombra appoggiò il bicchiere sul tavolino e incrociò le braccia. Tutto qui?, disse.

    Passarono diversi istanti.

    Come se non fosse già sufficiente, considerando il tempo record in cui abbiamo ottenuto questi dati, rispose Jarett, osservando qualcosa che aveva attirato la sua attenzione a una quindicina di metri dal mezzo. Comunque... no, non è tutto qui.

    Ci fu silenzio.

    Vuoi un applauso o pensi di dirmi il resto, disse l’ombra.

    Nessun applauso. Ma se vuole dirmi quale è l’oggetto di tutte queste nostre attenzioni e... che ci ha portato a questa allegra festa qui stasera, lo apprezzo, osservò Jarett in modo pungente.

    È un’informazione che non ti è necessaria, rispose l’ombra.

    Come immaginavo..., sottolineò Jarett con ironia, scuotendo leggermente la testa. Comunque, per concludere, gli strumenti che ho ideato sono in grado di condurre un confronto della molecola oggetto di studio con un database di sostanze, da diversi punti di vista: stereochimica, geometria molecolare, tipo di elementi presenti e altro. Il sistema è ancora piuttosto primitivo e non ci si può aspettare molto per ora. Senza entrare troppo nei dettagli delle correzioni e degli aggiustamenti dei dati ottenuti che ho dovuto effettuare per ottenere risultati sensati, l’analisi sembra riconoscere, in diverse zone della parte metallorganica, certi schemi che sono tipici della clorofilla, oltre a rilevare massiccia presenza di rubidio.

    Rubidio... ne siete certi?, chiese l’ombra.

    L’affidabilità dei miei strumenti, come le dicevo, è ancora molto bassa, rispose Jarett. Per averne certezza, dovremo aspettare ulteriori analisi di conferma. La presenza di rubidio le suggerisce forse qualcosa?.

    L'ombra lo guardò attentamente. Quel PC non ha né batteria né ingresso per l’alimentazione, e non è dotato di tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia elettrica. Tuttavia, si attiva quando viene esposto alla luce, disse. Come pensi che funzioni?.

    Jarett tirò una boccata di fumo dal sigaro. Non lo so. Ci stiamo lavorando, rispose. Il fatto che reagisca alla luce e che abbia il ‘case’ trasparente suggerisce che sia fotosensibile. Ho una teoria, anche se ancora da verificare.

    Quale sarebbe?, chiese l’ombra.

    L’ossatura ‘clorofilloide’ di quel composto mi fa pensare a una nuova tecnologia fotovoltaica, molto più efficiente di quella attuale, con un sistema di carica distribuito su ogni molecola anziché centralizzato. Lei che ne pensa?, osservò Jarett.

    L’ombra rimase in silenzio, gustandosi un sorso di rum. Dimmi una cosa prima, cominciò. Non avete pensato di usare il microscopio a scansione della KVD ELectronics? È uno dei più avanzati in circolazione. Non ne ho trovato traccia nei rapporti.

    Non ancora, rispose Jarett. Occorre prelevare dei campioni di materiale e, non sapendo come funzioni quell’oggetto, non volevamo rischiare di comprometterlo anche solo in parte, si fermò un istante, fissando il suo ospite dallo specchietto retrovisore. Poi riprese a parlare. Ha in mente qualcosa di specifico che dovremmo cercare?.

    Provate a verificare se, nella matrice, è presente qualcosa che assomigli a delle nanofibre ottiche, disse l’ombra.

    Nanofibre ottiche..., rimarcò Jarett, sorridendo. La sua richiesta non mi sorprende.

    Spiegati meglio, chiese l’ombra.

    Ho eseguito un’analisi preliminare su una piccolissima scheggia del polimero utilizzando il microscopio a scansione. È molto incompleta e non è stata ancora menzionata nei rapporti, rispose Jarett.

    E cosa hai scoperto?, incalzò l’ombra.

    Non molto, a parte una cosa molto curiosa, replicò Jarett. La matrice polimerica, analizzata al microscopio, risulta essere pervasa da quelli che sembrano proprio dei nanofili cristallini, o ‘nanofibre ottiche’. Mi sembra di capire che lei ne sappia molto più di noi. Se vuole condividere le sue informazioni, risparmieremmo molto tempo e denaro.

    La presenza nel retro del mezzo rimase in silenzio, osservando fuori mentre faceva girare lentamente il rum nel bicchiere. Un dettaglio sembrava aver catturato la sua attenzione; i dettagli sono come i piccoli tasselli di un mosaico: all'inizio vedi solo colori e linee, ma più ne componi, più il disegno prende forma e ti si rivela.

    A dire il vero, stavo riflettendo sul fatto di chiudere il progetto e far sparire per sempre quel PC, precisò l'ombra.

    Faccia come crede, rispose Jarett dopo un istante, con un'espressione di disappunto. Ma sarebbe uno spreco enorme. Così buttiamo via un'opportunità senza precedenti per la KVD.

    So a cosa stai pensando, osservò l’ombra. Vorresti retroingegnerizzare quel composto.

    Esatto, rispose Jarett. Ascolti. Potremmo dominare il mercato con tecnologia che nessuno possiede e.... Jarett non fece in tempo a terminare la frase che l’ombra lo interruppe.

    Non credo sia una buona idea, disse. Non voglio rischiare di attirare l’attenzione su di noi. Quell’oggetto costituisce un pericolo. Pensi forse che chiunque abbia ‘perso’ quel PC non se ne accorgerebbe in men che non si dica? Non voglio compromettere la KVD.

    Un pericolo, dice... può essere. Ma ho pensato anche a questo, insistette Jarett. Potremmo brevettare progressivamente, con complessità tecnologica diluita nel lungo periodo, così da non destare sospetti. Immagini... non avremmo rivali per molto tempo e pensi al fiume di denaro che entrerebbe nelle casse della KVD.

    L'ombra sorseggiò il suo rum in silenzio, posando lo sguardo su un piccolo display nell'angolo in alto a destra del veicolo, che indicava l'ora: erano le 20:30.

    Il denaro è l’ultimo dei miei problemi, disse, rompendo il silenzio.

