Paolo Gorini - Novarino
Paolo Gorini - Novarino
Paolo Gorini - Novarino
Lultimo addio
Il ruolo di Gorini e della massoneria nella nascita della cremazione in Italia
M. Fubini Leuzzi, Bonavino Cristoforo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol. XI, 1969, pp. 649-53. Non
esiste, a tuttoggi, una studio biografico serio e documentato su Ausonio Franchi. Di scarsissimo interesse risulta lopera
del reverendo Arturo Colletti, Ausonio Franchi e i suoi tempi (apostasia e conversione), Torino, Marietti, 1925, tutto tesa
ad esaltare la riconversione del Bonavino e a dileggiare il periodo razionalista. Tratteggiando il soggiorno torinese di
Franchi descrive La Ragione come la fogna, che accoglie ogni lordura, la quale proceda dalla corruzione della mente
e del cuore delluomo; ivi trovano convegno tutti gli errori, il materialismo, il comunismo, il panteismo: e su tutti
sventola la truce bandiera della rivoluzione, nella sua forma pi comprensiva e dichiarata, di ribellione a Dio e ad ogni
autorit, che non sia il volere delluomo (p. 211). Si vedano anche i saggi di N. Rosselli, Carlo Pisacane nel Risorgimento
italiano, Torino, Einaudi, 1977 (1 ed. 1932), pp. 129-30 e C.G. Lacaita, Carlo Cattaneo, Ausonio Franchi e il socialismo
risorgimentale, in Rivista storica del socialismo, 1963, n. 6, pp. 505-59.
1
del 6 febbraio, si riconobbe nel programma della rivista: Razionalista nel campo filosofico e
religioso e democratica in politica 2.
Scorrendo le pagine del periodico torinese, che usc dallottobre 1854 al dicembre 1857 prima
quindicinale, poi settimanale e infine per breve tempo quotidiano3, risultano evidenti le aspettative
che i collaboratori riponevano nel progresso scientifico visto come il motore fondamentale per lo
sviluppo dellumanit, nelleducazione intesa come promozione dellemancipazione morale e
intellettuale degli italiani e in un razionalismo fortemente anticlericale ma non antireligioso,
fondato sui principi della libert, delleguaglianza, della fraternit, della scienza e del progresso.
Il progresso dellUmanit (nella rivista il vocabolo appare sempre scritto in maiuscolo) era
raggiungibile solo attraverso una fede incondizionata nella scienza4 e nella pratica costante di un
programma educativo - che nelle colonne del giornale ebbe ampio risalto perch venne assunto
come metodo da contrapporre alla mazziniana propaganda attraverso le armi - che avesse come
scopo lemancipazione intellettuale e morale del popolo da quelle credenze religiose, da quelli
errori sociali, che sono il primo e principale fondamento della sua servit, della sua miseria, il primo
e principale ostacolo al conseguimento della sua libert, al miglioramento della sua condizione 5.
Scienza ed educazione dovevano procedere pari passo con un forte programma di riforme e di aiuti,
da attuare attraverso la creazione di un associazionismo filantropico laico, a beneficio dei ceti pi
poveri
per migliorare le loro condizioni di vita e al contempo renderli meno recettivi alla
Cfr. M. Neirotti, La stampa operaia e socialista 1848-1914, in A. Agosti - G.M. Bravo (a cura), Storia del movimento
operaio del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte, Bari, De Donato, 1979, pp. 381-82.
4
Ragione6. Per questo motivo spesso nelle pagine del giornale torinese, a parte la professione di
ateismo intransigente espresso da Mauro Macchi e Giuseppe Ricciardi che condussero su questo
campo un'aspra battaglia ideologica con il resto della redazione, venivano pubblicati articoli
impregnati di una forte religiosit di stampo sansimoniano - di cui erano fautori David Levi e
Giuseppe Montanelli - che contemplava la credenza in un ente supremo, un Dio che comprendesse e
costituisse tutto ci che luomo non conosceva, simile se non eguale al massonico Grande
Architetto dellUniverso7.
Questo riferimento alla massoneria apre una questione, allo stato attuale delle ricerche
archivistiche, tuttora irrisolta: Paolo Gorini era un massone? Tramarollo scrive che milit
convintamente nella massoneria8 e la simbologia che si trova sulla sua tomba - un compasso e un
maglietto, il martello usato dal maestro venerabile, che evoca lautorit di chi chiamato a dirigere
i lavori massonici e il fatto che ricevette, per aver compiuto limbalsamazione di Mazzini, un
diploma e una medaglia dalle Logge massoniche riunite della Liguria e un diploma dalla Loggia
massonica di Roma lo confermerebbero. La sua appartenenza viene data per certa in numerose
pubblicazioni massoniche ma daltro canto Carlo Dossi scrisse Oggi i preti lo combattono collo
sciocco pretesto chegli fosse massone mentre non lo era..
Non esistono prove certe che Gorini sia stato iniziato in qualche loggia massonica ma questo
ai fini della nostra ricerca risulta ininfluente. Laspetto fondamentale del rapporto tra Gorini e la
massoneria riguarda il tentativo portato avanti da un numero notevole di medici e igienisti di met
Ottocento, appartenenti o meno alle diverse logge italiane, di fondare una nuova scienza, moderna
e laica, svincolata dai pregiudizi oscurantisti che ancora ne frenavano lavanzamento. Come
vedremo in seguito totale fu ladesione dello scienzato lodigiano ai principi e al programma messo
in atto dalla massoneria dallUnit in avanti, senza dimenticare il rapporto stretto damicizia e
stima reciproca che leg Gorini ai massoni Adriano Lemmi, Gran Maestro del Grande Oriente
La religione moderna, in La Ragione, 25 agosto 1855, pp. 289-293; Un dogma della religione moderna, 30 marzo 1856,
pp. 381-384 e 12 aprile 1856, pp. 409-12.
7
G. Tramarollo, Gorini politico: un irregolare del mazzinianesimo, in Archivio storico lodigiano, 1983, p. 34
dItalia, Agostino Bertani, Tommaso Campanella9, Gaetano Pini10, Malachia De Cristoforis11, solo
per citare i pi noti, e con i partecipanti al cenacolo de La Ragione che svolsero un ruolo
importante nella ricostruzione della liberamuratoria allindomani dellUnit dItalia.
Infatti il 16 febbraio 1856, dopo pi di quarantanni di silenzio e quasi totale inattivit delle
logge massoniche sullintero territorio italiano12, venne pubblicato sul periodico torinese un
documento, stilato dalla loggia belga Les Philadelphes di Verviers, intitolato Nuovo programma
dei Liberi-Muratori.13
Il Nuovo programma (che pervenne ad Ausonio Franchi grazie allinteressamento del chierese
David Levi14, iniziato nella massoneria negli anni quaranta15 e profondo conoscitore e
frequentatore degli ambienti democratici e massonici doltralpe) conteneva una serie di
rivendicazioni politiche, sociali ed economiche avanzate di cui gli estensori auspicavano una
Non a caso furono proprio Bertani, Lemmi e Campanella che il 10 marzo 1872 lo chiamarono a Pisa per imbalsamare il
corpo di Giuseppe Mazzini come si desume dal suo scritto, La conservazione della salma di Giuseppe Mazzini, Genova,
Tipografia del r. Istituto Sordo-Muti., 1873
9
Cfr. A. Allegri, Lettere inedite di Paolo Gorini a Gaetano Pini, in Archivio storico lodigiano, fasc. CV, 1986, pp. 113139.
