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Il cielo nascosto
Il cielo nascosto
Il cielo nascosto
E-book279 pagine3 ore

Il cielo nascosto

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Info su questo ebook

Thriller - romanzo (190 pagine) - Un complotto internazionale finanziato anche dalla mafia. Ingentissimi flussi di denaro spostati da un posto all’altro con magie bancarie. Ma quando il complotto fallisce, qualcuno dovrà restituire il capitale con gli interessi. A qualsiasi costo.


Anni ’80.

Un bar a Palermo frequentato da mafiosi.

Il quartier generale dei servizi segreti italiani a Roma.

La residenza estiva a Cape Cod del direttore della CIA.

L’ufficio del segretario di Stato Vaticano.

Un banchiere fin troppo disinvolto.

Una ragazza che ama la musica.

Un intreccio inestricabile, che coinvolge governi esteri, servizi segreti, banche, criminalità organizzata e gerarchie vaticane, culminerà con la scomparsa di una ragazza innocente, Rachele Rinaldi.

Un romanzo di respiro internazionale che scava nella vita dei vari personaggi, tanto diversi tra loro ma legati da un destino ineluttabile che li sovrasta come una rete e accomuna tempi e luoghi.

Un destino in cui diventeranno vittime e carnefici.

Il romanzo, pur ispirandosi a fatti di cronaca che hanno segnato un’epoca, è opera di fantasia. L’autore, al suo esordio narrativo, va oltre la storia in sé per offrire ai lettori un’altra chiave di lettura dei fatti di cronaca che leggiamo sui giornali.


Vito Lopriore ha scritto per giornali provinciali e regionali, occupandosi di cultura, sport e attualità. Ha scritto anche per il magazine online Fanpage, occupandosi di tecnologia, e ha un blog che tratta di recensioni cinematografiche. Il cielo nascosto è il suo romanzo d’esordio.

LinguaItaliano
Data di uscita4 giu 2024
ISBN9788825429152
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    Anteprima del libro

    Il cielo nascosto - Vito Lopriore

    Non è corrotto il liquido, ma il vaso.

    Epicuro

    Ai miei genitori Mariella e Franco

    A mia moglie Francesca

    A mio fratello Nazareno

    Personaggi principali

    RACHELE RINALDI

    cittadina del Vaticano

    GIANBATTISTA MARIANI

    cardinale presidente dello IOR

    CARLO BALDINI

    presidente del Banco Privato Cattolico e socio in affari del cardinale Mariani

    DOMENICO NORVI

    (alias Aquila Nera, alias Carmelo Scaccia): agente del SISDE

    STANISLAV GRUVNOWICZ

    cardinale polacco, sottosegretario dello Stato Vaticano

    ANTONIO PALUZZI

    cardinale, Segretario di Stato Vaticano

    GIOVANNI AGOSTINI

    sacerdote, direttore della scuola di musica della basilica dei Santi Ambrogio e Carlo

    GAETANO RANDINO/don Gaetano

    capomafia della cosca dei Santa Cristina

    ARMANDO RAVEZZANO/Scuru

    mafioso

    SALVATORE PLATANI/Tuttu Faru

    mafioso

    SERGIO BONIS/D’Artagnan

    capo di un’organizzazione criminale romana

    AGOSTINO PILLÀ/Ragioniere

    criminale romano

    ANTONIO REGINA/Quattro Denari

    criminale romano

    BARBARA DI NARDI

    fidanzata di D’Artagnan

    CECIO

    criminale romano.

    JAN WOZNIAK

    delinquente comune

    MICHAL NOWAK

    delinquente comune

    Altri personaggi

    FRANCESCA RICCI

    adolescente amica di Rachele Rinaldi

    MIHIL

    agente della CIA

    ESTON KAMENEV

    tiratore scelto russo

    ASLAN LAVROV

    tiratore scelto nato in Crimea

    DMITRIJ VSEVOLOD

    terrorista russo

    CESARE BARONI

    Gran Maestro della massoneria

    ALESSANDRO BRADI

    vicedirettore del SISDE

    STEVEN BRAINARD

    direttore della CIA

    GIOVANNI SPADONI

    capo della Polizia di Stato

    MICHELE ZERIS

    ministro dell’Interno

    GIULIA RINALDI

    madre di Rachele

    LUIGI RINALDI

    fratello di Rachele

    PIETRO RINALDI

    padre di Rachele

    1

    Roma, 10 gennaio 1985 ore 16.00

    Stesa sul divano, Rachele Rinaldi teneva gli occhi fissi sul soffitto del suo salotto, le braccia conserte, un broncio a piegarle le labbra.

    È sempre stato verde il nostro soffitto? E quelle macchie di umidità, da quando si annidano lì, in quell’angolo a destra?

    La casa in piazza Bologna, dove la sua famiglia aveva abitato per più di vent’anni e che fino a qualche mese prima Rachele avrebbe giurato di conoscere come il palmo della sua mano, da qualche settimana a questa parte le appariva in una luce nuova: ciò che prima era offuscato e sbiadito dalla patina dell’abitudine e della quotidianità adesso risaltava ai suoi occhi, e la ragazza si ritrovò a chiedersi se avesse mai prestato davvero attenzione al posto in cui abitava.

    Si dice che si capisce ciò che si aveva solo quando lo si è perso, e Rachele, a soli sedici anni, cominciava a pensare che fosse una verità ineluttabile.

    – Rachele? Va tutto bene? Cos’hai?

    Una voce familiare la riscosse dalle sue elucubrazioni e, distogliendo gli occhi dal soffitto per la prima volta in un’ora, Rachele si ritrovò di fronte il volto preoccupato della madre. Si era fatto più tardi di quanto pensasse, se la donna era già rientrata dal lavoro.

    – Lo sai benissimo che cos’ho, mamma.

    Giulia Rinaldi emise un sospiro, prima di posare il cappotto e la borsa e avvicinarsi al divano.

    – Fammi un po’ di spazio, su.

    Rachele sbuffò e con fare riluttante si mise seduta, lasciando alla madre lo spazio per sedersi accanto a lei.

    – Quindi sempre la solita storia, eh? – le chiese, accarezzandole i capelli, ignorando gli sbuffi della figlia. La madre rimase per qualche secondo in silenzio, ma con le dita non smise di sfiorare delicatamente i lunghi fili neri della sua chioma, un movimento lento, confortante. Rachele le dava le spalle, ma era certa di sapere quale espressione stesse attraversando il viso di sua madre in quel momento: quella che le tirava gli angoli della bocca in una piega stanca e faceva sembrare le rughe del suo volto più profonde, la stessa che assumeva ogni volta che avevano quella conversazione.

    – Lo so cosa vorresti, ma sai che non è così semplice, Rachele.

    La ragazza non rispose, anche se il cuore le si fece più pesante. Dentro di lei ardeva il desiderio, ostinato e insistente, che lo diventasse: che in qualche modo i suoi genitori rendessero semplice anche quello che appariva così complicato e oscuro.

    – Vorrei che papà non avesse mai ricevuto quell’offerta di lavoro.

    Le mani che continuavano ad accarezzarle i capelli ebbero un momento di esitazione, e Rachele si ritrovò improvvisamente a ricacciare indietro le lacrime.

    Era cominciato tutto qualche settimana prima, quando suo padre era tornato a casa con un sorriso raggiante nonostante la stanchezza: – Mi hanno fatto un’offerta impossibile da rifiutare!

    Pietro Rinaldi aveva lavorato per anni in una piccola banca rurale di Roma: un lavoro che aveva permesso a Rachele e a suo fratello maggiore, Luigi, di vivere un’infanzia confortevole, dove non era mai mancato nulla. Rachele non capiva dunque perché suo padre fosse così contento all’idea di diventare dipendente di un posto chiamato Ior.

    Rachele – aveva cercato di spiegarle lui – parliamo di un incarico importante, che comporta molte più responsabilità e un compenso più che adeguato a queste responsabilità. Mi occuperei delle finanze del papa, ti rendi conto?

    Ciò di cui Rachele si era resa conto, in realtà, era lo stesso fatto che l’aveva costretta a stare distesa sul divano per tutto il pomeriggio: il nuovo incarico del padre prevedeva che tutta la famiglia Rinaldi lasciasse Roma per trasferirsi nello Stato del Vaticano. Pochi chilometri di distanza, certo, un cambiamento in fin dei conti quasi impercettibile, se non avesse compreso il dover prendere la cittadinanza vaticana, sottostare a nuovi orari e nuove regole, cambiare scuola, casa, quartiere.

    E Rachele non riusciva ad accettare che tutto stesse cambiando così bruscamente da un momento all’altro, senza che lei potesse fare niente per fermarlo, per opporsi alla marea che così ostinatamente voleva trascinarla via da tutto ciò che conosceva, da tutto ciò che le era familiare.

    Francesca si ricorderà ancora di me? Mi chiamerà ancora la sua migliore amica quando saranno passati due, tre, sei mesi, e noi non ci saremo ancora viste?