    Non ne ho dubbi. Ma perché spendere i suoi soldi quando si può investire il denaro dei compratori, ribatté Jarett. I grandi costruttori si scannerebbero l’un con l’altro per avere da noi esclusive di fornitura dei nostri componenti con nuova tecnologia. Che si scannino, mentre noi raccogliamo i benefici. Saremo noi a imporre le regole. Potremmo anche ideare dei brand di prodotti da immettere direttamente sul mercato.

    Nessuno dei due parlò per svariati istanti.

    Una politica molto aggressiva la tua. È intrigante ma ci espone, sottolineò l’ombra.

    Io dico che è un’opportunità da non farsi sfuggire, rispose Jarett. È anche per questo che mi ha messo a capo della KVD ELectronics... o sbaglio?.

    Ci fu silenzio.

    E va bene... è un rischio, ma ti voglio dare fiducia, continuò l’ombra. Attento però. C’è una condizione.

    Sentiamola, disse Jarett.

    Chi rompe paga e i cocci sono i suoi, rispose l'ombra. Se per qualsiasi motivo dovessi compromettere in modo grave la KVD o esporre me, ne pagherai le conseguenze. Questo significa che, se la situazione dovesse sfuggire di mano al punto da essere irreparabile, non avrò scrupoli a lasciarti al tuo destino. Anche se riuscissi a cavartela, sarai tagliato fuori da tutto e non ci rivedremo mai più. Perderai tutto ciò che hai. L'ombra si interruppe un istante, fissando Jarett, poi riprese a parlare. Sei sempre sicuro di ciò che proponi?.

    Jarett aspirò fumo dal sigaro, sbuffandolo fuori dal finestrino. Perdere tutto dice, rispose. Nulla di nuovo. Sa benissimo che per me non sarebbe la prima volta. In merito al rischiare la vita poi, non ho certo paura di morire. La mia vita, per come la conoscevo, è finita tanto tempo fa. Per concludere, solo chi non si mette mai in gioco non rischia nulla. Non crede?, così dicendo lanciò uno sguardo pungente al suo ospite, mentre continuava a parlare. Sta bene quindi, e sia.

    Quella presenza sorrise nell’oscurità, in maniera quasi impercettibile. Un’altra cosa, proseguì. Supervisionerò personalmente il progetto e, prima di rilasciare qualsiasi sviluppo, ne discuterai con il sottoscritto.

    D’accordo... vuole spiegarmi di cosa stiamo parlando adesso?, disse Jarett.

    L’ombra lo fissò dallo specchietto retrovisore. Quel composto rappresenta il primo stadio per una forma di tecnologia interamente basata sulla luce, rispose.

    Avevo ragione quindi... è una forma molto avanzata di tecnologia fotovoltaica, replicò Jarett.

    No, sottolineò l’ombra. È qualcosa di diverso. Quella molecola riesce a immagazzinare la luce in forma diretta.

    Jarett rimase in silenzio per alcuni istanti, con aria perplessa. Vediamo se ho capito bene: stiamo parlando di mettere la luce in una scatola e di poterla estrarre quando serve?, chiese.

    Esatto, confermò l'ombra. Possiamo definirlo un sistema ibrido fotoni-elettricità. E c'è di più: quel composto è un simbionte sintetico che funge sia da accumulatore di energia sia da archetipo di rete neurale biologica, rendendo molto difficile hackerare il sistema.

    Jarett sbuffò un sorriso ironico, scuotendo leggermente la testa. Devo ammettere che la questione è molto più affascinante e, a questo punto, anche più misteriosa di quanto pensassi, commentò. Ora capisco meglio le difficoltà incontrate nel violare il suo sistema operativo. Ci abbiamo impiegato due mesi e mezzo, e non siamo certo gli ultimi arrivati. Avevo ipotizzato che quel PC utilizzasse qualche tipo di rete neurale, considerando l'alta concentrazione di silicio in ogni molecola del composto.

    Passarono diversi istanti di silenzio.

    Parli di ‘questione misteriosa’... dici bene, sottolineò l’ombra. C’è qualcosa che non mi torna.

    Lasci indovinare a me ora, disse Jarett, sbuffando fumo. Si sta chiedendo perché utilizzare una tecnologia così avanzata, con tutte le conseguenze del caso, quando un comune portatile sarebbe stato più che sufficiente e non avrebbe attirato l'attenzione nel caso fosse caduto nelle mani sbagliate.

    L’ombra gli lanciò uno sguardo. Come darti torto, rispose. Tu cosa ne pensi quindi?.

    Jarett rimase in silenzio per un po', fumando il sigaro. Non posso fare a meno di pensare che, quando si ha a che fare con quei container, tutto diventa molto strano e molto più complicato, osservò.

    E questo cosa vorrebbe dire?, chiese l’ombra.

    Dico che i nostri misteriosi amici non avrebbero utilizzato una simile tecnologia, se ciò che è contenuto nei container non fosse di estrema importanza, rispose Jarett. Se per noi craccare quel sistema operativo è stato molto difficile, per altre organizzazioni più convenzionali come i servizi segreti o gli enti governativi e militari, sarebbe stato praticamente impossibile. Quel qualcuno voleva essere sicuro al cento per cento che in nessun caso si riuscisse a risalire al destinatario, anche a costo di sacrificare una tecnologia futuribile. Non avevano però fatto i conti con noi. Ora si pone un’altra domanda, forse molto più interessante....

    Ti ascolto, disse l’ombra, lanciandogli uno sguardo.

    Il fatto è questo: chi è in grado oggi di costruire una cosa come quella?, continuò Jarett, sbuffando fumo fuori dal finestrino.

    Passarono diversi istanti. Qualche idea?, chiese l’ombra.

    Jarett sorrise. Speravo avesse lei una risposta, visto che conosce molto bene la tecnologia in questione, precisò.

    La discreta presenza, seduta nel retro dell’auto, bevve un sorso di rum restando in silenzio a guardare fuori dal finestrino. Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma non lo so, disse. Parlami piuttosto di come siete riusciti a venire in possesso del computer.

    In breve, solo una questione di tempismo, rispose Jarett. Considerate le precauzioni che avevano preso, siamo arrivati appena in tempo. Qualche minuto più tardi e non avremmo trovato nessuna traccia né del PC né dei trafficanti.

