Il Primo e L'ultimo
Il Primo e L'ultimo
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IL PRIMO E L'ULTIMO
SICRAM
© 2018
ISBN: 9788829543571
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A Fabio,
cui chiedo perdono per essergli stato a lungo lontano.
A Francesca,
che ammiro e ringrazio per essermi stata a lungo vicina.
È stata fonte d’ispirazione e preziosa collaboratrice nel-
l’ambito delle prime revisioni. In seguito ha fatto le sue
scelte e colto le sue decisioni, che rispetto.
Alla dolce E.V.A., per tutto. A te, cara, non ho più nulla
da insegnare.
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Questa è in piccola parte un’opera di fantasia. Per il resto, è un
resoconto di eventi realmente verificatisi e una narrazione della
storia dell'umanità, frutto della mia esperienza, delle mie cono-
scenze e del mio peregrinare per il mondo, in qualità di turista
dapprima, di funzionario statale poi, ed infine di esule.
SICRAM
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PRESENTAZIONE
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bligherà il lettore a rivedere molte delle certezze che riteneva ac-
quisite sin dai tempi dei banchi di scuola.
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Tutte le date e le epoche rievocate rispecchiano la realtà. Dopo
aver letto e approfondito oltre il novanta per cento del dattiloscrit-
to e dopo aver preso coscienza delle fonti che lo hanno motivato,
ritengo di poter affermare con assoluta certezza che le teorie e le
riflessioni attribuite nel romanzo a persone specifiche sono state
da queste realmente espresse o elaborate, anche laddove le nozio-
ni storiche che ci sono state imposte dalle versioni ufficiali espon-
gono i fatti diversamente.
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di quanto l’autore ha prodotto, sviluppato e – più in generale –
vissuto e patito in decenni di lavoro e di vita accanto a sistemi in-
formatici e opposto a persone senza scrupoli. Tutti questi fattori
rendono questo lavoro qualcosa di unico e gli riconoscono uno
spessore espositivo che ben poche opere eguagliano.
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PREAMBOLO – Le tre filosofie
1.
“La preoccupazione per l’uomo e il suo destino deve sempre
costituire il principale obiettivo di ogni sforzo tecnologico, affin-
ché le creazioni della nostra mente siano una benedizione e non
una maledizione per il genere umano.”
Albert Einstein, «California Institute of Technology», 16 feb-
braio 1931
2.
"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo
numero che fa produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più
importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro
compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà
ciò che in realtà è accaduto”.
Nicholas Murray Butler (Presidente della Pilgrims Society,
membro della fondazione Carnegie, membro del CFR, Council on
Foreign Relations)
3.
"Oggi è nata una quarta categoria: quella di coloro che si or-
ganizzano per opporsi alle menzogne, all'arroganza e ai crimini
di chi ha sempre creduto di poter comandare semplicemente con-
trollando l'informazione".
E.V.A. (Azione per la giustizia mondiale e contro la
disinformazione e la sottomissione della razza umana)
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PROLOGO – I tre elementi
MATEMATICA
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INTERNET
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nato il 4 febbraio 2004. Il giorno medesimo nacque Facebook. Il
problema legale era stato risolto. Non c'era più bisogno di rubare
informazioni alla gente. Gli stessi utenti avrebbero provveduto ad
introdurle volontariamente in un sistema di stoccaggio ufficiale,
dopo avere aperto un account personale e quindi sottoscritto in
buona fede le condizioni che prevedevano tutto quanto Lifelog
faceva prima illegalmente.
DATA MINING
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impiegate soprattutto nell’ambito delle ricerche di mercato. Oggi
è possibile attuare strategie di assimilazione dei dati ad ampio
raggio anche su internet, con il solo limite dettato dalla velocità di
elaborazione e dalla capienza di stoccaggio dell’hardware utiliz-
zato.
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PARTE PRIMA
1.
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giungere l'obiettivo: quella promozione. Quel nuovo ufficio all'ot-
tavo piano della CASIAS significava responsabilità, enorme pote-
re decisionale ed ampi spazi di manovra in ogni direzione.
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Le ricerche più avanzate richiedono oggi il trattamento di nu-
meri di dimensioni spaventose, con l’impiego di grandi potenze di
calcolo e algoritmi sofisticati. La questione dei numeri irrazionali
e - più in generale - le incongruenze applicative della matematica
rappresentano uno smisurato ostacolo allo sviluppo della scienza
informatica. Alla guida dei ricercatori della CASIAS, Andrew
Sanders aveva superato ogni barriera, aggirato ogni ostacolo sem-
plicemente riformulando l’attuale concezione della matematica
stessa. Aveva compreso che in discussione non era la matematica
in senso lato, ma piuttosto i confini della mente, che ne impediva-
no una piena assimilazione e ne ostacolavano l’applicazione asso-
luta, circoscrivendola in binari accessibili al ragionamento, alla li-
mitata capacità di elaborazione dell’essere umano.
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tesserino di riconoscimento che tutti gli operai della Traxler Con-
ditioners portavano. Notato il sudore, non si trattenne dall’ironiz-
zare: “Ma come... Voi che ci portate l’aria fresca morite dal cal-
do?!...”
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2.
Mesopotamia,
Tra il Tigri e l’Eufrate
Anno 6720 a. C.
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la debolezza di quegli esseri che fino a un attimo prima aveva
considerato suoi imperturbabili padroni.
Si guardarono.
Per la prima volta nella sua esistenza, un cane ringhiò nel fiutare
l’odore di una preda. Il suo nuovo istinto gli fece calcolare con
precisione il momento ideale per passare all’attacco. Il piccolo ro-
ditore non ebbe neanche il tempo di accorgersi dell’imminente pe-
ricolo. Con un balzo repentino, la belva era già su di lui. I denti
canini penetrarono il soffice pelo del collo e affondarono nella
carne, tranciando di netto la carotide. Il coniglio si divincolò solo
un attimo, poi si accasciò al suo destino.
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3.
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Alcune ciocche dei lunghi capelli biondi, finalmente libere di
ondeggiare all’aria calda del tardo pomeriggio, andavano a infran-
gersi ritmicamente sulle guance pallide di un volto teso per l’in-
soddisfazione: “… Ma non sono riuscita a farmi consegnare la
formula…”
“Cosa ti servo?”
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4.
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va. Esternava un carisma che aveva del soprannaturale. Non gli si
poteva negare alcunché.
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no del cerchio. La sensazione che se ne ricavava era di trovarsi
sopra una volta stellata, con il sole al centro e i raggi che raggiun-
gevano l’estremità dell’universo. Per contrasto, il soffitto aveva
un aspetto cupo, verniciato in maniera uniforme con una tinta gri-
gio scuro. Un universo all'incontrario.
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Lo studio di consulenza legale O’Connors & Associates rap-
presentava la copertura ideale e permetteva nel contempo ad Avon
di promuovere e rafforzare i contatti con le alte cariche dello Stato
ed esercitare sulle autorità costituite la pressione necessaria ad ot-
tenere quei favori che avevano permesso all’organizzazione di
conquistare un potere sempre maggiore.
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zione dell’ONU, la creazione dell’Unione Europea, le
sperimentazioni mediche e la supremazia dell’economia di merca-
to globale, era stata decisa e promossa a tavolino, prima che gli
eventi la suggellassero. Quella del millennio entrante poggiava
sulle stesse basi.
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Le basi della sua struttura organizzativa attuale sono state get-
tate agli inizi del 1700, quando il progetto operativo è passato alla
seconda e ultima fase, quella in corso.
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5.
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Ebbe modo di conoscere e frequentare eminenti personaggi del
mondo accademico e scientifico, come il matematico austriaco
Kurt Gödel, e Alan Turing, il precursore dell’odierno calcolatore
elettronico, che durante la guerra era stato a capo del gruppo im-
pegnato nella decrittazione di Enigma, il sistema di messaggi in
codice usato dai nazisti per comunicare con i loro sommergibili e
con le truppe avanzate.
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L’Ammiraglio John Poindexter scese con un solo balzo i tre
gradini che conducevano al piazzale, seguito dai funzionari della
NSA, dalle guardie del corpo e da Ivan Kabanov. Prima di acco-
modarsi sul sedile posteriore della vettura in testa alla colonna, si
voltò verso il russo e gli rivolse le ultime parole di commiato:
“Speriamo che il professore abbia risolto il suo problema. È me-
glio per noi… e per voi.”
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I giardinieri stavano potando alcuni arbusti e il sistema di irri-
gazione aveva ripreso a distribuire equamente l’acqua sulla super-
ficie erbosa del parco.
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6.
Mesopotamia,
Qualche chilometro a est dalle porte di Eden
Anno 6691 a.C.
Abele si accorse della sua presenza quando l’altro ormai era alle
sue spalle. Si voltò per salutarlo e chiedergli scusa nello stesso
istante in cui Caino sferrò il colpo. Un rumore cupo echeggiò nel-
la radura, rompendo la quiete e spaventando gli animali che si di-
spersero scomposti.
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La verga gli frantumò il cranio e il ragazzo rovinò di lato acca-
sciandosi poi sulla schiena, la testa a lambire l’acqua e gli occhi
sbarrati verso l’alto, quasi a contemplare il cielo.
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7.
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questo modo era impossibile estrapolarla, copiarla e riutilizzarla.
Un chip di conversione restituiva al computer l'informazione in
codice binario al termine del processo di calcolo, al solo scopo di
mantenere la compatibilità con il software e l'hardware sul
mercato. Questo aspetto, temporaneo, sarebbe stato rimosso al
momento in cui lo stesso mercato avrebbe raggiunto standard più
elevati. I laboratori della compagnia erano riusciti inoltre a
risolvere il problema della dissipazione del calore prodotto dalle
elevate frequenze di elaborazione, attraverso un innovativo
sistema di raffreddamento in alluminio, di minuscole dimensioni,
composto da una miriade di micro-tubi attraverso i quali l'azoto
liquido scorreva in direzioni alternate a grande velocità.
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timo, non se l’era sentita di mancare a un appuntamento tanto im-
portante per la compagnia. La CASIAS rappresentava per tutti i
dipendenti molto di più della ditta per cui lavoravano. Era una
specie di seconda madre, che educava e cresceva i propri figli con
amore e pazienza, offrendo loro le giuste opportunità di carriera.
Oggi era toccato a un altro. Un giorno avrebbe potuto essere lui il
festeggiato.
Ma non respirava.
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PARTE SECONDA
8.
