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-Diritto commerciale ieri:

Il diritto commerciale è una parte del diritto privato che regola il settore dell’economia. Nasce
nel tardo medioevo come diritto consuetudinario (consuetudine: fonte del diritto, norma non
scritta. Nasce perché la collettività adegua il proprio comportamento perché fatto così è giusto)
poiché artigiani e mercanti si danno regole non scritte che rispettano per il rapporto fra essi
dando vita ai primi esercizi commerciali. Nel medioevo essi introducono innovazioni, come la
sostituzione del baratto con la moneta, e creano nuovi beni per soddisfare nuovi bisogni o creano
nuovi bisogni che necessitano di nuovi beni. Nel’800 nacquero i bilanci, i trasporti e le
assicurazioni.

-Diritto commerciale oggi:

Fino al 1942 veniva usato il codice del commercio, che era la fonte del diritto commerciale
assieme al codice civile. Dopo il 1942 esso venne semplificato e integrato al c.c. (libri 4° e 5°) a
cui poi seguì nel 2003 la riforma del diritto commerciale.

-Fonti del diritto commerciale

Le fonti del diritto commerciale sono diverse: il codice civile, la corposa legislazione, le
convenzioni tra stati, le fonti comunitarie: i regolamenti, per esempio su proprietà intellettuali,
concorrenza, assicurazioni e banca/finanza, e direttive e le fonti giurispridenziali, ovvero il
comportamento dei giudici basato sulle precedenti sentenze.

-L’imprenditore

La definizione di imprenditore in generale viene data dal c.c. all’ articolo #2082 ed è:
l’imprenditore è colui che esercita professionalmente(un’ attività abituale) un’attività
economica(deve avere un utilità) organizzata(organizza i vari fattori produttivi per
produzione/scambio)finalizzata a produzione o scambio di beni e servizi. Non è imprenditore chi
esegue professioni intellettuali come medici, commercialisti e avvocati; l’unica eccezione si ha
nel caso un professionista faccia altro oltre la prestazione intellettuale (un medico compra un
luogo dove apre una clinica che dirige). Le diverse categorie di imprenditore sono affrontate in
diversi articoli del c.c. : #2195 per l’imprenditore commerciale, #2083 per il piccolo
imprenditore e #2135 per l’imprenditore agricolo.

-L’imprenditore agricolo
L’imprenditore agricolo è colui che esercita un’attività di coltivazione del fondo, selvicoltura
(prelievo legna dai boschi per varie attività), allevamento animali, sviluppo ciclo biologico vegetali
(in serre per esempio) e attività connesse (manipolazione, conservazione, trasformazione e
commercializzazione) a quelle precedenti. Esso non fallisce ed è soggetto al principio della
prevalenza. Per vendere alla grande distribuzione ha bisogno di un contratto scritto in cui sono
specificate quantità e qualità dei prodotti, caratteri del prodotto e prezzo unitario. Il contratto
si ispira alla trasparenza, alla correttezza e alla proporzionalità di prestazioni.

-Imprenditore commerciale

L’imprenditore commerciale è colui che esercita attività industriale volta alla produzione di beni
e servizi, colui che svolge intermediazione alla circolazione di beni e colui che opera nel settore
del trasporto, nel settore bancario o altre attività ridondanti.

-Piccolo imprenditore

Il piccolo imprenditore è definito come colui che esercita attività d’impresa prevalentemente
con lavoro proprio. Su di esso agisce il principio di prevalenza del lavoro proprio sul lavoro di
terzi e sul capitale investito. E’ piccolo imprenditore l’artigiano (idraulico, elettricista) o un
piccolo commerciante. Ma per esempio il gioielliere con un negozio molto grande che vende
prodotti di brand affermati non è considerato un piccolo imprenditore ma un imprenditore
commerciale. Esso non è soggetto a statuto dell’imprenditore commerciale e quindi non fallisce,
tranne che in tre casi : 1) ha debiti per oltre 500.000€ 2)non deve avere ottenuto ogni anno per
tre anni di fila ricavi lordi superiori a 200.000€ 3) negli ultimi tre anni non deve avere avuto un
attivo patrimoniale superiore a 300.000€. Nel caso che anche solo una di queste condizioni non
sia rispettata esso viene considerato come un imprenditore commerciale e quindi è soggetto a
fallimento. Inoltre per il principio della prevalenza l’attività non deve essere totalmente
automatizzata e deve avere un numero massimo di lavoratori dipendenti in base a di cosa si
occupa: produzione di beni non in serie max. 22, trasporti max. 8, abbigliamento max. 40 persone
e edile max. 14 persone.

-Impresa familiare

L’impresa familiare è disciplinata dall’articolo 230bis del codice civile e avviene quando
nell’impresa lavorano il coniuge, figlio, nipoti o affini fino al secondo grado dell’imprenditore in
modo continuativo (costante). Tutti partecipano alla distribuzione degli utili in base alla qualità e
alla quantità del lavoro prestato. Le gestione ordinaria spetta al solo imprenditore mentre la
gestione straordinaria spetta a tutti i membri della famiglia che hanno un rapporto lavorativo
con l’impresa. Per avviare un’impresa familiare basta che l’impresa esista, non sono necessari
contratti di lavoro ed è necessario il rapporto di parentela o affinità con l’imprenditore. In caso
di successione dell’impresa esiste il diritto di prelazione per i familiari lavoratori, ovvero chi ha
lavorato dentro ha un maggiore diritto di ereditare la società rispetto a chi non ci ha lavorato
per un motivo di interesse pubblico, ovvero quello di fare andare avanti l’impresa e con essa le
proprie relazioni lavorative con altre imprese.

-Impresa coniugale

L’impresa coniugale è diversa dall’impresa familiare e si può ottenere in due casi: 1) l’impresa è
gestita da entrambi i coniugi, in comunione dei beni, ed è stata costituita dopo il matrimonio 2)
l’imprenditore ha già la sua impresa, si sposa in comunione dei beni e il coniuge collabora
nell’impresa e in questo caso sono in comunione gli utili e gli incrementi. La gestione ordinaria è
affidata a entrambi come quella straordinaria in cui però, in caso di disaccordo, può intervenire
il tribunale.

-Imprenditore occulto

L’imprenditore occulto è colui che esercita l’impresa sotto il proprio nome affiancato da un
prestanome. La figura del prestanome di solito è rappresentata da un nulla-tenente che presta
le generalità per intestare l’impresa a proprio nome e non la finanzia ne la gestisce. Esso
produce contratti nulli perché provoca una frode alla legge. Un esempio molto diffuso di società
occulta sono le società immobiliari di comodo che servono al solo scopo di spostare patrimoni in
un'altra società facendo risultare questi beni non più miei, difendendomeli così dai creditori.
Essa fallisce nel caso che l’imprenditore occulto non abbia più disponibilità da inglobare
all’impresa.

-Incompatibilità a svolgere attività d’impresa

Per svolgere attività d’impresa serve un’autorizzazione e non può essere svolta da tutti; non
possono notai, avvocati e determinati lavoratori statali, chi ha subito bancarotta, condanne in
certi reati e fallimento (tranne che non sia decorso il termine prescritto dalla legge), i minorenni
(tranne nel caso che non siano emancipati riconosciuti da un tribunale e quindi possono essere
autorizzati sempre da un giudice), gli interdetti (per gravi patologie) e gli incapaci relativi.

-Registro delle imprese

Il registro delle imprese non ha efficacia costitutiva ma solo dichiarativa infatti ha la finalità di
porre in essere una pubblicità ovvero rendere pubblici i dati di un’impresa per i clienti,
finanziatori e stakeholder. Esso si trova in ogni camera di commercio provinciale e su di esso
vigila un magistrato delegato dal tribunale. E’ composto da due sezioni: la sezione ordinaria, in
cui sono racchiusi gli imprenditori individuali, imprenditori sociali, società estere che operano in
Italia ed enti pubblici economici; e la sezione straordinaria in cui sono registrati gli imprenditori
agricoli, i piccoli imprenditori e le società semplici. Nel registro sono contenute tutte le
informazioni utili sulla vita dell’impresa, lo statuto, l’atto di fondazione e i nomi degli
imprenditori e dei soci. Esso si basa sulla presunzione assoluta di conoscenza, ovvero che tu sei
tenuto ad informarti sull’impresa dato che ti sono stati messi a disposizione i mezzi come
l’impresa al contrario risponde delle informazioni mancanti. La cancellazione dal registro avviene
quando l’impresa non è più operativa o quando perde i requisiti e le condizioni di legge.

-Scritture contabili

Le scritture contabili sono obbligatorie per l’imprenditore che le redige e le conserva per almeno
10 anni. Esse possono anche essere redatte da un professionista esterno all’impresa. Esse
seguono una regola di formalità sia estrinseca (devono essere numerate, bollate e siglate) che
intrinseca (devono essere ordinate). Ma quali sono le scritture contabili? Esse sono il libro
giornale, su cui vengono annotate le operazioni più importanti che avvengono giorno per giorno, e
il libro degli inventari in cui vengono annotate tutte le attività e le passività. Nel caso che le
scritture non siano tenute in regola con quanto preveda la legge sono previste sanzioni con
conseguenze penali, se l’imprenditore fallisce subirà un processo per bancarotta e non sarà
ammesso all’istituto del concordato preventivo, ovvero la possibilità di non fallire nel caso che il
giudice approvi un business plan presentato dall’imprenditore). Ma perché vengono imposte
queste scritture all’imprenditore? Esse risultano come una prova contro l’imprenditore
commerciale in modo che tutto sia reso pubblico a tutti. In un solo caso sono a favore
dell’imprenditore ovvero quando in un contenzioso con altri imprenditori commerciale possono
essere utili per controlli incrociati.

-Fallimento

Il fallimento si configura quando l’imprenditore commerciale si trova in un caso di insolenza, cioè


non paga i propri debiti. L’istanza di fallimento può essere presentata dall’imprenditore stesso o
dai creditori. Lo scopo del fallimento è quello di vendere i beni posseduti dall’imprenditore in
modo che il guadagno scaturito da essi venga diviso fra i vari creditori; è presente una gerarchia
tra i creditori che verranno rimborsati prima. Questa soluzione difficilmente porta a
soddisfazione in quanto e quasi vana la possibilità di avere un risarcimento pieno del credito. In
caso di fallimento a tutela dell’imprenditore esiste un Istituto dell’amministrazione
straordinaria, ovvero il concordato preventivo che consiste in un’autorizzazione del giudice a
continuare l’attività, nonostante l’istanza di fallimento dei creditori, presentando un business
plan convincente. Questo è possibile solo per le imprese che hanno le scritture contabili in
regola.