10
Cfr. il discorso pronunciato da Malachia De Cristoforis in occasione dellinaugurazione del monumento eretto a Lodi in
onore di Paolo Gorini, in Per Paolo Gorini, Lodi, Tip. Operaia, 1899, pp. 23-26
11
Si pu condividere - afferma Franco Della Peruta - estendendola a tutto larco di tempo che va dal 1815 al 1859, la
valutazione che della presenza massonica dava un confidente della polizia in un suo rapporto del 1817:Vi sono....molti
massoni in Roma, Fermo e Perugia...., ma ora sono inoperosi e rimangono come venerabile avanzo di antichit per i suoi
ammiratori. Si sarebbe dovuto attendere sino all8 ottobre 1859, giorno della costituzione in Torino della loggia
Ausonia, per la prima ripresa organizzativa della Massoneria italiana. Cfr. F. Della Peruta, La Massoneria in Italia
dalla Restaurazione allUnit, in AA.VV, La Massoneria nella storia dItalia, Roma, Atanor, 1981, p. 67. Sulla
sopravvivenza dellideale massonico durante la Restaurazione e il ruolo della libera-muratoria nelle vicende
risorgimentali cfr., O. Dito, Massoneria, carboneria ed altre societ segrete nella storia del Risorgimento italiano, Torino,
S.T.E.N., 1905; G. Leti, Carboneria e massoneria nel Risorgimento italiano, Genova, Libreria Editrice Moderna, 1925; G.
Luseroni, La massoneria in Toscana durante il Risorgimento: una storia problematica, in Z. Ciuffoletti (a cura), Le origini
della massoneria in Toscana (1730-1890), Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1989, pp. 165-200; A. Luzio, La
massoneria e il risorgimento, Bologna, Zanichelli, 1925, II vol.; N. Rosselli, Alessandro Luzio: la massoneria e lobiettivit
degli storici, in Id., Saggi sul Risorgimento e altri scritti, Torino, Einaudi, 1946, pp. 335; A. Mola, Due giuramenti,
ununica fede. Chierici e militari massoni e carbonari di primo Ottocento, in A. Mola (a cura), Sentieri della libert e della
fratellanza ai tempi di Silvio Pellico, Foggia, Bastogi, 1994, pp. 173-184; F. Molinari, Il "fratello" Federico Confalonieri e il
"buon cugino" Pellico, in A. Mola (a cura), Sentieri della libert e della fratellanza ai tempi di Silvio Pellico, Foggia,
Bastogi, 1994, pp. 89-100; G. Schiavone, Massoneria, risorgimento, democrazia, Foggia, Bastogi, 1996.
12
13
Archivio del Museo del Risorgimento - Torino (Amrt), Arch. Levi, 30/1, lettera di Ausonio Franchi datata 1 febbraio
1856.
14
15
16
C. Montalbetti - L. Polo Friz, Ausonio Franchi e la massoneria: il Rito simbolico di Milano, in Il Risorgimento, 1984,
n.2, p. 163.
17
francese Charles Renouvier, considerato il fondatore del criticismo, del quale La Ragione
pubblic lopera lOrganisation communale et centrale de la Republique.18
Sullo specifico della funzione della massoneria, definita polemicamente da De Potter come
una associazione dedita alle volutt del palato e ai discorsi sulle belle donne, intervenne David Levi
con un articolo firmato Julius19.
Levi nella replica, definendo la sua visione dellistituzione libero-muratoria, pose laccento su
due questioni che sarebbero diventate i cardini della futura organizzazione massonica italiana: la
difesa delle libert individuali e la lotta alla chiesa cattolica.
Ricordando il ruolo giocato dallistituzione massonica nel mantenere vivi i principi di libert e
fratellanza durante la rivoluzione francese e in seguito nel periodo della Restaurazione, attraverso
la costituzione di societ segrete, Julius analizzava lucidamente il ruolo fino a quel momento svolto
della massoneria latina, indicata come lunica organizzazione in grado di opporsi validamente alla
ramificata e potentissima struttura cattolica.
Levi era cosciente che lanticlericalismo non poteva essere lunico obiettivo della massoneria
ma che bisognava lottare per risolvere i gravi problemi sociali allepoca esistenti. Anche in questo
passaggio riaffiorano pensieri e concetti sostenuti da tutti i massoni che ruotavano intorno alla
Ragione.
Il documento e la querelle che ne segu, al di l del peso che ebbero nel nascente dibattito sulla
ricostruzione di un organismo massonico a Torino e in seguito in Italia, evidenzia il ruolo svolto dal
giornale di Ausonio Franchi nella creazione di un terreno in cui si svilupp una corrente
razionalista e scientista che prevarr nella massoneria italiana a partire dalla met degli anni
sessanta.
1818
19
La pubblicazione inizi nel dicembre 1855 con una sintesi di Mauro Macchi.
Italia laica e moderna: la massoneria, lanticlericalismo e il positivismo, tutti ambiti in cui Gorini si
riconobbe e frequent.
Per quanto riguarda la massoneria
Cfr. F. Conti, Laicismo e democrazia. La Massoneria in Toscana dopo lUnit (1860-1900), Firenze, Centro Editoriale
Toscano, 1990, pp. 111-147; M. Novarino, Fra associazionismo e politica. La massoneria a Torino e in Piemonte dal 1860
al 1925, in Memoria e Ricerca, 1999, n. 4, pp.63-83; D.L. Caglioti, Reticoli associativi e rappresentanza politica: la
massoneria a Napoli nellet liberale (1860-1914), in Memoria e Ricerca, 1999, n. 4, pp.85-109
21
costituzionale solido quando i suoi metodi sono penetrati intimamente nelle abitudini e nelle
reazioni istintive della nazione politica: esso salvaguarda la vita civile ma presuppone accordo e
stabilit nella misura in cui la garantisce23
Fin dal 1860, malgrado le laceranti lotte tra moderati e democratici, la massoneria si propose
di costruire uno stato laico fornendo quadri dirigenti, sostenendo un radicale processo di riforme e
opponendosi alle forze cattoliche da una parte e sovversive (anarchiche e repubblicane
intransigenti), dallaltra, che agivano come strumenti antisistema o extrasistema.
Attraverso questa interpretazione possiamo affermare che la massoneria ag come una
organizzazione a difesa dello stato laico e liberale contro le spinte non solo delle forze antisistema
ma contro le forze moderate, timorosa che una convergenza tra componente cattolica e moderata
dinastica, appoggiata dallincultura politica delle masse rurali, portasse a un regime illiberale e
clericale. Secondo Ferdinando Cordova lobbiettivo della massoneria fu di varare alcune leggi che
incidessero in profondit nelle strutture sociali e nel costume del paese. Lintuizione dei massoni fu
che il ritorno dei cattolici, nella vita pubblica, le avrebbe rese impossibili, alterando le premesse da
cui era nata lunit ed introducendo elementi di netto contrasto con la cultura positivista, che ne
era allorigine24.