    Va bene. Raccontami, incalzò l’ombra.

    Jarett rimase in silenzio per alcuni istanti, fumando tranquillamente il sigaro. Eravamo a Bengasi, seguendo le tracce del materiale radioattivo che cercavamo, iniziò. Quando abbiamo sorpreso i trafficanti in quella casa nel deserto, ci aspettavamo di trovare il plutonio incriminato, ma non c'era nulla. Anche setacciando la zona con i rilevatori di radiazioni, non è emersa traccia di radioattività anomala.

    Sei sicuro che il materiale radioattivo non sia stato portato lì?, chiese l'ombra.

    Più che sicuro, rispose Jarett. Mi sono occupato personalmente di fare ‘due chiacchiere’ con quei trafficanti. Gente tosta ma, dopo un paio d’ore del mio trattamento, a quelli che erano ancora in vita si è sciolta la lingua. Del materiale radioattivo non ne sapevano nulla ma invece... sorpresa... se ne sono usciti con tutta un’altra storia.

    E qui arriviamo ai container, suppongo, sottolineò l’ombra.

    Esatto, continuò Jarett. Quegli uomini hanno cominciato a parlare di una consegna di tre container dal contenuto sconosciuto, contrassegnati da strani simboli, per un misterioso compratore anonimo. Abbiamo ottenuto una loro descrizione, assieme a qualche schizzo, aspirò fumo dal sigaro e riprese. Erano molto massicci e dotati di strutture di rinforzo. La cosa strana è che i container non presenterebbero alcun punto di apertura. Per accedere al contenuto occorre quindi tagliare le pareti. Forse il cliente voleva essere sicuro che non fossero aperti. Vista la struttura così robusta, dovevano contenere qualcosa di molto pesante, o molto pericoloso, o forse entrambe le cose.

    Non hanno detto altro riguardo ai container?, chiese l’ombra.

    Jarett aspirò fumo, riflessivo. Sì, ma... non credo avesse senso, disse.

    Sarebbe?, incalzò l’ombra.

    Ci fu un istante di silenzio.

    Secondo loro erano fatti di pietra, rispose Jarett.

    Pietra dici?, rimarcò l’ombra, lanciando uno sguardo penetrante a Jarett.

    , confermò Jarett. Anche al tatto hanno detto che sembrava pietra. Ma ripeto: non è possibile. Nessuno si sognerebbe mai di costruire dei container di roccia. È più probabile fosse qualche tipo di strana lega metallica che non sapevano come descrivere.

    D’accordo, disse l’ombra. E il PC , in che modo c’entra?.

    Quando i trafficanti sono arrivati nel luogo della consegna, quel pulcioso angolo di deserto, erano già presenti tre elicotteri da carico, iniziò Jarett. Dopo aver agganciato i container, uno dei piloti ha consegnato loro un bauletto blindato con combinazione elettronica, spiegando che avrebbe sbloccato la combinazione una volta in volo e lontani, tramite una chiamata a un numero collegato al bauletto stesso. All’interno c’era proprio quel computer che dovevano usare per inviare una mail di conferma dell’avvenuta consegna del carico.

    Molto prudenti i nostri sconosciuti amici. Continua, incalzò l’ombra.

    Non finisce qui, riprese Jarett. Ciascuno dei due, parlo dei trasportatori e dei trafficanti, era in possesso solo di una metà di ciò che serviva all’invio della comunicazione.

    Due metà? Di quali metà parli?, chiese l’ombra.

    Ai trasportatori è stato affidato il PC, mentre i trafficanti possedevano una chiave hardware per accedervi, rispose Jarett. Separate, entrambe le cose sarebbero state inutili.

    Ingegnoso, sottolineò l’ombra. In questo modo, il cliente sarebbe stato certo al cento per cento della consegna dei container. Se una delle due parti, per qualsiasi motivo, avesse mancato l’incontro, non ci sarebbe stata nessuna comunicazione e quindi nessuna consegna.

    Esatto, confermò Jarett. I trafficanti avevano istruzioni di distruggere la chiave hardware e il PC subito dopo aver inviato la mail di conferma. La chiave hardware è stata sciolta nell'acido, mentre il PC doveva essere riposto nel bauletto che, una volta chiuso, si sarebbe attivato automaticamente, eliminandolo e inviando un codice di conferma di avvenuta distruzione al pilota dell'elicottero. Li abbiamo fermati proprio prima che riuscissero a farlo.

    Un bauletto bomba, immagino, disse l’ombra.

    In realtà, no, rispose Jarett.

    Cioè?, chiese l’ombra.

    Lo abbiamo smontato e analizzato, spiegò Jarett. Era dotato di un sofisticato sistema di erogazione di un potentissimo acido disgregante che reagisce istantaneamente con i polimeri plastici, creando sublimazione. In pochi minuti, di quel PC non sarebbe rimasto altro che vapore.

    Ci fu silenzio per diversi istanti.

    Capisco, disse l’ombra. In pratica, nessun residuo da poter analizzare. Molto efficace. Parlami di cosa avete trovato nella memoria di quel computer.

    Non molto, iniziò Jarett. C’era solo la mail dei trafficanti che confermava la consegna, in risposta a un’altra mail proveniente da un server di Bangkok.

    Quindi da lì siete risaliti al Maersk Training Facility di Dubai, osservò l’ombra.

    Non proprio, precisò Jarett. Sapevamo che il server di Bangkok avrebbe funzionato come punto di reindirizzamento verso il destinatario, continuò Jarett. Ci aspettavamo anche diversi rimbalzi su altri server da tracciare. Tuttavia, le cose hanno preso una piega inaspettata. Aspirò fumo dal suo sigaro con aria perplessa e riflessiva, poi riprese. Abbiamo contato cinquantasette server. Ci siamo mossi attraverso una giungla di sistemi software di protezione. Ogni server raggiunto si è rivelato un ginepraio di difese. Un esempio: il quarantasettesimo server, situato a San Paolo, in Brasile. Ho dovuto recarmi personalmente sul posto per supportare il nostro centro operativo locale, poiché è stato deliberatamente scollegato dalla rete dopo il nostro primo tentativo di intrusione.

