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art. 41 → si parla di iniziativa economica privata libera, ma solo dopo aver enunciato i diritti di tutti i lavoratori. Non
possiamo essere una repubblica comunista perché l’iniziativa economica è libera.
Siamo liberi di intraprendere.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità
umana.
→ quindi non è completamente libera, non deve essere in contrasto con l’utilità sociale
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali
art. 99 → disciplina il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, CNEL. La Costituzione attribuisce al CNEL un ruolo
assolutamente centrale nell’economia con, addirittura, poteri di iniziativa legislativa. Tuttavia, nella pratica, il ruolo del
CNEL non è stato importante nella vita economica dell’Italia dal dopoguerra ad oggi, tanto che si è dibattuto se abolirlo o
meno.
A livello economico il CNEL sembra avere un’importanza più forte rispetto ai sindacati, nella realtà è il contrario. Quindi
c’è differenza tra costituzione formale (sembra attribuire più potere al CNEL) e materiale (da più potere ai sindacati).
Altro esempio, secondo la costituzione i sindacati non registrati non possono stipulare contratti collettivi di lavoro,
eppure lo hanno sempre fatto
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IMPRENDITORI
È un’innovazione apportata dal codice civile del 1942.
E' un concetto politico ed economico e concorrono alla distribuzione della ricchezza dal punto di vista politico, mentre
dall'economico è colui che utilizza i fattori della produzione organizzandoli a proprio rischio nel processo produttivo di
meglio servizi.
E' intermediario tra mercati diversi.
Elementi fondamentali sono rischio economico e iniziativa. Il primo consiste nella sopportazione di tutti gli oneri
inerenti alla conduzione dell'impresa.
Definizione giuridica:
art. 2082: l’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione e scambio di beni e servizi.
Non chi offre il capitale che sarebbe il capitalista.
1. esercizio di un’attività economica: l'imprenditore può creare nuovo denaro e un'attività è imprenditoriale anche se
non produce utili (con scopo di lucro) ma va ad avere un bilancio zero tra consumo e guadagno, non lo è un'impresa
che va in perdita.
2. organizzazione: è necessario che l’attività economica deve essere attuata attraverso l’organizzazione dei fattori di
lavoro e il capitale. Secondo la scienza economica l’imprenditore è colui che utilizza i fattori della produzione e li
organizza nel processo produttivo. È l’intermediario tra i tre principali mercati (mercato dei capitali, del lavoro e dei
beni/servizi). L’imprenditore è il collante del mercato unico, lui organizza il capitale e il lavoro delle persone e
produce. Non è necessario giuridicamente che l’imprenditore si avvalga del lavoro o del capitale di terzi (se utilizza il
proprio lavoro e i propri capitali può produrre beni/ servizi).
3. professionalità: bisogna esercitare l’attività professionalmente. Per professionalità si intende l’abitualità e non
occasionalità degli atti posti in essere dall’imprenditore (se realizzo un singolo affare e basta non sono imprenditore).
Abitualmente significa con una certa periodicità.
4. produzione/scambio di beni e servizi: lo scopo dell’attività dell’imprenditore è questo. Lo stimolo e scopo è quello di
guadagno e lucro, per il fine oggettivo dell’attività imprenditoriale è quello di produrre beni/servizi. Quindi sono
imprenditore anche se la mia attività è in perdita? No, bisogna puntare all’economicità sebbene lo scopo di lucro non
sia il fine ultimo, l’attività deve sostenersi economicamente da sola = i ricavi devono andare a pareggiare le perdite.
Per poter essere definito imprenditore è necessario che l’imprenditore destini l’attività imprenditoriale al mercato. La
produzione di beni/servizi è destinata al
mercato.
Se io produco qualcosa che utilizzo per me stessa, non sono un imprenditore.