Queste puntuali considerazioni di Cordova spiegano perch la massoneria italiana si sia
costantemente caratterizzata per la promozione del progresso scientifico,
lacceso
23
L.B. Namier, La rivoluzione degli intellettuali e altri saggi sullOttocento europeo, Torino, Einaudi, 1957, p. 46.
24
Sulla presenza di ebrei e protestanti nelle logge italiane cfr. A. Mola, Ebraismo e massoneria, in "Rassegna mensile
d'Israel" 1981, n. luglio-dicembre, pp. 120-128; P. C. Longo (a cura), Protestantesimo e Massoneria in Italia nel secolo XX,
Roma, Edimai, 1997; A. Comba, Valdesi e Massoneria tra fine Ottocento e primo Novecento, in A. Mola (a cura), La
liberazione dItalia nellopera della massoneria, Foggia, Bastogi, 1990, pp. 167-186; G. Gamberini, I protestanti nella
massoneria italiana, in "Bollettino della Societ di Studi Valdesi", 1972, n. 12, pp. 133-39; per una bibliografia completa
sui rapporti tra massoneria e protestantesimo vedi M. Novarino, Appunti per una bibliografia sui rapporti tra massoneria
e Chiese protestanti, in P. C. Longo ( cura), Protestantesimo e Massoneria in Italia nel secolo XX, cit., pp. 119-126.
25
10
Cfr. J.P. Viallet, Lanticlricalisme italien de 1870 1915, supplment la Revue dHistoire moderne et
contemporaine, 1981, n. 4, pp. 2-11
26
27
Cfr. G. Verucci, LItalia laica prima e dopo lUnit (1848-1876), Bari, Laterza, 1996
11
28
R. Rmond, Lanticlricalisme en France de 1815 nos jours, Paris, 1976, pp. 7-8
29
Cfr. E.R. Papa (a cura), Il positivismo e la cultura italiana, Milano, Angeli, 1985
12
problema centrale stesso della sociologia positivistica, la quale si configura come una scienza
'globale', con la pretesa di esaurire nel proprio ambito lo studio di tutti i fenomeni sociali, rifiutando
di riconoscere l'esistenza di altre discipline. La sociologia positivistica era e voleva essere la scienza
della societ.
un
debole
impianto
teorico,
30
F. Barbano, Sociologia e positivismo in Italia: 1850-1910, in E.R. Papa (a cura), Il positivismo e la cultura italiana, cit.,
pp. 135-226
31
Cfr. N. Urbinati, Le civili libert: positivismo e liberalismo nellItalia unita, Venezia, Marsilio, 1990
13
Per una storia della cremazione in Italia dal 1860 al 1920 cfr. F. Conti A. M. Isastia F. Tarozzi, La Morte laica.
Storia della cremazione in Italia, Torino, Scriptorium Paravia, 1998.
32
14
In occasione del "Congresso internazionale dei feriti in tempo di guerra", tenutosi a Parigi nel
1867, Agostino Bertani e il dott. Pietro Castiglioni proposero nell'ordine del giorno la questione
della cremazione sui campi di battaglia, che non venne discussa. Castiglione ripropose, unitamente
a Colletti, la riforma cremazionista nel "Congresso internazionale delle scienze mediche", svoltosi a
Firenze nel 1869, ottenendo un voto che con tutti i mezzi possibili si provvedesse onde ottenere
legalmente nell'interesse della Igiene che l'incenerimento dei cadaveri fosse sostituito al sistema
attuale di inumazione33.
Le discussioni accademiche arrivarono nelle aule parlamentari grazie al deputato Salvatore
Morelli, famoso per le sue battaglie pacifiste, divorziste e femministe. Nella proposta del libero
pensatore e massone Morelli, accanto alle motivazioni medico-scientifico, si inseriva la variante
anticlericale. Nei sedici articoli raccolti sotto il titolo "Per circoscrivere il culto cattolico nella
chiesa e sostituire ai Campisanti il sistema della Cremazione" il deputato pugliese attaccava il
potere clericale soprattutto nelle sue manifestazioni condotte per la conservazione del consenso
sfruttando paure e superstizioni.34
La proposta di Morelli, pur non sortendo effetti pratici per la evidente provocatoria
esposizione, ebbe il fondamentale merito di evidenziare la componente morale e religiosa,
ampliando gli interlocutori del dibattito, fino a quel momento ristretto a specialistici circoli
medici.
I portavoce cremazionisti nel mondo laico e massonico divennero, nel periodo precedente la
creazione delle Socrem, il periodico "Il libero pensiero" fondato da Luigi Stefanoni e "Il libero
pensatore", nato da una scissione redazionale della precedente rivista e diretto da Giovanni
Battista Demora. Inizialmente organo della Societ dei liberi pensatori di Milano "Il Libero
pensiero" era un settimanale strutturato in varie rubriche, con articoli storici, filosofici, scientifici
e una sezione importante dedicata alla cronaca e al collegamento tra le varie realt razionaliste e
anticlericali operanti sotto vario titolo. Influenzato
materialista e sia dal positivismo materialistico tedesco, la rivista di Stefanoni svolse tra la fine
33
Anna Maria Isastia nel saggio, Un massone da riscoprire: Salvatore Morelli, in "Hiram",1990, n. 9-10, pp. 76-80,
commentando la proposta di legge sulla cremazione acutamente sottolinea che Pur non essendo sorto per motivi
apertamente antireligiosi, il movimento a favore della cremazione raccolse liberi pensatori e massoni che, anche su
questo fronte, volevano agire in chiave laica sdrammatizzando l'idea della morte legata alla putrefazione della carne,
alla visione di scheletri, alla simbologia ed all'industria funeraria.
34
15
degli anni sessanta e primi anni settanta, pur tra polemiche e contrasti con altre riviste liberopensatrici, la funzione di faro per tutta una serie di battaglie e iniziative finalizzate alla
laicizzazione della societ.35
"Il Libero pensiero" port avanti il discorso pro-cremazionista attraverso gli articoli di
Innocenzo Golfarelli e dello stesso direttore
commenti ironici sulla paura dei cattolici di una mancata risurrezione dei corpi cremati
ricordando i roghi "papalini" degli eretici, la connotazione anticlericale che avrebbe dovuto
asssumere il movimento cremazionista. Del Golfarelli venne pubblicato il testo integrale della
lunga relazione tenuta nella Societ del libero pensiero di Firenze, nel 1871, dove propose che le
Societ di libero pensiero si facessero portatrici della questione tra l'opinione pubblica e
costituissero, congiuntamente
cremazioniste37. Stefanoni oltre agli articoli sulla rivista dedic una parte dei suoi popolari libri di
storia d'Italia, a carattere divulgativo, La storia d'Italia contemporanea narrata al popolo, opera
scritta in chiave anticlericale che ebbe una buona diffusione sulla fine degli anni ottanta 38.
"Il Libero Pensatore", rivista di livello pi modesto di quella Stefanoni, ag principalmente
nell'ambiente milanese diventando l'organo ufficioso della Societ di libero pensiero di Milano.