-Tutela del consumatore

La tutela del consumatore riguarda sempre l’ambito dello statuto dell’imprenditore commerciale
e si esprime su: tutela salute, tutela sicurezza, corretta pubblicità, tutela buona fede
contrattuale e tutela concretezza rapporti contrattuali. La tutela del consumatore è espressa
dalla legge 206/2005 che istituisce il codice del consumo, in cui sono raggruppate tutte le
norme. Inoltre il codice prevede controlli e sanzioni con un tempo di tre anni dal fatto per
potere presentare denuncia. In caso che l’impresa operi all’estero ci si può rivolgere al
rappresentante nell’Unione Europea e se non è presente ci si rivolge direttamente
all’importatore. Un metodo molto diffuso tra i consumatori è l’azione di classe: viene creato un
comitato contro l’impresa che crea danni diffusi. Entro 120 giorni il consumatore può decidere di
aderire sennò decorso il termine potrà presentare solo un’azione individuale. I benefici delle
class-action riguardano soprattutto la divisione dei costi legali per i consumatori, che vengono
divisi tra tutti i partecipanti, e il fatto che il contenzioso viene eseguito dal promotore
dell’azione di classe, addossandosi tutti gli impegni lui.

-L’azienda

L’azienda viene trattata dall’articolo 2555 e seguenti del c.c. e da molte leggi per essa. In
termini giuridici l’azienda è il complesso dei beni e servizi organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa. E’ composta da beni mobili/immobili, servizi e beni materiali/immateriali
utili per svolgere l’attività d’impresa. Esiste una differenza tra l’azienda e l’impresa: l’impresa ha
un punto di vista soggettivo, cioè è l’attività che svolge l’imprenditore, mentre l’azienda ha un
punto di vista oggettivo ed è rappresentata dai beni e servizi che vengono usati
dall’imprenditore per la sua attività.

-L’avviamento
L’avviamento fa parte dell’azienda ed è l’attitudine dell’attività d’impresa a remunerare il
capitale investito, in parole povere la capacità di produrre utili. Può essere di due tipi: oggettivo,
cioè per caratteristiche oggettive dell’azienda di produrre utili, o soggettivo, cioè l’attitudine a
produrre utili dovuta alla capacità dell’imprenditore di organizzare.

-Cessione di una azienda

Nel caso di cessione di un’azienda prevale il diritto di prelazione: nel caso che un imprenditore
disponga di un immobile affittato ad un altro imprenditore che in esso ci svolge attività
d’impresa, prima di venderlo il proprietario dovrà chiedere all’imprenditore se vuole essere lui
l’acquirente dell’immobile così da cercare di salvaguardare la continuità dell’azienda. In caso di
cessione è necessario stipulare un contratto che deve essere di forma scritta (in modo da
essere una prova), e dopo la firma si hanno 30 giorni per depositare il contratto nel registro
delle imprese. Chi acquista l’azienda subentra nei contratti già stabiliti in precedenza per
esempio di fornitura, dipendenti, servizi, ecc.. Inoltre si fa carico anche di crediti e debiti, di
cui era però già stato informato dalla visione dei documenti contabili. Si può recedere dal
contratto di cessione solo entro tre mesi dalla firma e solo in presenza di una giusta causa.

-Contratto di locazione/ affitto

Rescindibile per gravi motivi in 30 giorni

-Rapporti contrattuali personalissimi

Si possono rescindere in qualsiasi momento

-Divieto di concorrenza( art. 2557 c.c.)

Per 5 anni dalla cessione chi vende dovrà astenersi dal porre in essere attività che per oggetto,
ubicazione ecc.. possa creare concorrenza nei confronti del nuovo acquirente

-Patto di famiglia

Atto tra vivi, si discute con gli eredi legittimi in modo da dividere l’eredità in modo di lasciare
una possibile impresa a chi vuole portarla avanti, anche non un familiare, tramite approvazione di
tutti i componenti.

-Segni distintivi dell’azienda


I segni distintivi dell’azienda sono tre: Ditta, cioè il nome dell’azienda, Insegna, che
contraddistingue la società per renderla subito individuabile e marchio che invece
contraddistingue il prodotto.

-Ausiliari dell’imprenditore commerciale

Gli ausiliari sono i collaboratori o gli aiutanti dell’imprenditore. Si dividono in due categorie: gli
ausiliari subordinati e gli ausiliari autonomi. I subordinati sono coloro che in cambio di una
retribuzione da lavoro dipendente si obbligano a collaborare alle dipendenze dell’imprenditore e
sono vincolati da un contratto di lavoro subordinato. Esiste anche la categoria dei subordinati
con rappresentanza, generale se sono soggetti delegati con una procura dall’imprenditore
autorizzati a concludere in nome e per conto di esso determinati contratti, su di cui non
ricadranno però le conseguenze di essi. Essi sono l’institore e il procuratore, o parziale se
possono svolgere solo determinati semplici atti, come i commessi. Gli ausiliari autonomi invece
sono coloro che senza vincolo di subordinazione si obbligano nei confronti dell’imprenditore a
compiere determinate prestazioni (es. spedizioniere, promotore finanziari).

-L’institore

L’institore è descritto all’articolo 2804 del c.c. ed è colui che conta di più nell’ambito
dell’impresa ed è secondo solo allo stesso imprenditore ed è preposto all’esercizio dell’intera
impresa commerciale o di una sede, in poche parole è colui che dirige in assenza
dell’imprenditore. I poteri ad esso vengono attribuiti mediante una procura institoria, ed essi
sono quelli previsti per legge tranne che alcuni non vengano espressamente esclusi. La procura va
depositata nel registro delle imprese per potere garantire l’informazione a tutti gli stakeholder.
Oltre ai limiti espressi sono presenti dei limiti stabiliti dalla legge: un institore non può alienare
l’impresa, non può ipotecare beni immobili dell’impresa e infine non può chiuderla. Se la procura
con i limiti non viene depositata i limiti non avranno effetto.

-Istituto della contemplatio-domini

Con esso si intende il fatto che quando qualcuno agisce nel nome dell’imprenditore deve sempre
indicarlo chiaramente, nel caso che questo non venga fatto l’institore ne risponde personalmente
tranne quando le circostanze sono evidenti e anche se non viene detto si può facilmente intuire
che agisce in nome di esso.

-Procuratore

Il procuratore è un dipendente subordinato non preposto all’esercizio dell’impresa, è un


subordinato dell’institore. La normativa su di esso ricalca sostanzialmente quella dell’institore.
-La concorrenza

La regola fondamentale nel nostro sistema riguarda il fatto che è lo Stato che deve garantire
che la concorrenza sia sana ed equilibrata, anche attraverso norme UE. Se non fossero fissate
regole si otterrebbero solo effetti negativi, come l’oligopolio dove comandano i più potenti. Le
regole fissate servono a contrastare le intese anti-concorrenziali, abusi di posizioni dominanti di
grandi gruppi ed impedire le concentrazioni. Esistono molti articoli e leggi che disciplinano la
concorrenza e i principali sono: articolo 2595 c.c. : la concorrenza non deve ledere gli interessi
dell’economia nazionale art 41 costituzione: libertà di iniziativa economica privata che non deve
svolgersi in contrasto con l’attività della società e non deve recare danno alla salute, libertà e
dignità dell’uomo art. 43 costituzione: in alcuni casi il governo può stabilire una deroga al
principio della concorrenza prevedendo dei monopoli(es. Tabacco). Inoltre è vietata la
concorrenza sleale (ex. Art 2598 c.c.) cioè atti che creano confusione al consumatore, falsa
pubblicità o politiche di vendita aggressive, imitazioni di prodotti, denigrazione della
concorrenza e vanteria senza fondamento( es. qualità che il prodotto non ha). In seguito ad una
concorrenza sleale il giudice può sancire una condanna, che ha effetti inibitori e può bloccare la
produzione fino a quando gli effetti non sono stati rimossi e può portare anche ad un
risarcimento danni.

-Pubblicità

La pubblicità per la prima volta è stata disciplinata da un corpo di norme nel 2007. E’ vietata in
ogni modo la pubblicità ingannevole che invece deve essere veritiera e corretta. Inoltre sono
ammesse comparazioni con prodotti concorrenti a patto che vengano evidenziati in modo
oggettivo anche i caratteri e le qualità di questo prodotto. In caso del non rispetto delle norme
può intervenire sia l’autorità giudiziari che l’anti-trust ovvero un organo con il compito di
verificare che la concorrenza sleale non sia presente.

-Cartelli tra imprese

I cartelli tra imprese sono accordi tra diversi imprenditori volti a limitare la concorrenza
reciproca e in caso non vengano rispettate le norme interviene l’antitrust.

-Consorzi

I consorzi sono degli strumenti di cooperazione messi a disposizione degli imprenditori. Essi si
uniscono mediante un contratto per ridurre costi, aumentare profitti e quindi essere
maggiormente competitivi. Sono disciplinati mediante accordi in forma scritta (pena la nullità) in
cui devono essere espressi durata, sede, compiti e caratteristiche necessarie per entrata/
uscita da esso. Questo contratto deve essere depositato nel registro delle imprese e ogni
modifica di esso deve essere apportata all’unanimità. I consorzi posso riguardare sia attività
interne a tutto il consorzio( come redazione del bilancio) o attività esterne come per esempio la
pubblicità. Nel caso di attività esterne inoltre è necessario un fondo consortile che è autonomo
e non può essere liquidato fino al termine del consorzio e quindi non aggredibile da creditori
particolari.

-La legislazione antimonopolistica

Tutto il cuore della materia antimonopolistica è racchiuso nella legge 285 del 1990 che ha il fine di
reprimere i casi più gravi di abusi. Essa affida i poteri di controllo all’autorità garante della
concorrenza e il mercato, cioè l’antitrust. Questa materia serve anche a prevenire le intese,l’abuso di
posizione dominante e la concentrazione di imprese, nel caso vengano esercitate in maniera non lecita.
I poteri dell’antitrust sono: accessi all’impresa, predisporre ispezioni e verifiche,richiedere audizioni
e documentazioni e predisporre perizie.

-Intese

Le intese sono degli accordi tra più imprese di vertice finalizzati a concordare più condotte.
Esse vengono valutate caso per caso dall’antitrust, se in regola possono essere comunicate
volontariamente all’istituto garante che ha a disposizione 120 giorni per aprire un istruttoria; nel
caso la comunicazione non avvenga questa istruttoria potrà essere aperta in un futuro
prevedendo in caso di illecito sanzioni pesanti. Le intese sono vietate nel caso che cerchino di
restringere, eludere o impedire la concorrenza.

-Abuso posizione dominante

Si ha quando una grande impresa grazie alle sue dimensioni e potere ostacola l’effettiva
concorrenza in modo illegittimo. Nei casi l’antitrust nutra dei sospetti che ciò accada deve
aprire un istruttoria e verificare se sono presenti condotte anti concorrenziali; nel caso esse
siano presenti sono previste sanzioni pesanti, evitabili in parte solo ammettendo l’errore e
rimuovendo gli effetti e le conseguenze delle condotte entro 3 mesi.