→ questi sono i requisiti minimi
imprenditore agricolo: svolge le attività definite dall’art.2135 del codice civile = attività agricole essenziali
(coltivazione fondo, selvicoltura e allevamento animale). È anche imprenditore agricolo chi esercita attività connesse
a queste; quindi sono attività dirette alla manipolazione, conservazione e commercializzazione del prodotto agricolo,
oppure attività dirette alla fornitura di beni e servizi all’imprenditore agricolo.
attività industriale diretta alla produzione di beni/servizi (es. la grande distribuzione organizzata - produttori)
attività bancarie/assicurative
attività ausiliari a quelle precedenti (attività legate da un rapporto di complementarietà, es. società dei
marketing)
LECTURE 1 2
L’imprenditoria agricola ha dei privilegi, es. non è soggetta alla disciplina fallimentare, come lo è l’imprenditore
commerciale.
Quando le attività connesse alle attività agricole (gruppi imprenditoriali grandi, come es. aia) possono essere ritenute
commerciali?
Bisogna vedere il valore aggiunto sul prodotto → quando le attività connesse hanno un valore aggiunto sul prodotto
finale superiore a quello che deriva da una attività agricola vera e propria, si inizia a parlare di imprenditoria
commerciale.
b. Lo Stato interviene attraverso enti di diritto pubblico che hanno delle partecipazioni (golden share)→ ad esempio ci
sono i grandi gruppi dell’energia che hanno una partecipazione dello Stato o enti pubblici (es. ENEL). Queste grandi
aziende nonsono interamente statali, ma lo Stato ha una quota azionaria che gli da il potere di influire sulle scelte ad
esempio manageriali. Lo Stato tramite queste società ha un peso notevole nell’economia italiana. Il PIL si calcola =
consumo + investimenti + spesa pubblica +/- deficit/surplus commerciale. Lo Stato comunque in Italia ha in mano un
pezzo notevole del PIL.
c. Lo stato ha una partecipazione ma non ne assume controllo entrandone nel capitale unicamente
A livello quantitativo:
piccolo e grande imprenditore → art.2083 : Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i
piccoli commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio
e dei componenti della famiglia].
SOCIETA'
Sono delle organizzazioni di persone e beni finalizzate al perseguimento di uno scopo produttivo mediante l’esercizio in
comune di un’attività economica.
Insieme al contratto, le società sono gli strumenti giuridici che l’imprenditore usa per esercitare la propria attività
imprenditoriale in modo più sicuro.
La finalità della società è lo scopo lucrativo. E' necessaria la costituzione di un fondo sociale attraverso il conferimento
(contributo) dei soci è un presupposto necessario per ogni società.
Il conferimento quindi è il contributo di ciascun socio per fornire alla società i mezzi necessari per l’attuazione dello
scopo sociale = dotano la società del capitale di rischio iniziale.
È assolutamente essenziale, non vi può essere una società se i soci non conferiscono. Non è necessario che il
conferimento sia immediatamente conseguito, basta che il socio assuma l’obbligo e quindi che nasca un credito nei
suoi confronti. L’ammontare dei conferimenti di norma è indicato nell’atto costitutivo ed è determinato dalla quota di
capitale sottoscritta. Solitamente c’è la proporzionalità, ma non è un obbligo (tanti conferimenti faccio, tanto sarà la
mia quota sociale). Si può anche prevedere che i conferimenti non siano proporzionali.
Il capitale sociale cratosi indica il valore iniziale, la somma dei conferimenti iniziale fatta dai soci, diverso dal
patrimonio sociale che è l'insieme dei comportamenti giuridici attivi e passivi che fanno capo alla società e non è
statico come il primo, è variabile ed in continua mutazione (valore della società visti nuovi macchinari,
lavoratori,contribuenti, etc. diventerà 0 se i debiti superano i crediti o meno ma il capitale resta)
esercizio in comune di un'attività economica: si crea un’attività per perseguire uno scopo sociale comune. Tutti i soci
lavorano unitariamente per raggiungere questo scopo.
LECTURE 1 3
Ci sono diversi tipi di società, ma sono obbligati a scegliere un tipo di società previsto dall’ordinamento o posso io
inventarmi un tipo di società che si ritaglia sulle mie esigenze? Io non posso inventarmi una società.
Devo scegliere una delle società disciplinate dalle norme del codice civile, non sono permesse società atipiche. Si possono
per fare delle clausole atipiche, che modificano il tipo di società che ho scelto in modo tale che possa meglio adattarsi alle
proprie esigenze. Queste clausole non possono intaccare, per , gli aspetti fondamentali di ogni tipo sociale.