    Cosa stai cercando di dirmi, chiese l’ombra.

    Non so..., riprese Jarett con voce profonda e un tono che tradiva preoccupazione. C'è un campanello che continua a suonare nella mia testa e non vuole smettere, soprattutto ora che conosco più nel dettaglio la tecnologia di quel computer. Le persone con cui abbiamo a che fare mostrano capacità di un livello che non ho mai visto prima, e quel campanello mi dice che alla porta stanno bussando guai di una tale portata che neppure possiamo immaginare.

    Nel buio, il torcio del sigaro di Jarett si accese di rosso, illuminando i suoi occhi penetranti che fissavano quella presenza riflessa nello specchietto.

    Non ha alcuna idea di chi possa trattarsi?, chiese Jarett all’improvviso.

    Ti ho già risposto in merito, ribadì l’ombra. Vai avanti.

    Ci fu qualche istante di silenzio.

    Una volta scoperto che il destinatario della mail era qualcuno all’interno del Maersk Training Facility di Dubai, abbiamo infiltrato una nostra persona che indagasse in modo discreto, riprese Jarett.

    L’ombra fissò Jarett per diversi istanti. Bevve un sorso di rum, senza distogliere lo sguardo, poi sorrise lievemente e con tono allusivo disse: La signorina Aaliyah Crouch.

    Bene. Vedo che è già al corrente di tutto, sottolineò Jarett.

    In realtà no, rispose l’ombra. Mi sono solo giunte voci dall’Oman riguardo alle tue lamentele sulla signorina Crouch.

    Lamentele? Non direi, disse Jarett con un’incredibile faccia da poker. Piuttosto, devo sottolineare che i rapporti con il centro operativo di Mascate sono sempre molto essenziali, purtroppo. Si interruppe per qualche secondo, poi riprese. Avevo richiesto profili di possibili donne che soddisfacessero i seguenti requisiti: laureate in scienze umanistiche, marketing o cose simili. Conoscenza di varie lingue straniere, inclusa l’inglese. Bella presenza e residenti in Oman, per rendere la copertura più credibile.

    E mi sembra che tu abbia ottenuto ciò che volevi, intervenne l’ombra zittendolo.

    Jarett gli lanciò uno sguardo di sufficienza mentre fumava. Il fatto è un altro..., cominciò. Si sono limitati a indicarmi il nominativo della signorina Crouch. Prendere o lasciare. È come andare al ristorante, chiedere il menù e non solo il menù non ti viene portato, ma ti viene servita una sola pietanza a discrezione del cuoco. Ridicolo, non trova?.

    Non giunse alcuna risposta. Si udì solo il fruscio soffice di una folata di vento che si intrufolava attraverso il finestrino posteriore abbassato.

    Potevi cambiare ristorante, sottolineò l’ombra con un tono che denotava scarso interesse alla questione e anche un po' di fastidio.

    Jarett sorrise, sbuffando fumo, mentre osservava alcune luci in lontananza scivolare sull’acqua.

    Sì. La mia intenzione era quella, rispose Jarett con un ghigno. Ma non prima di aver ricambiato tanta disponibilità mostratami, si fece una grassa risata, poi continuò. Non hanno gradito affatto che volessi incontrare di persona la signorina Crouch per sincerarmi delle sue capacità. All’inizio pensavo avessero intuito le mie intenzioni: sottoporla a un colloquio durissimo, infierendo sui suoi punti deboli e screditando il loro operato, accusandoli di avermi fornito una persona incapace.

    Tu non ispiri disponibilità, men che meno a qualsiasi tipo di rapporto interpersonale, disse l’ombra mentre faceva girare lentamente il rum nel bicchiere.

    Me ne farò una ragione, rispose Jarett ironicamente mentre fumava il sigaro. In ogni caso, quando l’ho incontrata, mi sono reso conto che la questione forse è diversa e molto più intrigante.

    Jarett, mentre fumava, fissò il suo ospite attraverso lo specchietto, con quei suoi occhi penetranti.

    Sentiamo, chiese l’ombra. Che conclusioni avresti tratto?.

    Parla quindici lingue, tra cui anche la mia lingua madre, l’ebraico, riprese Jarett. E se non fosse per il fatto che ha detto di essere inglese, potrei affermare che sia di madrelingua ebraica oppure russa o ancora italiana o giapponese. Un poliglotta, per quanto bravo, presenta sempre una certa inflessione nella pronuncia delle lingue che non sono quella madre. La signorina Crouch invece no. Fino ad allora conoscevo solo uno in grado di una simile perfezione: Lei.

    Tutto qui?, sottolineò l’ombra. Esistono persone molto in gamba. Mi sembra di capire che lei sia solo una di quelle.

    No, non è tutto qui, continuò Jarett. Quando è entrata nella stanza, mi ha guardato senza dire nulla. Anzi, direi che mi ha analizzato, ne sono sicuro, con un solo sguardo. Le sue movenze, il suo atteggiamento... sapeva da subito cosa fare per risultarmi gradevole, tirò riflessivo una boccata di fumo. Quindi continuò. Un comportamento studiato o costruito, anche se ben mascherato, lo riconosco subito, ma nel suo caso la cosa va ben oltre. C’è qualcosa di molto strano e singolare in lei. L’ho avvertito in maniera molto netta. È come se la natura avesse creato quella donna per piacere al prossimo e per plasmarsi alla situazione in cui si trova. Mi viene da dire che ci sia qualcosa di genetico in quella donna. Così dicendo, fissò la presenza dallo specchietto.

    Perché mi stai parlando di tutto questo riguardo alla signorina Crouch? Stai perdendo tempo su cose che non hanno la minima importanza, rispose l’ombra.

    Perdendo tempo?, disse Jarett. Anzi, il contrario.

    Vai avanti con i fatti, rispose l’ombra. La signorina Crouch non mi interessa.

    Jarett fece una smorfia ironica e riprese a parlare. Invece no. Non ho finito a riguardo, soprattutto perché l’ho dovuta gestire come risorsa.

    Va bene. Se proprio devi..., acconsentì con tono ironico l’ombra.

    Sì, devo... anche perché, avere a che fare con lei è stato come fare un tuffo nell’insolito e sorgono molte domande, riprese Jarett. Durante l’incontro di selezione sono stato tutt'altro che gradevole e ho cercato di metterla a disagio in molti modi, e... .

