DPR 2009 N. 81 Riorganizzazione Rete Scolastica PDF
DPR 2009 N. 81 Riorganizzazione Rete Scolastica PDF
DPR 2009 N. 81 Riorganizzazione Rete Scolastica PDF
81
(in GU 2 luglio 2009, n. 151)
Visto l’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive
modificazioni;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle
scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297;
Visto il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, concernente la definizione delle norme
generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione a norma dell’articolo
1 della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni;
Visto il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, recante norme generali e livelli
essenziali delle prestazioni relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e
formazione, a norma dell’articolo 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive
modificazioni;
Vista la legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007);
Visto il decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge
25 ottobre 2007, n. 176;
Vista la legge 24 dicembre 2007, n. 244, recante disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008);
Visto l’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ed in particolare, il comma 3 che prevede la
predisposizione di un piano programmatico di interventi e misure finalizzati ad un più
razionale utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili e ad una maggiore efficacia
ed efficienza del sistema scolastico ed, al comma 4, che, in attuazione del predetto piano
e in relazione agli interventi e alle misure annuali ivi individuati, prevede l’adozione di uno
o più regolamenti ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto l’articolo 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154 convertito, con modificazioni,
dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189, che ha disposto il differimento all’anno scolastico
2010/2011, previa apposita intesa in sede di Conferenza unificata, dell’attività di
dimensionamento della rete scolastica con particolare riferimento ai punti di erogazione
del servizio scolastico;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, con il quale sono
stati fissati criteri e parametri per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, recante regolamento
recante norme in materia di autonomia scolastica;
Visto il decreto del Ministro della pubblica istruzione in data 24 luglio 1998, n. 331,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 1998, recante norme sul
dimensionamento della rete scolastica e sulla formazione delle classi;
Visto il piano programmatico di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, predisposto dal Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18
dicembre 2008;
Sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nella
riunione del 28 gennaio 2009;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti
normativi nell’adunanza del 2 febbraio 2009;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 27 febbraio
2009;
Sulla proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con i
Ministri dell’economia e delle finanze, per i rapporti con le regioni e per la pubblica
amministrazione e l’innovazione;
EMANA
il seguente regolamento:
TITOLO I
RIORGANIZZAZIONE DELLE RETE SCOLASTICA
1. Alla definizione dei criteri e dei parametri per il dimensionamento della rete scolastica e
per la riorganizzazione dei punti di erogazione del servizio scolastico, si provvede con
decreto, avente natura regolamentare, del Ministro dell’istruzione, dell’università e della
ricerca adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in
sede di Conferenza unificata, di cui all’articolo 64, comma 4-quinquies, del decreto legge
25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
2. Dall’attuazione del dimensionamento della rete scolastica e dei punti di erogazione del
servizio, con particolare riferimento alla riduzione di quelli sottodimensionanti rispetto ai
parametri previsti ai sensi dei decreti del Ministro della pubblica istruzione in data 15
marzo 1997, n. 176, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 209
dell’8 settembre 1997, e in data 24 luglio 1998, n. 331, pubblicato nel supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 1998, e del decreto del
Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, rilevati per l’anno scolastico
2008/2009, deve conseguire una economia di spesa non inferiore a 85 ml di euro entro
l’anno scolastico 2011/2012, che andrà condivisa con le regioni e le autonomie locali
attraverso l’intesa di cui al comma 1.
3. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1, continua ad
applicarsi la disciplina vigente, con particolare riferimento ai criteri ed ai parametri previsti
dai citati decreti del Ministro della pubblica istruzione in data 15 marzo 1997, n. 176, e in
data 24 luglio 1998, n. 331, e dal decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998,
n. 233.
TITOLO II
RAZIONALE ED EFFICACE UTILIZZO DELLE RISORSE UMANE DELLA SCUOLA
Capo I
Definizione degli organici e formazione delle classi nelle scuole ed istituti di ogni
ordine e grado
1. Le disposizioni del presente Capo si applicano alle scuole dell’infanzia e alle istituzioni
di ogni ordine e grado, comprese quelle annesse ai convitti nazionali e agli educandati
statali.