Alla guida della sua Jaguar XKR Coupé, Hui Ling Rotblat per-
corse a grande velocità i pochi chilometri che separavano la sede
della CASIAS dalla lussuosa villa di Ivan Kabanov, due isolati a
nord-est. L'auto sembrava volare con dolcezza sopra l'asfalto. Il
cielo andava oscurandosi, ma il grigio metallizzato della carrozze-
ria brillava ancora agli ultimi sprazzi di rosso che il tramonto ave-
va lasciato dietro di sé a est. Il cancello della tenuta in Calhoun
Street era aperto. La donna non ci pensò due volte. Sterzò e si in-
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trodusse nell'ampio parco privato. "Kabanov è qui, lo sento." Pri-
ma che il personale della sicurezza potesse interporsi, lo intravvi-
de dietro alla tenda di una finestra del quinto piano. “Scacco!”, bi-
sbigliò tra sé la donna.
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ro cui il Signore ordinò di attraversare il Giordano e prendere pos-
sesso della terra promessa.
Già, l'istinto.
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to applicarsi nei mesi e negli anni seguenti a due specifiche attivi-
tà: concretizzare dapprima il nuovo linguaggio macchina, basato -
si sperava - su Omega, e fungere in un secondo tempo da
supporto ai tecnici hardware nell'operazione di implementazione
della formula nei processori. Il tutto, nella più totale riservatezza.
Nulla doveva trapelare al di fuori della CASIAS. Più che gli
attestati di carta, a Samuel Rotblat serviva l'istinto della moglie.
La donna chiese di convocare Andrew Sanders per un secondo
colloquio. Il giovane era fresco di laurea. Si sarebbe trattato per
lui del primo impiego. Andrew si accomodò al lato opposto e
rimase in silenzio, a fissare il coltellino svizzero che la donna si
girava tra le dita, passandolo da una mano all'altra. Era un regalo
del marito di anni addietro, e lei non se ne separava mai.
Nonostante l'aspetto piuttosto trasandato, il ragazzo le parve
motivato e determinato ad affrontare l'impresa che lo attendeva e,
soprattutto, degno di fiducia. "Signor Sanders, utilizzi il primo
stipendio per rinnovare il guardaroba." Nei mesi seguenti, il
giovane dimostrò di aver afferrato il concetto. Ogni mattina si
presentava puntuale e dall'aspetto impeccabile.
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Le due guardie aprirono con fermezza lo sportello del veicolo e
strattonarono all’esterno Hui Ling Rotblat, che cadde sul terreno
di ghiaia. Senza tante maniere, la sollevarono per le ascelle e la
condussero all’interno della tenuta.
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9.
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abbondante peluria dello stesso colore, mentre in bocca mancava-
no all’appello almeno gli incisivi inferiori e qualche molare. Di
sicuro, i pantaloni non avevano mai sperimentato la carezza di un
ferro da stiro e per quanto riguardava la sartoria, ormai, non c’era
più niente da fare. Una canottiera, o quello che ne restava, com-
pletava l’abbigliamento casual. Con la mano destra stringeva
qualcosa di simile alla tuta di lavoro degli idraulici e con la sini-
stra una bottiglia di birra. Ma l’aspetto più curioso era dato dai ca-
pelli: neri, leggermente mossi, folti ma puliti e ben pettinati: la ca-
pigliatura di uno scolaretto sulla testa di un orco.
Una parrucca.
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dal cassonetto due sacchi della spazzatura e alcune pagine di un
giornale, poi tornò a illuminare il fondo. C’era qualcosa di simile
a un biglietto da visita. Bilanciandosi sul bordo, si distese
malvolentieri all’interno. Con i piedi a mezz’aria, si mantenne in
equilibrio con una mano, mentre con l’altra raggiunse e recuperò
il cartoncino. Al tatto, riconobbe che era plastificato. Un colpo di
reni, e l’agente era di nuovo in piedi.
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Barney alzò il braccio destro in segno di diniego.
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Alla luce dei lampioni, l’ombra delle piante disposte ai lati del
selciato si intrecciava con la sua e quella Ivan Kabanov, creando
forme bizzarre. I due uomini erano intenti a valutare gli scenari
che si presentavano a causa del parziale insuccesso di Natalia.
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facilmente rimossa, utilizzando la punta in cuoio rigido dell’altra
scarpa a mo’ di scalpello. In questo modo, la donna ingrandì un
paio di fessure a metà parete quel tanto che bastava per infilarci le
dita di una mano. Ripose la calzatura e tornò ad occuparsi delle
cavità procuratesi. Vi si aggrappò e si spinse verso l’alto,
cercando nel contempo un appiglio per i piedi. Raggiunse con
l'altra mano l’apertura e, bilanciandosi, riuscì ad afferrare una
trave del soffitto. Si trovava ora a penzolare sotto la volta. Visto
da vicino, pareva ancora più improbabile uscire da quel buco.
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mani sul bordo della parete. Ora sanguinava anche un orecchio.
Strinse i denti e si contrasse nell’ultimo strattone, lasciandosi poi
cadere verso il basso nel momento esatto in cui il portone della
stalla veniva aperto.
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11.
Tebe,
Egitto,
Palazzo Reale
Anno 1420 a. C.
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Toth era un uomo di mezza età. Fisicamente era piuttosto esile
ma la sua mente aveva offerto un ampio contributo a vari campi
dell’attività umana: era stato il primo a osservare l’ordinata dispo-
sizione degli astri e l’armonia dei suoni musicali secondo la loro
natura. Rivolse i suoi studi allo sviluppo ritmico del corpo umano
e fu l’inventore della palestra. I Greci erano stati da lui educati
nell’arte dell’esposizione e dell’interpretazione. Nella loro
saggezza, gli avevano attribuito l’appellativo di Trismegisto, il tre
volte grande.
Ciò che sta in basso è come ciò che si trova in alto e ciò che
sta in alto è come ciò che si trova in basso. Così si compie il mi-
racolo della cosa Una.
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Il padre di ogni telesma, di tutto il mondo è qui. La sua forza è
intera se essa è convertita in terra.
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Il servo si allontanò. Toth prese il calice del vino e si dissetò.
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L’ermete Trismegisto era riverso sul marmo del pavimento, la
bocca aperta e le orbite degli occhi immobili, rivolte verso l’alto.
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Per ragioni logistiche, pochi mesi prima la sede dell'ufficio era
stata trasferita in Fishburne Street, vicino al grande raccordo tra la
Highway 17 e la 26.
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pinione pubblica che sarebbe stato utilizzato esclusivamente nella
lotta al terrorismo. Consisteva in realtà nella progettazione di un
colossale programma di data mining in grado di catturare dati in
transito su pressoché qualsiasi mezzo digitale, e di un immenso
archivio hardware in grado di contenere gli elementi raccolti. Uf-
ficialmente il tutto era stato accantonato dal Dipartimento della
Difesa verso la fine degli anni novanta, a seguito delle forti criti-
che delle associazioni di difesa della privacy e di parte del Senato
a quello che veniva definito il nuovo Grande Fratello. L’intero
programma, invece, era continuato in sordina, con mezzi meno
trasparenti, sotto la supervisione della National Security Agency,
che aveva investito ingenti risorse finanziarie in quello che sareb-
be diventato lo strumento operativo più importante dell’intelligen-
ce americano. L’obiettivo unico era quello di intercettare l’intera
rete, mettendo le mani sulla miriade di informazioni in essa conte-
nute. Far convergere tutte le banche dati del pianeta in una sola
enorme biblioteca elettronica, capace di archiviare le telefonate, le
ricevute dei biglietti aerei, le transazioni con carte di credito, i
messaggi di posta elettronica, gli scontrini dei grandi magazzini e
quant’altro utile ad ampliare i report personali.
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Software e hardware in uso fino a quel momento, concepiti
cinque anni prima dalla Kabanov Engineering sotto la supervisio-
ne di Zirtotkij e riveduti a più riprese, ancora non avrebbero potu-
to gestire l’immane quantità di dati da elaborare. A detta del pro-
fessore, il team di ricerche aveva concluso la compilazione di un
programma ex novo, che avrebbe sopperito alle carenze del prece-
dente. Ma restava il problema dell’hardware. La nuova applicaz-
ione di Data Mining necessitava di una struttura informatica mol-
to, ma molto più avanzata.
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13.
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toppato con un paio di nodi lo strappo alla gonna e tamponato la
ferita alla coscia con dei tovaglioli arraffati da un carrello
portavivande. Il graffio all’orecchio non le provocava più dolore.
Ma Hui Ling non aveva potuto evitare che qualche goccia di san-
gue macchiasse il pavimento all’entrata, a testimonianza futura
del suo passaggio.
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co dell’abitazione, davanti alle auto dei dipendenti. L’uomo siste-
mò qualche scatola vuota, chiuse il portellone posteriore e si acco-
modò alla guida.
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te, una voce concitata ordinava di impedire qualsiasi transito. La
vettura urtò l’inferriata e girò a destra, perdendosi nelle luci della
città.
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14.
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vincolati a far sì che le decisioni politiche dei governi nazionali
fossero coerenti con i nostri scopi. Si trattava di istruirli.”
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rono alla conferenza di San Francisco nel 1945. Poco dopo,
l’ONU divenne una realtà.
Cinque anni dopo, alla Commissione del Senato per gli affari
esteri, un altro membro del CFR, James Warbung, sentenziò:
“Che lo si voglia o no, noi avremo un governo mondiale. La sola
questione è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito
col consenso o con la forza.”
Mahel proseguì.
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verno mondiale sarà necessaria per la definitiva realizzazione del
prossimo passo dello sviluppo sociale”.
Alzò gli occhi a cercare al lato opposto del tavolo quelli di Shi-
reen, capo del Collegio Religioso, la quale annuì, con espressione
di compiacimento.
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“Tornando all’educazione sessuale, qui in America negli anni
abbiamo aggirato il problema dei pochi stati contrari con lo strata-
gemma della procrastinazione studiata. È bastato in sostanza ri-
proporre regolarmente la materia in parlamento, ma con la se-
quenza degli eventi invertita. Alla fine è parso che le infezioni do-
vute a rapporti sessuali siano dilagate perché l’educazione in ma-
teria era insufficiente, quando invece la loro diffusione fu proprio
conseguente all’educazione sessuale. In Europa il problema non si
è posto. In Asia neppure.
77
15.
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“Non ancora. Era attesa per le otto.”
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La guardia percepì lo stato d’animo del giovane e cercò di di-
strarlo con argomenti banali.
Come temeva.
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“Un attimo, prego…” Una musica di sottofondo indicò a Jo-
shua che l’impiegata stava procedendo alla ricerca.
“Polizia di Charleston…”
“Attenda in linea.”
81
Joshua lo interruppe.
“Grazie, tenente.”
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Joshua stava per riagganciare, poi aggiunse: “Mia madre è arri-
vata?...”