    Niente di nuovo quindi, osservò pungente l’ombra interrompendolo.

    Jarett sorrise. Come se lei brillasse per affabilità..., rispose. Comunque, tornando alla signorina Crouch, ciò che volevo dire è che quella donna non ha mai perso il suo sangue freddo neppure per un istante. Ti osserva con uno sguardo intenso e penetrante, e non si riesce a capire a cosa pensi o quali siano le sue intenzioni. Lei sa che posso cogliere ogni minimo segnale di tensione o nervosismo in una persona, segnali che sarebbero impercettibili a chiunque, anche il più attento ed esperto. Eppure quella donna è una sfinge persino per me. Questo non è umanamente possibile... e non si tratta di una metafora.

    Jarett... non devo certo spiegartelo io. Certe donne sono tremendamente in gamba e capaci di rivoltarti l’anima, ribatté l’ombra.

    Jarett sorrise. Parla per esperienza?, disse. Comunque no. Andiamo ben oltre. Quella donna sembrava leggermi letteralmente nel pensiero. E poi, fisicamente, è strana....

    Strana? Che cosa intendi dire?, chiese l’ombra.

    All’apparenza sembra tutto normale, oltre al fatto che è di una bellezza sconcertante, precisò Jarett. Alta un metro e ottanta, con un fisico dove è difficile trovare imperfezioni. Capelli rossi tendenti al biondo, lunghi fino al sedere. Però... ci sono dei però... la morfologia dei lineamenti è anomala, anche se mascherata in modo sapiente e quasi perfetto con il trucco. Ai miei occhi non è sfuggita la cosa. Le sue iridi, di un verde chiarissimo, sono insolite: sono talmente grandi da essere al limite dell’anomalia genetica. E la sua pelle....

    Addirittura ..., interruppe l’ombra. Non ti sembra di esagerare adesso?.

    Il mio olfatto non mente. L’ho avvertito in modo molto netto e distinto, disse Jarett. La sua pelle emana un odore che ricorda quello della lavanda. Mai sentito nulla del genere su nessuna persona. Potrei continuare con i capelli: hanno qualcosa di diverso e.... Jarett non fece in tempo a terminare la frase che l’ombra si sovrappose interrompendolo.

    Jarett..., s’intromise l’ombra. Qualcosa mi dice che tu non ti sia limitato a gestire la signorina Crouch solo come risorsa. Attento... non vorrei che ti scottassi. Comunque, vai avanti. Mi stai annoiando.

    Jarett sbuffò un sorriso e contemporaneamente gli lanciò uno sguardo con il sigaro in bocca.

    Sa cosa le dico..., riprese Jarett. I nostri impettiti colleghi dell’Oman non me la raccontano neppure un po'. Penso che non abbiano dubitato neppure per un istante delle sue capacità, ma piuttosto ho il sospetto che temessero che incontrandola mi sarei posto delle domande, cosa che ritengo volessero evitare. E sul fatto che sia inglese, se quella donna è inglese io sono il Papa. Si fece una grassa risata, poi riprese. Dubito anche che Aaliyah sia il suo vero nome. Mistero... comunque, una volta appurato le sue indubbie e diaboliche capacità, come non acconsentire al suo incarico.

    Buono a sapersi, sottolineò l’ombra.

    Passarono diversi istanti di silenzio.

    Certo che per infiltrare la signorina Crouch, i nostri colleghi di Mascate non hanno badato a spese, riprese pungente Jarett. La responsabile organizzatrice dei corsi e degli eventi del Maersk Training Facility ha ricevuto una proposta di lavoro con il quaranta percento di stipendio in più, l’estinzione del finanziamento per la casa, un’auto personale, spese mediche pagate e un fondo studi per i figli. Immagino quanto abbia impiegato a decidere di licenziarsi. Per contro, alla Maersk ricevere una settimana dopo il curriculum della signorina Crouch, con referenze del Sultano dell’Oman, con tanto di sigillo e carta intestata, deve essere sembrata una manna dal cielo.

    Quella presenza ascoltava silenziosa, guardando fuori dal finestrino. Se adesso, hai finito arriva al sodo, disse fulminando Jarett con uno sguardo penetrante.

    Jarett ricambiò lo sguardo attraverso lo specchietto, continuando a fumare il suo sigaro. Sì... l’ultima settimana, rispose con aria divertita dopo un po’, quasi come se stesse commentando tra sé e sé.

    La signorina Crouch, o chiunque sia, riprese Jarett con ironia, ha operato senza sbavature. Lo devo ammettere. In un paio di mesi, con naturalezza e disinvoltura, è riuscita a controllare le email in entrata e in uscita di tutti i suoi colleghi di lavoro, compreso il direttore, e a introdursi nel server del Maersk Training Facility. Eppure, fino al diciassette dicembre, non ha ottenuto nulla di rilevante.

    Aspetta, s’intromise l’ombra. Spiegami come ha fatto. Mi interessa.

    Jarett sorrise mentre fumava. Poi continuò. Quella donna è un vero demonio, devo ammetterelo... un giorno simuli che il tuo PC si blocchi e chiedi a una tua collega di poter terminare un lavoro urgentissimo utilizzando il suo. Oppure organizzi una cena di lavoro in un pub, dove ti offri di tenere una lezione di marketing su come gestire i corsi di formazione professionale. Obbligatorio portare i PC. Atmosfera divertente, complicità, qualche risata e un piccolo esercizio di gruppo dove il peggiore deve offrire da bere a tutti e deve anche servire i drink. Lei si siede al posto del malcapitato mentre lui è impegnato con le bevande, facendo la parte del tutor premuroso, dando alcune dritte su come poter fare meglio e, nel mentre, controlla la sua posta elettronica. A questo aggiungiamo la sua bellezza e la sua capacità innata di entrare in sintonia con le persone. Così, poco alla volta, usare i computer dei colleghi con il loro account personale, diventa quasi scontato. Tutti si dicono: ‘È la signorina Crouch! Che problema c'è!’.