3. Le dotazioni di cui al comma 2 sono determinate, altresì, con l’osservanza dei criteri e
dei parametri previsti dal presente regolamento. Le dotazioni dell’istruzione secondaria di I
e II grado sono inoltre determinate con riguardo alle diverse discipline ed attività contenute
nei curricoli delle singole istituzioni.
5. I dirigenti preposti agli uffici scolastici regionali provvedono alla ripartizione delle
consistenze organiche a livello provinciale, avendo cura di promuovere interlocuzioni e
confronti con le regioni e con gli enti locali al fine di realizzare una piena coerenza tra le
previsioni programmatiche del piano regionale di localizzazione delle istituzioni scolastiche
e dell’offerta formativa e l’attribuzione delle risorse. L’assegnazione delle risorse è
effettuata con riguardo alle specifiche esigenze ed alle diverse tipologie e condizioni di
funzionamento delle istituzioni scolastiche, nonché alle possibilità di impiego flessibile
delle stesse risorse, in coerenza con quanto previsto dal decreto del Presidente della
Repubblica 8 marzo 1999, n. 275. Nella determinazione dei contingenti provinciali di
organico si tiene conto delle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, con
particolare riguardo ai comuni montani e alle piccole isole, nonché alle aree che
presentano elevati tassi di dispersione e di abbandono. La presente disposizione, al fine di
garantire la continuità del servizio, resta efficace fino all’adozione, da parte della regione
interessata, delle norme legislative necessarie ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione,
nonché di un apparato istituzionale idoneo allo svolgimento delle funzioni assegnate.
Capo II
Disposizioni comuni a tutti gli ordini e gradi di istruzione
1. Le classi iniziali di ciclo delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado e le sezioni di
scuola dell’infanzia, sono costituite con riferimento al numero complessivo degli alunni
iscritti. Determinato il numero delle predette classi e sezioni, il Dirigente scolastico procede
all’assegnazione degli alunni alle stesse secondo le diverse scelte effettuate, sulla base
dell’offerta formativa della scuola e, comunque, nel limite delle risorse assegnate.
2. Per il solo anno scolastico 2009-2010 restano confermati i limiti massimi di alunni per
classe previsti dal decreto del Ministro della pubblica istruzione in data 24 luglio 1998, n.
331, e successive modificazioni, per le istituzioni scolastiche individuate in un apposito
piano generale di riqualificazione dell’edilizia scolastica adottato dal Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle
finanze.
1. Al fine di dare stabilità alla previsione delle classi, riducendo al massimo gli scostamenti
tra il numero delle classi previsto ai fini della determinazione dell’organico di diritto e quello
delle classi effettivamente costituite all’inizio di ciascun anno scolastico, è consentito
derogare, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni
per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola, dai successivi articoli.
2. I dirigenti scolastici possono disporre incrementi del numero delle classi dell’istruzione
primaria e dell’istruzione secondaria solo in caso di inderogabili necessità legate
all’aumento effettivo del numero degli alunni rispetto alle previsioni, previa autorizzazione
del dirigente preposto all’Ufficio scolastico regionale, secondo i criteri ed i parametri di cui
al presente regolamento.
2. Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di
scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non
più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza
numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto
articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate
dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella
scuola. L’istituzione delle predette classi deve in ogni caso far conseguire le economie
previste nei tempi e nelle misure di cui all’articolo 64, comma 6, del decreto legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
3. L’istituzione delle classi e delle sezioni secondo i criteri ed i parametri di cui ai commi 1
e 2 è effettuata nel limite delle dotazioni organiche complessive stabilite con il decreto
annuale del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro
dell’economia e delle finanze relativo alla determinazione delle dotazioni organiche del
personale docente.
4. Si applicano gli articoli 1 e 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23
febbraio 2006, n. 185, emanato in applicazione dell’articolo 35, comma 7, della legge 27
dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni.
2. Per il funzionamento delle classi di cui al comma 1, i dirigenti preposti agli Uffici
scolastici regionali individuano le forme organizzative più idonee, ivi compresa l’attivazione
delle classi con alunni iscritti ad anni di corso diversi, in relazione al numero degli obbligati
alla frequenza di cui si prevede il ricovero nel corso dell’anno scolastico.
