KPK Guida
KPK Guida
linsegnante
Eduard-Job-Stiftung
fr Thermo- und Stoffdynamik
D - Ahrensburg
Titolo originale dell'opera:
F. Herrmann
Der Karlsruher Physikkurs
Guida per linsegnante
Disegni : F. Herrmann
www.physikdidaktik.uni-karlsruhe.de
www.scuoladecs.ti.ch
PREFAZIONE
Tra i matematici c' la buona abitudine di occuparsi Proponiamo qui il corso di Karlsruhe per il primo li-
della struttura concettuale della propria materia e, di vello secondario. Si sviluppato in otto anni di col-
tanto in tanto, di mettervi mano. Non cos tra i fisici: laudo al ginnasio statale di Wrth am Rhein.
i fisici universitari hanno sempre avuto una pi spic-
cata tendenza a lavorare alle frontiere della propria Sono grato a molti collaboratori e sostenitori.
area, l dove c' del "nuovo" da trovare, come nella In primo luogo al mio docente Prof. Falk. A lui risale
fisica delle particelle elementari, l'astrofisica o la fi- la base teorica di tutti i nostri corsi e senza di lui nes-
sica dei sistemi complessi. Cos facendo hanno per suno dei nostri corsi sarebbe nato.
tralasciato di far ordine in casa propria. I nuovi risul-
tati vengono inseriti, spesso alla bell'e meglio, nel- Per molte delle idee contenute nel presente libro
l'edificio dei vecchi concetti per volgersi rapida- devo ringraziare un'altra persona: il sig. Dr. G. Job
mente alla ricerca di qualcoa di ancora pi nuovo. dell'Universit di Amburgo. Molta termologia e la
fisica chimica si basano sul suo lavoro.
Tutto ci si riflette anche nell'insegnamento. Con-
frontiamo un testo di fisica appena scritto, cio "mo- Un grazie particolare va ai miei dottorandi sig. Dr.
derno", con uno di inizio secolo. Le somiglianze so- Schmlzle, sig. Dr. Mingirulli e sig.ra Dr. Mora-
no molte, - troppe, se pensiamo che la maggior parte wietz, che hanno fatto la maggior parte del lavoro di
di tutti i fisici della storia sono vissuti in questo seco- dettaglio e con i quali ho condotto il collaudo a
lo o sono tuttora in vita. Nei nostri nuovi libri, spes- Wrth.
so incontriamo le scoperte della fisica del nostro se- Sono molto grato anche alle colleghe e ai colleghi
colo come fossero un appendice. I libri contengono che prendono parte al collaudo su larga scala, tuttora
il vecchio e il nuovo e non, come sarebbe auspi- in corso, nel Baden-Wrttemberg e in Renania-Pa-
cabile, una sintesi di vecchio e nuovo. Questo uno latinato. Non traggono nessun beneficio personale
dei motivi che rende difficile all'insegnamento della dal loro lavoro. Hanno partecipato e sacrificato
fisica padroneggiare la materia. molto del loro tempo per puro piacere. Le loro idee
All'istituto di didattica per la fisica dell'Universit critiche e costruttive affluiscono in permanenza nel-
di Karlsruhe stato intrapreso un tentativo di rior- le edizioni aggiornate.
dinare i contenuti della fisica. Il risultato del nostro Una premessa indispensabile per la riuscita del pro-
lavoro sicuramente una soluzione del problema. getto il sostegno da parte amministrativa.
Non vogliamo per affermare che sia l'unica solu-
zione. Voglio qui ringraziare il preside del ginnasio di
Wrth, sig. OStD Rler, per non essersi limitato a
I fondamenti di questo riordinamento sono stati po- sopportare il nostro lavoro nel suo ginnasio, ma per
sti dal Prof. G. Falk. All'istituto furono sviluppati averlo sostenuto attivamente.
numerosi corsi per l'universit, il livello di orien-
tamento1, il primo livello secondario e il secondo Ringrazio il ministero della cultura e dell'istruzione
livello secondario2. Molte colleghe e molti colle- pubblica della Renania-Palatinato e il governo re-
ghi sono stati coinvolti nell'elaborazione e diffusio- gionale dell'Assia-Palatinato per aver approvato la
ne di questi corsi, cos che appare appropriato parla- nostra sperimentazione.
re di una "scuola di Falk". L'esperimento in corso nel Baden-Wrttemberg de-
ve la sua nascita al sig. RSD G. Offermann, quello in
1 NdT: biennio che segue la scuola elementare. Renania-Palatinato al sig. StR M. Strauch. Ringra-
2 NdT: corrispondono al periodo fine scuola media e scuo- zio di cuore entrambi.
le superiori.
Nel frattempo, un esperimento di insegnamento con Malgrado tutte le premesse, i due presenti tomi sono
pi di 1000 scolari nel Baden-Wrttemberg e circa diventati troppo voluminosi. Avremmo preferito
500 scolari nella Renania-Palatinato, si concluso. abbreviare decisamente alcuni capitoli. Tenendo
Voglio ringraziare tutte le colleghe e i colleghi che conto dei piani di studio, una presentazione ridotta
vi hanno partecipato. Ringrazio in particolare il sig. non sarebbe per stata possibile. Avremmo accor-
StR N. Krank dell'ufficio scuole superiori di Stoc- ciato volentieri i capitoli su momento meccanico e
carda e il sig. OStD Dr. M. Kobelt dell'ufficio scuole baricentro, di idrostatica e soprattutto di ottica.
superiori di Karlsruhe, che hanno partecipato atti-
vamente all'esperimento nel Baden-Wrttemberg e Ho avuto la possibilit di insegnare una versione ri-
a molte sedute con gli insegnanti coinvolti nel col- dotta della fisica in alcune classi del primo livello
laudo. secondario. Il corso di Karlsruhe si dimostrato par-
ticolarmente adatto allo scopo. Sono state tenute 8
Molte proposte scaturite dalla seconda fase di col- ore lezione di meccanica e 8 ore di termologia. In
laudo sono state inserite nella seconda edizione. Nel entrambe le aree stato possibile raggiungere degli
frattempo, nel Baden-Wrttemberg si costituito obiettivi didattici fondamentali e ricchi di possibili-
un nuovo gruppo che applica il corso di Karlsruhe t applicative.
nell'insegnamento.
Al momento in lavorazione un terzo volume. Con-
A parte le esperienze delle fasi di collaudo concluse, terr i capitoli di fisica chimica, onde, atomi, fisi-
questa seconda edizione contiene alcuni capitoli ul- ca atomica e nucleare, fisica dei corpi solidi, elet-
timati solo negli ultimi anni. Ne fanno parte: la tronica e astrofisica. Da due anni in corso il re-
quantit di moto come vettore, momento meccanico lativo collaudo condotto dal mio dottorando, sig. M.
e baricentro, quantit di moto angolare e correnti di Laukenmann e da me, allo Europa-Gymnasium di
quantit di moto angolare, pressione e trazione. I- Wrth.
noltre, sono finalmente ultimati anche i capitoli del
volume per docenti relativi ai primi due volumi del
corso. Karslruhe, aprile 1993 F. Herrmann
Finalmente la terza parte, la "fisica moderna", ulti- Ai volumi 1 e 2 sono state apportate alcune correzio-
mata. Il sig. Dr. Laukenmann e la sig.ra Haas hanno ni.
partecipato allo sviluppo e al collaudo. Li ringrazio
entrambi per la loro collaborazione.
Karlsruhe, settembre 1995 F. Herrmann
Indice
A. Parte generale
1. Introduzione ........................................................................................................................9
3. Bibliografia .......................................................................................................................17
B. Osservazioni
1. Energia e portatori di energia ...........................................................................................19
2. Correnti di liquidi e gas ....................................................................................................20
3. Quantit di moto e correnti di quantit di moto ...............................................................21
4. Il campo gravitazionale ....................................................................................................27
5. Quantit di moto e energia ...............................................................................................28
6. La quantit di moto come vettore .....................................................................................29
7. Momento meccanico e baricentro ....................................................................................31
8. Quantit di moto angolare e correnti di quantit di moto angolare ..................................32
9. Compressione e trazione ...................................................................................................32
10. Entropia e correnti di entropia ..........................................................................................33
11. Entropia e energia .............................................................................................................35
12. Transizioni di fase ............................................................................................................36
13. I gas ..................................................................................................................................37
14. La luce ..............................................................................................................................37
15. Dati e portatori di dati .......................................................................................................38
16. Elettricit e correnti elettriche ..........................................................................................41
18. Il campo magnetico ..........................................................................................................43
19. Elettrostatica .....................................................................................................................45
20. La tecnica dei dati .............................................................................................................46
21. La luce ..............................................................................................................................46
22. La formazione di immagini ..............................................................................................48
23. I colori ..............................................................................................................................48
24. Trasformazioni di sostanze e potenziale chimico .............................................................49
25. Quantit di sostanza ed energia ........................................................................................51
26. Bilancio termico delle reazioni .........................................................................................51
6
C. Esperimenti
1. Energia e portatori di energia ...........................................................................................67
2. Correnti di liquidi e gas ....................................................................................................67
3. Quantit di moto e correnti di quantit di moto ...............................................................68
4. Il campo gravitazionale ....................................................................................................71
5. Quantit di moto e energia ...............................................................................................72
6. La quantit di moto come vettore .....................................................................................73
7. Momento meccanico e baricentro ....................................................................................74
8. Quantit di moto angolare e correnti di quantit di moto angolare ..................................75
9. Compressione e trazione ...................................................................................................75
10. Entropia e correnti di entropia ..........................................................................................76
11. Entropia e energia .............................................................................................................77
12. Transizioni di fase ............................................................................................................79
13. I gas ..................................................................................................................................79
14. La luce ..............................................................................................................................80
16. Elettricit e correnti elettriche ..........................................................................................81
17. Elettricit ed energia .........................................................................................................82
18. Il campo magnetico ..........................................................................................................83
19. Elettrostatica .....................................................................................................................85
20. La tecnica dei dati .............................................................................................................86
21. La luce ..............................................................................................................................86
22. La formazione di immagini ..............................................................................................87
23. I colori ..............................................................................................................................88
24. Trasformazioni di sostanze e potenziale chimico .............................................................89
25. Quantit di sostanza ed energia ........................................................................................91
26. Bilancio termico delle reazioni .........................................................................................91
28. Onde .................................................................................................................................92
29. Fotoni ................................................................................................................................93
30. Atomi ................................................................................................................................94
31. I solidi ...............................................................................................................................95
32. Nuclei atomici ..................................................................................................................96
X=XA motore
X=XA+XB
X=XB
Fig. 2.2. Sull'additivit delle grandezze estensive. Fig. 2.3. Attraverso la corda e la piastra destra del condensa-
tore, fluisce energia nel campo del condensatore
Ad esempio nella formulazione di frasi che conten- scritto anche tenendo conto delle caratteristiche di
gono le grandezze forza, lavoro e tensione, lo spazio sostanza dell'energia: "nel condensatore fluisce e-
di manovra abbastanza ridotto. Una forza agisce nergia attraverso la corda e la piastra destra."
o viene esercitata su un corpo, il lavoro viene com-
piuto, una tensione c' o applicata. Lo stesso discorso vale anche per la quantit di moto
(la quantitas motus) come mostra l'esempio raffigu-
Per contro, trattando le grandezze estensive ci si pu rato in Fig. 2.4: "attraverso la corda, sul vagone
servire di tutti i modi di dire comunemente usati nel viene esercitata una forza; in questo modo la quanti-
riferirsi a sostanze. Cos si potr dire: "un corpo t di moto del vagone cambia." Riconoscendo le
contiene una certa quantit di moto", ma anche "il propriet di grandezza estensiva della quantit di
corpo ha quantit di moto" oppure "c' una certa moto, lo stesso processo pu essere descritto cos:
quantit di moto nel corpo". Si possono pure utiliz- "attraverso la corda, della quantit di moto fluisce
zare gli aggettivi molto e poco: un sistema pu a- nel carrello."
vere molta o poca energia (ma non molta o poca
temperatura). Si pu anche dire che un sistema non Questi esempi mostrano come la possibilit di
ha carica o non ha quantit di moto per dire che il crearsi un'immagine semplice di certe grandezze
valore della carica rispettivamente della quantit di non venga sfruttata. In questo senso l'insegnamento
moto uguale a zero. (Per contro non si dovrebbe tradizionale ha anche un altro difetto. Ci sono aree
dire che un sistema non ha potenziale o non ha tem- della fisica dove le grandezze estensive non vengo-
peratura). Anche il fluire di una corrente di una no nemmeno introdotte: l'ottica e l'acustica o, per
grandezza estensiva si pu descrivere con termini dirla in termini moderni, le aree della fisica relative
del linguaggio comune. Si potr quindi dire che una alla tecnica dei dati. La grandezza estensiva adatta
corrente fluisce o scorre da A verso B, ma anche alla formulazione di equazioni di bilancio in queste
che va da A a B oppure che parte da A e arriva in discipline la misura di Shannon per la quantit di
B. dati. Nell'insegnamento dell'ottica e dell'acustica
questa grandezza non ha ancora trovato molto
Ogni studente ha dimestichezza con questo linguag- spazio, anche perch i cambiamenti di fondo, in
gio prima ancora di affrontare per la prima volta un discipline con una cos lunga tradizione, sono molto
corso di fisica. Mettere in evidenza le caratteristiche difficili.
di sostanza di queste grandezze dunque di grande
aiuto anche nell'insegnamento.
Nell'insegnamento tradizionale questi vantaggi non
sono sempre sfruttati. Solo la massa e la carica elet-
trica vengono presentate in modo da venire percepi-
te come grandezze estensive. Al contrario energia e
quantit di moto vengono solitamente derivate da
altre grandezze cos che le loro propriet di grandez-
za estensiva non appaiono pi come evidenti.
Che l'energia di solito non sia immaginata come una
sostanza, appare chiaramente dalle seguenti frasi
che si usano per descrivere la situazione rappresen-
tata in Fig.2.3: "Alla piastra destra del condensatore
viene fornito lavoro. Cos facendo aumenta l'ener-
gia potenziale della piastra destra nel campo della
piastra sinistra". Lo stesso processo pu essere de- Fig. 2.4. Attraverso la corda fluisce quantit di moto nel car-
rello.
12
2.2 Forme di energia e portatori di energia aggiungere alcune osservazioni sulle basi fisiche
della suddivisione dell'energia in forme.
Il nome della grandezza fisica energia spesso cor-
redato di aggettivi. Si parla di energia cinetica, po- Nella suddivisione dell'energia in forme si devono
tenziale, elettrica, chimica, libera, nucleare, termica distinguere due procedimenti: l'uno permette di as-
e radiante. Questa suddivisione in varie forme di sociare una forma all'energia immagazzinata, cio
energia non si fonda su un vero principio ma la contenuta in un sistema; l'altro classifica variazioni
conseguenza di diversi punti di vista. Alcuni degli e flussi di energia. Il primo procedimento conduce a
attributi definiscono il sistema o l'oggetto che con- classi come l'energia cinetica, l'energia potenziale,
tiene l'energia. Cos l'energia radiante non altro l'energia interna, l'energia elastica (di una molla)
che l'energia (totale) della radiazione raccolta da un ecc. Il secondo porta alle categorie energia elettrica,
occhio, proprio come la carica elettronica la carica energia chimica, calore, lavoro, ecc.
dell'elettrone e con massa solare si intende la massa
del Sole. Nella maggior parte dei casi per la suddi- Per distinguere le forme di energia a seconda del
visione dell'energia in varie forme ha un proposito procedimento usato per definirle, le prime sono
di maggiore portata. dette forme di esistenza o di immagazzinamento, le
seconde forme di scambio. Vogliamo illustrare i
La necessit di suddividere l'energia in forme si ma- due procedimenti, cominciando dalle forme di esi-
nifest gi nella met del XIX secolo, immediata- stenza.
mente dopo l'enunciazione del concetto di energia.
Si giunse alla conclusione che doveva esistere una L'energia E di un sistema pu sempre essere espres-
nuova grandezza fisica, anche se non se ne conosce- sa in funzioni di altre variabili x1, x2, x3, ecc. Sce-
vano le caratteristiche principali e nemmeno un gliendo in modo appropriato le variabili (Falk 1968,
metodo per misurarne il valore. L'energia si manife- pag. 54), il sistema viene descritto interamente dalla
stava in vari sistemi e processi ma in modi molto funzione
diversi. Che in tutti questi casi si avesse a che fare E = E(x1,x2,).
con la stessa grandezza venne dedotto dall'osserva-
zione che, nei processi, certe combinazioni di altre Questa funzione detta funzione di Hamilton (nei
grandezze fisiche variavano secondo particolari sistemi meccanici) o potenziale termodinamico (nei
proporzioni. C'erano per cos dire tassi di cambio sistemi termodinamici). In tutta una serie di sistemi
fissi tra queste combinazioni, i cosiddetti equiva- a noi familiari, la funzione si scompone in una som-
lenti. Il pi conosciuto di questi tassi di cambio era ma di termini, ognuno dei quali dipende da variabili
l'equivalente meccanico del calore. che negli altri termini della somma non compaiono
(Falk, Ruppel 1976). Ad esempio potrebbe succe-
Fu una grande realizzazione scientifica riconosce- dere che
re in queste combinazioni di grandezze fisiche le
manifestazioni di un'unica, nuova grandezza. Fu E(x1,x2,x3) = E'(x1,x2) + E"(x3).
chiamata energia. Da una parte la nuova grandezza Si dice in questo caso che il sistema si scompone in
aveva la bella propriet di essere di natura universa- sottosistemi non interagenti.
le. Giocava un ruolo nei pi svariati ambiti della
fisica creando delle connessioni tra questi ambiti. Ogni qualvolta una scomposizione del genere pos-
D'altra parte aveva un difetto: non si manifestava sibile, ai vari sommandi possono essere dati dei
sempre allo stesso modo, come ci si attende da una nomi. In questo modo si ottengono le forme di esi-
grandezza fisica normale. Per questo motivo alcuni stenza di energia. Un esempio concreto un con-
fisici la consideravano un'utile grandezza matema- densatore in movimento la cui energia totale data
tica e nulla pi. In ogni caso sembr sensato deno- da:
minare le varie combinazioni di grandezze, che rap- E(Q, p) = E0 + Q2/2C + p2/2m.
presentavano le varie spoglie sotto le quali l'energia
si manifestava, forme di energia. L'energia non si Q la carica elettrica, C la capacit, p la quantit
presentava in un unico modo ma sempre in una delle di moto e m la massa del condensatore. Il primo
sue forme. Non possedeva una caratteristica sem- sommando viene chiamato energia di riposo, il
pre identificabile, il cui valore si potesse determina- secondo energia del campo elettrico e il terzo
re in ogni situazione. energia cinetica.
Questa interpretazione sopravvisse grosso modo Constatiamo dunque che le forme di esistenza de-
fino alla fine del secolo e, con le conoscenze del finiscono semplicemente l'energia contenuta in un
tempo, era sicuramente ragionevole. Mostreremo sottosistema. Quando possibile ci dovrebbe esse-
pi avanti che, alla luce della fisica del XX secolo, re sottolineato. La denominazione risulta partico-
il concetto di forma di energia diventa superfluo, e- larmente facile se il sottosistema ha gi un nome,
sattamente come lo sarebbero quelli di forma di en- come per l'energia del campo elettrico nel caso del
tropia o forma di quantit di moto. Ma visto che condensatore. Si parla quindi di energia del campo
questo concetto di forma di energia sopravvissuto elettrico o dell'energia nel campo elettrico.
fino ai nostri giorni e negli ultimi anni l'insegna- Veniamo alla definizione delle forme di scambio.
mento scolastico lo ha rivalutato, vogliamo ancora L'esperienza ci insegna che in ogni trasformazione
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di un sistema da uno stato ad un altro, almeno due Da quando conosciamo la teoria della relativit
grandezze cambiano il loro valore. Ci conse- ristretta, sappiamo che l'energia una grandezza fi-
guenza della validit della cosiddetta forma fonda- sica indipendente e non una grandezza di calcolo
mentale dell'energia secondo Gibbs (Falk, Ruppel "derivata". Parlare di forme di energia appare di
1976): conseguenza, da un punto di vista moderno, altret-
tanto ingiustificato del parlare di varie forme di cari-
dE = TdS + dQ + vdp + dn + (2.1) ca elettrica a seconda che la carica sia portata da e-
dove T la temperatura, S l'entropia, il poten- lettroni, protoni o muoni (Falk, Herrmann, Schmid
ziale elettrico, Q la carica elettrica, v la velocit, p 1984). La teoria della relativit ci dice che caratteri-
la quantit di moto, il potenziale chimico e n la stiche ha l'energia. Dall'equivalenza massa-energia
quantit di materia. segue che l'energia ha le stesse propriet della mas-
sa: peso e inerzia. (La teoria della relativit generale
La relazione dice tra le altre cose, che ogni variazio- ci dice addirittura che peso e inerzia sono la stessa
ne d'energia comporta la variazione di almeno un'al- propriet).
tra grandezza estensiva (S, Q, p, n). La maggior
parte delle grandezze estensive soddisfa i criteri Per distinguere le diverse modalit di trasporto del-
precedenti. In che misura la variazione di una gran- l'energia descritti dai vari termini dell'equazione
dezza estensiva influenza la variazione d'energia (2.2), non necessario parlare di forme di energia:
dipende dalla grandezza intensiva corrispondente sufficiente indicare qual la grandezza estensiva
(T, , v, ). La grandezza estensiva e quella in- che fluisce assieme all'energia. Invece di energia
tensiva che appaiono nello stesso termine della for- sotto forma di calore diciamo che accanto alla cor-
ma fondamentale di Gibbs sono dette coniugate o rente di energia c' anche una corrente di entropia.
pi precisamente: coniugate per l'energia. Ad esem- L'equazione (2.2) permette di dare una descrizione
pio T e S sono grandezze coniugate cos come e semplice dei trasporti di energia: chiamiamo la
n, ecc. grandezza estensiva che fluisce con l'energia il
Per ogni processo si pu scrivere una forma fonda- portatore di energia . L'energia dunque letteral-
mentale. Nei casi pi semplici formata da pochi mente portata da entropia, carica elettrica, quantit
termini. Quelli diversi da zero al variare dell'ener- di moto, quantit di sostanza, ecc. Un flusso del por-
gia, permetteranno di parlare di variazione d'ener- tatore pu essere collegato a un flusso di energia pi
gia dell'una o dell'altra forma. Se il termine TdS o meno intenso, a seconda del valore della corri-
diverso da zero diciamo che l'energia varia sotto spondente grandezza intensiva. Diciamo: il portato-
forma di calore. Il termine dQ corrisponde all'e- re pu essere caricato con molta o poca energia.
nergia elettrica, il termine vdp al lavoro e il La grandezza intensiva corrisponde quindi a una
termine dn all'energia chimica. misura di quanto il portatore sia carico di energia.
Adesso possiamo immaginarci ogni variazione di Negli apparecchi, che nel linguaggio tradizionale si
energia della forma ydX come una corrente della chiamano trasformatori di energia, l'energia cambia
grandezza X dal sistema verso l'esterno o viceversa. semplicemente portatore. Entra nell'apparecchio
Ne consegue che anche ogni corrente di energia con un portatore, viene trasferita ad un altro e lascia
pu essere scritta come somma: l'apparecchio con il secondo portatore.
P = TIS + I + vF + In+ (2.2) In un corso per principianti non si hanno ancora a
disposizione le grandezze estensive. Invece che da
L'equazione ci dice che le correnti di energia posso- grandezze fisiche, il ruolo di portatore d'energia
no essere suddivise in forme come le variazioni di ricoperto da correnti di sostanze. Cos, come porta-
energia. L'energia fluir dunque come calore o tore d'energia in un tubo di un impianto di riscalda-
lavoro, in forma chimica o elettrica, ecc. mento centrale, non viene indicata l'entropia ma
L'equazione (2.2) evidenzia un fatto importante ma l'acqua calda. Nel caso di trasporto di energia in un
purtroppo spesso trascurato: quando fluisce energia gasdotto, non diciamo che l'energia portata dalla
fluisce sempre almeno un'altra grandezza (estensi- quantit di sostanza ma dal gas (Falk, Herrmann
va). In parole povere si pu dire : "l'energia non flui- 1981a, Falk, Herrmann 1981b).
sce mai sola".
Per quanto sia comprensibile che con le conoscenze
del XIX secolo i singoli termini delle equazioni 2.3 Strutture nella fisica
(2.1) e (2.2) fossero considerati forme di energia e Le equazioni (2.1) e (2.2) permettono di riconoscere
gli apparecchi, che assorbono energia in una forma e una struttura sistematica nella costruzione della fisi-
la restituiscono in un'altra, dei trasformatori di ener- ca. I termini di destra in entrambe le equazioni han-
gia e per quanto infelice possa apparire da un punto no tutti la stessa struttura ydX rispettivamente yIX,
di vista moderno, questa concezione non fa che evi- dove y una grandezza intensiva, X una grandezza
denziare il fatto che le varie forme di energia sono estensiva e IX l'intensit della corrente di X. No-
grandezze fisiche diverse con la singolare propriet tiamo cos che a ogni termine ydX o yIX possiamo
di poter essere trasformate l'una nell'altra. associare una delle aree classiche della fisica, visto
che contiene solo grandezze caratteristiche di
14
Tabella 2.1. Classificazione delle grandezze fisiche per area della fisica e della chimica
quell'area. Queste correlazioni sono elencate nella (Fuchs 1986) o a una meccanica dove non esistano
tabella 2.1. n quantit di moto n forza.