-Concentrazioni

Le concentrazioni non sono vietate in assoluto, esse vengono valutate caso per caso e si hanno
quando due società si fondono. Per non incorrere in sanzioni è necessaria la preventiva
comunicazione all’antitrust e al CONSOB per le quotate e in 45 più 30 di deroga giorni può
essere aperto un fascicolo. Nel caso vengano accertati comportamenti illeciti essa viene
bloccata fino a quando non verranno eseguiti gli accorgimenti necessari. Inoltre le
concentrazioni possono essere autorizzate dal governo per interesse nazionale.

-Società tra professionisti

Sono società di diritto speciale, in passato proibite, costituite tra professionisti come revisori
dei conti, avvocati o ingegneri per svolgere la professione. I soci di essa possono essere soci di
una sola. La società tra avvocati è quella che pone le basi per tutti gli altri tipi di società tra
professionisti. La ragione sociale dovrà indicare almeno il nome di un socio (es. Avv. Mario Rossi
e Partners), l’amministrazione, se non diversamente stabilito nello statuto, è disgiuntiva, cioè
ognuno può decidere in autonomia. La responsabilità è di tutti i soci che rispondono
personalmente e illimitatamente, fatta esclusione del caso in cui la società abbia indicato
chiaramente chi eseguirà l’operazione e in quel caso risponde solo chi ha sbagliato. Per queste
società è necessaria l’iscrizione al registro delle imprese nella sezione speciale e non sono
soggette a fallimento. L’oggetto della società dovrà riguardare la sola attività professionale
intellettuale.

-Associazione in partecipazione

Essa è caratterizzata da una presenza di un associante(impresa) e un associato (persona fisica)


che da un apporto professionale all’impresa. Esso non è legato da vincolo di lavoro proprio
dipendente, quindi non ha garanzia di un guadagno. In una società possono esserci fino a 3
professionisti che possono offrire lavoro in cambio di partecipazioni societarie.

-Società occulta

Si ha quando dei soci si mettono d’accordo per far comparire un unico soggetto come solo
imprenditore, soggetto spesso nulla tenente detto prestanome. In questo tipo di società è
occulto il contratto.

-Società di fatto

Si ha quando due persone di fatto fanno un affare senza avere prima firmato un contratto e si
comportano come se fossero soci.

-Società apparente

Si ha quando non vi è nessuna società ma è il comportamento di qualcuno che determina nei terzi
il pensiero che dietro vi sia una società.
-Rating

Il rating è l’affidamento che una determinata società ottiene. Esso si basa sulla solidità, sulla
sicurezza e sull’affidabilità di questa società. Il valore più alto è dato da AAA fino a DDD. In
Italia il valore medio è BBB-. Con l’outlook invece si valutano le prospettive future che possono
essere positive o negative. Quando una società sale di livello ottiene un upgrade mentre quando
scende un downgrade.

-Società

Le persone giuridiche svolgono impresa attraverso le società. La società si basa sul concetto di
contratto di società, cioè un contratto tra 2 o più persone che si riuniscono per esercitare in
comune un’attività economica con il fine di divisione degli utili conferendo beni o servizi alla
società. (art. 2247 c.c.). Si possono avere anche società con atto unilaterale e quindi società
unipersonali, per le quali non è necessario un contratto. La finalità principale di una società è
quella di ottenere utili da dividere tra i vari soci come remunerazione del capitale investito. I
soci hanno l’obbligo del conferimento che può essere sotto forma di beni mobili( per eccellenza il
denaro), beni immobili, beni immateriali e altre utilità. In cambio di questi conferimenti al socio
spetta la divisione degli utili in parte proporzionale al conferimento apportato. Esistono due tipi
di società con tre sottogruppi ciascuno: le società di persone che si dividono in società semplice,
S.N.C. e S.A.S., e società di capitale divise in S.R.L., S.P.A. e S.A. per azioni. In una società di
persone la responsabilità ricade sui soci in modo personale e illimitato con i propri beni presenti
e futuri. Nelle società di capitali invece i soci rispondono solo per ciò che hanno conferito
inizialmente e non con il proprio patrimonio. Eccezione va fatta per le società in accomandita in
cui i soci accomandatari rispondono illimitatamente e personalmente mentre i soci accomandanti
rispondo solo con il conferimento. Le principali differenze tra società di persone e società di
capitali è che nelle prime c’è un ruolo molto più incisivo del socio, giustificato dal fatto che è lui
che ne risponde, le quote sono intrasferibili e possono essere possedute anche da società di
capitali che agiscono come persone giuridiche.

- La Società Semplice

La società semplice è quella che a livello nazionale ha una minore importanza ma dal punto di
vista giuridico la sua normativa è il riferimento base per le altre società di persone. Per essere
una società semplice essa non deve svolgere attività commerciale, di solito è attività agricola.
Può essere costituita in forma libera, basta un contratto verbale; l’unico caso in cui è necessaria
la forma scritta è quando un socio conferisce un bene immobile per durata superiore a 9 anni.
Essa va registrata nel registro delle imprese nella sezione speciale. Se non diversamente
stabilito i conferimenti devono essere uguali, ognuno verserà la stessa parte. Sempre se non
diversamente stabilità l’amministrazione della società sarà disgiunta, e l’unico modo per cui un
altro amministratore può opporsi è grazie al diritto di veto, ovvero nel caso venga a conoscenza
di una operazione che non condivide può apporre il veto, la decisione finale verrà presa grazie a
voto di maggioranza degli altri soci. I soci non amministratori hanno potere di controllo e di
rendicontare ciò che avviene in società. Ma quando un amministratore può essere revocato? Ciò
può avvenire in due casi: se l’amministratore è stato nominato alla nascita della società può
essere revocato solo per giusta causa, mentre se è stato nominato in un motivo successivo può
essere revocato anche senza giusta causa, ma tenendo in considerazione che lui esigerà un
risarcimento danni. Per quel che riguarda la partecipazione agli utili dei soci se non diversamente
stabilito sarà sempre in maniera proporzionale a ciò che si è conferito. E’ assolutamente vietato
il patto Leonino in cui un socio viene escluso dagli utili o dalle perdite, questo tipo di contratto è
da considerarsi nullo. La rappresentanza della società se non diversamente stabilito spetta a
tutti i soci amministratori, cioè hanno tutti potere di firma in nome della società. Per arginare
questa situazione spesso viene introdotta nello statuto la firma congiunta, in cui devono firmare
almeno due amministratori. Come già detto la responsabilità dei soci è personale e illimitata con
tutti i beni presenti e futuri, ma la legislazione prevede il beneficio della preventiva escussione
grazie al quale il debitore, prima che gli vengano aggrediti i beni personali, può comunicare al
creditore quali sono i beni facilmente aggredibili, senza tenere in considerazione beni esteri o
conti bancari esteri. Nel caso un nuovo socio entri in società esso si accollerà tutti i debiti
accumulati fino a quel momento. Ma esistono anche tre casi in cui il socio può limitare il rischio al
solo capitale conferito ( solo nelle S.S.): non è un amministratore, è stabilito prima nel contratto
sociale e la società deve essere iscritta nel registro delle imprese sezione speciale. Nel caso il
socio acquisti beni con il fondo della società ma non beni necessari allo svolgimento di essa si ha
il caso del creditore particolare: in caso che il socio sia inadempiente il creditore potrà
pignorare gli utili del socio e nel caso essi non siano sufficienti potrà richiedere la liquidazione
della sua quota. Tutte le modifiche al contratto sociale vanno approvate all’unanimità ( se non
diversamente stabilito) ma in due casi può bastare la maggioranza: per la fusione e per la
trasformazione societaria.

-Scioglimento di una Società Semplice

Lo scioglimento può essere di due tipi: totale, quando investe tutta la società che smetterà di
esistere, o parziale quando invece riguarda uno o più soci che per vari motivi ( recesso,
esclusione, morte) escono dalla società; essa continuerà a vivere. Il recesso del socio si ha nel
caso che non sia prevista una data di scadenza, per una giusta cause o per le tutte le cause
previste dal contratto. L’esclusione del socio può essere di diritto, cioè quando un creditore
liquida la quota del debitore, o deliberata a maggioranza dagli altri soci nel caso di
inadempimento o nel caso che il socio venga dichiarato inabilitato o interdetto. Infine in caso di
morte del socio la quota del defunto deve essere data agli eredi, che per contratto possono
entrare in società. Lo scioglimento totale può avvenire in queste occasioni: se fissato per
decorso del termine, nel caso sia stato raggiunto l’oggetto sociale (società nata per creare una
strada che è stata finita) o nel caso sia impossibile raggiungere l’oggetto sociale (stessa società
a cui vengono negati i permessi), per delibera unanime dei soci, nel caso rimanga un solo socio,
che comunque dispone di sei mesi per trovare nuovi soci, e infine in tutti i casi previsti dal
contratto. Durante questa fasi gli amministratori potranno porre in essere solo operazioni
ordinarie fino alla cessazione, per esempio non possono assumere o prendere impegni nel lungo
termine. I soci invece devono nominare un liquidatore, che in caso di disaccordo sarà nominato
da un giudice. Una volta nominato il liquidatore ha il compito di continuare l’ordinaria
amministrazione, e di bilanciare le attività e le passività, riscuotendo i crediti e saldando i
debiti; nel caso che dopo avere eseguito queste operazioni avanzino beni essi saranno divisi tra i
soci, nel caso che invece i beni liquidati non bastino a chiudere tutti i debiti interverrà il
patrimonio dei soci. Nonostante tutto però le S.S. non sono soggette a fallimento perché non
svolgono attività commerciale.

-Le S.N.C.

Le S.N.C. possono essere considerate regolari o irregolari. Sono irregolari quando non sono
iscritte nel registro delle imprese (sezione ordinaria) e in questo caso vengono applicate quasi
totalmente le norme delle S.S. con le eccezioni che visto che si tratta di una società che svolge
attività commerciale può fallire. Il contratto deve essere redatto in forma di atto pubblico con
una scrittura privata autenticata dal notaio. Possono aprire una S.N.C. tutti i soggetti non
interdetti o non inabili; in alcuni casi il giudice può autorizzare un inabile a diventare socio nel
caso che abbia ereditato o gli siano state trasmesse quote della società già avviata. Inoltre
anche un minore con lo stato di emancipato può essere autorizzato a costituire una società. Nel
contratto il contenuto minimo che deve essere indicato è: l’oggetto sociale, la durata, la sede, la
ragione sociale, con almeno il nome di un socio ( es. Mario Rossi S.N.C.), i vari conferimenti e
quali saranno i soci che svolgeranno attività di amministrazione( se non indicato tutti i soci in
maniera disgiunta). Ad un socio di una S.N.C. è fatto divieto di porre in essere attività che
determini una concorrenza con la S.N.C. di cui fa parte, a meno che non sia stato autorizzato da
tutti gli altri soci. Lo scopo delle S.N.C. rimane sempre quello di remunerazione del capitale
investito misurata sulla base di una rendicontazione annuale con l’auspicio che sia presente un
utile. I soci in questo tipo di società rispondono sempre personalmente con beni presenti e
futuri solidalmente, cioè uno paga per tutti e poi si rifà sugli altri soci. Rispetto alla S.S. cambia
che in questo caso il creditore può presentarsi a riscuotere i propri crediti solamente dopo ad
aver provato ad aggredire inutilmente i beni della società; questo può avvenire solo nel caso di
S.N.C. regolari. Non esistono limitazioni alla responsabilità di un socio, se non nel caso che sia
presente un accordo tra soci, che è considerato valido legalmente ma quasi impossibile da
eseguire. Anche in questo caso possono essere presenti creditori particolari che però possono
rifarsi solo sugli utili, e nel caso che essi non siano sufficienti dovrà aspettare fino alla
liquidazione della quota del socio. Nel caso invece la società sia irregolare avviene la stessa
procedura delle S.S., ovvero può chiedere la liquidazione della parte del socio. Il contratto
sociale di una S.N.C. può essere modificato solo all’unanimità dei soci, se non indicato
diversamente, ma in due situazioni basta la maggioranza: per fusioni o per trasformazioni in soc.
di capitali. Tutte le modifiche devono essere pubblicizzate nel registro delle imprese. Inoltre in
caso di modifiche particolari come riduzione del capitale sociale un creditore disporrà di tre
mesi per presentare un ricorso. Come per le S.S. le S.N.C. si possono sciogliere per
conseguimento oggetto sociale, impossibilità di conseguimento, decorso del termine, delibera
unanime dei soci e nel caso rimanga un unico socio. Inoltre ci sono due situazioni nuove ovvero in
caso di fallimento dovuto a insolvenza o attraverso un atto dell’autorità governativa per motivi
di interesse pubblico. In maniera identica alle S.S. deve essere nominato un liquidatore che
coprirà i debiti ed eseguirà atti di ordinaria amministrazione fino alla cessazione della società.

- Le S.A.S.

Le società in nome collettivo si basano sulla fiducia reciproca che deve essere presente tra i
soci. Esisto due categorie di soci: i soci accomandanti che svolgono il ruolo di meri investitori,
non avendo rischi oltre il capitale investito, e i soci accomandatari che invece sono quelli
designati all’amministrazione e rispondono personalmente e illimitatamente. Nel caso un socio
accomandante svolga anche solo sporadici atti di amministrazione viene considerato come
amministratore e quindi perde il diritto di responsabilità limitata, tranne nel caso sia presente
una procura scritta di delega. Inoltre può perdere questo diritto anche nel caso che il suo nome
compaia nella ragione sociale.Le norme che regolano questo tipo di società sono quelle delle
S.N.C. Nel contratto di queste società deve essere indicata la ragione sociale (Mario Rossi &
Carlo Bianchi S.A.S.). Gli amministratori possono essere cambiati dopo 10 anni, se non
diversamente stabilito, con voto all’unanimità dei soci accomandatari e la maggioranza dei soci
accomandanti. Le cause di scioglimento delle S.A.S. sono le stesse per le S.N.C. ( 5 delle S.S. + 2
delle S.N.C.) più un altra causa ovvero quando non sia più presente la pluralità soggettiva dei
soci: nel caso rimangano solo soci accomandanti viene nominato un amministratore provvisorio
che eseguirà solo atti conservativi fino a quando non viene trovato un nuovo socio
accomandatario, in massimo sei mesi.
-Società di capitali

La base per la normativa di tutte le società di capitali è data dalla normativa per le S.P.A. (art
1942 c.c.) ed ha subito una prima importante riforma nel 2003; grazie a questa riforma viene
accentuata la personalità giuridica delle S.P.A., viene concessa una maggiore flessibilità a favore
dei soci, vengono tutelate le minoranze, attraverso sindaci e magistratura, vengono aumentati
per le quotate in borsa gli obblighi informativi e viene introdotta la possibilità di comandare
società mediante minoranze organizzate.

-Operazioni straordinarie di una S.P.A.

Le operazioni straordinarie possono essere: fusione quando due o più società vengono unificate
economicamente e giuridicamente per consentire l’ampliamento delle dimensioni e della
competitività sul mercato. proseguendo l’attività precedente di entrambe, la scissione ovvero
l’operazione inversa alla fusione, il patrimonio sociale e la compagine prima unica viene divisa e
infine la trasformazione ovvero quando si cambia tipo di società, mantenendo però tutti i vecchi
rapporti sostanziali e processuali con la medesima impresa avente però diversa veste giuridica.
La trasformazione può essere omogenea, quando c’è un cambiamento di struttura societaria (es.
da S.R.L. a S.P.A.) o eterogenea quando si passa da scopo di lucro a scopo di non lucro. La fusione
può essere di due tipi: semplice, quando due aziende si uniscono perdendo la propria individualità
e danno vita ad un nuovo soggetto giuridico, e per incorporazione, quando una società
(incorporante) incorpora un altra società (incorporata)

-Costituzione S.P.A.

Per costituire una S.P.A. ci sono regole diverse rispetto alla costituzione di una società di
persone. Innanzitutto il capitale sociale deve essere di minimo 50mila € e il nome non sarà più la
ragione sociale ma la denominazione sociale (es. Libero S.P.A.). Una S.P.A. si può costituire in due
modi diversi: il primo mediante l’offerta pubblica di sottoscrizione cioè attraverso dei promotori
che cercano sottoscrittori (soci) e che definiscono il programma di investimento societario e lo
diffondono ai potenziali investitori che si ritroveranno davanti ad un notaio per la firma del
contratto (atto costitutivo). I promotori non necessariamente diventano soci, però per i
prossimi 5 anni avranno diritto a partecipare agli utili. Il secondo modo consiste nella
costituzione simultanea ovvero quando senza mediatori un gruppo di soci costituisce una S.P.A.
mediante atto costitutivo. Per questa modalità sono necessari due documenti: l’atto costitutivo e
lo statuto, che devono essere redatti sotto forma di atto pubblico, cioè dal notaio. Questi
documenti devono essere pubblicizzati mediante il registro delle imprese, entro massimo 20
giorni dalla firma. Dal momento che i documenti vengono depositati nel registro nasce la società.
L’atto costitutivo è un accordo tra i soci, o nel caso di un solo socio un atto unilaterale, in cui
devono essere precisati determinati elementi: i nomi dei soci fondatori, sede, oggetto sociale,
ammonto di capitale sociale, capitale sociale sottoscritto e versato, tipo di amministrazione e
numero di azioni emesse. Lo statuto invece è un atto pubblico notarile in cui sono contenute le
regole che i soci fondatori danno per il funzionamento della società. L’istituto del registro delle
imprese svolge una funzione di controllo formale cioè verifica lo statuto e l’atto autenticato dal
notaio, che il capitale sociale sia sottoscritto al 100% e che sia stato versato almeno al 25% in
un c/c di una banca intestato alla società. Se il funzionario tralascia uno di questi elementi si
avrà una società illecita, cioè nulla. Le cause di nullità tipiche sono la mancanza dell’atto pubblico,
l’oggetto è illecito, manca la denominazione, manca l’oggetto sociale, non sono indicati i
conferimenti. Il capitale sociale deve essere sottoscritto al 100%, cioè i soci si impiegano a
versare la loro parte, ma non è necessario versarlo tutto subito (capitale versato). E’ necessario
che almeno il 25% sia sottoscritto, ma in ogni momento di vita della società i soci posso chiedere
di versare il restante dovuto. Il socio che non versa viene considerato inadempiente; contro un
socio inadempiente una società procede secondo 4 punti: la società cita il socio in giudizio per
ottenere quanto dovuto, gli amministratori cercano di vendere le azioni ai soci e nel caso nessuno
le voglia si procede con la vendita all’esterno e nel caso che neanche questa soluzione funzioni si
riproverà a venderle il prossimo anno sennò vengono stracciate.Ma cosa possono conferire i soci?
Di solito il conferimento per eccellenza è il denaro, ma se previsto dallo statuto e atto si
possono conferire anche crediti e beni in natura, per fare ciò però si è resa obbligatoria una
perizia di un esperto per valutare il reale valore del conferimento. Esistono delle eccezioni
quando si conferiscono: titoli quotati, società che conferisce beni ad un altra società in cui il
valore dei beni è iscritto a bilancio e quindi già valutato dai revisori. Nel caso che sia presente
un solo azionista non sarà necessario un contratto ma un atto unilaterale inoltre il capitale
versato e sottoscritto al 100% e inoltre deve informare in modo esaustivo tutti gli esterni che
nella società è presente un solo socio.

- Le azioni

Le azioni sono le singole parti unitarie in cui è diviso il capitale dalla società per azioni. Esse
appunto sono presenti solo nelle S.P.A. e nelle S.A. per azioni. Le azioni possono essere sia in
forma cartacea sia in forma digitale (dal 2008); nelle azioni cartacee deve essere indicato: la
denominazione della società, la sede sociale, il valore nominale, la data di iscrizione nel registro
delle imprese, il numero di serie progressivo e il nominativo. (in Italia le azioni devono essere
nominative, tranne per le azioni di risparmio). Esistono diverse tipologie di azioni: le azioni
ordinarie(obbligatorie) che danno diritto agli utili e diritti gestionali, le azioni speciali, che
agiscono come strumento di finanziamento, le azioni privilegiate, che assicurano la ripartizione
degli utile e la liquidazione della propria parte ma non conferiscono il diritto di voto
nell’assemblea ordinaria, le azioni di godimento che vengono emesse nel momento in cui avviene
una riduzione di capitale e la differenza tra il valore nominale e il valore reale verrà rimborsato
come azioni di godimento, le azioni correlate che sono corellate al settore di produzione, le
azioni con prestazioni accessorie, che vengono date ad un professionista che in cambio di essere
fornirà un apporto di lavoro. le azioni a favore dei dipendenti che vengono emesse in caso di utili
non distribuiti con lo scopo di coinvolgere i dipendenti e per avere un rappresentante di essi nel
C.D.A., le azioni di risparmio che possono essere emesse solo dalle quotate in borsa e servono
per il finanziamento non fornendo nessun potere di voto ma con il diritto ad un interesse e una
remunerazione certa e infine le azioni post targate nelle perdite che sono caratterizzate per la
diversa incidenza in caso di perdite infatti esse subiranno per ultime gli effetti delle perdite.