Le società sono a numero chiuso e il diritto mette un certo numero di tipi societari che si possono scegliere in base alle
esigenze.
CATEGORIE DI SOCIETÀ:
società lucrative vs non lucrative:
di persona vs di capitali
Nelle prime prevale il ruolo della persona (SS,SNC,SAS) , dove i creditori possono aggredire il patrimonio sociale,
nelle seconde prevale l'elemento economico composto da capitale e patrimonio sociale.
La differenza è l'autonomia patrimoniale imperfetta della prima, i rapporti giuridici passivi (creditori) possono
rivalersi sui soci non essendoci schermo.
società a responsabilità limitata (SRL) le società lucrative si dividono a loro volta in:
Con una società di capitali esiste uno scudo tra il mio patrimonio e quello della società perché, nel caso in cui la società
dovesse andare male, i miei creditori possono avvalersi solo sul capitale sociale e non sul mio patrimonio personale.
Questo stimola a intraprendere, perché non rischio di perdere tutto il mio patrimonio. È una tutela per chi vuole
intraprendere, ma è ugualmente più costosa.
Mentre con l’autonomia patrimoniale imperfetta creditori possono chiedere al socio i soldi che gli spettano.
Nel 2008 con la crisi italiana i soci avevano messo pochi conferimenti nella società, quindi avevo un capitale sociale
molto piccolo. Il capitale sociale e i conferimenti sono il capitale di rischio dei soci all’interno della società dei capitali.
LA SOCIETA' SEMPLICE
forma societaria più primitiva ed elementare. Non può svolgere attività commerciale, ma agricola.
Le società di persone deputate a svolgere attività commerciale (produzione beni/ servizi, scambio, trasporto, bancarie
assicurative e collegate) sono o la snc o sas
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La forma per stipulare il contratto sociale per creare la SS non è definito dalla legge, può essere fatto sia in forma
scritta che orale. Può essere fatto tacitamente → quando vengono posti in essere i comportamenti dei soci ritenuti
concludenti al fine di esercitare un’attività sociale comune
Anche per quanto riguarda i conferimenti non c’è alcuna prescrizione legislativa circa i conferimenti → non è
previsto un capitale sociale minimo iniziale ne una valutazione dei conferimenti. I conferimenti possono essere
qualsiasi entità suscettibili di valutazione economica e utili al perseguimento dell’attività.
Si può conferire denaro, beni strumentali, ma anche il proprio lavoro come nel caso del socio d’opera (non conferisce
un bene particolare nella società, masemplicemente il proprio lavoro)
La SS è un soggetto di diritto, ma non ha personalità giuridica. Per tanto è in regime di autonomia patrimoniale
imperfetta → non fornisce alcuna protezione ai soci rispetto alle obbligazioni sociali. Quindi i creditori della società
hanno la possibilità di agire nei confronti dei soci per vedere soddisfatto il loro credito.
Il socio ha un’unica tutela, la sussidiarietà, indicare su quali tipi di beni sociali il creditore si può rivalere: escussione
preventiva del patrimonio sociale → il socio non è obbligato a dare lui i soldi al creditore, ma il può prendere dalla
società.
Se invece è uno dei soci ad avere dei debiti verso qualcuno? Può aggredire i beni sociali della società? No, i creditori
sociali possono aggredire il patrimonio dei soci, mentre se i soci hanno dei debiti personali, la società è intoccabile,
ovvero i creditori “personali” (del socio) non possono aggredire i beni sociali. L’unica cosa che possono fare è far valere i
diritti sugli utili o possono chiedere la liquidazione della quota da parte degli altri soci.
Quindi non c’è bidirezionalità → i creditori sociali possono aggredire i beni dei singoli soci, ma i creditori dei singoli soci
non possono a loro volta aggredire i beni sociali.
OBBLIGHI DEI SOCI
fare i conferimenti promessi, perché non esiste società che non abbia conferimenti e serve il consenso di tutti i soci,
non servirsi dei beni sociali per fini estranei a quelli societari
DIRITTI
Il più importante diritto del socio è percepire periodicamente la parte di utili prodotti dall’esercizio dell’attività
imprenditoriale che gli spettano.