    Ci fu silenzio. Jarett tirò qualche boccata di fumo dal sigaro. Vuole sapere altro? Potrei raccontarle certe cose, diciamo ‘private’, decisamente interessanti sulla signorina Crouch... oltre al fatto che non era indifferente neppure a diverse sue colleghe....

    L’ombra accennò a un sorriso. Non serve. Vai avanti, commentò.

    Jarett sbuffò fumo con un ghigno di compiacimento. Come dicevo prima, nonostante la sua bravura, fino al diciassette dicembre nessun indizio né di quella email né di qualcosa che fosse collegabile ai container, riprese. Nessuno lì dentro sembrava essere coinvolto, oppure, altra ipotesi, il contatto doveva essere davvero molto in gamba. Un file o una email possono essere cancellati, ma una traccia rimane sempre e la signorina Crouch sa molto bene come fare per recuperarla. A conti fatti, ormai la consideravamo una pista morta.

    Invece di perdere così tanto tempo, perché non avete pensato di chiudere la faccenda più rapidamente craccando tutti i computer di notte?, chiese l’ombra.

    In realtà lo abbiamo fatto, anche se era un’opzione perseguibile solo in parte, rispose Jarett.

    Vale a dire?, insistette l’ombra.

    Molti impiegati avevano in dotazione portatili personali che spesso venivano portati a casa, quindi di notte abbiamo potuto controllare solo i computer fissi, iniziò a spiegare Jarett. Inoltre, il direttore a un certo punto ha chiesto alla signorina Crouch di preparare una presentazione molto importante, per il Consiglio di Amministrazione della Maersk. L’ha condotta in una serie di uffici ad accesso ristretto, destinati a ricevere solo soci e membri del direttivo. Avevamo già ispezionato anche quegli uffici durante le nostre operazioni notturne, senza però trovare nulla.

    Fermati, intervenne l’ombra, interrompendo Jarett. Se in tutti quei mesi non avete trovato niente, perché avete protratto l’operazione?.

    Visti i risultati, è stato un bene che lo abbiamo fatto, precisò Jarett.

    D’accordo, ma non hai risposto alla mia domanda, insistette l’ombra.

    Un’intuizione della Signorina Crouch, rispose Jarett. Secondo lei, il direttore nascondeva qualcosa, anche se tutto sembrava indicare che lì alla Maersk fosse ormai solo tempo perso.

    Capito, disse l’ombra. Ma che cosa c’entra la presentazione di cui parlavi?.

    C’è stata una sorpresa... e l’intuizione di Aaliyah si è rivelata fondata, riprese Jarett. Il fatto è che il direttore, in quegli uffici ad accesso ristretto, teneva un PC nascosto in uno scomparto segreto e molto ben occultato, addirittura a prova di rilevamento. Su quel computer, la signorina Crouch ha dovuto preparare la presentazione. Ecco perché non lo avevamo trovato prima. Capisco anche il motivo di tanta riservatezza, ovvero una serie di resoconti di fondi e proventi... diciamo... di origine creativa, con relative allocazioni in vari paradisi fiscali, Jarett tirò una profonda boccata di fumo e poi si fece una grassa risata. Quindi riprese. Aaliyah se lo è lavorato proprio bene il direttore. Non solo è diventata la sua persona di fiducia in certe faccende e ‘di fiducia’ non sarebbe proprio l’espressione esatta... ma la ciliegina sulla torta è che il direttore ha fatto sparire venti milioni di dollari da quei fondi, trasferendone dieci su un conto offshore creato appositamente per la signorina Crouch.

    Jarett fissò per diversi istanti quella presenza nel retro del veicolo dallo specchietto. Poi riprese a parlare. Passiamo alla parte interessante. Quel PC non è connesso alla rete, ed è collegato a internet solo per il tempo strettamente necessario. Accedervi è impossibile a meno che non ci si trovi fisicamente davanti. La password è generata da un dispositivo che crea codici a tredici caratteri alfanumerici, posseduto esclusivamente dal direttore. Il codice cambia ogni volta ed è ulteriormente protetto dal riconoscimento delle impronte digitali e facciale. Un sistema davvero impenetrabile, almeno in teoria. Tuttavia, sarebbero stati aggirabili con un intervento ‘notturno’. La signorina Crouch, però, non ha avuto bisogno di tanto, poiché è stato il direttore stesso a darle l'accesso. Jarett aspirò fumo dal sigaro mentre guardava fuori dal finestrino, poi continuò. Non poteva certo far redigere una relazione su profitti non dichiarati dal suo PC aziendale e, d'altra parte, erano complici, quindi si fidava.

    Complici, hai detto... approfondisci questa parte, disse l’ombra interrompendolo.

    Jarett gli lanciò uno sguardo ironico.

    Parliamo sempre del fatto di come se lo è cotto a puntino, rispose Jarett fumando il sigaro. Il direttore è divorziato e immagini quanto ci abbia messo la signorina Crouch a scoprirlo. Da lì, la strada per lei è stata in discesa. Qualche incontro diciamo ‘casuale’ fuori dal lavoro..., Jarett sorrise mentre fumava. Riprese quindi a parlare. Giusto due chiacchiere e qualche battuta, il minimo che basta per creare empatia e in un batter d’occhio ecco i primi pranzi di lavoro da sola con lui. Sempre professionale ma socievole e spiritosa. Suggerisce le giuste strategie, aggiunge qualche battuta piacevole, ogni tanto un piccolo accenno al suo precedente lavoro per lo sceicco dell’Oman, giusto per creare qualche primo aggancio al suo passato lavorativo. Lei è intrigante, intelligente e di una bellezza mozzafiato, e lui già pensa al prossimo pranzo da solo con lei. In ufficio, il direttore inizia a chiederle qualche favore lavorativo: completare una relazione, traduzioni, inviare mail. La sua presenza diventa come una droga. Ecco che la signorina Crouch si ritrova a lavorare quasi ogni giorno al PC del direttore, che non ha più segreti. Ma nulla. Decide quindi di spingersi oltre. Arriva il momento di un incontro serale, così dicendo Jarett lanciò un’occhiata pungente alla presenza nel retro del veicolo.

    Quell’ombra bevve con calma un sorso del suo rum, senza dire nulla.