    – Rachele – disse sua madre, riportandola alla realtà – so che hai paura di rimanere sola. Che questo cambiamento improvviso ti spaventa, che non sai come reagire. Ma non sarai mai davvero sola: io lascerò il lavoro per occuparmi di te e di tuo fratello, e le tue amiche, se davvero sono tali, non si dimenticheranno così facilmente di te.

    Lacrime calde cominciarono a rigarle le guance e stavolta Rachele non fece nulla per fermarle.

    – Voglio solo stare qui, mamma. Non voglio andarmene, non voglio ricominciare da qualche altra parte.

    Le mani dai capelli scesero alle spalle e delicatamente la fecero voltare: Rachele si trovò di nuovo di fronte il viso della madre.

    – Piccola mia – disse lei, raccogliendole le lacrime con le dita – tuo padre ha avuto un’occasione che difficilmente gli si ripresenterà nella vita. Ha fatto tanti sacrifici per noi, per questa famiglia, nel corso di questi anni; che ne dici se siamo noi, questa volta, a fare un sacrificio per lui?

    Un singhiozzo si fece strada tra la gola e il petto, e Rachele scoppiò in un pianto dirotto, senza più riuscire a trattenersi.

    – Sssh, bambina mia, non fare così – disse sua madre, dandole un bacio in fronte e stringendola tra le braccia. – Andrà tutto bene, vedrai.

    Rachele si sentiva troppo esausta per risponderle che non le credeva.

    2

    Un mese prima

    Cape Cod (Massachusetts), 10 dicembre 1984

    Steven Brainard, direttore della CIA a Washington da circa vent’anni, dette una boccata alla pipa, poi espirò e il fumo di tabacco sprigionò nell’aria un aroma caraibico.

    Si sedette in una poltrona di pelle beige, nella sala riunioni della residenza estiva, proprio davanti la baia, e attese che arrivassero tutti gli invitati. Nel frattempo, si girò verso la finestra che dava sull’ampio panorama dell’oceano e fu investito dai ricordi. Quando era piccolo, proprio lì, sulla battigia su cui si infrangevano le onde, suo nonno gli raccontava la storia di Cape Cod. Nel lontano 1620, arrivarono i primi esploratori, che conobbero così la terra del Massachusetts. Molti morirono per l’alta marea o perché il suolo non era ben visibile dall’oceano. Ecco perché la baia è disseminata di fari, gli diceva. Alcuni fra i più antichi di tutti gli Stati Uniti. Non era stata facile la vita all’inizio per i loro antenati; si narrava che erano stati proprio i nativi ad aiutare per primi i pellegrini. Ma i tempi purtroppo, erano cambiati, e Brainard adesso aveva ben altro a cui pensare.

    La schiuma bianca delle onde si rifletteva sul mare. I cavalloni erano sempre più alti.

    Era vicino il Natale.

    Attorno a lui, nella sala riunioni, l’aria sembrava sospesa: erano tutti in attesa. Certo, alcuni meno di altri: Mihil, agente della CIA e referente di Brainard in Italia, si stava addormentando sulla poltrona; per contro il cardinale Gianbattista Mariani, presidente dello Ior, la banca vaticana, attraversava con passi nervosi la stanza. Probabilmente lo preoccupava il ritardo del suo socio in affari, Carlo Baldini, presidente del Banco Privato Cattolico, che ancora non si faceva vedere. La riunione non poteva iniziare senza di lui.

    Quando finalmente Baldini arrivò, trafelato e mortificato per il ritardo, Brainard mise da parte la pipa e fece segno agli invitati di sedersi. La riunione poteva infine avere inizio.

    Mihil si alzò e andò accanto allo schermo, messo all’estremità della stanza. Accese il proiettore e iniziò a passare in rassegna le prime diapositive, tramite il telecomando. Sullo schermo apparve la fotografia di un uomo. Sulla destra si allungava la costa bagnata dall’oceano.

    Jakov Červenko. Leader della Bulgaria, come sapete il più malfamato governo comunista in Europa prese dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne accese una, ha settant’anni ma li porta molto male. È un veterano di guerra, esperto del settore militare del suo Paese. Ha fatto affari con i peggiori armatori russi. Com’è diventato così potente? Semplice, servizi segreti diede una boccata molto forte.

    – È riuscito a farla franca con i suoi oppositori interni perché prima della guerra si era schierato contro i nazisti. Incarcerato, fu ritenuto dissidente. E lì il nostro vecchio si è fatto molte amicizie, che gli sono valse dopo la guerra. Con tutti gli esiti che si auspicava.

    Spense la sigaretta sul posacenere sul davanzale e tornò a sedersi.

    – Lo prenderete? – chiese il capo dello Ior senza alzare lo sguardo dal tavolo.