-La circolazione delle azioni

La regola fondamentale è che ognuno è libero di vendere le proprie azioni liberamente in ogni
momento dal momento in cui sono iscritte nel registro delle imprese. Per le azioni al portatore è
sufficiente il passaggio di mano del titolo, mentre per le azioni nominative è necessaria una
duplice intestazione ovvero la consegna fisica o telematica e l’iscrizione del nome del nuovo
proprietario sull’azione e sul libro soci. Ma esistono dei limiti alla circolazione? Sì, esistono due
categorie: i limiti legali (stabiliti dalla legge), per esempio le azioni dei dipendenti non possono
essere rivendute o le azioni per prestazioni accessorie, non trasferibili perché ottenute in
cambio di lavoro, e i limiti convenzionali( stabiliti dai soci nello statuto) per la volontà di
mantenere il controllo sulla società: può essere deciso alla costituzione di non vendere le azioni
per un determinato tot di tempo, la clausola di prelazione ( determinate persone sono preferite
come compratori alla medesime condizioni, di solito gli altri soci) o la clausola di gradimento ( la
cessione è subordinata al fatto se questo soggetto piace al resto dell’assemblea o del C.D.A. ma
nel caso non sia di gradimento la società deve o acquistare lei le azioni o stralciarle diminuendo
di conseguenza il capitale sociale. Inoltre un altro limite alla circolazione può essere dato dai
patti parasociali che sono accordi tra alcuni soci, che però hanno una durata massima di 5 anni
grazie alla riforma del 2003. Inoltre può esistere anche la comproprietà delle azioni; i
comproprietari dovranno nominare un rappresentante che parteciperà in loro rappresentanza.

-Organi sociali società di capitali

Dipendono dal tipo di amministrazione e in genere sono: assemblea azionisti, C.D.A, sindaci e
revisori dei conti ( questi ultimi tre sono nominati dall’assemblea stessa).

-Organizzazione delle S.P.A.


L’assemblea è il luogo in cui si riuniscono tutti gli azionisti. Per essere correttamente riunita
bisogna che tutti i soci vengano convocati, abbiano ricevuto l’ordine del giorno e venga raggiunto
il quorum minimo di capitale (alla prima convocazione 50% alla seconda qualunque sia il capitale
presente). L’assemblea può essere di due tipi in base all’oggetto di discussione: ordinaria quando
riguarda approvazione di bilancio( unica assemblea obbligatoria per legge una volta all’anno,
convocata 130 gg dopo chiusura esercizio, 180gg per bilancio consolidato), nomina
amministratori, nomina sindaci e revisori, autorizzazione ad atti di amministrazione e azioni di
responsabilità. L’assemblea straordinaria invece tratta tutte le operazioni che prevedono una
modifica dello statuto (fusione scissione trasformazione), nel caso si vogliano emettere
obbligazioni convertibili in azioni o in caso di nomina dei liquidatori a fine società. Per
l’assemblea straordinaria il quorum previsto è più alto perché riguarda temi molto delicati.
Esistono eccezioni in questi procedimenti come le società che fanno ricorso a capitale di rischio
le quali hanno una sola convocazione e quorum più bassi. Ma a chi spetta il ruolo di convocare
l’assemblea? Questo ruolo tocca al C.D.A. anche se gli azionisti hanno potere di convocazione, se
almeno 1/10 del capitale ne fa richiesta e nel caso il C.D.A. non provveda alla convocazione
questa può essere fatta o dai sindaci o dal tribunale. Recentemente è stata introdotta anche la
possibilità di partecipare in modo remoto all’assemblea al fine del raggiungimento del quorum ed
è possibile, attraverso una procura o previa autorizzazione di tutta l’assemblea, partecipare
anche per soggetti esterni all’impresa che magari forniscono un aiuto ad uno degli azionisti.
L’assemblea nel 99,9% dei casi è presieduta dal presidente del C.D.A. che ha il compito di
esporre l’ordine del giorno, conferire la parola ad un azionista, verificare che il capitale
necessario per il quorum sia presente e produrre il verbale, anche in modo sintetico (nelle
assemblee straordinarie il verbale è redatto da un notaio). Quando le delibere dell’assemblea
sono da considerarsi nulle? Quando manca la convocazione, quando manca il verbale o quando
l’oggetto di discussione è illecito o impossibile. Nel caso però che anche senza convocazione sia
presente il 100% degli azionisti o il verbale venga depositato nei mesi successivi (possibile per
legge) si può porre rimedio alla nullità. Sono invece annullabili le delibere quando viene votata
senza il rispetto del quorum, quando c’è il voto determinante di un socio in conflitto di interessi
o quando il verbale è redatto in modo non chiaro e comprensibile. Le richieste di annullamento
possono essere effettuate dal C.D.A., dai sindaci e dagli azionisti che rappresentino almeno il
5% del capitale entro 90 giorni dalla delibera stessa. Anche il tribunale può presentare
richiesta di annullamento solo nel caso gli azionisti non abbiano ancora risolto la causa
dell’annullamento stesso.

- Il Consiglio di Amministrazione

Il consiglio di amministrazione è il luogo dove si ritrovano tutti gli amministratori per


amministrare la società. Esso viene convocato dal presidente del C.D.A. nei modi previsti dallo
statuto indicando luogo, data e ordine del giorno. Gli amministratori vengono nominati dagli
azionisti mediante assemblea ordinaria e rimangono in carica per 3 anni. Possono essere nominati
tutti i soggetti non interdetti, non inabili, non condannati per determinate condanne e che non
sono falliti. Devono svolgere il loro incarico con un’alta diligenza qualificata, devono amministrare
la società prendendo decisioni nelle modalità previste dallo statuto e hanno il potere di
rappresentanza ( di solito non tutti ma il presidente del C.D.A.) e nel caso compia atti che
eccedono dai suoi poteri sono da considerarsi validi nel caso non sia presente il dolo delle parti.
Il presidente può essere nominato sia dall’assemblea che dal C.D.A. in base a cosa previsto nello
statuto. Le deleghe in questo caso non sono ammesse perché si tratta di un lavoro personale.
L’amministratore delegato è un componente del C.D.A. a cui viene affidata la delega degli altri
amministratori per il compimento di atti stabiliti tra cui non sono inclusi l’approvazione del
bilancio e le operazioni straordinarie. Può esserci anche il caso in cui venga nominato un solo
amministratore cioè l’amministratore unico. Ma che responsabilità hanno gli amministratori? Per
legge devono operare con la massima diligenza e nel caso che ciò non accada sono soggetti ad un
azione di responsabilità ( art. 2393 c.c.) . L’azione può essere iniziata dai soci o da almeno 2/3
dei sindaci e coinvolge anche gli astenuti e gli assenti. Per non incorrere in azioni bisogna votare
contro alle delibere che potrebbero nuocere alla società e comunicare le anomalie al collegio
sindacale. L’azione di responsabilità si prescrive dopo 5 anni dalla cessazione dell’incarico.
L’incarico di un amministratore cessa per rinuncia (indicando una motivazione adeguata), per
scadenza del mandato, per revoca (anche senza giusta causa) e per decadenza. Nel caso una
persona cessi di essere amministratori si attiverà la cooptazione ovvero la nomina di un nuovo
amministratore da parte del C.D.A., con l’approvazione dei sindaci, che rimarrà in carica fino alla
prossima assemblea utile in cui gli azionisti decideranno se confermalo o no.

- Sottoscrizione di azioni proprie

Per la legge è vietato per una società sottoscrivere azioni proprie e non vi è fatta alcuna
eccezione.

-Sindaci

I sindaci hanno il compito di esercitare il controllo della legalità cioè assicurarsi che gli
amministratori rispettino le leggi e lo statuto. Si riuniscono ogni 3 mesi e sono nominati
dall’assemblea. Possono essere nominati sindaci coloro che sono iscritti in appositi albi
( commercialisti, avvocati, professori universitari di ruolo in materie giuridiche/ economiche).
Per legge devono essere nominati minimo 3 e massimo 5 più in alcuni casi due supplementari.
Come gli amministratori rimangono in carica per 3 esercizi e possono essere ricandidati. Non
possono essere nominati gli interdetti, i parenti o affini degli amministratori e non i membri
della società. Nel caso la società non sia tenuta a redigere il bilancio consolidato e non faccia
ricorso al mercato del capitale di rischio i sindaci possono essere anche nominati revisori dei
conti. Gli azionisti hanno il potere di segnalare ai sindaci anomalie obbligandoli ad indagare e a
produrre una relazione nel caso lo richiedano i soci che rappresentano almeno 1/20 del capitale.
Che responsabilità hanno? Rispondono solidalmente con gli amministratori quando la società
subisce un danno che si sarebbe potuto evitare se i sindaci avessero svolto in maniera efficiente
il proprio lavoro. L’incarico oltre per scadenza può cessare anche per morte, rinuncia o revoca
(sono in presenza di giusta causa e autorizzata dalla magistratura). I sindaci decadono nel
momento che subiscono condanne che li rendono interdetti o se senza una giustificazione valida
non si presentano alle assemblee.

-Revisori dei conti

Sono nominati dall’assemblea ordinaria e hanno il compito di eseguire controlli contabili per
verificare la regolarità della contabilità e producono una relazione. Possono essere nominati solo
commercialisti iscritti all’albo e possono essere revocati sono in presenza di giusta causa.
Inoltre hanno anche il compito di confronto con i sindaci esprimendo un parere di conformità
che può essere conforme, non conforme o impossibile da dichiarare. Anche per i revisori è
presente la responsabilità solidale e possono essere chiamati ad esprimere pareri in caso di
operazioni straordinarie.

-Sistemi alternativi di amministrazione di una S.P.A.

Esistono due sistemi di amministrazione: il sistema monistico (meno usato) e il sistema


dualistico. Nel sistema monistico l’assemblea degli azionisti nomina il C.D.A. e alcuni di essi
faranno parte del comitato di controllo, che non potranno delegare. La revisione dei conti in
questo sistema viene effettuata sempre da professionisti esterni. Nel sistema dualistico invece
è l’assemblea che nomina il consiglio di sorveglianza che a sua volta nomina consiglio di gestione,
l’organo deputato all’amministrazione formato da due componenti in carica per tre anni e
rieleggibili. Il consiglio di sorveglianza invece racchiude competenze simili a quelle dei sindaci,
controllo sul consiglio di gestione, con l’eccezione che possono essere revocati anche senza
giusta causa. Nel sistema dualistico è sempre l’assemblea che decide se dividere o rinvestire gli
utili e in caso di perdite se attingere a riserve per coprirle. Anche in questo sistema la revisione
dei conti viene effettuata da un professionista esterno alla società.

