Post di Elettricità Futura

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“Stiamo approfondendo i contenuti del #PNIEC appena inviato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica alla Commissione europea" spiega Agostino Re Rebaudengo, Presidente #ElettricitàFutura. "In un commento a caldo direi che non ci sembra un Piano sufficientemente sfidante rispetto ai target al 2030 europei. Elettricità Futura aveva proposto al MASE di rendere il PNIEC 2024 coerente con le potenzialità di decarbonizzazione dell’industria elettrica nazionale, ad esempio innalzando il target 2030 di riduzione delle emissioni di CO2eq per il settore elettrico italiano che era stato indicato nella precedente versione del Piano, il PNIEC 2023. Stupisce che, al contrario, sia stato abbassato. Avevamo anche chiesto di aumentare il target di rinnovabili nei consumi elettrici, in coerenza con il Piano elettrico 2030 che restituisce la visione degli operatori del settore che Elettricità Futura rappresenta. Al contrario, anche questo obiettivo è stato rivisto al ribasso. Non lascia ben sperare l’ulteriore complessità del quadro normativo che si è aggiunta con l'introduzione del #DecretoAreeIdonee. È un provvedimento che avrebbe dovuto accelerare l'installazione delle rinnovabili e che invece, nella realtà, sta complicando la possibilità di fare gli impianti e aggiungendo extra costi che avranno un effetto domino, facendo aumentare il costo dell’energia elettrica prodotta. Peraltro, non riscontriamo unità tra il target di nuova potenza rinnovabile da installare al 2030 indicato nel DM Aree Idonee, ovvero + 80 GW, e il target indicato nel PNIEC, +73 GW. Infine, pur essendo favorevoli allo sviluppo dell'innovazione tecnologica e alla ricerca di nuove soluzioni energetiche, appare eccessiva l’enfasi riposta sugli aspetti del nucleare, un tema su cui il Paese è chiamato con urgenza a risolvere la questione del deposito nazionale delle scorie, anche considerando che nel 2025 rientreranno dalla Francia in Italia le scorie che avremmo dovuto stoccare in quel deposito che ancora non esiste. Sarebbe opportuno concentrarci ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie già disponibili e competitive, e il PNIEC 2024 dovrebbe dare un segnale forte alle imprese che sono pronte a investire in Italia”. L’articolo di Giorgio Kaldor pubblicato su Materia Rinnovabile - Renewable Matter https://lnkd.in/dyM_WSQ6 Il commento https://lnkd.in/dBg9rsUD

PNIEC, Italia invia testo definitivo. Corvaro: per neutralità climatica serve neutralità tecnologica

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renewablematter.eu

Massimo Poli

Country Manager Italy at Zelestra

1 mese

Siamo nell’era dell’#ecofascismo, che si manifesta con la forte opposizione alla transizione energetica a danno immediato del settore rinnovabili, ma con conseguenze devastanti sul clima, sui consumatori ma soprattutto sulle spalle delle nuove generazioni. Difficile capire esattamente il motivo di questa retromarcia e scelta miope promossa in modo conclamato dal Governo Meloni e addirittura proposto come germe anche nella politica europea che porrebbe esserne realmente influenzata qualora ci sia la svolta destrorsa scatenata dal risultato delle votazioni in Francia. Il primo rischio e segnale potrebbe essere la volontà di superare il green deal come preanncunciato dalla Meloni in modo sistematico. Ritengo che questo deludente e controverso PNIEC segni proprio la strada verso questa pericolosa corrente ecofascista italiana. Monitoriamo attentamente la situazione e qualora la mia previsione dovesse avverarsi, sarà necessario correre ai ripari e bloccare gli investimenti, sperando di proteggere il capitale al meglio. Italia decisamente delundente e traballante.

Dario Tamburrano

Deputato europeo e professionalmente attivo in diverse aree tecnico-scientifiche: in ambito medicale e sanitario, nel disegno digitale e nel 3D printing, nelle politiche energetiche e di sostenibilità ambientale.

1 mese

Il peggior governo della storia repubblicana.

Alberto Cuter

Vice President Jinko Solar

1 mese

Analisi che non posso che condividere. Spiace vedere che l’attuale governo stia andando nella direzione opposta a quanto invece stanno facendo gli altri paesi che veramente credono che la decarbonizzazione sia una grande opportunità per lo sviluppo.

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