4. Alle classi di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano i limiti previsti dagli articoli 10, 11 e
16.
1. Per la formazione delle classi e dei corsi per l’istruzione degli adulti non si tiene conto
degli iscritti ma della serie storica degli studenti scrutinati, di quelli ammessi agli esami
finali, nonché di quelli che hanno conseguito una certificazione relativa ai saperi e alle
competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, di cui al regolamento
emanato con decreto del Ministro della Pubblica Istruzione 22 agosto 2007, n. 139.
1. Nelle scuole funzionanti nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle zone abitate da
minoranze linguistiche, nelle aree a rischio di devianza minorile o caratterizzate dalla
rilevante presenza di alunni con particolari difficoltà di apprendimento e di scolarizzazione,
possono essere costituite classi uniche per anno di corso e indirizzo di studi con numero di
alunni inferiore a quello minimo e massimo stabilito dagli articoli 10, 11 e 16.
Capo III
Disposizioni specifiche per i diversi gradi di scuole
3. Ove non sia possibile ridistribuire i bambini tra scuole viciniori, eventuali iscrizioni in
eccedenza sono ripartite tra le diverse sezioni della stessa scuola senza superare,
comunque, le 29 unità per sezione, escludendo dalla redistribuzione le sezioni che
accolgono alunni con disabilità. Per l’anno scolastico 2009/2010 restano confermati i limiti
massimi di alunni per sezione previsti dall’articolo 14 del decreto del Ministro della
pubblica istruzione in data 24 luglio 1998, n. 331, e successive modificazioni.
2. Il tempo pieno viene confermato nei limiti dell’organico determinato per l’anno scolastico
2008/2009. Possono disporsi eventuali incrementi subordinatamente ad una verifica
preventiva da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto
con il Ministro dell’economia e delle finanze, anche con le modalità previste dal comma 6,
della sussistenza di economie aggiuntive realizzate per effetto degli interventi definiti con il
regolamento concernente la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico
del primo ciclo dell’istruzione, fermi restando gli obiettivi finanziari di cui all’articolo 64 del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2008, n. 133.
3. Nelle scuole nelle quali si svolgono anche attività di tempo pieno, il numero complessivo
delle classi è determinato sulla base del totale degli alunni iscritti. Successivamente si
procede alla definizione del numero delle classi a tempo pieno sulla base delle richieste
delle famiglie. Qualora il numero delle domande di tempo pieno ecceda la ricettività di
posti/alunno delle classi da formare, spetta ai consigli di istituto l’indicazione dei criteri di
ammissione.
4. Nelle scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole
e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite
classi, per ciascun anno di corso, con un numero di alunni inferiore al numero minimo
previsto al comma 1 e comunque non inferiore a 10 alunni.
5. L’insegnamento della lingua inglese è affidato ad insegnanti di classe della scuola
primaria specializzati. Gli insegnanti attualmente non specializzati sono obbligati a
partecipare ad appositi corsi triennali di formazione linguistica, secondo le modalità
definite dal relativo piano di formazione. I docenti dopo il primo anno di formazione, sono
impiegati preferibilmente nelle prime due classi della scuola primaria e sono assistiti da
interventi periodici di formazione linguistica e metodologica, anche col supporto di
strumenti e dotazioni multimediali. Fino alla conclusione del piano di formazione, e
comunque fino all’anno scolastico 2011/2012, sono utilizzati, in caso di carenza di
insegnanti specializzati, insegnanti sempre di scuola primaria specialisti esterni alle classi,
per l’intero orario settimanale di docenza previsto dal vigente CCNL.
1. Le classi prime delle scuole secondarie di I grado e delle relative sezioni staccate sono
costituite, di norma, con non meno di 18 e non più di 27 alunni, elevabili fino a 28 qualora
residuino eventuali resti. Si procede alla formazione di un’unica prima classe quando il
numero degli alunni iscritti non supera le 30 unità. Per il solo anno scolastico 2009/2010
restano confermati i limiti massimi di alunni per classe previsti dall’articolo 16 del decreto
del Ministro della pubblica istruzione in data 24 luglio 1998, n. 331, e successive
modificazioni, per le istituzioni scolastiche individuate in un apposito piano generale di
riqualificazione dell’edilizia scolastica adottato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e
della ricerca d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze.