-Patti parasociali

I patti parasociali sono accordi che si possono formare tra azionisti/ quotisti di una società. Essi
sono al di fuori dello statuto o dell’atto costitutivo e possono essere stretti in qualsiasi
momento. Per essi il legislatore non prevede un contenuto strandard ma si può inserire ciò che si
vuole in forma libera. Alcuni casi sono disciplinati come ad esempio il sindacato di voto, cioè
accordi su come votare o i sindacati di blocco, cioè accordi su limitazione circolazione azioni.
Essi possono essere redatti in forma verbale (però senza prove) o in forma scritta e hanno
efficacia solo tra le parti che li hanno conclusi. La condotta contro i patti parasociali è da
considerarsi lo stesso valida, ma la parte lesa potrà chiedere un risarcimento per i danni subiti.
In passato i patti sociali potevano non avere una scadenza ma con la riforma del 2003 è stata
posta come durata massima 5 anni e la possibilità di rinnovo alla scadenza.

-Istituto della denuncia di irregolarità degli amministratori all’autorità giudiziaria

Questo istituto si svolge a favore delle minoranze e può essere avviato da i soci che detengono
1/10 del capitale sociale (1/20 capitale di rischio) o dai sindaci se sono almeno 2/3. Viene
attuato quando si ritiene che siano presenti irregolarità che verranno sottoposte all’attenzione
del giudice. Nel caso il magistrato le riscontri si potrà procedere in due modi: il giudice
convocherà l’assemblea e la inviterà a rimuovere le irregolarità (nei casi non gravi)o il giudice
nominerà un amministratore giudiziario e rimuove sindaci e amministratori; verrà aperta
un’azione di responsabilità contro di essi e nei casi più gravi la società verrà messa in
liquidazione.

-Azioni proprie

La società nel campo delle azioni proprio potrà svolgere diverse operazioni: emissione, cauzioni o
acquisto. L’acquisto di azioni proprio in linea di principio non è possibile salvo delle eccezioni: per
motivi strategici( es. acquisto azioni per annullarle), sono frutto di operazioni straordinarie o
sono state donate. Spetterà all’assemblea ordinaria il compito di deliberare l’acquisto di azioni
liberate che dovranno essere versate al 100% e in una misura in % determinata degli utili. Vi è
fatto divieto in modo assoluto di sottoscrivere azioni proprie come è vietato anche il pegno sulle
azioni proprie. Ma è possibile per una S.P.A. concedere prestiti per l’acquisto di azioni della
società? In linea di principio non è consentita se non per un eccezione: in determinati casi se lo
delibera l’assemblea straordinaria e c’è una proposta del C.D.A. in misura degli utili distribuiti
nell’ultimo esercizio. Il C.D.A. dovrà svolgere una relazione in cui siano indicate: le motivazioni,
l’interesse strategico, la solvibilità, la ponderatezza e l’affidabilità delle operazioni e i rischi
associati.

-Holding

Le holding sono società caratterizzate dal fatto che svolgono attività di amministrazione e
gestione di partecipazioni di altre società. Esse hanno l’obbligo del bilancio consolidato, che
verrà redatto nel momento che tutte le società controllate avranno redatto il proprio di
bilancio. Nel caso siano presenti utili questi verranno incassati dalla holding. Le holding possono
essere pure, quando svolgono attività di gestione e acquisto di partecipazioni, o miste quando
oltre acquisto e gestione svolgono anche attività caratteristica (procurare beni/ servizi). Le
holding si differenziano dalle società di investimento perché è presente la voglia di intervenire
nella gestione non di solo puro guadagno come nelle società di investimento.

-Controllate e collegate

Una società controllata si ha quando un altra società detiene la maggioranza delle azioni. Essa
subirà in maniera diretta l’influenza dominante della controllante. Le società collegate invece
risentiranno di un influenza notevole ma non dominante. Anche in questo tema sono posti dei
divieti dal legislatore: una società controllata non potrà acquistare azioni della controllante se
non con motivazione che evidenzia le finalità, le azioni devono essere interamente liberate e
l’ammontare di esse non deve essere superiore ad un 1/5 del capitale della controllante.

-Suddivisione del patrimonio sociale in comparti

Operazione effettuata dalla società per limitare il rischio di determinate operazioni. Viene
suddiviso il patrimonio sociale in comparti in modo da destinare una parte di esso ad un
determinato affare. Questa operazione viene vista come una deroga al principio secondo il quale
la società risponde con tutti i suoi beni mentre in caso se l’operazione va male la società
risponderà solo con la parte di patrimonio destinata. Per legge ciò è consentito ma solo a
determinate condizioni. Ma a chi spettano le decisioni se intraprendere questa operazione?
Spetta al C.D.A. che mediante delibera indicherà il tipo di operazione e dovrà allegare ad essa un
business plan e dovrà convocare un notaio per la verbalizzazione. Questa operazione non potrà
estrapolare più del 10% del patrimonio netto. La delibera dovrà essere depositata nel registro
delle imprese per scopo pubblicitario e i creditori avranno due mesi per opporsi; in caso di
opposizione sarà il giudice a decidere se fondata o no e quindi sarà lui a decidere se approvare
l’operazione oppure no. Se da questa operazione nasceranno degli utili questi rimarranno.

-Finanziamento separato

Questo fenomeno si ha quando una società ha l’intenzione di realizzare una determinata


operazione ma non ha le risorse necessarie e allora si rivolge ad una banca per richiedere un
finanziamento. La banca non fornirà liquidità immediata ma aprirà una linea di credito con un
contratto chiamato finanziamento separato. Il finanziatore presta del denaro ad una società, gli
utili di questa società non verranno divisi o rinvestiti ma serviranno per pagare il finanziatore
per risarcimento del credito. Anche in questo caso sarà presente una contabilità separata e il
contratto dovrà sempre essere depositato al registro delle imprese.

-Modifiche dell’atto costitutivo

Per queste operazioni il legislatore impone una certa ritualità, ovvero alcune forme e quorum. Le
modifiche dovranno essere eseguite dall’assemblea straordinaria quindi in presenza di un notaio
a cui spetta il compito di depositare il contratto nel registro delle imprese. Se le modifiche
violano la legge il notaio deve verbalizzare quanto accade e nel caso che passi una delibera
illecita dovrà astenersi dal compito di depositare il contratto. In questa situazione il C.D.A. ha a
disposizione tre opzioni: 1) Riconvocare l’assemblea ed esporre il problema cercando soluzioni 2)
Si va dal giudice che deciderà se le modifiche sono “omologate” 3) il C.D.A. si assume il rischio e
la responsabilità di non convocare l’assemblea e di avvisare l’autorità giudiziaria, quindi la
delibera non depositata in 30 gg diventa inefficace.

-Aumento del capitale sociale

-aumento capitale sociale a pagamento:quando è necessario aumentare il capitale sociale


immettendo nuovo denaro in società per prestigio o in modo strategico per determinate
operazioni. I nuovi conferimenti possono essere dei vecchi o di nuovi soci. (è sempre presente il
diritto di prelazione cioè prima si propone ai vecchi soci se vogliono acquistare le nuove azioni in
maniera proporzionale a quelle già possedute). Esistono due tipi di aumento a pagamento:
inscindibile, quando in assemblea straordinaria è stato deliberato un determinato aumento di
capitale e se non si trovano nuovi azionisti non se ne fa nulla e scindibile cioè l’esatto contrario.
- aumento del capitale sociale gratuito: quando un aumento del capitale non determina un
aumento del patrimonio. Questo avviene senza che nessuno metta denaro di tasca propria, o
saranno create nuove azioni o verrà aumentato il valore di quelle già in possesso. Gli
amministratori dovranno subito aggiornare tutti i documenti.

-Riduzione del capitale sociale

La riduzione del capitale sociale viene sempre deliberata dall’assemblea straordinaria su impulso
del C.D.A. che la convoca. Può essere volontaria quando si basa sulla volontà dei soci che vogliono
riottenere risorse conferite in precedenza. Questo passaggio può avvenire in tre modi diversi: 1)
la società restituisce il denaro agli azionisti 2) viene cancellato il debito per azioni acquistate
nel caso non siano state versate al 100% 3) la società acquista le azioni di qualche socio che poi
annulla. La riduzione inoltre può anche essere obbligatoria,cioè imposta dalla legge in
determinate situazioni la più diffusa è nel caso che il patrimonio sia minore del capitale sociale
di almeno un terzo. Sarà sempre compito del C.D.A. convocare l’assemblea straordinaria che
dovrà deliberare la diminuzione. Se il capitale scende sotto il minimo di 50 000€ la società può
intervenire in tre modi: 1) viene messa in liquidazione 2) viene ricapitalizzata 3) si trasforma in
S.R.L. per esempio o in un altro tipo. Nel caso la delibera venga approvata verrà resa attiva dopo
3 mesi dal deposito di essa nel registro delle imprese; in questi tre mesi i creditori hanno la
possibilità di opporsi, l’operazione viene bloccata fino alla presentazione di un documento di
fidus bancaria, cioè la banca farà da garante del credito.

-Recesso del socio

Quando un socio può recedere dalla società? Esistono dei diritti inderogabili di uscita dalla
società ovvero quando: viene deliberato il radicale cambiamento dell’oggetto sociale, viene
trasferita la sede sociale all’estero o per la trasformazione della società. Nessun accordo potrà
impedire l’esercizio di questi diritti. Esistono dei casi invece che sono derogabili con un accordo
ovvero: quando viene prorogata la durata della società o quando vengono introdotti o rimossi
limiti alla circolazione delle azioni nello statuto, Inoltre infine per tutti i motivi indicati
precedentemente nello statuto. In questi casi però potranno recedere solo i soci che hanno
votato contro (contrari), che non erano presenti (assenti) o neutrali (dissidenti). Le azioni dei
soci che recedono verranno liquidate e offerte in primis agli azionisti se nessuno le vuole
verranno immesse nel mercato e nel caso che nessuno le voglia ancora le compra la società (entro
determinate misure).

-Obbligazioni

Le obbligazioni sono un prestito di denaro ad una società sotto forma di mutuo. Vengono
emanate in caso di necessità di liquidità per la società. Essi sono titoli di credito fungibili e
trasferibili che però non trasformano l’obbligazionista in socio: egli avrà diritto solo ad un
interesse sulle somme prestate e alla restituzione di tutto il denaro prestato alla scadenza
(breve termine 3 anni m/l termine 5 anni). Il fenomeno di coda di obbligazioni si ha quando un
obbligazione viene rivenduta, quindi il nuovo proprietario acquista un titolo già in corso e con una
scadenza già fissata. Le obbligazioni sotto la pari invece sono obbligazioni che hanno un valore
nominale superiore all’effettivo capitale versato, cioè gli interessi sono già compresi. Le
obbligazioni emesse non possono superare il doppio del capitale sociale e delle riserve,
comprendendo gli interessi. Esistono delle eccezioni nel caso che la società sia autorizzata dal
governo, viene fatta un ipoteca sul debito con beni immobili non della società o le obbligazioni
vengano vendute a un investitore professionista, che sarà in grado abilmente di reintrodurle sul
mercato.
-Assemblea degli obbligazionisti

E’ il luogo in cui si ritrovano tutti gli obbligazionisti. Essi eleggono un presidente che potrà anche
intervenire all’assemblea degli azionisti, però senza diritto di voto.