Autoproclamatasi figlia legittima del "Il Libero pensiero", da cui ricordiamo era nata in seguito
Lo spettro delle iniziative intraprese dal giornale di Stefanoni fu ampio e articolato. Dall'implacabile e primaria
lotta contro la Chiesa che sarebbe finita solo quando le si avr tolto il monopolio della coscienza, quando verr
esclusa dall'insegnamento delle scuole, quando il suo esercizio non sar limitato che dentro la cerchia dei suoi
templi..., l'impegno libero-pensatore si proiettava nella lotta per l'emancipazione femminile, la propaganda
igienistica, l'educazione dei ceti poveri con la costituzione delle biblioteche popolari, l'insegnamento pubblico,
l'abolizione dell'insegnamento catechistico, la protezione degli animali fino alle battaglie per il diritto dei funerali civile
e la scelta volontaria della cremazione. Per una approfondita analisi del movimento libero-pensatore in generale e delle
riviste "Il Libero pensiero" di Stefanoni e "Il libero pensatore" di Demora" rimandiamo al tuttora insuperato saggio di
G. Verucci, L'Italia laica prima e dopo l'Unita, cit., pp. 179-266. Sui rapporti tra massoneria e libero pensiero vedi P.
Alvarez Lzaro, Libero pensiero e Massoneria, Roma, Gangemi, 1990.
35
L. Stefanoni, La cremazione dei cadaveri, in "Il Libero pensiero", n. del 1 agosto 1873, pp. 253-254. Citiamo anche gli
articoli di C. Peyrani, La cremazione dei cadaveri, del 15 marzo 1874 e del 1 marzo 1876 e di A. Morin, La cremazione,
del 16 giugno 1876.
36
Il discorso di Golfarelli, Sulla cremazione dei cadaveri, venne pubblicato nel "Libero pensiero" dell'8, 15, 22, 29 giugno
e 6, 13, 20 luglio 1871. La cronaca della seduta della societ del Libero pensiero di Firenze in cui Golfarelli fece il suo
discorso si trova numero del 18 maggio 1871.
37
Pubblicazione illustrata, edita a dispense dall'Editore Perino di Roma dal 1882 al 1884, di scarso valore storiografico
ma interessante per l'illustrazione di grandi e piccoli avvenimenti letti in chiave laica e anticlericale. Per la storia della
cremazione in Italia si veda il vol. II, pag. 688 e sgg.
38
16
a una scissione redazionale, affront nell'arco della sua esistenza gli stessi temi della sua consorella
maggiore con maggior eclettismo dando spazio a opinione teiste, atee, spiritualiste e materialiste.
Sullo specifico cremazionista pubblic alcuni saggi39 e una lettera inviata a Mauro Macchi
dal dott. Amerigo Borgiotti, entrambi alti dignitari del Grande Oriente d'Italia40.
Nel 1872 compaiono sulla scena del dibattito cremazionista milanese gli studi del Dott.
Gaetano Pini41. Riteniamo opportuno soffermarci sulla figura di Pini42, legato da una profonda
amicizia a Gorini, in quanto lo riteniamo il principale artefice della nascita non solo della Societ
per la cremazione milanese ma dell'intero movimento cremazionista organizzato. Inoltre le sue
attivit di medico-igienista, di dignitario della massoneria e fondatore o membro di innumerevoli
associazioni filantropiche milanese
LIMPEGNO DI GAETANO PINI E DELLE LOGGE MASSONICHE MILANESE PER LAFFERMAZIONE DELLA
PRATICA CREMAZIONISTA
Gaetano Pini nacque a Livorno il 1 aprile del 1846. Dopo aver compiuto i suoi primi studi nel
Collegio Cicognini si iscrisse ai corsi di medicina nell'Universit di Pisa. Nel 1866 interruppe gli
studi per arruolarsi come volontario nel 2 Reggimento Granatieri prendendo parte alla battaglia
da Custoza e nel 1867 segu Garibaldi nell'avventura che si concluse con la sconfitta di Mentana.
M. Ortolani, Sulla combustione dei cadaveri, in "Il Libero pensatore" del 22 ottobre 1968; una recensione del discorso
di Golfarelli nella rubrica Bibliografia del 31 agosto 1871 e la cremazione dei cadaveri e Paolo Gorini nel n. del 1
settembre 1872.
39
La cremazione dei cadaveri (lettera di Amerigo Borgiotti a Mauro Macchi), in "Il Libero pensatore" nel n. del 18
maggio 1871.
40
G. Pini, La cremazione dei cadaveri, in "Gazzetta di Milano", Milano, 26- 27 settembre e 9 dicembre 1872. Id., Sulla
cremazione dei cadaveri, in "Annali universali di medicina", Milano, dicembre 1873.
41
Stranamente sulla figura e sull'opera di Gaetano Pini non esiste nessuna ricerca storica seria. Malgrado il suo
apporto nell'ambiente medico-igienista, con la creazione dell'Istituto per rachitici, la Societ d'Igiene e la Societ per la
cremazione, il suo nome raramente s'incontra nei saggi trattanti questo argomento. Anche per quanto riguarda il suo
impegno nella massoneria e in particolare per la fondazione del Rito Simbolico Italiano si perpetrata la congiura del
silenzio.
42
17
G. Pini, Scuola per rachitici, in "Annali universali di medicina", a. 1873, n. 225, p. 537.
Istituto dei rachitici in Milano. Discorso letto dal direttore Dr. Gaetano Pini il 20 maggio 1877, in "Rivista della
massoneria italiana", a. 1878, p.27.
44
Dopo la prima sistemazione di via S. Andrea, la fondazione si trasfer nel 1876 in Vicolo Rasini dove assunse, visto
l'importanza del lavoro svolto, il titolo d'istituto con riconoscimento giuridico. Passato da 33 bambini curati nel 1875 a
645 nel 1881 l'Istituto costru nuovi locali in via S. Calimero, inaugurati il 30 ottobre 1881, nell'area dove tuttora sorge
l'ospedale ortopedico-traumatologico intitolato al nome di Gaetano Pini. Sull'evoluzione dell'Istituto dei Rachitici
rimandiamo a G. Bascap, Ottant'anni di bene. Storia breve di Pio Istituto dei Rachitici ora Istituto Ortopedico "Gaetano
Pini" 1874-1954, Milano, 1955.
45
18
Se con l'Istituto dei rachitici Pini ag su una realt localmente circoscritta, con la Societ
d'Igiene e il progetto associativo cremazionista diede uno sbocco nazionale alle sue battaglie
igienico-positiviste.
Iniziatasi parallelamente al dibattito cremazionista, l'utopia igienista46 mosse i primi passi
attraverso opere divulgative pubblicate da Paolo Mantegazza come gli "Almanacchi igienici
popolari" e il quindicinale "Igea". Malgrado ipoteche negative dovute al disinteresse generale e alla
difformit legislativa degli stati italiani pre-unitari e all'opposizione degli ambienti clericali e
reazionari che vedevano nella medicina sociale un mezzo per l'emancipazione umana, l'igiene
assunse nel volgere di pochi anni un ruolo importante in campo medico. Nata dal materialismo
scientista47, l'igiene in Italia, negli anni settanta, si orient sempre maggiormente verso l'economia
politica e la sociologia nel tentativo di risolvere gravi problemi come l'igiene e la sicurezza nel
mondo del lavoro, l'edilizia sanitaria e la prevenzione delle epidemie.