La misura della partecipazione agli utili dipende dal conferimento fatto ed è proporzionale. Oppure si può derogare il
principio della proporzionalità e dividersi in modo eguale gli utili.
AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETÀ
Chi sono i soci che gestiscono la società?
Nelle SS non esistono organi della società, il modello da cui si parte e che si applica è l’amministrazione disgiuntiva →
ciascun socio gestisce la società in nome e per conto della società e non c’è bisogno di consultarsi con gli altri soci per
compiere delle azioni.
Si può decidere, in atto costitutivo, di applicare alla società il modello dell’amministrazione congiuntiva → prima di
compiere una determinata operazione per conto della società è necessario il consenso di tutti i soci amministratori.
La prima permette un’amministrazione della società più agile e veloce, ma tutela meno i soci, bisogna fidarsi molto di più
dei soci. Nel secondo caso invece abbiamo un modello più macchinoso, ma che tutela i soci.
L’amministrazione spetta ai singoli soci, tuttavia c’è la possibilità di nominare uno o più soci amministratori → sono
solidalmente responsabili verso la società (art.
1. per l’adempimento degli obblighi a loro imposti dalla legge e dal contratto sociale. La nomina del socio
amministratore può avvenire solo nell’atto costituito o da una delibera degli altri soci, i soci non amministratori sono
comunque responsabili della società e hanno notevoli poteri di controllo sull’operato dell’amministratore => bisogna
fidarsi di quel socio.
Gli altri soci non hanno poteri di gestione, però per tutelarsi hanno diritto:
di essere informati dal socio amministratore circa lo svolgimento degli affari sociali;
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morte: in questo caso si può estinguere la società, liquidazione della quota agli eredi oppure gli eredi prendono il
posto del socio (se gli altri soci sono favorevoli),
recesso: un socio per sua volontà decide di togliersi dalla compagine sociale.
Se la società è a tempo indeterminato, ognuno può recedere liberalmente, e ha diritto ad ottenere la liquidazione
della quota
Se invece la società è a tempo determinato il recesso è consentito solo se per giusta causa (che sarebbe l’altrui
violazione degli obblighi contrattuali, dei doveri di fedeltà o di diligenza).
esclusione (di diritto o facoltativa): avviene quando gli altri soci estromettono un socio. Può avvenire solo in casi
precisi:
è obbligatoria quando:
→ un socio si è dichiarato fallito o
→ i creditori personali abbiano chiesto la liquidazione della quota
SCIOGLIMENTO
In quali casi la società si estingue? Lo scioglimento della società può avvenire per unadelle seguenti cause:
volontà comune,
perdita della pluralità dei soci, quando rimane un singolo socio e nei successivi sei mesi non si trova un altro socio
La stipulazione dell’atto costitutivo deve essere fatta per scritto con atto pubblico o scrittura privata autenticata →
questo perché può svolgere attività commerciale.
Il contenuto dell’atto costitutivo deve necessariamente contenere gli elementi essenziali elencati dall’art. 2295
(generalità dei soci, ragione sociale, prestazione
dei soci d’opera, gli associati, i conferimenti, la ripartizione degli utili,durata…)
A differenza della società semplice (art. 2304) nella snc i creditori sociali devono prima escutere il patrimonio sociale e
poi, se insufficiente, rivalersi sui singoli soci. C’è una separazione più forti tra soci e società.
Il patrimonio sociale non può essere aggredito dai creditori particolari del singolo socio.
Per quanto riguarda i creditori personali del socio, si svolge tutto come nelle ss.
AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETÀ
L’amministrazione della snc è di base disgiuntiva, si può anche prevedere un’amministrazione congiuntiva. O si possono
anche nominare dei soci amministratori.
È possibile modificare l’atto costitutivo con il consenso di tutti i soci se (le modificazioni più importanti sono solitamente
la durata della società, la riduzione del capitale sociale per perdite).
L’atto costitutivo può prevedere al suo interno delle clausole nelle quali si prevede la modifica dell’atto stesso senza
unanimità (ad esempio per maggioranza).
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SCIOGLIMENTO
La snc può sciogliersi nei medesimi casi in cui si scioglie la ss.
