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Mistero nel condominio
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E-book60 pagine47 minuti

Mistero nel condominio

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Giallo - racconto lungo (44 pagine) - C'è un mistero riguardo alla morte di una signora centenaria.


In questa occasione è il mistero che va a bussare alla porta della coppia di detective Leonardo Grandi e Tommaso Testi. I due devono infatti chiarire le circostanze della morte di una signora centenaria che abitava proprio nel loro palazzo di Porta Romana, nel centro di Milano. E proprio per le vie della metropoli, alla guida della sua spider incolonnata nel traffico, il commissario svelerà all’aiutante/biografo il reale andamento dei fatti, come sempre sorprendente ma logico.


Fabio Scaletti (Milano, 1964) è scrittore e critico d’arte. Laureato in filosofia, si è occupato di estetica “sconfinando” nella storia dell’arte. Esperto di Caravaggio e studioso del Rinascimento, tra le sue ultime pubblicazioni, alcune tradotte in varie lingue, ricordiamo: Caravaggio. Catalogo ragionato delle opere autografe, attribuite e controverse (2 volumi, Napoli, 2017), Il Rinascimento nei Musei Italiani (con Claudio Strinati, Reggio Emilia, 2017), Leonardo. Il Genio (Torino, 2018), Raffaello. Il Principe delle Arti (Torino, 2019), Caravaggio. Il Pittore della Luce (Torino, 2020), Michelangelo (Bologna, 2021).

Negli anni Novanta ha ideato la figura del commissario Leonardo Grandi, protagonista di romanzi e racconti gialli in stile inglese ma ambientati per la maggior parte a Milano. Per Delos Digital sono già usciti Delitto alla StataleIl mostro del Corvetto e Omicidio nella grotta. Ha anche scritto Storia (e filosofia) del giallo, sempre pubblicato da Delos Digital.

LinguaItaliano
Data di uscita2 lug 2024
ISBN9788825429725
Mistero nel condominio

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    Anteprima del libro

    Mistero nel condominio - Fabio Scaletti

    Prologo

    Che sogno è di aspettarsi di morire d’una mancanza di forze che l’estrema vecchiaia dovrebbe portarci, e di proporsi quel fine alla nostra durata, visto che è il genere di morte più raro di tutti e quello meno comune? Lo chiamiamo il solo naturale, come se fosse contro natura vedere un uomo rompersi il collo con una caduta, annegare in un naufragio, farsi sorprendere dalla peste o da una pleurite.

    Montaigne

    Il fatto che la durata della vita sia incerta ha un peso decisivo nella sua conduzione. Come cambierebbe l’esistenza se ciascuno di noi conoscesse il giorno preciso della propria morte, o di quella di qualcun altro! Quante cose si farebbero e, ciò che è peggio, quante altre si eviterebbe di fare. Per esempio, se io sapessi di finire dopodomani tra quattro assi, mi toglierei qualche sassolino dalla scarpa senza il timore di dover subire la rappresaglia di chi, quel ciottolo, se l’è beccato sulla zucca. Allo stesso modo, non comincerei a scrivere questo racconto, perché resterebbe a metà, richiedendo esso almeno quattro capitoli per esporre adeguatamente i fatti del curioso episodio cui si ricollega, e non essendo io in grado di comporre più di un capitolo al giorno.

    I passi avanti delle scienze, e di quella medica in particolare, hanno concesso all’umanità di ritardare di qualche anno l’estremo momento della dipartita, meritando l’eterna gratitudine di ogni membro della nostra saturnina schiatta. Eppure proprio quel salutare successo strappato alla natura può tramutarsi, in certe situazioni peculiari, in un contrattempo, in un ostacolo, inducendo addirittura qualcuno non a benedire, bensì a imprecare contro i frutti della ricerca. E non ci si riferisce qui, come si può immaginare di primo acchito, al deprecabile dispetto sotterraneamente provato da quei rampolli di facoltosi casati che attendono con ansia di dare l’ultimo saluto a qualche senescente parente prossimo che li ha incautamente nominati eredi universali. No, o meglio non solo. Si tratta più che altro di una questione, assolutamente ufficiale e autorizzata, di calcoli sbagliati e di previsioni smentite che trovano la radice della loro inesattezza non in una errata disamina della realtà, ma nella portentosa accelerazione del processo di perfezionamento degli studi clinici intervenuta negli ultimi decenni. In altre parole, tanto più si allunga la vita, tanti più possono essere sia i moventi per il delitto sia, soprattutto, i misfatti ascrivibili a tale abbondanza. Procurando nuove motivazioni, sembra quasi che la medicina abbia finito per agevolare il lavoro degli autori di polizieschi, complicando però quello degli investigatori in carne e ossa. La seguente storia ha dunque un credito con la disciplina di Ippocrate, i cui progressi l’hanno indirettamente ingarbugliata. Avrebbe avuto un debito se fosse stata inventata.

    1.

    Non tutte le sensazioni di mancanza sono sgradevoli. L’assenza di soldi sul conto corrente è spiacevole, quella di un vicino antipatico no. Uno stomaco vuoto ci pesa, una testa priva di preoccupazioni ci alleggerisce. Quella sera, mentre mi affaccendavo nei lavori editoriali che mi erano stati commissionati, mi accorsi a un certo punto, con grande gioia, che dalla finestra della mia camera, che avevo attrezzato anche a studio, non filtrava il consueto fracasso, diretta propaggine di un televisore ostinatamente tenuto a tutto volume e contro il quale, essendo in un tiepido avvio di primavera, non si poteva nemmeno ricorrere all’aiuto dei vetri chiusi. Una tale calma mi pose in uno stato di euforia, tanto che sbrigai con relativa celerità la mia incombenza, evento sporadico vista l’indescrivibile farraginosità delle opere che di regola mi venivano rifilate per essere emendate dalle castronerie di cui erano rigurgitanti. In quell’occasione, peraltro, dovevo intervenire su un testo fornitomi da una casa editrice che con grande successo mandava in edicola parecchie collane di romanzetti, ciascuna identificata da una determinata tonalità. Le bozze che mi erano state date da correggere rientravano nella serie bianca, dal colore dei camici dei protagonisti degli intrecci amorosi narrati, inevitabilmente incardinati sulla sbandata presa da un chirurgo per l’infermiera di turno, o anche viceversa,

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