Parallelamente alla cremazione Pini diede un formidabile contributo, pi che al dibattito
teorico, alla costruzione di una forma associativa esaltandone le sue straordinarie capacit di
potente organizzatore.48
Nella seduta del 29 aprile 1877 il Comitato milanese della Associazione medica italiana, su
indicazione di Gaetano Pini, propose la costituzione della Societ di Igiene che venne formalizzata
nell' ottavo congresso dell'Associazione medica italiana che si tenne a Pisa nel settembre 1878.
Come disse uno dei fondatori della Societ d'Igiene, il cattedratico patologo dell'ateneo torinese
Giacinto Pacchiotti L'ora propizia. I medici colgano il destro dal risveglio che nelle popolazioni
Gli studi di storia igienico-sanitaria in Italia si sono sviluppati solo recentemente e offrono ancora spazio a numerose
ricerche. Per una visione generale si vedano C. Pogliano, L'utopia igienista (1870-1920), in F. Della Peruta (a cura),
Storia d'Italia (Annali 7), Torino, 1984, pp. 589-631; G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanit in Italia,
Bari,Laterza,1987, pp. 365-422
46
Il termine materialismo scientistico stato cognata da A. Pacchi nel suo saggio, Materialisti dell'ottocento, Bologna,
1978 per definire il pensiero di Ludwig Buchner, Moritz Schiff, Karl Vogt e Jacob Moleschott dove la fisiologia,
intesa come fisica e chimica applicare alla biologia, per se stessa scienza filosofica, atta a consentire una concezione
unitaria della natura. I traguardi raggiunti dalle scienze naturali legittimano l'attitudine a privilegiare i livelli fisico,
chimico, biologico nella costruzione di una nuova visione cosmologica ed antropologica. Tale visione onnicomprensiva
nasce secondo Moleschott, come sistema filosofico spontaneamente originato dal concreto della sperimentazione
scientifica (fisica, chimica, fisiologica) e in questa accezione, di concezione materialistica della realt direttamente
fondata sulle scienze della natura, ritenute conoscitivamente esaustive, dev'essere inteso il suo cosiddetto materialismo
scientistico. Giorgio Cosmacini, Problemi medico-biologici e concezione materialistica nella seconda met dell'Ottocento, in,
Storia d'Italia (Annali 7), cit., p. 821.
47
48
19
manifestatasi per tutto che tocca la salute pubblica. Eglino si conducano al cospetto del pubblico
tengano conferenze, concioni, discussioni sopra tutti i grandi problemi di pubblica e privata igiene.
Si facciano gli apostoli del benessere sociale, gli educatori delle nuove generazioni. In ogni citt si
aprano pubbliche scuole d'igiene, dove tutte le classi sociali imparino come il popolo italiano possa
in pochi anni diventare uno tra i pi sani49
Inaugurata ufficialmente a Milano il 29 dicembre 1878 vennero eletti presidente Alfonso
Corradi e segretario Gaetano Pini, carica che tenne fino alla morte. Attraverso il "Giornale della
Societ italiana d'igiene" Pini pot dare spazio ai suoi molteplici interessi bio-medici. Oltre al
lavoro redazionale con la pubblicazione dei comunicati e gli avvisi della Societ, necrologi,
recensioni, scrisse studi approfonditi su innumerevoli argomenti come
risultarono i contatti e le relazioni maturate nelle logge massoniche. L'adesione di Pini alla
massoneria non fu una scelta opportunista per ottenere agevolazioni nelle attivit umanitarie intraprese ma rappresent un sincero e appassionato impegno politico.
Con queste parole , espresse attraverso le pagine del giornale della Reale Societ Italiana
d'igiene, il Dott.. G.C. Vinaj esaltava l'esperienza massonica di Gaetano Pini
Ascritto alla Massoneria, prima di esserne uno dei capi pi benemeriti, accett nel nome
della liberissima istituzione quella grande battaglia che combatt con valore indomabile contro
ogni superstizione ed ogni errore. E nella Massoneria il Pini fu una forza viva e sicura, e si
proclam sempre, senza ridicole paure di suscettibilit puerili, per quello che era; usc in pubblico e
fino dove era concesso colla aperta de' suoi principi.50
Pur non volendo tracciare una storia, che esulerebbe dalla ricerca in corso, della massoneria
in generale e di Rito Simbolico italiano in particolare, di cui Pini fu il massimo esponente,
riteniamo indispensabile accennare all'impegno del medico livornese nelle logge milanesi che come
49
G. Pacchiotti Il programma dell'avvenire della medicina in Italia, Torino, 1875, pp. 5 e 57.
50G.C.
Vinaj, Gaetano Pini - commemorazione, estratto dal Giornale della Reale Societ Italiana d'Igiene, 1887, A. X,
n.1 e 2, pp. 12
20
milanese.
Nel gennaio 1870 Pini, unitamente a sette massoni, costitu la loggia "La Ragione". Negli
intendimenti di Pini la loggia "La Ragione" doveva assolvere due compiti fondamentali:
internamente, nell'istituzione massonica, difendere l'integrit e l'autonomia del Rito Simbolico
Italiano minacciato dallo strapotere del Rito Scozzese Antico ed Accettato; esternamente, nel
mondo civile, fungere da catalizzatore per iniziative per ottenere il miglioramento morale ed
economico della specie umana, l'estinzione del pauperismo e della mendicit, la soluzione del
problema umano colla fiaccola della verit e della ragione, colla scuola, colla scienza morale e colle
scienze fisiche51
Fin dalla rinascita, avvenuta con la costituzione della loggia "Ausonia " di Torino nel 1859,
la massoneria italiana era divisa in due riti principali: il Rito Scozzese Antico ed accettato (RSAA)
e il Rito Simbolico Italiano ( RSI). Dopo alterne vicende, contrassegnate da divisioni, scissioni e
riunificazioni,52 le logge aderenti al Gran Consiglio della Massoneria Italiana al Rito Simbolico si
riunirono con il Grande Oriente d'Italia (G.O.d'I.). Questa unione fece si che all'interno di una
organizzazione massonica unitaria, il G.O.d'I., lavorassero logge con rituali e strutture gerarchiche
completamente diverse. Dopo la fusione le logge di Rito Simbolico, isolate tra di loro, si trovarono
di gran lunga in minoranza rispetto al RSAA. Questa condizione sfavorevole produsse una
profonda crisi tanto da paventare una progressiva scomparsa delle logge simboliche. Per
scongiurare una tale evenienza che venne fondata la loggia "La Ragione" che, come ricord Ulisse
Bacci, rapidamente si afferm per seriet d'intenti e di opere ed in breve divenne il faro luminoso
da cui attingevano forza d'esempio e calore di vita le altre Loggie Simboliche della Penisola 53.
Malgrado fosse il principale fautore della costituzione, Pini non volle assumere inizialmente
il governo della loggia che fu affidato a Ferdinando Dobelli che lo resse fino al 1873. Nel 1874 Pini,
che nel frattempo aveva assunto il governo della loggia, partecip all'Assemblea del G.O.d'I. dove
51
Commemorazione del fratello Gaetano Pini, in "Rivista della Massoneria italiana", a. 1887, pp. 300
Per una precisa e documentata storia dei riti e della struttura del Grande Oriente d'Italia rimandiamo alle ricerche di
Ed. Stolper, I riti nella storia della massoneria italiana, in "L'Acacia", aa. 1981-1982, nn. 7,8,9,10,11 e J.P. Viallet,
Anatomie d'une obdience maonnique: le Grand Orient d'Italie (1870-1890 circa), in "Mlange de l'Ecole franaise de
Rome", a. 1978, n. 1, pp. 171-237.