Inoltre può sciogliersi, nel caso abbia ad oggetto l’esercizio di un’attività commerciale, nel caso di dichiarazione del
fallimento, nella ss non può avvenire.
La società semplice non segue alcuna procedura in fase di liquidazione; invece la snc, prevede che i liquidatori redigano
un bilancio finale di liquidazione con un piano di riparto.
1. i soci accomandatari, responsabili solidalmente ed illimitatamente nei confronti dei terzi per le obbligazioni sociali,
con il proprio patrimonio
2. i soci accomandanti, che rispondono limitatamente alla quota conferita, rischia solo quanto ha promesso all’interno .
Questo perché questo modello di società prevede che il socio accomandante possa essere un socio finanziatore → si
disinteressa della vita della società.
L’atto costitutivo deve prevedere le due categorie di soci e deve dichiarare quali sono.
AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETÀ
I soci accomandatari sono gli unici legittimati ad amministrare la società. Si può adottare il sistema gestionale sia
congiuntivo che disgiuntivo.
La ragione sociale (il nome della società) deve avere il nome di almeno uno dei soci accomandatari.
SCIOGLIMENTO
La società si scioglie per gli stessi casi della snc e nel caso in cui venga a mancare una categoria di soci;
è una persona giuridica → ha l’autonomia patrimoniale perfetta (c’è lo schermo per i soci). I soci sono limitatamente
responsabili, poichè per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società.
le quote di partecipazione sono rappresentate da azioni → a differenza della srl dove la partecipazione è
rappresentata da quote
c’è un capitale sociale minimo (con la lira era 120 milioni) oggi è 50 mila euro
COSTRUZIONE
La costituzione di una spa avviene con:
1. la stipulazione dell’atto costitutivo (firma del contratto sociale) con la sottoscrizione* dell’intero capitale, che deve
essere sottoscritto per intero e versato** almeno il 25%.
2. l’iscrizione dell’atto costituivo nel registro delle imprese, è un atto di pura formalità. L’atto costitutivo è composto
da:
l’atto costitutivo in senso stretto → l’atto in cui si manifesta la volontà delle parti di dar vita a una società
Ex art. 2328: l’atto costitutivo va redatto sotto forma di atto pubblico, lo stesso articolo ne indica i contenuti essenziali
→ la denominazione sociale (= ragione sociale), i dati anagrafici dei soci, il comune di sede, l’oggetto sociale (= il genere
di attività svolta dalla società), l’ammontare del capitale sociale e quanto capitale sociale è stato versato, quante azioni e
che tipo di azioni, quali conferimenti sono stati fatti (denaro/beni o crediti, suscettibili di una valutazione economica),
tipo di amministrazione, componenti del collegio sindacale e durata della società. L’atto costitutivo deve essere
depositato dal notaio entro 20 giorni nell’ufficio del registro delle imprese.
Questo ufficio controlla la regolarità formale della documentazione. Il conferimento quindi è fatto in denaro per la
maggior parte, in caso siano beni o crediti ci vuole una relazione giurata dell’esperto che attesti il valore di ciò che è dato
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affinchè sia a pari di ciò che gli altri mettono, facendo un'ulteriore perizia dopo 6 mesi.
È possibile anche configurare una spa con un solo socio → riforma Vietti 2003. La differenza è che il socio tenuto a
versare l’intero ammontare dei conferimenti.
CONTRATTI PARASOCIALI
Sono degli accordi che i soci o alcuni di loro stipulano al di fuori dell’atto costitutivo, destinati a regolare il loro
comportamento nella o verso la società.
Questi patti (che hanno regolato il capitalismo italiano per almeno 50 anni) hanno un’efficacia obbligatoria tra i soci, non
essendo questi inseriti all’interno dell’atto costitutivo, rimangono FUORI dalla società, ma influenzano molto la vita della
società.
art. 2341→ Nelle società non quotate i patti parasociali hanno ad oggetto:
il diritto di voto (sindacati di voto): i soci si mettono d’accordo prima di un’assemblea per votare tutti allo stesso
modo
i limiti al trasferimento delle relative azioni (sindacati di blocco): i soci si mettono d’accordo per non alienare le
proprie quote azionarie
l’esercizio congiunto di una influenza dominante (sindacati di controllo): i soci si mettono d’accordo per esercitare
un’influenza sulla gestione della società
Se uno dei soci non rispetta ciò che viene stabilito dai patti, questo socio dovrà rispondere nei confronti degli altri soci
per non aver rispettato le clausole.