Se uno solo dei termini di destra nell'equazione Le osservazioni fatte finora mostrano che l'energia
(2.2) diverso da zero, l'equazione stessa si riduce a: in fisica occupa un ruolo centrale. L'energia altret-
tanto importante nella meccanica, nella termologia
P = yIX (2.3) e nell'elettrologia. Esiste per un'altra grandezza
Questa relazione descrive un trasporto di energia che, con l'energia, soddisfa i medesimi requisiti: la
nell'area corrispondente. quantit di dati - quella grandezza la cui unit di
misura il bit.
La tabella 2.1 contiene le basi per costruire un'ana-
logia tra le diverse aree della fisica dalla portata Esattamente come distinguiamo i vari tipi di tra-
molto pi vasta di quanto possa sembrare a prima sporto d'energia a seconda dei portatori di energia,
vista. Fornisce una rappresentazione di grandezze possiamo distinguere i trasporti di dati a seconda dei
fisiche, relazioni, processi, fenomeni e apparecchi. portatori di dati. E, cos come ogni portatore di
Questa rappresentazione, in un primo tempo riferita energia caratteristico di un'area della fisica, ogni
unicamente alle strutture matematiche, consiglia di portatore di dati appartiene a una sola di queste
operare nelle varie aree della fisica secondo la stessa stesse aree. Cos un trasporto di dati dove la luce
concezione. Nel presente corso facciamo ampio uso funge da portatore sar caratteristico dell'ottica. Il
di questa possibilit. L'aspirazione a una razionaliz- portatore di dati suono corrisponde all'acustica e
zazione dell'insegnamento si fonda soprattutto sullo in elettronica si ha a che fare con l'elettricit come
sfruttamento di questa analogia. portatore, vedi la Tabella 2.2. Maggiori dettagli
sull'analogia tra energia e dati in Daten und Energie
Abbiamo visto che in ogni area della fisica citata (Herrmann, Schmlzle 1987).
nella Tab. 2.1, due grandezze estensive ricoprono
un ruolo importante: da un lato l'energia e dall'altro
la grandezza estensiva caratteristica di quell'area,
indicata nella seconda colonna della tabella. Cos le 2.4 I concetti di corrente, spinta e resistenza
due grandezze estensive della meccanica sono ener- Nel paragrafo 2.2 abbiamo visto come possiamo
gia e quantit di moto, quelle dell'elettrologia ener- immaginare le grandezze estensive: interpretiamo
gia e carica elettrica. In termologia sono energia e la grandezza IX come intensit della corrente del
entropia e in chimica energia e quantit di sostanza. portatore d'energia e la grandezza intensiva y
La rappresentazione di queste aree diventa proble- come misura di quanto il portatore carico di
matica ogni qualvolta si tenti di cavarsela con una energia.
sola grandezza estensiva. Ci volle molto tempo per- Consideriamo ora una seconda immagine che pos-
ch questo punto di vista si affermasse. Cos nella siamo farci delle grandezze intensive. Un'immagi-
famosa controversia tra cartesiani e leibniziani su ne che a dire il vero molto diffusa e conosciuta,
quale fosse la vera misura delle forze in meccanica, anche se di solito viene utilizzata solo nell'elettrolo-
per dirla in termini moderni, si trattava di stabilire gia. La sua forza per sta nel fatto che pu essere
se la grandezza "giusta" fosse la quantit di moto o applicata con gli stessi vantaggi anche in mecca-
l'energia cinetica. Si partiva dal presupposto che nica, termologia e chimica. La spieghiamo con un
potesse essere una sola delle due. esempio familiare preso dall'elettrologia.
Nonostante le due grandezze estensive della termo- Tabella 2.2. Le aree della fisica relative alla tecnica dei dati
dinamica, cio energia e entropia, siano conosciute
da pi di 100 anni, nell'insegnamento si cerca anco- portatore di dati
ra di presentare la maggior parte possibile della ter-
modinamica senza l'entropia. Questa circostanza
scoraggiante il risultato dell'approccio tradiziona- ottica luce
le alla termologia. Dalla Tab. 2.1 si capisce che acustica suono
questo approccio corrisponde a un'elettrologia che
operi senza carica elettrica e senza corrente elettrica elettronica elettricit
15
delle apparecchiature tecniche come la costante del- moto di un corpo. A una velocit data, un corpo con-
la molla k, la resistenza elettrica R e la capacit C. tiene tanta pi quantit di moto quanto maggiore la
sua massa. Per la capacit di entropia S/T non
Le relazioni matematiche in cui appaiono queste viene utilizzato nessun simbolo specifico anche se
grandezze possono essere suddivise in classi sulla la grandezza tecnicamente importante: la misura
base della struttura discussa nei paragrafi prece- della capacit di un corpo di immagazzinare calore.
denti. Ogni relazione all'interno di una classe si ot-
tiene mediante una trasposizione formale di un'altra La relazione tra corrente e spinta in processi dissipa-
relazione della stessa classe. La trasposizione con- tivi, colonna 4, viene trattata solo in modo qualitati-
siste nella sostituzione delle grandezze di una riga vo, con l'eccezione della legge di Ohm: pi grande
della Tab. 2.1 con le grandezze di un'altra riga. Solo la spinta, maggiore sar l'intensit della corrente.
l'energia e l'intensit della sua corrente non vengono
sostituite.
Le relazioni pi importanti trattate nel corso sono 2.6 La scala delle grandezze pi importanti
riassunte in tabella 2.3. In ogni colonna sono rag- Quando si introduce una nuova grandezza fisica de-
gruppate le relazioni appartenenti alla stessa classe. vono esserne fissati i multipli dell'unit. Il procedi-
Ogni riga corrisponde a una delle quattro discipli- mento di definizione di una scala, cio dei multipli,
ne: meccanica, elettrologia, termologia e chimica, sostanzialmente lo stesso per tutta una serie di
gi usate per classificare le grandezze in Tab. 2.1. grandezze. In particolare, ognuna delle tre classi di
Le equazioni della prima colonna descrivono la grandezze discusse nel paragrafo precedente ha il
relazione tra le grandezze estensive e le relative in- proprio procedimento per la definizione di una sca-
tensit di corrente. In effetti al posto del quoziente la. Ci limiteremo qui alla discussione di queste tre
tra una grandezza estensiva e il tempo, dovrebbe es- classi.
serci un quoziente differenziale. Di conseguenza Generare dei multipli di una grandezza estensiva ,
queste equazioni sono valide solo nel caso in cui perlomeno concettualmente, banale. Per produrre il
l'intensit di corrente corrispondente costante. doppio, triplo, ecc. del valore di una grandezza
Nella stessa classe di relazioni rientrano anche le estensiva dobbiamo solo realizzare due, tre, ecc.
equazioni versioni di tutto il sistema. Se vogliamo aumentare
P = E/t il valore di una grandezza estensiva in un sistema di
1, 2, n unit, allora dobbiamo trasferire al sistema
e 1, 2, n unit della grandezza in questione. Questo
IH = H/t trasferimento in molti casi molto semplice - come
nel caso della carica elettrica, ad esempio utilizzan-
che per non appartengono a nessuna delle righe in do un cucchiaio di Faraday, Fig. 2.6 - in altri tecnica-
Tab. 2.3. mente complesso, come nel caso dell'energia.
Le equazioni della seconda colonna descrivono la Per definire i multipli delle intensit di corrente,
relazione tra le intensit del flusso di energia e la consideriamo una corrente che attraversi un condut-
corrente della grandezza estensiva che accompagna tore dall'estensione laterale ben delimitata. Inoltre
il flusso di energia. Sono equazioni della stessa nel conduttore non devono esserci sorgenti o scari-
forma dell'equazione (2.3), che fissano la scala della chi della corrente. Per ottenere nel conduttore consi-
grandezza intensiva, che ne spiegano cio la costru- derato dei multipli di una certa intensit, sfruttiamo
zione dei multipli. la regola dei nodi: facciamo confluire in un nodo 1,
I quozienti in colonna 3 potrebbero genericamente 2, n correnti, ognuna di intensit unitaria. In Fig.
essere definiti delle capacit in quanto hanno tutti la 2.7 raffigurato l'esempio di una corrente elettrica,
stessa struttura della capacit elettrica. Cos la mas- in Fig. 2.8 quello di una forza, cio di una corrente di
sa si pu interpretare come la capacit di quantit di quantit di moto.
17
Fig. 2.6. La carica elettrica della sfera viene aumentata di tre Fig. 2.8. Attraverso la sezione S fluiscono tre unit di intensi-
unit. t di corrente di quantit di moto.
La definizione di una scala per le grandezze inten- FALK, G., HERRMANN, F.: Neue Physik - das
sive pi complicata e passa, come gi accennato, Energiebuch. Hermann Schroedel Verlag KG,
per le equazioni in colonna 2 della tabella 2.3. Ci Hannover (1981a).
riferiamo nuovamente all'esempio dell'elettricit.
Confrontiamo due circuiti elettrici A e B, Fig. 2.9. FALK, G., HERRMANN, F.: Neue Physik - das
L'intensit di corrente elettrica sia la stessa in en- Energiebuch, Lehrenheft. Hermann Schroedel
trambi. Ora, se nel circuito A la corrente d'energia Verlag KG, Hannover (1981b).
due volte pi intensa che nel circuito B, allora anche FALK, G., HERRMANN, F., SCHMID, G.B.:
la tensione A doppia della tensione B. Energy forms or energy carriers? Am. J. Phys. 52,
Anche se la determinazione della scala per una 794 (1984).
grandezza rappresenta un passo importante nella FALK, G., RUPPEL, W.: Energie und Entropie.
definizione della grandezza stessa, consigliamo di Springer Verlag, Berlin (1976).
non dedicare troppo spazio alla questione in un
corso per scuole secondarie, in quanto la FUCHS, H.: A surrealistic tale of electricity. Am. J.
costruzione di multipli quasi sempre o banale o Phys. 54, 907 (1986).
difficile. HERRMANN, F., SCHMLZLE, P.: Daten und
Energie. J.B. Metzler und B.G. Teubner, Stuttgart
(1987).
3. Bibliografia HERRMANN, F.: Is an energy current energy in
FALK, G.: Theoretische Physik, Band II. Springer motion? Eur. J. Phys. 7, 198 (1986).
Verlag, Berlin (1968). SCHMID, G. B.: An up-to-date approach to
FALK, G.: Was an der Physik geht jeden an? Phys. physics. Am. J. Phys. 52, 794 (1984).
Bltter 33, 616 (1977).
FALK, G.: Die begriffliche Struktur der Physik.
Konzepte eines zeitgemen Physikunterrichts,
Heft 3, Pag. 7. Hermann Schroedel Verlag KG,
Hannover (1979).
30 W
5A
di corrente ciascuno
A
un'unit di intensit
lampadine
60 W diverse
5A
A
S
Fig. 2.7. Attraverso la sezione S fluiscono tre unit di intensi- Fig. 2.9. L'intensit P della corrente di energia doppia nel
t di corrente elettrica. dispositivo inferiore che in quello superiore, l'intensit I
della corrente elettrica uguale. La scala della tensione U
fissata in modo che in entrambi i casi valga P = UI.
B. Osservazioni
Tabella 3.1. Traduzione degli assiomi di Newton nel linguaggio della corrente di quantit di moto
moto "convettiva" e, analogamente, la componente variazioni di impulso avvengono in tempi cos brevi
F una corrente di quantit di moto "conduttiva". che meglio non porsi domande sul decorso esatto
Le due componenti si distinguono nel loro compor- del processo.
tamento in caso di cambiamento del sistema di rife- Il nome "quantit di moto" deriva dal nome che Des-
rimento. La componente convettiva cambia il suo cartes diede alla grandezza p: "quantitas motus".
valore, quella conduttiva no. Nel sistema di riferi- Descartes considerava la grandezza da lui introdotta
mento dove la velocit v del termine v Im uguale a come misura del moto. Il termine "quantit di moto"
zero, nulla pure la corrente di quantit di moto con- coincide con la definizione di Descartes e con la
vettiva. Per un osservatore che si muove in un getto concezione moderna di p.*
d'acqua alla stessa velocit dell'acqua, il getto non Il termine "forza" ovviamente non pu essere man-
trasporta quantit di moto. Ovviamente anche la tenuto. troppo in contrasto con la nostra inten-
corrente di massa nulla. zione di descrivere la grandezza F come intensit
di corrente della grandezza p.
4. Le leggi di Newton nel modello di corrente di Se avessimo libera scelta nei nomi delle grandezze p
quantit di moto e F, chiameremmo p "quantit di moto" e F "in-
La tabella 3.1 contiene la traduzione delle leggi fon- tensit di corrente meccanica" (in analogia all'inten-
damentali di Newton nel linguaggio della corrente sit di corrente elettrica I).
di quantit di moto. Constatiamo che tutte e tre le
leggi, parte destra della tabella, sono formulazioni 7. L'unit di misura della quantit di moto
diverse della conservazione della quantit di moto. Nella presente esposizione della fisica lo studente
Visto che nel nostro corso la conservazione della deve farsi una propria rappresentazione concettuale
quantit di moto presupposta sin dall'inizio, tratta- delle grandezze estensive. Non deve pensarle come
re gli assiomi di Newton non neppure necessario. grandezze dipendenti da altre. Non sarebbe nel ri-
Procediamo esattamente cos come si fa in elettrolo- spetto di questo principio usare un'unit di misura
gia con la carica elettrica, la cui conservazione composta, cio il prodotto o il quoziente di altre uni-
presupposta sin dall'inizio. t di misura. Visto che secondo il Systme Interna-
tional la quantit di moto e l'entropia non hanno una
5. La relazione p = mv loro unit di misura, per queste due grandezze ne in-
troduciamo di nostre, compatibilmente con il siste-
A lezione, la relazione p = mv viene trattata abba- ma SI: per la quantit di moto l'huygens (Hy), dove
stanza tardi. Gli studenti devono prima farsi un'idea
della quantit di moto. Si vuole cos evitare che pen- 1 huygens = 1 newton secondo
sino che p sia solo un'abbreviazione del prodotto e per l'entropia il carnot (Ct), con
mv o che il valore di p si possa determinare solo 1 carnot = 1 joule/kelvin.
attraverso i valori di m e v. Nel corso sottolineiamo per contro volentieri che le
La relazione corrispondente a p = mv in elettricit correnti delle grandezze estensive sono della gran-
Q = CU. ovvio che questa equazione non pu dezze composte: la quantit che fluisce in un deter-
essere usata per definire la carica elettrica. Ci dice minato punto per unit di tempo. Nei casi in cui
semplicemente che la tensione tra le placche di un queste intensit di corrente hanno una propria unit
condensatore proporzionale alla carica presente di misura, in particolare J/s = W, C/s = A e Hy/s = N,
sulle placche. Inoltre definisce la capacit come co- occasionalmente usiamo di proposito l'unit di mi-
efficiente di proporzionalit tra Q e U. Analoga- sura composta. Diremo ad esempio: "attraverso la
mente l'equazione p = mv ci dice che la velocit corda fluisce una corrente di quantit di moto di 15
di un corpo proporzionale alla sua quantit di moto huygens al secondo, cio di 15 newton", oppure: "o-
e che la massa il coefficiente di proporzionalit tra gni secondo attraverso il filo fluiscono 2 coulomb,
p e v. l'intensit della corrente quindi di 2 coulomb al se-
condo o di 2 ampre."
6. I nomi delle grandezze p e F Si tenga presente che la distinzione tra grandezze
Per la grandezza p vengono comunemente usati due fondamentali e grandezze composte non ha motiva-
nomi: "impulso" e "quantit di moto". zioni fisiche. esclusivamente la conseguenza di
Il nome "impulso" ha il vantaggio di essere breve. considerazioni didattiche.
La brevit importante in locuzioni del tipo "cor-
rente d'impulso" o "intensit della corrente d'impul-
so". Questo nome ha per uno svantaggio: suggeri-
sce che la grandezza abbia a che fare con un fenome- * NdT: nell'originale tedesco si optato per il termine "Im-
no repentino, improvviso. Nel linguaggio comune puls" pur sottolineando come "Bewegungsmenge", che in
usato con il significato di "dare una spinta" ("...die- tedesco non esiste ed la traduzione letterale di "quantitas
de nuovo impulso alla discussione.") Una conse- motus", sarebbe stato pi adatto. Per questo motivo
guenza che lo studente associa fin troppo abbiamo optato per l'uso di "quantit di moto", malgrado lo
facilmente l'impulso agli urti: fenomeni nei quali le svantaggio di non essere composto da una sola parola.
23
8. Il carattere estensivo della quantit di moto vano ci che contenuto in un corpo massiccio che
Un obiettivo didattico importante del paragrafo 3.2 si muove a velocit elevata, ad esempio un
la comprensione del fatto che la quantit di moto autotreno che viaggia in autostrada a 100 km/h. Si
ha carattere estensivo, che i corpi in movimento dir poi agli studenti che quella grandezza ci che
contengono per l'appunto una certa quantit di mo- in fisica viene chiamato quantit di moto. Per espe-
to. Quasi tutti i ragionamenti e gli esperimenti del rienza sappiamo che oltre a parole come "spinta",
paragrafo 3.2 servono a questo scopo. In tutti gli "slancio" o "potenza", gli studenti diranno anche
esperimenti richiesto il bilancio della quantit di "forza".
moto. In nessun caso si dovrebbe rifiutare questa risposta
Ovviamente gi dalla domanda "dove andata la definendola sbagliata o non appropriata. Si dovreb-
quantit di moto?" consegue che la quantit di moto be piuttosto sottolineare che la parola "forza" nel
ha carattere estensivo. E il docente potrebbe chie- linguaggio comune non usata in modo uniforme.
dersi: non sarebbe pi bello lasciare che gli studenti In realt il suo significato comune corrisponde solo
scoprano da soli il carattere estensivo della nuova a volte con la grandezza F della fisica. A volte coin-
grandezza? Questo obiettivo sarebbe per molto pi cide anche con l'energia cinetica, a volte con la cor-
difficile da raggiungere. Storicamente ci sono rente di energia meccanica e spesso si pu effettiva-
voluti un paio di secoli prima che si arrivasse a mente applicare molto bene alla quantit di moto.
questa consapevolezza. Normalmente nemmeno Lo si capisce anche dall'uso di questa parola nella
per le altre grandezze, ad esempio per la massa o la storia della fisica. Nella famosa discussione tra car-
carica elettrica, si procede in questo modo. Il tesiani e leibniziani sulla scelta di mv o di mv2
docente parla sin dall'inizio di queste due grandezze come "giusta" grandezza, si era alla ricerca della
come si parla di grandezze estensive. molto "misura della forza", come si diceva all'epoca.
improbabile che gli studenti scoprirebbero da soli il
carattere estensivo della carica elettrica.
11. La misurazione della quantit di moto
9. Sul metodo didattico In Fig. 3.1 rappresentato un esperimento per la
misurazione della quantit di moto. Il corpo C, di cui
Un'osservazione sul metodo didattico. Per alcuni vogliamo misurare la quantit di moto, si muove
esperimenti consigliamo di procedere nel modo se- verso destra. Dalla destra si avvicinano i corpi E1,
guente: innanzitutto l'esperimento viene eseguito. E2, , ognuno dei quali porta un'unit di quantit
Poi gli studenti vengono invitati a descrivere quello di moto negativa. I corpi Ei compiono un urto a-
che si osserva. Devono farlo parlando delle velocit nelastico con C , cio ogni corpo Ei urta C e vi resta
dei corpi coinvolti, ad esempio: "Un corpo si muove agganciato. Il procedimento di misurazione il se-
verso destra, l'altro fermo; poi si scontrano; poi si guente: si fanno urtare il corpo C e i corpi unitari fin-
muovono entrambi ecc." Quindi gli studenti vengo- ch C si ferma. Il numero di corpi unitari che in quel
no pregati di spiegare l'esperimento. Con questo momento sono agganciati a C, equivale al numero di
si intende che devono raccontare cos' successo alla unit di quantit di moto che il corpo C aveva prima
quantit di moto. Dunque, si osserva il moto e lo si del primo urto.
spiega con la quantit di moto.
L'esperimento si pu realizzare in questo modo
Molto pi tardi nel corso procederemo allo stesso (Herrmann, Schubart 1989): il corpo C una slitta
modo: in termologia. La descrizione delle osserva- che scivola su una rotaia a cuscino d'aria. I corpi uni-
zioni consister in affermazioni sulla temperatura, tari sono proiettili di fucile ad aria compressa che
la spiegazione nella stesura del bilancio dell'entro- vengono sparati in modo pneumatico contro C. Su C
pia. si trova un raccoglitore di proiettili. A causa della
10.Termini del linguaggio comune relativi alla sua pericolosit, l'esperimento per poco adatto a
quantit di moto una lezione scolastica. Si pu comunque semplice-
mente discuterne il procedimento.
Nell'introduzione della quantit di moto si pu pro-
cedere in questo modo: si chieda agli studenti di Crediamo comunque che la descrizione di questo
elencare delle parole o delle definizioni che descri- procedimento sia superflua in quanto gli esperimen-
C E1 E2 E3 E4
C E1 E2 E3 E4
ti sugli urti del paragrafo 3.2 in sostanza contengono 14. Correnti di quantit di moto senza resistenza
in modo implicito un metodo di misurazione della
quantit di moto. In particolare permettono di stabi- Paragoniamo gli oggetti solidi a dei superconduttori
lire l'uguaglianza e i multipli dei valori di quantit di elettrici in quanto conducono la quantit di moto
moto. senza resistenza: non diciamo per che sono dei
superconduttori di quantit di moto. In elettrodina-
mica peraltro il termine superconduttore non signi-
fica unicamente un conduttore di resistenza zero
12. Il ruolo dell'attrito (prima equazione di London). Vale anche che in un
Nella meccanica classica l'attrito un fenomeno superconduttore il campo magnetico si annulla
indesiderato. Non si adatta alla meccanica classica (effetto Meiner-Ochsenfeld, seconda equazione di
perch connesso a produzione di entropia e conduce London).
quindi a forze non conservative.
Senza attrito la forza proporzionale all'accelera- 15. Sull'introduzione della velocit
zione. I fisici sono cos abituati alla meccanica
senza attrito, che alcuni di loro tendono a credere La velocit non viene introdotta con una definizione
che la frase "la forza proporzionale alla velocit" che la riconduca a spazio e tempo. Ci cono due moti-
sia sbagliata e che solo la frase "la forza vi per non farlo. Primo perch sembrerebbe innatu-
proporzionale all'accelerazione" sia corretta. rale dare una definizione abbastanza complessa di
una grandezza di cui tutti hanno un'idea ben chiara.
In realt ovviamente l'una e l'altra possono essere Secondo perch, non essendo ancora conosciuto il
vere. La diffamazione della relazione F ~ v da parte quoziente differenziale, la velocit potrebbe essere
della meccanica del secolo scorso, che non mai definita solo nel caso particolare in cui costante nel
venuta a capo della produzione di entropia, deplo- tempo. Il nostro procedimento si pu riassumere co-
revole soprattutto perch si ripercuote ancora al s: la velocit quella grandezza che ci dice quanto
giorno d'oggi sull'insegnamento della fisica. Al in fretta si sta muovendo un oggetto. quella gran-
massimo la relazione F ~ v meno fondamentale dezza che si misura con il tachimetro. Nel caso par-
di F ~ a nella misura in cui la sua validit dipende da ticolare in cui v costante, c` una relazione
caratteristiche materiali. All'analoga relazione elet- semplice tra la velocit v, lo spazio percorso s e il
trica I ~ U non per questo attribuito un ruolo di tempo t impiegato per percorrere questo spazio, e
secondo piano rispetto a I = dQ/dt = CdU/dt (la cio v = s/t.
relazione tra I e U in un condensatore).
Trattiamo dunque l'attrito come un normale e non
necessariamente indesiderato fenomeno meccani- 16. La velocit media
co. Pu succedere che lo si voglia escludere. In quel
caso useremo una rotaia a cuscino d'aria o macchine Al concetto di velocit media non viene attribuita
ben lubrificate esattamente come usiamo fili di importanza maggiore che ad altre medie come la po-
rame per eliminare "l'attrito elettrico". sizione media, la corrente elettrica media, l'energia
media
Tabella 3.2. Sull'analogia tra correnti di quantit di moto e con due contenitori A e B, con A che ha sezione
correnti d'acqua doppia rispetto a B. Se i corpi A e B sono in caduta
libera, la corrente di quantit di moto che fluisce in
corpo Recipiente d'acqua con le pareti A doppia di quella di B a causa di F = m g.
verticali Nel modello quindi, la corrente d'acqua che fluisce
massa m Superficie A del fondo del reci-
in A deve essere doppia di quella di B. I livelli
piente dell'acqua (che corrispondono alle velocit)
salgono con la stessa rapidit, Fig. 3.2.
quantit di moto p Quantit d'acquaV nel recipiente
(p. es. in litri) Consideriamo ora nuovamente due corpi A e B che
Altezza h della superficie dell'ac- cadono in un mezzo che genera attrito, e i due conte-
velocit v nitori che li rappresentano, Fig. 3.3. Anche in questo
qua rispetto al fondo del recipiente
caso A abbia massa doppia di B ed entrambi abbiano
fisica. cos perfetta e comprensibile che si sarebbe la stessa forma. Di conseguenza la perdita di quan-
tentati dall'utilizzarla il pi spesso possibile nelle tit di moto dovuta all'attrito sar la stessa a velocit
lezioni. uguali. Nel modello, l'attrito dipendente dalla velo-
cit rappresentato da un foro sul fondo del conteni-
Un esempio: una slitta che urta in modo anelastico tore. La perdita d'acqua dipende dal livello h del-
contro due altre slitte, corrisponde a un contenitore l'acqua. I fori dei due contenitori siano uguali, in
pieno d'acqua che viene collegato a due contenitori modo tale che, quando il livello d'acqua lo stesso,
vuoti, in modo tale che alla fine i livelli d'acqua si la corrente in uscita dai fori abbia la stessa intensit.
uguaglino. Lasciar cadere i corpi equivale ad aprire i rubinetti.