2. Si costituisce un numero di classi seconde e terze pari a quello delle prime e seconde di
provenienza, sempreché il numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20
unità. In caso contrario, si procede alla ricomposizione delle classi, secondo i criteri
indicati nel comma 1.
3. Possono essere costituite classi, per ciascun anno di corso, con un numero di alunni
inferiore ai valori minimi stabiliti dai commi 1 e 2 e comunque non al di sotto di 10, nelle
scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole, nelle
aree geografiche abitate da minoranze linguistiche.
4. Nelle scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole,
nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi
anche con alunni iscritti ad anni di corso diversi, qualora il numero degli alunni obbligati
alla frequenza dei tre anni di corso non consenta la formazione di classi distinte. In tale
caso gli organi collegiali competenti stabiliscono i criteri di composizione delle classi, che
non possono contenere più di 18 alunni e programmano interventi didattici funzionali al
particolare modello organizzativo.
Art. 12 - Classi a tempo prolungato nella scuola secondaria di I grado
1. Le classi a tempo prolungato sono autorizzate nei limiti della dotazione organica
assegnata a ciascuna provincia e tenendo conto delle esigenze formative globalmente
accertate, per un orario settimanale di insegnamenti e attività di 36 ore. In via eccezionale
può essere autorizzato un orario settimanale fino ad un massimo di 40 ore solo in
presenza di una richiesta maggioritaria delle famiglie e in base a quanto previsto al
comma 2. Possono disporsi eventuali incrementi di posti, subordinatamente ad una
verifica preventiva da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di
concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, della sussistenza di economie
aggiuntive realizzate per effetto degli interventi definiti con il regolamento concernente la
revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del primo ciclo
dell’istruzione, fermi restando gli obiettivi finanziari di cui all’articolo 64 del decreto-legge
25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
3. Nelle scuole e nelle sezioni staccate nelle quali si svolgono anche attività di tempo
prolungato, il numero complessivo delle classi si determina sulla base del totale degli
alunni iscritti secondo i criteri di cui all’articolo 11. Successivamente si procede alla
determinazione del numero delle classi a tempo prolungato sulla base delle richieste delle
famiglie. Qualora il numero delle domande di tempo prolungato ecceda la recettività di
posti/alunno delle classi da formare, è rimessa ai consigli di istituto l’indicazione dei criteri
di ammissione
2. L’offerta dell’insegnamento della seconda lingua comunitaria tiene conto della presenza
di docenti con contratto a tempo indeterminato nella scuola. Eventuali richieste di
trasformazione delle cattedre della seconda lingua comunitaria possono essere accolte
dagli uffici scolastici regionali nel caso in cui la cattedra risulti priva di titolare, non vi siano
nella provincia docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in attesa di sede
definitiva, o in soprannumero, e, comunque, non si determinino situazioni di
soprannumerarietà.
1. Nelle situazioni di particolare isolamento, ove sono funzionanti corsi di preparazione agli
esami di idoneità o di licenza media con un esiguo numero complessivo di alunni, l’attività
didattica è organizzata per moduli flessibili, che possono prevedere raggruppamenti anche
variabili di alunni. La relativa dotazione organica è costituita da 3 cattedre, di cui una
dell’area linguistica, una di scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali e una
dell’area artisticoespressiva o motoria; quest’ultima viene assegnata solo in base a
specifico progetto della scuola.
Art. 16 - Disposizioni relative alla formazione delle classi iniziali negli istituti e
scuole di istruzione secondaria di II grado
1. Le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II
grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi. A tal fine la previsione del
numero delle classi del primo anno di corso in funzione nell’anno scolastico successivo
deve essere formulata dividendo per 27 il numero complessivo di alunni iscritti nell’istituto
o scuola e tenendo conto dei seguenti elementi di valutazione:
2. Gli eventuali resti della costituzione di classi con 27 alunni sono distribuiti tra le classi
dello stesso istituto, sede coordinata e sezione staccata o aggregata, qualora non sia
possibile trasferire in istituti viciniori dello stesso ordine e tipo le domande eccedenti, e
senza superare, comunque, il numero di 30 studenti per classe; si costituisce una sola
classe quando le iscrizioni non superano le 30 unità. Per il solo anno scolastico 2009/2010
restano confermati i limiti massimi di alunni per classe previsti dall’articolo 15 del decreto
del Ministro della pubblica istruzione in data 24 luglio 1998, n. 331, e successive
modificazioni, per le istituzioni scolastiche individuate in un apposito piano generale di
riqualificazione dell’edilizia scolastica adottato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e
della ricerca d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze.