-Le società a responsabilità limitata (S.R.L.)

Le S.R.L. racchiudono in se caratteristiche delle società di persone e caratteristiche delle S.P.A.


ponendosi in una posizione intermedia tra di esse. Nelle S.R.L. è di maggior rilievo la capacità dei
soci rispetto al capitale, infatti deve essere presente una fiducia tra i quotisti. Come nelle S.P.A.
i soci rispondono limitatamente alla quota conferita (articolo 2462 c.c.). La costituzione si svolge
come per le S.P.A. mediante atto costitutivo autenticato dal notaio cambia però che il capitale
sociale minimo dovrà essere di 10000€( eccezioni escluse). Le partecipazioni saranno espresse in
quote trasferibili anche se non destinate alla circolazione, è difficile che si modifichi la
compagine sociale. Nelle S.R.L. sono affidati maggiori poteri ai soci che se previsto dallo statuto
possono anche togliere poteri agli amministratori trasferendoli su di loro (es. assunzioni).
L’organizzazione di una S.R.L. è simile a quella delle S.P.A. con i soci che nominano amministratori
e sindaci. I conferimenti dovranno essere apportati in denaro o mediante la prestazione di opere
o servizi; nel secondo caso sarà necessario depositare una fidellusione, in modo che se il socio è
inadempiente qualcuno garantisce per lui. Nel caso di inadempimento del socio le sue quote vanno
proposte ai vecchi soci e nel caso nessuno voglia acquistarle vengono vendute all’Incanto (asta).
Se non riescono ad essere vendute neanche all’asta il socio moroso verrà denunciato per danni,
gli verrà trattenuta la parte già versata e verrà diminuito il capitale sociale. La circolazione
delle quote è libera ma se stabilito nello statuto si può: vietare la circolazione tra vivi, limitare
la circolazione a gradimento dei soci o limitarle per mortis causa (limitare gli eredi). Per la
normativa anti riciclaggio ogni atto di cessione, anche per decesso, deve essere sottoscritto
come atto pubblico notarile e deve essere depositato nel registro delle imprese. Inoltre le quote
possono anche essere espropriate se non sono presenti vincoli alla circolazione o nel caso che
essi siano presenti è necessario un accordo con il resto dei soci. Nel caso che questo accordo
non venga raggiunto si procederà con la vendita all’incanto delle quote. E in quali casi il socio può
recedere? I casi sono quasi identici a quelli delle S.P.A. solo quando è contrario, astenuto o
assente. Un socio invece può essere escluso per tutte le cause specificate nello statuto. Il
controllo è sempre obbligatorio e i soci nominano sindaci e controllori, se non diversamente
stabilito deve essere nominato un solo sindaco. In alcuni casi per limitare le spese della società è
possibile non nominare sindaci e controllori: quando la società non deve redigere il bilancio
consolidato, quando non ha partecipazioni di una S.P.A. e quando ha i requisiti minimi per
redigere il bilancio in forma abbreviata.
-Le nuove S.R.L.

S.R.L. con 1€ di capitale sociale che deve essere versato al 100%, deve essere conferito in
denaro e la riserva legale accantonata deve essere del 20% degli utili fino al raggiungimento di
10 000€ poi 5%. Le S.R.L.S. sono state istituite per i giovani sotto il 35 anni, ma ora il limite è
stato abrogato. Il capitale sociale deve essere maggiore di 1€, può essere costituita solo da
persone fisiche, il capitale deve essere versato al 100% e non sono presenti costi nella fase
iniziale. La costituzione deve essere fatta mediante atto pubblico con lo schema fornito dal
ministero della giustizia. Le start-up innovative sono valide solo per determinati settori
(tecnologia, ricerca, sviluppo e qualificazione personale) in cui le imposte sul lavoro sono molto
più basse e non sarai soggetto a fallimento ma con l’obbligo di non distribuire gli utili per 5 anni,
utili che verranno rinvestiti in società.

-Assemblea ed amministrazione delle S.R.L.

L’assemblea è molto semplificata rispetto alle S.P.A., non vi è distinzione tra ordinaria e
straordinaria, è obbligatoria per modifiche ad atto costitutivo o statuto e se previsto dallo
statuto si possono esprimere decisioni anche in forma scritta remota. Non sono necessarie le
convocazioni. Anche l’amministrazione presenta delle profonde differenze: se non diversamente
stabilito i soci saranno anche amministratori. L’amministrazione può essere congiunta o
disgiunta( che prevale se non diversamente stabilito). Il socio non amministratore ha i poteri di
accesso, ispezioni, verifiche, visionare documenti e diritto di informazione.

-Obbligazioni nelle S.R.L.

Di regola un S.R.L. non può emettere obbligazioni se non nel caso che siano destinate ad
investitori professionisti, che sono consapevoli dei rischi che si assumo e rispondono
personalmente in caso di fallimento.

-Società quotate in borsa

La normativa per le società quotate in borsa è stabilita dal testo unico del 1998 # 58 che
presuppone un maggiore intervento nel controllo di queste società (Consob), incremento degli
obblighi informativi, stimolo agli investimenti e quorum ridotto per azioni di responsabilità o per
denunce ai sindaci o magistratura. La normativa serve per la tutela degli interessi pubblici, per
la tenuta del mercato e per proteggere i piccoli azionisti.
-Consob (commissione nazionale società e borsa)

La Consob è la commissione che ha il ruolo di controllo delle società quotate in borsa. Essa opera
affianco della guardia di finanza, della magistratura e della banca d’Italia con le quali ha l’obbligo
di scambiarsi informazioni per interesse pubblico. I suoi vertici sono 5 e sono di nomina del
governo. La sua attività riguarda la vigilanza del mercato, la tutela degli investimenti, garantire
la trasparenza del mercato e approvare prospetti informativi, che devono essere presentati
dalla società. I suoi poteri invece sono quelli di richiedere informazioni e indagare; queste
indagini possono essere rese pubbliche.

-Titoli di credito

I titoli di credito sono documenti cartacei rappresentativi del diritto di credito in essi
incorporato. In altri termini, sono particolari documenti sottoscritti dal debitore in cui questi
dichiara di obbligarsi a compiere una determinata prestazione nei confronti di chi si trova in
possesso del documento stesso. (es. assegno). Il diritto di credito è un diritto soggettivo,
personale, avente come oggetto la prestazione del debitore. Una parte trasferisce la proprietà,
l’altra si obbliga a pagare il prezzo. Il credito può circolare e ciò avviene secondo la disciplina
della così detta cessione ordinaria del credito. (art. 1260 e seguenti c.c.). Si tratta di una
disciplina intrisa di formalità, per assicurare ai crediti una circolazione rapida e sicura, il
legislatore ha reso i diritti di credito normativamente simili ai beni mobili. Ciò è avvenuto
tramite la figura dell’incorporazione( diritto di credito materializzato in materiale cartaceo). La
conseguenza dell’incorporazione è che il credito, identificandosi con il documento che lo
rappresenta, diventa suscettibile di possesso analogo a quanto avviene per i beni immobili. I
titoli di credito vengono ceduti tramite consegna.

-Differenza tra rapporto causale e rapporto cartolare

Il rapporto causale, anche detto rapporto fondamentale, consiste nel rapporto giuridico tra
debitore e creditore che dà luogo all’emissione del titolo (es. vendita). Il rapporto cartolare
invece è il rapporto che scaturisce dal rilascio del titolo. E’ relativo a tutti gli aspetti del titolo
di credito.

-Difetti cessione ordinaria

Ha due difetti: non è rapida, prima di acquistare un titolo occorre che il debitore abbia
accettato il trasferimento o che questo gli sia già stato notificato. Non è sicura perché secondo
la cessione ordinaria sussiste il rischio che il credito venga ceduto dal titolare a più persone. Con
un accordo successivo possono essere modificate clausole originarie del contratto sottostante e
questo è un ulteriore rischio

-Caratteristiche dei titoli di credito

Legittimazione attiva: consiste nel diritto a pretendere che la prestazione indicata nel titolo da
parte del possessore, cioè che il possessore può fare valere il diritto di credito incorporato nel
titolo.
Legittimazione passiva: consiste nell’obbligo del debitore ad eseguire la prestazione indicata nel
titolo nei confronti del possessore
Titolarità: tra legittimazione e titolarità sussiste lo stesso rapporto che intercorre tra
possesso e proprietà. I primi sono situazioni di fatto tutelate in virtù del principio
dell’apparenza. Le seconde sono situazioni di diritto, meritevoli di tutela, ma non di tutela
immediata. Tra titolare e legittimato è l’ultimo soggetto ad essere privilegiato, a prescindere dal
fatto che lo stesso sia titolare o meno. I rapporti tra titolarità e legittimazione sono
riconducibili a due casi in particolare:- i rapporti coincidono: ciò accade nella normalità dei fatti.
Il proprietario del titolo, titolare del diritto cartolare è anche possessore del titolo e quindi
portatore legittimo. -i rapporti non coincidono: ciò che si rileva non è la proprietà bensì il
possesso. Quindi il concetto di legittimazione si traduce in una presunzione di titolarità del
diritto cartolare a favore del portatore legittimo del titolo, il quale può pretendere il pagamento
dal debitore verso presentazione del titolo senza essere costretto a provare di essere anche il
titolare del credito.
Autonomia: il rapporto cartolare è indipendente dal rapporto sottostante. Si pone a tutela del
creditore sotto due profili: 1) il debitore non può opporre al portatore legittimo del titolo le
eccezioni derivanti dal rapporto sottostante 2) alla circolazione del titolo si applica il principio
“POSSESSO VALE TITOLO” secondo il quale il possesso del documento unito da un titolo
astrattamente idoneo a trasferire il diritto vale come titolo di acquisto della proprietà del titolo
di credito.
Letteralità: il debitore che ha assunto l’obbligo cartolare deve compiere la prestazione
esattamente indicata nel titolo. Pertanto il debitore non si può richiamare ad accordi successivi
che modifichino il contenuto del titolo, salvo che questi accordi siano intercorsi proprio con
l’attuale titolare del credito. Si tratta di una caratteristica posta principalmente a tutela del
debitore, in quanto il diritto è solo quello che risulta dal tenore letterale del titolo, quindi il
titolare non può pretendere una prestazione diversa o più ampia di quella risultante dal
documento.

-Titoli al portatore
Per questi titoli la trasmissione del possesso è di per se sufficiente a legittimare il nuovo
portatore del titolo, sicché lo stesso acquirente può esercitare il diritto indicato nel titolo verso
semplice presentazione dello stesso.