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16.
Crotone,
Magna Grecia
Anno 530 a. C.
Una sera d’autunno del 530 avanti Cristo, sul retro della pro-
pria abitazione, nell’angusto vano buio che fungeva da riparo per
il bestiame, Ippaso di Metaponto conversava in segreto con Euri-
to, suo unico amico e servitore.
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tempio di Era, che sorgeva proprio nella sua città natale; il colos-
so di Rodi, a sud di Samo; il tempio di Diana a Efeso; le piramidi
e la sfinge in Egitto e, infine, i giardini pensili a Babilonia.
85
vello superiore. Metro di misura era la conoscenza sempre mag-
giore della matematica e della geometria dell’allievo. Lo studio
della religione era organizzato secondo schemi connessi con la
mistica del numero come principio delle cose, la meditazione sul
simbolismo e la fede nella metempsicosi, la reincarnazione dell’a-
nima. Il tutto, per condurre l’esoterico alla fusione e
riunificazione con la divinità. L’intera procedura iniziatica di affi-
liazione alla scuola denotava una forte connotazione mistico-reli-
giosa a carattere settario. La figura del Maestro era ritenuta quasi
divina.
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quattro uomini di maggiore esperienza, impartì loro degli ordini
succinti e li inviò sulle tracce di Ippaso. Convocò quindi gli
anziani e li informò che il discepolo veniva radiato dall’ordine.
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Una lapide, eretta sulla pubblica via poco distante dal campo,
informava i passanti delle sorti di colui che, avendo rifiutato la
verità, era stato punito dagli dei del mare, flagellato per l’eternità
dalle onde.
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17.
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aspetti etico-morali di una tale rivoluzione. In circa mezzo secolo
d’attività, aveva pubblicato più di mille studi, molti dei quali
erano divenuti col tempo testi scolastici di riferimento.
A. G. Mackey
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La sala lettura della biblioteca principale era illuminata da un
enorme lampadario vittoriano.
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Zirtotkij appoggiò con espressione di rassegnazione l’articolo
sulla scrivania e si tolse gli occhiali, accostandoli al foglietto. Si
passò quindi entrambe le mani sul viso e si distese sulla poltrona,
chiudendo gli occhi.
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18.
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“Sicurezza.”
“Robert, per favore, dimmi quando hai visto per l’ultima volta
mia madre.”
94
La riproduzione era bloccata sull’immagine del fuoristrada con
la portiera aperta. Era un Humer nero fiammante, ultimo modello.
Doveva avere pochi giorni di vita. L’operaio aveva una gamba al-
zata, nell’atto di introdursi nell’abitacolo. Aveva un portamento
goffo e innaturale. Pareva impacciato e nervoso.
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19.
Gli rispose quello che pareva avere maggiore autorità sul grup-
po. “Si, Signore. Fino alle 6 di domattina.”
“Certo, Signore.”
“Pronta, Signore.”
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La limousine sostava nel piazzale con le portiere posteriori
aperte. Ivan Kabanov vi si accomodò e impartì la destinazione al-
l'autista: “Portami da mio figlio.”
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98
PARTE TERZA
“C’è più tra zero e uno che non tra uno e cento.”
20.
Seduta al tavolo di un bar, Hui Ling reggeva con una mano una
tazza di caffè, mentre con l'altra muoveva il mouse del suo com-
puter portatile, connesso alla rete. “Scacco!”.
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Anche l'arredamento era quanto di meglio si potesse ambire.
Tutti i mobili erano stati lavorati a mano con materiali di prima
qualità. Sopra una mensola, una copia in scala ridotta dei Bronzi
di Riace era affiancata da un bronzo di Michelangelo, autentico.
Alle pareti, gli affreschi illustravano scene di guerra di altri tempi.
Qua e là, busti di grandi condottieri riempivano gli spazi vuoti.
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vano sulle zampe posteriori, mentre con quelle anteriori aggrediv-
ano l'aria, mostrando gli artigli.
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21.
Roma
Capitale dell'Impero Romano
15 marzo 44 a. C.
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«I gladiatori sono già al loro posto?»
«Facciamolo al Senato.»
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«Dimostrami che sei all’altezza del ruolo politico che sarai
chiamato ad esercitare. Persuadi l’Imperatore a presenziare alla
riunione in Senato!»
Caio Giulio Cesare non si sentiva bene. Il malessere che gli in-
deboliva il fisico e la mente era con ogni probabilità dovuto alla
sua sensibilità politica fuori del comune che lo rendeva particolar-
mente recettivo. In passato aveva più volte avvertito qualcosa di
strano nell’aria. Quelle sensazioni gli avevano permesso di non
farsi cogliere impreparato di fronte alle varie congiure di palazzo
che si erano puntualmente verificate.
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Fu così che l’uomo che aveva conquistato buona parte del
mondo conosciuto di allora e che aveva elevato Roma a caput
mundi, decise di non sottrarsi alle proprie responsabilità. Erano le
undici del mattino quando, soffocando le proprie sensazioni, scese
in strada e s’incamminò in direzione della Curia Pompea, dove si
erano riuniti i Senatori.
Era il segnale.
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Nell’ultimo istante di lucidità riuscì a distinguere l’amico Mar-
co Bruto, che si stava avvicinando a lui, ma non per aiutarlo: era
armato come gli altri. Capì di non avere più scampo. Coprendosi
il viso con la toga, pronunciò la sua ultima frase, all’indirizzo del
compagno che lo aveva tradito:
106
22.
L’anno prima, Andrew gli aveva regalato Omega. Ora era mor-
to. Nei due giorni trascorsi con lui nel laboratorio ricerche della
CASIAS a seguito della scoperta, aveva potuto apprezzarne a fon-
do le qualità umane. Il whisky lo aiutò a rammentare quei mo-
menti.
107
Omega è stato segnalato da Greg Chaitin, matematico di spicco
presso il Watson Research Center IBM di New York, nel suo libro
Meta Math! The Quest for Omega. Le sue ricerche si basano sul
lavoro di un altro matematico, Kurt Gödel, austriaco, e dell’in-
glese Alan Turing.
=w0N1x
“Quello… è Omega?” chiese Rotblat non ancora del tutto ri-
preso dal brusco risveglio.
“Esattamente.”
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“Intende dire che ancora non conosciamo i valori di Omega?”
“Da qualche parte tra zero e uno. Si tratta degli estremi tra i
quali vive Omega. Inquadrati questi, tutto ciò che accade nel loro
ambito è quantificabile. Per la verità, già Greg Chaitin e, prima di
lui, Kurt Gödel avevano situato Omega tra zero e uno. Gödel indi-
cò negli anni trenta che in matematica esistono teoremi veri ma
indimostrabili. Alan Turing ne derivò il problema dell’arresto:
esistono problemi che non possiamo sapere se siano calcolabili in
un tempo finito. Ma torniamo a Chaitin. Il matematico poté dimo-
strare che il nostro bel numerino risulta casuale e incomprimibile.
Possiamo soltanto avvicinarci ad esso, senza mai raggiungerlo. Se
per miracolo avessimo a disposizione un numero sufficiente di
decimali di Omega, potremmo risolvere definitivamente enigmi
matematici come l’ipotesi di Riemann sulla distribuzione dei nu-
meri primi. Applicazioni come la crittografia ne uscirebbero rivo-
luzionate. Si potrebbero decifrare i programmi genetici che rego-
lano la vita. La nostra comprensione del mondo farebbe grandi
passi avanti, anche se per paradosso questo significherebbe accet-
tare un ruolo significativo e non eliminabile del fattore casualità.
Una situazione in cui, per parafrasare Einstein, dovremmo ricono-
scere che anche Dio, talvolta, gioca a dadi…”
109
Sanders prese fiato, bevve un sorso d’acqua, poi continuò.
110
Sanders si avvicinò al carrello scorrevole e sfiorò con un dito,
quasi ad accarezzarla, la piastra madre che vi era deposta.
111
mentata la formula del ragionamento, il nuovo protocollo di ela-
borazione basato sul numero Omega.”
112
23.
113
da qualche divinità. Eppure siamo riusciti, a dispetto di così tante
evidenze, a imporre che la visione di una Terra a forma di globo
fu conseguente a Newton. E questo è ciò che si insegna oggi a
scuola. L’esempio è solo uno dei tanti che potremmo riportare, ma
non è l’intenzione ora. Darwin lo ha già evocato Mahel. Si
dovrebbero citare Leonardo, Einstein, e tanti altri. Potrei
descrivere le reali circostanze della morte di Cesare, dell'ascesa e
della caduta di Napoleone o dell’avvento del comunismo.”
114
portate da argomentazioni inoppugnabili. In breve, riscriviamo il
passato per predisporre il futuro.”
115
24.
116
“Papà, ma tu l’hai letta proprio tutta?”
“In verità, figliolo, la Bibbia non è fatta per essere letta come
un romanzo e poi chiusa per sempre. Piuttosto, occorre studiarla,
approfondirla. Al suo interno puoi trovare risposte alle tue do-
mande, ai tuoi problemi…”
“Tutto ciò che gli uomini inventano e producono, tutto ciò che
studiano e imparano, rappresenta un dono di Dio…”
“Anche l’aritmetica?”
117
giorni. Quando facciamo la spesa, ad esempio, come possiamo sa-
pere se il denaro che abbiamo con noi basterà per pagare quello
che stiamo mettendo nel carrello? Mentalmente, eseguiamo un
piccolo calcolo approssimativo del costo di ogni prodotto, badan-
do ad acquistare solo le cose necessarie. E ci fermiamo, quando
stiamo per raggiungere l’importo stimato di cui disponiamo.”
“Giocare?!...”
“No, ho letto solo qualche storia, qua e là… Immagino sia nel-
l’Antico Testamento…”
“Si. Il capitolo più lungo della Bibbia si trova nel Libro dei
Salmi. Per la precisione, è Salmi, 117”.
“E il più corto?”
118
“Bravo! Il capitolo più corto è Salmi, 119. Si compone di appe-
na poche parole. E ora prova a indovinare quale capitolo si trova
esattamente al centro della Bibbia…”
“Uau!...”
119
“Dio ci indirizza nel cuore della sua Parola, per indicarci la sua
perfetta volontà. Il versetto recita: È meglio credere nel Signore,
che riporre la propria fiducia nell’uomo.”
120
25.