3. Negli istituti in cui sono presenti ordini di studio o sezioni di diverso tipo, le classi del
primo anno di corso si formano separatamente per ogni ordine o sezione di diverso tipo,
secondo la procedura di cui ai commi 1 e 2.
4. Il numero delle classi del primo anno di corso e di quelle iniziali dei periodi successivi al
primo biennio si determina tenendo conto del numero complessivo degli alunni iscritti,
indipendentemente dai diversi indirizzi e corsi di studio, secondo la procedura di cui ai
commi 1 e 2.
5. Le classi del primo anno di corso di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di
diverso indirizzo o specializzazione funzionanti con un solo corso debbono essere
costituite con un numero di alunni di norma non inferiore a 25.
Art. 17 - Disposizioni relative alla formazione delle classi intermedie e terminali negli
istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado
1. Le classi intermedie sono costituite in numero pari a quello delle classi di provenienza
degli alunni, purché siano formate con un numero medio di alunni non inferiore a 22;
diversamente si procede alla ricomposizione delle classi secondo i criteri indicati
all’articolo 16.
2. Le classi terminali sono costituite in numero pari a quello delle corrispondenti penultime
classi funzionanti nell’anno scolastico in corso al fine di garantire la necessaria continuità
didattica nella fase finale del corso di studi, purché comprendano almeno 10 alunni.
2. Per l’ottimale utilizzo delle risorse, dopo la costituzione delle cattedre all’interno di
ciascuna sede centrale di istituto e di ciascuna sezione staccata o sede coordinata, si
procede alla costituzione di posti orario tra le diverse sedi, della stessa istituzione
scolastica e successivamente tra istituzioni scolastiche autonome diverse, secondo il
criterio della facile raggiungibilità .
3. Nei corsi serali eventuali posti orario vengono costituiti prioritariamente utilizzando ore
disponibili nei corsi diurni della medesima istituzione scolastica.
Capo IV
1. La consistenza delle dotazioni organiche del personale educativo dei convitti nazionali e
degli educandati femminili, nonché delle istituzioni convittuali annesse agli istituti tecnici e
professionali è determinata con riguardo alla somma del numero dei convittori e delle
convittrici, nonché al numero complessivo dei semiconvittori e delle semiconvittrici.
2. Entro il limite massimo di personale determinato per effetto del conteggio di cui al
comma 1, i dirigenti delle istituzioni educative definiscono la ripartizione dei posti da
assegnare, distintamente, al personale educativo maschile e a quello femminile.
Capo V
1. Il dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia definisce con
proprio decreto le dotazioni organiche provinciali degli istituti e scuole di lingua slovena,
nei limiti delle dotazioni regionali, tenendo conto di quanto previsto dalla legge 23 febbraio
2001, n. 38.
Capo VI
Disposizioni finali
3. Ai fini di cui al comma 1 viene effettuata, con apposita modifica al CCNI sulla mobilità,
una riduzione dell’aliquota, che non deve superare il 20 per cento dei posti disponibili,
riservata ai trasferimenti interprovinciali; per le medesime finalità, si tiene conto di quanto
previsto, rispettivamente, dai commi 7 e 11 dell’articolo 72 del citato decreto-legge n. 112
del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, in materia di
trattenimento in servizio oltre il limite di età e di compimento dell’anzianità massima
contributiva di quaranta anni.
Art. 24 - Abrogazioni
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero, in riferimento
alle lett. c), d), e) seguenti, a decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di
cui all’art. 1, comma 1, sono abrogati:
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli
atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di
farlo osservare.
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Gelmini, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Tremonti, Ministro dell’economia e delle finanze
Fitto, Ministro per i rapporti con le regioni
Brunetta, Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione