Metodologia Dell'Insegnamento Strumentale
Metodologia Dell'Insegnamento Strumentale
LEZIONE TRADIZIONALE
La lezione tradizionale presentava alcune peculiarità:
• CONCEZIONE ELITARIA E INNATISTA, bisogna essere portati
• TRASMISSIONE ATTRAVERSO IL CODICE SCRITTO di un patrimonio di composizioni
• SPECIALIZZAZIONE DELLO STRUMENTISTA basata su una forte preparazione tecnica
• ITER FORMATIVO PERSONALE E SOLIPSISTICO caratterizzato da lezioni individuali da culminare
con esibizioni pubbliche in forma di concerto.
PERTINENZE DELL'INSEGNANTE
NATURA E SACRIFICIO Talento e il sacrificio necessario dipendono dalla natura e dall'allievo direttamente:non
sono ritenuti pertinenza dell'insegnante e quindi non incidono sulle scelte metodologiche e didattiche.
NOTAZIONE La conoscenza della notazione è considerata in parte responsabilità dell'insegnante ma è
piuttosto legata a materie complementari studiate in altra sede.
FORMAZIONE TECNICA All'insegnante spetta la formazione tecnica. Nella letteratura didattica degli ultimi 2
secoli scompaiono riferimenti a improvvisazione e composizione: si riduce tutto alla progressione
lineare degli esercizi.
L'AFFINAMENTO ESPRESSIVO-INTERPRETATIVO riguarda la seconda fase dello studio, una volta superate le
difficoltà tecnico-posturali.
LEZIONE INDIVIDUALE Questo processo formativo è tipico della lezione individualeche: assume il carattere di
allenamento solitario finalizzato all'esibizione concertistica con tutto il peso emotivo annesso.
MODIFICHE
Questo modello è stato modificato negli anni da diversi fattori:
• CONTAMINAZIONI E GLOBALIZZAZIONE: sono stati introdotti nuovi generi che usano forme di
scrittura diverse da quelle tradizionali, come con il blues ad esempio che prevede la scomposizione di
sigle degli accordi, suonare ad orecchio o riarrangiare brani per organici diversi.
• MUSICISTA PLURIFUNZIONALE: si trasformano le competenze dello strumentista e dell'insegnante
di strumento vicino all'immagine del musicista plurifunzionale di tradizione barocca e rinascimentale.
Nasce la necessità del maestro integrale che formi un allievo integrale che assuma competenze non
solo tecnico-esecutive.
• MODALITA' COMUNICAZIONE MUSICALE: dal festival, al teatro musicale la musica unita a
performance multimediali, coreografie o testi letterari.
• DEMOCRATIZZAZIONE: Si unisce a queste modifiche una democratizzazione della partecipazione
all'esperienza musicale: tutti hanno diritto di accedere all'esperienza musicale in ogni fase della propria vita
cadendo così tabù legati all'età e ai pregiudizi innatisti sul talento
DISTINZIONE PROFESSIONALE-AMATORIALE
Nasce così la necessità di rivisitare questi modelli in base alle recenti trasformazioni culturali.
La distinzione professionale-amatoriale che prima si incarnava nell'opposizione fra il modello conservatoriale
e quello bandistico va rivisto. La prima fase di formazione struementale dve creare delle basi di solida
competenza musicale e strumentale che possa dar seguito ad un percorso professionale o amatoriale.
INSEGNANTE Dal momento che è caduto il filtro del talento l'insegnante dovrà rivedere il proprio stile
educativo calibrando le abilità e i tempi di apprendimento degli allievi e assumendo atteggiamenti e strategie
che alimentino la motivazione.
BOTTEGA ARTIGIANALE
L'ambiente di apprendimento più efficace diventa quella del laboratorio, della bottega
artigianale in cui il maestro esemplifica le tecniche che vengono trasmesse per imitazione. Si ridimensiona il
ruolo della lezione individuale a vantaggio di quella collettiva.
Questo modello alimenta la motivazione: quindi non più la tensione verso il virtuosismo individuale e
la competizione ma il piacere di condividere una ricerca espressiva e del fare musica musica con gli altri e per
gli altri.
TRADIZIONE CONSERVATORIALE Questo modello appartiene alla tradizione conservatoriale del suo primo periodo
quando l'allievo stava in classe per molto tempo e non soltanto durante la propria lezione. Solo negli ultimi
decenni è diventata un'usanza le lezione individuali che si succedono.
DINAMICA INTERSOGGETTIVA
Una delle trasformazioni più importanti che hanno ridisegnato la lezione di strumento è
l'abbandono della dimensione individualista e competitiva a favore di contesti collettivi e collaborativi.
Cio nasce dall'idea che l'apprendimento non sia un processo solitario ma il risultato di una
dinamica intersoggetiva. 2 sono le principali matrici teoriche che la convalidano:
1. LA FILOSOFIA COSTRUTTIVISTA: secondo la quale la conoscenza è il risultato del confronto
fra diverse posizioni e interpretazioni
2. LA TEORIA DEI NEURONI A SPECCHIO: che ha dimostrato l'importanza del comportamento
mimetico per comprendere le azioni degli altri.
DINAMICA COOPERATIVA
Perchè si apprenda non basta fare le cose insieme ma occorre la metacognizione cioè la
riflessione sui processi di apprendimento e sull'esperienza stessa.
Occorre che l'insegnante adotti una dinamica cooperativa:promuova attraverso domande
stimolo e attività un confronto in cui possano emergere l'identità e le idee di ciascuno.
Lo scambio reciproco di idee e di esperienze fa si che gli studenti a turno forniscano e ricevano
indicazioni dagli stessi compagni in un clima costruttivo e non competitivo favorendo lo sviluppo
dell'autostima, dell'autonomia e della creatività.
MUSICA D'INSIEME
Far musica d'insieme fin dall'inizio del percorso formativo è un potente motore motivazionale.
Bisogna pensare che lezione di strumento e musica d'insieme sono strettamente integrate:
suonare insieme serve per suonare bene e suonare bene serve per suonare insieme
RUOLI Il ruolo e le competenze di ognuno e le singole individualità non sono mortificate perchè
ognuno risulta indispensabile alla buona riuscita dell'insieme.
ATTIVITA'ORCHESTRALI
L'attività orchestrale rispetto alla musica da camera dato il numero maggiore di partecipanti
comporta maggiore suddivisione delle responsabilità rassicurando i partecipanti e stempera l'ansia da
esibizione.
ORCHESTRE NON PROFESSIONALI
Per attenuare l'impronta autoritaria tipica delle orchestre professionali si possono adottare nelle
orchestre non professionali alcune strategie come l'esecuzione senza direttore o l'affidamento ai ragazzi
ad esempio l'organizzazione di prove a sezione.
DIRETTORE-DIDATTA
Il ruolo del direttore didatta è evidentemente diverso da quello del direttore tradizionale: il
momento della concertazione è quello più delicato in cui il direttore si deve preoccupare di sviluppare
riferimenti percettivi cha aiutino il singolo a orientarsi autonomamente.
Deve rappresentare una guida sicura e infondere fiducia.
PARTITURA Deve conoscere la partitura ma anche essere disponibile a modificarla in corso d'opera per adattarla
agli organici.
DIFFICOLTA' STRUMENTALI E'necessaria una certa conoscenza delle diverse difficoltà strumentali dei singoli
strumenti
DIREZIONE Deve saper dirigere anche se non secondo i canoni accademici ma che la gestualità abbia carattere
espressivo e coinvolgente.
FORMAZIONI Aldilà delle orchestre molte sono le formazioni attraverso cui si può proporre un'attività d'insieme.
ESPERIENZE Più varie sono le esperienze che un allievo compie e più sarà ricca la sua formazione.
La lezione di musica d'insieme può dare luogo a nuove esperienze creative di tipo improvvisativo.