    Brainard si alzò e iniziò a passeggiare intorno.

    – Sì, presidente, non c’è alcun dubbio.

    – Volete solo catturarlo o ucciderlo? – continuò il cardinale Mariani.

    – Ci piacerebbe catturarlo, Eminenza.

    – Perché non lo uccidete e basta?

    – Be’, è il motivo per cui siete qui. Al momento dobbiamo parlare con lui, farci affari. Può far cose che potrebbero servire anche a noi.

    – Capisco – disse Mariani con un’espressione indecifrabile.

    – È la prima volta che ci mettiamo in contatto con un leader comunista. Insceneremo una rivoluzione degli operai, faremo in modo che il governo bulgaro ceda ad alcune loro richieste e, nel silenzio, sopprimeremo con metodi non molto ortodossi la rivolta, così da consolidare al governo Jakov Červenko. Siamo già d’accordo con lui. Ci assicurerà rifornimenti militari e collaborazione di intelligence per i prossimi cinque anni. È un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire.

    Baldini si agitò sulla sedia e allargò le braccia.

    – Questo provocherà la morte di migliaia di innocenti!

    Seguì qualche secondo di silenzio. Il direttore Brainard si mise di spalle agli astanti, guardando le onde oltre le vetrate.

    – E allora? I colleghi francesi e inglesi, soprattutto, si stanno comportando bene. Non possiamo parlare allo stesso modo dei politici italiani, non capirebbero, per fortuna non tutti… Abbiamo bisogno di capire chi sta con noi e chi con il comunismo, contro di noi. Non ci sarà bisogno, spero, di simulare un altro sequestro di un presidente per capirlo – disse, girandosi di sbieco verso Mihil – molti vogliono fare il proprio bene ma non sanno governare la carta stampata e le televisioni. Tutto parte da lì. Bisogna avere sempre il pugno duro e chi mette in giro strane voci o rivela cose che devono rimanere nascoste… bisogna fare in modo che non parli più. Insomma, che non continui a comunicare, perché potrebbe trovare dei seguaci. Le voci potrebbero aumentare. E si arriverebbe a un partito, e i suoi complici prenderebbero in mano le aziende pubbliche. Con il cardinale Mariani abbiamo già ottimi rapporti e stiamo finanziando nostri partner. Adesso lei, Baldini, ci aiuterà in un nuovo investimento, molto molto importante. In Bulgaria la situazione è insostenibile e sappiamo quanto la sua posizione geopolitica sia importante per noi, proprio al confine con l’Unione Sovietica. Fra qualche settimana, anche prima, scoppierà una rivoluzione che sarà frenata sul nascere dal presidente del governo bulgaro, Červenko. Per farlo ha bisogno di un nostro aiuto in denaro, Baldini.

    – Di quanti soldi parliamo? – chiese il presidente del Banco Privato Cattolico.

    – Quelli che basteranno, Carlo – il cardinale Mariani alzò la mano. – Abbiamo grandi risorse.

    – Le risorse ci sono, ma bisogna capire se…

    Baldini fu interrotto da Brainard: – Se potete inviare un pagamento di cento milioni di dollari, ve ne saremmo molto grati. Il governo bulgaro ci garantisce di comprare da noi la fornitura di armamenti e apparecchi tecnologici di ultima fattura. Per i prossimi cinque anni. Červenko prende la sua commissione e la reinveste nell’Antigua Private Funds, il gioiello creato da lei, Baldini, e che è una costola del vostro Banco Privato Cattolico. In questo lei è stato geniale.

    – Non avrei mai potuto fare tutto da solo senza l’aiuto di sua Eminenza, il cardinale Mariani.

    – Non c’è bisogno, Carlo. Non devi specificarlo – il cardinale Mariani si sistemò la giacca. Oltremare aveva scelto degli abiti borghesi.

    – Tutto a costo e tasso zero – il direttore Brainard alzò al cielo il braccio destro mimando il pugno chiuso. – Grazie all’Antigua Private Funds possiamo gestire e spostare enormi cifre, conferma, Baldini?

    – Sì, certo.

    – Enormi cifre – disse fregandosi le mani.

    Si alzò e concluse.

    – Il piano si chiamerà Polit e questa sarà la parola d’ordine. Da oggi in poi nessuno parlerà più con me di questo piano, né potrò entrare in qualsivoglia conversazione, ufficiale o amichevole. Mihil si occuperà di ogni dettaglio, sarà lui il mio portavoce e il capo delle operazioni. L’aperitivo è stato servito in terrazza. Potrete ripartire prima di sera. Vi ringrazio tutti, signori, per aver risposto con così tanta prontezza alle nostre richieste.