Esattamente come ognuno dei corpi in caduta si av-
In ogni caso non si dovrebbe esagerare nell'uso di vicina asintoticamente ad una diversa velocit limi-
analogie come questa. La struttura della fisica te, anche i livelli dell'acqua tendono asintoticamen-
sicuramente un obiettivo didattico importante. Al- te a valori diversi. Il livello limite nel contenitore
trettanto importanti sono per i fenomeni, e il loro dalla sezione pi piccola sar pi basso - in accordo
studio potrebbe essere svantaggiato se durante le le- con l'analogia.
zioni si dedicasse troppo tempo alla struttura.
Se il modello del contenitore d'acqua cos sempli-
I seguenti confronti non sono pensati per le lezioni. ce, perch non lo si utilizzato anche nel capitolo 2
Servono piuttosto a permettere al docente di fami- quando si dovevano introdurre concetti fondamen-
liarizzarsi con l'immagine della quantit di moto tali come corrente, spinta, resistenza, ecc. e si in-
come grandezza estensiva. vece fatto ricorso a una struttura dove la grandezza
A un corpo in caduta libera affluisce una corrente di intensiva la pressione? Questo modello diventa
quantit di moto costante. Di conseguenza la sua assai poco maneggevole quando si parla di resi-
quantit di moto aumenta proporzionalmente al stenza alle correnti. Sarebbe molto difficile realiz-
tempo trascorso. Ci corrisponde a un contenitore zare un congegno corrispondente a una resistenza
nel quale si riversa un flusso d'acqua costante, il cui ohmica.
effetto un aumento proporzionale al tempo del li-
vello dell'acqua. Sulla Luna la corrente di quantit
di moto pi piccola. Nel modello ci corrisponde a 18. Urti
una corrente d'acqua meno intensa.
Durante un urto, in particolare un urto a due, un
Consideriamo due corpi A e B in caduta libera. La corpo perde quantit di moto e un altro ne riceve. Per
massa di A sia il doppio di quella di B. L'analogia definire urto un processo di cessione di quantit di
B A B A
Fig. 3.2. Il fondo del recipiente a destra ha un'area doppia di Fig. 3.3. Gli stessi recipienti di Fig. 3.2. ma con un foro. I due
quello a sinistra. Inoltre la corrente che fluisce nel recipiente a fori sono identici. I livelli dell'acqua si assestano asintotica-
destra forte il doppio di quella che fluisce in quello a sini- mente ad altezze diverse.
stra. I livelli dell'acqua salgono alla stessa velocit.
26
moto, esigiamo per dell'altro. Dapprima i corpi co- In tutti questi processi il tempo durante il quale la
involti devono muoversi senza che venga trasmessa quantit di moto fluisce da un corpo all'altro non
quantit di moto. Segue una cessione di quantit di appare pi cos breve da essere trascurabile. Il pro-
moto in un tempo molto breve e poi un'altra fase cesso stesso viene posto in primo piano e diviene
senza scambi di quantit di moto. Quando diciamo oggetto d'esame.
che la cessione di quantit di moto deve avvenire in
tempi brevi intendiamo cos brevi che il fenomeno
sfugga all'attenzione dell'osservatore. 19. La meccanica con la quantit di moto in una
In realt di solito gli urti vengono trattati unicamen- sola direzione
te mediante dei bilanci. Ci si chiede cosa succede Da un lato la meccanica uno degli argomenti pi
alla quantit di moto e all'energia cinetica ma non ci facili della fisica. I nostri sensi sono fatti per perce-
si chiede nulla sul decorso temporale del processo di pire al meglio i processi meccanici e il nostro cervel-
cessione. lo in grado di simularli con sorprendente precisio-
La popolarit degli urti nell'insegnamento della fisi- ne. D'altro canto c' un motivo che rende l'apprendi-
ca ha varie origini. mento della meccanica particolarmente arduo: la
descrizione matematica pi impegnativa che in
Storicamente gli urti ebbero un ruolo importante. In altri campi della fisica, in quanto alcune delle pi
un tempo in cui la tecnica era ancora poco svilup- importanti grandezze della meccanica, e cio la
pata rispetto agli standard moderni, c'erano pochi quantit di moto, la forza e la velocit, sono vettori.
fenomeni accessibili ad una trattazione puramente La tensione meccanica, in realt facilmente imma-
matematica. Alla caduta libera e al moto dei corpi ginabile, descritta matematicamente da un tensore
celesti si aggiungevano appunto gli urti. Questi ulti- di secondo ordine e per descrivere l'elasticit di un
mi avevano la piacevole caratteristica di permettere materiale, altra caratteristica facilmente comprensi-
delle affermazioni sull'esito di un esperimento, sen- bile, si usa addirittura un tensore di quarto ordine.
za conoscerne il decorso esatto, senza una legge del-
la forza. In realt, quando le leggi degli urti vennero Trattandosi di un corso per principianti, per aggirare
enunciate, il concetto newtoniano di forza non esi- questi ostacoli matematici faremo inizialmente
steva ancora. meccanica a una dimensione. Ci limiteremo a quei
fenomeni dove una sola componente di quantit di
L'importanza degli urti nella meccanica del XVII moto, forza e velocit svolge un ruolo. Matematica-
secolo si deduce dal numero di lavori sull'argomen- mente tratteremo questa componente come uno sca-
to: di Descartes, Marci, Galileo, Roberval e altri. lare. Vale la pena sottolineare che in questo modo si
Nell'anno 1668 la Royal Society of London propose possono descrivere senza troppa fatica i pi impor-
di formulare una trattazione completa degli urti. tanti aspetti della meccanica.
Huygens, Wren e Wallis inoltrarono dei lavori al ri-
guardo. La trattazione nata in questo periodo venne
poi trasmessa di generazione in generazione. 20. Bibliografia
Che gli urti siano a tutt'oggi uno degli argomenti GERTHSEN, C., KNESER, H. O., VOGEL, H.:
preferiti ha anche altre cause. Sono uno dei temi Physik.Pag. 175, Springer-Verlag, Berlin (1977).
dove trovare degli esercizi di calcolo semplici e
sono facilmente riproducibili con delle rotaie. HERRMANN, F., SCHUBART, M.: Measuring
momentum without the use of p = mv in a demon-
I motivi qui esposti spiegano perch gli urti abbiano stration experiment. Am. J. Phys. 57, 858 (1989).
un ruolo cos importante nella fisica, ma non lo
giustificano. LANDAU, L. D., LIFSCHITZ, E. M.: Theory of
elasticity. Chap. I, Sec 2, Pergamon Press, Oxford
Il rilievo dato nell'insegnamento a questi processi (1959).
dovrebbe dipendere dalla loro importanza nella vita
di tutti i giorni e nella ricerca. Urti fra veicoli o fra PLANCK, M.: Phys. Z. 9, 828 (1908).
palle da biliardo non sono sicuramente sufficienti WEYL, H.: Die Naturwissenschaften 12, III (1924).
per giustificare la trattazione dell'argomento. vero
peraltro che in fisica delle particelle gli urti hanno
riacquistato importanza, ma questo non argomen-
to per un corso di questo livello.
Consigliamo quindi di porre l'accento su processi di
cessione di quantit di moto molto pi comuni. Tra
questi citiamo:
- un'automobile che accelera o frena;
- un'automobile che percorre una curva;
- lanci e cadute;
- il moto della Luna, dei pianeti e dei satelliti.
27
5. Quantit di moto e energia Nel sistema di riferimento della Terra, la parte tesa
della catena si muove alla velocit vB+vC, dove vB
1. Confusione tra quantit di moto e energia ci- la velocit della bicicletta rispetto alla Terra. L'in-
netica tensit della corrente di energia che attraverso la
Si potrebbe temere che trattare l'energia cinetica catena fluisce dalla ruota dentata anteriore a quella
dopo la quantit di moto possa creare problemi allo posteriore quindi data da
studente, visto che sia l'energia cinetica che la quan- Pcatena = (vB + vC) F.
tit di moto dipendono dalle stesse variabili m e v.
Entrambe le grandezze, energia cinetica e quantit Visto che nel telaio della bicicletta fluisce una cor-
di moto, crescono in modo monotono al crescere di rente di quantit di moto verso la ruota dentata ante-
massa e velocit. riore e che la bicicletta si muove alla velocit vB, il
telaio stesso attraversato anche da una corrente di
Il problema non sorge se si d il giusto significato energia:
alle due relazioni. Sorgerebbe sicuramente se si
procedesse nel modo seguente: "introduciamo due Ptelaio = vB F.
grandezze ausiliarie p e Ecin definite da: p = mv e Nel nostro esempio vB > 0. Visto che il telaio
Ecin = (m/2)v2 ecc." sottoposto a trazione, la corrente di quantit di moto
Confrontando questa situazione con l'elettrologia ci fluisce verso destra. Quindi anche la corrente di e-
si rende conto che il problema non inevitabile. Le nergia fluisce verso destra. L'intensit totale della
relazioni analoghe a p = mv e Ecin = (m/2)v2 sono corrente di energia che fluisce verso sinistra data
Q = CU e Eel = (C/2)U2. Sicuramente nessuno che dalla differenza
abbia imparato l'elettrologia nel modo usuale con- P = Pcatena - Ptelaio = (vB + vC) F - vB F = vC F,
fonderebbe le grandezze Q e Eel per il solo fatto
che entrambe crescono al crescere di capacit e ten- lo stesso risultato ottenuto nel sistema di riferimen-
sione. Non si confondono perch di ognuna di loro to della bicicletta.
si ha gi una rappresentazione concettuale e perch
n la carica elettrica n l'energia del campo elettrico
sono definite da Q = CU e Eel = (C/2)U2. 3. Il segno dell'energia
Procediamo allo stesso modo con la meccanica. Pri- Nel paragrafo 5.2 b viene constatato che l'energia di
ma ci si familiarizza con energia e quantit di moto, un corpo in movimento, cio quella parte dell'ener-
poi si trattano le relazioni p = mv e Ecin = (m/2)v2. gia totale che i fisici chiamano energia cinetica,
sempre positiva indipendentemente dalla direzione
del moto. Potrebbe sembrare naturale a questo pun-
2. La catena di bicicletta to, dire che l'energia assume fondamentalmente dei
valori positivi. Non abbiamo formulato un teorema
Il trasporto di energia mediante la catena di una bici- del genere perch in alcune aree della fisica pratica
cletta o di una motocicletta, un'interessante appli- comune e utile fissare lo zero dell'energia in modo
cazione della relazione tale che appaiano anche valori di energia negativa.
P=vF
Sconsigliamo di utilizzarla nelle lezioni perch crea 4. Il contenuto di energia
un problema che inizialmente preferiremmo evita-
re: l'intensit della corrente di energia dipende dal Il paragrafo 5.2 tratta ci che il linguaggio tecnico
sistema di riferimento. della fisica chiama energia di tensione della molla
Emolla, energia cinetica di un corpo Ecin e energia
Se consideriamo la trasmissione di energia di una potenziale di un corpo Epot. Ognuna di queste com-
catena di bicicletta nel sistema di riferimento della ponenti dell'energia ha una dipendenza semplice da
bicicletta, energia e quantit di moto fluiscono alla altre grandezze appartenenti allo stesso sistema:
ruota dentata posteriore attraverso la parte in tensio-
ne della catena: quella superiore (supponiamo che Emolla = (k/2)s2
la bicicletta si muova verso destra). Se vC la Ecin = (m/2)v2
velocit della catena rispetto alla bicicletta e F
l'intensit della corrente di quantit di moto nella Epot = m g h.
parte in tensione, allora Per trattare il contenuto di queste tre espressioni
P = vC F. abbiamo optato per una versione minima. Nei primi
due casi si presuppone che i sistemi contenitori di
Attraverso il telaio (fermo) della bicicletta, la quan- energia siano noti, cio che i valori delle grandezze
tit di moto rifluisce alla ruota dentata anteriore. che li caratterizzano, k e m, siano dati. Come va-
29
riabili si sono scelte l'allungamento s della molla 6. La quantit di moto come vettore
e la velocit v del corpo. Di conseguenza solo le
relazioni tra Emolla e s e tra Ecin e v sono formulate 1. Composizione e scomposizione di correnti di
in un teorema. Ma queste relazioni dicono solo che quantit di moto
una grandezza cresce in modo monotono al crescere Per discutere la somma vettoriale delle intensit
dell'altra. Nella terza relazione, sia l'altezza h che delle correnti di quantit di moto, consigliabile co-
la massa m sono considerate variabili, mentre la minciare dalla composizione di correnti piuttosto
costante locale g assume il ruolo di parametro che dalla loro scomposizione: due correnti di quan-
costante che caratterizza il contenitore di energia. Il tit di moto confluiscono e ci si interroga sull'inten-
teorema verte quindi sul rapporto tra Epot e h e tra sit della corrente risultante. Posta in questi termini
Epot e m. la questione semplice.
Per contro scomporre una corrente di quantit di
moto sempre ambiguo. Necessita una scelta arbi-
traria delle direzioni.
Che un oggetto solido possa essere sottoposto a ten- 10 Entropia e correnti di entropia
sioni diverse in direzioni diverse facile da imma-
ginare. Che le direzioni indipendenti siano esatta- 1. Entropia sin dall'inizio
mente tre invece pi difficile da capire e anche da Entropia e temperatura hanno nei processi termici
dimostrare con gli strumenti a disposizione nelle lo stesso ruolo di carica elettrica e potenziale elettri-
lezioni. Per questo motivo il fatto viene semplice- co nei processi elettrici e di quantit di moto e velo-
mente spiegato dal docente. cit in quelli meccanici. Entropia, carica elettrica e
quantit di moto sono grandezze estensive; tempe-
ratura, potenziale elettrico e velocit, le rispettive
3. Trasmissione idraulica di energia grandezze intensive "coniugate all'energia". Da
A nostro modo di vedere c' un aspetto dell'idraulica questa contrapposizione capiamo che l'entropia ha
che viene spesso trascurato. Il motivo principale che per la termologia la stessa importanza della carica
spiega la grande diffusione degli impianti idraulici elettrica per l'elettrologia e della quantit di moto
sta nel fatto che permettono di trasmettere comoda- per la meccanica. E le correnti di entropia hanno in
mente energia. Per questo motivo nel nostro corso il termologia un ruolo importante come le correnti
trasporto idraulico di energia avr un'importanza elettriche in elettrologia e le forze (correnti di quan-
maggiore di quella solitamente attribuitagli. tit di moto) in meccanica. quindi coerente comin-
ciare la termologia con l'entropia. Termologia senza
entropia solo una soluzione di ripiego.
superflua, dei concetti di calore e lavoro, crea spes- 6. Osservazione e spiegazione nell'esperimento
so confusione tra gli studenti e persino tra i fisici
esperti. Nella discussione di molti esperimenti procediamo
nel modo seguente: innanzitutto descriviamo l'os-
Nel testo per studenti non usiamo la "grandezza di servazione. Questa descrizione consiste in un'af-
processo" Q in termologia, cos come in meccanica fermazione sulla temperatura, p. es.: "la tempe-
abbiamo operato senza il lavoro. ratura dell'acqua nel recipiente A diminuisce, quella
dell'acqua nel recipiente B aumenta." Poi chie-
diamo una spiegazione. Con ci intendiamo che
3. Effetti termici grandi e piccoli viene detto cosa succede all'entropia nel processo,
quindi nel nostro esempio: "dell'entropia va da A a
La decisione di introdurre l'entropia all'inizio della B". Confronta con l'osservazione 9 al capitolo 3.
termologia ci d anche la possibilit di ribilanciare i
temi trattati nelle lezioni di termologia. Fenomeni,
apparecchi e impianti il cui funzionamento viene 7. Quali sono i processi con la maggiore produ-
determinato grazie a correnti di entropia, p. es. zione di entropia?
motori termici, impianti di riscaldamento, pompe di
calore e il bilancio termico della Terra, sono messi C' spesso confusione su quali siano i processi con
in primo piano. Altri fenomeni tradizionalmente produzione di molta e quali di poca entropia. Sulla
trattati in un corso di termologia, sono messi in dis- Terra il processo che produce di gran lunga pi
parte: come la dilatazione termica dei corpi solidi, entropia di qualsiasi altro, l'assorbimento della
un effetto dell'ordine di grandezza 10-4. luce solare.
5. Illusioni sensoriali
Ci sono argomenti trattati a lezione che si sono quasi
trasformati in rituali. Cos la necessit di una misu-
razione della temperatura viene spesso giustificata
dall'estrema facilit con cui i nostri sensi possono
essere ingannati nella percezione della temperatura.
Illusioni sensoriali come questa sono un argomento
interessante. Si tenga per presente che accadono
con tutte le percezioni sensoriali: di luminosit e
colore, di altezza, distanza e velocit, di tempo, di
forza e massa, di intensit sonora e altezza del
suono. Naturalmente per gli esseri viventi queste
"illusioni" hanno una funzione importante e positi-
va, non rappresentano solamente un'inadeguatezza
dei nostri organi sensoriali. Senza dubbio le illusio-
ni sensoriali sono un argomento da corso di fisica.,
non dovrebbero per essere discusse solo sull'esem-
pio della temperatura.
35
15. Dati e portatori di dati lando da qualche parte una rilettura. La lista degli
argomenti da attualizzare troppo lunga per per-
1. Contenuti di un'unit didattica sulla tecnica mettere di procedere cos. Durante lo sviluppo del
dei dati curricolo ci si deve chiedere in permanenza se il
Al giorno d'oggi la tecnica dei dati, o tecnica dell'in- nuovo non offra qualche punto di vista che permetta
formazione, ha un ruolo importante in quasi tutti gli di semplificare il vecchio, se non sia possibile tratta-
aspetti della nostra vita. Molte delle apparecchiatu- re vecchio e nuovo contemporaneamente. Ci si deve
re presenti in casa servono a trasmettere o a imma- chiedere se aspetti del corso apparentemente diversi
gazzinare dati: la radio, il televisore, il videoregi- non siano casi particolari della stessa cosa.
stratore, la macchina fotografica, la videocamera e i La ricerca di punti di vista di ordine superiore non ha
rispettivi proiettori. Ci sono installazioni pubbliche solo motivazioni di economia didattica. Un corso
che servono a trasmettere dati: il telefono, il fax, ma che pone in primo piano gli aspetti tecnici destina-
anche la posta. Libri e giornali servono a trasmettere to a invecchiare. Un esempio: se nel corso si parla di
e immagazzinare notizie. I dati sono trasportati in computer, lo si fa sulla base di come i computer sono
cavi di rame o fibre ottiche, con le onde dirette o at- fatti ora. In quanto apparecchiatura elettronica verr
traverso i satelliti. Alla tecnica dei dati appartengo- assegnata all'elettrologia. Ma ci si deve chiedere se
no anche procedure di rilevazione come il radar o non ci siano cose da dire sul computer che non di-
l'ecoscandaglio. In linea di principio, ogni procedu- pendono dalla sua particolare realizzazione tecnica.
ra di misura fa parte della tecnica dei dati. La dia- Un computer non deve per forza lavorare elettroni-
gnostica medica ne un esempio. Ci appare parti- camente. In linea di massima potrebbe anche fun-
colarmente evidente in procedimenti moderni come zionare meccanicamente. Un giorno ci saranno i
per esempio la tomografia. computer ottici, e il cervello una specie di compu-
Ovviamente il rappresentante pi attuale tra le ap- ter elettrochimico.
parecchiature relative alla tecnica dei dati il com- Per lo stesso motivo ci si deve chiedere se sia possi-
puter. bile fare delle affermazioni sul computer senza pre-
La trasmissione, l'immagazzinamento e l'elabora- supporre la sua architettura attuale. Il cervello ad e-
zione dei dati sono molto importanti anche nei siste- sempio, fatto in modo completamente diverso, e i
mi biologici. I nostri organi sensoriali servono a re- calcolatori con un'architettura a multiprocessore,
gistrare dati, i nervi servono a trasmetterli e il cer- cos come i calcolatori basati sulle reti neuronali,
vello a elaborarli e immagazzinarli. Attraverso la hanno un ruolo sempre pi importante.
parola e la gestualit, i dati vengono emessi. Sul pia- Infine, dovrebbe essere possibile fare delle afferma-
no molecolare la "tecnica" dei dati nei sistemi biolo- zioni riguardanti le attivit di un computer senza che
gici ha un'influenza ancora pi estesa. dipendano dal tipo di problemi affrontato: risolvere
Tutti questi fenomeni, dispositivi tecnici e procedi- un'equazione differenziale, riconoscere un modello
menti hanno qualcosa in comune: hanno a che fare o eseguire calcoli.
con la trasmissione, l'immagazzinamento e l'elabo- Di conseguenza, nel nostro corso i diversi fenome-
razione dei dati. Questi elementi comuni sono evi- ni, procedimenti e dispositivi della tecnica dei dati
denti, non c' bisogno di essere uno specialista per vengono trattati a partire da punti di vista comuni.
riconoscerli.
Non perseguiamo questo obiettivo solo per ragioni
Ci si dovrebbe quindi aspettare che questi elementi di economia didattica. Il semplice fatto che ci siano
comuni abbiano portato a una descrizione scientifi- dei punti di vista comuni gi un aspetto didattico
ca omogenea, a una descrizione che permetta di ri- importante.
conoscere una struttura unitaria. Purtroppo non il
caso. Si sono sviluppate diverse singole discipline,
come ottica, acustica, elettronica, metrologia, tecni- 2. La misura di Shannon per la quantit di dati
ca delle telecomunicazioni, informatica e altre an-
cora. Due di queste discipline sono entrate a far par- Se vogliamo dare una descrizione fisica capace di
te della fisica: l'ottica e l'acustica. Da altre, alcuni includere tutti i fenomeni e i dispositivi tecnici che
procedimenti particolari hanno trovato spazio nel- conta la tecnica dei dati, dobbiamo munirci dell'at-
l'insegnamento della fisica, per esempio l'elettroni- trezzo adatto. Per un fisico gli attrezzi pi importan-
ca o la tecnica delle telecomunicazioni. Un'ulteriore ti sono le grandezze fisiche. Quindi cerchiamo una
parte della tecnica dei dati viene trattata dalla biolo- grandezza che serva a descrivere i fenomeni discus-
gia. si nel paragrafo precedente.
La separazione di varie branche della tecnica dei da- Attorno a met del XIX secolo la situazione era
ti in sottodiscipline distinte, spesso fondata su con- molto simile. Allora, le descrizioni scientifiche del-
siderazioni di carattere tecnico abbastanza superfi- la meccanica, dell'elettrologia e della termologia e-
ciali, ha uno svantaggio: nella fisica dei dati non si rano ancora abbastanza indipendenti, anche se da
riesce a riconoscere una struttura unitaria. tempo si sapeva che dovevano essere in relazione.
Queste relazioni furono incluse nella teoria nel mo-
A lungo termine un corso non pu permettersi di mento in cui si costru una nuova grandezza fisica:
procedere in questo modo, cio aggiungendo o infi- l'energia.
39
Il fatto che l'energia abbia acquisito una tale impor- procedimenti di misurazione, i valori di H in so-
tanza dipende, tra le altre cose, anche dal fatto che stanza si ottengono contando.
una grandezza estensiva.
L'uso della grandezza H facilitato anche dal suo
Considerati i vantaggi portati alla fisica dall'intro- carattere estensivo.
duzione dell'energia, sarebbe auspicabile costruire
una grandezza di carattere estensivo che riassuma i
vari ambiti della tecnica dei dati. Siamo nella fortu- 3. "Informazione" o "quantit di dati"?
nata condizione di non dover costruire una grandez-
za del genere, perch c' gi: la misura della quan- Shannon chiam la grandezza H da lui definita "en-
tit di dati, o di informazione, introdotta da C. Shan- tropia della sorgente di informazione". Poco dopo
non (Shannon, Weaver 1949). l'introduzione di questa grandezza un altro nome
cominci ad affermarsi sempre pi. Molti autori la
Questa grandezza si affermata da tempo nella tec- chiamavano semplicemente "informazione". Una
nica dell'informazione ed diventata la grandezza scelta infelice, e vogliamo spiegare perch.
centrale di una teoria specifica: la teoria dell'infor-
mazione. Ma finora la possibilit di servirsene per Innanzitutto va notato che nella letteratura scientifi-
ordinare in modo sistematico la tecnica dei dati non ca la parola informazione assume significati diver-
quasi mai stata sfruttata. si. Il nome "informazione" per la grandezza H si
trova prevalentemente nei libri sulla teoria dell'in-
La misura dell'informazione di Shannon, o quantit formazione. In informatica invece, con "informa-
di dati, definita come zione" si intende qualcos'altro, e il significato assu-
me sfumature diverse da autore a autore. In ogni ca-
so la parola riferita a un singolo messaggio, non il
H= pi ld pi bit nome di una grandezza fisica.