AZIONI
Nelle spa la partecipazione sociale è rappresentata da azioni che rappresentano una frazione del capitale sociale e
attestano la qualità di socio nell'azionario. Le azioni svolgono una duplice funzione:
a. di legittimazione: chi le possiede esercita i diritti del socio
sono indivisibili
Vi possono essere diverse categorie di azioni all’interno di una società, ma queste azioni saranno tra di loro uguali.
A ciascun socio viene assegnato un numero di azioni proporzionale alla parte del capitale sociale sottoscritto e per un
valore non superiore a quello del conferimento.
Le azioni rappresentano, quindi, una sorta di unità di misura dei diritti sociali.
Come vengono emesse? c’è un certificato azionario che attesta quante azioni i soci hanno.
art. 2354 → questo certificato indica: la denominazione, la sede e durata della società, data dell’atto costitutivo, il valore
nominale…
Le azioni possono essere:
Le azioni possono liberamente circolare ed essere vendute o acquistate. La modalità più diffusa di trasferimento è la
girata.
Vi sono alcune limitazioni alla circolazione delle azioni, i limiti possono essere:
a. legali (previsti dalla legge): è vietato per legge che le azioni vengano trasferite (es. nel tempo che intercorre nella
sottoscrizione dell’atto costitutivo e la registrazione nel registro delle imprese)
b. convenzionali, come i sindacati di blocco; le clausole di prelazione/ gradimento (es. clausola di gradimento:
particolari caratteristiche soggettive o oggettive che deve avere il socio subentrante; alienazione delle azioni al
benestare dell'ordine sociale; clausola di prelazione: prima di venderle ho l'obbligo di offrirle agli altri soci)
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poteri amministrativi (diritto di voto): diritto di partecipare alla gestione sociale esercitando il voto
diritti patrimoniali (diritto agli utili): diritto a partecipare alla divisione degli utili, a vedersi rimborsata la quota
versata allo scioglimento
Possono essere previsti diverse categorie di azioni, categorie che forniscono diritti diversi (es. azioni privilegiate- hanno
diritto alla ripartizione agli utili preferenziale, azioni di risparmio- in borsa per invogliare i piccoli investitori a mettere
soldi in una società…). Per ciò è importante che siano di uguale valore e attribuiscano uguali diritti all’interno delle
categorie.
E' vietato ad una società di sottoscrrivere azioni proprie: se si fa aumentare il capitale società, i soldi aumentati non
possono essere sottoscritti dalla stessa società o sarebbe la stessa a sottoscriversi il capitale nominale, ma può acquisire
azioni proprie. La società non può essere autoremunerativo, mentre le azioni sono acquisibili visto che precedentemente
qualcuno quel denaro lo ha messo e sono già esistenti.
funzione decisionale:
→ svolta dall’Assemblea
1. il sistema tradizionale → quello più utilizzato. Basato su un consiglio di amministrazione controllato da un collegio
sindacale.
2. il dualistico → composto da assemblea soci un consiglio di gestione e un consiglio di sorveglianza (es. Intesa S. Paolo
lo utilizzava fino a due anni fa)
3. il monistico → formato da assemblea soci un consiglio di amministrazioni (gestione) con al suo interno un comitato
di controllo (controllo)
La società decide quale sistema organizzativo adottare. In atto costitutivo viene dichiarato quale modello di gestione
verrà usato.
1. l’ordinaria: l’assemblea ordinaria delibera su tutte le materie che non sono espressamente di competenza
dell’assemblea straordinaria.
Il tema più importante è l’approvazione del bilancio, poi la nomina e revoca degli amministratori, il loro compenso e
il regolamento dei lavori assembleari. In prima concocazione deve essere presente almeno la metà del capitale
(quorum costitutivo), m entre per il quorum deliberativo è necessaria la maggioranza assoluta dei presenti. In
seconda convocazione il quorum costitutivo non è più richiesto, non si ha la necessità di avere la metà del capitale
sociale (anche il 4% delle società può prendere le decisioni purchè prese dalla maggioranza → in questo caso il 3%)
2. la straordinaria: la straordinaria ha competenza speciale limitata tassativamente alle questioni elencato all’art.