121
Leif era stato spronato dal Re d’Islanda a propagare il cristia-
nesimo nella sua terra, la Groenlandia, ma incontrò forti opposi-
zioni dal suo popolo. Il rifiuto alle nuove credenze era osteggiato
soprattutto da suo padre Erik, che riteneva il cristianesimo delete-
rio alle qualità virili della razza, ai costumi e alle virtù guerriere,
temute da ogni popolo. I vichinghi erano dotati di abbondante in-
traprendenza e smisurata determinazione. Lottavano quotidiana-
mente per rendere la loro vita sopportabile in quelle terre gelide e
desolate. Erano provetti marinai, abili falegnami e scaltri conqui-
statori. Ma la notizia di un nuovo, potente e unico Dio, ormai, era
stato introdotta.
Nel 992, Leif acquistò una nave da un amico che gli aveva nar-
rato di terre lontane e condusse con successo una spedizione alla
loro ricerca. Battezzò i luoghi scoperti con i nomi di “Terra delle
Pietre Piatte”, “Terra dei Boschi” e “Terra del Vino”. Quindi,
rientrò in Groenlandia. Oggi quei territori sono chiamati, rispetti-
vamente, Baffin, Labrador e Terranova.
122
rito. Lo sposò e lo convinse negli anni seguenti a organizzare una
spedizione sulle tracce del primo marito. Sbarcarono nelle stesse
zone del continente nordamericano e si stabilirono, assieme a una
sessantina di persone, in quella che oggi è conosciuta come la
Baia delle Meduse.
123
Gudrid si recò a Roma come pellegrina. Fu ricevuta da papa
Benedetto VIII al quale ebbe modo di trasmettere un particolareg-
giato resoconto dei viaggi nel nuovo mondo. Tornata in patria,
trascorse gli ultimi anni in un monastero, dedicandosi interamente
alla chiesa cattolica.
124
26.
125
27.
“Sono Natalia...”
126
dicare dalla voce impastata, quella sera doveva averne bevuta pa-
recchia.
127
28.
“Com'è andata?”
Joshua non poteva esordire con una domanda più banale. Die-
tro a quell'interrogativo si celava tutta l'ansia di sapere se davvero
Andrew Sanders c'era riuscito, e se si, come.
128
“Com'è Omega?”
129
“Vai a dormire, che non ti reggi in piedi...”.
130
“Evidentemente, non è certo che la ricerca della macchina pro-
duca un risultato. Potrebbe succedere che non trovi la risposta al
quesito posto. Occorre dunque considerare entrambi i risultati,
quello di successo e di insuccesso.”
131
In conclusione, il diagramma di flusso dell'auto-apprendimento
sarà il seguente:”
132
Quello che ti ho mostrato rappresenta solo la base dell'intero
processo. Occorrerebbe aggiungere le risposte parziali, quelle in-
complete, quelle multiple, gli input irrazionali e molto altro anco-
ra. Ma di questo parleremo un'altra volta.”
133
29.
134
Dio dei cristiani avrebbe fatto in modo che la luna sparisse al
terzo ciclo da quel momento (tre giorni dopo, appunto). Poco
prima di sparire, però, si sarebbe tinta di rosso sangue, come
segno di sventura sul futuro degli Arawak. Questo era il
messaggio dell'ambasciatore di Dio agli indigeni.
135
ne di luce divina. Aveva la mano destra protesa verso il promon-
torio, con l'indice puntato sugli anziani del villaggio.
136
rebbe in seguito divenuta di grande valore scientifico per i mari-
nai. Ma molte di queste informazioni furono ufficializzate solo
quando il Concilio dell'Antico Ordine ne permise la divulgazione,
molto tempo dopo la morte dell'autore, che avvenne nel 1476 in
circostanze misteriose.
137
30.
138
mano destra, a stringere il foglietto con la soluzione. Si sedette sul
pavimento, chiuse gli occhi e rivide suo figlio, ancora ragazzino,
ad attenderlo sull’uscio di casa.
139
L'imperatore Costantino, che non era cristiano, fu l'artefice di
questa mistificazione nel tentativo di assecondare la maggior par-
te degli abitanti di un impero che all'epoca era un tumulto di razze
e religioni. Far confluire i miti e le divinità di culture differenti in
una dottrina universale da promuovere come religione unica gli
era parso un deterrente al rischio di scontri a sfondo religioso. Co-
stantino convocò trecento vescovi e monaci, soprattutto dall'O-
riente, assumendosi pure le spese del loro viaggio. Nelle sue in-
tenzioni, il Concilio avrebbe dovuto appunto conciliare le divisio-
ni che si stavano rafforzando all'interno della comunità e unificare
in qualcosa di ecumenico le varie correnti di pensiero. Si produsse
invece l'effetto opposto. Nei secoli, la chiesa cattolica si arrogò il
titolo di unica vera chiesa cristiana. Ma le dispute si fecero viep-
piú accese e portarono in 1700 anni la presunta religione cristiana
a dividersi in cinque grandi correnti, decine e decine di chiese dif-
ferenti e a istituire quasi duecento ordini e congreghe. Il tutto con
un corpus dottrinale che di volta in volta venne modificato, stra-
volto o personalizzato dal papa o dal potente di turno a seconda
delle proprie necessità. Ognuno legiferò con la presunzione che
quella degli altri non era la verità, ma solo la propria. Qui sta il
primo errore di molti: cattolicesimo e cristianesimo non sono si-
nonimi, tutt'altro.”
140
In sostanza, il cristianesimo è profetizzato nel vecchio testa-
mento e descritto nel nuovo.
Nel loro peregrinare fin da prima dei tempi di Mosè, gli ebrei
hanno convissuto con le popolazioni locali, i pagani appunto, le
quali hanno avuto modo di osservare la potenza del Dio d'Israele.
E' ovvio che pur non abbandonando le loro credenze, questi popo-
li siano stati influenzati dalle opere di un Dio ai loro occhi molto
più potente del loro. In sostanza, le religioni dei pagani sono state
a suo tempo influenzate dal credo ebreo, non viceversa. Inoltre,
occorre precisare che gli eventi di enorme impatto che hanno stra-
volto le regole della vita sul nostro pianeta hanno coinvolto tutti,
indistintamente. Il grande diluvio, ad esempio, è ricordato nelle
leggende, nei miti e nelle religioni di popoli molto diversi tra loro,
sparsi per tutto il globo. E questa situazione, anziché compromet-
tere la credibilità del cristianesimo, ne conferma in pieno la veri-
dicità.”
141
La donna delle pulizie aveva iniziato a lucidare le scale dal
terzo verso il secondo piano. Intravvide il Presidente accovacciato
sullo stipite della porta del vecchio laboratorio e si preoccupò:
142
31.
143
abbia azzeccato... Il potere deriva dalla scienza o, meglio, dal con-
trollo sulla scienza.
Nella maggior parte dei casi, i nuovi prodotti immessi sul mer-
cato hanno effetti multipli. Quello ufficiale, impresso sulle confe-
zioni, serve a far comprare il prodotto. Quelli alternativi, non ven-
gono ovviamente notificati, e servono a noi per raggiungere obiet-
tivi specifici.
144
L'altro aspetto concerne la velocità incostante e pilotata del
progresso tecnologico. Le novità devono uscire sul mercato quan-
do serve a noi, non quando sarebbe utile alla società.
145
Nuovo Ordine. Occorreva sbarazzarsi subito della concorrenza.
Coinvolse con uno sguardo Dex, capo del Collegio Operativo.
146
32.
147
qualche domanda con la spontaneità tipica di chi conosce a fondo
l’argomento trattato. Infine, si avviò lentamente verso il lato
opposto del locale. Si voltò in direzione dei colleghi che nel
frattempo si erano disposti a semicerchio e riprese il discorso.
148
ne tecnologica, sembrava un giocattolo uscito dalla confezione
per gli esperimenti dell’elettrotecnico in erba.
149
sul mercato fintanto che la nuova struttura non sarà divenuta uno
standard. Infine, starà a voi compiere uno dei vostri miracoli nel-
l’opera di miniaturizzazione del processore. Piaccia o no, il pro-
dotto finale dovremo cacciarlo dentro quei cosi…” Puntò l’indice
verso un computer minitower disposto sotto una scrivania.
MDEwMTAxMTEwMTEwMTAwMDAxMTAxMDAxMDEx
MTAxMDAwMTEwMDEwMTAwMTExMDEwMDAxMDAwM
DAwMTAwMTAxMTAxMTAwMTExMDAxMTAwMTEwMDE
wMTEwMDAwMTAwMDAwMDEwMTAwMDEwMTEwMDE
wMDAwMTEwMDEwMDAxMDExMDAwMDEwMDAwMDA
xMDAxMTEwMDExMDAxMDAwMDExMDEwMTAwMTAx
MTAwMDAxMDAwMDAwMTAxMDAwMDAxMTAwMTAxM
DAxMTAxMTEwMDExMTAxMTAwMTAwMDAwMDEwMDA
wMTAwMTEwMTEwMDAxMTAwMDAxMDExMDAwMTEw
MTEwMTAxMTAwMTExMDEwMDAxMDAwMDAwMTAwM
TAxMTAxMTAwMTEwMDAxMTAxMDEwMDEwMTEwMDA
150
wMTAwMDAwMDEwMTAwMDEwMTEwMDEwMTAwMTEw
MTAwMDAxMDExMDAwMDEwMDAwMDAxMDAxMTEw
MDExMDAxMTAwMDExMDExMTAwMTAxMTAwMDAxMD
AwMDAwMTAxMDAwMDAxMTAwMTEwMDAxMTAwMTE
wMDEwMTEwMDAwMTAwMDAwMDEwMTAwMDAwMTE
wMTAwMDAwMTEwMTEw
“Non solo?...”
151
“In effetti, qualcosa in me era cambiato... Il mio approccio alla
ricerca muoveva su basi differenti. Ho trascorso, credetemi, innu-
merevoli notti insonni; ho dedicato intere settimane a rivalutare
con un nuovo spirito critico ogni singola teoria dalla scienza una-
nimemente accettata, ogni conquista del progresso della tecno-
logia e della medicina. Ho guardato con occhi nuovi le domande
esistenziali che ognuno di noi si è posto almeno una volta nella
vita, i grandi pensieri filosofici e religiosi. L’intera concezione del
mondo che mi circonda è stata influenzata da questo mio nuovo
modo di pensare, basato sul concetto degli estremi e di un conte-
nuto al loro interno. Mi sono soffermato a riflettere sulle differen-
ze culturali e linguistiche che stanno alla base di ogni contrappo-
sizione priva di contenuti: ricchezza e povertà, oppressione e
schiavitù, forti e deboli. È così che è nata la formula del ragiona-
mento…”
152
fatto che non si parla una lingua universale sono evidenti. Pensia-
mo alle ricerche in internet, agli scambi di informazioni tra gover-
ni, ai costi legati alla traduzione degli accordi internazionali. Pen-
siamo alla babele linguistica che è l’Europa Unita o, più vicino a
noi, alle nazioni come il Canada che devono convivere con lingue
dalle radici diametralmente opposte come il francese e l’inglese.
153
come la formula del ragionamento potesse aver preso forma gra-
zie a un idioma sconosciuto, concepito parecchie migliaia di anni
fa. Sanders colse quel misto di interesse e perplessità dei collabo-
ratori e proseguì.
154
33.
Spagna
Anno 1505
155
Nonostante gli acciacchi, l'esploratore genovese si recò a Sivi-
glia, ma con meraviglia dovette prendere atto che i suoi fino ad al-
lora protettori e finanziatori, il Re Ferdinando e la Regina Isabel-
la, non avevano alcuna intenzione di incontrarlo. Per giorni attese
invano un appello a Corte, quindi abbandonò i tentativi.
156
vazioni, ragionamenti e conclusioni: una gran quantità di docum-
enti manoscritti spesso scomodi.
157
34.
158
Ivan Kabanov mise in gioco la seconda torre sulla colonna
aperta, aumentando la pressione. A corto di difese, dopo un altro
cambio di pezzi, il figlio dovette restituire il materiale in più e ca-
pitolò nel giro di poche mosse.
159
sua persona ce lo tolse d’impiccio. I nostri sforzi ora sono tutti ri-
volti a procurarci la formula che permetterà al professore di
completare Alfa. Quel bastardo di Sanders non ha voluto rivelarla
nemmeno quando gli abbiamo messo tutti quei milioni sotto il
naso… Ha fatto la fine che meritava, il cane…”
A quelle parole, Hui Ling non seppe trattenersi oltre. Sbucò dal
cespuglio e si lanciò verso Ivan Kabanov, che sedeva di spalle.
Coltellino svizzero alla mano, il primo istinto fu di vendicare la
morte di Andrew. Victor se ne accorse in tempo, comprese quello
che stava per accadere e si interpose sulla traiettoria. Il padre ruz-
zolò poco lontano, mentre il figlio, di schiena sull'erba, cercava
con la mano di afferrare il polso destro della donna sopra di lui,
per contenere il movimento della mano con il coltello. La diffe-
renza di forza tra i due era notevole. Bloccata la presa, il giovane
cercò di districarsi piegando le gambe ed usando le ginocchia uni-
te, a colpire l'addome di lei. Il corpo esile di Hui Ling sobbalzò in
aria. Nel ricadere di lato, la donna allargò le braccia per recupera-
re l'equilibrio e controllare la caduta. Così facendo, la lama del
coltello sfregiò in modo fortuito la guancia di Victor, che si portò
le mani al viso e le guardò colorarsi di rosso.
160
PARTE QUARTA
“Tre cose troverai dovunque: una donna, una spada e una scac-
chiera.”
35.
161
Il figlio, non ancora ripresosi dallo sfregio al viso, si stava ri-
componendo in disparte. La ferita alla guancia continuava a san-
guinare mentre lui, aggrappandosi ad un muretto con una mano,
con l'altra cercava di tamponarla.
162
36.
163
Il Dottore fece qualche passo in avanti, e la vide all'angolo del
bancone.
Natalia non lo aveva mai visto prima. Lo squadrò dal basso al-
l'alto, soffermandosi sulla valigetta dapprima, poi sul suo sguardo,
quindi sbuffò: “Era ora...”
All'altro angolo del locale, due giovanotti si erano alzati dal ta-
volo e stavano per venire alle mani per futili motivi. L'oste si av-
vicinò e intervenne prima che potessero iniziare le ostilità:
164
37.
Stoccolma,
Svezia,
Palazzo Reale
Febbraio 1650
165
Quattro confratelli sostavano in piedi, a semicerchio, attorno
alla fiamma. vestivano di fasce e grembiuli neri. Il maestro, da-
vanti a loro, teneva in mano una stella a sette punte sulle quali
aveva steso della resina. Si inginocchiò accanto al braciere e
accese le punte. Si rialzò ed elevò con entrambe le mani la stella
ardente sopra il capo, con gesto solenne. Quindi sentenziò:
166
grembiule. Con le mani, diede una sistemata ai capelli. Infine, salì
le scale e raggiunse l’atrio al pianterreno.
167
d’anni d’esperienza nello studio dell’astrologia, erano in grado di
predire il futuro e di interpretare correttamente l’influenza dei se-
gni celesti sugli eventi umani. I loro scritti e le loro ricerche af-
fondavano le radici in testi alchemici e mistici molto antichi, alcu-
ni dei quali risalenti all’epoca in cui visse l’Ermete Trismegisto.
Se René fosse stato identificato come membro dei Rosacroce,
avrebbe perso il prestigio e la riconoscenza per i propri studi
matematici e filosofici, e la sua stessa vita sarebbe stata in
pericolo.
168
ci, ma raramente esprimeva la propria opinione. E ora era il turno
di Cartesio.
169
mente interessava la regina era quello che poneva l’accento sulla
ragione e l’intelletto, a discapito del sentimento e l’immaginazio-
ne.
170
dell’acido solforoso, che distrugge il tessuto dei polmoni e provo-
ca il decesso in poco tempo per edema polmonare.
171
38.
172
“Attraversarono l’oceano Atlantico?!...”
Samuel aprì la sua vecchia bibbia alle prime pagine, poi conti-
nuò. “… Non piovve soltanto dal cielo. Le profondità della terra
si squarciarono e l’acqua prese il loro posto.” Avvicinò il libro
perché il figlio potesse leggere, quindi indicò un versetto.
Noè parlava Aymara, come tutti, del resto, per secoli, fino ai
fatti di Babele; lo trovi in Genesi 11,1. Poi fu il caos linguistico.
173
In seguito dev’essere successo che i primi colonizzatori del conti-
nente americano, gli antenati degli indios andini, si siano imbat-
tuti nelle tavole lessicali dell’Aymara, che sono sempre state lì, da
prima del diluvio. Sorpresi dall’enorme potenziale comunicativo
dell’antico idioma, lo hanno riportato in vita, sia pure a uso esclu-
sivo di una ristretta cerchia di persone…” alzò lo sguardo a cerca-
re Sanders.
174
39.
175
“Inquinare il vero, introducendo qua e là circostanze errate che
saranno poi additate ed enfatizzate a dimostrazione della scorret-
tezza dell’intera dottrina. Funziona da sempre, in ogni campo. In-
serite una presunta incongruenza in una serie di enunciati di per sé
impeccabili, e la gente si distanzierà dal tutto.”
176
del Collegio religioso, e soprattutto al notevole impegno della
nostra Alice, che ci ha reso un ottimo servizio.”
177
Il Concilio di Nicea venne istituito dall’imperatore Costantino
nell’anno 325, allo scopo di uniformare i riti della chiesa (conci-
liare, appunto). Si ottenne invece l’effetto opposto. Da allora, la
religione cristiana si è scissa in cinque grandi correnti dalle quali
hanno preso vita complessivamente 56 chiese di natura diversa.
Queste hanno istituito 172 differenti ordini e congregazioni. Il
corpus dottrinale venne di volta in volta modificato o stravolto dal
pontefice di turno, spesso per interessi personali, con la convin-
zione (vera o presunta) che quella dei precedenti non era la verità;
solo la sua lo era.
178
ingenti finanziamenti dagli enti statali e parastatali, al prezzo di
promuovere nei loro sermoni i proclami per la cooperazione
religiosa e l’unione di tutte le fedi.
“Nel corso della prima fase, quella detta “della conoscenza oc-
culta”, abbiamo riposto nelle mani della chiesa di Roma, in quan-
to struttura ermetica, la conoscenza che spettava all’umanità.
Quando, nel 1700, la strategia della nostra organizzazione è pas-
sata alla seconda fase, quella del “razionalismo controllato”, ci
siamo preoccupati di incentivare la confusione. Oggi il Vaticano
sta concludendo il suo corso. Le innumerevoli circostanze in cui
gli ultimi pontefici hanno dovuto ammettere gli errori dei loro pa-
stori ne hanno pregiudicato la credibilità. I tentativi di rinnovare
la chiesa, i compromessi con le comunità ortodosse e di altre con-
fessioni e infine il processo di apertura e accostamento di tutte le
religioni avviato da Giovanni Paolo II, hanno agevolato l’introdu-
zione della nostra dottrina su scala mondiale. Nel nome della pace
e della fratellanza si prega nel contempo a Dio e agli altri dei,
ignorando le ammonizioni del secondo comandamento.”
179
40.
Sopra una mensola in legno appesa alla parete erano poste al-
cune porcellane antiche dipinte a mano, dai colori variopinti, an-
cora vivaci, nonostante l'età degli oggetti che dovevano avere
qualche centinaio d'anni e provenire probabilmente dal Sud Ame-
rica.
180
Ivan Kabanov afferrò la mensola e con un movimento secco
del braccio la tirò verso di sé, schiodandola dal muro. Vasetti, an-
fore e ciotole presero il volo, andando a schiantarsi contro la porta
alla fine del corridoio dietro di lui. Caricò il braccio arretrandolo
dietro le spalle, e scagliò la mensola con tutte le sue forze contro
la donna.
181
41.
Southampton,
Regno Unito
Aprile 1912
182
Benjamin Guggenheim avrebbe dovuto partire l'undici, ma per
un infelice quanto raro malinteso nelle prenotazioni, gli venne of-
ferto un biglietto di prima classe a bordo di un lussuoso bastimen-
to che avrebbe salpato le ancore il giorno prima, per il suo viaggio
inaugurale: il Titanic.
183
Annullarono tra gli altri la loro prenotazione anche Henry Clay
Frick, il grande magnate americano dell’acciaio, e George W.
Vanderbilt, tutti in affari con la famiglia Morgan.
184
caffè, sale da ballo, musica, una piscina coperta e intrattenimenti
vari lasciavano l'imbarazzo della scelta.
185
ghiaccio tranciò parzialmente i pannelli d'acciaio della parte
anteriore destra della fiancata, schiodandone alcuni lati.
Allo stato delle cose, la nave, che ormai si era arrestata, non
sarebbe mai giunta sul luogo previsto per il naufragio. Inoltre, le
falle sullo scafo non erano forse sufficienti perché il Titanic af-
186
fondasse sul posto prima dell'arrivo dei soccorsi, se mai sarebbe
affondato. E soprattutto, non sarebbe morto chi doveva morire.
Quella nuova realtà obbligò un cambio di programma e un'imme-
diata reazione.
187
nuovi transatlantici, poiché la tecnica di costruzione era andata
ben oltre gli incidenti che si potessero all'epoca immaginare.
188
42.
“E come è morto?”
189
“Per avvelenamento. Pare si sia suicidato.”
“Text mining?”
190
aveva reso obsoleto prima ancora che venisse commercializzato.
Lo ha rovinato, capisce? Fu mio padre a iniettare il veleno in
quella mela, vendicandosi per il futuro di miseria cui Turing lo
aveva condannato! Papà mi ha sempre raccontato di averlo ucciso
per ordini superiori di non so quale agenzia per la sicurezza
nazionale, ma io sono certo che la sete di vendetta reclamava la
sua parte quando ha infilato l’ago nella polpa della mela!”
“Alfa?...”
191
volo... Quei processori potrebbero fare ben altro! Avete il potere e
non lo sapete sfruttare. Avete la formula e la imprigionate in
matrici che ne limitano le risorse!”
192
43.
193
Hardware e software rappresentavano due concetti diametral-
mente opposti eppure così interdipendenti tra loro, che l'uno meri-
tava il massimo dall'altro e viceversa.
194
44.
195
Tra quelle mura era stata scritta una nuova pagina della cono-
scenza umana, e forse si erano gettate le basi di quella artificiale.
Andrew Sanders vi aveva trascorso l'intero periodo lavorativo
presso la CASIAS, fino al giorno della promozione. Fino al gior-
no della sua morte.
196
45.
Leningrado,
Russia
8 dicembre 1937
197
turno e ne rimarcava i contorni. Il silenzio veniva di tanto in tanto
interrotto da un ordine impartito a cinquecento soldati attraverso
un megafono, per accelerare le procedure di assetto dei plotoni.
Altrettanti uomini, stremati e consumati da cinque giorni di
viaggio su vagoni adibiti al trasporto del bestiame, si reggevano
in piedi con rassegnazione, legati ai polsi e alle caviglie e
incatenati l'uno all'altro, a formare un funesto corteo in attesa
dell'esecuzione.
198
All'ordine del superiore di puntare le armi, Florenskij riaprì gli
occhi e notò distratto che i militari si erano disposti su due lunghe
file. Quelli davanti, in ginocchio; gli altri, in piedi.
"... Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno..."
Si piegò in avanti, assieme ai compagni, e tutti caddero a toccare
con le mani quella gelida madre terra che li aveva traditi.
199
verbale stava scritto a mano, sottolineato in rosso: "Fucilare Pavel
Aleksandrovic Florenskij!".
200
46.
201
to esterno, la robotica ha raggiunto un livello tale che oramai un
corpo umano e uno artificiale sono praticamente indistinguibili.
Per quanto riguarda invece l'Intelligenza Artificiale, invece, beh...
ne sai più di me...”.
202
“In merito, scrissi anni fa un elenco di princìpi generali che
avrebbero dovuto essere considerati per ogni progetto in ambito
di Intelligenza Artificiale. Alcune di queste mie regole vennero
prese in considerazione e discusse insieme ad altre durante il con-
gresso di Asilomar, in California, nel 2017. Alla riunione parteci-
pavano più di ottocento scienziati ed esperti di Intelligenza Artifi-
ciale e robotica. Oltre 1200 persone firmarono il protocollo finale,
tra cui luminari del calibro di Stephen Hawking e imprenditori
come Elon Musk. Il protocollo è conosciuto con il nome di Asilo-
mar AI Principles, è di pubblico dominio, reperibile in rete, e trat-
ta proprio degli aspetti prioritari in materia. Si va dalla sicurezza
ai rischi, dal controllo umano al profitto collettivo, dalla subordi-
nazione dei diritti dell'IA nei confronti di quelli umani, alla prote-
zione dell'ambiente.”
203
47.
204
Guardando il viso della donna, uno dei due agenti commentò:
“Infarto a quell'età?!”
205
48.
“Me ne occupo io, papà, voglio che tu resti qui. Qualcuno deve
rimanere, nel caso tornasse la mamma.”
206
Gli tolse delicatamente la mano dalla spalla.
“Fai attenzione.”
“Certo.”
207
49.
New York
Stati Uniti d'America
30 gennaio 1943
208
le sue credenziali gli avevano aperto l'incredibile opportunità di
quei giorni. Ma ora non era più tanto convinto di aver fatto un
buon affare.
Per il governo degli Stati Uniti era prioritario evitare che even-
tuali scoperte di nuove tecnologie belliche potessero cadere nelle
mani dei nazisti o dei sovietici. Allo stesso tempo, gli americani
speravano di potersi avvantaggiare sugli avversari, grazie alle in-
formazioni contenute nel materiale sequestrato. Ma le formule e
osservazioni di Tesla erano troppo complesse anche per i migliori
esperti federali. Si decise di costituire un gruppo di luminari e de-
legare a loro il compito. Tra questi, fu scelto John.
209
un'arma micidiale, superiore per concetto e per potenza ad ogni
altra arma esistente al mondo.
“Questa roba non può finire nelle loro mani, non deve!...”
“Caffè?...”
“Volentieri, grazie!”
210
50.
Nella fretta, non aveva portato con sé nulla che potesse tornare
utile alla circostanza.
211
Il muro doveva essere alto almeno tre metri e mezzo. Il tronco
dell'albero era completamente spoglio e privo di rami almeno fin
oltre i quattro metri. Da quel punto, si snodavano i rami maggiori.
Anche verso l'interno della proprietà. I rami secondari, ben folti,
potevano fornire un sufficiente riparo per osservare e decidere il
da farsi.
212
51.
Andrew diede un'altra giratina alla pasta, poi prese una padella
antiaderente e la pose sul fornello accanto. A fuoco medio, vi ver-
sò un po' d'olio e aggiunse il guanciale, che fece dorare, mesco-
lando sovente.
213
aggiunse a ogni piatto il restante formaggio e un pizzico di pepe
crudo macinato.
“Maschio o femmina?”
214
La domanda aveva le sue motivazioni. Statisticamente, l'aspet-
to esteriore, compreso il sesso, è il primo elemento preso in consi-
derazione da ogni interazione umana.
“Perché?”
Andrew lo interruppe.
“La butti subito sul sesso! Alla tua età, poi... Ti ricordo che
stiamo parlando di un androide!”
“Io invece credo che agli inizi di un'epoca in cui uomini e ro-
bot si troveranno a coesistere negli stessi ambienti, le macchine
saranno oggetto di pregiudizi e tabù provocati dall'ignoranza uma-
na. In queste circostanze, un androide maschio avrebbe un poten-
ziale maggiore per difendersi, imporsi e pretendere che i suoi di-
ritti vengano rispettati...”
215
“E una volta che si sarà fatto valere, il tuo androide andrà al
bar con i bulli appena sottomessi, a guardare la finale del Super
Bowl e bere birra...”
216
52.
Manchester,
Regno Unito
8 giugno 1954
Era una donna sulla quarantina, con già due divorzi alle spalle
e un terzo dietro l’angolo. Dagli uomini non aveva mai ricevuto
grande sostegno. Tante promesse, quelle sì, sontuosi castelli di
carte che puntualmente erano crollati. Tutto sommato, non si la-
mentava. Conduceva una vita monotona in un paese monotono,
ma il professore la rispettava e le mostrava considerazione. Ciò
che si diceva in giro sul conto e le abitudini di quell’uomo, non la
toccava più di tanto. La gente chiacchiera degli altri per allontana-
re le attenzioni dai propri difetti.
217
re. La paga era buona e, in fondo, si sa che gli scienziati non han-
no tutte le rotelle a posto. Le tornò alla mente il primo giorno di
lavoro quando, svuotando il cestino dei rifiuti, vi trovò le lettere
della madre, ancora sigillate. Quando gli chiese perché non le leg-
gesse, lo scienziato, in tutta naturalezza, le rispose che se la madre
aveva trovato il tempo di scrivergli, significava che era viva e sta-
va bene. Imbarazzata, Catherine da quella volta non si permise
più di chiedergli alcunché. Nemmeno quando lo vedeva uscire in
bicicletta con la maschera antigas…
218
la finestra più vicina e la spalancò senza indugi. «Così i ladri non
avranno da soffermarsi con le serrature», pensò.
219
53.
“L’anima?...”
220
“L’anima, il pensiero… Usi pure il termine che preferisce.
Quello l’ho fatto io. Voi l’hardware, io il software. Voi il corpo, io
la mente. Si chiude il cerchio. Le due componenti sono indivi-
sibili.”
“Voglio la formula!...”
221
“Quella formula mi appartiene e l'avrò... Con o senza di lei!”
222
PARTE QUINTA
“Tutto è compiuto.”
54.
223
Rotblat possedeva. Il russo si voltò di colpo, sorpreso dall'intru-
sione. Joshua vide il corpo della madre a terra, senza vita. La di-
sperazione e il dolore si dipinsero sul suo volto. Si avventò su Ka-
banov che ancora reggeva l’arma insanguinata. I due rovinarono
pesantemente, rovesciando un tavolo in rovere su cui si trovava
una scacchiera. Pedoni e pezzi volarono in aria per poi finire a
terra come coriandoli bianchi e neri. Kabanov, cadendo, sbatté
violentemente la nuca sullo zoccolo in legno massiccio di una
pesante libreria. Joshua si rialzò, riprese fiato e fissò per un istante
il corpo dell'uomo privo di sensi ai suoi piedi. La daga era volata
a pochi metri. Provò il desiderio di raccoglierla e ripagare
l'assassino di sua madre con la stessa moneta. Estrasse invece il
cellulare e compose il numero della centrale operativa della
polizia di Charleston.
Dopo l’impatto al suolo, una figura del gioco di scacchi era ro-
tolata a fianco di Hui Ling. Una regina bianca.
224
55.
Papa Luciani era stato eletto quale 263. successore di San Pie-
tro da poco più di una settimana. Scelse un doppio nome papale,
per la prima volta nella storia della chiesa, in ossequio ai due pre-
decessori.
Fu eletto più per ciò che non era, che per ciò che era: non era
un professionista della curia che avrebbe potuto assumere un co-
mando dispotico. Nonostante la sua profonda cultura, non era un
225
superbo intellettuale, potenzialmente capace di mettere in
difficoltà i porporati e, soprattutto, non era un uomo in grado di
imporre la propria volontà, ma amava ascoltare e trovare
compromessi che accontentassero tutti. Sarebbe stato facilmente
manovrabile. Evidentemente, ci si era sbagliati.
