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Il tribalismo

SCIENZE COGNITIVE

e l’idea di verità
Con la crescita della polarizzazione delle posizioni politiche, forse le nostre
discussioni stanno cambiando la nostra stessa concezione di verità
di Matthew Fisher, Joshua Knobe, Brent Strickland e Frank C. Keil

In un momento chiave dell’ultimo dibattito in campagna elettorale fra Trump e Clinton,


Donald Trump ha risposto a una domanda a proposito del presidente russo Vladimir Putin.

«Non ha il minimo rispetto», ha detto Trump indicando con il dito Hillary Clinton. «Da
tutto quel che vedo, Putin non ha alcun rispetto per questa persona».

I due interlocutori si sono poi addentrati nel tentativo di affrontare in modo


un po’ più specifico le difficili questioni politiche in gioco. Clinton ha detto:

«Sta forse suggerendo che l’approccio aggressivo che io


propongo non servirebbe a frenare l’espansionismo russo?».

E Trump ha risposto:
«No, certo che sono d’accordo che
frenerebbe l’espansionismo russo, solo che
andrebbe anche a destabilizzare…».

Abbiamo scherzato. Non è affatto andata così. In realtà, ognuna delle due parti ha
puntato solo ad attaccare e sconfiggere l’altra. Nella realtà, Hillary Clinton ha detto:

«Beh, questo è perché preferirebbe avere una


marionetta come presidente degli Stati Uniti».

E Trump ha ribattuto:
«La marionetta sei tu!».
IN BREVE

L’esistenza dell’oggettività in comune sull’opposizione tra popolare del discutere per imparare, modifica il modo in cui le persone
Illustrazione di Hanna Barczyk

campo morale è una questione relativismo e immutabilità in particolar modo in luoghi di concepiscono il tema di cui si parla.
filosofica spinosa. Gli studiosi di della verità. discussione on line come Facebook Se si discute sempre più spesso per
scienze cognitive hanno raccolto Con la crescita della polarizzazione e Twitter. vincere, è molto probabile che si
evidenze empiriche per capire qual è politica, discutere per vincere I ricercatori hanno trovato diffonda sempre di più anche
nei fatti l’atteggiamento della gente sembra uno stile di discorso più che lo stile di discorso che scelgono l’oggettivismo.

