Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Per le strade di Montecatini: Romanzo
Per le strade di Montecatini: Romanzo
Per le strade di Montecatini: Romanzo
E-book159 pagine2 ore

Per le strade di Montecatini: Romanzo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Valerio, ex imprenditore calzaturiero finito sul lastrico e minacciato dagli strozzini, grazie a una piccola eredità cerca di riprendere in mano la sua vita in un percorso a ostacoli verso la rinascita. Le donne, il lusso, gli eccessi senza freni sono state le ragioni della sua rovina.
A Montecatini Terme, un luogo prestigioso, ma pieno d’insidie deve resistere alle tentazioni del vizio e fronteggiare il ritorno degli usurai.
Ambientato prevalentemente nella città termale con incursioni in altre parti della Toscana, il romanzo descrive il cammino del suo riscatto, l’eterna lotta tra bene e male, i ricordi d’infanzia, il tempo che passa inesorabile.
Una storia di caduta e redenzione sullo sfondo affascinante di una delle più suggestive località toscane.
LinguaItaliano
Data di uscita26 giu 2024
ISBN9791223051054
Per le strade di Montecatini: Romanzo

Leggi altro di Fabrizio Nelli

Correlato a Per le strade di Montecatini

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Per le strade di Montecatini

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Per le strade di Montecatini - Fabrizio Nelli

    Capitolo 1

    Montecatini Terme


    In un giorno di quasi primavera, Valerio sta facendo colazione in uno dei caffè più esclusivi di Montecatini Terme. Esce da un brutto periodo, ma forse il peggio è passato. Cappuccino e cornetto costano uno sproposito, ma stamani vuole concedersi una follia.

    Sulla terrazza, dalle larghe vetrate osserva le persone assonnate. Pensa a questo luogo ibrido che inneggia ai fasti del passato, a quanto gli somigli. Ha più di sessant'anni portati discretamente, nonostante le traversie che lo hanno duramente segnato.

    Era un imprenditore calzaturiero. Gli affari andavano bene. La gente lo riveriva; le persone anziane, quando lo incontravano, si toglievano il cappello. In fabbrica, davanti al suo ufficio, c’era la fila per parlare con lui. Chiedevano un consiglio, un’intercessione, un aiuto per un problema da risolvere. Era considerato un esempio, uno che sapeva il fatto suo. Invece, poi, era finito sul lastrico e tutti gli avevano voltato le spalle: dicevano che non era riuscito a stare al passo con il mercato, che si era circondato di collaboratori incapaci, che i paesi emergenti producevano calzature a basso costo e buona qualità e perciò erano riusciti a superare le aziende italiane.

    Anche lui credeva che il motivo del declino fosse questo. Assunse nuovi direttori, redasse un piano di risanamento, convinse le banche a finanziare il suo progetto di rilancio del made in Italy. Ma non c’era stato niente da fare. Il tracollo, che avanzava inesorabile, lo aveva sradicato dalla sua ragguardevole condizione sociale.

    Oltre alla crisi, a rovinarlo erano state le donne e il gioco. Di donne ne aveva frequentate tante, nei locali e nei night della Toscana, spendendo una fortuna in cene e regali, più per conquistarle che per portarle a letto. Aveva perso la testa dietro alle ragazze dell'Est. Il bel fisico, la pelle bianca, il viso dolce e sensuale: prima lo avevano condotto in paradiso e dopo sprofondato all'inferno. Ufficialmente si dichiaravano ballerine: a Montecatini le chiamano ballere.

    Nel gioco aveva continuato a perdere. Più perdeva e più giocava. I titolari dei negozi gli facevano credito e lui acquistava oggetti che rendevano felici le sue principesse, ma, quando le banche gli tolsero il fido, precipitò nell'abisso. Chiuse l'azienda e si rivolse agli strozzini, impegnando la casa, la barca, la macchina, tutto.

    Dopo aver perso ogni cosa, attentarono alla sua incolumità. Per far perdere le tracce, cambiava spesso dimora. Si spostava continuamente. Appena aveva la sensazione che lo avessero trovato, si metteva lo zaino in spalla e, con le poche cose che possedeva, si trasferiva in un altro paese. Mangiava alle mense dei poveri, trascorreva la notte nei dormitori, dove ogni tanto riusciva a fare una doccia calda. La forza della disperazione lo spinse a lottare, ad aggrapparsi a qualsiasi spiraglio per andare avanti. Ebbe la forza di ascoltare gli angeli della carità, i volontari che aiutano chi è caduto in disgrazia e così riuscì a non finire nel vuoto. Gli usurai, visto che non aveva più niente, allentarono la presa e, almeno apparentemente, lo lasciarono in pace.