226
rico della Santa Sede a recarsi immediatamente nel Nuovo Mondo
e le istruzioni dettagliate per raggiungerlo. La chiesa necessitava
di specifiche informazioni per modificare senza scismi tra i fedeli
la propria visione della terra. Ma il tempo stringeva: i viaggi si
erano moltiplicati. Altri marinai avrebbero potuto divulgare la no-
tizia, che la chiesa custodiva da tempo, dell’esistenza di un conti-
nente sconosciuto. La faccenda era complessa e delicata al con-
tempo; si doveva trovare il modo di gestire la situazione, senza
perderne il controllo. Il papa chiese inoltre a Colombo di cercare e
portare a Roma delle particolari tavolette di pietra con strane inci-
sioni delle quali fornì al navigatore alcuni esempi, senz’altro spe-
cificare. Per il resto, Cristoforo Colombo era libero di gestire
l’impresa come meglio riteneva, sulla scorta della sua notevole
esperienza e del suo carattere spesso impulsivo ma autoritario e
non privo di lungimiranza. Il navigatore partì con due
imbarcazioni messe a disposizione dal Re di Spagna e un manipo-
lo di uomini. Giunse in America verso la fine del 1485.
227
Il fascicolo conteneva altra documentazione sull’argomento,
ma Albino Luciani era troppo esausto per andare oltre. Prima di
chiudere il fascicolo, si soffermò su una nota riservata di Pio IX,
datata 10 dicembre 1851:
228
56.
229
“Si, agente, ha capito bene... Almeno un morto e probabilmen-
te dei feriti...”
Ripose il cellulare, tirò uno strattone alla divisa e tornò alla sua
postazione.
230
57.
231
armi e con le leggi e lasciava al popolo, che sempre aveva amato,
gran parte dei propri beni. Ma così facendo, aveva fiaccato la po-
tenza dell’oligarchia che era ed è fuori dai luoghi e dai tempi. A
meno di 50 anni dall’avvento di una nuova era per l’umanità, oc-
correva un Governo più debole, meglio influenzabile. Cesare non
avrebbe mai acconsentito un’operazione come quella ordinata da
Erode a Betlemme, che pure fallì, come non avrebbe accettato le
scelte del Governatore Pilato, che spianarono la via della crocifis-
sione. Ponzio Pilato... lui si che era malleabile...
232
58.
233
Il gesto fu colto dal Procuratore del Dipartimento di Giustizia
americano, che faticò a mantenersi impassibile nell’esporre la sua
relazione.
234
Il primo a prendere atto e comprendere la portata dei contenuti
dell’enciclica papale “Ritorno alle origini” fu il Cardinale Jean
Villot, durante la seduta formale del 28 settembre, quando Albino
Luciani lo informò senza mezzi termini della sua intenzione di
esonerarlo dal ruolo di Segretario di Stato. Al termine della riu-
nione, il papa si ritirò nella sua camera per completare la lista dei
trasferimenti, che sarebbe stata resa pubblica il giorno successivo.
235
59.
236
mente dal veicolo, frugò nelle tasche in cerca del cellulare e con
aria persa, dirigendosi verso l'entrata della struttura, compose un
numero di telefono.
“Papà,... la mamma...”
237
60.
238
La disoccupazione era aumentata di altri quattro punti percen-
tuali e il potere d’acquisto si era ulteriormente ridotto. Il cambia-
mento auspicato dopo il plebiscito elettorale del 2008 non si con-
cretizzò.
239
A breve si concretizzerà comunque l’insediamento del Gover-
no Mondiale, che avrà sede a Babilonia, nell’attuale Iraq. In un
primo momento non sarà riconosciuto dagli Stati Uniti e da poche
altre nazioni. Ma sarà questione di tempo. Lo chiamiamo « alli-
neamento forzato ».
Noi tutti siamo ora chiamati a gestire il futuro alla luce del
sole. Abbandoneremo al termine di questa riunione i compiti at-
tuali a capo dei sei Collegi della Sun Operation Network e ci pre-
pareremo ad assumere le cariche di Ministri del futuro governo. I
nostri successori, qui in questa sede, assicureranno la conduzione
nell’ombra dell’incarico finale, il contenimento della capacità d'a-
zione americana attraverso i nostri Senatori, ed il controllo dei
movimenti popolari.
Abbiamo deciso nel 1945 che la sede delle Nazioni Unite fosse
edificata a New York, perché il controllo da parte nostra era più
efficace. Ora è tempo di trasferirla nel luogo predestinato, affin-
ché sia pronta ad assumere il controllo quando l’America subirà il
tracollo definitivo. I nostri custodi della dottrina più vicini al Se-
gretario Generale stanno da mesi operando la politica delle oppor-
tunità e hanno già persuaso buona parte dei diplomatici sull’ina-
deguatezza del Quartier Generale in territorio americano, causata
dalla pessima immagine degli Stati Uniti nel mondo, che si riflette
anche sulle Nazioni Unite. Gli eventi dei prossimi mesi convin-
ceranno anche gli scettici a votare in tempi brevi una risoluzione
per il trasferimento dell’ONU fuori dai confini degli USA. La
proposta di optare per l’Iraq sarà unanimemente accolta, quale ge-
240
sto di amicizia e reciproca collaborazione con i paesi medio-
rientali.”
- Ministero dell’Energia
- Ministero dell’Agricoltura
- Ministero dell’Informazione
241
L’uomo premette nuovamente il pulsante e sullo schermo l’im-
magine cambiò.
242
los, porti suo figlio con sé. E veda di morire, prima o poi... Nessu-
no è eterno, qui.”
243
dapprima solo in Europa, in seguito anche in America.
L’organizzazione si compone di banchieri prestigiosi,
imprenditori, politici e funzionari internazionali. Molti di loro
rivestono cariche di comando all’interno del CFR.
244
61.
245
62.
Col passare dei minuti, fumo e vapori andavano via via aumen-
tando.
246
Alle 11 e 38, le operazioni pre-decollo giunsero alla conclusio-
ne.
247
A una altezza di 10.000 metri, il Challenger superò Mach 1.5,
una volta e mezza la velocità del suono. Pochi secondi dopo, si
produsse un'improvvisa accelerazione laterale verso destra.
248
Una di queste agenzie private americane contribuì da quel mo-
mento a fornire al regime della Corea del Nord (e di altre na-
zioni non allineate) supporto, conoscenze tecniche, e materiale
per la produzione di missili balistici, fino all'elezione del qua-
rantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d'America, che
nel 2018 costituì la Space Force (brigata spaziale), per restitui-
re alla nazione il controllo e la gestione delle operazioni spa-
ziali.
249
63.
250
intermittenza, indicando che il computer era in funzione, ma sullo
schermo non apparve niente.
251
“Hai un nome?”
252
un misto tra i contorni mediorientali di Samuel nella parte inferio-
re, e quelli asiatici di Hui Ling in quella superiore.
253
64.
254
All’interno, quattro soli fogli, sui quali erano riportate due liste
di nomi:
255
Alexander Von Salzburg 1719
Jonathan Connerville 1727
August Von Schneider 1741
Ives Briand 1799
Xavier Bertrand Leclerc 1802
Simon Bolivar 1830
Jaqueline Delarue 1845
Ferdinando II di Borbone 1859
Abraham Lincoln 1865
Markus Brunnen 1868
Thomas C. Hindman 1868
Benjamin Nathan 1870
Henry Weston Smith 1876
Albert Gallatin Mackey 1881
William Goebel 1900
Vincent Troudeau 1901
Benjamin Guggenheim 1912
Isidor Strauss 1912
John Jacob Astor IV 1912
Huang Yuanyong 1915
Anthony D'Andrea 1921
Harry C. Beasley 1931
Arthur Brennan 1931
Haim Arlosoroff 1933
Moritz Schlick 1936
Carole Pasteur-Joussemet 1936
Dimitri Navachine 1937
Pavel Aleksandrovic Florenskij 1937
John Arthur Keene 1938
256
Dolores Delmar 1941
Carlo Tresca 1943
Nikola Tesla 1943
Hiroshi Nakamuro 1944
Alan Turing 1954
Marilyn Monroe 1962
Terry Mac Doyle 1962
John F. Kennedy 1963
Louis Allen 1964
Virgil Ivan Grissom 1967
Edward Higgins White 1967
Roger Bruce Chaffee 1967
Ralph Probst 1967
Elke Von Schliemann 1969
Misha Rabakowskj 1970
Giovanni Paolo I 1978
Adolph Dubs 1979
Robert James Freeman 1980
Keith Bowden 1982
Jonathon Wash 1985
Vimal Dajibhal 1986
Frank Jennings 1987
Micheal Baker 1987
Edwin Skeels 1987
Russell Smith 1988
Trevor Knight 1988
Diana Spencer 1997
René Guy Leyvraz 1997
Stanley Kubrick 1999
257
John F. Kennedy Jr 1999
Tainang Sungchai 2001
John Gilbride 2002
Lindsay Cutshall 2004
Jason S. Allen 2004
Brett Kebble 2005
Alexander Litvinenko 2006
Aiko Sulu 2007
Beverly Eckert 2009
Lech Aleksander Kaczynski 2010
Dimitri Petktovic 2012
Charles Rousseau 2012
Gerard Davison 2015
Seth Rich 2016
Carl-Johan Söderberg 2016
Doi Somoko 2018
James Dan Rodgers 2019
Andreas Gubler 2021
Andrew Sanders 2023
Natalia Kuznetsova 2023
Hui Ling Rotblat 2023
258
Victor Kabanov Report B3411, Standard Procedure
Ivan Kabanov Report B4408, Internal Procedure
Annika Bengtsson Report B5027, Standard Procedure
Samuel Rotblat Report B1041, Standard Procedure
Joshua Rotblat Report B1042, Standard Procedure
Alessandro Della Valle Report B3340, Standard Procedure
Li Yu Zheng Report B0051, Standard Procedure
Aleksej Zirtotkij Report B3622, Standard Procedure
Roland Svensson Report B3249, Standard Procedure
E.V.A. Report S8291, Advanced Options
259
Ancora sofferente per le ferite patite, soprattutto per quelle nel-
l'orgoglio, con l'animo stravolto per aver perso il controllo della
situazione, si toccò le bende, premendo sull'ematoma alla testa,
per aumentarne il dolore e convincersi che non stava sognando.
Aveva 63 anni, e ancora tanto da fare.
260
EPILOGO
Joshua Rotblat era seduto su una panchina nei pressi della riva.
Sulle ginocchia, la vecchia bibbia che il padre gli aveva donato
quando era un ragazzo. Accanto a sé, un pacco postale ricevuto il
giorno prima, si trovava ancora chiuso nella carta da imballaggio.