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Nel discorso politico contemporaneo episodi come questo sono P. Goodwin, psicologo dell’Università della Pennsylvania, le per- ducano a risultati del genere. Ma questi scambi di opinioni, a lo-
diventati la regola, fino al punto che è facile dimenticare quanto sone che vedono le cose in modo oggettivistico tendono a rispon- ro volta, portano o no a pensarla diversamente sulla natura del te-
siano radicalmente diversi dalle nostre discussioni di tutti i gior- dere in modo più «chiuso». ma in discussione? Terminate le conversazioni, abbiamo chiesto
ni. Si pensi a due amici che decidono dove andare a cena. Uno po- Come mai? Una possibilità molto diretta è che se uno pensa che ai partecipanti se ritenevano che vi fosse una verità oggettiva sul-
trebbe dire: «Perché non proviamo quel nuovo ristorante india- c’è una risposta oggettivamente giusta può sentirsi indotto a con- le questioni di cui avevano appena parlato. Siamo rimasti colpiti:
no?». L’altro magari replica: «Ho letto le recensioni e non sono cludere che chi la pensa altrimenti è semplicemente in errore, e quegli scambi verbali di appena 15 minuti modificavano il modo
granché. E se ci facessimo una pizza?». «Buono a sapersi, vada per Matthew Fisher è ricercatore postdoc in scienze sociali e dei processi decisionali dunque non vale la pena di starlo a sentire. Quindi forse le vedu- di vedere delle persone. I partecipanti erano più oggettivisti dopo
la pizza», conclude il primo. Ognuno dei due parte con un’opinio- alla Carnegie Mellon University. Joshua Knobe è professore alla Yale University, sia te delle persone sull’oggettività delle verità morali condizionano il aver discusso per vincere che dopo aver discusso per imparare. In
nel programma di scienze cognitive sia nel Dipartimento di filosofia. Brent Strickland
ne. Nasce una discussione in cui ciascuno presenta delle ragioni e loro approccio alle interazioni con gli altri. È un’ipotesi plausibile, altre parole, il contesto sociale della discussione – il modo in cui le
è ricercatore in scienze cognitive presso l’Istituto Jean Nicod di Parigi. Frank C. Keil è
ascolta quelle dell’altro e poi, insieme, si trova un accordo. Questo titolare della cattedra di psicologia intitolata a Charles C. e Dorothea S. Dilley e e vale la pena di approfondirla con ulteriori ricerche. Ma noi ab- persone definiscono lo scopo del discorso contrapposto – alterava
genere di dialoghi è frequentissimo. Nelle nostre ricerche, lo chia- docente di linguistica e scienze cognitive presso la Yale University. biamo pensato che potesse esserci dell’altro. In particolare, sospet- di fatto le loro opinioni sulla profonda questione filosofica dell’e-
miamo «discutere per imparare». tavamo l’esistenza di un effetto che va nel senso opposto. sistenza o meno di una verità oggettiva.
Ma con la crescita della polarizzazione politica si verificano Forse non si tratta solo del fatto che vedere le cose in modo og- Questi risultati portano naturalmente a un’altra domanda,
sempre più spesso scambi oratori antagonistici come quello del gettivistico condiziona le nostre interazioni con gli altri; forse il che va al di là di quelle che si possono affrontare con uno studio
dibattito tra Trump e Clinton: non solo tra i politici, ma fra tut- essere comunque sicuro che c’è una sola risposta oggettivamente modo in cui interagiamo con gli altri può influire a sua volta su scientifico. Quale di questi due modi di argomentare sarebbe me-
ti noi. In interazioni di questo tipo, le persone possono anche pro- corretta. Non si tratta di opinioni: c’è un fatto oggettivo, e chiun- quanto aderiamo a un punto di vista oggettivistico. glio adottare quando si tratta di questioni politiche controverse?
porre delle ragioni per le proprie posizioni, ma nessuna delle due que la pensi altrimenti è semplicemente in errore. La risposta, a prima vista, può sembrare ovvia: chi può non ve-
parti è genuinamente interessata a imparare qualcosa dall’altra. Il Prendiamo adesso un’altra situazione. Immaginiamo le due Vincere o imparare? dere che c’è qualcosa di profondamente importante nel dialogo
vero obiettivo è «fare punti»: in altre parole, sconfiggere la parte amiche in pausa pranzo: sono in disaccordo su che cosa spalma- Per mettere alla prova l’ipotesi, abbiamo fatto un esperimento costruttivo, e qualcosa di profondamente controproducente nella
avversa in un’attività competitiva. Le conversazioni sui social me- re sul pane. in cui alcuni adulti conducevano conversazioni politiche on line. competizione pura e semplice?
