Osint Investigativa - Tecnologie Ed Analisi Delle Informazioni
Osint Investigativa - Tecnologie Ed Analisi Delle Informazioni
OSINT INVESTIGATIVA
DOSSIER INTELLIGENCE
Tecnologie ed analisi delle informazioni
Giovanni Nacci 1
F
ino a qualche tempo fa il leit motif dei dibattiti politici sul tema
della sicurezza, sembrava essere incentrato sulla teoria — bi-
partisan — secondo la quale per un più efficace contrasto alle
criminalità e ai terrorismi che assillano la società odierna, sarebbe stato
necessario “fare più intelligence”. Detta così, sembra essere una tesi
realmente difficile da confutare; ma proprio perché presentata in modo
così generale, diventa una teorizzazione inutile. Quasi mai, dopo questo
proclama, la questione è stata approfondita in modo serio ed organico e
fatta seguire da proposte chiare, precise, materialmente attuabili. Così
facendo si rischia di abusare in modo eccessivo delle immagini che la
percezione attuale dell’intelligence tende ad evocare nella gente.
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e come metodo, il cui scopo principale è quello di fornire il migliore
supporto informativo alle attività decisionali.
Chiunque sia chiamato a prendere decisioni (più o meno complesse,
più o meno critiche) può utilmente avvantaggiarsi di un approccio me-
todologico improntato sui metodi e sistemi dell’intelligence, sia che si
tratti di viticultura sia che si tratti di brevetti ad alta tecnologia.
In altre parole, laddove la decisione debba scaturire da un’analisi
situazionale effettuata su un contesto informativo eccezionalmente va-
sto, o particolarmente complesso, o comunque in tutte quelle situazioni
dove le informazioni a disposizione si dimostrino inadeguate sotto il
profilo qualitativo e quantitativo, i metodi e i sistemi dell’intelligence 3
possono fare la differenza tra una decisione fondata su una mera intui-
zione o scelta casuale e una decisione presa con la massima consapevo-
lezza degli effetti e delle conseguenze che porterà una volta applicata al
contesto specifico.
L’attitudine alla decisione e le capacità intuitive, sono certo qualità
irrinunciabili per tanto per l’investigatore quanto per l’operatore di
intelligence 4, ma diventano fattori strategici solo se sono supportate e
— diremmo noi — “amplificate e fortificate” da una sovrastruttura me-
todologica atta ad infondere alle decisioni qualità come “persistenza” e
“concretezza”. Senza il metodo scientifico le decisioni azzeccate si ri-
durrebbero (nel migliore dei casi) a sporadici episodi statistici, che pre-
sto o tardi finirebbero per assomigliare troppo a ragionamenti predittivi
non scientifici o — peggio — di natura squisitamente cabalistica.
All’intelligence, in particolar modo l’intelligence da fonti aperte, è
possibile attingere per implementare, anche nelle attività convenzionali
di investigazione, quei metodi, sistemi e tecnologie che permettono
all’investigatore:
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Una delle qualità della mente umana, oltre al fatto di adattarsi, sta
però proprio nella sua capacità di cercare — spessissimo inventare —
soluzioni che la possano aiutare nei suoi ardui compiti, tra i quali anche
quello di ragionare e di decidere. Ecco quindi l’avvento di strumenti di
supporto quali il linguaggio, la scrittura, fino ad arrivare — per quel che
ci interessa più da vicino sotto l’aspetto meramente investigativo — alla
diagrammazione visuale, alle inferenze, agli schemi di collegamento,
alle matrici di associazione e a quelle di frequenza.
Tutti strumenti questi assai ben conosciuti da ogni investigatore e
impiegati ormai quasi in ogni fase della azione investigativa. Rimane
però sempre il problema dei settantotto cetrioli: abbiamo innalzato il
livello delle nostre capacità percettive e rappresentative del mondo
che ci circonda ma, in questa nostra attuale società così articolata,
complessa ed eterogenea, caratterizzata da un flusso di informazioni
inarrestabile, questo non basta più. È vero, forse ormai siamo in grado
di gestire l’information overload inteso come fenomeno “bloccante”,
evitando di rimanere immobilizzati sotto una montagna di informazioni
(che sia cartacea o in forma di sequenze di bit… poco importa) ma non
riusciamo più a farci qualcosa, con quella montagna. La vediamo, ne
percepiamo l’esistenza, ne apprezziamo la mole ed il valore strategico
intrinseco. Ma non ci è utile, non riusciamo ad affrontarla, a sondarla,
ad estrarne valore.
Ci limitiamo a spazzolarne la superficie. Superficie che però — in
quanto facilmente raggiungibile — è ovviamente spazzolata da tanti, da
tutti forse, e pertanto raramente riserverà elementi realmente significa-
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come “Most inspiring good practice for creative solution to common
challenges” nel corso dell’edizione 2007 del European e Governament
Awards. Non è questa la sede per approfondire le tante caratteristiche
innovative del progetto 13 commissariatodips.it e perciò ci occuperemo
solo di quelle funzionalità che sono più direttamente riconducibili ad un
concetto di intelligence da fonte aperta.
Parte strategica del programma commissariatodips.it è infatti pro-
prio un componente che si basta sulla tecnologie del text mining per
fornire funzionalità di ricerca e classificazione dinamica di una vasta
gamma di informazioni collazionate dalle fonti più diverse 14. Il motore
di text mining opera sui grandi moli di dati grezzi (denunce e segnala-
zioni presentate on line da cittadini, richieste di informazioni via mail,
fino al materiale più prettamente investigativo disponibile in forma
Figura 1. Una videata del software Online Police Station, a cutting edge service
against cybercrime, (Synthema, Pisa): presentato al 9° Data Mining, Protection,
Detection and other Security Technologies, Cadiz, Spagna, 26–28 maggio 2008
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in presenza di particolare fattispecie di reato — poter accedere a tutte
quelle informazioni con le capacità analitiche degli strumenti di cui si
è parlato 18.
La trasformazione del ruolo del cittadino da semplice fruitore di
sicurezza a soggetto proattiva integrato nel sistema informativo di sicu-
rezza, rappresenta forse la più grande innovazione di questi ultimi anni.
Già da anni gli esperti si interrogano — in piena ottica Open Source
— su cosa potrà essere o diventare il concetto di Citizen Intelligence,
di come ed in che misura il cittadino potrà in qualche modo diventare
erogatore di sicurezza per sé, per la sua famiglia, per il suo quartiere,
per il suo paese anche e di come questo potrà inquadrarsi in un concetto
più esteso di e–Democracy 19.
L’esempio del commissariatodips.it è emblematico. È il primo passo
verso una integrazione collaborativa di metodi e sistemi che si spera
sempre maggiore, nell’interesse massimo del cittadino. Questa volta
l’Italia è sicuramente prima, in Europa certamente e probabilmente an-
che nel mondo. A chiara dimostrazione che di casi di assoluta eccellen-
za in Italia ne esistono — nelle istituzioni come nelle aziende — anche
in questo settore.
C’è da esserne fieri. E da perseverare.
Note