52
53
21
attraverso il principio della cosiddetta "Libert di Riti e unit di governo" si stabilirono le regole
costituzionali per la coesistenza tra logge di riti diversi e si concordarono precisi norme di
ripartizioni d'incarichi nel governo del G.O.d'I.
Pini, capo morale e riconosciuto delle undici logge di Rito Simbolico, partecip alla stesura
della prima Costituzione svolgendo un prezioso lavoro di mediazione e si prefisse -secondo Bacciun solo e nobilissimo obbietto, la concordia; e molte fu dovuto alla sua cooperazione, alla sua
calda parola se quelle grandi riunioni del popolo massonico non fecero opera vana.54
Se sul piano massonico l'influenza della loggia "La Ragione" fu di notevole importanza sul
piano profano non fu da meno. Costantemente stimolata dall' innovatore della carit secondo lo
spirito moderno55, la loggia patrocin innumerevoli iniziative di carattere socio-filantropiche con
il fine di mirare con ogni mezzo a laicizzare noi stessi, le nostre famiglie, la societ; a diffondere la
scienza e il vero, ad istituire opere che ai poveri ed ai derelitti arrechino non solo conforto, ma
potenza ad emanciparsi dalla miseria e dal dolore.56 Nel 1872, nei locali della loggia, vennero
gettati le basi per la creazione della Societ delle scuole professionali femminili diretta da Laura
Solera Mantegazza e finanziata dai membri della "La Ragione" che comprendevano tutta
l'importanza di creare un'istituzione che sottraesse la fanciulla alle scuole ed alla influenza delle
monache e dei preti.57
Negli anni successivi la loggia "La Ragione" diede vita, unitamente ad altre associazioni
democratiche come le Societ di mutuo soccorso, ai Ricreatori laici da contrapporsi agli oratori
cattolici...Milano, veramente citt delle grandi ed umanitarie iniziative, [avr] cos prodotto
un'altra ferita al cuore del partito clericale58; l'Opera di beneficenza per la raccolta della carta
straccia detta anche Filantropia senza sacrifici per venderla (la carta) poi alla fine dell'anno,
adoprando il ricavo per dare vita a qualche buona istituzione massonica59; il Soccorso fraterno
54
55
ibidem
Gaetano Pini, in " Il Secolo", Milano, 26 settembre 1887
56
57
ivi, p. 19
58
Movimento della massoneria al Rito Simbolico italiano. Rispettabile Loggia La Ragione di Milano, in "Rivista della
massoneria italiana", a. 1877, pp. 24.
59
22
per soccorrere prontamente, senza formalit e senza troppe restrizioni, i veri bisognosi,
assicurando loro gli alimenti e i mezzi di difesa contro i rigori della stagione 60; il Patronato degli
adulti liberati dal carcere che operando nel silenzio, infinito bene fa ai vinti della vita, a coloro
che la societ colp come violatori delle sue leggi: opera massonica questa che tende a restituire alla
Patria dei cittadini buoni, a rifare delle forze vive e produttrici di bene 61.
Non essendo lo scopo della ricerca analizzare l'ambiente filantropico milanese tralasceremo di
ricostruire la loro storia. L'analisi della genesi,degli elementi costitutivi e soprattutto l'elenco dei
soci fondatori
60Soccorso
fraterno. Comitato pei poveri della citt e subborghi di Milano, in "Rivista della massoneria italiana", a. 1880,
pp. 52
61
62
Homunculus, La cremazione dei cadaveri, in Almanacco del Libero Muratore, 1873, anno secondo, pp. 102-112
63
Resoconto sommario dell'Assemblea costituente del 1874, in Rivista della massoneria italiana, 1874, n. del 1 giugno.
23
compiuta nel 1876 alle logge milanesi si compliment per l'azione svolta e don una sostanziosa
somma a sostegno delle attivit in corso.
La Rivista della massoneria italiana conscia dello storico evento compiuto a Milano diede
ampio spazio all'avvenimento pubblicando l'orazione di Gaetano Pini e una dettagliata descrizione
del forno crematorio e delle spese occorrenti per una cremazione concludendo che essa [ha] dato
alle officine tutte, che per avventura per altro modo non gli conoscessero, tutti gli elementi per
trattare una questione che [diventa] ogni giorno pi viva, non si [lascino] sopraffare dal mondo
profano: [studino], si [formino] una convinzione seria, ragionata, profonda e [dimostrino] coi fatti
che la massoneria non una vacua ed infeconda accademia, ma un'utile scuola dalla quale escono
tetragoni gli apostoli della scienza e di campioni del vero64
Sicuramente la cremazione di Keller aveva innestato un processo irreversibile che, seguendo
lesempio della milanese La Ragione, avrebbe coinvolto le maggiori logge su tutto il territorio,
confortate dalla circolare del Gran Maestro Giuseppe Mazzoni che esortava tutte le loggie e tutti i
corpi massonici ad occuparsi energicamente di questa questione elevatissima della quale certo a
nessuno potr sfuggire la straordinaria importanza. Nella circolare Mazzoni oltre a raccomandare
alle logge di attivarsi nella creazioni di associazioni cremazioniste e forni crematori puntualizzava
che lo sforzo maggiore doveva essere svolto nei confronti del sentimento popolare dell'opinione
pubblica che la cremazione era un nuovo passo sulla via del progresso civile65.
L'esortazione del Gran Maestro ebbe rispondenza da tutte le logge delle penisola.
Infatti il 28 marzo 1876 la loggia romana Tito Vezio, dopo un ampia discussione, vot un
ordine del giorno in cui si proponeva che fra i Fratelli delle Logge allOriente di Roma, fra i
membri del Consiglio dellOrdine, e quelli del grande Oriente si scelgano 10 persone, che per la loro
posizione sociale e per le loro doti personali, possano influire a che sorga in Roma un Comitato
Promotore della Cremazione dei cadaveri66.
A Napoli le logge "Perfetta Unione" e "Losanna" istituirono una commissione congiunta per
costituire una Societ per la cremazione ed erigere un tempo crematorio, quest'ultimo obbiettivo
non realizzato67.
24
68
AFAF, Verbali del comitato provvisorio, sedute del 18, 19, 30 gennaio e 4 febbraio 1882.
25
finanziario (con la donazione di 100 lire alla Socrem torinese) e propagandistico della massoneria
torinese a favore della cremazione69.
Non manc persino una consulenza a logge estere e specificatamente alla loggia nizzarda
"Philanthropie ligurienne" a cui furono inviati, su richiesta, chiarimenti e statuti della Societ per
la cremazione70.