dia danno ormai un segno fortissimo di quella che può essere la Ognuno dei partecipanti si registrava su un sito web e indicava la Anche di regola se questa risposta immediata può essere giusta,
combattività del discorso politico ai nostri giorni. Noi chiamiamo Mary: «Il formaggio vegano è proprio buono». sua posizione su una serie di temi politici controversi, come l’abor- possono esserci casi i cui le cose non sono così ovvie. Immaginia-
questo tipo di confronti «discutere per vincere». Susan: «No, il formaggio vegano non sa di niente. Fa schifo». to e le leggi sulle armi. Ognuno era accoppiato con un altro parte- mo di trovarci a discutere con un gruppo di scettici sul cambia-
Alle divergenze ideologiche si accompagna l’animosità verso cipante di idee opposte, e poi i due dovevano tenere una conversa- mento climatico. Possiamo cercare di sederci con loro, ascoltare le
l’opposta fazione. Recenti indagini indicano che i liberal e i conser- In questo esempio, l’osservatore potrebbe vederla in un altro zione on line su un argomento su cui erano in disaccordo. loro ragioni e fare del nostro meglio per imparare qualcosa da tut-
vatori più schierati si frequentano meno spesso, vedono il partito modo: anche se hanno opinioni opposte, è possibile che nessuna Metà dei partecipanti è stata spinta a discutere per vincere. Si to ciò che hanno da dire. Ma per qualcuno questo potrebbe esse-
opposto negativamente e resterebbero persino male se un loro fa- delle due sia in errore. Non sembra che vi sia una verità oggettiva. diceva loro che doveva essere un confronto altamente competiti- re proprio l’atteggiamento sbagliato. Potrebbe non esserci nulla da
miliare sposasse una persona di idee opposte. Al tempo stesso, l’a- Tenendo presente questa distinzione, pensiamo a ciò che suc- vo, in cui dovevano puntare a battere l’altro. Ne è risultato esatta- guadagnare nel restare aperti a idee che contraddicono il consen-
scesa dei social media ha rivoluzionato il modo di consumare l’in- cede quando si discute di controverse questioni politiche dalle ri- mente il tipo di comunicazione che si vede ogni giorno sui social so scientifico. Impegnarsi in un dialogo costruttivo, anzi, potrebbe
formazione: le notizie sono spesso personalizzate in base ai propri levanti implicazioni morali. Durante il pranzo, per esempio, le due media. Questa, per esempio, è la trascrizione di una di queste con- essere un caso di quella che nel giornalismo si chiama «falso equi-
orientamenti politici e i punti di vista rivali possono essere comple- amiche, si addentrano in un’animata discussione politica. versazioni, sgrammaticature comprese. librio»: legittimare una posizione minoritaria estrema a cui è sba-
tamente esclusi dalla bolla mediatica che ognuno crea per se stes- gliato dare lo stesso peso delle altre. Qualcuno potrebbe dire che
so. A peggiorare le cose, su queste piattaforme è molto più facile Mary: «L’aborto è moralmente sbagliato, non dovrebbe P1: «Io credo al cento per cento nella libertà di scelta della in questo caso l’approccio migliore è discutere per vincere.
che si diffondano contenuti fatti per indignare, il che ne fa un bro- essere legale». donna». I nostri studi, ovviamente, non possono determinare quale mo-
do di coltura di titoli «acchiappa-clic» e notizie false. È molto pro- Susan: «No, nell’aborto non c’è nulla di sbagliato, e dovrebbe P2: «L’aborto deve essere proibito perché ferma un cuore che dalità di discussione sia «la migliore». E malgrado abbondino le
babile che questo ambiente on line tossico stia dividendo ancor più essere del tutto legale». batte». prove che il discorso politico contemporaneo si sta facendo più
P1: «L’aborto è permesso dalla legge in questo paese, il paese
profondamente, e alimenti scambi verbali del tutto improduttivi. combattivo e destinato soltanto a vincere, i nostri risultati non
in cui vivi».
In questi tempi di crescita del tribalismo si pone un’importan- La questione da affrontare è: come va concepito questo tipo di P2: «Il cuore batte a 21 giorni è un’omicidio [sic]». chiariscono il perché di questo cambiamento. Però forniscono una
te domanda sugli effetti psicologici del discutere per vincere. Co- discussioni? Somiglia a quella di matematica, dove c’è una rispo- nuova e importante informazione su cui riflettere: il modo in cui
sa succede nella – e alla – nostra mente, quando discutiamo in sta oggettivamente giusta e chiunque dia altre risposte deve esse- ci mettiamo a discutere modifica il modo in cui concepiamo la