Ma soprattutto riteniamo inadeguato il nome infor-
mazione per la grandezza H, in quanto inevitabil-
La grandezza una misura della quantit di dati (e- mente evoca negli studenti false associazioni di i-
spressa in bit) portata da un segno. N il numero dee. "Informazione" anche una parola comune il
totale di segni utilizzati. pi la probabilit che cui significato non d'aiuto se vogliamo capire la
compara l'i-esimo segno. "ld" il logaritmo in ba- grandezza fisica H; piuttosto un ostacolo.
se due. Con questa equazione si possono calcolare
sia la quantit di dati immagazzinata in un conteni- Il fatto che il significato comune della parola "infor-
tore, sia la quantit di dati trasmessa attraverso un mazione" si differenzi sotto molti aspetti dalla gran-
conduttore in un determinato intervallo di tempo. dezza H, pu essere dedotto analizzando la seguente
A prima vista questa equazione sembra troppo diffi- ragionevole affermazione: "mi ha dato un'informa-
cile e inadatta a un corso per principianti. Non pre- zione importante riguardo a certi eventi".
suppone forse la comprensione del logaritmo e del Prima di tutto in questo caso la parola informazione
concetto di probabilit? Ma un'analisi pi attenta ri- si riferisce a un unico messaggio. La frase non deve
vela che H si pu esprimere in una forma pi ele- caratterizzare una quantit di messaggi.
mentare e che in questo modo la grandezza diventa
addirittura semplice. In secondo luogo il messaggio viene qualificato
All'inizio ci limitiamo a quei processi dove tutti gli dall'aggettivo "importante", non secondo criteri fi-
N simboli sono equiprobabili, cio quando: sici, ma umani. In ogni caso nel linguaggio comune
ha senso parlare di informazione solo se, nella tra-
p1 = p2 = ... = pN = 1/N smissione, l'ultimo anello della catena una perso-
na. Ma la grandezza H non consente valutazioni
Dall'equazione che definisce H otteniamo secondo parametri umani. Ed pure del tutto irrile-
H = ldN bit vante il coinvolgimento o meno di una persona in
una qualunque fase della trasmissione.
In questa forma le probabilit non appaiono pi.
Tuttavia c' ancora il logaritmo. Ma visto che l'e- Terzo: la frase citata dimostra che nel linguaggio
quazione equivalente a comune l'informazione riguarda sempre qualcosa.
In modo pi formale possiamo dire: il sistema A ri-
2H/bit = N, ceve dal sistema B informazione sul sistema C.
Quando la parola informazione viene usata per la
anche gli studenti che non conoscono il logaritmo grandezza H, questo fatto porta a delle concezioni
possono calcolare facilmente il valore di H a me- curiose della grandezza stessa. Effettivamente H,
no di un intero: basta loro cercare la potenza di due come grandezza estensiva, associata a una regione
pi vicina a N. dello spazio, cio a un unico sistema fisico. Se pen-
Abbiamo cos trovato la propriet della quantit di siamo a una corrente di H entra in gioco un secondo
dati che ne fa una grandezza particolarmente como- sistema. Ma l'identificazione di un terzo sistema, in
da da usare. Mentre i valori di altre grandezze sono questo ambito non ha nessun senso.
spesso determinabili solo applicando complicati
40
La denominazione proposta da noi, "quantit di da- mente dal sistema di riferimento scelto dall'osserva-
ti", non ha questi svantaggi. costruita analoga- tore. Ad esempio, il valore della quantit di moto di
mente a "quantit di sostanza", la denominazione un'automobile dipende dal sistema di riferimento
ampiamente accettata per la grandezza n. La parola nel quale si descrive il moto. Questa considerazione
"quantit" suggerisce che non si tratti di una singola non cambia il fatto che si tratta della quantit di mo-
informzione, bens di una misura per la quantit di to dell'automobile, e non della quantit di moto del
informazione, di testo, di immagini, ecc. - in breve: sistema di riferimento o dell'osservatore.
di dati. La parola "dati" sottolinea che il significato
contenuto nell'informazione non ha rilevanza. Tra Di conseguenza, ogni volta che a lezione si parla di
l'altro, per lo stesso motivo Schopenhauer chiamava quantit di dati lo si deve fare identificando chiara-
"dati" i segnali trasmessi dagli organi di senso al mente il sistema nel quale sono contenuti i dati, ri-
cervello. spettivamente i sistemi che se li scambiano.
Inoltre la parola dati riferita alla misura di Shannon I dati possono anche fluire a una persona ed essere
ha l'indubbio vantaggio di essere gi ampiamente u- immagazzinati nel suo cervello. Ma in una situazio-
tilizzata nella terminologia informatica e della tec- ne del genere la persona non ha il ruolo di osservato-
nica dei dati. Cos si parla di trasmissione di dati, e- re, bens quello di un normale sistema fisico. Una
laborazione di dati, memorizzazione di dati, input e persona pu anche avere quantit di moto, senza a-
output di dati, banca dati, ecc. Suona pi naturale di- vere il ruolo di osservatore, cio di chi stabilisce il
re: "la memoria contiene una grande quantit di da- sistema di riferimento.
ti" piuttosto che "la memoria contiene molta infor-
mazione".
7. I vantaggi dell'additivit
Nel calcolo della quantit di dati sfruttiamo spesso
4. Il significato di un messaggio l'additivit di H, senza per precisarlo esplicitamen-
A volte si tenta di distinguere tra "messaggio, inclu- te. Immaginiamo di dover calcolare la quantit di
so il suo significato" e "messaggio, escluso il suo si- dati di un'immagine composta da una griglia di
gnificato" servendosi di parole diverse. Weaver ad 2020 = 400 punti, ognuno dei quali pu assumere
esempio (Shannon, Weaver 1949) parla di "messag- uno tra i quattro colori nero, grigio scuro, grigio
gio"nel primo caso e di "segno"nel secondo. chiaro e bianco. Un metodo per calcolare la quantit
di dati dell'immagine si serve del numero totale di
Ma la necessit di una tale distinzione si sente solo segni, cio il numero totale di immagini possibili. In
nel caso in cui il ricevitore del messaggio un essere queso caso ammonta a 4400. Non molto facile far
umano. In realt la presenza o meno di una persona capire agli studenti come si ottiene questa potenza.
in un qualsiasi momento della trasmissione irrile- Inoltre il valore N molto elevato, ben oltre i va-
vante. E la distinzione tra dati con e senza significa- lori contenuti nella nostra tabella delle potenze di 2.
to crea probabilmente pi confusione che chiarezza.
Quindi procediamo in altro modo: facile rendersi
conto che la quantit di dati di ogni singolo punto
dell'immagine 2 bit. A causa dell'additivit di H,
5. La precisione del numero di bit per tutta l'immagine otteniamo:
La formula che permette di calcolare H ha una ca- H = 400 2 bit = 800 bit.
ratteristica molto comoda: il valore di H non molto
sensibile agli errori nella stima di N. Anche quan- Se gli studenti conoscessero i logaritmi avrebbero
do il numero di segni molto incerto, il valore di H si potuto ottenere lo stesso risultato in un altro modo:
ottiene con buona precisione. Non vale nemmeno la
pena investire molto tempo nella determinazione H = ld (4400) bit = 400 ld 4 bit = 800 bit.
dell'esatto numero di segni.
8. La ridondanza
6. A cosa viene associata la grandezza "quantit Un codice binario si dice ridondante se un segno
di dati"? porta meno di un bit, cio se i due segni non sono e-
Il modo con il quale solitamente la letteratura scien- quiprobabili. Visto che i trasporti di dati con segni di
tifica utilizza la misura dell'informazione di Shan- probabilit diversa verranno trattati pi avanti, an-
non, causa spesso confusione. In particolare non si che la ridondanza non viene affrontata fino a quel
riesce a capire a cosa viene associato il valore della momento.
grandezza. Di solito la grandezza H detta "infor-
mazione" e si trovano frasi del tipo: "l'informazione
di questa situazione ...", oppure "l'informazione 9. Bibliografia
sul sistema conosciuta dall'osservatore ammonta HERRMANN, F., SCHMLZLE, P.: Daten und E-
a...". nergie. J. B. Metzler und B. G. Teubner, Stuttgart
H una grandezza fisica e come tutte le grandez- (1987).
ze fisiche associata a un sistema fisico - non a una SHANNON, C. E., WEAVER, W.: The mathemati-
situazione o a un osservatore. Il valore di una gran- cal Theory of communication, University Press, Ur-
dezza pu dipendere dall'osservatore, o pi precisa- bana (1949).
41
16. Elettricit e correnti elettriche fluisce con il suo nome, elettricit. E per sottolinea-
re che con lunit di misura ampere si misura
1. Cominciare con l'elettricit ferma o con l'elet- lintensit della corrente poniamo laccento sul
tricit che scorre? fatto che ampere solo unabbreviazione di cou-
Prima di affrontare lelettrologia ci si deve chiedere lomb al secondo.
se iniziare trattando le correnti elettriche o lelettro- Questo aspetto va affrontato con molta cura, altri-
statica. L'insegnamento sarebbe pi comodo se non menti lintensit di corrente rischia facilmente di
fosse necessario porci questa domanda. essere confusa con la tensione o con il potenziale.
Se dovessimo aiutare unipotetica persona che non Confusioni del genere sono favorite da espressioni
abbia mai visto un liquido a familiarizzarsi con le come: c corrente, sicuramente usata da ogni stu-
propriet dellacqua, non ci verrebbe sicuramente dente.
in mente di cominciare limitandoci al caso dellac- Quando diciamo che in un filo fluisce elettricit o
qua che scorre oppure al caso dellacqua accumu- pi semplicemente parliamo dellelettricit che si
lata e ferma. Mostreremmo subito che lacqua pu trova nel filo, ci riferiamo naturalmente solo alla
essere tenuta in un contenitore e che pu scorrere da parte in movimento della carica elettrica totale.
un punto a un altro. Allinizio dellelettrologia evitiamo di parlare del
Se facciamo termologia consideriamo fin dallini- fatto che lelettricit pu avere due segni. In
zio sia lentropia immagazzinata in un corpo sia le particolare evitiamo di parlare del moto del portato-
correnti di entropia. E in meccanica meglio intro- re della carica. Visto che il portatore della carica si
durre parallelamente quantit di moto e correnti di muove spesso in direzione opposta alla corrente
quantit di moto, cio forze. elettrica nascerebbero discussioni improduttive su
segni e direzioni.
Perch in elettrologia non possibile fare la stessa
cosa? Perch in natura le correnti di elettricit si
manifestano chiaramente solo in quegli esperi- 2. La parola corrente
menti dove lelettricit non si accumula da nessuna
parte. La quantit di elettricit accumulata negli e- Corrente" una parola comune. Al di l del suo
perimenti di elettrostatica sempre cos piccola che significato originale, come nel senso di corrente
le correnti generate, scaricandosi a terra, sono diffi- dacqua, ampiamente usata per indicare quello che
cilmente percepibili. I metodi che permettono di per i fisici energia tramessa elettricamente. Lo si
misurare queste correnti di brevissima durata (ad deduce dalle seguenti frasi comunemente usate: la
esempio con un LED) sono molto diversi da quelli corrente viene dalla presa, o forniamo corrente a
con cui si misurano correnti normali, cio sfrut- prezzi vantaggiosi. Si noti che qui dicendo corren-
tando la produzione di calore o i loro campi magne- te evidentemente si intende lenergia stessa e non la
tici. corrente di energia (nel senso fisico del termine).
Daltro canto nemmeno correnti elettriche intense, Questa accezione della parola corrente alquanto
dellordine di 1 A, che fluiscono anche per parec- simile a ci che un fisico intende con corrente, cio
chio tempo, causano laccumularsi di carica sui la corrente elettrica. Possono facilmente nascere
corpi o sugli apparecchi. La carica elettrica delle confusioni. Per questo motivo consigliamo di non
varie parti coinvolte praticamente nulla. omettere mai laggettivo elettrica. Per sottolinea-
re ancora di pi cosa scorre effettivamente, ogni
I fenomeni elettrici si dividono quindi in due classi tanto si pu anche parlare di corrente di elettricit.
che hanno pochi aspetti comuni.
A questo proposito c un altro problema. Noi fisici
Abbiamo deciso di cominciare dai fenomeni dei usiamo spesso espressioni come: la corrente di 2
quali ogni studente ha pi esperienza diretta: dalle A. Non indichiamo il fenomeno dellelettricit che
correnti elettriche. La conseguenza che nelle le- fluisce come corrente ma la grandezza fisica I,
zioni parliamo della corrente di qualcosa che non ulteriore causa di confusione. Non si dimentichi
ancora possibile osservare quando non scorre. quindi che la grandezza I lintensit della cor-
Parliamo di propriet dellelettricit che si mani- rente. meglio dire: lintesit della corrente 2 A
festano solamente quando lelettricit fluisce e non oppure la corrente ha unintensit di 2 A, pi o
di propriet dellelettricit statica, che non fluisce. meno come si dice 20 kg di patate.
Procedendo in questo modo sembrerebbe addirit-
tura che lelettricit statica non abbia alcuna pro-
priet in quanto lo studente non ha ancora imparato 3. Elettricit o carica elettrica?
che noi non notiamo nessuna propriet delle- Usiamo le parole carica elettrica (in breve: carica)
lettricit, per esempio in un filo, solo perch il filo ed elettricit come sinonimi. Allinizio preferiamo
non carico, perch gli effetti (i campi) dellelet- comunque la parola elettricit. Usando il termine
tricit positiva e negativa si annullano. comune carica spontaneo chiedersi cosa sia ca-
Nelle lezioni per, per dare unidea chiara della rico e allinizio dellelettrologia vorremmo evitare
corrente elettrica, fin dallinizio chiamiamo ci che la questione del portatore della carica elettrica.
42
Inoltre nel corso si gi parlato di come un portatore La regola dei nodi un caso particolare dellequa-
di energia sia caricato di energia. In quel caso, anche zione di bilancio per la carica elettrica:
se non espresso in questi termini, era lenergia ad es-
serne il carico. dQ
Non useremo quindi la parola carica per la gran- dt
+
dezza Q prima di iniziare a parlare del portatore
della carica. Se allinterno di una regione dello spazio la carica
non cambia, allora:
4. La rappresentazione grafica dei campi superficie della parte rossa sia un polo e la superficie
della parte verde sia l'altro. In realt per i poli sono
Ci serviamo delle linee di campo per rappresentare unicamente sulle superfici alle estremit del magne-
graficamente una struttura invisibile, il campo. Ri- te. Solo loro dovrebbero essere colorate.
spetto ad altri tipi di rappresentazione, quella con le
linee di campo ha il vantaggio di contenere molte in- Alla radice di questo modo errato di contrassegnare
formazioni quantitative riguardanti il campo. Ha lo i magneti potrebbe esserci un equivoco. I poli di un
svantaggio di dare l'impressione che il campo si svi- magnete non sono i punti dove le linee dei campi
luppi in una sola direzione, quella delle linee. (Po- H e B entrano nel magnete (all'esterno non ne-
tremmo descrivere altrettanto bene un campo stati- cessario distinguere tra le due grandezze), ma il
co con i piani equipotenziali perpendicolari alle li- punto dove il campo di magnetizzazione M e, di
nee di campo. In questo caso daremmo l'impressio- conseguenza, anche l'intensit del campo magneti-
ne che il campo si sviluppi solo in direzione perpen- co H hanno divergenza diversa da zero.
dicolare all'intensit del campo.) Per evitare di dare
questa impressione cominciamo con altre rappre- Mentre la magnetostatica viene facilitata descriven-
sentazioni: con tonalit di grigio, con punti e con do il campo magnetico servendosi dell'intensit di
frecce. campo H, la descrizione dell'induzione pi faci-
le usando B. Il valore di una tensione indotta di-
Tra l'altro, per un corso di questo livello non sussito- pende dalle variazioni del flusso del campo vetto-
no motivi sufficienti per ritenere la rappresentazio- riale B. Visto che B la somma dell'intensit del
ne con linee di campo migliore di quella con le frec- campo e della magnetizzazione (per un fattore co-
ce, in quanto le informazioni quantitative contenute stante),
nelle linee di campo non sono oggetto del corso. Le
linee di campo esprimono ci che i fisici chiamano B = 0H + M,
assenza di divergenza del campo. Ma in un corso di la tensione indotta, se non si usa B, pu avere due
questo livello non viene trattata. cause, cio una variazione nel tempo dell'intensit
di campo H o una variazione nel tempo della ma-
gnetizzazione M. In un corso avanzato vale sicu-
5. Intensit del campo magnetico o densit di ramente la pena lavorare con H e B: con H per la
flusso? magnetostatica e con B per l'induzione. A questo
Anche se in un corso di questo livello il campo ma- livello invece non proponibile, visto che la relazio-
gnetico non descritto quantitavamente, cio me- ne tra H e B non pu essere formulata. Quindi si
diante una delle grandezze vettoriali H e B, il do- deve decidere per H o per B.
cente deve essere cosciente di quale sia la grandezza Abbiamo deciso in favore dei vantaggi della ma-
a cui pensa quando parla di campo, visto che anche gnetostatica, cio per H. L'induzione ne risulta solo
le affermazioni qualitative sul campo dipendono leggermente pi complicata.
dalla scelta fatta.
Ognuna delle grandezze H e B ha i suoi vantaggi
(Herrmann 1991). 6. La magnetizzazione
Usando H la trattazione della magnetostatica sen- La magnetizzazione M un campo vettoriale che
sibilmente facilitata. La costruzione della magneto- descrive lo stato di magnetizzazione della materia.
statica sarebbe del tutto analoga alla costruzione Le sorgenti e gli scarichi di questo campo sono ci
dell'elettrostatica. che definiamo poli magnetici. Questo significa che
le sorgenti e gli scarichi possono essere interpretati
Cos come in elettrostatica possiamo dire che le li- come "densit di carica magnetica" m:
nee del campo E iniziano alla carica positiva e fi-
niscono alla carica negativa, in magnetostatica vale m = - div M
che le linee del campo H iniziano alla carica del
polo nord e finiscono alla carica del polo sud. Ed e- Se conosciamo il campo di magnetizzazione di un
sattamente come non c' il campo E all'interno dei corpo, sappiamo dove sono i poli. Per contro, dalla
metalli, all'interno dei materiali magnetici dolci non distribuzione dei poli non possibile risalire in mo-
c' il campo H (ma lo stesso non vale per il cam- do univoco all'andamento delle linee di magnetiz-
po B). zazione.
Le affermazioni della magnetostatica sulla densit La relazione tra linee di magnetizzazione e distribu-
di flusso B sono pi complicate. In particolare zione dei poli cos semplice da poter essere discus-
molto difficile capire dalle linee del campo B do- sa a lezione. Trattando la magnetizzazione ci si ren-
ve si trovino i poli di un magnete. de conto che magnetizzandolo, un corpo cambia in
ogni suo punto, non solo dove si trovano i poli. Di-
Aggiungiamo un'osservazione sulla colorazione venta evidente anche il fatto che spezzando un ma-
dei magneti permanenti. Secondo la prassi, met del gnete si ottengono nuovi poli. Inoltre, la trattazione
magnete contrassegnata in rosso e l'altra met in della magnetizzazione importante nell'ottica di un
verde. Questo suggerisce che la met rossa sia un corso avanzato: l'intensit del campo magnetico e la
polo e la met verde l'altro polo, oppure anche che la magnetizzazione, assieme formano ci che pi a-
vanti verr chiamato densit di flusso.
45
descrizione atomistica. I suoi mattoni elementari scelto. Non si pu trasformare una mescolanza di
sono i fotoni. Ed esattamente come la materia anche mele in mele tutte uguali, cos come non si pu tra-
la luce pu trovarsi rinchiusa in un contenitore. In sformare luce incoerente in luce coerente.
questo caso normalmente si parla di cavit radiante.
Per contro, possibile coltivare dei meli che produ-
In particolare nel corso non diciamo che la luce si cano un solo tipo di mele. L'analogo succede con la
propaga, diciamo che si muove. luce. Possiamo usare una sorgente di luce che gene-
ra luce coerente, vale a dire un laser.
Un'ulteriore domanda da aggiungere alla lista : co- dalle tabelle, ma grazie ad apparecchi di misurazio-
me si pu influenzare la direzione di svolgimento di ne del cui funzionamento ci fidiamo senza cono-
una reazione? equivalente alla domanda: come si scerlo nel dettaglio: misuriamo la temperatura con
pu modificare l'equilibrio chimico? Nel nostro un moderno termometro digitale, misuriamo la
modello didattico rinunciamo a rispondere a questa massa con una bilancia magnetica e misuriamo in-
domanda. Per poterlo fare dovremmo trattare la di- tervalli di tempo con un orologio al quarzo. Nel cor-
pendenza del potenziale chimico da pressione e so non viene discusso il funzionamento di nessuno
temperatura, un argomento di per s non troppo dif- di questi apparecchi.
ficile (Job 1978) ma che renderebbe troppo ampia
l'unit didattica "fisica chimica" nell'ambito di un comunque importante fare in modo che gli stu-
corso di fisica. denti siano portati a fidarsi di questi apparecchi. La
fiducia si ottiene cominciando ad effettuare le misu-
razioni in situazioni per le quali gli studenti hanno
gi delle fondate aspettative sui risultati che si otter-
4. I valori del potenziale chimico ranno. Le aspettative sono poi confermate dalle mi-
Come si ottengono i valori di potenziale chimico? surazioni.
La risposta a questa domanda del tutto analoga alla Allo stesso modo costruiamo la fiducia nelle tabelle
risposta alla domanda pi generica: come si otten- del potenziale chimico. Inizialmente usiamo i valori
gono i valori di una qualsiasi grandezza fisica? delle tabelle per determinare la direzione di reazioni
una questione di procedimento di misurazione. che gli studenti gi conoscono.
Dobbiamo per distinguere chiaramente tra l'indi-
cazione di un procedimento di misurazione fondato
sulla definizione della grandezza, e che equivale 5. Lo zero del potenziale chimico
quindi ad una definizione operativa della grandezza
stessa, e l'indicazione di un procedimento pratico, Il potenziale chimico una grandezza che, come la
tecnico. temperatura, ha uno zero assoluto. Fintanto che si
trattano solo le reazioni chimiche, quindi non rea-
Cos la temperatura definita dalla relazione zioni nucleari o tra particelle elementari, ragione-
vole e vantaggioso scegliere tanti zeri quanti sono
P = TIS gli elementi chimici.
Il procedimento di misurazione che ne risulta consi- Per poter descrivere anche le reazioni che coinvol-
ste nel misurare l'intensit IS di una corrente di gono degli ioni, oltre agli elementi chimici dobbia-
entropia, l'intensit P della corrente di energia corri- mo includere anche una particella elettricamente
spondente alla corrente di entropia e nel dividere P carica. comune fissare a 0 gibbs il potenziale chi-
per IS.
mico dello ione di idrogeno H+ in soluzione acquo-
I metodi pratici per misurare la temperatura sono sa a concentrazione un molare.
per completamente diversi: si misura l'allunga-
mento di una colonnina di liquido, una resistenza e-
lettrica o una tenstione termica. Naturalmente le 6. La quantit di sostanza come grandezza fon-
scale dei rispettivi apparecchi di misurazione vanno damentale
tarate rispetto all'equazione che definisce la tempe-
ratura. La grandezza quantit di sostanza n per il chi-
mico una grandezza fondamentale. Malgrado ci,
Nella misurazione delle tensioni chimiche si proce- nei corsi tradizionali viene introdotta con una certa
de in modo analogo. In linea di principio sono misu- reticenza. Serve come misura di quantit, ma non
rabili sulla base dell'equazione che le definisce appare in nessuna relazione fisica.
P = ((A) - (B)) In(R) Nel nostro corso invece assume un ruolo molto im-
portante. Di conseguenza necessario introdurla
In pratica invece la misurazione molto diversa. I con molta cura.
metodi pratici sono alquanto diversi tra loro (Job
1981). Ci dipende dal fatto che si ha a che fare con
un gran numero di reazioni. 7. Bibliografia
In questo corso ci limitiamo alla discussione dell'e- JOB, G.: Das chemische Potential im Physik- und
quazione di definizione. I valori di che ci servo- Chemie-Elementarunterricht. Konzepte eines
no li ricaviamo dalle tabelle. (Lo stesso vale, tra zeitgemen Physikunterrichts, Heft 2, Pag. 67.
l'altro, per i valori della quantit di sostanza. Li otte- Hermann Schroedel Verlag KG, Hannover 1978.
niamo via la massa molare m/n, per i cui valori ci
affidiamo alla tavola periodica.) JOB, G.: Die Werte des chemischen Potentials.
Konzepte eines zeitgemen Physikunterrichts,
Questo procedimento non molto diverso da quello Heft 4, Pag. 95. Hermann Schroedel Verlag KG,
applicato nel caso di altre grandezze fisiche. Spesso Hannover 1981.
i valori delle grandezze fisiche non sono ricavati
51
piccola che praticamente non si genera nessuna ten- 27. Fisica relativistica
sione chimica. Quindi le due fasi sono sempre in e-
quilibrio chimico. Di conseguenza, per rendere 1. Cinematica relativistica e dinamica relativi-
plausibili la presenza di una spinta e di una resisten- stica
za si dovrebbero trattare fenomeni un po' esotici co- L'obbiettivo pi importante di questo capitolo mo-
me la soprafusione e il sottoraffreddamento. strare che massa ed energia sono la stessa grandez-
za. Questa una delle affermazioni pi importanti
della dinamica relativistica.
