Post di Nicola Drago

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CEO at De Agostini Editore

Sono un imprenditore che di recente ha deciso di impegnarsi a livello civico, su un tema che ha un’importanza e una gerarchia superiore a tutti gli altri, potenzialmente trasformativo, ovvero la governance del Paese. Senza una governance corretta, senza il giusto equilibrio tra ruoli e responsabilità delle principali istituzioni del Paese (Presidente del Consiglio, Parlamento, Presidente della Repubblica), senza stabilità (68 governi in 78 anni), e quindi senza un aggiornamento della nostra forma di governo, è impossibile generare senso di responsabilità nei leader e interrompere il nostro declino pluridecennale. Il 18 giugno il Senato, in mezzo alle solite sconcertanti sceneggiate da entrambe le parti, ha approvato la riforma sul Premierato. Il testo è stato decisamente migliorato rispetto alla versione iniziale ma resta gravemente lacunoso perché non chiarisce i principi con cui verrebbero eletti premier e parlamento, e quale la relazioni tra i due. Al di là di ciò, mi preme richiamare l'attenzione su un aspetto ancora più rilevante. Ovvero l’atteggiamento che ognuno di noi, che ha a cuore questo tema, terrà nel prossimo futuro. Dobbiamo decidere se stare tra quelli che dicono “Questa riforma così com’è è talmente mal congegnata che va respinta a tutti i costi, perché potenzialmente pericolosa per la democrazia”. Oppure con coloro che dicono “Questa proposta ha delle gravi lacune ma, poiché un aggiornamento della forma di governo è indispensabile per fermare il nostro declino, faccio il tifo perché venga migliorata, e magari provo a dare un contributo”. Il primo club, quello degli strenui difensori dello status quo è composto dalle opposizioni in parlamento e da vari gruppi che, pur riconoscendo in parte il problema, si guardano bene dal proporre una soluzione alternativa, forse perché tutto sommato dalla situazione attuale qualche beneficio lo traggono. Io personalmente, come imprenditore e per i miei valori, ho deciso di appartenere al club di quelli che non solo pensano che questa occasione non vada persa, ma che si attivano per dare un contributo. Nella mia vita, ogni volta che mi sono attivato, che ho faticato, che mi sono speso, che non mi sono limitato a criticare ma mi sono rimboccato le maniche, ne è venuto fuori qualcosa di buono che, seppur imperfetto, ha migliorato il sistema. Stare a guardare, criticare senza controproporre, non esporsi, è immensamente più comodo e rassicurante, certamente non si rischia nulla. Ma non aggiunge al sistema, anzi sottrae. Se volete assistere da vicino a quello che, se si dovesse realizzare, sarà il più grande cambiamento del nostro Paese dal 1946, con io Cambio lo potete fare. Potete aiutare ad organizzare un evento, invitarci in circoli e riunioni, diffondere le nostre idee. Noi forniamo tutto il supporto, istruzioni, materiali, preparazione e soprattutto la nostra energia. Unitevi alla nostra community https://lnkd.in/dyhtXF_Q In tanti lo stanno facendo, diventate i primi Changer!

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ANDREA OLCESE

Content / Creative Officer MediaLeisure Group

2 mesi

L’impegno diretto e’ sempre la cosa migliore per un Sistema che andrebbe riformato completamente al più presto

Manfredi MANFRIN

“Un esperto è un uomo che ha fatto tutti gli errori che sia possibile compiere in un campo molto ristretto” Niels Bohr (fisico, Nobel 1922). Io sono un esperto

2 mesi

🤔 Cambiare mestiere nella vita è legittimo. Lo ha già fatto Berlusconi...ma come imprenditore è stato sicuramente molto più bravo

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