    3

    Rientro in Italia

    Baldini e Mariani ripartirono la sera stessa per Roma.

    Un’auto era fuori ad attenderli.

    – Siamo dentro un gioco più grande di noi, questo non me lo avevi detto.

    – Stai tranquillo, scorrono fiumi di denaro, e allora? Cosa c’è di nuovo?

    – In quali tasche finiscono adesso? Tutto nell’Antigua. Il gioiellino, quello con cui possiamo spostare soldi in un minuto, sì, ma chi ci rimette? Chi lo spiega ai nostri? E se qualcuno controllasse? Questa storia non mi piace.

    – Vedrai che ti piacerà – il cardinale gli sistemò il nodo della cravatta. Erano seduti su comodi sedili in pelle nera, nel vano posteriore di una Mercedes W123.

    – Non so più di chi fidarmi!

    – Non aspettavi un’occasione per farti notare da chi comanda davvero, da chi ha i soldi? Non è questo che dicevi? È il momento che bramavi, che aspettavi da sempre. Hai potuto mostrare il tuo gioiello, la banca, il Banco Privato Italiano, una realtà piccola, quasi ignota. Ed è meglio così, credimi. Adesso hai la possibilità di farla conoscere addirittura all’estero, oltreoceano. Nei luoghi e nelle stanze che contano. Sono parole tue. Adesso non lamentarti e seguiamo i nostri percorsi. Vai per la tua strada. Sai quanta gente avrebbe voluto essere presente oggi al posto tuo a questo incontro?

    – E se non valesse la pena di prendersi questo rischio?

    – Ricordati una cosa, se un segreto lo riveli a qualcuno, quello smette di essere un segreto. Lo sanno tutti, ne parlano i giornali, diventa di dominio pubblico. Non hai sentito cosa ha detto Brainard a proposito dei nostri amici e nemici politici?

    – Si è fatto i suoi conti. I loro conti. Un pezzo della torta, tutta la torta intera, ma chi si prende le responsabilità, eh? E poi, quali sono i ruoli? Non sono ben definiti. Quel Mihil lì sembrava molto scaltro e ne sapeva tanto. A chi faceva riferimento e perché era così presente? Io non ne avevo mai sentito parlare. Non me ne avevi mai parlato – Baldini aveva caldo e iniziò a sbottonarsi la camicia.

    – Tu hai molta esperienza – continuò Baldini, anche se la preoccupazione gli rigava ancora il volto. – Sei stato qui in America molte volte e mi sei sembrato intimo di questo lupo di Brainard, quindi mi affiderò a te, però stiamo attenti. Non voglio interpretare il mio ruolo in modo erroneo né male intendere il tuo. Io devo agire come mi obbliga il mio organo collegiale, il CdA della banca, per intenderci. Ma questo vale anche per te?

    – I nostri interessi collimano con i vostri. Non sei stato tu a chiamarmi? A dirmi che la banca vuole crescere? Che eri pronto a fare investimenti, anche spericolati? Abbiamo tutti in pugno, nessuno controllerà. Governo da tempo questi meccanismi, e anche chi li presiede – disse il cardinale e si accese un sigaro. – Quello che ci unisce tutti, ricordati, è il nemico comune che è stato ben illustrato dal direttore e dalla CIA. Ci hanno fornito tutte le informazioni del caso. Non ci resta che agire ed essere fedeli alla parola data. E adesso, rilassati un po’ e smettila di lamentarti. Vedrai che andrà tutto per il meglio.

    L’uomo alla guida della Mercedes li accompagnò all’aeroporto di Boston dove presero il primo aereo per Roma.

    Nelle prime due ore di volo il cardinale dormì, mentre il presidente non riusciva a prender sonno.

    Appena Mariani si svegliò chiese alla hostess un tè caldo. Non appena si sentì più ristorato, si accorse dell’irrequietezza che persisteva nel suo compagno di viaggio.

    – Ti vedo ancora inquieto, Carlo, ma devi stare tranquillo – disse infatti Mariani, mettendo una mano sulla spalla di Baldini. – Quelli non sono ambienti di pura formalità, si bada alla sostanza. So che fino a ieri non eravate mai entrati in contatto con gente che conta all’estero e che non vi siete mai spinti oltre un certo limite. Ma stai sicuro che le persone che abbiamo incontrato durante la riunione conteranno molto nei nostri futuri sodalizi. E chi ha fede, vedrà.

    Il cardinale era accomodato alla poltrona vicino il finestrino e non disse più nulla prima di consumare la cena servita dal personale di

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