Ritornando in ambito nazionale la stampa massonica e in particolare la "Rivista della
massoneria italiana" segu costantemente l'evoluzione del cremazionismo pubblicando nel periodo
1876-1914 ben 40 tra articoli, saggi, circolari, inaugurazioni di templi crematori senza contare le
minuziose descrizioni dei funerali e delle cremazioni degli alti dignitari della massoneria (36
necrologi) tra cui citiamo solamente i Gran Maestri Giuseppe Mazzoni (Gran Maestro dal 1871 al
1880), Giuseppe Petroni (Gran Maestro dal 188 al 1885), Luigi Pianciani (Gran Maestro onorario a
vitam), e Luigi Castellazzo (Gran Segretario), Amerigo Borgiotti, Mauro Macchi, Agostino Bertani
(Membro del Consiglio dell' Ordine), Enrico Chambion, Gian Battista Prandina, Gaetano Pini,
Antonio Meucci, Raffaele Jovi, Ariodante Fabretti (Membro del Consiglio dell' Ordine), Timoteo
Riboli e Silvano Lemmi.
Il primo dato che risulta dallo spoglio della pubblicistica massonica l'ampia differenziazione
delle tematiche affrontate che vanno dal saggio del Dott. Cesare Musatti, tratto dal Bollettino
della Societ milanese per la Cremazione dei cadaveri sullo spinoso problema del rapporto tra
cremazione e medicina forense,71 all'intervento di Angelo Ghisleri, marcatamente anticlericale,
pubblicato sull' "Almanacco del Libero Muratore" del 1881.
Dopo la cremazione di Alberto Keller un'altra tappa fondamentale nella diffusione del
messaggio cremazionista fu rappresentata dalla morte di Giuseppe Garibaldi e dalle sue ultime
volont, non rispettate, di essere cremato.
69
70
RLM Pietro Micca-Ausonia, Sunto dei lavori 000883 VL, Torino, Stab. Artistico Letterario, 1884
RLM Pietro Micca-Ausonia, Sunto dei lavori 000884 VL, Torino, Stab. Artistico Letterario, 1885, p. 10
C. Musatti, La cremazione dei cadaveri, in Rivista della massoneria italiana, 1877, n. 2, pp. 39-48 / n. 3, pp. 87-90 / n.
5, pp. 150-51
71
26
Giuseppe Garibaldi, fervido cremazionista e uno dei primi iscritti alla Socrem di Milano 72, il
27 settembre 1877 inviava al massone Gian Battista Prandina la seguente lettera Mio carissimo,
Voi gentilmente v'incaricate della cremazione del mio cadavere: ve ne sono grato.
Sulla strada che da questa strada conduce verso tramontana alla marina, alla distanza di 300
passi a sinistra vi una depressione di terreno limitata da un muro. Su quel canto si former una
catasta di legno di due metri, con legna di acacia, lentisco, mirto ed altre legna aromatiche. Sulla
catasta si poser un lettino di ferro, e su questo la bara scoperta, con dentro gli avanzi adorni della
camicia rossa. Un pugno di cenere sar conservato in un'urna qualunque e questa dovr essere
posta nel sepolcreto che conserva le ceneri delle mie bambine Rosa e Annita73.
Malgrado le precise direttive e ripetute volont il desiderio dellEroe dei due mondi non
vennero rispettate dalla famiglia che pot in questa delicata vicenda contare sullappoggio del
governo.
Il rifiuto scaten la reazione
Massoneria.
Nelle sedute del 15 maggio e 2 giugno 1883 il Consiglio dellOrdine del GOI votava degli
ordini in cui si faceva voto perch il cadavere del Generale fosse cremato come egli aveva lasciato
scritto nel suo testamento e invitava le logge a protestare affinch gli ultimi voleri fossero
adempiuti.
La "Rivista della Massoneria Italiana" pubblic vari articoli tra cui un saggio del Prof.
Escalona74, una circolare del Comitato Centrale della Lega delle Societ Italiane di Cremazione,
firmato dal Presidente Sen. Prof. Giovanni Cantoni e dal Segretario Dott. Gaetano Pini75, ma
soprattutto pubblic una lettera inedita, precedente a quella inviata a Prandina, perch coloro
che debbono, non lascino pi a lungo incompiuto il voto solenne di un uomo che fu il primo fattore
dell'unit patria. In una lettera inviata al suo vecchio amico Ripari,
Garibaldi parlava
Mio caro Cavallotti, Vi prego di pubblicare che io aderisco alla Societ per la Cremazione dei cadaveri. Roma, 25
gennaio 1875, in "Rivista della massoneria italiana", 1886, n. 44, pp. 348-49
72
Archivio della Fondazione Ariodante Fabretti (AFAF), Riproduzione della lettera autografa inviata il 27 settembre
1877 a Gian Battista Prandina.
73
R. Escalona, Garibaldi, il suo testamento, il rogo antico e lara crematoria di Campo Verano, in Rivista della massoneria
italiana, a. 1883, n. 1, pp. 17-18; n. 3-4-5, pp. 38-43; n. 6-7, pp. 87-89
74
75
La cremazione della salma di Garibaldi, in Rivista della massoneria italiana, a. 1883, n. 3-4-5, p. 63
27
espressamente e per la prima volta del rogo che deve consumare e ridurre in cenere i miei
avanzi76
La "Rivista della Massoneria Italiana" funse anche da casa di risonanza nazionale
dell'associazionismo cremazionista che con la cessazione del "Bollettino della Societ milanese per
la Cremazione dei cadaveri non disponeva di propri organi di stampa. Dalla lettura di questi
articoli, oltre a naturalmente trarre preziose informazioni sulla struttura organizzativa e sullo
sviluppo del paradigma cremazionista, si desumono importanti collegamenti tra mondo
cremazionista e istituzioni massoniche. Ad esempio dalla relazione del Secondo Congresso delle
Societ Italiane di Cremazione, che si tenne a Firenze nel 1885, colpisce il dato che Adriano
Lemmi, Gran Maestro del GOI, venne eletto nel Comitato Centrale insieme ai gi citati massoni
Pini, De Cristoforis, Cantoni, Bertani e Pagliani; che nella stessa occasione il figlio Silvano,
anch'esso alto dignitario massonico, presentasse una fondamentale mozione in cui si richiedeva
l'intervento dello Stato per favorire la costruzione di nuovi templi crematori77.
LA POLEMICA ANTICLERICALE
Alla massiccia campagna pro-cremazionista risposero inizialmente, seppur in tono ridotto ma
con virulenza, gli ambienti e la stampa clericale. Paradigmatico risulta lo scritto del sacerdote
Antonio Valdameri di Crema. Il saggio del sacerdote cremasco, scritto in risposta a una serie di
articoli apparsi sulla Gazzetta di Crema per opera di un autore anonimo inviato dalle contrade
subalpine per illuminare le povere menti lombarde che, stanche, grulle, miserelle dormivano i sonni
dell'ignoranza, anticip la violenta polemica scatenata negli anni ottanta dalla Chiesa Cattolica
culminata con la scomunica, emessa dalla Congregazione del Sant'Uffizio nel 1886, agli
appartenenti alle societ cremazioniste.
Da chi e perch si vuole la cremazione dei cadaveri si domandava il canonico? Pur
considerando che non tutti i cumbustisti erano in mala fede, come i medici educati alla scuola
76
Secondo Congresso delle Societ Italiane di Cremazione in Firenze, in Rivista della massoneria italiana, a. 1885, n. 912, pp. 155-159
77
28
del moderno epicureismo e i plebei mogi, grulli, storditi, col sorriso sul labbro dei sempliciotti,
Valdameri individu una regia occulta in quella oscura spietata congrega di uomini che nel
silenzio tramano contro ogni ordinamento civile e religioso: son dessi che promuovono la
cremazione dei nostri corpi e vi sono spinti da un odio cupo contro ogni pratica del cristianesimo.