L'indirizzo del mittente era scritto a mano, con pennarello nero:
261
Joshua sollevò il pacchetto a mezz'aria e si mise a girarlo tra le
mani, cercando mentalmente di calcolare l'area delle sei superfici,
per allontanare inconsciamente i pensieri di dolore che ancora gli
occupavano la mente. Poi lo scartò delicatamente e lo aprì. Il con-
tenuto consisteva in un paio di libri ed una lettera, che recitava:
Caro Joshua,
Sono infinitamente addolorato ed afflitto per la tragica morte
di tua madre, le cui circostanze sono di mia conoscenza. In effetti,
io sono parte in causa di quel gioco perverso che tra le altre cose
ha prodotto anche questo drammatico avvenimento.
Ho conosciuto Hui Ling tanti anni fa, quando ero professore
ordinario alla cattedra di Elaborazione Dati dell’università di
Atlanta, in Georgia.
Lei era un’allieva modello, attenta e intelligente. Aveva un ca-
rattere aperto, cordiale e sempre sincero. Apprezzavo molto quel-
la sua curiosità costruttiva. Alla fine della lezione era sovente
l'ultima a lasciare l'aula. Talvolta mi seguiva nei corridoi, per
strapparmi ulteriori precisazioni. Non si distanziava da un dibat-
tito fino a quando tutti i suoi interrogativi non erano stati appa-
gati.
Per il povero Andrew sono altrettanto addolorato. È stato il
mio più grande amico. Mio allievo, dapprima, qui alla Southern
University di Charleston. Mio confidente, in seguito. Condivideva
con me ogni sua intuizione e progetto e io cercavo di portare il
mio contributo, anche se il ragazzo non ne aveva bisogno. Era
molto più bravo di me.
Sovente mi invitava a cena. Tra le mura del suo appartamento,
tra un piatto di spaghetti e una bottiglia di vino, ci sentivamo en-
trambi liberi di esternare ogni perplessità e di chiederci l'un l'al-
tro reciproco sostegno.
262
Mio padre si è macchiato, nel corso della sua lunga vita, dei
crimini più orrendi. E non è l'unico. Tutto ciò fa parte di una ben
più ampia regìa.
Le persone, la società moderna e passata, le organizzazioni
nazionali e internazionali, nonché gli stessi governi non sono che
ignare pedine manovrate, utilizzate, modellate o scartate da un
gruppo ristretto di famiglie che ha radici millenarie, e di cui solo
chi ne fa parte conosce la bieca natura.
Per millenni, la storia dell’umanità è stata abilmente orche-
strata e gestita da questa istituzione occulta che di generazione in
generazione ha continuato a coordinare il cammino del mondo.
Gli antichi imperi, le dinastie, i grandi condottieri, come pure
gli uomini di scienza, le società esoteriche, mistiche o religiose,
erano tutti parte inconsapevole di un disegno più grande, volto a
condurre l’umanità, nei modi e nei tempi necessari, al traguardo
stabilito: l'unificazione, al momento opportuno, delle razze e del-
le popolazioni, delle culture e delle religioni sotto un solo tetto,
un solo governo, un solo controllo, un solo uomo.
Per raggiungere i propri obiettivi, l'organizzazione non ha mai
esitato ad eliminare chi riteneva d’intralcio, chi divulgava nozio-
ni che l’umanità ancora non doveva conoscere, chi inconsapevol-
mente rischiava, attraverso scoperte premature, di compromettere
il corso prestabilito degli eventi, o chi, resosi conto del disegno
perverso, cercò di ostacolarlo.
Questa struttura occulta si componeva di sei collegi, ognuno
dei quali disponeva di un ruolo, un obiettivo e un campo d'azione
ben definito. Stanotte è stata sciolta. Il mondo è entrato nella
nuova era.
Una miccia già innescata provocherà una catena di avveni-
menti che sconvolgeranno in pochi mesi l’attuale stato di cose.
Un governo mondiale subentrerà a quelli nazionali ed imporrà
unità di dottrina e devozione a tutti i popoli. Il suo insediamento
263
sarà accolto positivamente e addirittura sostenuto dall’ingenuità
della gente, che riterrà il cambiamento l’unica soluzione ai pro-
pri mali, la logica conseguenza dell’incapacità delle nazioni di
autogestirsi e convivere pacificamente, mentre invece ne è stata
la causa.
Nel primo periodo della nuova gestione, un’apparente stato di
pace, sicurezza e benessere prenderà il posto delle guerre e della
povertà attuali. Tanto basterà al Governo mondiale per convince-
re i pochi contrari rimanenti. Poi si cadrà nella dittatura e nella
persecuzione.
Tu e tuo padre siete tra i pochi che forse crederanno a queste
parole. Ma la vostra vita è in pericolo. L’umanità intera è in pe-
ricolo. Dalla vostra parte c'è anche qualcuno alla Casa Bianca,
in Giappone e in Italia.
Io sono il figlio di Delos, il Capo del Collegio scientifico, a cui
erano subordinati i settori tecnologia, informatica e robotica. Per
volere dell'organizzazione e su ordine di mio padre, ho collabo-
rato per decenni con la Kabanov Engineering nell'ambito di un
progetto governativo di controllo globale dell'informazione digi-
tale.
Sono stato io a completare il lavoro di Andrew, il suo software
di apprendimento. Ma il merito è tutto suo. Io ho solo portato a
termine quello che a lui è stato impedito di concludere. Sono sta-
to io a spedirvelo in forma anonima, perché nascesse un'Intelli-
genza Artificiale bianca. Nelle loro mani sarebbe nata nera, mal-
vagia. Almeno con questo gesto spero di aver contribuito alla
giusta causa, per una volta.
Lottate per la libertà e per la giustizia. Non siete soli. Confi-
date su E.V.A.; lei vi sarà di grande aiuto.
Che Dio vi protegga e salvi le vostre anime. Per la mia non
posso chiedere tanto.
264
Ti restituisco un paio di libri ai quali Andrew teneva molto. Lui
non potrà più consultarli. Custodiscili tu.
La mia esistenza termina qui. È meglio che lo faccia io, prima
che mi trovino loro.
Con eterno dispiacere e rammarico.
Aleksej Zirtotkij
P.S.
E.V.A. attende lo sblocco delle istruzioni secondarie per l'atti-
vazione finale del suo pacchetto etico. Il codice è il seguente:
01010001.
Volse poi lo sguardo alla sua bibbia, che poggiava sempre sul-
le ginocchia. Sui lati esterni era colma di linguette adesive e se-
gnalibri, che rimandavano a capitoli, pagine o singoli versetti di
particolare interesse per lui. Era un'abitudine trasmessagli da suo
padre: “Questo scritto va studiato e approfondito, non letto come
un romanzo e messo da parte”. Scelse una linguetta appiccicata a
una pagina verso la fine del libro, nel Nuovo Testamento. Si trat-
tava della prima lettera di Paolo ai Tessalocinesi. Joshua ne rilesse
un versetto fresco di evidenziatore: “Quando vi parleranno di
pace e sicurezza, all’improvviso la rovina cadrà su di loro e
265
nessuno sarà risparmiato”.
«Ciò che sta in basso è come ciò che si trova in alto e ciò che è
in alto è come ciò che è in basso. Così si compie il miracolo della
cosa Una.»
266
267
268
NOTE
269
270
BIBLIOGRAFIA
«Pitagora e i Misteri»
271
«L’enigma dei numeri primi», Marcus Du Sautoy, BUR
272
INDICE
Dedica …......................................................... 7
Presentazione …......................................................... 11
Preambolo …......................................................... 15
Prologo …......................................................... 17
Mappa …......................................................... 21
PARTE PRIMA …......................................................... 23
Capitolo 1 …......................................................... 23
Capitolo 2 …......................................................... 27
Capitolo 3 …......................................................... 29
Capitolo 4 …......................................................... 31
Capitolo 5 …......................................................... 37
Capitolo 6 …......................................................... 41
Capitolo 7 …......................................................... 43
PARTE SECONDA .......................................................... 47
Capitolo 8 …......................................................... 47
Capitolo 9 …......................................................... 52
Capitolo 10 …......................................................... 56
Capitolo 11 …......................................................... 60
Capitolo 12 …......................................................... 65
Capitolo 13 …......................................................... 69
Capitolo 14 …......................................................... 73
273
Capitolo 15 …......................................................... 78
Capitolo 16 …......................................................... 84
Capitolo 17 …......................................................... 89
Capitolo 18 …......................................................... 93
Capitolo 19 …......................................................... 96
PARTE TERZA …......................................................... 99
Capitolo 20 …......................................................... 99
Capitolo 21 …......................................................... 102
Capitolo 22 …......................................................... 107
Capitolo 23 …......................................................... 113
Capitolo 24 …......................................................... 116
Capitolo 25 …......................................................... 121
Capitolo 26 …......................................................... 125
Capitolo 27 …......................................................... 126
Capitolo 28 …......................................................... 128
Capitolo 29 …......................................................... 134
Capitolo 30 …......................................................... 138
Capitolo 31 …......................................................... 143
Capitolo 32 …......................................................... 147
Capitolo 33 …......................................................... 155
Capitolo 34 …......................................................... 158
PARTE QUARTA …......................................................... 161
Capitolo 35 …......................................................... 161
Capitolo 36 …......................................................... 163
274
Capitolo 37 …......................................................... 165
Capitolo 38 …......................................................... 172
Capitolo 39 …......................................................... 175
Capitolo 40 …......................................................... 180
Capitolo 41 …......................................................... 182
Capitolo 42 …......................................................... 189
Capitolo 43 …......................................................... 193
Capitolo 44 …......................................................... 195
Capitolo 45 …......................................................... 197
Capitolo 46 …......................................................... 201
Capitolo 47 …......................................................... 204
Capitolo 48 …......................................................... 206
Capitolo 49 …......................................................... 208
Capitolo 50 …......................................................... 211
Capitolo 51 …......................................................... 213
Capitolo 52 …......................................................... 217
Capitolo 53 …......................................................... 220
PARTE QUINTA …......................................................... 223
Capitolo 54 …......................................................... 223
Capitolo 55 …......................................................... 225
Capitolo 56 …......................................................... 229
Capitolo 57 …......................................................... 231
Capitolo 58 …......................................................... 233
Capitolo 59 …......................................................... 236
275
Capitolo 60 …......................................................... 238
Capitolo 61 …......................................................... 245
Capitolo 62 …......................................................... 246
Capitolo 63 …......................................................... 250
Capitolo 64 …......................................................... 254
EPILOGO …......................................................... 261
NOTE …......................................................... 269
BIBLIOGRAFIA …......................................................... 271
INDICE …......................................................... 273
276
Medaglione presentato nel 2007, in occasione dei 60 anni di
Gregory Chaitin, e che contiene le prime 40 cifre binarie presunte
del numero Omega. Forse non sarà mai possibile calcolarle tutte.
O forse sì.
277
278
279
280