    Un bel giorno la ruota girò dalla sua parte. Una vecchia zia, di cui conosceva a malapena l'esistenza, gli lasciò un bilocale nel centro di Montecatini e una somma di denaro.

    L’abitazione ereditata è situata lungo il viale dell'ippodromo, vicino alla ferrovia. Sembra uno scherzo del destino. Non c’è giocatore d’azzardo che non punti anche sui cavalli e quella tentazione, così vicina, non è il massimo della tranquillità. Deve imporsi di non cedere perché, per ritrovarsi in povertà, basta un attimo. Perciò ha attuato una rigida pianificazione delle spese. Escluso le bollette, per andare avanti almeno due anni non deve superare il budget mensile di quattrocento euro.

    Ha cercato di barcamenarsi per non dilapidare quella piccola somma che consente di rimettersi in carreggiata. Per un anno si è chiuso in casa. Oltre alle donne ha evitato sale bingo, agenzie di scommesse, corse di cavalli. È uscito il minimo indispensabile, giusto per fare la spesa e prendere una boccata d’aria. Dopo un anno di clausura, dopo la detenzione forzata attraverso la quale spera di aver sviato gli strozzini, l’aria frizzante della primavera lo ha spinto a uscire dal guscio, a cercare un po’ di normalità.

    A quest’ora del mattino si sente al riparo dai rischi. Le ragazze dei night lavorano fino alle tre o quattro di notte. Adesso stanno dormendo. Si vedranno in giro solo dal tardo pomeriggio e, così, può godersi in pace la colazione. Eppure, il fruscio di una gonna e un odore inebriante lo fanno trasalire. Non ci vuole molto a capire che si tratta di una di loro. La donna si siede a un tavolo d'angolo, accavalla le gambe e lo guarda. Lui si affretta a finire il cappuccino e se ne va.

    Si specchia nella vetrata del locale. È ancora un bell’uomo. I capelli sono imbiancati, ma l'aspetto è abbastanza fresco. Gli occhi tendono al grigio verde, ma cambiano di colore secondo le condizioni meteorologiche. La barba incolta, mezza bianca e mezza nera, lo rende ancora interessante a qualche sguardo femminile. Il completo, che veste con disinvoltura, fa sempre la sua figura. Lo ha conservato anche nei momenti più difficili avvolto in un cellofan al deposito bagagli della stazione e, ora, lo indossa nelle occasioni importanti.

    La radio trasmette un brano malinconico, che rimanda alla parte più buia della sua esistenza.

    Ha il cilindro per cappello

    due diamanti per gemelli

    un bastone di cristallo

    la gardenia nell’occhiello…[1]

    S’identifica nella canzone, che gli ricorda il suo ingombrante passato. Respira l'aria fresca e passeggia per le strade, non ancora popolate dai turisti. Passa davanti alla statua di Giacomo Puccini che, con sigaro e bastone, lo osserva benevolo. Calpesta le targhe di ottone con inciso il nome dei personaggi famosi che hanno soggiornato nel centro termale. Si meraviglia di questa Hollywood della Valdinievole e vorrebbe conoscerla meglio. Chissà come doveva essere Montecatini, quando il compositore ci veniva in villeggiatura?.

    In anni più recenti, durante il boom economico, il luogo era stato la meta di giovani che provenivano da tutta la Toscana. Arrivavano nel fine settimana a gruppetti, frequentavano bar e locali. Si mettevano in mostra, indossavano abiti alla moda e cercavano di imitare i divi che passavano le acque nella città termale. Lui era giunto dopo, nella prima metà degli anni Ottanta. Andava a ballare al Kursaal, il music-hall, già casinò, teatro, cinema e night club. La domenica pomeriggio, la discoteca era prerogativa dei giovani, la sera di un pubblico più adulto. Lui, che voleva crescere in fretta, si considerava appartenente a entrambe le categorie.

    Fu allora che entrò per la prima volta in un night. Sapeva come funzionavano questi locali: si sarebbe avvicinata una ragazza e, se voleva, poteva invitarla per una bevuta. Dopo circa venti minuti sarebbe comparso il cameriere per un'altra consumazione e così a oltranza, fino alla chiusura. Dato il prezzo dei drink, si limitò a un solo giro. Fu come fumare la prima sigaretta: tossisci, ma ti viene la voglia di provarci ancora. Tornò a cercare quell’emozione molti anni più tardi, quando non gli mancavano più le possibilità economiche. Che, per stare con ragazze bellissime e disponibili, ci volessero soldi era un aspetto secondario.