Malgrado innumerevoli allusioni solo alla fine svel il suo segreto di pulcinella su chi tesseva
la fila della congrega dei rosticciai e se ne serviva per distruggere la Santa Romana Chiesa la
massoneria, societ empia e satanica, senza patria, senza e senza dignit, una volta proscritta dagli
stessi governi, oggi in fiore e dominatrice di noi e delle cose nostre...Ignoro l'esito di questo
movimento settario che comincia ad agitare le nazioni: potrebbe accadere che si ottenesse in parte
lo scopo, lasciando a ciascuno libera facolt di seppellire, come pi gli piace, i suoi defunti. Allora
sappia l'anonimo che i cristiani non si acconceranno mai ai voti dei combustisti: essi renderanno ai
loro cari gli estremi uffizii, seguendo il costume degli avi. Il massone dar alle fiamme la spoglia
mortale dei genitori e dei fratelli; il cattolico la deporr religiosamente nel sepolcro; il massone
interverr a quel rito spietato, rallegrandosi dell'arrostimento di carni umane; il cattolico invier al
Cielo la prece dei morti sulla tomba che racchiude gli avanzi di un'amata esistenza; il massone
raccoglier indi la poca cenere per confinarla nell'angolo remoto della casa....Basta cos: io chiudo
augurando ai miei lettori che il Ciel pietoso li preservi dalle carezze di un progresso e di una civilt
che fece divorzio dal cristianesimo; progresso e civilt che pi nulla ritrova di buono, di squisito, di
benefico e di eccellente che nelle ruine del paganesimo; progresso che cammina colle idee in voga
trenta secoli or sono; civilt che educa i popoli colla morale e colle usanze ch'ebbero l'apoteosi nei
tempi consacrati al culto degli Dei falsi e bugiardi78.
La polemica anticlericale, che nei saggi cremazionisti sulla stampa massonica era stata usata
in modo molto blando, esplose con virulenza nel 1886 in seguito alla pubblicazione del decreto
Quoad cadaverum cremationes. In questo decreto la Suprema Congregazione di Santa Romana e
Universale Inquisizione ai seguenti quesiti:
1. Se sia lecito ascriversi a societ le quali hanno per fine di promuovere l'uso di abbruciare i
cadaveri degli uomini?
2. Se sia lecito comandare che si abbrucino i cadaveri proprii e quegli altrui?
78
A. Valdameri, Sulla cremazione dei cadaveri, Crema, Campanini, 1874, pp. 8-12
29
rispondeva negativamente sottolineando nella prima risposta che se si tratti delle societ
affiliate alla setta massonica incorrersi le pene stabilite contro questa79
Questa presa di posizione ufficiale da parte della Chiesa cattolica provoc una ferma risposta
da parte del Comitato Centrale della Lega Italiana delle Societ di cremazione che esortava dare
alla nuova Religione delle Urne, carattere di istituzione universale, come universale la Chiesa
che la combatte80 e soprattutto da parte della massoneria non essendo ancora assopitesi gli effetti
dell'enciclica Humanum Genus di Leone XIII81.
Particolarmente interessante, per comprendere i temi ma soprattutto i toni dello scontro tra
chiesa cattolica e massoneria sulla questione cremazione, risulta la polemica intercorsa tra
Gaetano Pini e l'abate Buccellati, professore di diritto canonico nell'Universit di Pavia.
Buccellati, che nel 1874 analizzando questo nuovo sistema di sepoltura dal punto di vista religioso
disse che Lincinerazione o cremazione dei cadaveri non costituisce che si possa dire eretica o
sospetta d'eresia; i teologi pi rigorosi potranno solo considerarla come temeraria.. dopo la
scomunica del Sant'Uffizio neg quanto affermato 12 anni prima attirandosi gli strali di Gaetano
Pini82.
La questione cremazione divenne dopo il 1886 un punto fondamentale del programma
anticlericale della massoneria come attestano i compiti assegnati alle commissioni create nel 1888
per rilanciare l'azione della massoneria. Giovanni Bovio nell'elencare i compiti sosteneva che in
campo elettorale bisognava sottrarre le urne al dominio del prete e purificarle, in campo
scolastico laicizzare la scuola e in campo funerario, per cui era stata istituita la III commissione
incaricata per la questione delle sepolture e della cremazione, rimuovere il prete dalla vita e dalla
morte83.
79
Z. Suchecki, La cremazione nel diritto canonico e civile, Roma, Libreria editrice vaticana, 1995, pp. 141-143
80
La cremazione e la chiesa, in Rivista della massoneria italiana, a. 1886, n.44, pp. 315-16
81
Non si smentiscono, in Rivista della massoneria italiana, a. 1886, n. 22-23, pp. 194-195
82
83
A.A. Mola, Storia della massoneria italiana, Milano, Bompiani, 1994, p. 226-227
30
Di egual tenore il programma della commissione istituita delle Logge "La Ragione" e "La
Cisalpina" di Milano per combattere ogni conato che accennasse un risveglio del clericalismo in
cui al punto 8 propugnava di diffondere ovunque la cremazione84.
Interessante notare che queste due logge all'epoca della costituzione di questa commissione
anticlericale, ossia nel agosto del 1886, erano gi in rotta di collisione con i vertici del GOI e in
particolare con la politica del Gran Maestro Adriano Lemmi, dissidio che sfocer nella scissione
capitanata da Malachia De Cristoforis. Questo elemento risulta fondamentale per considerare la
cremazione come patrimonio non solo del GOI ma di tutte le componenti del mondo massonico
dell'epoca, interpretazione avvalorata dalla corrispondenza intrattenuta dalla Societ per la
cremazione di Milano con numerose logge del Grande Oriente d'Italia, del dissidente Grande
Oriente Italiano ma anche di logge autonome in occasione dell'inaugurazione del nuovo tempio
crematorio milanese nel 189685.
Specularmente la polemica antimassonica si acutizz dopo il 1884 per raggiungere il suo acme
in concomitanza del Congresso antimassonico del 189686 e dalla successiva pubblicazione della
"Rivista antimassonica".
Notizie sulla famosa e nonch nauseante rosticceria umana appariranno frequentemente
sulla "Rivista antimassonica" ribadendo in ogni momento che la massoneria voleva introdurre la
cremazione per distruggere una usanza cristiana per sostituirvi una costumanza pagana perch
la massoneria come Satana, non paga e soddisfatta che per la perdita delle anime, al contrario
della Chiesa che non ne cerca che la salvezza87.
Tra il 1900 e il 1914 gli scritti pro-cremazionisti diminuirono drasticamente sulla stampa
massonica come d'altro canto nella dirigenza cremazionista, almeno nei casi studiati, che guider
le Socrem non sono presenti alti dignitari massonici a sottolineare sia una maggiore autonomia che
84
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La cremazione dei cadaveri propugnata dalla massoneria, in Rivista antimassonica, 1898, pp. 460-62
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