    Jarett riprese a parlare. Lui non perde certo l’occasione per invitarla a cena. Ristorante di classe, buon cibo, chiacchiere interessanti. Il finale di serata lo lascio immaginare. La signorina Crouch ottiene praticamente carta bianca all'interno del Maersk Training Facility. La frequentazione con il direttore continua, la complicità sentimentale aumenta. È un tipo sveglio e molto accorto, ma poco alla volta si lascia andare e sente di potersi aprire con lei. Le rivela di essere sempre molto sotto pressione a causa di certi fondi neri che periodicamente ripulisce perché, se qualcosa andasse storto, lui sarebbe l’unico responsabile, perdendo il lavoro e finendo sicuramente in carcere. Jarett si fermò un istante con un’espressione mista tra il compatimento e il divertito mentre fumava. Poi riprese. Quel poveretto mi fa quasi pena, se non fosse che si è fatto fregare come un lattante. Comunque la signorina Crouch lo ha portato ad autoconvincersi che per rischiare così tanto si meritava almeno un po' di quei soldi. Il problema era come sottrarre fondi senza che nessuno se ne accorgesse. Jarett si fece una grassa risata sbuffando fumo. Per la miseria! Cosa si è inventata..., rimase per qualche secondo con lo sguardo fisso nel vuoto con espressione incredula, poi riprese. Gli ha fatto credere di volerlo aiutare, anche se si era ripromessa di non fare mai più cose del genere... ma per lui poteva fare un’eccezione. Gli racconta che, per lo sceicco, aveva fatto sparire ingenti somme di denaro in più di un’occasione. Qui arriva la parte davvero interessante: il metodo. Lo definirei ‘visionario’ e per fare una cosa del genere, non bastano una laurea in marketing e comunicazione, così dice il profilo della signorina Aaliyah.

    Aspetta, intervenne l’ombra. Perché mettere in piedi una cosa simile?.

    Quando il direttore si è finalmente aperto con lei, ha capito che quello poteva essere il suo biglietto d’accesso a ciò che stavamo cercando. In questo modo, lui non avrebbe più avuto segreti per lei, rispose Jarett.

    L’ombra lo osservò in silenzio per qualche istante. Capito. Stavi parlando di un ‘metodo visionario’, disse.

    Jarett aspirò fumo dal sigaro e poi riprese a parlare. Sì, davvero diabolico... immagini una falsa conta tipo quelle del Poker, dove hai cinque carte ma le conti facendone risultare quattro. Ora esportiamo questo concetto nel mondo finanziario, pensando però molto più in grande. Società controllate, holding che gestiscono le controllanti delle controllate, società di comodo, passaggi di denaro da istituti di credito ad altri e da una società all’altra. Ecco quindi che quei venti milioni di dollari compiono giri tortuosi, poco alla volta si impantanano e si dissolvono come un cubetto di ghiaccio al sole. In realtà però sono ancora lì, semplicemente nascosti dietro una miriade di movimenti fiscali e finanziari.

    Ci fu silenzio per diversi minuti.

    Arriva al dunque, disse l’ombra.

    Il direttore, riprese Jarett mentre fumava, pur essendo il faccendiere di casa e quindi avendo una certa dimestichezza di ‘lavanderia’ finanziaria, penso che non sia tuttavia riuscito neppure lui a capire fino in fondo il metodo della signorina Crouch. Ha comunque colto la parte essenziale, cioè che poteva mettere le mani su venti milioni di dollari. Ecco quindi, per rispondere alla sua domanda di prima, che lui e Aaliyah sono diventati ‘complici’ al cinquanta per cento in questo affare e le porte di quegli uffici si sono spalancate, Jarett si interruppe per qualche istante. Aspirò fumo dal sigaro e il colore rosso vivo del torcio illuminò di un tenue chiarore i suoi occhi che stavano fissando intensamente quell’ombra dallo specchietto retrovisore. Riprese a parlare. Essendo Aaliyah l’unica a capirci davvero in quel suo magheggio, il direttore le ha chiesto di redigere la parte relativa al ‘Giro dei soldi’. Lui poi avrebbe completato la relazione con la parte restante relativa all’allocazione dei fondi ripuliti presso svariati conti in altrettanti paradisi fiscali e per fare ciò le ha dato l’accesso al computer in questione. Siamo quindi al diciassette dicembre. Il direttore la lascia sola in quegli uffici perché deve sbrigare alcune faccende. Lei, mentre redige la sua relazione, inizia a mettersi all’opera. Quel PC in pratica è lindo. La mail è vuota, non ci sono file e sul desktop è presente un’applicazione che ha lo scopo di cancellare i file e sovrascriverli una moltitudine di volte, in modo tale da cercare di renderli irrecuperabili. Tutto molto chiaro perché quel computer è così pulito, Jarett si fermò a riflettere un istante, quindi riprese a parlare gesticolando con il sigaro. Grazie a un piccolo giocattolo che le ho dato, la signorina Crouch comincia ad analizzare le parti di disco rigido cancellate e alla fine ci siamo... ecco emergere un frammento piccolo ma riconoscibile della mail dei trafficanti di armi che abbiamo interrogato oltre al pezzo forte..., Jarett aspirò profondamente fumo con aria di soddisfazione. Si è trovata davanti ad alcuni frammenti di una mail del direttore, di circa venti giorni prima, indirizzata alla sede Maersk del porto di Jebel Ali. Vengono riportati quegli strani simboli e i frammenti più leggibili sono chiarissimi: ‘imbarcare i tre container sulla Blue Star. Destinazione porto di Gateway. Londra. Arrivo il 24 dicembre h.22:00’.

    Jarett si interruppe per alcuni istanti, fumando compiaciuto il suo sigaro e sbuffando nuvole di fumo. Gettò un'occhiata all'orologio sul display della plancia: erano le 21:00.

    La mail non diceva altro?, chiese l’ombra.

    Sì, anche se mi ci è voluto un po' per rimettere insieme i pezzi, precisò Jarett.

    Sentiamo, incalzò l’ombra.