una modalità che punta solo a sconfiggere un avversario? Nel- re in errore? O somiglia di più a un contrasto su questioni di gusti, L’altra metà dei partecipanti è stata incoraggiata a discutere stessa questione in discussione. Più discutiamo per vincere e più
le nostre recenti ricerche abbiamo esplorato la questione con me- dove non c’è un’unica risposta giusta e le persone possono avere per imparare. A loro è stato detto che doveva essere un confron- sentiamo che c’è un’unica verità oggettiva, e tutte le altre risposte
todi sperimentali, e abbiamo trovato che la differenza tra le diver- opinioni opposte senza che nessuna delle due abbia torto? to molto costruttivo e dovevano cercare di imparare tutto ciò che sono sbagliate. Di contro, più discutiamo per imparare e più sen-
se modalità di discussione ha effetti di portata sorprendente. Non Negli ultimi anni il lavoro su questo tema si è allargato potevano dall’avversario. Il tono di queste conversazioni tendeva tiamo che non c’è una verità unica e oggettiva, e che possono es-
solo altera il modo in cui la gente vede la discussione e gli opposi- dall’ambito della filosofia a quello della psicologia e delle scienze a essere nettamente diverso. serci risposte diverse ma tutte valide. Così, la prossima volta che
tori, ma ha anche un effetto più fondamentale sul nostro modo di cognitive. Invece di affidarsi alle intuizioni dei filosofi, ricercatori dovrete decidere se entrare in una discussione su Facebook sulla
concepire lo stesso tema in discussione. come noi hanno cominciato a raccogliere dati empirici per capire P3: «Io credo che l’aborto sia un diritto che tutte le donne controversia del giorno, ricordate che non state soltanto facendo
che cosa pensa nei fatti la gente in proposito. Ritiene forse che vi dovrebbero avere. Capisco che certe persone scelgono di una scelta su come interagire con la persona che la vede nel modo
Oggettivisti o relativisti? siano risposte oggettivamente giuste alle domande di ordine mo- porre delle limitazioni su quando e perché, ma io penso che opposto al vostro. State anche prendendo una decisione che con-
L’oggettività in morale e politica è questione notoriamente spi- rale e politico? O assume un punto di vista più relativistico? dovrebbe essere per qualsiasi ragione fino a un certo punto dizionerà ciò che voi stessi – e altri – penserete su quell’argomen-
della gravidanza determinato dai medici, in modo da non
nosa, e i filosofi ne discutono da millenni. Per capirne l’essenziale Fondamentalmente, l’ultimo decennio di ricerche ha mostrato to: se può avere o meno un’unica risposta giusta. n
danneggiare la salute della madre».
basta però considerare un paio di conversazioni ipotetiche. Pren- che la risposta è che la faccenda è complicata. Alcuni sono più og- P4: «Io credo che la vita cominci al concepimento (l’incontro
diamo una discussione su un tema perfettamente definita, di tipo gettivisti, altri più relativisti. Il che può anche sembrare ovvio; ma tra sperma e uovo) quindi per me l’aborto equivale PER APPROFONDIRE
scientifico o matematico. Immaginiamo due amiche che lavorano gli studi successivi hanno indagato sulle differenze tra le perso- all’omicidio».
a un problema e non sono d’accordo sulla soluzione. ne dell’una o dell’altra categoria. Quando si chiede ai partecipanti Why Are Some Moral Beliefs Perceived to Be More Objective Than Others?
P3: «Capisco benissimo questo punto di vista. Da biologo, è Goodwin G.P. e Darley J. M., in «Journal of Experimental Social Psychology», Vol. 48,
a uno studio se sono disposti a condividere un appartamento con ovvio che fin dalla prima divisione cellulare c’è una «vita» in n. 1, pp. 250-256, gennaio 2012.
Mary: «La radice cubica di 2197 è 13». una persona che ha opinioni opposte su questioni morali o politi- corso. Ma non credo che sia una vita abbastanza avanzata da
The Influence of Social Interaction on Intuitions of Objectivity and
Susan: «No, la radice cubica di 2197 è 14». che, gli oggettivisti sono più inclini a dire di no. Quando si chiede giustificare l’abolizione dell’aborto». Subjectivity. Fisher M. e altri, in «Cognitive Science», Vol. 41, n. 4, pp. 1119-1134,
di sedere accanto a una persona di vedute opposte, gli oggettivisti maggio 2017.
Chi osserva potrebbe non sapere qual è la risposta giusta, ma si siedono a distanza maggiore. Come ha detto una volta Geoffrey Non è così sorprendente che quei due insiemi di istruzioni con- Esperimenti sul pensiero. Knobe J., in «Le Scienze» n. 522, febbraio 2012.

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