Ci che rende la teoria della relativit cos affasci-
nante per molte persone per qualcos'altro: feno-
meni della cinematica relativistica come la contra-
zione delle lunghezze, la dilatazione del tempo, il
paradosso dei gemelli, ecc. Non trattiamo questi
temi per due motivi.
Prima di tutto la cinematica relativistica troppo in-
garbugliata - cos ingarbugliata da creare problemi
anche a fisici esperti. Di conseguenza semplice-
mente troppo difficile per un corso di questo livello.
Inoltre un argomento troppo "improduttivo". Ci
sono ben pochi fenomeni sufficientemente impor-
tanti da giustificare la trattazione delle cinematica
relativistica.
Invece i fenomeni della dinamica relativistica che
sono trattati nel corso sono semplici e hanno impor-
tanti conseguenze alle quali ci si rif in capitoli suc-
cessivi.
2. L'exergia
Gli argomenti discussi nel paragrafo sono trattati da
alcuni autori con l'aiuto del concetto di exergia.
Siamo decisamente contrari all'introduzione di que-
sta grandezza.
Al contrario dell'energia, la grandezza exergia non
localizzabile. Non si pu dire in quale sistema sia
contenuta.
Inoltre il suo valore dipende dall'ambiente nel quale
inserito il sistema considerato. La scelta dell'am-
biente da considerare per sempre il risultato di
una decisione arbitraria (Herrmann 1987).
3. Bibliografia
HERRMANN, F.: "Pldoyer fr die Abschaffung
der Exergie", DPG-Tagungsband, Fachaussschu
Didaktik der Physik, 1987.
53
che non si pu dire dove inizia e dove finisce un fo- comunque dare un'altra risposta che renda giustizia
tone, e tanto meno dove sia il suo contorno. Quindi alla domanda. Nella teoria dei fotoni, qual quella
un fotone non ha una forma. Il concetto di grandezza grandezza fisica che caratterizza i fotoni e che ha le
nel senso di estensione spaziale nasce dall'espe- dimensioni di una lunghezza? I candidati sono due:
rienza del mondo macrofisico. Questo stesso con- la lunghezza d'onda e la lunghezza di coerenza.
cetto non applicabile al mondo microfisico, in La lunghezza d'onda pu essere scartata subito.
particolare alla fisica quantistica. Di conseguenza Secondo il nostro modello il fotone una struttura
chiedersi quale sia la grandezza di un fotone altret- estesa nelle tre dimensioni, ma la lunghezza d'onda
tanto privo di senso che chiedersi quale sia il colore una grandezza unidimensionale.
del nucleo di un atomo.
Per contro, la lunghezza di coerenza una buona
Ma se escludiamo questo concetto, per coerenza misura della grandezza di un fotone, o pi precisa-
dovremmo radiare dal repertorio delle affermazioni mente: l'area di coerenza tridimensionale. Ha una
anche tutta una serie di altre domande con le rispet- forma definita e misurabile. Quindi interpretiamo
tive risposte. Quando parliamo di fotoni lo facciamo l'area di coerenza di una particella come lo spazio
sempre sulla base di un modello. Cos diciamo per occupato dalla particella. La forma dell'area di coe-
esempio che un fotone viene emesso da una sorgen- renza la forma della particella.
te e poi assorbito da un altro corpo. Il modello usato
in questo caso quello dell'individuo identificabile Questa definizione generalizzabile. Pi avanti la
che si muove nello spazio. Non vogliamo perorare applicheremo anche agli elettroni.
l'abbandono di questo modello. Ma se accettiamo Un altro modo di dire la stessa cosa: la forma di una
questo modello diamo per scontato che il fotone ab- particella, di un fotone o di un elettrone, data dalla
bia una grandezza - in particolare che molto pic- relazione di indeterminazione. L'area di indetermi-
colo. nazione della posizione viene interpretata come la
Affermare che un fotone si muove da una sorgente a parte di spazio occupata dalla particella.
un assorbente ha senso solo se il fotone pi piccolo L'indeterminazione della posizione di una particel-
della distanza tra sorgente e assorbente. Se questa la una misura della grandezza della particella.
distanza di 10 cm, ne consegue che il fotone debba
essere pi corto di 10 cm. Ma la sorgente e l'assor- Una conseguenza di questa definizione:
bente possono trovarsi a una distanza di 1 mm o di La grandezza di un fotone (o di un elettrone) dipen-
1 m. Quindi viene sottinteso, senza dirlo esplicita- de dallo stato in cui si trova.
mente, che il fotone pi corto di 1 m.
Facciamo alcuni esempi di forma di un fotone in
In alcuni testi scolastici si pu addirittura leggere questo senso. I fotoni della luce solare sulla Terra e
che le particelle elementari sono puntiformi. Non con cielo sereno hanno una lunghezza di 1 m circa
un'affermazione molto sensata. Anche se durante la e un'estensione perpendicolare alla direzione del
misurazione delle dimensioni di un elettrone si do- moto di 40 m circa. I fotoni di luce proveniente da
vesse determinare che il suo diametro inferiore a un laser sono invece lunghi e sottili: larghi come il
10-30 m, una struttura con un diametro di 10-30 m raggio laser, cio circa 1 mm, e lunghi come la lun-
ben lungi dall'essere puntiforme. Il punto un con- ghezza di coerenza, cio per esempio 10 cm. I fotoni
cetto metafisico, un prodotto della nostra mente. In di un'emittente radiofonica sono molto pi grandi,
linea di principio impossibile verificare o smentire coprono tutto l'area di ricezione.
che una particella sia puntiforme.
La nostra conclusione: anche senza ammetterlo si
d credito alla teoria secondo la quale i fotoni siano 3. Il dualismo onda-corpuscolo
piccolissimi. In ogni caso si parla in modo che gli Il problema dell'interpretazione tradizionale della
studenti siano portati a crederlo, visto che usando il meccanica quantistica, che vede un "microoggetto"
modello dell'individuo in moto, chiedersi quali sia- manifestarsi a volte come onda e a volte come cor-
no forma e dimensioni diventa legittimo. E se non puscolo, da noi non si pone pi. Lo vogliamo spie-
diamo noi una risposta, gli studenti si rispondono da gare prendendo come esempio di microoggetto l'e-
soli. Quindi perdiamo il controllo del processo di lettrone, la particella meglio conosciuta dalla mag-
apprendimento su un punto importante. gior parte dei fisici. Ci che diremo vale per anche
Se lasciamo che i fotoni si muovano nello spazio per i fotoni e per le altre particelle.
dobbiamo dire agli studenti quali sono la loro forma Secondo la meccanica quantistica, la natura ondula-
e la loro grandezza. toria di un elettrone si manifesta pi chiaramente
Ma che grandezza hanno? O meglio: il modello per- quando l'elettrone si trova in uno stato di quantit di
mette di assegnare loro una grandezza? moto ben determinata (e cio con un numero d'onda
determinato). In quel caso la posizione
Per un fisico rispondere a questa domanda non per completamente indeterminata . La natura corpusco-
niente difficile. Anche se dire dove siano l'inizio e la lare si manifesta chiaramente quando il sistema in
fine di un fotone, nel senso della nostra esperienza uno stato con posizione determinata e quantit di
macroscopica, ci mette in imbarazzo, possiamo moto completamente indeterminata.
56
3. Probabilit di presenza e probabilit di transi- che i vari gusci si riempiono l'uno dopo l'altro. Ogni
zione volta che un guscio pieno l'energia di ionizzazio-
ne ha un massimo, gli atomi con gusci pieni sono
Tradizionalmente il quadrato della funzione di stato particolarmente stabili. Il raggio dell'atomo dovreb-
dell'elettrone viene interpretato come densit del- be avere un minimo quando il guscio pi esterno
la probabilit di presenza della particella. Come si pieno e un massimo quando il guscio pi esterno
arriva a questa interpretazione? contiene un solo elettrone. In realt si osservano i
Vogliamo descrivere il processo detto misurazione massimi, mentre i minimi sono al posto sbagliato.
della posizione, prima nel linguaggio della teoria, Malgrado ci il modello a gusci va sicuramente
poi nel linguaggio del modello tradizionale e infine considerato come un modello valido.
in quello del nostro modello a elettronio. Ma alcuni autori sembrano non accontentarsi delle
Nella misurazione della posizione di un elettrone prove osservative in favore del modello. Adducono
(per esempio l'elettrone di un atomo di idrogeno), dimostrazioni che in effetti non lo sono o che sono
l'elettrone passa da uno stato di energia determinata addirittura false - con il risultato che gli studenti si
e posizione indeterminata, come la funzione 1s, a creano un'immagine sbagliata dell'aspetto degli ato-
uno stato di posizione determinata ed energia inde- mi, pi precisamente della distribuzione della den-
terminata. In questo stato il quadrato del valore as- sit elettronica o distribuzione dell'elettronio, come
soluto della funzione di stato, |(x,y,z)|2, una la chiamiamo noi.
funzione delta. Evidentemente si vorrebbe dimostrare che in un ato-
Ora l'interpretazione nel modello tradizionale: se ri- mo con pi elettroni la densit elettronica oscilla dal
petiamo molte volte la misurazione della posizione centro verso l'esterno, cio che in un atomo sia pos-
di un elettrone nello stato fondamentale 1s, ottenia- sibile osservare i vari gusci. In altre parole: che in
mo valori diversi con una distribuzione della loro una certa misura sia possibile riconoscere i singoli
frequenza descritta da |1s|2. Visto che si presume elettroni.
che gi prima della misurazione le particelle fossero La distribuzione della densit elettronica in un ato-
puntiformi, siamo costretti a interpretare il processo mo, una funzione monotona che decresce rapida-
di misurazione nel modo seguente: prima della mente verso l'esterno, fig. 30.1a. Non si riesce a
misurazione le particelle ruotano freneticamente vedervi nessun guscio. Ma i gusci si possono creare
attorno al nucleo (anche se, come gi detto, senza con un artificio matematico. Invece di riportare la
seguire un'orbita precisa). Hanno una certa pro- densit in funzione del raggio, cio la funzione
babilit di trovarsi nelle diverse posizioni. La misu- (r), si integra questa funzione su tutto l'angolo
razione della posizione ci dice dove si trovava la solido e si riporta il risultato in funzione di r.
particella all'istante effettivo della misurazione. La Visto che gli atomi hanno praticamente sempre una
particella rende identificabile la sua posizione. simmetria sferica, il risultato semplicemente il
E per finire l'interpretazione nel modello a elettro- prodotto r2(r). Per atomi con un numero atomi-
nio: in questo modello il processo non dovrebbe co elevato questa funzione presenta effettivamente
nemmeno essere definito una misurazione della po- alcune oscillazioni, fig. 30.1b, che per trasmettono
sizione ma una transizione da uno stato in cui l'elet- un'immagine ingannevole della distribuzione della
trone grande in uno stato in cui piccolo. Durante densit elettronica. Lo si nota chiaramente appli-
la transizione si ritrae in una piccola regione dello cando lo stesso procedimento a un modello diverso
spazio. Se ripetiamo molte volte il procedimento di atomo: una sfera massiccia. Per una sfera la
constatiamo che l'elettrone pu ritrarsi in punti densit in funzione del raggio (r) costante,
diversi. La probabilit di trovare l'elettrone in una come mostra la fig. 30.2a. La fig. 30.2b mostra la
certa posizione dopo il processo espressa da funzione r2(r) . In questa immagine la reale di-
|1s|2, cio dalla densit dell'elettronio prima della stribuzione della densit praticamente irriconosci-
transizione. Quindi |1s|2 viene interpretata come bile. Pi che altro questa immagine mostra come in
densit di una probabilit di transizione. una sfera ci sia pi massa all'esterno che all'interno.
invece del tutto falsa la rappresentazione tridi-
mensionale della funzione r2(r) sotto forma di
4. Il modello a gusci corpo.
Per spiegare le propriet degli atomi, in particolare
la periodicit dei raggi atomici e dell'energia di io-
nizzazione in funzione del numero atomico, usiamo 5. Densit dell'elettronio e funzione d'onda
volentieri il modello a gusci. Se costruiamo un ato- Per un sistema a un elettrone, quindi per l'atomo di
mo con pi elettroni aggiungendo alternativamente idrogeno, la densit elettronica (densit dell'elettro-
un protone (e anche uno o due neutroni) al nucleo e nio nel nostro linguaggio) (r) semplicemente il
un elettrone al guscio, secondo questo modello quadrato del valore assoluto della funzione d'onda:
l'atomo cresce a gusci successivi. Immaginiamo
ogni elettrone come un individuo aggiunto all'ato- (r) = |1s(r)|2
mo dell'esterno, e questa aggiunta avviene in modo
58
r r
r2 r2
r r
Fig. 30.1. (a) Densit dell'elettronio in funzione della di- Fig. 30.2. (a) Densit della massa in funzione della distanza
stanza dal nucleo in un atomo di carbonio. (b) La grandezza dal centro in una sfera massiccia e omogenea. (b) La gran-
r2 in funzione della distanza dal nucleo per un atomo di dezza r2 in funzione della distanza dal centro per la
carbonio. stessa sfera.
5. Le propriet elettriche dei solidi per cominciare ci sono molti pi buchi e relativi stati
i cui contributi al trasporto andrebbero presi in
Il modello pi diffuso per la descrizione della considerazione. Per di pi questi buchi hanno masse
conducibilit elettrica il modello di Drude: ci si molto diverse, anche negative.
limita a considerare gli elettroni liberi, che vengono
descritti come un gas, cio come particelle in movi- Analogamente, il trasporto di carica in una banda
mento. Il modello di Drude molto pratico. E ci quasi completamente occupata da elettroni des-
sorprendente, in quanto difficile capire come mai critto con i buchi: sono meno numerosi degli elettro-
gli elettroni debbano potersi muovere liberamente ni e hanno una massa efficace univoca e positiva.
allinterno di un solido. Uno dei difetti del modello Come si vede da queste considerazioni, non del
che si adatta male ad altri modelli usati nella descri- tutto corretto dire che grazie alleffetto Hall si pu
zione degli atomi: per la descrizione dei fenomeni capire se si ha a che fare con un conduttore a elettro-
elettrici nei semiconduttori e per il modello a bande. ni o a buchi. Infatti ogni trasporto si pu descrivere
Nellambito di un corso di fisica di questo livello in un modo o nellaltro. Piuttosto leffetto Hall fa ca-
vogliamo a tutti costi limitarci alluso di un solo pire se una banda pi o meno occupata da elettroni.
modello, quindi descriviamo anche la conduzione
metallica con il modello dellelettronio. Passiamo ora al modello a elettronio: per descrivere
il trasporto di carica elettrica non dobbiamo neces-
Il trasporto di carica descritto nel modo seguente: sariamente scegliere tra elettroni o buchi, possiamo
nei metalli possibile causare una deformazione anche pensare a una loro combinazione. ci che si
dellelettronio, cio una variazione della distribu- fa parlando di addensamenti e rarefazioni. Anche
zione di densit rispetto allo stato fondamentale, questa descrizione fornisce il valore corretto della
con una quantit di energia piccola a piacere. Questa corrente totale attraverso il solido. (Laukenmann
variazione consiste in un addensamento e una rare- 1996)
fazione (sempre rispetto alla distribuzione della
densit allo stato fondamentale). Sia laddensa-
mento che la rarefazione possono essere spostati 6. Il diodo semiconduttore
allinterno del solido mediante applicazione di un
campo elettrico e cos facendo si trasporta elettro- Il diodo semiconduttore un argomento difficile, a
nio, quindi anche carica elettrica. dire il vero troppo difficile per un corso di questo
livello. Di conseguenza la nostra trattazione pi
Chi non abituato a pensare in termini di elettroni e una descrizione del funzionamento di un diodo che
difetto di elettroni, potrebbe chiedersi quale sia la una spiegazione. Una vera spiegazione del suo
relazione tra i nostri addensamenti e le nostre rarefa- funzionamento non possibile con i soli mezzi
zioni con i ben noti elettroni e buchi del modello a dellelettrologia. La corrente del portatore di carica
bande. nel diodo non dipende solo da un gradiente del
Cominciamo da qualche osservazione generale potenziale elettrico, ma anche da un gradiente del
sugli elettroni e sui buchi. Questi concetti sono usati potenziale chimico: landamento del potenziale
per descrivere il trasporto di carica elettrica. Consi- chimico il responsabile per la corrente totale.
deriamo una certa banda responsabile per il sud-
detto trasporto. Possiamo sempre scegliere tra una
descrizione del trasporto mediante elettroni o 7. Il transistor
mediante buchi, il risultato lo stesso. Ma la massa Ci limitiamo alla descrizione di un transistor a effet-
efficace dellelettrone dipende dallenergia. Al to di campo. Solitamente si privilegia il transistor
limite inferiore della banda ha un valore diverso che bipolare, ma ci dipende dal fatto che stato
al limite superiore. Per la precisione, la massa effi- sviluppato prima e che si affermato molto prima
cace dellelettrone positiva al limite inferiore della dell'apparizione del transistor a effetto di campo. Al
banda e negativa al limite superiore. Per i buchi vale giorno d'oggi per il transistor a effetto di campo
il contrario: la loro massa positiva al limite supe- non pi un componente esotico e si sta affermando
riore e negativa a quello inferiore. sempre pi anche nei processori per computer.
Il fatto che la massa efficace non sia costante di Quindi dal punto di vista delle applicazioni, trattare
solito rende complicata la descrizione del processo il transistor a effetto di campo altrettanto giusti-
di trasporto. Per ci sono situazioni dove la ficato che trattare il transistor bipolare. Di conse-
descrizione molto semplice. guenza la scelta dovrebbe essere basata sui vantaggi
didattici - e il transistor a effetto di campo ne esce
Se una banda occupata da pochi elettroni, la loro decisamente favorito.
massa positiva e sostanzialmente costante. In
questo caso gli elettroni si comportano come Al contrario del transistor bipolare e del diodo, il
elettroni liberi. Di conseguenza il trasporto di funzionamento del transistor a effetto di campo
elettricit in una banda del genere sar descritto con dipende unicamente da fenomeni elettrici, pu
gli elettroni. essere capito interamente grazie all'elettrologia.
Una descrizione con i buchi darebbe lo stesso Inoltre, anche se si capito il diodo, la spiegazione
risultato, ma risulterebbe ben pi complicata. Tanto del funzionamento di un transistor bipolare
61
un tempo quando in fisica le radiazioni erano un ragionevole procedere allo stesso modo con la
argomento di moda nella ricerca. Comprensibil- materia di cui sono fatti i nuclei atomici. Sottoli-
mente ogni nuovo tipo di radiazione riceveva un neiamo che la sostanza omogenea, cio che nel
nome prima ancora di essere spiegata. Cos si pu nucleo i protoni e i neutroni non sono separati. Sa-
spiegare come ancora oggi si parli di raggi , e rebbe ragionevole anche darle un nome, per esem-
, anche se ormai sappiamo di cosa si tratta: di pio nucleonio. Vi abbiamo rinunciato in quanto nel
nuclei di elio veloci, di elettroni veloci e di radiazio- corso non appare spesso e perch diamo maggior
ne elettromagnetica. Ognuna delle tre sostanze non valo-re a evitare di introdurre troppi nuovi concetti.
altro che il prodotto di reazione di determinate
reazioni nucleari. Ma ci sono molti altri prodotti di
reazione del genere. 6. La forma dei nuclei eccitati
Esattamente come nel caso della nube elettronica
3. Apparecchi di misurazione delle radiazioni interpretiamo la funzione detta densit della proba-
bilit di presenza come distribuzione della densit
Di soliti nell'ambito della fisica nucleare si spende dell'elettronio, cos determiniamo la distribuzione
molto tempo per spiegare il funzionamento degli della densit (e di conseguenza grandezza e forma
apparecchi di detezione e misurazione delle radia- del nucleo) mediante la "densit della probabilit di
zioni. Riteniamo che l'argomento non sia sufficien- presenza" dei nucleoni. Una delle conseguenze
temente importante, soprattutto in un corso di che il nucleo eccitato non descritto come una
questo livello. La descrizione di questi apparecchi gocciolina oscillante o rotante, come avviene
in concorrenza con quella di numerosi altri apparec- invece nel modello a goccia. Un nucleo eccitato ha
chi. Il cronometro al quarzo, il termoelemento, il piuttosto una forma precisa e costante nel tempo,
sensore a infrarossi e molti altri apparecchi di misu- come d'altronde altri stati stazionari. Esattamene
razione sono pi importanti, eppure di loro gli stu- come la nube elettronica, il nucleo "scatta" in varie
denti imparano poco. forme. A ogni forma corrisponde un'energia.
4. Esperimenti con raggi alfa, beta e gamma 7. Grandezza e densit delle nube elettronica e
del nucleo atomico
Nell'insegnamento della fisica nucleare comune
studiare la natura e le propriet di vari tipi di radia- Le distribuzioni della densit della nube elettronica
zione: la carica delle particelle e il raggio d'azione e del nucleo atomico sono molto diverse tra loro.
della radiazione in diversi materiali.
La densit dell'elettronio nella nube elettronica de-
Si potrebbe giustificare dicendo che sono questioni cresce fortemente dal centro verso l'esterno. Per
importanti. Da un lato danno delle indicazioni sulla contro, la densit del nucleo pressocch costante.
natura delle radiazioni nucleari, dall'altro sono im-
portanti per capire gli effetti biologici delle radia- Anche il confronto tra la grandezza e la densit di
zioni. Noi crediamo che il vero motivo sia da atomi con numero atomico molto diverso, d risul-
ricercare nell'evoluzione storica. Nei primi tempi tati estremamente differenti. Il diametro dell'atomo,
della fisica nucleare le radiazioni erano semplice- cio il diametro della nube elettronica, rimane gros-
mente l'unica cosa nota. so modo costante. Fluttua parecchio, ma in media il
diametro di atomi con un alto numero atomico non
Non dimentichiamo che la netta maggioranza dei sensibilmente maggiore del diametro degli atomi
prodotti delle reazioni nucleare non sono osserva- con numero atomico pi piccolo. Cos un atomo
bili durante una lezione. d'oro pi o meno grande quanto un atomo di litio.
Naturalmente ci significa che l'elettronio dell'ato-
Per quanto riguarda il raggio d'azione delle radia- mo d'oro e di quello di litio hanno densit molto
zioni: ci sono molte altre "radiazioni" del cui raggio diverse.
d'azione non ci preoccupiamo. Non sarebbe forse
altrettanto interessante studiare il raggio d'azione Per la materia nucleare tutt'altra cosa. In questo
dei raggi infrarossi, dei raggi X o delle microonde? caso la densit a essere pi o meno costante per
tutti gli atomi. Ma ci significa che il volume del
nucleo proporzionale al numero di nucleoni.
5. La materia nucleare
Nel Karlsruher Physikkurs si fa ampio uso di un 8. Energia di legame o energia di separazione
modello: il modello della sostanza distribuita in
modo continuo. Rappresentiamo i campi elettrici, i Riteniamo che l'espressione "energia di legame" dia
campi magnetici, la luce, gli elettroni ("elettronio"), adito a delle difficolt di comprensione. Suggerisce
ma anche le grandezze estensive, immaginando di che si tratti di un'energia necessaria per tenere legate
parlare di una sostanza. le parti di un nucleo. Invece un'energia che viene
liberata quando un nucelo si lega. Quindi l'energia
63
di legame un'energia che il nucleo non possiede. 11. I nomi delle famiglie di particelle
Ma allora un'energia negativa? Per evitare doman- Dalla nascita di una nuova area della fisica conse-
de del genere preferiamo parlare di energia di sepa- gue la definizione di nuovi termini tecnici. Pi sono
razione: l'energia necessaria per separare le parti di questi termini tecnici, pi sar possibile esprimere
un nucleo. Con questa definizione appare ovvio che in modo sintetico determinati comportamenti. Ma
questa energia positiva. nel comtempo tutti questi termini tecnici comporta-
Inoltre questa definizione costruita in modo analo- no l'aumento delle definizioni da imparare.
go all'energia di ionizzazione: l'energia necessaria In fisica nucleare la profilerazione di nomi per la
per ionizzare un atomo. classificazione delle particelle era particolarmente
marcata. Ogni particella ha un nome proprio. Alcu-
ne ne hanno addirittura due, uno originale e uno che
9. La tabella delle energie di separazione esprime la loro caratteristica di antipartner, per
Per poter predirre se una reazione nucleare avverr esempio positrone e antielettrone. Inoltre le parti-
o meno o, pi precisamente, per sapere in quale celle sono raggruppate in famiglie.
direzione avverr, le energie di legame dei nuclei Se partecipano alla forza nucleare forte si chiamano
coinvolti devono essere note. Quindi gli studenti adroni. Se certi numeri quantici (il numero bario-
devono avere a disposizione una tabella che riporti i nico e il numero leptonico) hanno determinati valo-
valori corrispondenti. Ci sono vari modi di allestire ri, si chiamano barioni, leptoni, mesoni, particelle o
una tabella del genere. Si elencano: antiparticelle. I barioni che formano il nucleo degli
- le energie di riposo dei nuclei; atomi, e le loro antiparticelle, si chiamano nucleoni.