    Jarett lo osservò di sfuggita dallo specchietto, poi riprese a parlare. La restante parte della mail era molto più compromessa. Pezzi scombinati di parole, sillabe frammentate. Ho sviluppato un software di ricostruzione. Il livello di confidenza è piuttosto buono, intorno al settanta percento. In definitiva, si trattava di dettagli sull'arrivo qui a Londra. Si menzionava di scaricare prima dieci container, contenuto non ben definito, e poi i tre container in questione. Si parla di tre camion per il ritiro e, cosa ancora più preoccupante, i tre camion sarebbero seguiti da una scorta armata di cui non è menzionata l'entità. Jarett aspirò fumo dal sigaro, guardando fuori dal finestrino. C'è in ballo qualcosa di grosso. Decisamente... ma presto lo scopriremo. Così dicendo fissò con sguardo indagatore il suo ospite attraverso lo specchietto.

    Quella presenza non si scompose. Celato nell’oscurità si gustò un sorso di rum senza dire nulla. Parlami dei preparativi, chiese.

    Jarett aspirò fumo dal sigaro e si voltò verso il finestrino. Cosa vuole sapere?, disse.

    Parti dall’inizio, rispose l’ombra.

    Jarett rimase silenzioso per un po', continuando a gustarsi il sigaro.

    Ero a Hebron, iniziò Jarett, le dodici ora locale le tredici a Dubai, quando mi è arrivata una mail criptata della signorina Crouch. Otto livelli di criptaggio, per l’esattezza. Si fermò qualche istante, poi riprese. Poteva significare solo qualcosa di molto importante e, in effetti, erano i frammenti recuperati della mail del direttore del Maersk Training Facility. Aaliyah era riuscita a trovare ciò che cercavamo. Ora la palla era nel nostro campo.

    Jarett alzò per un istante lo sguardo allo specchietto, fissando il suo ospite. Poi riprese a parlare. La data del 24 dicembre ci dava tempi molto ristretti ma comunque, il recupero di tre container in arrivo a un porto non mi ha preoccupato più di tanto. Ho chiamato subito il centro operativo di Londra chiedendo di Iorwerth. Jarett sbuffò fumo. Sul suo volto poteva leggersi una leggera espressione di fastidio mentre continuò a parlare. Mi ha risposto Duncan il suo vice, così dicendo si fermò.

    All’ombra nel retro del veicolo non sfuggì il tono infastidito di quelle ultime parole. Osservò silenzioso Jarett, sorridendo in modo quasi impercettibile.

    Jarett riprese. Gli ho chiesto dove fosse Iorwerth. La risposta è che era sulla sua barca a Cardiff, vista la prossimità del Natale cristiano.

    Duncan è perfettamente in grado di fare le sue veci. Ha anni di addestramento nei S.A.S. e molte missioni compiute, lo interruppe l’ombra.

    Non è questo il punto, rispose pacatamente Jarett mentre fumava, lanciando uno sguardo penetrante al suo ospite. Conosce molto bene quanto ci è costato arrivare a essere qui stasera.

    Dimmi qualcosa che già non so, precisò l’ombra.

    Jarett, al sentire quelle parole, abbozzò un leggero sorriso ironico, continuando a fumare comodamente.

    Sa anche che Iorwerth non mi piace, rispose Jarett. Però ha molta più esperienza di Duncan e, quando la situazione si mette male, è molto abile nelle tattiche e nell’improvvisazione. Consideriamo anche che l’ho addestrato io personalmente. Se stasera le cose dovessero andare storte, mi scoccia dirlo, ma quel gallese è la persona giusta, rispose Jarett.

    Hai addestrato anche Duncan, osservò l’ombra.

    Vero... e infatti sarà un’ottima spalla, replicò Jarett mentre osservava il fiume. C'è anche un altro fattore, così dicendo si interruppe.

    E quale sarebbe?, incalzò l’ombra.

    In caso di imprevisti o situazioni ‘strane’, le sue doti fisiche saranno di sicuro utili, così dicendo Jarett lanciò uno sguardo pungente attraverso lo specchietto.

    Ci fu silenzio.

    Che cosa intendi per situazioni strane, chiese l’ombra.

    Jarett rimase riflessivo per qualche istante. Sembra che in missioni come quella di stasera le cose ‘strane’ non siano rare. Mi riferisco, ad esempio, ai rapporti del centro operativo di Londra del 1943, cominciò. Parlo di un episodio in cui furono coinvolti Paul, il precedente responsabile del centro operativo di Londra presso Theydon Bois , il tenente colonnello delle forze speciali S.A.S. Stirling e l’allora tenente Paddy Mayne, sempre delle forze S.A.S.. Nei loro rapporti raccontano di una strana missione. Ufficialmente si trattava di un intervento contro le forze di Rommel in Nord Africa. In realtà, andarono a verificare, assieme a un intero squadrone, segnalazioni pervenute dalla nostra rete, in merito a fatti strani che accadevano in una zona molto lontana dal conflitto. Scoprirono una struttura inquietante nel deserto, vicino a delle montagne. Si parla di un laboratorio, di corpi smembrati, uomini senza arti tenuti in qualche modo in vita e attaccati a strane apparecchiature. Altri ancora vivisezionati e strane creature allevate dentro piccole capsule. Sono presenti anche foto molto interessanti di allora.

    Vedo che ti interessi alla storia dei centri operativi, sottolineò l’ombra.

    È nelle mie facoltà, riprese Jarett. Ad ogni modo, Paddy e Stirling si sono ritrovati ad affrontare un nativo americano che indossava una strana tuta da combattimento. Già ci sarebbe da chiedersi cosa ci facesse nel 1943 un nativo americano nel deserto africano e, per di più, in un’installazione nazista, Jarett aspirò divertito fumo dal sigaro, quindi riprese. Vogliamo poi parlare di questo indiano? Alto più di due metri e grosso come un armadio. Ha scagliato contemporaneamente Paddy e Stirling contro il muro come se fossero dei fuscelli, e Paddy era alto 1.98 e Stirling lo era poco meno, oltre al fatto che fossero entrambi ben piazzati. La versione di Stirling e Paddy Mayne è unanime riguardo alla maggior parte dei fatti. Gli hanno sparato contro due interi caricatori di pistola, ma non sono riusciti a colpirlo neppure una volta. Scrissero che era troppo veloce, Jarett si interruppe facendo una grassa risata con il sigaro in bocca. Poi continuò. "Oltre due

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