2365 codice civile (la più importante riguarda la
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modifica dell’atto costitutivo). Non c'è quorum costitutivo in prima convocazione, mentre quello deliberativo deve
essere composto dal 50%+1. In seconda convocazione invece si ha un quorum costitutivo che è 1/3 del capitale e
quello deliberativo che è 2/3 dei presenti.
L’assemblea ordinaria e straordinaria hanno determinati quorum, per poter essere considerata valida. Questi quorum
riguardano
sia il quorum costitutivo: quando un’assemblea è validamente costituita - quante persone (o percentuale di persone)
devono essere presenti perché un'assemblea sia validamente costituita - almeno il 50% deve essere presente.
che il quorum deliberativo: quando possono essere assunte le delibere prese - con quale percentuale di voti favorevoli
sono approvate le decisioni dell'assemblea. [non richiesta la presenza minima quindi domina chi ha il voto più
valente possendendo più azioni e comandano i presenti. Non è più necessaria la maggioranza]
Nel caso del sistema dualistico, molte delle materie proprie dell’assemblea ordinaria vengono svolte dal consiglio di
sorveglianza → perché questo è un’indiretta
estensione della maggioranza dei soci, le delegano a loro. L’assemblea in questo caso viene svuotata di molto dei suoi
poteri.
Il modello classico prevede un consiglio di amministrazione controllato da un collegio sindacale. Il sistema monistico
prevede infine un consiglio di amministrazione con al suo interno un comitato di controllo.
FUNZIONE GESTIONALE
Organo a cui è affidata la direzione dell’attività imprenditoriale, a cui spettano tutte le operazioni per l’attuazione
dell’oggetto sociale. La parte che svolge l’attività d’impresa.
Nel sistema tradizionale → art. 2380 bis: la gestione dell’impresa spetta agli amministratori, i quali compiono le
operazioni necessarie per l’attuazione
dell’oggetto sociale.
Nell’atto costitutivo si può prevedere o un amministratore unico oppure più amministratori, in questo caso si forma il
consiglio di amministrazione. C’è un presidente che gestisce i lavori.
Per poter deliberare è necessario che sia presente la maggioranza dei consiglieri di amministrazione e che ci sia il
voto favorevole da parte della maggioranza dei
presenti.
art. 2381 → il consiglio di amministrazione può delegare le proprie attribuzioni a un comitato esecutivo o a uno/più
amministratore delegato (= un soggetto a cui
vengono delegate determinate operazioni, definite dal consiglio, es. no redazione del bilancio).
La nomina degli amministratori (i primi sono nominati dall’atto costitutivo) spetta all’assemblea ordinaria per un
periodo massimo di tre anni rieleggibili. Se ne
vengono a mancare, la sostituzione spetta al consiglio di amministrazione che deve essere approvata dal collegio
sindacale.
Gli amministratori rispondono del loro operato nei confronti:
nei confronti dei terzi per i danni eventualmente arrecati nell’esercizio delle loro
funzioni
Nel sistema dualistico: la funzione amministrativa spetta al consiglio di gestione con le stesse funzioni del consiglio
di amministrazione tradizionale (art. 2409: al consiglio di gestione spetta in via esclusiva la gestione dell’impresa).
Tuttavia a differenza del sistema tradizionale può avere un amministratore unico, il consiglio di gestione deve avere
almeno due componenti.
Nel sistema monistico: è sostanzialmente uguale al consiglio di amministrazione del modello tradizionale, ma ricalca
il sistema dualistico con l’impossibilità di avere un amministratore unico dovendo nominare un comitato per il
controllo al suo interno.
L’amministrazione è deputata in tutti e tre i sistemi a porre in essere le realtà funzionali al perseguimento dell’oggetto
sociale.