- le energie di legame per nucleone; Tra i nomi di famiglie di particelle citati, usiamo
solo particella e antiparticella. Il nome mesone non
- le energie di separazione, cio le energie neces- ci serve perch non trattiamo reazioni che vedono
sarie per scomporre totalmente il nucleo in protoni coinvolti dei mesoni. Il nome adrone non ci serve
e neutroni. perch non trattiamo la forza nucleare forte. Ma ab-
biamo rinunciato anche all'uso dei nomi nucleone,
Abbiamo optato per la terza soluzione. La prima barione e leptone.
possibilit, cio lavorare con le energie di riposo,
concettualmente la soluzione pi semplice, ma ha lo Da noi nucleone sarebbe semplicemente un nome
svantaggio che la tabella corrispondente deve con- che comprende le particelle protone e neutrone.
tenere numeri con molte cifre. In tutti i bilanci appa- Riassumere questi due nomi in una nuova famiglia
rirebbero delle differenze tra numeri molto grandi. non ci sembra giustificato dalla conseguente sem-
Di conseguenza il procedimento non sarebbe certo plificazione nella descrizione di un nucleo atomico.
molto economico. Lo stesso vale per i nomi barione e leptone.
Abbiamo rinunciato all'introduzione di una tabella
con le "energie di legame per nucleone" (o energie 12. Numero barionico e numero leptonico
di separazione per nucleoni) perch riteniamo
questa grandezza troppo poco chiara. La scomposi- Per stabilire se una reazione nucleare possibile o
zione di un nucleo avviene per tappe e per ogni meno, verifichiamo tra le altre cose che nella reazio-
nucleone tolto dal nucleo cambia l'energia di ne il numero barionico e il numero leptonico siano
separazione necessaria. conservati. Entrambe queste grandezze estensive
sottostanno a una legge di conservazione. I nomi
Quindi la nostra tabella contiene solo l'energia di se- numero barionico e numero leptonico per non
parazione totale da fornire al nucleo per scomporlo mettono in evidenza il fatto che si tratti di grandezze
completamente in protoni e neutroni. estensive e, a dire il vero, nemmeno che si tratti di
grandezze fisiche. I loro nomi suggeriscono che
siano semplicemente di numeri: il numero di ba-
10. Il prefisso "anti-" rioni e di leptoni. Invece per alcune particelle queste
Con il termine antiparticella viene espressa una re- grandezze possono assumere anche valori negativi,
lazione: una certa particella l'antiparticella di escludendo che possano essere dei semplici numeri.
un'altra. L'antiprotone l'antiparticella del protone, Per questo motivo preferiamo altri nomi: carica ba-
il protone l'antiparticella dell'antiprotone. Quindi rionica e carica leptonica. Con questa scelta abbia-
il termine antiparticella ha un significato simile alla mo dei nomi costruiti in analogia a quello della
parola partner. Non ci pu essere un solo partner, ci carica elettrica, con il quale gli studenti hanno suf-
sono solo partner di qualcun'altro. ficiente dimestichezza da trovare del tutto naturale
che le grandezze corrispondenti possano assumere
Ma il prefisso "anti-" ha anche un significato asso- anche valori negativi.
luto, in particolare quando precede il nome di una
particella, come nel caso dell'antiprotone, dell'anti- A differenza della carica elettrica la carica barionica
neutrone, dell'antineutrino... e quella leptonica non hanno un'unit di misura e i
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loro valori sono sempre un multiplo della carica e provengono da ricerche effettuate nell'ambito
barionica o leptonica elementare. Per sottolineare della fisica nucleare e delle particelle di livello uni-
comunque l'analogia, in tabella 32.3 anche i valori versitario. Ci ha portato a ritenere che la afferma-
di carica elettrica sono espressi come multipli della zioni riguardanti il Sole siano materia complessa e
carica elementare. difficile e da riservare a un corso di livello ben pi
avanzato. Non del tutto vero, infatti le ricerche in
fisica solare hanno dato dei risultati molto semplici:
13. Antimateria
- La distribuzione della densit del Sole molto
La cosiddetta antimateria viene spesso mistificata, interessante e di facile comprensione.
anche nei racconti di fantascienza: si portati a
pensare che si tratti in tutti i sensi del contrario della - Il motivo per cui il Sole tanto caldo sorprenden-
materia. In particolare si discute spesso la possibili- temente facile da spiegare. Il confronto tra il Sole e
t che abbia massa negativa. Il nome antimateria, una bomba a idrogeno genera l'impressione errata
che purtroppo ormai impossibile cambiare, contri- che il Sole sia caldo per lo stesso motivo per cui si
buisce sicuramente all'equivoco. Di conseguenza genera calore in presenza di un'esplosione. Nei fatti
insistiamo in modo particolare sul fatto che la dif- le reazioni nel Sole sono, almeno per un aspetto,
ferenza tra particelle e antiparticelle stia unicamen- radicalmente diverse da quelle in una bomba a
te nel segno di alcune grandezze fisiche. Invece di idrogeno: avvengono in modo estremamente lento.
dare l'impressione che un'antiparticella sia per cos Solo cos possiamo spiegare come mai il Sole esiste
dire la negazione di una particella, cerchiamo di da cos tanto tempo.
trasmettere un'altra idea: particella e antiparticella - Spesso si suggerisce che per capire il funziona-
formano una coppia di particelle che si somigliano mento del Sole si deve capire il ciclo Bethe-Weiz-
sotto molti punti di vista. scker. Invece in chimica ci si accontenta di cono-
scere la reazione netta. Chi in grado di descrivere
esattamente le singole reazioni che avvengono nella
14. Reattore nucleare e reattore a fusione combustione della benzina?
Solitamente questi impianti sono presentati in modo
da dare l'impressione di essere dei metodi molto
particolari per "liberare energia" usando due reazio- 16. Reazioni nucleari e reazioni chimiche
ni nucleari fondamentalmente diverse. In fisica nucleare come in chimica, alcune domande
Noi invece cerchiamo di spiegare i processi nei due sono sempre in primo piano. Abbiamo in mente una
tipi di reattore come qualcosa di molto simile. In determinata reazione e ci chiediamo per prima cosa
entrambi avvengono delle reazioni nucleari, e la se la reazione pu avvenire e, per secondo, a che
causa la stessa: perch l'energia di riposo degli velocit avviene (se lo fa). Per rispondere a queste
edotti maggiore di quella dei prodotti. Ma i proces- domande, sia in fisica nucleare che in chimica, si
si in entrambi i tipi di reattore sono fortemente ini- procede allo stesso modo. Visto che di solito nella
biti, la resistenza di reazione cos elevata da impe- presentazione delle due materie questa analogia non
dirne lo svolgimento in condizioni normali. Per sempre chiara, vogliamo confrontare i modi di
aumentare la velocit di reazione si applicano i procedere della chimica e della fisica nucleare.
metodi ben noti in chimica: nel reattore nucleare si
usano dei neutroni come catalizzatori, nel reattore a L'allestimento di una reazione
fusione Tokamak si accelera la reazione aumentan-
do la temperatura. Anche la fusione nucleare pu Nell'allestimento dell'equazione di una reazione
essere accelerata usando un catalizzatore: i muoni. chimica vanno seguite alcune regole: il numero di
atomi di ogni tipo di elemento a sinistra dell'equa-
zione deve coincidere con quello a destra. Nella
15. Il Sole terminologia fisica si tratta di soddisfare una legge
Per tutto quanto avviene sulla Terra il Sole cos im- di conservazione. Di fatto nell'ambito dei processi
portante che in effetti la sua trattazione dovrebbe di cui si occupa la chimica vale la conservazione del
essere uno degli argomenti pi importanti di qual- numero e del tipo di atomi. Questa non una legge di
siasi corso di scienze naturali. Invece se ne parla conservazione di valore generale. Vale solo in
spesso in maniera marginale: come lampada, che chimica e, proprio in quanto la sua validit non
illumina la Terra e quanto vi avviene, o come impor- generalizzabile, non formulata come una legge di
tante sorgente di energia. conservazione.
Anche in questo caso le origini di questa sottovalu- Ma anche in fisica si lavora spesso con delle gran-
tazione dell'importanza di un argomento sono sicu- dezze conservate solo parzialmente. Ad esempio in
ramente storiche. Le nostre conoscenze dei processi meccanica si applica spesso la conservazione dell'e-
che avvengono nel Sole sono relativamente recenti nergia meccanica nei processi non dissipativi. In
molti processi termodinamici si pu considerare
65
l'entropia una grandezza conservata, per esempio mazione sono quasi sempre molto piccoli e l'accen-
nella trattazione dei movimenti d'aria nell'atmosfe- to posto sul processo di reazione elementare.
ra. Anche nel caso di grandezze della cui conserva- Includere il bilancio energetico nello stabilire la di-
zione siamo convinti, non possiamo escludere che rezione di una reazione appare adatto anche perch
un giorno si scoprano dei processi nei quali non si- nella discussione delle reazioni nucleari la conser-
ano conservate. Un esempio il numero barionico. vazione di grandezze estensive ha comunque un
Finora sempre stato ritenuto una grandezza as- ruolo importante. Quindi il bilancio energetico di
solutamente conservata: non si mai osservato il una reazione semplicemente un altro bilancio ac-
decadimento di un protone che violasse la conserva- canto a quello della carica elettrica, del numero ba-
zione del numero barionico. Malgrado ci si conti- rionico e del numero leptonico. Naturalmente si
nua a cercare un processo che la violi, visto che la perde di vista il fatto che in una reazione spontanea il
teoria permette questa violazione. processo principale la produzione di entropia. In
Quindi in chimica legittimo parlare della conser- effetti la produzione di entropia la spinta princi-
vazione del numero e del tipo di atomi. pale di un processo spontaneo.
Allestendo l'equazione di una reazione chimica si
deve rispettare un'altra legge di conservazione: Il tasso di trasformazione
quella della carica elettrica. Il tasso di trasformazione della chimica, misurato in
Nell'allestimento di una reazione nucleare si proce- mol/s, indica quanto redditizia sia una reazione.
de allo stesso modo. In questo caso il numero degli Anche per le reazioni nucleari c' bisogno di una
atomi di un elemento non pi conservato, ma ci grandezza del genere. Purtroppo esiste gi un con-
sono altre grandezze conservate che ci permettono cetto ben affermato: l'attivit. Ma l'attivit si usa
di allestire l'equazione di reazione. Le leggi di con- solo per la descrizione di certi tipi di reazione: i
servazione della fisica nucleare sono quelle della cosiddetti decadimenti radioattivi - in simboli chi-
carica elettrica, del numero barionico e del numero mici A B + C. Anche l'unit di misura diversa,
leptonico (o delle cariche elettrica, barionica e lep- invece delle mol/s si usa il Becquerel, cio il numero
tonica). di decadimenti al secondo.
Preferiamo usare anche in questo caso l'espressione
In quale direzione pu avvenire la reazione? tasso di trasformazione. L'unit di misura Becque-
rel sar quindi solo un'unit di misura pi piccola
In chimica si confrontano i potenziali chimici degli per la stessa grandezza fisica. Per le reazioni nucle-
edotti e dei prodotti. La reazione avviene sponta- ari usiamo comunque un'unit di misura diversa in
neamente dal potenziale pi alto verso quello pi quanto i tassi di trasformazione sono spesso cos
basso. piccoli che nemmeno i prefissi come pico e femto
Si pu procedere allo stesso modo anche per le rea- bastano per esprimerli.
zioni nucleari. Mentre la chimica permette di fissare In ogni caso in fisica nucleare si usa comunque
arbitrariamente lo zero di tanti potenziali chimici un'altra misura per il tasso di trasformazione di una
quanti sono gli elementi, per le reazioni nucleari si reazione: il tempo di dimezzamento. Con il simbolo
deve lavorare con i valori assoluti dei potenziali n per la quantit di sostanza della sostanza che
chimici. (Il motivo proprio che gli elementi chimi- decade, dn/dt per il tasso di trasformazione e T1/2
ci si possono trasformare l'uno nell'altro.) I valori per il tempo di dimezzamento, otteniamo
assoluti del potenziale chimico sono, con una buona
approssimazione, uguali all'energia di riposo mola- dn ln 2
=n
re delle sostanze. E la differenza dei potenziali dt T1/2
chimici in una reazione nucleare sostanzialmente
uguale alla differenza tra le energie di riposo molari Con l'introduzione del tempo di dimezzamento si d
delle sostanze a sinistra e a destra dell'equazione di l'impressione che questa grandezza sia caratteristi-
reazione. Solo in condizioni molto estreme si hanno ca della fisica nucleare e che, di conseguenza, anche
delle variazioni dovute a temperature o pressioni le relative diminuzioni esponenziali della quantit
molto elevate. Invece di determinare la direzione di di una sostanza siano una particolarit della fisica
una reazione sulla base dei potenziali chimici, si pu nucleare. Per evitare di dare questa impressione,
determinare a partire dalle energie di riposo. introduciamo il concetto di tempo di dimezzamento
e di diminuzione esponenziale gi parlando di fisica
Dovevamo scegliere tra i due metodi. In favore dei atomica. In effetti la transizione della nube elettro-
potenziali chimici giocava il fatto che il procedi- nica da uno stato eccitato allo stato fondamentale
mento risulta identico a quello usato in chimica. un processo dello stesso tipo della transizione di un
Abbiamo comunque optato per le energie di riposo. nucleo da uno stato eccitato allo stato fondamentale.
Il potenziale chimico appare in ogni caso come
grandezza nel caso in cui la reazione avvenga tra
molte particelle, e in chimica quasi sempre cos.
Per contro, nella fisica nucleare i tassi di trasfor-
66
Paragrafo 2.5
1. Con un recipiente graduato e un cronometro
misurare l'intensit della corrente d'acqua con il ru-
binetto aperto.
68
3. Un magnete a sbarra o a ferro di cavallo viene 6. Mostrare in molte costruzioni statiche che c'
montato su una slitta. Si mette in moto la slitta sempre una parte sottoposta a trazione e un'altra a
spingendo da dietro con un altro magnete (avvici- compressione.
nando i poli uguali). Esempi:
4. Su un carrello viene appoggiata una pesante - Uno studente con tende un estensore (trazione
sbarra (o una tavola). La sbarra sporge sul lato nell'estensore, compressione nel corpo dello stu-
sinistro. Si carica il carrello di quantit di moto dente).
spingendo l'estremit sospesa della sbarra. La
sbarra deve scivolare sul carrello. - Due studenti sono seduti su due tavoli con le
ruote. Si prendono le mani e tirano mentre con le
5. Su un piccolo veicolo (slitta o carrello) viene gambe spingono i tavoli (trazione nelle mani.
montato un palloncino gonfio. Si apre il palloncino. compressione nelle gambe).
Il carrello si mette in moto grazie alla reazione
dell'aria che fuoriesce. - Costruzione con materiale per stativi e una
molla, che rappresenta un circuito di quantit di
moto chiuso e non ramificato, Fig. 3.1.
Paragrafo 3.6
Si riempie d'acqua un secchio bucato. Il livello del- Paragrafo 3.10
l'acqua inizialmente sale. Alla fine la corrente d'ac-
qua che esce dal foro uguale a quella che entra nel 1. Mostrare dei dinamometri a molla. Lasciare che
secchio. gli studenti giochino con dei dinamometri (non
troppo sensibili).
2. Una lunga corda tesa attraverso tutta l'aula,
Paragrafo 3.7 Fig. 3.2. La carrucola e il peso servono a tendere la
corda, cio a mantenere una corrente di quantit di
Un pezzo di legno viene gettato su una tavola ap- moto x, e non sono oggetto d'esame. Si misura la
poggiata su dei rulli, in modo che la tavola si metta
in moto.
70
Fig. 3.1. Circuito di quantit di moto chiuso e non ramificato, Fig. 3.2. Nella corda fluisce una corrente di quantit di moto
fatto con materiale per stativi. la cui intensit rimane costante se si cambia leggermente la
lunghezza della corda.
corrente di quantit di moto nella corda.Sottolinea- 4. Con l'aiuto delle unit di intensit di corrente si
re che si procede nel modo seguente: prima si taglia determina la relazione F-s per una molla d'ac-
il conduttore della corrente di quantit di moto. Le ciaio.
due estremit ottenute vengono collegate agli
allacciamenti dell'apparecchio che misura l'intensi-
t di corrente. (Si procede in modo analogo per la Paragrafo 3.14
misurazione dell'intensit di corrente di una
qualsiasi altra grandezza estensiva.) 1. Considerare, esaminare e discutere diversi mi-
suratori di velocit, p.es.:
3. Accelerare un carrello con una forza il pi pos-
sibile costante. La forza viene misurata. - tachimetro di una bicicletta
4. Nella costruzione in Fig. 3.2 si inseriscono due - anemometro di una stazione meteorologica
dinamometri. Il valore segnato dell'intensit della - manica a vento di un eliporto
corrente di quantit di moto lo stesso di prima.
2. Con i pezzi di un gioco di costruzione tecnico,
5. Nella corda in Fig. 3.2 si crea una ramificazione costruire un veicolo con un misuratore di velocit
(come in Fig. 3.47b nel testo per studenti). Misurare che funzioni secondo il principio del regolatore cen-
le intensit delle correnti di quantit di moto. trifugo.
3. La velocit costante di una slitta su una rotaia a
Paragrafo 3.12 cuscino d'aria viene determinata con una misura-
zione spazio percorso-tempo. In questo modo gli
1. Con un elastico e un righello si definisce l'unit studenti hanno a che fare per la prima volta con le
dell'intensit di corrente. Con altri elastici si realiz- barriere fotoelelettriche.
zano i multipli dell'unit.
2. Usando le unit dell'intensit di corrente si tara
un estensore. Paragrafo 3.15
3. Con una corda elastica si accelera un carrello. Gli esperimenti sono descritti nel testo per studenti.
Sul prolungamento della corda viene misurata l'in-
tensit della corrente di quantit di moto che fluisce
al carrello.
71
Paragrafo 4.7
1. Determinare la densit di un corpo geometric-
mente semplice, pesandolo e misurandone le di-
mensioni.
2. Determinare la densit di un liquido pesando e
misurando il volume.
elastici 3. Determinare la densit di un corpo solido e
geometricamente irregolare. Si ottiene il suo
volume immergendolo in acqua e misurando il
Fig. 4.1. Durante la caduta libera, i pesi sono tirati degli elasti- volume dell'acqua spostata.
ci all'interno della latta.
72
Paragrafo 5.3
Costruire un oscillatore come quello mostrato in
Fig. 5.12 del testo per studenti.
73
6. La quantit di moto come vettore re attenti a orientare il veicolo nella direzione della
quantit di moto che riceve.
Paragrafo 6.1 4. Caricare di quantit di moto un veicolo, spin-
Si fanno muovere due piccoli veicoli, p.es. auto- gendolo o tirandolo con una sbarra non diritta. Si
mobiline giocattolo. Una volta i due veicoli hanno pu assemblare una sbarra del genere con materiale
velocit dello stesso modulo e stessa direzione, una per stativi.
volta le direzioni sono uguali ma i moduli diversi,
poi i moduli sono uguali e le direzioni diverse e infi-
ne sia modulo che direzione sono diversi. Solo nel Paragrafo 6.5
primo caso le velocit sono uguali.
1. Con l'aiuto di una corda in cui inserito un di-
namometro, si tira un veicolo non troppo leggero.
Una volta nella direzione di marcia, una volta per-
Paragrafi 6.2 - 6.3 pendicolarmente e una volta in una qualsiasi
1. Per fare l'esperimento abbiamo bisogno di un direzione obliqua. Si osserva qualitativamente la
apparecchio che possa ricevere quantit di moto in reazione del veicolo.
due direzioni diverse. Un tavolo a rotelle non 2. Una rotaia viene montata un po' inclinata e un-
molto adatto perch si gira facilmente: oltre ai carrelo o una slitta la discende accelerando. Si
diversi tipi di quantit di moto, pu ricevere anche riporta la velocit in funzione del tempo.
quantit di moto angolare e questo perturba l'esperi-
mento.
Un tavolo a cuscino d'aria pi adatto perch non c' Paragrafo 6.6
il disturbo dell'attrito. Resta per il problema che i
corpi ricevono anche quantit di moto angolare. Se L'esperimento adatto banale ma ciononostante
facciamo urtare anelasticamente due slitte in modo non superfluo: si fissa una corda a un qualsiasi og-
che restino agganciate, a meno che si operi con mol- getto che scivola facilmente. Tirando brevemente la
ta abilit, dopo l'urto la coppia di slitte ruota. corda si mette in moto l'oggetto su un tavolo oriz-
zontale. Si nota che la direzione della quantit di
2. Non troppo difficile costruire un apparecchio moto che l'oggetto riceve la stessa direzione della
adatto al nostro scopo: un foglio di compensato corda.
montato su due coppie di binari tra loro perpendico-
lari, in modo da muoversi facilmente in direzione x e
y ma senza poter ruotare, Fig. 6.1. Paragrafo 6.7
Sul compensato possono muoversi dei piccoli vei- In tre corde tese che confluiscono in un nodo vengo-
coli: un trenino giocattolo o un'auto telecomandata. no inseriti dei dinamometri. La somma dei tre vetto-
Oppure si fa rotolare una sfera o pi sfere su binari ri intensit di quantit di moto nulla.
posati sulla tavola.
3. Per dimostrare che la quantit di moto che fluisce
pu avere direzioni diverse rispetto alla direzione
del conduttore, bastano esperimenti pi semplici:
un veicolo con le ruote bloccate in una direzione
viene caricato di quantit di moto con una sbarra. In
sostanza facciamo l'esperimento di Fig. 6.5 nel testo
per studenti. Prima di ogni tentativo si deve solo sta-
Paragrafo 7.3
1. Costruire un dispositivo simile a quello in Fig.
7.16 del testo per studenti. Il dispositivo pu essere
appoggiato sul tavolo in modo che si possa spostare
facilmente. Si deve fare in modo che lasciandolo
penzolare verso il basso il suo peso sia trascurabile.
2. Costruire un dispositivo simile a quello in Fig.
7.21 del testo per studenti (naturalmente con un ca-
rico inferiore). Per misurare le intensit delle
correnti di quantit di moto nei punti B e C, la sbarra
viene appesa in quei punti a due dinamometri.
3. Una leva di inversione come quella descritta in
Fig. 7.25 del testo per studenti pu essere costruita
con il materiale di una scatola per costruzioni
Mrklin. In entrambe le corde si inseriscono dei
dinamometri.
Paragrafo 7.4
1. Sperimentare con un dispositivo simile a quello
in Fig. 7.32 del testo per studenti: bracci della leva
uguali e stessi pesi, bracci uguali e pesi diversi,
equilibrio con bracci di diversa lunghezza.
2. Mostrare che un bilanciere libero di ruotare at-
torno al proprio centro in equilibrio in qualsiasi o-
rientamento. (Il bilanciere pu essere costruito con
il materiale a disposizione o con i pezzi della Lego,
Mrklin o Fischertechnik)
3. Determinare il baricentro di un corpo trovando
un asse con il quale il corpo in equilibrio indipen-
dentemente dall'orientamento. Il corpo dovrebbe
permettere di inserire degli assi in molti modi
diversi. I Lego si prestano allo scopo.
75
Paragrafo 10.2
1. Fare l'esperimento delle temperature che si u-
guagliano descritto nel testo per studenti.
2. Misurare con il termometro elettrico la tempe-
ratura di diversi oggetti dell'aula: oggetti di metallo,
legno, calcestruzzo, ecc. Per ottenere un buon con-
tatto termico durante la misurazione, si versa una
goccia d'olio sul punto dove si misura (l'acqua per-
turberebbe l'equilibrio termico a causa dell'evapo-
razione).
Paragrafo 10.3
1. Se possibile, portare un frigorifero in classe,
metterlo in funzione e identificare la pompa di
calore, l'entrata e l'uscita per l'entropia.
2. Se si ha a disposizione una pompa di calore
metterla in funzione e spiegare ci che possibile
con quanto fatto finora a lezione.
Paragrafo 10.4
Qui facciamo solo un Gedankenexperiment: un
mattone viene raffreddato con macchine del freddo
sempre migliori.
Paragrafo 10.5
1. Anche se in ogni lampadina e nella maggior
parte delle apparecchiature elettriche viene
prodotta entropia, eseguiamo il seguente
esperimento: facciamo passare una corrente
elettrica molto forte attraverso un cavo molto
sottile, per farlo diventare incandescente.
2. In un trapano a mano elettrico si fissa una punta
smussata o semplicemente un grosso chiodo. Poi si
prova a perforare un sasso o un pezzo di cemento. La
punta di trapano, o il chiodo, diventa incandescente.