-Titoli all’ordine

Oltre alla trasmissione è necessaria una serie continua di girate. La girata è una dichiarazione
apposta sul titolo e sottoscritta con cui il portatore legittimo del titolo (girante) ordina al
debitore di adempire nei confronti di un altro soggetto (giratario). Le girate sono continuative
quando chi chiede l’adempimento (girante) è il giratario della girata immediatamente precedente.
Le girate in bianco sono quelle che non contengono il nome del giratario. Chi riceve una girata in
bianco è come se ricevesse un titolo al portatore ed è quindi legittimato secondo le stesse
regole previste per i titoli al portatore. Le due funzioni della girata sono circolazione e la
funzione di garanzia, cioè nei solo i casi espressamente previsti dalla legge. In questi casi il
girante diventa il responsabile verso tutti gli altri giratari successivi per l’inadempimento della
prestazione.

-Titoli nominativi

Oltre alla trasmissione del possesso è necessaria l’intestazione a favore del portatore contenuta
sia nel documento cartolare, sia nel registro dell’emittente, per tanto l’emittente è tenuto a
redigere un registro da cui risulti il nome dei soggetti intestatari.(es. SPA gli amministratori
tengono il libro dei soci.)

-Assegno bancario

E’ un titolo di credito mediante il quale un soggetto (traente) ordina alla banca (trattario) di
pagare a vista una somma a un terzo soggetto beneficiario (prenditore del titolo). Il debitore
principale in questo caso è la persona fisica che da alla banca l’ordine del pagamento. La banca
pero rimane estranea a tutta questo rapporto. L’assegno bancario viene emesso sulla base di: un
contratto di c/c tra banca e sottoscrittore degli assegni e un contratto accessorio denominato
“convenzione di assegno” con cui la banca autorizza il cliente ad emettere assegni considerando
la somma che esso ha a disposizione. Questi due contratti sono definiti anche come rapporto di
provvista, diverso dal rapporto di valuta che invece intercorre tra il cliente e il debitore e
consiste nel rapporto sottostante all’emissione dell’assegno e quindi costituisce la causa della
creazione del titolo. Il rapporto che si verrà a creare tra banca e prenditore sarà solo un
rapporto apparente. In caso di titolo non rimborsabile la banca non è legata in nessun modo al
prenditore.
(schema rapporti
banca, traente prenditore)

-Elementi essenziali dell’assegno

1. Ordine incondizionato a vista di pagamento: significa che la scadenza dell’assegno avviene


nel momento stesso in cui l’assegno è presentato presso a banca a prescindere dalla data
indicata su esso (nelle cambiali la data di scadenza è futura).
2. Denominazione assegno bancario: deve sempre comparire, pena nullità.
3. Indicazione soggetto trattario: deve sempre essere una banca
4. Indicazione nome del prenditore: un tempo il primo prenditore poteva far circolare
l’assegno, ma visto che adesso la gran parte sono non trasferibili l’unico legittimato a
risquotere l’importo è il beneficiario il cui nome compare sull’assegno. Se non è indicato
nessun nome l’assegno vale come titolo al portatore.
5. Indicazione luogo di emissione: obbligatorio, pena nullità.
6. Data di emissione: se non indicata può essere compilata al momento della riscossione in
banca.
7. Firma traente: chi incassa deve firmare il titolo
8. Imposta di bollo: requisito fiscale, se non presente nullo
9. Indicazione c/c: requisito contrattuale, necessario che nel conto indicato siano presenti
fondi per garantire il pagamento al prenditore da parte della banca. Se non sono presenti
la banca non paga e il rapporto tra traente e prenditore rimane attivo.
-Assegno circolare

L’assegno circolare è un titolo di credito emesso direttamente dalla banca a favore di un


terzo su richiesta del cliente che versa l’importo o ne consente l’addebito sul proprio c/c, per
tanto la banca assume la veste di debitore obbligandosi a pagare l’assegno al momento della
richiesta da parte del beneficiario. A differenza dell’assegno bancario in quello circolare si
viene a creare un rapporto tra banca e prenditore, creando un rapporto con più sicurezze
vista la garanzia della banca. Il prenditore nel momento che riceve un assegno circolare
riceve un titolo già garantito in quanto il debitore per farselo emettere si è dovuto recare in
banca a effettuare la richiesta e quindi le disponibilità sono già state verificate.

-Cambiale

La cambiale è un titolo di credito che può essere di due tipi: tratta quando l’autore del titolo
rivolge l’ordine di pagare ad un altro soggetto detto trattario. Il beneficiario è detto
prenditore della cambiale. Il secondo tipo invece è il pagherò cambiario: l’autore dei
titolo(emittente) si assume in prima persona l’obbligo di pagare al portatore legittimo il
debito cartolare. La cambiale ha una funzione diversa da quella dell’assegno infatti è uno
strumento utilizzato per far credito, e non per il pagamento in senso stretto come l’assegno.

-Contratto di appalto

E’ un contratto con cui una parte (appaltatore) assume nei confronti dell’altra (appaltante)
l’obbligo di compimento di un’opera o un servizio con l’organizzazione dei mezzi necessari e
con gestione a proprio rischio in cambio di un corrispettivo in denaro. L’oggetto appunto
consiste nel compimento di un opera (es. impresa edile) o di un servizio (es. impresa di
pulizie). Gli elementi principali che risaltano nella definizione sono organizzazione di mezzi
propri, cioè l’attività tipica dell’imprenditore (art. 2082 c.c.) e la gestione a proprio rischio,
cioè l’appaltatore è tenuto a rispondere del risultato davanti al committente. Gli obblighi
dell’appaltatore sono: eseguire nel miglior modo possibile l’opera che gli è stata affidata dal
committente, fornire la materia e gli strumenti necessari al compimento dell’opera e infine
non può apportare variazioni all’opera rispetto al progetto concordato se non previa
autorizzazione del committente. Il committente invece ha solo l’obbligo di pagare il
corrispettivo in denaro, però può esercitare molti diritti: ha diritto di verificare che l’opera
sia eseguita secondo quanto pattuito nel progetto in due modi: può verificare i lavori in corso
d’opera in ogni momento (a sue spese) e può servirsi di un collaudo prima della consegna, cioè
prima della consegna ha diritto a verificare che tutto sia come voleva e a norma. Questo
collaudo viene eseguito su invito dell’appaltatore (nel caso nonostante l’invito il committente
non provveda al collaudo l’opera si ritiene accettata). Nel caso fossero presenti incongruenze
può fissare un termine in cui l’appaltatore deve conformarsi alle istruzioni date. Nel caso che
l’opera sia accettata l’appaltatore ha diritto al pagamento del prezzo pattuito, cessa la
garanzia per le uniformità e vizi dell’opera a cui è tenuto l’appaltatore e tutto il rischio viene
trasferito al committente.

-Contratto estimatorio

Una parte detta tradeus consegna uno o più beni mobili all’altra detta accidiens che si obbliga
a pagarne il prezzo , salvo che non li restituisca nel termine stabilito. E’ un contratto molto
usato nei rapporti tra fornitori e venditori e consente al venditore di non accollarsi il rischio
della merce invenduta, che viene restituita. E’ un contratto vantaggioso per entrambe le parti
in quanto il venditore non assume il rischio della merce invenduta mentre il fornitore pur
dovendo sostenere il rischio dell’invenduto trae vantaggio dalla distribuzione più capillare sul
territorio che grazie a questo contratto riesce a garantirsi.

-Contratto di somministrazione

Contratto mediante il cui un parte si obbliga ad eseguire a favore dell’altra parte prestazioni
periodiche o continuative di cose verso il corrispettivo di un prezzo. Può essere un contratto
ad esecuzione continuata (es. contratti energetici, acqua, gas) o periodica (contratti con cui
l’imprenditore si impegna a rifornire periodicamente i commercianti). Attraverso la
conclusione di un unico contratto viene assicurata la regolarità delle forniture nel tempo ad
un prezzo stabilito. E’ diverso dal contratto di appalto perché l’oggetto sono le prestazioni di
cose mentre in appalto l’oggetto riguarda un’opera o un servizio ed è diverso da quello di
vendita perché ha un carattere continuativo/periodico e non un’unica prestazione.

-Mandato

Contratto in cui una parte si obbliga uno o più atti giuridici per contro dell’altra. Si tratta di
un contratto di cooperazione giuridica esterna con cui un soggetto (mandante) delega un atro
soggetto (mandatario) a provvedere alla cura giuridica dei propri interessi (es.
acquisto/vendita beni o pagamenti). Il mandato con rappresentanza invece si ha quando al
mandatario è conferito il potere di agire in nome del mandante, grazie al rilascio di una
procura di delega. Ciò significa che tutti gli effetti giuridici degli atti posti in essere dal
mandatario si producono direttamente nella sfera giuridica di quest’ultimo. Da ciò deriva che
solo il mandante è obbligato nei confronti dei terzi per atti compiuti dal mandatario con
rappresentanza. Nel caso il mandatario sia senza rappresentanza invece stipulerà contratti a
nome proprio e si assumerà responsabilità nei confronti dei terzi (i terzi non hanno nessun
rapporto con il mandante).
-Contratto di agenzia

Contratto con cui una parte (agente) assume stabilmente e con retribuzione l’incarico di
promuovere per il cliente la conclusione di contratti in una zona determinata. La funzione è
quella di consentire la distribuzione dei prodotti per il tramite di soggette autonomi (agenti)
che prendono contratti con la clientela in determinate zone. In questi contratti può essere
inserito il diritto di esclusiva, che avviene ad esempio quando un agente immobiliare ha
l’esclusiva sulla vendita di una casa. L’agente ha l’obbligo di promuovere la conclusione di
contratti per conto del preponente nella zona stabilita mentre il preponente ha solo l’obbligo
di pagare la provvigione all’agente.

-Contratto di mediazione

E’ mediatore colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare senza
essere legato ad alcuna di essere da rapporti di collaborazione, dipendenza o rappresentanza.
La funzione è quella di mettere in contatto due potenziali contraenti. Il mediatore si
differenzia dall’agente perché si trova in una posizione indipendente rispetto alle due parti e
inoltre ha diritto alla provvigione da entrambe le parti se l’affare si è concluso grazie al suo
lavoro.

-Contratto di assicurazione

Contratto con cui un assicuratore si obbliga verso il pagamento di un premio per un soggetto
assicurato coinvolto in un sinistro (pagamento danni) o per il pagamento di un capitale o una
rendita al verificarsi di un evento attinente la vita umana (es. incidente, morte). Questo
contratto ha una duplice funzione ovvero quella di trasferire il rischio patrimoniale dal
soggetto assicurato all’assicuratore e consentire la neutralizzazione del rischio per entrambi.
Gli elementi essenziali che devono essere presenti sono il rischio (nullo se non è mai esistito o
ha cessato di esistere prima della conclusione del contratto) e il premio, cioè il corrispettivo
dovuto all’assicuratore che deve essere pagato in anticipo, pena la sospensione
dell’assicurazione.

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