FUNZIONE DI CONTROLLO
Nel modello tradizionale: il sistema di controllo interno sull’amministrazione viene svolto dal collegio sindacale. Il
collegio sindacale è composto da 3 o 5 membri (che possono essere soci e non soci)+ 2 sindaci supplenti, nominati in
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assemblea e dotati di particolare competenza tecnica (es. notai, commercialisti, professori universitari, almeno un
revisore legale…), onorabilità e indipendenza (non devono avere interessi nella società come i soci)
Il collegio sindacale si riunisce almeno una volta ogni trimestre e vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul
rispetto dei principi di corretta amministrazione (art. 24/03), non entra nel merito delle decisioni prese dal consiglio
di amministrazione. Le decisioni vanno prese a maggioranza assoluta. Sono rinominabili quante volte si vuole.
L'assemblea decide, l'organo amministrativo regola e i sindaci controllano, non intromettendosi nell'operato dei
precedenti, ma ne verifica la conformità nei confronti di legge e statuto.
Nel modello dualistico: il controllo viene svolto dal consiglio di sorveglianza. È composto da almeno tre componenti
nominati dall’assemblea. Le funzioni di controllo sono le medesime del collegio sindacale, in più svolge alcune
funzioni proprie dell’assemblea dei soci ordinaria tra cui, la più importante, l’approvazione del bilancio, ma nomina
anche il consiglio di gestione nominando gli amministratori e ha potere di veto. Il vero potere nel sistema dualistico
risiede nel consiglio di sorveglianza e non in quello di gestione.
Nel modello monistico: c’è un comitato per il controllo sulla gestione. È nominato all’interno del consiglio di
amministrazione ed è composto da amministratori che non svolgono funzioni gestionali. Svolge le medesime
funzioni di controllo del collegio sindacale: vigilanza. C’è solo un consiglio di amministrazione.
2. soci accomandanti che sono responsabili nei limiti della quota di capitale sottoscritta
Le quote di partecipazione per entrambi i tipi di soci sono rappresentate da azioni. La disciplina della sapaz è uguale a
quella della spa, le differenze riguardano
l’esistenza di due categorie di soci.
C’è un principio gerarchico nella categoria di soci, ovvero c’è una superiorità dei soci accomandatari rispetto agli
accomandanti, in quanto soci a responsabilità illimitata.
La figura dell’accomandatario coincide con quello di amministratore, senza limite temporale (a differenza delle spa).
In assemblea i soci accomandatari non hanno diritto di voto. È costituita da tutti i soci e le maggioranze si formano dalle
porzioni di capitali possedute dai soci.
Il modello è rivolto alle imprese con una dimensione più piccola rispetto alle spa. Il capitale sociale minimo per la sua
costituzione è di 10000 Euro interamente sottoscritto e versato per almeno il 25%
La partecipazione sociale è rappresentata da quote → è più personale rispetto una azione di una spa. Mentre le
azioni sono tutte di uguale valore, le quote possono essere di diverso ammontare (5%, 10%…). In una spa si possono
sommare le azioni, in una srl la quota è una. Le azioni circolano secondo titoli di credito, mentre le quote sono più
riferibili a persone.
La costituzione della società avviene con la stipulazione dell’atto costitutivo e l’iscrizione nel registro delle imprese,
come nelle spa.
Il capitale sociale deve essere interamente sottoscritto e ne deve essere versato almeno il 25%. È possibile conferire
tutto ciò che è suscettibile di valutazione economica (si può prevedere un socio d’opera).
La quota attribuita a ciascun socio può non essere proporzionale ai conferimenti fatti. I diritti sociali dei soci sono
direttamente proporzionali alla quota posseduta.
Le quote sono liberamente trasferibili, l’atto di trasferimento deve essere fatto per iscritto con firma autenticata dal
notaio che depositerà l’atto entro 30 gg al registro delle imprese.
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Perciò che concerne l’organo amministrativo è lasciata ampia libertà di scelta ai soci che possono modellarlo in base
alle loro esigenza. Se sono previsti più amministratori danno vita ad un collegio di amministrazione, può anche
esserci un amministratore unico.
I controlli, dato il carattere personalistico della srl, vengono rimessi ai singoli soci. Vi è l’obbligo di nominare un
organo di controllo interno solo al raggiungimento di determinati criteri gestionali (dimensioni).
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