77
Paragrafo 10.7
Paragrafi 11.4 e 11.5
1. Esaminare qualitativamente la conducibilit ter-
mica di alcuni materiali solidi. Si mostrano alcune macchine termiche o "motori
termici" cercando ogni volta di individuare dove
2. Un esperimento sulla conducibilit termica del- l'entropia entra nella macchina a temperatura ele-
l'acqua: in una provetta c' acqua fredda e sul fondo vata e da dove ne esce a temperatura pi bassa. A
della provetta un pezzo di ghiaccio. Per impedire al seconda delle situazioni si discutano i dettagli di
ghiaccio di risalire, lo si appesantisce con un po' di funzionamento della varie macchine.
filo di ferro. Ora teniamo la provetta inclinata sopra
un becco Bunsen, in modo che la parte superiore si 1. La macchina Stirling
riscaldi. L'acqua nella parte superiore comincia a Si mostra sia il funzionamento come pompa di calo-
bollire mentre il ghiaccio sul fondo non si scioglie. re che come motore termico. Quando lavora come
Si misura la temperatura in cima e in fondo alla pompa di calore, mostriamo che l'uscita per l'entro-
provetta. (Dobbiamo tenere il ghiaccio in basso e pia altrettanto importante dell'entrata: riduciamo
riscaldare in alto per ottenere una stratificazione il riscaldamento in modo tale che la macchina lavori
stabile dell'acqua, cio per impedire la convezione appena e poi chiudiamo l'acqua di raffreddamento.
naturale.) Dopo pochi minuti la macchina si ferma. Se
3. Alcuni materiali sono pi freddi al tatto di altri apriamo di nuovo l'acqua di raffreddamento si
materiali alla stessa temperatura. Al riguardo ven- rimette in funzione.
gono fatti i seguenti esperimenti: un pezzo di ferro e 2. L'elemento Peltier
uno di legno vengono raffreddati (direttamente nel
frigorifero o in una miscuglio di acqua e ghiaccio) e I moduli Peltier si possono acquistare nei negozi di
poi toccati da diversi studenti. Il ferro sembra pi elettronica. Al modulo viene allacciato un piccolo
freddo. Entrambi gli oggetti vengono poi riscaldati motore elettrico. Il modulo viene azionato per
in acqua bollente e toccati nuovamente. Questa esempio tra un bicchiere con acqua fredda e uno con
volta il ferro sembra pi caldo. acqua calda. Un'altra possibilit: una parte del mo-
dulo viene raffreddata con un blocco di metallo
freddo, l'altra messa in contatto con un ferro da stiro.
3. La macchina a vapore
Vale la pena mostrare una comune macchina a va-
pore giocattolo, visto che la maggior parte degli
studenti non ha mai visto una macchina a vapore in
funzione. Con una macchina a vapore a condensato-
re si potrebbe compiere un esperimento molto pi
bello, purtroppo sono rare le scuole che ne possiedo-
no una. Anche in questo caso chiudiamo l'acqua di
raffreddamento. Si pu vedere molto bene come la
pressione nel condensatore aumenti fino a uguaglia-
re la pressione nella caldaia. Naturalmente la mac-
china si ferma. Riaprendo l'acqua di raffreddamento
la macchina ricomincia a funzionare, e lo fa molto
rapidamente.
78
16. Elettricit e correnti elettriche tensione a un valore elevato. Frenare il motore e mo-
strare che l'intensit della corrente non dipende solo
Paragrafo 16.1 dalla tensione ma anche dal carico al quale sotto-
1. Costruire semplici circuiti elettrici con differenti posto il motore.
sorgenti di energia (batteria, alimentatore, dinamo, 2. Collegare l'una dopo l'altra due lampadine di-
cellula solare) e con differenti ricevitori di energia verse a un alimentatore, facendo in modo che la ten-
(lampadina, motore). sione sia la stessa in entrambi i casi.
2. Esaminare vari oggetti per capire quali condu-
cono la corrente elettrica e quali no.
Paragrafo 16.7
3. Al fine di verificare se la sorgente di energia
deve innanzitutto riempire di elettricit i cavi elet- Verificare con delle misurazioni le soluzioni di al-
tricit, si allaccia una lampadina a una batteria con cuni degli esercizi proposti. In particolare, mostrare
un cavo molto lungo. La lampadina si accende senza che quando si interrompe il circuito il potenziale del
ritardo. collegamento a destra della lampadina in fig. 16.40
sale da 0 V allo stesso valore dell'altro collega-
mento.
Paragrafo 16.2
Misurare l'intensit della corrente elettrica in un Paragrafo 16.8
punto qualsiasi di un circuito. Poi la si misura in altri
punti dello stesso circuito. Infine misurarla con di- Determinare la curva caratteristica I-U per
versi amperometri in serie. - una lampadina;
- un diodo;
Paragrafo 16.3 - un motore elettrico (con diversi carichi);
Verificare la regola dei nodi. - un filo molto lungo e sottile;
- un resistore;
Paragrafo 16.4 - pi resistori allacciati in serie e in parallelo.
1. Misurare la tensione elettrica tra i collegamenti
di diverse batterie e alimentatori, una cellula solare,
una dinamo e una presa. Paragrafo 16.10
2. Collegare un voltmetro a diversi punti di un 1. Costruire la sorgente di tensione alternata in
circuito. fig. 16.57 del testo per studenti. Misurare il poten-
ziale del conduttore superiore (= tensione rispetto a
3. Misurare la tensione con diversi voltmetri in terra) alternando la posizione dell'interruttore e u-
parallelo. sando un voltmetro con lo zero al centro della scala.
4. Collegare un voltmetro a una batteria e misura- 2. Rappresentare il potenziale dei poli di una pre-
re l'intensit della corrente che lo attraversa. sa in funzione del tempo con l'aiuto di un oscillosco-
pio.
Paragrafo 16.5 3. Rappresentare graficamente una funzione sinu-
soidale. Per ricavare i valori si usi una normale cal-
1. Mettere a terra una volta il polo positivo e una colatrice.
volta il polo negativo di una batteria, misurando la
tensione tra la terra e l'altro polo. 4. Esperimenti con un generatore sinusoidale:
2. Misurare la tensione tra la presa di terra della necessario usare un generatore sinusoidale che
cattedra e la conduttura dell'acqua. fornisca una corrente elettrica intensa e la cui fre-
quenza possa essere ridotta fino a valori molto bassi
3. Allacciare il polo di una batteria al collegamen- (~ 1 Hz).
to di un alimentatore che si trovi a una tensione ab-
bastanza elevata, poi misurare il potenziale (= la Allacciare una lampadina e aumentare progressiva-
tensione rispetto a terra) dell'altro polo della batte- mente la frequenza, partendo da 1 Hz.
ria. Alimentare una lampadina con una frequenza supe-
riore ai 20 Hz e un'altra, identica, con una sorgente a
tensione costante. Regolare il valore della tensione
Paragrafo 16.6 in modo che le lampadine brillino con la stessa in-
1. Allacciare in serie una lampadina e un motore tensit. Confrontare la tensione della seconda sor-
elettrico a un alimentatore regolabile e misurare gente con il valore massimo di quella del generatore
l'intensit della corrente e la tensione. Regolare la sinusoidale.
82
Paragrafo 18.13
1. Un voltmetro viene collegato a una bobina. In-
serire un magnete nella bobina e poi estrarlo. Corto-
circuitare la bobina con un amperometro e ripetere
l'esperimento.
2. Ripetere l'esperimento con bobine dal diverso
numero di avvolgimenti e con magneti di intensit
diversa.
3. Invece di un voltmetro collegare un oscillosco-
pio e muovere il magnete molto in fretta.
4. Invece di muovere il magnete permanente, ac-
cendere e spegnere l'elettromagnete.
5. Muovere la bobina di induzione su un nucleo
di ferro. Aggiungere dei pezzi di ferro dolce alle e-
stremit del nucleo di ferro in modo da formare una
"U". La "U" pu essere prolungata aggiungendo su
ogni lato altri pezzi di ferro dolce. Cos facendo l'e-
sperimento ha un effetto ancora maggiore. Si sposta
il magnete permanente tra le due estremit prolun-
gate del nucleo di ferro dolce. Viene indotta una ten-
sione anche se il campo del magnete permanente
non si estende fino alla bobina.
Paragrafo 18.14
1. Utilizzare il modello autocostruito di motore
elettrico come generatore.
2. Mostrare il modello di generatore in dotazione.
Paragrafo 18.15
1. Vedi fig. 18.55 e il testo corrispondente.
2. Dimostrare la validit della relazione
U1/U2 = n1/n2.
3. Servendosi di un buon trasformatore mostrare
che, con buona approssimazione, vale
U1I1 = U2I2
Lo si faccia con il trasformatore sottoposto a un cari-
co medio.
85
19. Elettrostatica
100 k
Paragrafo 19.2
Dimostrazione del moto degli ioni che trasportano
la corrente elettrica. Si osserva che il confine tra gli alimentatore 40 mF
ioni di permanganato (viola) e gli ioni di nitrato (in- V
colore) si sposta. 200V
A
Paragrafo 19.3
2 mA
Tentare di accumulare carica elettrica in un cavo.
Dapprima semplicemente allacciando il cavo a un
collegamento di una batteria o di un comune ali- Fig. 19.1. La resistenza fa in modo che la corrente sia costante
mentatore a bassa tensione mentre l'altro collega-
mento della batteria o dell'alimentatore messo a
terra. Tentiamo di evidenziare la presenza della ca- Se non si ha a disposizione un alimentatore a corren-
rica con una lampadina. Poi si aumenta la tensione, te stabilizzata, ci si serva di un normale alimentatore
si migliora l'isolamento e si usa uno strumento pi a tensione continua. Regolare la tensione a un valore
sensibile - una lampadina fluorescente - fino a rile- ben al di sopra di quella che si vuole ottenere per il
vare un leggero accumulo di carica. condensatore e inserire nel circuito una resistenza di
valore elevato, come nella figura. Spegnere la sor-
gente di tensione appena il condensatore si trova al-
la tensione desiderata. Anche in questo caso si ottie-
Paragrafo 19.4 ne una corrente pressoch costante.
Compiere i noti esperimenti di attrazione e repulsio- Dall'intensit della corrente e dal tempo di carica si
ne di corpi elettricamente carichi e dell'influenza. calcola la carica sulle piastre alla fine del processo
di carica, da tensione e carica si calcola la capacit.
Paragrafo 19.5
1. Esperimento con il condensatore descritto nel Paragrafo 19.7
testo per studenti: mostrare che la capacit aumenta 1. Esperimenti con il tubo catodico in dotazione.
al diminuire della distanza tra le piastre. Mostrare come il raggio pu essere deviato elettri-
2. Smontare un condensatore a carta metallizzata. camente e magneticamente.
2. Esaminare la struttura dello schermo di un tele-
visore a colori.
Paragrafo 19.6
1. Compiere diversi esperimenti con un condensa-
tore di capacit molto elevata. La capacit minima
dovrebbe essere di 10 millifarad, meglio ancora se
100 millifarad o 1 farad. Caricare il condensatore
con un alimentatore e scaricarlo attraverso una lam-
padina. Collegare il condensatore a un motore che
possa lavorare anche come dinamo. (Il motore do-
vrebbe avere un buon rendimento (80%). Il motori-
no di un videoregistratore particolarmente adatto
allo scopo.) Ruotare manualmente l'asse del motore
in una certa direzione e lasciarlo andare. Continua a
girare nella stessa direzione. Se lo si ferma per un i-
stante si rimette subito in moto.
2. Registrare la tensione tra le piastre di un con-
densatore in funzione del tempo con una corrente di
carica costante.
La capacit del condensatore dovrebbe essere di al-
meno 10 millifarad.
Usare un alimentatore che possa lavorare alternati-
vamente a tensione o a corrente costante. Regolare
la tensione al valore massimo voluto e la corrente al
valore desiderato. Durante la fase di carica misurare
sia la tensione che la corrente (costante).
86
Paragrafo 22.7
Studiare qualitativamente la relazione tra la curva-
tura della superficie di una lente e la sua lunghezza
focale.
Paragrafo 22.8
Eseguire i noti esperimenti sulla composizione del-
le lenti.
88
Paragrafo 23.3
1. Mescolare colori con l'aiuto di un disco di New-
ton o un dispositivo simile.
2. Mostrare in classe lo schermo di un televisore
o di un computer, osservando i pixels con l'aiuto di
una lente.
della lunghezza d'onda, cos come viene fornita da 24. Trasformazioni di sostanze e po-
un moderno spettrometro, in questo caso molto pi
chiara. tenziale chimico
Con i mezzi a nostra disposizione studiamo la com- Paragrafo 24.1
posizione spettrale della luce di diverse sorgenti: 1. Pesare una mole di diverse sostanze e disporle
Sole, lampadina a incandescenza, lampada spettra- l'una accanto all'altra. Nel senso della chimica le
le, lampadine con diversi filtri colorati. quantit sono uguali.
Constatiamo che mescolanze di luci di diversa com- 2. Pesare 1/4 di mole di ferro e di zolfo e mescolarle
posizione spettrale possono essere all'origine della in un mortaio. Versare in una provetta e riscaldare
stessa impressione cromatica. Ovviamente ci con un becco Bunsen. Togliere il becco Bunsen ap-
particolarmente evidente per la luce bianca. pena il miscuglio comincia ad ardere. Attenzione:
indossare gli occhiali protezione! Analizzare i rea-
genti e i prodotti della reazione (per esempio le pro-
priet magnetiche).
Paragrafo 24.2
Porre un piccolo bruciatore ad alcol su una bilancia
e determinare la diminuzione di massa in funzione
del tempo. Ricavarne la velocit di trasformazione
della combustione.
Paragrafo 24.3
1. La reazione
Cu + ZnO Zn + CuO
si svolge spontaneamente verso destra o verso sini-
stra? Prima proviamo a far reagire Cu e ZnO, poi Zn
e CuO. Solo nel secondo caso avviene una reazione.
Quindi il potenziale chimico delle sostanze della
parte destra maggiore di quello delle sostanze del-
la parte sinistra. (vedi sotto, paragrafo 24.4, espe-
rimento 3 (b)).
2. Far reagire acqua e carburo di calcio in etino e
idrossido di calcio. Usare una fiamma per dimostra-
re la presenza di etino (forte produzione di fuliggi-
ne)
Paragrafo 24.4
1. Soffiare in successione polvere di rame, di fer-
ro e di magnesio sulla fiamma del becco Bunsen. Il
magnesio ha la reazione pi intensa, seguito dal fer-
ro e dal rame. La sequenza rispecchia le tensioni
chimiche.
2. Sciogliere magnesio, zinco e rame (non polve-
rizzati) nell'acido cloridrico. La produzione di
diidrogeno molto intensa con il magnesio, molto
meno con lo zinco e impercettibile con il rame. La
sequenza rispecchia le tensioni chimiche.
3. Ridurre CuO con ferro, zinco e magnesio:
(a) miscelare 1,6 g di polvere di ossido di rame (ne-
ra) e 0,8 g di polvere di ferro (grigia). Riscaldare in
una provetta fino all'incandescenza, poi togliere im-
mediatamente dalla fiamma. (Indossare gli occhiali
protezione!)
90
(b) miscelare 2 g di polvere di ossido di rame e 1,6 g 4. Ridurre la resistenza di reazione con un cataliz-
di polvere di zinco, riscaldare in una provetta fino zatore.
all'incandescenza. (Indossare gli occhiali protezio-
ne!) 2H2O2 2H2O + O2
(c) miscelare una punta di spatola di polvere di ossi- Versare in una provetta una soluzione di perossido
do di rame con una di polvere di magnesio, mettere di idrogeno (perossido di idrogeno diluito con ac-
la miscela in un piattino di porcellana e accendere qua) e aggiungere un po' di spugna di platino. Attor-
con la fiamma del becco Bunsen. (Indossare occhia- no alla spugna di platino si forma immediatamente
li e guanti di protezione!) del gas. Dimostrare con la prova del filo incande-
scente che si tratta di diossigeno. Appena si toglie la
La riduzione di CuO con magnesio la pi violenta, spugna di platino dalla soluzione, la reazione si in-
seguono nell'ordine lo zinco e il ferro. La sequenza terrompe. Non si nota nessun cambiamento della
rispecchia le tensioni chimiche. spugna di platino.
Paragrafo 24.5
1. Reazioni con una piccola resistenza di reazione
sono:
(a) Se non ancora mostrata: produzione di etino da
carburo di calcio e acqua (vedi sopra, paragrafo
24.3, esperimento 2).
(b) NH3 + HCl NH4Cl
Avvicinare molto i colli delle bottiglie aperte conte-
nenti acqua ammoniacale e acido cloridrico concen-
trato. Si forma un fumo bianco di cloruro d'ammo-
nio.
(c) 2Na + 2H2O 2Na+ + 2OH- + H2
Riempire per met una bacinella di vetro con acqua
e gettarvi con una pinzetta un pezzetto di sodio ta-
gliato di fresco, non pi grande di un pisello. Per evi-
tare che il sodio si appiccichi alla parete del reci-
piente, aggiungere all'acqua un po' di detersivo. In-
dossare occhiali e guanti di protezione!
2. Ridurre la resistenza di reazione mescolando e
rimestando.
(a) Ba(OH)2 8H2O + 2NH4NO3
2NH3 + 10H2O + Ba(NO3)2
La reazione non si avvia fino a che si rimestato per
bene. Si capisce che la reazione sta avvenendo
- dall'odore
- dal fatto che la miscela diventa liquida
- dal raffreddamento.
(b) Gettare dei pezzetti di KOH in acqua. Restano i-
nerti sul fondo. Rimestando per si sciolgono in
fretta.
3. Ridurre la resistenza di reazione riscaldando.
Molte reazioni possono essere usate come esempio,
per esempio:
Mescolare 1,6 g di polvere di rame e 0,8 g di polvere
di zolfo, mettere la miscela in un piattino di porcel-
lana e accenderla con un filo incandescente. La rea-
zione molto violenta. Indossare occhiali e guanti
di protezione!
91
Paragrafo 30.3
1. Deformare con le mani un palloncino gonfio.
Se lo si lascia andare riprende la forma iniziale. Un
atomo si comporta allo stesso modo, a condizione di
non deformarlo troppo.
2. Nei negozi di giocattoli si pu trovare un giocatto-
lo che serve a illustrare l'eccitazione e il ritorno allo
stato iniziale di un atomo. Si tratta di un oggetto di
gomma a forma di calotta semisferica dal diametro
di circa 6 cm. Si preme la calotta, "rovesciandola" in
modo che abbia ancora una forma grossomodo sfe-
rica, la si appoggia sul pavimento e si aspetta. Dopo
pochi secondi l'oggetto riprende di scatto la sua
forma iniziale facendo un "salto".
Paragrafo 30.6
Purtroppo le ditte di materiale didattico non offrono
esperimenti che mostrino il decadimento esponen-
ziale degli stati elettronici eccitati. Quindi optiamo
per un esperimento-modello.
Si vuole mostrare in che modo diminuisce il grado
di occupazione di uno stato eccitato quando la pro-
babilit che un sistema compia una transizione da
uno stato eccitato allo stato fondamentale, rimane
costante nel tempo. La funzione corrispondente
detta esponenziale.
Tutti gli studenti si dispongono su un lato dell'aula.
Quando si d l'ordine, ognuno di loro lancia una mo-
neta. Tutti quelli che ottengono "croce" si spostano
dall'altra parte dell'aula, gli altri restano dove sono e
partecipano al prossimo lancio, e cos via.
Si riporta il numero di studenti rimasti dopo ogni
lancio in funzione del numero di lanci effettuati.
95
Paragrafo 31.5
1. Sbriciolare degli oggetti trasparenti. La polvere
ottenuta bianca.
2. Mostrare agli studenti un pezzo di silicio.
3. Mostrare agli studenti dei cristalli di solfuro di
cadmio. Sbriciolare alcuni cristalli di CdS. La pol-
vere giallo intenso.
Paragrafo 31.6
1. Riscaldare contemporaneamente (in modo che
abbiano pi o meno la stessa temperatura) diversi
piccoli oggetti su una fiamma. Quelli bianchi e quel-
li trasparenti ardono, quelli neri no.
La fiamma deve essere calda e abbastanza grande.
Un becco Bunsen non molto adatto. Meglio usare
due becchi Bunsen o la fiamma di una saldatrice.
Come oggetti bianchi o trasparenti si possono usare
ghiaia bianca, quarzo o zaffiro. Alcuni oggetti sono
inadatti malgrado siano bianchi o trasparenti: gesso
o vetro comune. Il motivo che contengono delle
impurit. Inoltre il vetro non adatto perch a queste
temperature fonde.
Come oggetti assorbenti si possono usare della
ghiaia nera, un pezzo di ferro, un pezzo di carbone di
una lampada ad arco a carbone e un pezzo di silicio.
96
Paragrafo 31.10
Inserire un MOSFET (metal-oxide semiconductor
field effect transistor) in un circuito con un piccolo
motore elettrico o una lampadina (collegare Source
e Drain). Variando il potenziale elettrico dell'allac-
ciamento Gate si pu accendere o spegnere il mo-
tore rispettivamente la lampadina. sufficiente
mettere in contatto con un dito la Gate e il polo posi-
tivo o quello negativo della sorgente di tensione.
L'esperimento mostra chiaramente che attraverso la
Gate non scorre corrente.
D. Soluzioni degli esercizi
Paragrafo 1.3
1. Luce - elettricit; aria in movimento - elettricit
2. Forno elettrico; turbina idraulica
3. (Carbone) - centrale a carbone - (elettricit) -
motore elettrico - (quantit di moto angolare) -
pompa idraulica - (acqua in movimento)
4. Fig. 1.1
5. Dinamo; Fig. 1.2
Paragrafo 3.2
Paragrafo 2.5
1. La quantit di moto totale 1500 Hy. In ogni
1. 6 L/min. vagone ci sono 300 Hy.
2. No. Oltre che dallintensit della corrente, la 2. Prima dellurto: due vagoni contengono 6000
velocit di scorrimento dipende anche dalla sezione Hy ciascuno, il terzo 0 Hy. Dopo lurto: ognuno dei
del tubo. tre vagoni contiene 4000 Hy.
3. 10 m3/s. 3. Dal carrello a sinistra 10 Hy passano a quello a
destra cosicch dopo lurto il carrello a sinistra ha -5
Hy e quello a destra +5 Hy.
Paragrafo 2.6
4. Quantit di moto totale: (500 - 200) Hy = 300
(a) Anche 10 L/s. Tutta lacqua che entra nel tubo da Hy. Dopo lurto ogni vagone ha +100 Hy. I vagoni si
sinistra deve uscire da destra. muovono verso destra.
(b) La resistenza del tubo tra la strozzatura e lestre- 5. Quantit di moto dopo limpatto: -1 Hy. Diffe-
mit destra inferiore che tra lestremit sinistra e la renza di quantit di moto: 2 Hy. Attraverso il muro 2
strozzatura perch la parte destra del tubo pi corta Hy fluiscono a terra.
e pi grossa. Affinch nella parte destra fluisca una
corrente della stessa intensit che nella parte sini-
stra, basta una spinta pi piccola, una differenza di Paragrafo 3.4
pressione inferiore.
1. Due sbarre unite. Se sottoposte a trazione si
staccano.
2. Lauto scivola, mantiene la sua quantit di moto.
Normalmente il collegamento tra ruote e strada de-
ve condurre la quantit di moto. Con il ghiaccio non
lo fa. Quindi la quantit di moto non pu defluire a
terra.
3. Le ruote girano a vuoto. Visto che il collegamento
conduttore di quantit di moto tra le ruote e la strada
interrotto, il motore non pu pompare quantit di
moto nellauto.
Paragrafo 3.5
1. Laria in movimento cede quantit di moto alla
barca.
2. La quantit di moto viene ceduta allacqua at-
traverso le pareti della nave. Tra le pareti della nave
e lacqua c attrito.
99
Paragrafo 3.12
1. s = F/k
a) s = 12 N / (150 N/m) = 0,08 m
b) s = 24 N / (150 N/m) = 0,16 m
2. a) Per F = 15 N, s = 0,32 m;
per F = 30 N, s = 0,4 m.
Fig. 3.1. Paragrafo 3.8, esercizio 3 b) Per s = 0,2 m, F = 4 N.
c) Man mano che lallungamento aumenta di-
Paragrafo 3.6 venta sempre pi difficile tendere la corda.
1. (a) Il motore pompa quantit di moto da terra 3. Alle estremit di una molla si lega una corda
nellauto. (b) La quantit di moto defluisce lenta- pi lunga della lunghezza a riposo della molla. Se
mente a terra e allaria. (c) La quantit di moto de- tendiamo il dispositivo, in un primo tempo la
fluisce a terra rapidamente. (d) Tutta la quantit di corrente di quantit di moto fluisce attraverso la
moto che il motore pompa nellauto defluisce a terra molla: vale la legge di Hooke. Appena la corda si
e nellaria. tende non si riesce pi ad allungare ulteriormente.
La corrente di quantit di moto aumenta senza che la
2. Perch la quantit di moto n affluiva n defluiva. corda (e quindi la molla) si allunghi.
4. Chiamiamo le due molle A e B. Quindi abbiamo
Paragrafo 3.8 FA = kAsA e FB = kBsB. Visto che le molle sono
attraversate dalla stessa corrente di quantit di
1. Dallauto a terra fluisce quantit di moto nega- moto, FA = FB , quindi kAsA = kBsB. Ma visto che
tiva, quindi positiva da terra allauto. La velocit del sA = 4sB, allora kB = 4kA.
terreno 0 m/s, quella dellauto negativa. Quindi
la velocit dellauto minore e, in accordo con la
regola, la quantit di moto fluisce dal corpo a veloci- Paragrafo 3.13
t maggiore verso il corpo a velocit minore.
Usare 20 pezzi di spago contemporaneamente. La
2. La quantit di moto negativa del carrello au- sezione del conduttore diventa 20 volte pi grande
menta, cio quella positiva diminuisce. La quantit che con uno solo. Ogni pezzo di spago attraversato
di moto (positiva) fluisce dal carrello attraverso le da una corrente massima di 100 N.
braccia della persona e poi a terra. Quindi nelle
braccia la quantit di moto fluisce verso destra.