    Oggi il Kursaal non esiste più; si è trasformato in negozi e appartamenti. Del vecchio edificio è rimasta solo la facciata stile liberty in ricordo della gloria passata. È contento che il simbolo di quell'errore fatale, almeno fisicamente, sia scomparso. Si sofferma a guardare il cartellone del Teatro Verdi e si dirige verso il parco delle Terme, diecimila metri quadrati, con i larghi viali su cui si affacciano hotel e alberghi prestigiosi.

    Seduto su una panchina, chiude gli occhi. Si assopisce, mentre le immagini della sua vita scellerata si accavallano, si distorcono, diventano sfocate. Un raggio di sole insistente lo costringe a spostarsi nella parte in ombra della panchina. Al di là della siepe, lungo un vialetto, avanza la ragazza che ha notato al bar. Si muove sicura, sinuosa, attraente. Valerio percepisce di nuovo l’odore pungente che lo aveva colpito. Possibile che lo senta anche da lontano? I capelli, che prima erano sciolti, ora sono legati in una coda. Potrebbe sembrare una turista in relax, ma lui sa che è in cerca d’incontri.

    Capitolo 2

    Clea


    Nella sua prova di libertà ha toccato con mano le insidie che deve affrontare. L’universo se lo vorrebbe mangiare e sta a lui decidere se è pronto a veleggiare in mare aperto, oppure se si deve rintanare ancora ad aspettare tempi migliori.

    Rientra a casa e si mette a cucinare. Pian piano ha imparato ad arrangiarsi e, quando si alza da tavola, si ritiene soddisfatto. Gli spaghetti alla carbonara non sono difficili da preparare, ma costituiscono un salto di qualità della sua arte culinaria. Nel pomeriggio guarda la televisione, legge un libro ed è già ora di cena. Pensa di aver fatto bene a tastare il terreno, non potrà rimanere rinchiuso per sempre.

    Prima di andare a dormire osserva la strada. Contempla il gioco del buio e delle luci, gli alberi stanchi illuminati dai fari delle automobili. Aspetta che passi un treno, per acciuffare gli attimi lieti nel mare triste del suo passato. Immagina i viaggiatori notturni, le facce, le storie, le mete da raggiungere. È sempre stato affascinato dai treni. A volte, quando era giovane, sognava di salire su un vagone e andarsene lontano in cerca di fortuna. Si dilunga a inseguire i ricordi, gli ultimi barlumi felici della sua stagione dissennata.

    Mentre rincorre questi vaneggiamenti, la vede sotto la sua finestra. Appoggiata al lampione, vestita alla moda: legging aderenti e parka aperto sul petto. Le donne di strada, a Montecatini, possono essere scambiate per ragazze comuni. Assumono un tono moderato per eludere i controlli delle forze dell’ordine che, quando dichiarano di essere domiciliate nel comune, non possono intervenire.

    È la stessa ragazza che ha visto al bar e poi al parco. Gli automobilisti si fermano di continuo, chiedono il prezzo, scambiano frasi veloci. Se il conducente accetta, la donna sale in macchina e ricompare dopo mezz’ora. Valerio si chiede se l’affare si consumi in auto o in casa, anche se, da uomo esperto, sa benissimo che dipende dal prezzo.

    Piove a dirotto e il vetro si è appannato. Lo pulisce con le mani per guardare meglio. La ragazza ha cercato riparo sotto una tettoia, in un cortile interno. Se non smette di piovere, la serata, per lei, può dirsi conclusa. Là dove si trova, gli automobilisti non possono vederla.

    S’infila velocemente il giubbotto, afferra l’ombrello e scende le scale.

    «Brutto tempo per lavorare».

    La ragazza resta sorpresa. Non si aspettava un cliente senz’auto.

    «Abito qui vicino, posso offrire un caffè?»

    «Ottanta euro per venire a casa tua».

    Valerio non vuole fare l'amore. Lei è molto giovane, sembra addirittura minorenne.

    «Quanti anni hai?»

    «Venti».

    Potrebbe essere sua nipote.

    «Come ti chiami?»

    «Clea».

    «Di dove sei?»

    «Ucraina».

    Clea è tutta bagnata. Lui si avvicina con l'ombrello e le cinge la vita.

    «Vieni, sono

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1