3. Il gancio di traino sottoposto a trazione, Fig. Paragrafo 3.14
3.1. 1. Dati: t = 40 min = 2/3 h
s = 10 km
Cercato: v
Paragrafo 3.9
s 10 km
1. Da terra, attraverso le ruote posteriori, nel trat- v= = = 15 km/h
tore, da l allalbero attraverso la corda e poi nuova- t 2/3h
mente a terra.
2. Da terra nel palo a destra, risale nel palo fino 2. Dati: t = 92 min = 92/60 h = 1,533 h
alla corda, attraverso la corda al palo a sinistra, s = 185 km
scende nel palo e torna a terra. La corda sottoposta Cercato: v
a trazione, la Terra a pressione.
s 185 km
3. Per esempio un pneumatico che ruota galleg- v= = = 120,7 km/h
giando nello spazio. In natura: gli anelli di Saturno t 1,533 h
ma anche la Terra che gira.
= 120,7 . 0,2778 m/s = 33,5 m/s
3. Dati: v = 30 m/s
m = 50 g = 0,05 kg
p = mv = 0,05 kg . 30 m/s = 1,5 Hy
4. Dati: m = 150 kg
F = 15 N
t=5s
Cercato: v
F = p/t p = F . t = 15 N . 5 s = 75 Hy
p = mv v = p/m = 75 Hy/(150 kg)
= 0,5 m/s
5. Quantit di moto e energia Quantit di moto: sempre dalla Terra al corpo attra-
verso il campo gravitazionale. Dal corpo torna sem-
pre alla Terra attraverso la corda elastica e il soste-
Paragrafo 5.1 gno. Al di sotto della posizione di equilibrio per,
attraverso la corda elastica ne defluisce pi di quan-
1. Dati: v = 20 km/h = 5,6 m/s ta ne affluisce dal campo gravitazionale e la quantit
F = 900 N di moto del corpo diventa negativa. Al di sopra della
Cercato: P posizione di equilibrio dalla corda ne defluisce me-
P = v . F = 5,6 m/s . 900 N = 5040 W no di quanta ne affluisce dal campo e la quantit di
moto negativa del corpo diminuisce di nuovo. Nella
La quantit di moto fluisce a terra attraverso le discesa il contrario.
ruote. Lenergia consumata nella produzione di
calore nei pneumatici e nei cuscinetti delle ruote.
2. Dati: s = 35 km
F = 900 N
Cercato: E
E = F . s = 900 N . 35 km = 31500kJ
3. Dati: v = 10 m/s
P = 800 W
Cercato: F
P = v . F F = P/v = 800 W/(10m/s) = 80 N
4. Dati: m = 50 kg
v = 0,8 m/s
h=5m
Cercati: P, t, E
Forza di gravit: F = m . g = 50 kg . 10 N/kg
= 500N
P = v F = 0,8 m/s . 500 N = 400 W
.
v = h/t t = h/v = 5 m/(0,8 m/s) = 6,25 s
P = E/t E = P . t = 400 W . 6,25 s = 2500 J
=2,5 kJ
Paragrafo 5.3
1. Energia: dal vagone nel respingente e dal re-
spingente indietro al vagone.
Quantit di moto: dal vagone a terra attraverso il
respingente e questo fino a che il vagone ha tanta
quantit di moto positiva quanta ne aveva di negati-
va allinizio.
2. Energia: nella la caduta dal campo gravitazionale
alla palla, nel rimbalzo ridistribuzione nella palla,
nella salita dalla palla al campo gravitazionale.
Quantit di moto: nella caduta dalla Terra alla palla
attraverso il campo, nel rimbalzo dalla palla alla
Terra, nella risalita nuovamente dalla Terra alla
palla.
3. Energia: al di sotto della posizione di equilibrio
lenergia va dalla corda elastica al campo gravita-
zionale e al corpo. Sopra la posizione di equilibrio
va dalla corda elastica e dal corpo al campo gravita-
zionale. Nella discesa il contrario.
103
1. Dati: m = 0,1 kg
pinizio = 0,5 Hy
Fig. 6.1. Paragrafo 6.1, esercizio 1
(a) Il sasso riceve 0,1kg . 10N/kg = 1Hy/s, vale
a dire 1 Hy ogni secondo. quantit di moto a 270
(b) Fig. 6.3
p = (0,5 Hy) 2 + (1 Hy) 2 = 1,12 Hy
p2 (c)
2. Dati. m = 0,3 kg
vinizio = 5 m/s
p 1
(a) p = m . v = 0,3kg . 5m/s = 1,5Hy
(b) Quando il sasso ha un angolo di caduta di 45 ha
1 Hy ricevuto dalla Terra esattamente 1,5 Hy. La sua
quantit di moto totale quindi:
a b
10 MHy 10 kHy
0,5 Hy
Fig. 6.3. Paragrafo 6.3, esercizio 1 Fig. 6.4. Paragrafo 6.3, esercizi 4 e 5
104
Paragrafo 7.4
1. Momento meccanico destrorso = rD . FD
= 2,1 m . 45 kg . 10 N/kg = 945 Nm
Momento meccanico sinistrorso = rS . FS
= 0,82 m . 150 kg . 10 N/kg = 1230 Nm
La sbarra non in equilibrio, ruota in senso antiora-
rio.
Paragrafo 7.5
1. Al centro del mozzo
2. Al centro della Terra
4. La distanza tra baricentro e centro della Luna
uguale a 100 volte la distanza tra baricentro e centro
della Terra rT. Quindi:
rT = 380 000 km / 101 = 3763 km.
Il baricentro dentro la Terra.
106
Tabella 8.1
Pi la velocit di un corpo Pi la velocit angolare di un
elevata, pi quantit di moto corpo grande, pi quantit
contiene. di moto angolare contiene.
N S
Pi la massa di un corpo Pi la massa di un corpo
grande, pi quantit di moto grande, pi quantit di moto N
contiene. angolare contiene. S
9. Pressione e trazione
ENERGIA turbina ENERGIA Paragrafo 9.1
idraulica 1. Dati: F = 420 N
A1 = 2 cm2
acqua sotto A2 = 3 cm2
pressione quantit di A3 = 3 cm2
moto angolare
Cercati: p1, p2, p3
40 N
p = = 50 MPa = 500 bar
0,000 000 8 m 2
Se la sezione della punta diventa 10 volte pi picco-
la, si ottiene una pressione di 500 MPa = 5000 bar.
2 Hy
F = = 200 N
0,01 s
Se la punta del chiodo ha una sezione di 0,1 mm2 =
0,000 000 1 m2, la pressione :
200 N
p = = 2000 MPa = 20 kbar
0,000 000 1 m 2
108
3. Aria calda entra in contatto con i freni. I freni 11. Entropia e energia
si raffreddano e la bicicletta si muove pi veloce-
mente, per la precisione all'indietro. Paragrafo 11.1
1. Vedi figura 11.1
Paragrafo 10.7 2. L'entropia viene prodotta nell'impatto dei cubet-
ti con il suolo. L'energia proviene dal campo gravi-
1. (a) Le pareti devono essere spesse. (b) La su- tazionale.
perficie totale delle pareti esterne deve essere pic-
cola. (c) Le pareti devono essere fatte di un materi-
ale con una grande resistenza termica. Paragrafo 11.2
1. Dati: T = (273 + 20)K = 293 K
2. (a) Il materiale di cui fatto il calorifero sot-
tile. (b) La superficie (cio la sezione del condutto- IS = 35 Ct/s
re di calore) grande. (c) Il materiale un buon Cercato: P
conduttore termico. P = T IS = 293 K . 35 Ct/s = 10 255 W 10 kW
.
Altri apparecchi che sfruttano una buona
conducibilit termica: il radiatore di un'automobi- 2. Dati: T = (273 + 90)K = 363 K
le, la testa del cilindro di motori a scoppio raffred- IS = 60 Ct/s
dati ad'aria, lo scambiatore di calore sul retro di un Cercato: P
frigorifero.
P = T . IS = 363 K . 60 Ct/s = 21 780 W 22 kW
faccia
ENERGIA ENERGIA
inferiore
della
quantit di cassa entropia
moto
Paragrafo 11.7
2. Dati: P = 1000 MW
TA = 750 K 1. Dati: Figg. 11.20(a) e (c)
TB = 310 K S = 80 Ct
Cercati: IS, P1 Cercati: T Cu , T Al
TA -TB = 750 K - 310 K = 440 K Dai grafici leggiamo:
P=(TA TB) . IS IS=P/(TA TB) T Cu = 70 K e T Al = 27 K
Il rame si riscalda di pi.
IS =1000MW/440K = 2,27 MCt/s T Cu / T Al = 70 K/27 K 2,6
PB =TB . IS = 310 K. 2,27 MCt/s = 704 MW
2. Dati: Fig. 11.20 (e)
3. Si potrebbe far funzionare un motore termico:
1 = 20 C
2 = 100 C
- tra l'acqua di un freddo lago di montagna e l'ac- m = 100 kg
qua pi calda di un lago nella valle; Cercato: S
Leggiamo dal grafico:
- tra l'acqua del mare all'equatore e l'acqua del S = 1030 Ct per 1 kg
mare al Polo Nord; da cui segue
S = 103 000 Ct = 103 kCt per 100 kg
- tra un iceberg trascinato con delle navi fino
all'equatore e la tiepida acqua del mare; Paragrafo 11.8
- tra la Terra e lo spazio (che ha una temperatura 1. Dati: m = 0,5 kg
di 2,7 K); P = 500W = 500 J/s
1 = 25 C
- tra un vulcano e l'acqua del mare; 2 = 100 C
- tra l'acqua alla superficie del mare e l'acqua pi Cercato: t
E = cm T
fredda alle grandi profondit.
112
Paragrafo 13.3
1. Consideriamo la Fig. 13.10. Durante l'espan-
sione il pistone si sposterebbe pochissimo. Di con-
seguenza non cederebbe energia. Inoltre, durante
l'espansione la temperatura del liquido non diminu-
irebbe. Dopo la fase di espansione, con l'entropia
defluirebbe anche quasi tutta l'energia che prima
con lei era affluita.
114
Paragrafo 16.5
1. 1 = 4,5V, 2 = 0V 3 = 4,5V.
2. 1 = 0V, 2 = 12V 3 = 0V.
3. U1 = 18V, U2 = 9V, U3 = 9V.
4. Vedi fig. 16.3.
5. Circuiti in aeroplani, razzi, satelliti, automobili,
biciclette.
Paragrafo 16.7
1. I valori del potenziale sono 0 V, 5 V e 9 V.
2. Lampadina di sinistra: I = 1,6 A; lampadina di
destra: I = 0 A.
3. A = 20V, D = 40V, Ubatteria = 60V. Con
l'interruttore aperto: A = B = C = D = 0V.
4. (a) P = 12V, UL1 = 12V, UL2 = 0V.
(b) P = 6V, UL1 = 6V, UL2 = 6V.
La corrente attraverso la lampadina L1 pi intensa
quando l'interruttore chiuso, visto che la tensione
su L1 maggiore.
La corrente attraverso la lampadina L2 pi intensa
quando l'interruttore aperto. Con l'interruttore
chiuso l'intensit della corrente 0 A.
5. (a) 1 = 0V, 2 = 150V, 3 = 4 = 75V.
(b) 1 = 4 = 0V, 2 = 3 = 150V.
Quando l'interruttore aperto, solo la lampadina di
destra accesa.
6. (a)1 = 0V,2 =3 = 9V, 4 = 18V, 5=9V.
(b)1 = 0V, 2 = 9V, 3 = 3V, 4 = 6V,
5=3V.
Paragrafo 16.8
1. Dati: U = 20V
I = 4mA
Cercato: R
R1 = U1 /I = 10V/5A = 2.
U2 = U - U1 = 25V.
R2 = U2 /I = 25V/5A = 5.
5. Dati: U = 12V
R1 = R2 = R3 = 100
Cercati: U1, U2, U3, I1, I2, I3, I
U3 = 12V, U1 = U2 = 6V.
I1 = I2 = 6V/100 = 0,06 A.
I3 = 12V/100 = 0,12 A.
I = I1 + I3 = 0,18A.
A
8. La resistenza di 200 . Collegando in serie n
M resistenze dello stesso valore la resistenza totale n
volte il valore delle singole resistenze.
A Paragrafo 16.11
1. L'asciugacapelli ancora umido. L'acqua po-
Fig. 16.2. Paragrafo 16.3, esercizio 6 trebbe creare un collegamento tra la mano che regge
l'asciugacapelli una parte che si trova a potenziale
elevato.
2. Se il conduttore rovinato il polo che si trova
sempre a 0 V non succede niente. Se l'altro polo c'
un cortocircuito.
V
V
M
2. Dati: R = 2k
U = 120V
Cercato: I
3. Dati: R = 1M
I = 0,1mA
Cercato: U
U = R I = 1M 0,1mA = 100V.
4. Dati: U = 35V
I = 5A
U1 = 10V
Cercati: R1, U2, R2
117
6. UAB = 3V
La pila pi in alto si svuota a un ritmo doppio rispet-
to alle altre due.
Sorgente totale:
P = 3V 10mA = 30mW
Pila pi in alto:
P = 1,5V 10mA = 15mW
Ognuna della altre due pile:
P = 1,5V 5mA = 7,5mW
7. Dati: I = 60mA
E = 20kJ
Cercati: P, t
U = 3 1,5V = 4,5V
P = U I = 4,5V 60mA = 0,27W
t = E/P = 3 20kJ/0,27W 222 000 s
62h
118
Fig. 18.1. Paragrafo 18.3, esercizio 1 Fig. 18.3. Paragrafo 18.3, esercizio 4
119
3. Dati: n1 = 1000
linee di magnetizzazione n2 = 10 000
U1 = 220V
linee di I1 = 0,1 A
S campo Cercati: U2, I2
N
U2 = (n2 /n1) U1
S () N (+)
= (10 000/1000) . 220 V = 2200 V
I2 = U1 I1 /U2
= 220 V . 0,1 A/2200 V = 0,01 A = 10 mA
linee di magnetizzazione
Fig. 18.4. Paragrafo 18.6 4. I conduttori in entrata devono essere molto spessi
affinch sopportino una corrente di 10 000 A senza
surriscaldarsi. I conduttori in uscita devono essere
a b ben isolati per sopportare una tensione di 10 000 V
senza produrre scintille. pi conveniente usare
conduttori ben isolati (pali dell'alta tensione) piutto-
sto che conduttori molto spessi.
Paragrafo 18.15
2. Dati: U1 = 220V
U2 = 11V
I2 = 2 A
Cercati: n1 / n2
I1
U1 I1 = U2 I2 I1 = U2 I2 /U1
= 11 V. 2 A/220 V = 0,1 A
120
1. Dati: U = 20 000 V
I = 0,0002 A
Cercato: P
P=U . I=20000V.0,0002A= 4W
rosso r
gialloverde g
blu b
giallo r, g
turchese g, b
arancione r, g (debole)
nero -
bianco r, g, b
marrone r (debole), g (debole)
121
21. La luce
Paragrafo 21.3
1. Una piccola parte della luce viene riflessa. Ci
d alla mela il suo aspetto lucido. Tutto il resto, ros-
so escluso, viene assorbito. La luce rossa viene ri-
flessa e diffusa.
2. Tutta la luce viene assorbita, escluso il verde.
La luce verde in parte attraversa la foglia, il resto
viene riflesso e diffuso.
3. Il pullover assorbe tutti i tipi di luce escluso il
rosso, quindi assorbe anche la luce dell'insegna pub-
Fig. 21.2. Paragrafo 21.6
blicitaria.
4. La maggior parte della luce viene riflessa. Una
piccola frazione riesce a passare senza essere diffu-
sa.
5. La luce o viene assorbita o continua diritta. Nei
diversi punti della diapositiva vengono assorbiti tipi
di luce diversi.
6. La luce viene o assorbita o riflessa e diffusa.
Quale tipo di luce viene assorbito dipende dal punto
della cartolina che viene considerato.
7. In brevissimo tempo la luce viene assorbita dal
lato interno dei sacchi.
Fig. 21.3. Paragrafo 21.7
Paragrafo 21.4
1. Da tutte le direzioni arriva luce di tutti i tipi.
2. Da due direzioni tra loro perpendicolari arriva
luce di tutti i tpi.
3. Luce di un unico tipo e proveniente da un'unica
direzione.
Paragrafo 21.5
B
1. Vedi fig. 21.1
2. Vedi fig. 21.1
A
A Paragrafo 21.6
B
Vedi fig. 21.2
Paragrafo 21.7
Vedi fig. 21.3
Fig. 21.5. Paragrafo 21.8, esercizio 2 Fig. 21.8. Paragrafo 21.10, esercizio 1
Fig. 21.6. Paragrafo 21.9, esercizio 1 Fig. 21.9. Paragrafo 21.10, esercizio 2
Paragrafo 21.10
1. Vedi fig. 21.8
2. Vedi fig. 21.9
Paragrafo 21.8
1. Vedi fig. 21.4
2. Vedi fig. 21.5
Paragrafo 21.9
1. Vedi fig. 21.6
2. Vedi fig. 21.7
123
Paragrafo 22.18
1. Orientiamo l'antenna in modo da avere la miglior Paragrafo 23.4
ricezione possibile. Dalla posizione dell'antenna
possiamo dedurre la direzione nella quale si trova il arancione turchese porpora
satellite. rosso chiaro scuro chiaro
blu scuro chiaro chiaro
2. Il diametro del telescopio circa 750 volte pi
grande di quello della pupilla. La sua superficie rosa chiaro medio chiaro
7502 = 562 500 volte pi grande. Quindi il tele- bianco chiaro chiaro chiaro
scopio raccoglie 562 500 volte pi luce dell'occhio. marrone medio scuro scuro
nero scuro scuro scuro
125
Fig. 23.2. Paragrafo 23.6, esercizio 2 4. Per il propano m/n = 0,044 kg/mol
m
Paragrafo 23.6 n=
0, 044 kg/mol
1. Vedi fig. 23.1
12 kg
2. Vedi fig. 23.2 = mol = 273 mol
0, 044 kg
Paragrafo 24.2
1. 4Fe + 3O2 2Fe2O3
8 mol Fe + 6 mol O2 4 mol Fe2O3
2. (a) Per C m/n = 12,011 g/mol.
m 4g
n= = mol = (1 / 3) mol
12 g/mol 12 g
(1/3)mol CO2 + (2/3)mol Mg
(1/3)mol C + (2/3)mol MgO
(b) CO2: m/n = 44 g/mol
m = n . 44 g/mol = (1/3)mol . 44 g/mol = 14,7g
Mg: m/n = 24,3 g/mol
m = n . 24,3 g/mol = (2/3)mol . 24,3 g/mol= 16,2g
(c) CO2: n = (1/3)mol
Numero di molecole:
(1/3) . 6,022 . 1023 = 2,0 . 1023
(d) 1 mol CO2 + 2 mol Mg
1 mol C + 2 mol MgO
corrisponde a una trasformazione di 1 mol. Nel no-
stro caso ne viene trasformato 1/3.
n(R) = 1/3 mol
126
n(R)
In(R) =
t
30, 86 mol
= = 0, 00429 mol/s
7200 s
Paragrafo 24.3
1. Sostanze di sinistra: A, sostanze di destra: B.
(a) (A) (B) = 1138 kG
(b) (A) (B) = 117 kG
(c) (A) (B) = 3385,65 kG
(d) (A) (B) = -5797,78 kG
(e) (A) (B) = 188,62 kG
Le reazioni a, b, c ed e sono possibili, la reazione d
no.
2.
CuO + Zn Cu + ZnO
(A) (B) = 188,62 kG
CuO +Mg Cu + MgO
(A) (B) = 439,26 kG
CuO + Fe Cu + FeO
(A) (B) = 115,44 kG
3.
I2(solido) I2(soluzione)
(A) (B) = -16,40 kG
KOH K+ + OH
(A) (B) = 61,5 kG
NH4Cl NH4 + Cl
+
(A) (B) = 7,44 kG
127
3.
E 3,8 10 23 J
m= = 4, 2 10 6 kg
k 9 1016 J/kg
Ogni secondo il Sole perde 4,2106kg.
129
Paragrafo 28.6
1. = v/f = (300 m/s)/440 Hz = 0,7 m
2. = v/f = (300000km/s)/98,4MHz = 3m
Paragrafo 28.7
1. Altoparlante, voce, strumenti musicali, tempora-
le, esplosione.
2. 150 Hz
3. 15 m e 15 mm
4. La frequenza resta uguale, la lunghezza d'onda
aumenta.
5. Circa 3000 m.
Paragrafo 28.8
1. Nel lampo scorre per breve tempo una corrente
molto intensa. Il campo magnetico della corrente
varia molto in fretta. Si allontana dal lampo, viaggia
come un'onda e induce una corrente elettrica nel-
l'antenna del televisore.
2. Antenna di emittenti radiofoniche e televisive,
antenna parabolica delle torri per telecomunica-
zioni, forno caldo, sorgenti luminose, tubi a raggi X,
sostanze radioattive.
Paragrafo 28.9
1. Il vento non un'onda. Due "venti" non possono
intersecarsi senza disturbo.
130
Paragrafo 30.4
h f E 6, 494 10 26 J
p= = = 8 = 2,16 10 34 Hy 1.
c c 3 10 m/s
b) h c 6, 6 10 34 Js 3 10 8 m/s
E= = 7 = 6, 95 10 19 J
2, 85 10 m
h c 6, 6 10 34 Js 3 10 8 m/s
E= = 10 = 1, 32 10 15 J 2. L'energia di ionizzazione dell'atomo di sodio
1, 5 10 m
0,81018J (vedi testo per studenti).
h 6, 6 10 34 Js h c 6, 6 10 34 Js 3 10 8 m/s
p= = = 4, 4 10 24 Hy = = = 2, 475 10 7 m
10
1, 5 10 m E 0, 8 10 18 J
c) ESWF3/Evisibile= pSWF3/pvisibile 107 = 247, 5 nm
Si tratta di luce UV.
EX/Evisibile= pX/pvisibile 104
2. =1014g/cm3=1017kg/m3
m / V n 2,16 mol r=5000m
= = = 0, 0369 mol/cm 3
m / n V 58, 5cm 3 V=
4 3
r 5 1012 m 3
== 36,
36,9 10 6
9 10 mol/mm33
-6 mol/mm 3
kg
1 mol corrisponde a 6,021023 particelle m = V = 1017 3 5 1012 m 3 = 5 10 29 kg
m
Z = numero di particelle
ZNaCl molecole atomi Paragrafo 32.2
= 2,2 1019 = 4,4 1019
V mm 3
mm 3 2. Per gli elementi leggeri il rapporto tra il numero di
protoni e di neutroni circa 1, per gli elementi pe-
santi minore di 1.
Paragrafo 31.10
3. Ci sono circa 286 nuclidi stabili.
Con il polo negativo all'elettrodo di controllo.
238
4. Il nuclide stabile pi pesante l'uranio 92 U.
20 21
5. Gli isotopi stabili del neon sono: 10 Ne, 10 Ne e
22
10 Ne.
Paragrafo 32.3
1. mTl=3501027 kg=3,51025 kg
a) E=1018 J
E 1018
meccitazione = = 1035 kg
k 9 1016 J/kg
meccitazione 1035
= 3 1011
mTl 3,5 1025
b) E=1014 J
E 1014
meccitazione = = 1031 kg
k 9 1016 J/kg
meccitazione 1031
= 3 107
mTl 3,5 1025
Paragrafo 32.4 _
p19n21 p20n20 + e +
2. Di solito aggiungendo un neutrone a un nucleo
E di riposo n 150,525 p 150,320
si guadagna energia. Solo con l'elio 24He si deve
particelle e 0,082
aggiungere energia.
ES 54,72 54,80
Paragrafo 32.7 somma 95,805 95,602
E 0,203 pJ
2. p + p e + e
_
p + p 2e + 2e p19n21 p18n22 + e +
E di riposo p 150,320 _n 150,525
p + p n + n
particelle e 0,082
ES 0 4,53
2.
somma 300,64 296,684
p19n21 p9n11 + p10n10 E 3,956 pJ
ES 54,72 24,74 25,74
somma 54,72 50,48
Oltre al nucleo di elio vengono prodotti anche due
antielettroni e due neutrini.
E 4,24 pJ
Paragrafo 32.9 _
p90n138 p89n139 + e +
1. a) E di riposo p 150,320
_ _n 150,525
p29n32 p30n31 + e + particelle e 0,082
_ Paragrafo 32.10
p29n37 p28n38 + e + 238
92 U: 99,28%
E di riposo p 150,320 _n 150,525 235
92 U: 0,72%
particelle e 0,082
ES 92,33 92,42 m g
somma 57,99 58,187 = 238
n mol
E 0,197 pJ
m 1 kg
ntotale = = mol = 4,2 mol
238 g/mol 0,238 kg
p29n37 p27n35 + p2n2
n235 = 0,072 4,2 mol = 0,03 mol
ES 92,33 86,63 4,53
1 mol
somma 92,33 91,16 In = 5,76 105 Bq = 5,76 105 10-23
6 s
E 1,17 pJ
= 0,96 10-18 mol/s
Il decadimento del 66
29 Cu produce un e.
c) Il decadimento nel quale viene prodotto un elet- Indichiamo con n' l'1% della quantit di 235
92 U.
trone non pu essere esaminato perch la tabella
non riporta l'energia di separazione del p91n137.
134